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Grimaldi e Accossato: Visite specialistiche non più garantite

Cirio e Meloni abbandonano la sanità pubblica

“A oggi, in Piemonte, per un’ecografia muscolotendinea si trova posto nella sanità pubblica a giugno a Gravellona, in nessun ospedale a Torino o in provincia di Torino. Per una colonscopia: nessun posto a Torino, al S. Luigi di Orbassano a giungo del 2025, nessun posto nel resto del Piemonte. Per una visita dermatologica: nessun posto a Torino, a Grugliasco nel marzo del 2025, nessun posto nel resto del Piemonte. Per un’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici: a Torino a marzo del 2025, nessun posto in provincia di Torino né nel resto del Piemonte. Per una gastroscopia: a Torino e Orbassano nel marzo del 2025, nessun posto nel resto del Piemonte. È il quadro di una sanità piemontese al collasso, che né la Giunta Cirio né il Governo nazionale intendono salvare. Il PNRR si sta ritirando dalla sanità, come lo ha fatto la manovra finanziaria. Il privato avrà a disposizione praterie sempre più ampie. Questo è il disegno delle destre, che non dobbiamo dimenticare” – così il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, e la Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte, Silvana Accossato

Fine vita, Cappato: “Sbattuto portone in faccia a chi soffre”

riceviamo e pubblichiamo – Il Consiglio Regionale del Piemonte, con 36 presenti, 35 votanti 22 favorevoli, 12 contrari, 1 astenuto e 1 non partecipante al voto, ha votato favorevolmente la “questione pregiudiziale di costituzionalità” posta dalla maggioranza, un tecnicismo -seppur consentito dal regolamento- utilizzato in modo strumentale per non permettere di discutere nel merito la proposta, nonostante questa fosse già stata ritenuta ammissibile dalla Commissione di garanzia del Consiglio regionale con decisione ratificata dall’Assemblea a novembre. Con la decisione di oggi il Consiglio regionale di fatto vanifica le sottoscrizioni di oltre 11.000 piemontesi raccolte sulla Legge regionale di iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, negando quindi la possibilità di discutere e decidere nel merito della proposta. 

 

Il Consiglio regionale del Piemonte ha sbattuto il portone del Palazzo in faccia alle persone che soffrono. La maggioranza dei Consiglieri regionali si è nascosta dietro a obiezioni formali del tutto infondate -come confermato dagli uffici tecnici del Consiglio regionale del Piemonte e di altre 7 Regioni– per paura di affrontare la questione. Hanno dunque rifiutato di stabilire un termine massimo di attesa  per una persona irreversibilmente malata che chiede di essere aiutata a porre fine alle proprie sofferenze”, hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro, Coordinatore del Comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Liberi subito”, “Così facendo, la maggioranza dei Consiglieri ottiene solo l’effetto di aumentare l’angoscia di chi soffre, riducendo anche le possibilità di un tempestivo intervento di prevenzione dei  suicidi per chi potrebbe ancora essere curabile. Oltre ai malati, sono stati ignorati anche gli oltre 11.000 cittadini che avevano riposto fiducia nella partecipazione democratica regionale”.

Ringraziamo chi, nel consiglio regionale, ha voluto difendere la credibilità delle istituzioni e il diritto alla partecipazione.  La lotta per ottenere il pieno rispetto del diritto alla libertà di decidere fino alla fine della propria vita prosegue con ancora maggiore determinazione. In particolare, il diritto ad accedere all’aiuto medico alla morte volontaria è stato stabilito a livello nazionale dalla Corte costituzionale e resta quindi in vigore anche in Piemonte. Continueremo ad assistere le persone che ne fanno richiesta contattandoci attraverso il Numero Bianco (06 9931 3409), difendendole anche sul piano giudiziario in caso di abusi e ritardi da parte del servizio sanitario regionale piemontese. Ripresenteremo la legge “Liberi subito” all’inizio della prossima legislatura”.

Il Trasporto Pubblico Locale una priorità assoluta per la nuova Regione

Mino Giachino, ex sottosegretario alle Infrastrutture scrive all’Assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi

