RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO- Pagina 19

ENAIP GRUGLIASCO E ASSOCIAZIONE VSP ONLUS: insieme per gli allievi nel mondo del lavoro

Il passaggio dall’ambiente protetto dei banchi di scuola a quello dello stage o, ancora di più, al mondo del lavoro non è per nulla facile: significa mettersi in gioco per davvero, dover dimostrare le proprie capacità e affrontare dubbi e insicurezze personali

Per aiutare i propri studenti ad arrivare preparati a questo momento, da alcuni anni EnAIP Grugliasco porta avanti il progetto VOI – NOI E IL LAVORO, in collaborazione con l’Associazione VSP Onlus (Volontari Senior Professionali), un gruppo di volontari formato da ex dirigenti, professionisti, tecnici e docenti universitari che hanno deciso di mettere la propria esperienza personale e lavorativa gratuitamente a disposizione dei giovani. L’associazione si propone di contribuire ai processi di sviluppo umano, sociale ed economico, delle potenzialità di coloro che desiderano crescere con dignità e autonomia, offrendo l’esperienza professionale, maturata dai propri iscritti “senior” in anni di attività, attraverso l’opera di volontariato attivo. Il progetto VOI – NOI E IL LAVORO, organizzato dalla referente per i Servizi Al Lavoro Serenella Zappata, coinvolge allievi e allieve che durante l’anno formativo dovranno svolgere un periodo di stage: i volontari di VSP Onlus hanno progettato specificatamente per loro un ciclo di interventi, per un totale di 10 ore di lezione, in cui si parlerà del mondo del lavoro, di ruoli, di relazioni e in cui verranno affrontate le eventuali problematiche, fino ad arrivare a una vera e propria simulazione di un colloquio di lavoro. Gli studenti riceveranno anche un feedback sulle loro prestazioni, per poter capire su quali atteggiamenti e comportamenti possono ancora migliorare. Quest’anno il progetto coinvolge la classe 3^ del corso di termoidraulico, e le classi 2^ dei corsi dei settori elettrico e vendita. I corsi FAL (Formazione Al Lavoro) sperimenteranno invece un nuovo progetto, IMPARIAMO A LAVORARE, in cui sono coinvolti circa 7 volontari; si tratta di accompagnare allievi e allieve verso il mondo del lavoro con un’ottica più attenta allo sviluppo delle competenze personali e alla comprensione dei ruoli, delle regole e delle giuste relazioni tra colleghi sul posto di lavoro. Per entrambi i progetti si tratta di un’occasione diversa per prepararsi alle grandi sfide del mondo del lavoro, che aiutano i nostri ragazzi a credere nel futuro.

 

"COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE CONTRO I RESPONSABILI DEI FATTI DI PIAZZA SAN CARLO"

Luca Cassiani (Pd): “La Regione Piemonte tuteli i cittadini piemontesi che hanno subito danni morali, di immagine e reputazione”

“Ho presentato un’interrogazione a risposta immediata, che verrà discussa nella seduta del Consiglio regionale di domani, con la quale, a distanza di alcuni mesi e alla luce di nuovi fatti, chiedo al Presidente della Giunta regionale se non abbia valutato di costituirsi parte civile nel processo contro i presunti responsabili dei fatti avvenuti in piazza San Carlo, a Torino, la sera del 3 giugno 2017, in occasione della proiezione della finale di Champions League” ha spiegato il Consigliere regionale del Partito Democratico Luca Cassiani.

“Il drammatico “bollettino sanitario” che registrò la morte di una donna di soli 38 anni, dopo 12 giorni di agonia, e il ferimento di 1500 persone  – ha proseguito Cassiani – si è aggravato, recentemente, a causa di un secondo decesso, quello di un’altra donna che, rimasta tetraplegica a seguito dei quei terribili eventi, dopo un calvario durato molto tempo, si è spenta a causa di un’infezione”.

