SPETTACOLI- Pagina 140

Tre sorelle nei deserti soffocanti dell’Oklaoma

Agosto a Osage County” al Carignano sino al 4 giugno

Dell’ormai sessantenne Tracy Letts – attore, sceneggiatore e drammaturgo vincitore nel 2008 del Pulitzer e del Tony Award per la migliore opera teatrale – lo Stabile torinese, con la regia di Filippo Dini, propone in questo finale di stagione (repliche sino al 4 giugno al Carignano: andate a godervelo) “Agosto a Osage County”, già approdato sullo schermo mattatrici Streep e Julia Roberts, per l’ente di casa nostra penultima tappa di un calendario felice di produzioni e coproduzioni (Miller, Pirandello uscito con divertimento dai vecchi binari, la resurrezione di Raffaele La Capria con il suo “Ferito a morte”, i miei soliti dubbi su Kriszta Székely, la potenza tirata a sorte sera dopo sera di “Maria Stuarda”: in attesa di “Lazarus” a riproporre il mito di David Bowie).

È un groviglio di vipere quella famiglia Weston, tre generazioni che si urlano, si azzuffano e si sbranano, uomini e donne a buttarsi in faccia ricordi acidi, le speranze e le delusioni, i rimorsi che ognuno s’è tenuto dentro per anni, le frustrazioni, tutta la violenza e la rabbia e l’aggressività, le parole che non si sono mai dette e che a un certo punto della vita esplodono, coinvolgendo il passato e il presente soprattutto, e chiudendo per sempre la porta in faccia al futuro. Al termine della tragedia, rimarrà soltanto Violet a sbattersi attraverso la casa come una farfalla impazzita: Dini, nella sue note di regia, cita il mondo di Cecov; certo, qui sembrano restare come sospese Violet e la figlia Barbara, nello “Zio Vanja” Sonia incitava ad andare avanti, a lavorare, a vivere. Il mondo di oggi è più crudele, Barbara fugge e chissà se tornerà, l’ultima nostra immagine è Violet, con tutto il suo terrore, come il vecchio Firs del “Giardino” abbandonato e rinchiuso dopo la partenza di ognuno. C’è stato un periodo in quella famiglia che si potrebbe definire con facilità felice, l’esistenza del capofamiglia Beverly, il ragazzo povero che s’è fatto poeta di successo, vincitore di tanti premi. Poi qualcosa s’è rotto. C’è solo aridità e solitudine, come quel deserto che circonda la casa laggiù nell’Oklaoma, in quel territorio rubato ai nativi, c’è soltanto un emblematico caldo soffocante in quelle stanze, sono finiti, oggi, se mai hanno trovato posto in quelle vite, i tentativi di dialogo e di sghemba riconciliazione. Si urla, si corre da una parte all’altra, si alzano le mani, ci si butta a terra, la lingua non ha freno, ogni cosa s’inacidisce e marcisce. È arrivata l’ora di fare i conti, di guardare in faccia quella famiglia disfunzionale, di gridare ai quattro venti quello che finora non s’è mai detto. Arriva il giorno e l’occasione, è il suicidio di Beverly, che s’è allontanato da una vita che non è più sua, dalle sue poesie.

S’abbrutisce quella famiglia come Violet, la madre e la vedova, come quel suo cancro in bocca che le fa ingurgitare manciate di pasticche e nuvole di fumo, caparbia, senza un attimo di serenità e di dolcezza, che gioca con la cattiveria verso chiunque le capiti a tiro, che spruzza secche risate e ironia quanto basta, lasciando intravedere nella sua ferocia quel che di grottesco stagni in quel groviglio, tra quelle stanze, tra gli affetti che forse un tempo vi hanno trovato un qualche spazio, una donna che della casa e dei suoi ospiti sa tutto, a cui nulla è mai sfuggito. S’abbrutiscono le figlie, Barbara soprattutto, arrivata per il funerale di papà con marito imbelle e figlia vegetariana e ribelle al seguito, lei in odore di chi vuole senza mezzi termini prendere in mano le redini del comando; e Karen, in un’altalena continua di ocaggine e disperazione, e Ivy, che s’è sempre vista scarsamente apprezzata dalla famiglia e sempre più isolata e che ora pare aver trovato un affetto verso il cugino Charlie piccolo se non arrivassero le parole della zia Mattie con la loro crudele verità. Una famiglia, che si potrebbe comodamente definire al femminile, considerato il peso nullo degli uomini, una famiglia dissestata e incancrenita che Letts traccia con una maestria feroce e singolarissima: e durante lo spettacolo tornano inevitabilmente alla mente certi momenti del film, magari qui negati, ma poi ti accorgi che la regia di Filippo Dini ha fatto assai di più, ha scavato, ha rintracciato momenti e battute e leggerezze che descrivono ancor meglio quel vociante gruppo, ha saputo tirar fuori da ogni personaggio le tante sfumature, le parole che ti arrivano chiare e disturbanti, i piccoli come i grandi gesti, quella nube da tragedia greca che s’allarga su tutto e su tutti, con le scene di Gregorio Zurla ha mosso l’azione (direi, ricordandosi del cinema) con pareti movibili e con ambienti parcellizzati che spezzano ogni immobilità.