Caro Assessore,
Il treno cancellato stamane, uno dei tanti cancellati tra martedì e oggi , è solo uno dei disagi patiti dai pendolari del Canavese e del Pinerolese in questi giorni.
Ieri mattina e stamane ho voluto rendermi conto di persona recandomi ieri mattina da Torino a San Benigno e ritorno e stamane da Torino a Pinerolo e ritorno.
Treni cancellati  o rallentati per problemi ai binari o per passaggi a livello che non si chiudono come stamane a Piscina. Ritardi che si ripercuotono sul lavoro, sulla Scuola. Il colmo a Savigliano con un’auto travolta dal treno nel passaggio a livello. Sembra che i pendolari siano figli di un Dio minore. Eppure sul treno pendolari viaggiano tra gli altri, ho verificato di persona , ogni giorno un centinaio di Ingegneri della SPEA di Volpiano, una delle più belle aziende italiane, così come viaggiano molti studenti universitari e delle Medie superiori, il nostro futuro.
Stamane i due treni cancellati sulla tratta Rivarolo-Chieri hanno fatto sì che sul treno successivo mille passeggeri si accalcassero su un treno da 500 posti.
La situazione che descrivo per sommi capi e’ strutturale. La puntualità non è la regola ma la eccezione. Sulla tratta Torino Chieri in due mesi l’orario è stato rispettato solo una volta.
I treni messi da Trenitalia sono belli e in ordine ma le linee della Regione , che nel 1860 aveva già 800 km di ferrovia , non sono più assolutamente adeguate.
Abbonati che dopo aver pagato quanto dovuto raggiungono Torino con l’auto , cittadini, studenti, lavoratori, professionisti danneggiati.
Non pensi di convocare RFI e Trenitalia prima che  la situazione rischi di esplodere.
MINO GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti Fdi

Sarno (Pd): “Odg per fondo sostegno lavoratori”

“Quella della Delgrosso di Nichelino è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle crisi industriali che, ormai da anni, stanno interessando il territorio piemontese, una valanga che rischia di travolgere i lavoratori e le loro famiglie e che richiede una strategia regionale e nazionale straordinaria. Si tratta, quindi, di un segnale importante l’approvazione del mio ordine del giorno che impegna la Giunta a creare un fondo straordinario di sostegno al reddito per i lavoratori che hanno perso il posto e non hanno accesso a ammortizzatori sociali, prestazione previdenziale o assistenziale” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.

“Dopo la fine del contratto di solidarietà – prosegue Sarno – infatti, questi lavoratori si trovano senza ammortizzatori sociali e senza prospettive per il loro futuro, oltre non ricevere stipendi pieni da tre mesi. Un fondo di sostegno può rappresentare un aiuto importante e una prima risposta concreta, oltre che un primo passo nella giusta direzione”.

“Purtroppo – conclude Sarno – il centrodestra, oltre agli strumenti previsti per legge, nazionale e, quindi, regionale, non ha mai svolto un ruolo di programmazione strategica, di prevenzione, di vero accompagnamento, anche cercando di individuare le cause con anticipo. Grazie a questo atto si potrà fornire un primo aiuto ai lavoratori, in attesa di prevedere una politica del lavoro più articolata e di lunga visione”.

Israele, Forza Italia: “Boicottaggi e ritorsioni non entrino nel mondo accademico”

“I boicottaggi e le ritorsioni che riguardano il mondo culturale o accademico di qualsiasi popolo non appartengono  ai valori democratici e civili che dovrebbero contraddistinguerci”. Ad afferarmo in una nota il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretari Provinciale e Cittadino di Forza Italia a Torino a seguito delle decisioni assunte dal Senato accademico dell’Università di Torino che ha deciso di boicottare alcuni progetti che coinvolgevano Facoltà israeliane. “È sempre necessario costruire ponti tra le culture, in particolare nei momenti di tensione. Cultura, arte, sport, cooperazione scientifica dovrebbero essere tenuti fuori dai conflitti perchè rischiano di aggiungere e alimentare rancore e tensione invece di essere utilizzati per avvicinare i popoli. Quanto avvenuto è grave ed è sintomo di lotte ideologiche e giochi di ritorsione che dovrebbero restare fuori dalle Universitá”. Concludono i due azzurri

Israele, Montaruli (FDI): preoccupa la decisione dell’Ateneo di Torino 

“L’autonomia universitaria va difesa per questo c’è preoccupazione per la decisione del senato accademico di Torino su Israele. Non sfugge come questa sia maturata mentre era in corso un’irruzione dei collettivi durante lo svolgimento del Senato. Non sfugge neanche come a Torino esista un problema di ordine pubblico legato all’attività degli antagonisti dentro e fuori l’Università. Il nostro Ateneo è un’istituzione che non può piegarsi alla prepotenza né prestarsi a diktat, confondendo peraltro la politica con l’attività di ricerca che per definizione non dovrebbe inseguire opinioni. Il bando in questione riguarda peraltro la ricerca civile e neanche lontanamente quella militare quindi si tratta di una posizione assunta assolutamente ideologica e un precedente grave per un luogo in cui tutti dovrebbero sentirsi rappresentati. La decisione del senato accademico si accoda a quella del Comune di Torino di sanare il centro Askatasuna: si conferma una deriva inquietante verso l’estrema sinistra che la città non merita”. Lo dichiara il Vicecapogruppo Vicario di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli.

