Il 13 novembre lungo la strada provinciale 1, tra Lanzo e Germagnano in provincia di Torino, i Carabinieri hanno ritrovato una testa di lupo mozzata, appesa a un cartello della segnaletica stradale. Un inequivocabile segnale, un avvertimento in stile mafioso per far capire che da quelle parti i lupi sono destinati a essere uccisi da mani vigliacche, in piena violazione delle norme nazionali e europee.“Un atto aberrante, di una crudeltà inaudita che non può essere tollerato – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – sappiamo bene quanto sia difficile individuare i responsabili in casi del genere, proprio per questo riteniamo che si debba mettere in campo ogni tentativo per smascherarli. “La LAV ha così lanciato una campagna rivolta proprio ai cittadini di Lanzo e Germagnano, con la quale l’associazione animalista di impegna a pagare 7.000€ a chiunque fornisca informazioni utili alla condanna del responsabile dell’uccisione del lupo.“Da oggi negli esercizi commerciali dei due comuni della città Metropolitana di Torino, saranno reperibili i nostri volantini, naturalmente ogni segnalazione ricevuta sarà da noi inoltrata ai Carabinieri che svolgeranno le dovute indagini – conclude Vitturi – questo animalicidio non deve restare impunito!”
La goccia scava… Lapietra (e i ponti)
Ogni volta che piove, torrenti d’acqua si riversano giù dal cavalcavia di via Guido Reni: a terra si forma una sorta di lago. Se per i cittadini è un problema, per la Giunta va tutto bene: “È così dal 2007, nulla di anormale”. Dopo la discussione in Sala Rossa della mia interpellanza, ho chiesto di poter approfondire il tema in una prossima seduta della Commissione Urbanistica. Tutte le volte che piove, il ponte si trasforma in una cascata e sulla strada sottostante si forma un lago di due metri di diametro. Parliamo del cavalcavia di via Guido Reni. Per i cittadini, il fatto rappresenta un problema.Solo per loro, però: per l’Amministrazione molto meno. L’Assessore Lapietra spiega la situazione richiamando, con nonchalance, un intervento di drenaggio effettuato, addirittura, nel 2007. Tutto “normale”, dunque.Ho chiesto di poter approfondire il tema in Commissione Urbanistica, anche per capire se altri ponti in Torino siano o meno in simili condizioni.Chiudo con una battuta: la goccia, si sa, scava la roccia… o Lapietra?
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
SIULP: “Basta aggressioni alle forze dell’ordine”
Le aggressioni alle forze dell’ordine stanno diventando un dato quotidiano e, al di là delle manifestazioni di solidarietà, i poliziotti hanno bisogno di leggi che garantiscano in modo efficace la loro incolumità. La deterrenza che concerne l’efficacia della legge penale deve essere in grado di far desistere o quantomeno agire in modo intimidatorio verso tutti coloro che, convinti del buonismo delle leggi del nostro Paese, si permettono di aggredire, ferendo anche gravemente i poliziotti, contando sempre sulla tolleranza della legge penale. Ieri sono stati aggrediti i poliziotti del Commissariato di Barriera di Milano, qualche giorno prima i poliziotti del Commissariato Barriera Nizza, oggi vediamo che un poliziotto ha perso l’estremità di un dito strappato da un morso di un fermato, non si può assistere impassibili a questo macello. Il Siulp chiede con urgenza interventi forti e risolutivi a difesa delle forze dell’ordine cominciando con la rapida distribuzione del taser a tutte le pattuglie.
Eugenio Bravo
Segretario Generale Siulp Torino
PERNIGOTTI: VIGNALE- BOTTA VISITANO LO STABILIMENTO
“La Regione Piemonte utilizzi parte delle risorse a disposizione per dare una soluzione ai lavoratori Pernigotti”
Pochi giorni fa gli esponenti del Movimento Nazionale per la Sovranità Gian Luca Vignale e Marco Botta avevano dichiarato “Non vogliamo lasciare soli i dipendenti della storica fabbrica di cioccolatini e torroni e vogliamo garantire loro il nostro sostegno non solo nelle sedi amministrative ed istituzionali, ma anche fisicamente davanti allo stabilimento”. Promessa mantenuta, questa mattina si sono recati ai cancelli della Pernigotti per incontrare i lavoratori. “Ai lavoratori abbiamo espresso che la soluzione più concreta è dare attuazione dell’Ordine del Giorno da me proposto” spiega Vignale. “Solo sedendosi al tavolo con la proprietà turca, si potrà dare voce all’acquisizione del marchio da parte della Regione che potrà garantire di individuare un imprenditore che si occupi della produzione”. “L’augurio è che ora non si perda tempo prezioso e si proceda fattivamente con la salvaguardia della produzione, dei posti di lavoro e di un marchio storico del nostro territorio» dichiara Botta. “Va ricordato – proseguono – che, a seguito della trasformazione di Finpiemonte da banca a finanziaria, nelle casse della Regione ci sono 200 milioni di euro finalizzati al sostegno delle imprese, al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro”. Vignale conclude “senza indugio la Regione Piemonte utilizzi parte delle risorse a disposizione per dare una soluzione ai lavoratori Pernigotti e all’intero territorio novese”.