Una commedia triste, di ingombrante tristezza, che è non soltanto una bomba a orologeria, fatta di deflagrazioni ad ogni istante, ma altresì un meccanismo perfetto che avvince lo spettatore, fatto di un dialogo sporco e di azioni malconce, di entrate e di uscite definite al millimetro, di una vita vera in cui certi grovigli di oggi potrebbero forse riconoscersi. Dini ha avuto con sé nel compito difficile di bisturizzare persone e cose un gruppo d’attori davvero eccezionali. Lasciati nell’ombra, ma certo non per personali difetti, i signori uomini, ritagliato per sé il ruolo del molliccio Bill, ha dato fiato alle trombe con le sue attrici. Ha trovato in Giuliana De Sio una Violet che è una tigre malata, che cerca di appigliarsi agli ultimi sprazzi di vita con una grinta e una bravura come raramente si vedono nello spettacolo, aspra, incendiaria, una zampata dietro l’altra; Manuela Mandracchia, che è Barbara e che si ritaglia delle intere scene davvero da grande attrice, la sempre incisiva Orietta Notari, pronta a catturare la scena al momento giusto. Come le giovani Stefania Medri, Valeria Angelozzi (una bella scoperta) e Caterina Tieghi. Non ultima Valentina Spaletta Tavella, il coro all’interno della tragedia, a cui è affidato l’abbraccio e la protezione finali: “è questo il modo in cui finisce il mondo / non già uno schianto ma con un lamento”, dice da “Gli uomini vuoti” di Eliot. Un successo.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma. La Compagnia con al centro in primo piano Giuliana De Sio; Manuela Mandracchia e Giuliana De Sio; da sinistra Filippo Dini, Giuliana De Sio, Orietta Notari, Manuela Mandracchia e Andrea De Casa

Sempre Verdi con le voci del Trio Lirico del Teatro Regio di Torino

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Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 24 maggio, ore 21.30

Paola Lopopolo, soprano, Andrea Antognetti, tenore e Marco Tognozzi, baritono, le voci del Trio Lirico del Teatro Regio di Torino, accompagnati al pianoforte dal M° Andrea Turchetto presentano mercoledì 24 in Osteria Rabezzana “Sempre Verdi! (Opere, non fiori!)” arie, romanze, duetti, terzetti e cori tratti dalle più belle opere di Giuseppe Verdi: La Traviata, Rigoletto, Don Carlo, Otello, Un Ballo in Maschera, Giovanna d’Arco e, per finire, l’immancabile Nabucco.

Mercoledì 24 maggio

Sempre Verdi! (Opere, non fiori!)

Paola Lopopolo, soprano

Andrea Antognetti, tenore

Marco Tognozzi, baritono

Maestro accompagnatore: Andrea Turchetto

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Rock Jazz e dintorni a Torino: Vasco Brondi e Paolo Conte

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Blah Blah suona il quartetto Les Lullies. Al Le Roi serata “Mondo Beat” con Paki dei Nuovi Angeli ,Mike Shepstone e Bobby Posner dei Rokes, Enrico Maria Papes dei Giganti, Livio Macchia e Valerio Veronese dei Camaleonti.

Mercoledì. Al Maffei si esibisce il trio Vòrti.

Giovedì. Allo Ziggy è di scena il duo Animaux Formidables. All’Hiroshima Mon Amour Vasco Brondi con Le Luci della Centrale Elettrica. Al Folk Club si esibisce il trio della cantautrice Liane Carroll. Al Blah Blah suonano i Toasters.

Venerdì. Al Cap 10100 è di scena Iosonocobalto. Al Bunker per “Jazz is Dead!” con la cinese Pan Daijing, Sarah Davachi e Upsammy e il duo Leya. Al Blah Blah suonano i Conspiracy of Madness.  All’Imbarchino sono di scena i Riviera.

Sabato. A Moncalvo all’Orsolina28 Art Foundation recital di Paolo Conte. Allo Ziggy si esibiscono i Necrodeath. Per “Jazz is Dead” sono di scena i Lalar, C’Mon Tigre, Marlene Ribeiro e Shackleton. Al Blah Blah suonano i Doormen. A El Paso sono di scena i Contrasto e I Chiodi.

Domenica. Per “Jazz is Dead!” si esibiscono i Moin, i Boris,  il trio del chitarrista  di Brandon Seabrook, e il trio del sassofonista Gabriele Mitelli.

Pier Luigi Fuggetta

Al Maffei “30 anni di cinema a Ponticelli”

Domenica 21 maggio. Cinema Maffei.

ANTEPRIMA REGIONALE A TORINO PER “30 ANNI DI CINEMA A PONTICELLI”

Previsto dibattito finale. Arriva da Napoli anche la regista Isabella Mari

Anteprima regionale   domenica 21 maggio, alle 17,30 al Cinema Teatro Maffei, via Principe Tommaso 5, per “30 anni di cinema a Ponticelli” della regista napoletana Isabella Mari: sarà lei a parlare con il pubblico alla fine del film insieme a Antonio Borelli, vicepresidente di Ucca Nazionale, militante di Arci Movie e presidente di Arci Servizio Civile Napoli, e Lorenzo Siviero, presidente di Arci Servizio Civile Piemonte, moderati l’incontro Max Borella di Arci Torino e Ucca.

Il documentario ha una peculiarità: è ricavato dal grandissimo archivio di materiali audiovideo raccolti dal Circolo Arci Movie, storico circolo Arci italiano, nei suoi 30 anni di attività e iniziative che hanno visto la partecipazione di grandi registi e protagonisti della scena cinematografica tra cui Ken Loach, Mario Monicelli, Francesco Rosi e Toni Servillo.

«Nel film è l’archivio a parlare – dice la regista Isabella Mari – Ho cercato sempre di conferire alle immagini la medesima passione, forza ed energia con le quali sono state al tempo girate, ma anche con le fragilità di una esperienza di trent’anni in un territorio difficile. Il tutto rielaborato senza mai dimenticare il fascino di uno sguardo al passato che si fa, al contempo, possibilità di riscoperta di un presente fondamentale per guardare al futuro». Il documentario è prodotto e realizzato da uno storico circolo Arci italiano, Arci Movie di Ponticelli a Napoli.

