STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
Ci sono anni ed episodi che non vorresti ricordare. Non vorresti avere vissuto
Ho visto la morte in diretta di Roberto Crescenzio. Quella mattina ho chiesto un permesso visto che lavoravo all’Inps. In tarda mattinata cercavo di raggiungere il corteo da via Po. Non ho assistito alle scaramucce tra i giovani comunisti e chi aveva deciso di assaltare la sede del Movimento Sociale in corso Francia. Preludio di una più grande tragedia. Urlavano: “le sedi fasciste si chiudono col fuoco con dentro i fascisti, se no è troppo poco”. Tragico Preludio. Poi il destino o la stupida e criminale “usanza” di chi andava ai cortei con le molotov. E proprio delle Molotov erano avanzate, da qui la scelta di finirle incendiando il bar Angelo Azzurro. Per loro un covo di fascisti. Tutto pianificato la sera prima. Un interessante libro di Bruno Babando che ricostruisce la tragedia. Noti gli esecutori, alcuni scappati in Francia. Ora il ricordo si mischia alla polemica politica. Atto di terrorismo o atto di violenza politica? Non mi sembra un distinguo rilevante. Ieri come oggi. E gli esecutori sono degli assassini. Non era intenzionale? Pazzesco! Andare ad un corteo con le molotov per bruciare qualcosa non è da criminali? Ieri come oggi. Nelle intenzioni non c’era quella di uccidere? Dunque? E voglio fare il tragico parallelo con la morte del compagno Guido Rossa due anni dopo. Anche in questo caso gli assassini tentarono si schermirsi: volevamo solo gambizzalo.
In questo giorni alla sindaca Appendino è giunta una lettera di richiesta di modifica sulla targa ricordo. Tutte le compagne e compagni promotori hanno la mia personale stima. Li conosco uno per uno e sono stati e sono convinti democratici. In quegli anni eravamo dalla parte giusta della barricata .Contro i violenti, contro i terroristi. Anzi eravamo bersaglio di violenti e terroristi. Campeggiavano le nostre caricature e le nostre foto a Palazzo Nuovo, come nemici del popolo e servi dei padroni. Non ho firmato questa petizione per un semplice fatto: non sono d’accordo. Fu un atto terroristico. Nei vari scambi di opinione mi sono stati fatti dei rilievi. Sono passati 40 anni. Non riesci a perdonare ed elaborare? Elaborare si, confermando le mie opinioni. Perdonare no, anche perché non c’è stato alcun atto di pentimento degli assassini del resto….ripeto…noti. Anche per tutti questi motivi vorrò esserci alla commemorazione. Sempre pronto al confronto con chi in quegli anni era da questa parte della barricata. Ma non con chi non vuole ammettere i propri torti. Glielo dobbiamo, a Roberto, vittima della violenza politica e del terrorismo. Roberto ucciso da violenti terroristi.
Patrizio Tosetto