UNA SETTIMANA DI EVENTI IN TUTTO IL MONDO PER PROPORRE UN’ALTERNATIVA AL CONSUMISMO NATALIZIO
I volontari del gruppo locale di Greenpeace organizzeranno a Torino, domenica 2 dicembre, presso la Casa Dell’Ambiente, una giornata da passare [ri]scoprendo creatività, manualità, impegno per l’ambiente, cura per il prossimo… attraverso presentazioni e laboratori pratici, per tutti e tutte. L’ingresso sarà libero e gratuito, l’orario 10-19.In particolare, ci saranno laboratori di sartoria creativa per tutte le età, un tavolo-riparazioni per dispositivi elettronici, incontri con realtà che si occupano di cibo a livello sociale, una lezione di fitness “alternativa”… Fra i collaboratori: Cuci Chiara, Hyaena Design, Straset, Manùc Atelier, Food Not Bombs, PaneUrbano, Restarters Torino, Massimo Andriani.
Questa iniziativa si inserisce nell’ambito della seconda edizione di Make Something Week, una settimana di eventi-laboratorio gratuiti promossa da Greenpeace in tutto il mondo dal 23 novembre al 2 dicembre dove, guidati da creativi e professionisti del settore, i partecipanti impareranno a riparare, riciclare, riutilizzare e dare nuova vita ad oggetti inutilizzati e destinati ad essere gettati via, tramite il fai-da-te e l’autoproduzione. Quest’anno tantissimi gli eventi organizzati in tutta Italia, da Torino a Milano, Roma, Palermo… solo per citare alcune città.
Nell’ambito della Make Something Week rientra anche l’evento organizzato dal FabLab torinese che, per aderire all’iniziativa, ha organizzato per giovedì 29 novembre un workshop gratuito e aperto a tutti, presso la sua sede di via Egeo 16 a Torino. Il protagonista dell’attività sarà uno degli alimenti che consumiamo con maggior frequenza nella vita quotidiana: il caffè. Si rifletterà sull’utilizzo sempre maggiore di macchine per l’espresso e in particolare delle capsule, rifiuti non differenziabili che produciamo in grande quantità senza riflettere sull’impatto che possono avere sull’ambiente. Con appositi strumenti stampati in 3D è possibile ovviare al problema, separando l’alluminio dalla plastica. I fondi di caffè così raccolti verranno “cucinati” insieme ad altri ingredienti naturali per produrre un impasto modellabile, che verrà trasformato in pezzi unici di vasellame 100% biodegradabile.
Make Something Week si propone di sfidare il modello irrazionale di consumo e superare la cultura dell’usa e getta in occasione del Black Friday e a ridosso delle festività natalizie e di fine anno, quando più che mai le persone sono spinte all’acquisto di oggetti che spesso restano inutilizzati o gettati via, producendo rifiuti e inquinamento. “Siamo stati indotti a pensare che la felicità provenga da ciò che compriamo, mentre sappiamo che la vera felicità viene da ciò che riusciamo a creare” dichiara Giorgia Monti, responsabile della Make Something Week in Italia. “Con questa settimana di eventi vogliamo far riscoprire alle persone la bellezza di creare insieme e dare nuova vita a quello che già abbiamo, superando lo shopping tradizionale.”
Grazie al lavoro dei tantissimi artisti coinvolti, quest’anno in Italia l’iniziativa lancia una sfida all’uso della plastica monouso, promuovendo tra le persone la condivisione di soluzioni e alternative creative all’uso irrazionale di quest’ultima.