“Il giudice dell’udienza preliminare – ha affermato il Consigliere Cassiani  – accogliendo le richieste avanzate dai legali di parte civile, ha stabilito che il Comune di Torino e il Ministero dell’Interno, insieme a Turismo Torino, saranno citati come responsabili civili per quanto accaduto la sera del 3 giugno e, alla luce di questa disposizione, si deve sottolineare che l’unica Istituzione che potrebbe difendere il grave danno di immagine arrecato al Piemonte e a Torino, non possa essere altri se non la Regione Piemonte”.

“Ritengo importantissimo  – ha concluso Luca Cassiani – che, anche valutando questi ultimi sviluppi, il Presidente della Giunta risponda affermativamente alla mia richiesta e non indugi, decidendo che la Regione Piemonte si costituisca parte civile e tutelando, in questo modo, tutti i cittadini piemontesi e l’istituzione che rappresentiamo per i danni morali, di immagine e reputazione subiti a causa dei tragici eventi del 3 giugno 2017”.

(foto: il Torinese)

“COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE CONTRO I RESPONSABILI DEI FATTI DI PIAZZA SAN CARLO”

Luca Cassiani (Pd): “La Regione Piemonte tuteli i cittadini piemontesi che hanno subito danni morali, di immagine e reputazione”

“Ho presentato un’interrogazione a risposta immediata, che verrà discussa nella seduta del Consiglio regionale di domani, con la quale, a distanza di alcuni mesi e alla luce di nuovi fatti, chiedo al Presidente della Giunta regionale se non abbia valutato di costituirsi parte civile nel processo contro i presunti responsabili dei fatti avvenuti in piazza San Carlo, a Torino, la sera del 3 giugno 2017, in occasione della proiezione della finale di Champions League” ha spiegato il Consigliere regionale del Partito Democratico Luca Cassiani.

“Il drammatico “bollettino sanitario” che registrò la morte di una donna di soli 38 anni, dopo 12 giorni di agonia, e il ferimento di 1500 persone  – ha proseguito Cassiani – si è aggravato, recentemente, a causa di un secondo decesso, quello di un’altra donna che, rimasta tetraplegica a seguito dei quei terribili eventi, dopo un calvario durato molto tempo, si è spenta a causa di un’infezione”.

“Il giudice dell’udienza preliminare – ha affermato il Consigliere Cassiani  – accogliendo le richieste avanzate dai legali di parte civile, ha stabilito che il Comune di Torino e il Ministero dell’Interno, insieme a Turismo Torino, saranno citati come responsabili civili per quanto accaduto la sera del 3 giugno e, alla luce di questa disposizione, si deve sottolineare che l’unica Istituzione che potrebbe difendere il grave danno di immagine arrecato al Piemonte e a Torino, non possa essere altri se non la Regione Piemonte”.

“Ritengo importantissimo  – ha concluso Luca Cassiani – che, anche valutando questi ultimi sviluppi, il Presidente della Giunta risponda affermativamente alla mia richiesta e non indugi, decidendo che la Regione Piemonte si costituisca parte civile e tutelando, in questo modo, tutti i cittadini piemontesi e l’istituzione che rappresentiamo per i danni morali, di immagine e reputazione subiti a causa dei tragici eventi del 3 giugno 2017”.

(foto: il Torinese)

CACCIA, ON. BRAMBILLA: “GUERRA ALLA BIODIVERSITA’ CON IL SOLITO STRASCICO DI MORTI E FERITI”

“La caccia, quest’aggressione agli animali selvatici, patrimonio di tutti, in nome del cruento diletto di pochi, con il solito strascico di morti e feriti, semplicemente non è più accettabile. La stragrande maggioranza degli italiani, infatti, non l’accetta e sollecita un cambiamento nella direzione opposta. Ne prenda nota chi, rappresentando le istituzioni, deve tutelare, oltre alla pubblica sicurezza, un bene comune come la biodiversità. Basta regali ai cacciatori”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando i dati diffusi  dall’Associazione Vittime della caccia sulla stagione 2018-9.