La proiezione è organizzata dai Circoli Ucca di Torino, Arci Torino e Asc Piemonte. Il documentario racconta un’esperienza di 30 anni di resistenza civica e cittadinanza attiva, in un contesto particolare in cui il cinema diventa un mezzo di emancipazione culturale, di educazione, di protagonismo giovanile, di attivazione civica e partecipazione democratica. Tutto questo è il servizio civilem: nasce così la proposta di un invito particolare, per la serata, ai volontari e alle volontarie in servizio civile della rete Asc Piemonte in un momento che vede la fine del percorso per 200 giovani che hanno iniziato un anno fa la loro esperienza e l’inizio di un nuovo percorso per 270 giovani che stanno per avviare la loro esperienza di impegno e partecipazione sul territorio regionale dedicata al territorio, alla promozione culturale e dei diritti, alla difesa e tutela dei territori, delle comunità, degli spazi di partecipazione.

SINOSSI
La storia dell’associazione Arci Movie eÌ anche un po’ quella degli ultimi 30 anni di Ponticelli, quartiere di cinquantamila abitanti della periferia est di Napoli. Una storia fatta di testimonianze, ricordi, immagini, amore per la cultura e per un territorio che, con la promozione del cinema nel segno della condivisione, ha potuto cambiare la propria prospettiva. Tanti i volti noti che hanno prima preso parte negli anni ’90 alla battaglia per salvare il cinema Pierrot – storica sala del quartiere destinata a diventare un supermarket come tanti – e che poi, nel tempo, hanno continuato a sostenere l’azione associativa di Arci Movie sul territorio, da Ken Loach a Mario Monicelli, da Francesco Rosi a Ettore Scola, da Toni Servillo a Paolo e Vittorio Taviani, da Frederick Wiseman a Mario Martone, da Enrico Ghezzi a Ferzan Ozpetek, da Michele Placido a Roberto Faenza, da Pupi Avati a Giuliano Montaldo. Tantissimi, infine, gli attivisti, gli educatori, gli operatori culturali, gli studenti, i giovani, i docenti, i soci e i semplici cittadini protagonisti di una storia di cinema che ha lasciato segni nella comunita come poche altre esperienze della storia recente di Napoli.

PROGRAMMA
Inizio proiezione ore 18 preceduta dai saluti e dall’intervento di Lorenzo Siviero, presidente ASC Piemonte.

A fine proiezione interverranno Max Borella di Arci Torino e Ucca Nazionale; Antonio Borrelli, produttore del doc, vicepresidente di Ucca Nazionale, militante di Arci Movie e Presidente di Arci Servizio Civile Napoli ed Isabella Mari, regista del documentario, volontaria e militante di Arci Movie.

La presentazione ha un’altra peculiarità: è organizzata per riflettere sul ruolo culturale del cinema all’interno delle realtà circolistiche e di come il cinema possa diventare un mezzo di emancipazione culturale, di incontro e di convivenza democratica. Invitati speciali saranno i volontari del Servizio Civile Universale che, attraverso la proiezione e il dibattito potranno comprendere e conoscere quali siano le dinamiche con cui un circolo si va a formare e quali siano gli scopi e gli obiettivi di chi fa cultura in questi spazi.

Ingresso gratuito per i soci Arci.

“Afrovision”, il primo Festival showcase italiano dedicato agli artisti africani e afrodiscendenti

Sabato 20 maggio

A Torino ha avuto i natali nel 2022 e sotto la Mole ritorna, con la seconda – non meno interessante – edizione, sabato 20 maggio, in uno spazio multiculturale unico come il “Circolo Jigeenyi”, all’interno dell’effervescente “Bunker” (l’“Associazione Culturale Variante” di via Niccolò Paganini) dedicato alla “creatività” e alle “cucine africane”. Parliamo di “Afrovision”, primo Festival showcase italiano che vede sul palco in competizione musicale artisti africani o afrodiscendenti, organizzato da “Renken” e “The Music Manager App”, partner il “Festival Creativafrica”, “Amoahbia Festival” di Trento e “Abe Pe Show”, per una giornata che nasce all’interno del progetto “Barriera Corallina”. Obiettivo “dare spazio e voce – dicono gli organizzatori – ai talenti delle nuove generazioni che si ispirano alla corrente dell’‘afrofuturismo’ e ai cosiddetti stili ‘contemporanei’ di creazione e performance, per i quali serve un attento lavoro di ‘scouting’ e uno spazio per far emergere nuove proposte”.

Parola d’ordine non “integrazione”, ma “interazione”. Il tutto sotto la formula del “contest” (concorso, gara), che  prevede, sabato 20 maggio, dalle 20,30, i concerti al “Jigeenyi” dei finalisti: Avex (rapper nato in Italia ma cresciuto in Etiopia e ora residente a Torino), NeroSud (collettivo musicale nato dall’idea di José Fazari e di Gennaro Di Girolamo, in una serata fra amici in piazza Santa Giulia a Torino), Lawless (Ahmadou Njie, nato in Gambia 33 anni fa e arrivato in Italia nel 2014 attraversando il Mediterraneo dopo diversi anni di prigionia in Libia) e Rap Don “The King” (partito nel 2018 dalla Sierra Leone, dov’é conosciuto come “The freestyle king”, per arrivare in Italia, a Trento). La serata sarà presentata da Susanna Owusu Twumwah, nata e cresciuta a Roma (da genitori ghanesi), attivista impegnata nel settore della “comunicazione” in progetti riguardanti lo sviluppo e la diversità, nonché vice-presidente dell’Associazione “QuestaèRoma” che si occupa di “emarginare ogni forma di discriminazione”.

