“Omini”, i fratelli Julian e Zak Loggia, il primo al basso e alla voce, il secondo alla chitarra e ai cori, insieme a Mattia Fratucelli alla batteria sono una band tutta piemontese. Rivelazione lo scorso anno del programma televisivo “X Factor” insieme ai Santi Francesi, piemontesi pure loro, e tutti di provenienza canavesana. Ora, in occasione di “Sanremo Giovani” le due band si ritroveranno a concorrere alla stessa manifestazione per ottenere la possibilità di partecipare alla 74esima edizione del Festival della Canzone italiana che si svolgerà nel 2024 dal 6 al 10 febbraio. Gli “Omini” da domenica difatti, insieme a Dipinto, Fellow e Nausica, hanno ottenuto il via libera, da Amadeus e dalla Commissione musicale Rai di “Area Sanremo”, per accedere alla serata del 19 dicembre, in onda in prima serata su Rai1 e in streaming su Raiplay, in diretta dal Teatro del Casinò di Sanremo. Nel corso della quale verranno proclamati i 4 artisti che affiancheranno i Big del cast sanremese 2024 ancora tutti da scoprire: per conoscere i loro nomi bisognerà attendere l’annuncio del direttore artistico Amadeus, al Tg1 delle 13.30, domenica 3 dicembre. “Omini” sono una band giovanissima: i tre ragazzi, nati e cresciuti nella provincia torinese, hanno iniziato a suonare nel 2015 come The Minis aprendo i concerti di artisti del calibro di Caparezza, Subsonica, Africa Unite e Baustelle. Nel 2020 decidono di cambiare il sound e di avvicinarsi a sonorità che spaziano dalla controcultura anni ’60 al rock britannico. I fratelli Julian e Zack Loggia sono i figli di Alex Loggia, chitarrista della famosissima band torinese degli Statuto che nel 1992 ha partecipato al Festival di Sanremo, nella categoria Nuove proposte con il brano “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo”. Anche il batterista Mattia Fratucelli è figlio d’arte, del batterista Alberto Fratucelli, molto noto al pubblico del Canavese. Ma perché si chiamano così? Si tratta di un semplice omaggio al loro primo singolo con questa nuova impronta più rock pubblicato nel 2021 appunto con il titolo “Omini”. “Siamo superfelici e onorati di essere tra i finalisti di Sanremo Giovani – scrivono gli Omini sui loro canali social – non stiamo più nella pelle e non vediamo l’ora di farvi sentire “Mare Forza 9oi”.Ci vediamo il 19 dicembre su Rai1!”.
Igino Macagno


E poi una canzone manifesto di libertà che ci parla ancora oggi, in un periodo così scottante per la difesa dei diritti delle donne. LaCaselli si è intrattenuta generosamente qui a Torino per il Torino Film Festival nella giornata di ieri per l’anteprima del film “Paolo Conte alla Scala – Il maestro è nell’anima”, la testimonianza superlativa del concerto alla Scala del 19 Febbraio scorso prodotto dalla Sugar, casa discografica della famiglia Caselli per la regia di Giorgi Testi e distribuito da Medusa, nelle sale dal 4 al 6 dicembre. Leitmotiv della masterclass è stato l’intreccio tra cinema e musica. Diversi gli aneddoti: dalla canzone scritta da Ennio Morricone per Elisa, di cui la Caselli è stata talent scout, che poi venne utilizzata da Quentin Tarantino nel film Django Unchained, alla collaborazione con Davide Ferrario,presente alla masterclass, il quale ha anticipato il suo prossimo film dedicato all’ Italo Calvino delle Città invisibili in cui è presente il brano “Ora mi alzo” di Luciano Berio, reinterpretato da Raphael Gualazzi, artista della scuderia della Caselli.


Iris Kaltenbäck, per la prima volta dietro la macchina da presa (un passato di sceneggiatrice, “Le vol des cicognes” è del 2015, mai apparso da noi), ci offre con “Le ravissement” (2023) – non soltanto per noi “il rapimento” ma altresì “l’infatuazione” o “l’incantamento” – il quadro preciso dell’urgenza senza confini di certi sentimenti, dello scompiglio che possono creare, di uno sconvolgimento totale verso gli altri che può annientare una vita. Sono bisogno d’amore, sono lo specchio del desiderio di uscire da una troppo duratura solitudine. Accompagna la regista con una fermezza e una durezza (come sono costantemente duri i tratti della protagonista Hafsia Herzi, eccellente, pochi i sorrisi, quasi sempre innaturali e forzati) senza mai sbavature il cammino interiormente doloroso di Lydia, intrappolata nelle sue giornate e nelle sue menzogne, in quella costruzione assurda di un universo parallelo che finisce col coinvolgere tutti. Racconta con autentica padronanza un’amara vicenda tutta in salita, affaticata, dolorosa e offre ai due protagonisti principali (Milos è Alexis Manenti) l’occasione per altrettanti ritratti fatti di cuore e di animi controversi.