Spiega l’ex ministro: “La stagione venatoria, che purtroppo avrà una “coda” in alcune Regioni, si è chiusa con il consueto tributo di sangue: in ambito venatorio 13 Morti e 50 feriti (di cui 2 bambini), oltre a milioni di animali (anche appartenenti a specie in sofferenza) uccisi per divertimento. Il numero delle vittime umane, variabile di stagione in stagione per fattori puramente casuali, è la salda, incrollabile dimostrazione della pericolosità di un’attività (anacronistica, ma ancora lecita) che comporta l’uso delle armi e quindi, come attesta il numero delle vittime, richiede restrizioni molto più severe, finché, finalmente, non sarà vietata. Il primato della pericolosità va alla caccia del cinghiale “in braccata”, all’origine delle maggior parte degli incidenti, che andrebbe proibita immediatamente”.

“Sul piano politico – aggiunge – si confermano e si aggravano due tendenze da tempo in atto. La prima è l’asservimento dei governi regionali alle lobby dei cacciatori e dei produttori di armi, con la conseguente approvazione di leggi pro-caccia chiaramente incostituzionali. La seconda, a livello nazionale, è l’assalto incessante (a volte subdolo e indiretto, più spesso diretto e spudorato) alla legge sulla caccia, sempre nella direzione della massima deregulation possibile. L’attacco non si ferma neanche dinanzi alle specie protette, come lupi ed orsi, la cui gestione si tenta di sottrarre allo Stato, per far parlare ancora le doppiette”.

Il Balon di tutti e per tutti: Sinistra italiana promuove la petizione

Insieme alla consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio, Sinistra Italiana ha lanciato su change.org la petizione “ Il Balon di tutti e per tutti” per muovere alla Sindaca Chiara Appendino una richiesta ben precisa: «Non obbligate gli ambulanti del suk a trasferirsi in via Carcano, perché fanno parte della tradizione di Borgo Dora esattamente come il mercato del Balon. Non si governa una situazione complessa col pugno di ferro, nemmeno quando si gode di una maggioranza istituzionale, perché si può vincere in aula e perdere nella società». 

Questa storia, a cavallo di due secoli, non è proprietà di nessuno, perché è parte di tutti, di chi c’era e di chi c’è oggi. Tuttavia oggi il Balon, anziché restare storia comune, è conteso come un copyright, il luogo di incroci è rivendicato da perimetri e sbarramenti, l’economia informale è rappresentata come illegalità o come qualcosa di poco dignitoso. Eppure le persone continuano ad andarci, l’esistenza di una clientela (quindi di una utilità del libero scambio) non può essere negata e gli espositori sanno che canale Molassi e via Carcano non sono la stessa cosa: lo spirito dei luoghi non è lo stesso, le famiglie non sono le stesse, non è uguale ciò che si trova nei dintorni, dai negozi di antiquario alla ristorazione.  

Tra i primi firmatari della petizione, oltre al Segretario regionale Marco Grimaldi, gli ex assessori Ilda CurtiMarta Levi e Paolo Hutter, i consiglieri comunali Francesco Tresso e Chiara Foglietta, l’ex deputata Chiara AcciariniSilvja Manzi (Radicali Italiani), Edi Lazzi (FIOM Torino) per il mondo politico. Ma anche la società civile si sta muovendo: ci hanno “messo la faccia” l’attrice comica e torinese doc Luciana Littizzetto, il cantante Samuel Romano, la direttrice dell’istituto Gramsci Dunia Donatella Astrologo, i registiGianluca e Massimiliano De Serio, gli scrittori Marco Magnone e Hamid Ziarati, i professori Ugo Mattei e Francesco Pallante, il presidente della Fondazione Benvenuti in Italia Davide Mattiello, professionisti come Maurizio CilliGiuseppe Piras e Fabrizio Vespa e moltissimi residenti di Porta Palazzo.