Oltre ai quattro  che si esibiranno e si sfideranno, la Giuria (altamente specializzata e composta da programmatori ed esperti del settore musicale) ha già decretato due menzioni speciali che andranno a Fanie Fayar, dal Congo, e a Wzaa, dal Senegal, entrambi impegnati, in questi giorni, in Africa e dunque non presenti ma comunque premiati nel corso della serata.

Serata, per chi vuole, già in decollo dalle 19 con il nuovo menù di “Ricette d’Africa”. Tra i piatti imperdibili per un viaggio culinario che accompagni le note di “Afrovision”: Pollo Yassa, Couscous di verdure alla marocchina e Ombrina al Pepe Selim.

In premio, per i vincitori, ci saranno due concerti su palchi di Festival Internazionali: uno è quello di “CreativAfrica”, nella serata del 9 giugno a Torino, l’altro l’“Amoahbia Festival” di Trento, il 19 agosto. Altra novità, l’espansione della “Rete di partner” che supportano l’iniziativa: oltre le new entry “Creativafrica” e “Amoahbia Festival” di Trento, l’“Abe Pe Show”, etichetta di produzione dell’artista ghanese Nana Kofi Osei, alias “Nana Motobi”, affermato rapper, performer e sound designer ghanese. I vincitori parteciperanno, inoltre, al “music lab”organizzato da “Abe Pe Show” che porterà alla creazione di un album originale insieme ad altri artisti emergenti internazionali e che sarà pubblicato a fine Festival.

Da ricordare ancora che, il Festival, anche quest’anno, si occuperà  di “formazione” e “promozione”. Nella stessa giornata di sabato 20 maggio il “Circolo Jigeenyi” ospiterà infatti una  “masterclass/workshop” tenuta dalla torinese Valentina Zanelli, manager di musicisti e artisti specializzata in “internazionalizzazione dei progetti musicali” oltre che fondatrice dell’agenzia “Creativi Musicali” e dell’app “The Music Manager”.

g. m.

Per info: “Circolo Jigeenyi”, via Niccolò Paganini, Torino; tel. 353/3113671 o www.ricettedafrica.com

Nelle foto (proprietà Valentina Zanelli), tre dei finalisti: Avex, NeroSud, Rap Don “The King”

TOdays Festival giunge alla nona edizione: a Torino dal 25 al 27 agosto

La nona edizione di TOdays diretta da Gianluca Gozzi è in programma dal 25 al 27 agosto. Il Festival, che ospita 121 artisti nazionali e internazionali, 12 band, provenienti da 29 diversi Paesi nel mondo, porta in città, dal primo pomeriggio a notte inoltrata, oltre 30 ore di musica, arte, incontri, produzioni esclusive, anteprime, performance, eventi formativi e d’incontro con il meglio della scena musicale contemporanea.

Capisaldi del festival, anche quest’anno sono la ricerca imparziale degli opposti e la creazione di nuovi equilibri; l’anticipazione di idee e trend e la commistione di generi diversi; l’incrocio di attitudini, emozioni, suoni che intrecciano presente, passato e futuro della musica; la compresenza sul palco di grandissimi nomi affermati della scena internazionale e nuove eccellenze emergenti; la tensione a rendere centrali musiche e luoghi di confine.

TOdays, inoltre, è la prima rassegna musicale italiana a offrire pari rappresentatività ad artiste donne e ad artisti uomini allestendo un cartellone equilibrato che supera ogni disparità di genere.

Attraverso la musica, linguaggio universale più immediato e vicino alle nuove generazioni, il Festival è capace di coinvolgere giovani e giovanissimi che ogni anno, a fine agosto, raggiungono Torino da tutta Europa.

TOdays, in virtù delle scelte artistiche e musicali, rappresenta quindi un’occasione unica nel panorama nazionale per presentare a questo pubblico il meglio delle creazioni contemporanee e dei nuovi suoni, permettendo di ampliare il bagaglio conoscitivo, sviluppare la creatività e allo stesso tempo abbattere barriere, pregiudizi e differenze sociali e culturali. E si inserisce perfettamente in TORINO FUTURA, il percorso intrapreso dalla Città e coordinato dagli assessorati alla Cultura e alle Politiche Educative e Giovanili, che intende coinvolgere attivamente i ragazzi nella formazione e nella vita culturale della città creando esperienze di coinvolgimento, formazione e crescita, oltre a moltiplicare le occasioni di dialogo e di protagonismo dei futuri cittadini.

Il manifesto dell’edizione 2023 racconta un cartellone equilibrato che supera ogni disparità di genere. Per fare questo sono stati accostati due intensi colori dalla forte identità cromatica: il rosso fluo, che richiama le emozioni e gli stimoli più vivaci in continuo divenire e l’argento a cui si associano l’avanguardia, l’innovazione e la modernità. Le fitte geometrie di curve si sovrappongono e intersecano in una immaginaria tela estesa che simboleggia la virtù della costruzione quotidiana di uno spazio fluido e in movimento per suggerire il mutare nel tempo senza costrizioni di genere e condizioni prestabilite, costantemente interconnessi con se stessi e con tutto l’universo.

“TOdays conferma la nostra città quale tappa privilegiata per il meglio della scena musicale contemporanea – dichiara il Sindaco, Stefano Lo Russo -. Il festival porta Torino, e in particolare l’area nord dove organizzano gran parte degli eventi, alla ribalta di giovani, creativi e opinion maker internazionali. Il programma, anno dopo anno, si dimostra capace di sostenere e valorizzare lo straordinario patrimonio di energie e competenze presenti nel nostro territorio. La Città sosterrà questo importante progetto per farlo crescere e continuare ad attrarre le migliori esperienze musicali internazionali”.