ANIMALI E AMBIENTE: ULTIMATUM ALLA POLITICA
ANIMALISTI E AMBIENTALISTI HANNO PRESENTATO IL LORO PROGRAMMA ALLE FORZE POLITICHE DELLA REGIONE PIEMONTE
“Il Piemonte che sogniamo” era il titolo della conferenza stampa che il Tavolo Animali & Ambiente ha presentato nella Sala Viglione del Consiglio Regionale del Piemonte alla presenza di giornalisti e consiglieri regionali. La conferenza stampa aveva lo scopo di presentare un documento programmatico da sottoporre alle forze politiche regionali in vista delle elezioni del 2019, con l’invito ad inserirlo nei rispettivi programmi elettorali. Nel documento le associazioni chiedono ai gruppi politici una coraggiosa svolta in favore della tutela degli animali e dell’ambiente. Hanno dichiarato le associazioni: “Il Piemonte che sogniamo è una regione che tenga conto dei tempi che cambiano, un Piemonte che guardi al futuro. Non è più possibile continuare a trattare gli animali come degli oggetti da usarsi a piacimento, così come non è più possibile depredare le risorse dell’ambiente. La natura è la nostra casa comune e come tale va rispettata, così come vanno rispettati gli animali in quanto esseri senzienti.” Il documento programmatico tratta numerosi temi: agricoltura e foreste, alimentazione, benessere animale, beni comuni, energia, fauna selvatica, mobilità e trasporti, parchi e aree protette, rifiuti, urbanistica e territorio. Tutte tematiche sviluppate nella direzione di una qualità di vita migliore, basata sul rispetto per la natura e per i suoi abitanti, a qualunque specie essi appartengano. Alla conferenza stampa sono intervenuti alcuni degli esperti di settore che hanno contribuito alla stesura del documento, come Enrico Moriconi (garante regionale diritti animali), Giovanni Valle (mobilità e trasporti), Gian Piero Godio (energia). Tra i consiglieri presenti sono intervenuti Francesca Frediani (M5S), Nadia Conticelli (PD) e Silvana Accossato (LEU) i quali hanno plaudito all’iniziativa e manifestato l’intenzione di collaborare alla stesura di un programma che tenga conto delle richieste delle associazioni. Il Tavolo Animali & Ambiente, formato dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS Gaia, ha dichiarato l’intenzione di avviare un dialogo con tutte le forze politiche delle prossime elezioni regionali allo scopo di far conoscere agli elettori quanto sarà recepito e quanto sarà rigettato dalle liste e dai singoli candidati. Nel corso della legislatura, le adesioni e le intenzioni dei candidati e dei partiti alle proposte del Tavolo verranno monitorate, così come verrà anche monitorata l’attività della Giunta e dei singoli Assessori.
Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia
“Quello di ieri pomeriggio, nelle campagne di Canale Monterano (Roma), non è stato il solito omicidio venatorio, ma si distingue per due aspetti. Primo: la vittima era un signore di 72 anni, un nonno, che passeggiava dietro una siepe a pochi metri da casa sua. Secondo: lo sparatore ha 78 anni e, sembra di capire, “le carte in regola” per il porto d’armi. Come possiamo chiamare una persona, che va in giro col fucile e spara a un’ombra, perché, a quell’età, il suo divertimento è ammazzare un cinghiale? Io lo chiamo delinquente. Certo non sono in regola, con la coscienza e con il buon senso, le autorità che, con la loro totale indifferenza, consentono a potenziali omicidi di vagare per boschi e campagne e di commettere atti delinquenziali come quello accaduto ieri. Quale Stato non tutela neppure un cittadino che osa far due passi fuori di casa? E’ assurdo, inaudito, intollerabile”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, commentando l’incidente di caccia in provincia di Roma. Siamo circa a metà della stagione e in ambito venatorio vi sono già state una decina di vittime (tra cui due giovani di vent’anni) e decine di feriti (compresi due bambini). “E’ inaccettabile – sottolinea l’ex ministro – l’indifferenza delle autorità, che di fatto agevola non solo la caccia, ma “questa” caccia, con regole palesemente inadeguate, e, sempre e comunque, favorisce i cacciatori, indipendentemente dalla strage di animali (anche di specie protetta), dai catastrofici effetti del maltempo in molti territori, e dall’appuntamento settimanale con morti e feriti. Fatte le debite proporzioni, non c’è grande differenza tra la percentuale dei morti “da caccia” e quella delle vittime per incidenti automobilistici. Solo che andare in macchina è ormai una necessità, mentre la caccia è inutile e anacronistica e va semplicemente abolita. Di qui, nel frattempo, la mia proposta di prevedere il reato di omicidio venatorio, con la stessa pena base di quello stradale: da due e sette anni di reclusione. Tenere in mano un’arma letale dovrebbe comportare una responsabilità in più rispetto al normale omicidio colposo. Invece l’irresponsabilità dilaga. Bisogna inoltre introdurre il silenzio venatorio il sabato e la domenica, per tutelare chi nei boschi e nelle campagna va per godersi la natura e non per distruggerla, raddoppiare, con controlli rigorosi, le distanze di sicurezza da potenziali bersagli come case, strade, ferrovie, mezzi agricoli o animali domestici, e rendere più difficile ottenere il porto d’armi. Mentre le procedure per le richieste motivate da esigenze di difesa personale sono molto rigide, una licenza per uso sportivo si ottiene più facilmente. Vale cinque anni e il certificato medico di idoneità è necessario solo al momento del rinnovo. Troppo poco, soprattutto se consideriamo che la maggior parte dei cacciatori ha un’età compresa tra 65 e 78 anni”. Nelle 11 stagioni di caccia tra il 2007 e il 2018, secondo l’Associazione vittime della caccia, ci sono stati 217 morti e 804 feriti, senza contare gli incidenti con armi da caccia fuori dall’ambito venatorio.