Qui la petizione: http://chng.it/yzXswr8v

SUK A BORGO DORA, MARRONE-ALESSI (FDI): "ABUSIVISMO CONTINUA PER IL TERZO SABATO CONSECUTIVO"

“CHIEDIAMO SUBITO LE DIMISSIONI DEGLI ASSESSORI GIUSTA E FINARDI” 
“Dopo i due scorsi sabati, quando non era stata fatta rispettare la Deliberazione della Giunta Appendino per lo spostamento del suk Barattolo da Canale Molassi e dal parcheggio di San Pietro in Vincoli, e dopo l’intervento del Sindaco nello scorso Consiglio comunale pensavamo che oggi la Città avesse preso seri provvedimenti e invece nulla di fatto! Ieri sera nel Cortile del Maglio il solito gruppo di anarchici ha iniziato l’occupazione. Stanotte i venditori appoggiati dagli anarchici che continuano a fare ciò che vogliono, hanno iniziato piazzarsi e stamattina Canale Molassi e il parcheggio San Pietro in Vincoli sono pieni di venditori abusivi che vendono tranquillamente facendosene un baffo della decisione della Città di spostamento in via Carcano del Barattolo. Scandaloso che ancora una volta la nostra amata città non sappia farsi rispettare, e non sappia contrastare tutta questa illegalità fatta di venditori abusivi mischiati ad anarchici che beffano la Città. Una vergogna inaccettabile da parte del Comunec he non ha saputo applicare una propria Deliberazione. Dimissioni subito degli assessori comunali Marco Giusta e Roberto Finardi.
Ribadiamo che l’unica soluzione è la sospensione delle attività del “libero scambio” di Barattolo fino a che l’Amministrazione comunale di Torino troverà una soluzione, compresa la sospensione dell’Associazione che ha vinto il Bando per la gestione e sta dimostrando di non saperlo gestire. Inutile dire che anche oggi in via Carcano nessun banco è presente.” accusano Patrizia Alessi, Capogruppo FDI in Circoscrizione 7, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che hanno effettuato oggi un ennesimo sopralluogo in Canale Molassi e San Pietro in Vincoli, aggiungendo “La nostra parlamentare Augusta Montaruli ha chiesto nei giorni scorsi un incontro al Prefetto per capire se davvero si intende abbandonare un pezzo di Torino all’anarchia e alla prepotenza degli anarchici dei centri sociali che sostengono gli abusivi”.

SUK A BORGO DORA, MARRONE-ALESSI (FDI): “ABUSIVISMO CONTINUA PER IL TERZO SABATO CONSECUTIVO”

“CHIEDIAMO SUBITO LE DIMISSIONI DEGLI ASSESSORI GIUSTA E FINARDI” 
“Dopo i due scorsi sabati, quando non era stata fatta rispettare la Deliberazione della Giunta Appendino per lo spostamento del suk Barattolo da Canale Molassi e dal parcheggio di San Pietro in Vincoli, e dopo l’intervento del Sindaco nello scorso Consiglio comunale pensavamo che oggi la Città avesse preso seri provvedimenti e invece nulla di fatto! Ieri sera nel Cortile del Maglio il solito gruppo di anarchici ha iniziato l’occupazione. Stanotte i venditori appoggiati dagli anarchici che continuano a fare ciò che vogliono, hanno iniziato piazzarsi e stamattina Canale Molassi e il parcheggio San Pietro in Vincoli sono pieni di venditori abusivi che vendono tranquillamente facendosene un baffo della decisione della Città di spostamento in via Carcano del Barattolo. Scandaloso che ancora una volta la nostra amata città non sappia farsi rispettare, e non sappia contrastare tutta questa illegalità fatta di venditori abusivi mischiati ad anarchici che beffano la Città. Una vergogna inaccettabile da parte del Comunec he non ha saputo applicare una propria Deliberazione. Dimissioni subito degli assessori comunali Marco Giusta e Roberto Finardi.
Ribadiamo che l’unica soluzione è la sospensione delle attività del “libero scambio” di Barattolo fino a che l’Amministrazione comunale di Torino troverà una soluzione, compresa la sospensione dell’Associazione che ha vinto il Bando per la gestione e sta dimostrando di non saperlo gestire. Inutile dire che anche oggi in via Carcano nessun banco è presente.” accusano Patrizia Alessi, Capogruppo FDI in Circoscrizione 7, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che hanno effettuato oggi un ennesimo sopralluogo in Canale Molassi e San Pietro in Vincoli, aggiungendo “La nostra parlamentare Augusta Montaruli ha chiesto nei giorni scorsi un incontro al Prefetto per capire se davvero si intende abbandonare un pezzo di Torino all’anarchia e alla prepotenza degli anarchici dei centri sociali che sostengono gli abusivi”.