Main stage principale è il consueto grande prato verde di sPAZIO211,  palcoscenico a cielo aperto, spazio urbano rigenerato nella periferia della città che durante le tre serate, dalle ore 18 alle ore 24, ospiterà concerti con artisti fuori dall’ordinario.

Diffusi in città, invece, gli appuntamenti diurni e le attività educational del progetto TOlab che – grazie al sostegno e alla collaborazione di numerosi partner e alla co-progettazione con oltre 30 realtà associative ed eccellenze territoriali – daranno voce a nuove idee. Opinion maker, giovani artisti e professionisti si incontreranno per muoversi trasversalmente fra i differenti linguaggi in campo musicale, artistico e sociale.

Con questa edizione, inoltre, TOdays rafforza il suo impegno di responsabilità contro le sfide ambientali. È infatti intenzione della Città di Torino rendere sempre più sostenibili i propri eventi implementando le azioni in ambito di trasporti, mobilità, consumo d’acqua, rifiuti, riciclo ed energia, per educare, ispirare e motivare uno stile di vita più consapevole e rispettoso.

Informazioni su: http://www.todaysfestival.com/

Sabotaggi poetici di quartiere: Visite guidate teatralizzate nella periferia nord

Gallerie d’Italia, torna Open Machine

The Goodness Factory e Music Production
presentano
OPEN MACHINE featuring GALLERIE D’ITALIA
Torino, 18 e 25 maggio | 15 e 22 giugno ore 19.00
Milano, 19 e 26 ottobre | 23 e 30 novembre 
con Vittorio Cosma
e con Whitemary, Gianluca Petrella, Damir Nefat, Davide Boosta Dileo, Daniele Mana, Cecilia, Plastica, Giancarlo Parisi, Rodrigo D’Erasmo, Enrico Gabrielli, Alessio Sanfilippo.

Gallerie d’Italia – Torino Piazza San Carlo 156
Gallerie d’Italia – Milano Piazza della Scala 6

Dopo il successo e l’emozione dell’appuntamento del mese di gennaio alle Gallerie d’Italia di Milano, durante il quale si è potuta vivere un’esperienza unica grazie al connubio fra lo spazio e il suono, Gallerie d’Italia, The Goodness Factory e Music Production hanno deciso di ripetere quella esperienza per amplificare l’emozione e fare un percorso insieme.

Dal 18 maggio per 4 appuntamenti a Torino e 4 appuntamenti a Milano Vittorio Cosma torna all’interno delle sale auliche delle Gallerie d’Italia con Open Machine, il progetto di improvvisazione al buio che da qualche anno porta in tour per l’Italia. Insieme agli ospiti che si alterneranno in questa creative room unica e prestigiosa Vittorio Cosma porterà il pubblico direttamente a contatto con i meccanismi della creazione musicale.


Open Machine – Gallerie d’Italia Milano
Intesa Sanpaolo, attraverso il polo museale delle Gallerie d’Italia, sostiene importanti iniziative culturali del Paese, tra cui mostre, festival, eventi d’arte, fotografia, musica, editoria e lettura per esprimere la centralità del rapporto con il territorio e la partecipazione attiva allo sviluppo delle comunità di riferimento, secondo un piano organico che ha lo scopo di diffondere la passione per la cultura, coinvolgendo dei giovani.

Dall’incontro tra le due realtà nasce così il nuovo format “Open Machine FEATURING Gallerie d’Italia”, un appuntamento fisso rivolto al grande pubblico, agli amanti dell’arte e agli appassionati di musica, che si svolgerà tra maggio e ottobre negli spazi museali di Intesa Sanpaolo a Torino e Milano. Un progetto che coniuga l’attitudine sperimentale di Open Machine con la vision delle Gallerie d’Italia.


Vittorio Cosma
8 appuntamenti, 4 a Torino e 4 Milano per un happening musicale, che ha 2 semplici regole: ascoltare e lasciarsi trasportare dal flusso.

Prodotto da The Goodness Factory e Music Production, Open Machine è un format unico nel panorama contemporaneo italiano. È molto più di una performance, è un’azione concreta che ha l’obiettivo di contribuire a riposizionare la musica nella dimensione sperimentale e culturale a cui appartiene. Le musiciste e i musicisti coinvolti si incontrano “sul palco”non ci sono prove a precedere il live e il pubblico si trova completamente immerso in un autentico momento di creazione artistica con il quale può interagire liberamente.

Alle Gallerie d’Italia Torino il primo appuntamento sarà giovedì 18 maggio con la cantante e produttrice Biancamaria Scoccia in arte Whitemary, con il trombonista italiano fra i più famosi al mondo Gianluca Petrella e con la chitarra di Damir Nefat.

Il 25 maggio Vittorio Cosma sarà accompagnato da Davide Boosta Dileo produttore e tastierista dei Subsonica, dal compositore producer e sound designer torinese Daniele Mana e dall’arpa e dalla voce angelica di Cecilia.

Il terzo appuntamento si terrà giovedì 15 giugno con Enrico Gabrielli polistrumentista, compositore, arrangiatore, produttore discografico e scrittore italiano nonché membro dei Calibro 35, con il pop elettronico dei Plastica e con Giancarlo Parisi polistrumentista e compositore.

Ultimo appuntamento alle Gallerie d’Italia – Torino sarà giovedì 22 giugno con il batterista Alessio Sanfilippo, con Rodrigo D’Erasmo violinista compositore polistrumentista di origini brasiliane naturalizzato italiano e con artisti che verranno annunciati nelle prossime settimane.

Un’esperienza coinvolgente per il pubblico che ha la possibilità di trovarsi letteralmente al centro di un studio musicale, di esserne parte, al centro di quel processo creativo che cresce e vive dietro ogni produzione musicale.