“Per garantire ai cittadini una maggior sicurezza: reale, e non solo percepita”
“37 milioni di euro complessivi a 428 comuni italiani. Al Piemonte oltre 4 milioni e 274 mila euro, suddivisi tra 96 amministrazioni locali. Mentre altri chiacchierano, la Lega fa i fatti”. Così Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, e segretario della Lega Piemonte, commenta la decisione del Ministero dell’Interno, guidato da Matteo Salvini, di rifinanziare il bando sulla videosorveglianza, privilegiando i comuni con il maggior tasso di criminalità.
Questi i dati di sintesi:
Alessandria (15 comuni) oltre 599.000 euro
Asti (51 comuni) 2.226.000 euro
Biella (2 comuni) 33.000 euro
Cuneo (8 comuni) oltre 320.000 euro
Novara (10 comuni) oltre 291.000 euro
Torino (7 comuni) 681.000 euro
Vercelli (3 comuni) oltre 124.000 euro
Totale Piemonte: 96 comuni finanziati per oltre 4.274.000 euro
Una politica, quella per la sicurezza dei territori, e delle persone che li abitano, da sempre nel Dna della Lega, e che Matteo Salvini ha sempre posto come priorità assoluta, e ora con coerenza sta perseguendo da Ministro dell’Interno. La richiesta di maggior protezione, da parte dei cittadini e delle imprese, è forte e per nulla legata ad emotività, come qualcuno ha sostenuto in passato: semmai determinata dal bisogno oggettivo di poter vivere, spostarsi, lavorare sul proprio territorio con serenità, e nella certezza che lo Stato, nelle sue diverse articolazioni, è presente e vigile al fianco delle persone. Esigenza, questa, che emerge con ancora maggior forza nelle piccole comunità, capaci di forte coesione, ma che spesso si trovano a maggior distanza fisica rispetto ai presidi delle forze dell’ordine. “Consentire a tanti piccoli e medi comuni del territorio piemontese di effettuare importanti investimenti in videocamere e altri strumenti elettronici di controllo del territorio – continua Molinari – significa permettere ai cittadini di vivere, muoversi, lavorare in contesti di maggior sicurezza, in forte sinergia con le Prefetture e le Forze dell’Ordine cui spetta naturalmente il compito di intervenire tempestivamente, ogni volta che se ne manifesta la necessità. La Lega come sempre privilegia i fatti alle parole. A chi da anni parla, spesso a vanvera, di insicurezza ‘percepita’ il Governo risponde con un provvedimento che si preoccupa di produrre maggior sicurezza reale, mettendo a disposizione dei sindaci le risorse per dotarsi delle strumentazioni necessarie”.
“SEMPRE MENO UFFICI POSTALI PER SPINA 3”
IL COMITATO SCRIVE A POSTE ITALIANE
Il Comitato di cittadini Dora Spina Tre opera dal 2004. Ci rifacciamo alla nostra lettera del 12 gennaio scorso. Nonostante il sollecito dei residenti e del nostro Comitato di un potenziamento del servizio postale di zona, in virtù soprattutto del grosso incremento di popolazione degli ultimi anni, la cittadinanza della zona di Spina 3 ha assistito invece a una progressiva carenza del servizio in questione. Difatti, la chiusura dell’ufficio postale di Via Ascoli 25 ha causato non pochi problemi ai numerosi cittadini, i quali sono stati costretti a rivolgersi all’ufficio di Corso Regina Margherita 264/E. La recente chiusura, seppur temporanea, anche di quest’ultimo ufficio ha privato del servizio postale non solo l’intera zona di Spina 3 ma pure gran parte del quartiere San Donato. In questo modo, rimanendo aperto nel quartiere solo l’ufficio di Via Miglietti 9, viene a mancare un importante servizio in una vasta area del quartiere. Il nostro Comitato spera che si possa trovare in tempi rapidi una soluzione adeguata ai bisogni del quartiere e dei suoi abitanti.
Cordiali saluti
COMITATO DORA SPINA TRE