Lega: nel weekend 110 gazebo aperti

Nel week end 110 gazebo aperti in tutto il Piemonte per esprimere concreta solidarietà al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro aggravato per il caso dei 177 richiedenti asilo della nave Diciotti 



“La Giunta delle elezioni e immunità del Senato della Repubblica – sottolinea l’on. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario della Lega in Piemonte – sta esaminando il caso in questi giorni, e siamo fiduciosi che sia la Giunta stessa, sia poi eventualmente il Senato prendano atto del fatto che Matteo Salvini ha semplicemente esercitato nel ‘caso Diciotti’ le proprie prerogative di Ministro, peraltro con il pieno appoggio di tutto l’Esecutivo. Ma il popolo della Lega, di fronte ad un simile attacco politico, non può che muoversi compatto, e far sentire in maniera forte e chiara l’appoggio al proprio Segretario. Siamo certi che, nonostante il maltempo che in questo fine settimana caratterizza tutto il Piemonte, la nostra Regione saprà mobilitarsi in massa per difendere l’esercizio della democrazia. Tra l’altro è logico attendersi che a difendere l’operato del Ministro in questo caso non siano solo i nostri militanti, ma appunto tutti coloro a cui sta a cuore l’autonomia del Governo, e le sue prerogative, che derivano da libere elezioni”.  La raccolta firme promossa in queste ore dalla Lega in tutta Italia riporta quanto segue “i sottoscritti intendono esprimere la propria solidarietà e il proprio sostegno alle politiche del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che rischia da 3 a 15 anni di carcere per aver fatto il proprio dovere difendendo i confini italiani”.  L’elenco completo dei gazebo, con date e orari, è consultabile sul sito www.salvininonmollare.it 