“La trasformazione di palazzi storici in luoghi d’arte e la condivisione di collezioni di proprietà e di progetti culturali originali sono le caratteristiche principali del nostro Progetto Cultura, in perfetta sintonia con le prossime performance di Open Machine. Creare musica all’interno di spazi d’eccezione, saloni e corti, con il coinvolgimento del pubblico, interpreta bene l’identità delle Gallerie d’Italia e il valore sempre crescente di un museo vivo, aperto, capace di sperimentare soluzioni innovative per raccontare al meglio il panorama artistico e culturale”.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Gallerie d’Italia

“Open Machine nasce dalla voglia di incontrare altri musicisti con i quali non avresti modo di suonare (…) suonare per costruire un oggetto musicale. Rendere il pubblico partecipe di questo momento che di solito è segreto e nascosto, Open Machine proprio per questo: per aprire la macchina, per vedere gli ingranaggi, come funziona l’interazione fra persone diverse” Vittorio Cosma, Musicista, Produttore e Direttore Artistico

Open Machine non è un progetto da ascoltare o da vedere, Open Machine è da vivere.

L’Orchestra Polledro prosegue i festeggiamenti per il suo decennale con il terzo concerto della stagione

Sul podio Federico Bisio direttore, primo oboe il maestro Carlo Romano

 

Martedì 23 maggio prossimo, alle 20.30, al teatro Vittoria in via Gramsci 4, si terrà il terzo concerto della stagione del decennale dell’Orchestra Polledro con Federico Bisio sul podio quale direttore Stabile dell’orchestra; Stefano Fracchia e Federico Fantozzi corni solisti; già primo oboe dell’Orchestra nazionale della Rai il maestro Carlo Romano.

Il programma del concerto prevede la Sinfonia in Sol maggiore op.11 n. 1 di Joseph Boulogne Chevalier de Saint George; di Antonio Rosetti il concerto per due corni e orchestra in Mi bemolle maggiore M C 56, con solisti Stefano Fracchia e Federico Fantozzi; di Carl Ditters von Dittersdorf la Sinfonia in Fa maggiore “Andromeda salvata da Perseo”), che fa parte delle Sinfonie sulle Metamorfosi di Ovidio.

Joseph Boulogne Chevalier de Saint-George nasce nel 1745 aGuadalupe, frutto di una relazione clandestina tra un ricco proprietario terriero di nome George Boulogne de Saint George e una schiava di origine senegalese di nome Nanon. Il giovane Boulogne si trasferì a Parigi molto giovane e ricevette un’educazione molto rigida e trasversale. Grazie alla sua abilità nella spada divenne presto ufficiale della Guardia del Re. Contemporaneamente portò a compimento lo studio della musica con Jean Marie Leclair e con Francois Joseph Gossec, diventando un virtuoso del clavicembalo, del violino e direttore d’orchestra.

Nel 1769 Boulogne diventa primo violino e poi direttore del Concert des Amateurs, ne l 1775 viene nominato direttore dell’Opera di Parigi e direttore musicale  personale della regina Maria Antonietta.

Al 1785 risale la Fondazione dell’Orchestra de la LogeOlympique, che porterà  in scena le sei sinfonie parigine composte da Haydn proprio per questa orchestra. La sua forte vicinanza agli ideali di fratellanza e eguaglianza, dopo la Rivoluzione francese, lo condurranno a un progressivo isolamento.

Le due sinfonie dell’opera 11 sono state composte quando ilmusicista aveva circa trent’anni, molto probabilmente a metà degli anni 1770. La Sinfonia in Sol maggiore op. 1 riflette una solida formazione  musicale e, pur mostrando le semplicità della maggior parte delle prime sinfonie, non presenta alcun tratto di tipo studentesco. Si tratta, invece, di un esempio finemente realizzato di ciò che erano le Sinfonie dell’epoca o forse di quelle di un decennio prima.

Si compone di tre movimenti soltanto e dei convenzionali due oboi, due corni e archi.

Il primo movimento rappresenta una forma sonata facile da seguire, che inizia con un primo tema vivace, con accenti dinamici e archi pizzicati; il secondo tema è un po’ più lirico e conduce a un materiale di chiusura veloce, il tutto all’interno delle convenzioni dell’epoca.

Il secondo movimento è un’elegante danza da sala in due sezioniche ricorda piuttosto un minuetto,  in tempo binario e non ternario.

L’ultimo movimento è strutturato in una semplice forma binaria, che presenta un brillante gioco tra i primi e i secondi violini, capace di aggiungere interesse lungo il percorso.

Antonio Rosetti, in origine Anton Rosler, è stato un compositore e contrabbattista cieco, nato nel 1750 a Litomerice, città  della Boemia settentrionale. Intenzionato inizialmente al sacerdozio, compì i suoi primi studi musicali presso il collegio dei Gesuiti di Praga, dove entrò  all’età  di sette anni. Quindi, dopo l’abolizione dei Gesuiti in Boemia, entrò  come contrabbassista nella cappella di corte del principe Kraft Ernst con Oettingen Walleristein, vicino ad Augusta,  dove, l’anno successivo, diventò ufficialmente  musicista di  corte. Nel 1776, in occasione della morte del suo patrono, Rosetti compose svariata musica da camera per arricchire il repertorio di corte e nel 1781 intraprese anche un viaggio a Parigi, dove le sue composizioni furono eseguite nelle migliori orchestre cittadine, tra i quali il famoso Concert Spirituel. Negli anni Ottanta incrementò la sua formazione compositiva presso la Corte e nel 1785 divenne maestro di cappella.