IL PRIMO SPAZIO D’ASCOLTO E SOSTEGNO GRATUITO PER LE VITTIME DELLA CRISI ECONOMICA

Dalla primavera del 2011 l’Associazione Me.Dia.Re. di Torino, accanto alla tradizionale attività di formazione nel campo della mediazione, ha messo a disposizione dei cittadini uno sportello d’ascolto gratuito che accoglie coloro i quali sono vittime della crisi, che chiedono un aiuto per la gestione delle loro relazioni coniugali o parentali esasperate dalle difficoltà economiche ed occupazionali. Nell’autunno del 2013 il servizio assunse la denominazione di “SOS CRISI” (Sostegno e self-empowerment in risposta alla Crisi).I dati raccolti in questi ultimi anni sono molto interessanti: nel solo periodo compreso tra il 2017 e il 2018 si sono avvalse dei diversi tipi di percorsi erogati 511 persone. Dall’inizio al 2017, invece, sono state seguite circa 1400 persone.SOS CRISI è un percorso studiato da specialisti per affiancare le persone che hanno perso il lavoro, che non lo riescono a trovare, imprenditori e artigiani che hanno perso tutto e per questi motivi si trovano “al margine della società”, privati della loro dignità. Questo stato depressivo porta al logoramento dei legami familiari e sociali e spesso causa isolamento.Carla si è rivola allo sportello di SOS CRISI, ci racconta che cosa significa affrontare i problemi causati dalla crisi economica: “Con l’inizio della crisi, abbiamo avuto le prime avvisaglie di quello che sarebbe successo. Avevamo un negozio. Ho detto a mio marito – vendiamo, così riusciamo ancora a prenderci un momento di calma per cercarci un lavoro. Mio marito ha deciso di no, di fare un finanziamento e poi un altro, finché nel 2014 siamo stati costretti a chiudere. Da lì è iniziato il declino. Non siamo più riusciti a pagare gli affitti, abbiamo avuto un primo sfratto, poi un secondo, poi lo sfratto dalla nostra casa. Tre sfratti in un anno sono una cosa allucinante, un’umiliazione incredibile.A volte mi chiedo come ho fatto a sopportarlo. Ti viene a mancare la fiducia in te stesso, pensi di aver sbagliato, ti colpevolizzi all’infinito. Siamo anche stati fortunati perché una suora ci ha aiutato, dandoci un appartamento, così non siamo finiti in mezzo alla strada. Il problema è che io poi sono andata in crisi… Ero molto triste, piangevo tutti i giorni, bastava una parola, uno sguardo… Non riuscivo a reagire, mi mancavano le forze e sono iniziate le incomprensioni e le liti con mio marito.Poi sono andata in un’agenzia di lavoro dove c’era il volantino della vostra Associazione e mi sono detta, io chiamo. Ero talmente depressa che mi dicevo, un giorno o l’altro faccio qualche cavolata. Di continuare a vivere così non mi andava. Mi è venuta paura, allora ho pensato di chiedere aiuto. Ho mandato una mail, ma sinceramente non pensavo neanche che qualcuno mi avrebbe risposto. Non mi rispondeva mai nessuno. Invece mi hanno risposto… sono rimasta stupitissima! L’operatore è stato molto bravo, aveva una voce così tranquilla, mi metteva a mio agio. Quando ho ricevuto l’appuntamento sono venuta molto volentieri. Seguire un percorso con dei professionisti mi è servito molto, ogni volta andavo a casa più alleggerita. Ti senti quasi voluta bene. È importante, in questo periodo in cui a nessuno interessa più delle persone! Sentirsi ascoltata è importante.Ora ho trovato lavoro riesco a fare la spesa e pagare le bollette e speriamo che vada sempre meglio!”

 

 

SOS CRISI offre servizi gratuiti di ascolto e mediazione dei conflitti e di sostegno individuale, familiare e di gruppo, il che tra le altre cose permette di prevenire il deperimento dei rapporti famigliari e sociali e promuovere il rafforzamento dei legami. Laboratori gestiti con la metodologia definita dal Progetto Job Club, che servono a supportare la ricerca attiva del lavoro attraverso metodologie innovative, basate sulla condivisione dei contatti e sull’autocandidatura Percorsi di confronto e formazione sulla gestione, nelle relazioni famigliari e in quelle interne ai luoghi di lavoro, dell’emotività e della reattività nelle situazioni di stress, che sono orientate a supportare quelle persone che, avendo da poco perso il lavoro o disoccupati di lunga durata, ovvero ancora precari, stentano a trovare un impiego a causa del loro modo di porsi e di proporsi, Persone, cioè, che faticano a conservare un contratto di lavoro o a fare sviluppare l’attività autonoma avviata per via di modalità relazionali disfunzionali. 

 

SOS CRISI si traduce spesso, sia come attività di mediazione dei conflitti che come sostegno per disagi individuali, entrambi provocati o aggravati da preoccupazioni e difficoltà economiche, in un servizio di ascolto della solitudine.