Nonostante questa prestigiosa carica, numerosi erano i suoi problemi finanziari, tali da indurlo a lasciare, nel 1789, Wallerstein e entrare a servizio come maestro di cappella di Federico Francesco I, duce del Meclemburgo. La crescita della sua reputazione gli consentì di ottenere importanti commissioni e proprio il 14 dicembre 1791, per commemorare la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguì il suo Requiem nel 1776. Morì il 30 giugno 1792.

Le sue prime composizioni sono caratterizzate da un linguaggio e stile piacevoli, seppur a  volte prevedibili; le opere della maturità, composte dopo il 1784, denotano, invece, un grande influsso cromatico nella melodia e un ricco linguaggio armonico.

Rosetti scrisse molta musica, tra cui un gran numero di sinfonie  e concerti, all’interno dei quali nascono diversi scherzi e trucchi, con l’intento di deliziare l’ascoltatore.

Il concerto per due corni e Orchestra in Mi bemolle maggioreM.C56 è sopravvissuto in unica copia manoscritta che lo attribuisce  a Michael Haydn. Più tardi la musicologia pensò di ravvisarvi il perduto concerto per due corni di Franz Joseph Haydn.

Il primo movimento ha una lunga introduzione orchestrale tipica di Rosetti e con il suo primo e secondo tema si orienta verso lo schema formale della Sinfonia classica. Qui l’orchestra non solo non assume funzioni di accompagnamento, ma diventa spesso partner paritario dei solisti.

Il secondo movimento “Romance” e il Rondò  conclusivo “a la chasse “ rispondono al modello rosettiano.

Il concerto inizia in modo insolito con un segnale triadico dei corni solisti che funge da primo motivo del tema principale .

La sequenza di tonalità dei tre movimenti,  ancora inusuale per l’epoca, il modo di concepire le parti stilistiche in modo virtuosistico e l’orchestrazione sono caratteristiche tipiche di analoghi concerti solistici di Rosetti.

L’episodio lirico dei corni risulta introdotto da un effetto sorpresa tipico di Rosetti; la successiva romanza in mi bemolle minore colpisce l’ascoltatore per la sua forza espressiva e risulta perfettamente in sintonia con il carattere sonoro romantico del corno. Il terzo movimento risulta un rondò a la chasse, che richiama la tradizione del corno naturale come strumento da caccia, con il segnale di caccia rafforzato dagli oboi, capaci di suggerire malinconia e struggimento.

Ultimo compositore le cui musiche saranno protagoniste del concerto  è  Carl Ditters con Dittersdorf, nato nel novembre del 1739, a Vienna.

Brillante violinista già da bambino, suonò regolarmente dall’età di dodici anni e divenne amico del compositore Gluck, accompagnandolo a Bologna nel 1761, dove ottenne una notevole celebrità grazie al suo modo di suonare il violino.

Sono giunte a noi soltanto sei delle dodici Sinfonie scritte sulla Metamorfosi del poeta latino Ovidio.

Furono composte nel 1783 ma presentate anni dopo, in occasione di una visita del compositore per la prima esecuzione nella capitale austriaca.

La Quarta Sinfonia in Fa Maggiore sul “Salvataggio di Andromeda da parte di Perseo” è  orchestrata per coppie di oboi e corni, con archi. Il primo movimento non ha una dicitura latina, ma pare rappresentare il volo di Perseo, volo percepibile nella melodia dell’oboe solo, su archi in sordina.

Il Presto seguente ha in

in testa una citazione da Ovidio “Motis talaribus aera findit”, in cui è  raffigurato Perseo che si innalza nell’aria, volando sui suoi sandali alati e vedendo sotto di sé la terra degli Etiopi e del loro re Cefeo.

MARA MARTELLOTTA

Concerto martedì 23 maggio alle 20.30

Teatro Vittoria Via Gramsci 4

Serata-evento per il decimo capitolo del franchise global blockbuster “Fast & Furious”

FAST X: DAL 18 MAGGIO ARRIVA IN SALA IL DECIMO CAPITOLO DEL FRANCHISE GLOBAL BLOCKBUSTER “FAST & FURIOUS”

 

DOPO AVER OSPITATO LE RIPRESE, TORINO SARÀ PROTAGONISTA DI UNA SERATA-EVENTO ALL’IDEAL CITYPLEX, CON PROIEZIONE DEL FILM IN ANTEPRIMA PER LE ISTITUZIONI LOCALI, LA TROUPE E GLI APPASSIONATI DELLA SAGA

 

Il Presidente di FCTP Beatrice Borgia dichiara che «la nostra Film Commission è estremamente soddisfatta di aver contribuito alla realizzazione di un progetto capace di posizionare sempre più Torino e il Piemonte sulla mappa delle grandi produzioni internazionali. Fast X ha rappresentato un prestigioso banco di prova per il territorio e una straordinaria occasione in termini economici, con più di 4 milioni di euro di ricaduta ottenuti esclusivamente grazie ai servizi e all’operato offerti dalla nostra Fondazione e dagli uffici competenti delle istituzioni, e grazie a maestranze e professionalità sempre più qualificate, a dimostrazione dell’esistenza di un polo cinematografico locale di enorme efficienza e qualità, strutturato e competente».

«Grazie a Fast X il territorio ha dimostrato come mai in passato una rara capacità di accoglienza e di organizzazione, insieme alle sue enormi potenzialità in termini di location», commenta il Direttore di FCTP Paolo Manera, che aggiunge«la città ha saputo adattarsi alle esigenze del set e della sceneggiatura del progetto, rendendo possibili le riprese di scene complesse e spettacolari, difficilmente riproducibili altrove. Nel corso degli anni Torino ha saputo vestire i panni di New York, Londra, Parigi, San Pietroburgo, trasformandosi in un grande teatro di posa in grado di ospitare un numero di produzioni in costante crescita, diventandone “casa ideale” e garantendo così una continuità di lavoro e un virtuoso meccanismo industriale di livello internazionale».

 

Per l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte «c’è un legame storico tra Torino e il Cinema, per questo possiamo diventare la prima meta nazionale per la produzione di film internazionali e fiction. Qui c’è tutto: accoglienza e conoscenza, l’esperienza di capitale della tecnica e dell’ingegno. E proprio quest’anno abbiamo garantito al settore dell’audiovisivo un investimento di 20 milioni per il prossimo triennio, di cui 12 impiegati proprio per attrarre nuove produzioni. Un investimento strutturale che coinvolge tutta la filiera e di cui l’intera filiera potrà beneficiare».

«La Città di Torino si conferma ancora una volta un punto di riferimento di caratura internazionale per l’industria cinematografica. Un set complesso, una grande sfida portata a compimento grazie a un grande lavoro di squadra che ha coinvolto la produzione, la Film Commission Torino Piemonte e le istituzioni cittadine». Così commenta l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia, aggiungendo che «la bellezza della nostra città, con le sue vie e piazze ricche di storia, ha rappresentato uno scenario unico, che grazie a Fast X, girerà per le sale cinematografiche del mondo».

Sarà dunque Torino, che lo scorso anno ne ha ospitato le riprese per due settimane, ad accogliere la serata-evento di “FAST X“, decimo capitolo del global blockbuster della Universal Pictures “FAST & FURIOUS” che ha incassato oltre 6 miliardi di dollari in tutto il mondo. La proiezione speciale si terrà alle ore 21.00 di mercoledì 17 maggio presso l’Ideal Cityplex alla presenza delle istituzioni, della troupe locale e dei molti appassionati e fans della saga.

Prodotto da Universal Pictures, con Wildside – Società del Gruppo Fremantle – responsabile della produzione esecutiva per l’Italia, e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Città di Torino e Regione Piemonte, “FAST X” è interpretato da Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jason Momoa, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster, John Cena, Jason Statham, Sung Kang, Alan Ritchson, Daniela Melchior, Scott Eastwood, Helen Mirren, Charlize Theron, Brie Larson e Rita Moreno.

Girato anche a Roma e Londra, il film ha avuto due settimane di riprese effettive a Torino – tra fine maggio e inizio giugno dello scorso anno – che hanno reso necessario un lungo e articolato lavoro di preparazione con la produzione del film che ha avuto la sua base operativa presso la sede di Film Commission Torino Piemonte per circa cinque mesi.

Numerose le location torinesi diventate set a cielo aperto, con una troupe di più di 500 persone (tra cui 150 professionisti piemontesi in tutti i reparti) che ha lavorato in svariate aree del centro città, da Piazza Crimea a Corso Fiume, da Ponte Vittorio Emanuele, da Corso Moncalieri ai Murazzi del Po, da Corso Vinzaglio a Via San Quintino, con ultimo ciak in Piazza IV Marzo.

Le scene realizzate nelle principali vie, piazze e ponti torinesi sono state di grande impatto scenico e alto contenuto action: come ogni film della serie “FAST & FURIOUS” sono stati infatti gli inseguimenti – che hanno coinvolto alcuni tra i migliori stuntman professionisti specializzati – al centro delle riprese, riconfermandosi come vero e proprio tratto distintivo del franchise.

L’imponente set di Fast X ha rappresentato una complessa sfida organizzativa e logistica mai affrontata in precedenza e resa possibile soltanto grazie alla grande sinergia e collaborazione tra la produzione, Film Commission Torino Piemonte e gli Assessorati alla Cultura, ai Grandi Eventi, Viabilità e Trasporti, Verde pubblico e Sicurezza, insieme a tutti gli uffici competenti, alla Questura e alla Prefettura di Torino.

SINOSSI

Nel corso di molte missioni e contro sfide impossibili, Dom Toretto (Vin Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia, spiazzato e sconfitto ogni nemico presente sul loro cammino. Ora devono confrontarsi con l’avversario più letale che abbiano mai affrontato: una terrificante minaccia che emerge dalle ombre del passato, alimentata da una vendetta di sangue, e che è determinata a distruggere questa famiglia, e distruggere tutto – e tutti coloro che Dom ama, per sempre.

 

In Fast & Furious 5 del 2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato lo spietato boss della droga brasiliano Hernan Reyes, e decapitato il suo impero su un ponte a Rio De Janeiro. Quel che non potevano certo immaginare, era che il figlio di Reyes, Dante (Jason Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto, e ha passato gli ultimi 12 anni a ideare un piano per far pagare a Dom un prezzo molto alto.

 

Il complotto di Dante farà disperdere la famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Verranno forgiate nuove alleanze e riemergeranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di Dante.

 

Diretto da Louis Leterrier (Scontro tra Titani, L’incredibile Hulk), Fast X è interpretato dai membri originali del cast Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster, Sung Kang, Jason Statham, John Cena e Scott Eastwood, con le attrici premi Oscar® Helen Mirren e Charlize Theron.

 

Il film presenta anche uno straordinario nuovo cast, tra cui l’attrice premiata con l’Oscar® Brie Larson nei panni di Tess, una rappresentante corrotta dell’Agenzia; Alan Richtson (Reacher) nei panni di Aimes, il nuovo capo dell’Agenzia che non nutre la stessa ‘simpatia’ del suo predecessore, il Sig. Nessuno, verso la squadra di Dom; Daniela Melchior (The Suicide Squad) nei panni di una pilota di strada brasiliana con un forte legame con il passato di Dom; e la leggendaria vincitrice dell’Oscar® Rita Moreno nei panni della nonna di Dom e Mia, Abuelita Toretto.