 

www.me-dia-re-it

SPORTELLO LAVORO NELLE CARCERI: INTESA TRA REGIONE, AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E GARANTE DEI DETENUTI

Uno sportello lavoro all’interno degli istituti penitenziari piemontesi: nascerà prossimamente grazie all’intesa di durata triennale firmata dalla Regione Piemonte, insieme al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e all’Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte. L’obiettivo del protocollo è favorire, nel momento in cui si avvicina il termine della pena, il reinserimento lavorativo e sociale delle persone detenute grazie a interventi di politica attiva del lavoro offerti all’interno del carcere stesso.

 

Gli sportelli saranno gestiti da operatori dei servizi accreditati al lavoro selezionati dalla Regione attraverso un bando di imminente pubblicazione e daranno la possibilità alle persone sottoposte a provvedimenti definitivi dell’autorità giudiziaria, con fine pena prevista entro quattro anni e in stato di disoccupazione, di partecipare ad attività di orientamento; accompagnamento al lavoro all’interno e all’esterno dell’istituto penitenziario, anche in accordo con i servizi socio-assistenziali; identificazione e validazione delle competenze precedentemente acquisiste; incrocio domanda-offerta di lavoro e tutoraggio finalizzato all’inserimento in tirocinio. Alle politiche attive, inoltre, potranno affiancarsi interventi socio-educativi, di mediazione linguistica e culturale o laboratori e seminari formativi, ad esempio in materia di cittadinanza attiva.

 

A copertura dei costi delle attività e dell’indennità dei tirocini, la Regione Piemonte ha previsto uno stanziamento iniziale, grazie a risorse provenienti dal Fondo sociale europeo, di 3 milioni di euro, che consentiranno di rivolgersi a una platea potenziale di circa 2300 persone (tanti sono i detenuti a meno di 4 anni dal fine pena in Piemonte).

 

L’intesa che firmiamo oggi – ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparinosi propone di contribuire a superare le difficoltà che ostacolano il pieno esercizio dei diritti da parte delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, dando attuazione al principio, sancito dalla Costituzione, ma troppo spesso disatteso, della finalità rieducativa della pena. Proseguendo la storica collaborazione tra Regione, Province piemontesi, amministrazione penitenziaria e singole direzioni degli istituti di pena, con lo sportello lavoro intendiamo quindi offrire ai detenuti un sostegno concreto per riconquistare la propria autonomia”.

 

Con la firma di oggi – ha aggiunto l’assessora al Lavoro della Regione Piemonte Gianna Pentenerointendiamo aumentare le opportunità delle persone in uscita dal carcere di trovare occupazione, offrendo servizi specialistici e favorendo lo sviluppo di competenze propedeutiche all’avviamento lavorativo. L’intesa, di cui sono molto soddisfatta, consente di mettere in campo strumenti aggiuntivi rispetto a quelli che abbiamo già previsto, come il buono servizi rivolto a soggetti svantaggiati, tra cui rientrano ex detenuti e persone a non più di sei mesi dalla fine pena, o i cantieri di lavoro che possono essere attivati dagli enti locali”.

 

La sottoscrizione di questo Protocollo – ha spiegato il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Liberato Guerriero,si situa innanzi tutto nell’alveo del dettato costituzionale, così come declinato nell’art. 3 ‘[…] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese’. Il Protocollo è stato formulato e siglato anche nel contesto del valore che l’Amministrazione penitenziaria sta conferendo agli accordi propedeutici all’inclusione lavorativa della popolazione detenuta”.

 

Questo protocollo – ha dichiarato il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte Bruno Mellanoè l’opportuna e necessaria base per una nuova ed efficace presa in carico della complessa tematica del lavoro nell’esecuzione penale. Uno “sportello lavoro” in ogni istituto penitenziario piemontese è la premessa e la promessa di politiche attive del lavoro che, mettendo a sistema gli interventi pubblici e privati, nazionali o locali, diano sostanza alla previsione costituzionale dell’articolo 27, comma 3: ‘Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’”.