Appendino: “Il Pd ha interrotto il dialogo. Noi siamo l’alternativa”

Con un lungo post su Facebook la deputata ed ex prima cittadina M5S di Torino, Chiara Appendino, è intervenuta sul tema delle elezioni regionali in Piemonte. Ecco le sue parole 

“Il Movimento 5 Stelle è una comunità che nasce dai cittadini e ai cittadini deve rendere conto.

Ci siamo uniti e siamo diventati un movimento politico facendo battaglie perché volevamo difendere l’ambiente, perché esigevamo il diritto alla salute, perché pretendevamo giustizia sociale e tutela della dignità di chi è più in difficoltà.

A giugno si vota alle elezioni regionali nel mio Piemonte, dove Cirio sta spolpando la sanità pubblica e non sta facendo nulla per una regione in sofferenza per le tantissime crisi aziendali in atto. Senza considerare l’abbandono a loro stessi di migliaia di cittadini piemontesi sempre più in crisi per il lavoro in diminuzione. In pratica Cirio sta riproducendo in scala locale i gravi e pesanti errori del governo Meloni.

Il Piemonte ha bisogno di una svolta e anche per questo, come avrete letto, ci siamo seduti, con senso di responsabilità, a un tavolo con il PD piemontese per capire se ci fossero le condizioni per costruire un progetto serio nell’interesse dei cittadini.

Noi, coerentemente, guardiamo ai temi.

La sanità, allo sbando dopo anni di privatizzazioni da destra e sinistra con liste di attesa infinite, ha bisogno di una nuova cura. La stessa con cui il presidente Conte era tornato a investire prima dei tagli del governo Meloni. Non si può essere ambigui: la sanità o è pubblica e garantita a tutti, oppure diventa un bene di lusso.

Torino ha bisogno di un nuovo ospedale ma progettare di costruirlo consumando suolo in uno dei polmoni verdi della città, avendo luoghi ben più adatti disponibili, è una follia. Perchè la difesa dell’ambiente va praticata nei fatti, non a parole.

Abbiamo richiesto al PD garanzie concrete di cambiamento ma non le abbiamo ottenute. Negli ultimi giorni, poi, il PD ha forzato sulla scelta di una sua candidata alla presidenza, di fatto interrompendo il dialogo in corso.

Bene, noi siamo orgogliosamente diversi. Noi siamo l’alternativa.

In tanti anni di Movimento ho imparato che i cittadini ci chiedono coerenza sulle nostre battaglie e hanno pienamente ragione a farlo. Nei prossimi giorni, quindi, presenteremo il nostro progetto per far ripartire il Piemonte. A testa alta”.

Gallo (Pd): usi civici, una proposta di legge

“PER ATTUALIZZARNE E MODERNIZZARNE IL CONCETTO. SIA RICOMPRESO ANCHE IL VALORE SOCIALE”

 “Ho presentato una proposta di legge che prevede una modifica alla normativa sugli usi civici al fine di attualizzarne e modernizzarne il concetto a beneficio delle amministrazioni e dei cittadini” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Attualmente, infatti, la Regione può autorizzare trasferimenti di diritti di uso civico a condizione che i terreni abbiano irreversibilmente perso la conformazione fisica o la destinazione funzionale di terreni agrari, boschivi o pascolativi per oggettiva trasformazione e le eventuali opere realizzate siano state autorizzate dall’amministrazione comunale, siano stati utilizzati in conformità ai vigenti strumenti di pianificazione urbanistica e non siano stati trasformati in assenza dell’autorizzazione paesaggistica o in difformità da essa. Questi trasferimenti di diritto di uso civico riguardano terreni di superficie e valore ambientale equivalenti che appartengono al patrimonio disponibile dei comuni, delle regioni e delle province autonome. I terreni dai quali sono trasferiti i diritti di uso civico sono sdemanializzati e su di essi è mantenuto il vincolo paesaggistico” spiega l’esponente dem.

“La mia proposta è quella di ampliare e meglio specificarne il significato, ricomprendendo, appunto, anche un valore sociale, con la conseguenza che, implicitamente, il vincolo di uso civico che grava sugli immobili possa essere trasferito su altri immobili del Comune, considerando anche la loro valenza sociale e non unicamente quella ambientale e paesaggistica. In questo modo il vincolo potrebbe essere trasferito a luoghi di aggregazione come gli impianti sportivi, le palestre o altri immobili di grande importanza per la collettività. Si tratta di adeguare ai tempi un diritto antico che preservava i beni della collettività” conclude Gallo.

Stellantis, Preioni (Lega): Credibile solo con azioni su occupazione e produzione

“Le lettere ai dipendenti italiani con invito alle dimissioni raccontano realtà diversa”

«Le parole del ceo di Stellantis, Tavares, sembrano raccontare una realtà ben diversa da quella che stiamo vivendo in Italia e soprattutto da quella che stanno affrontando i lavoratori qui in Piemonte». Così il capogruppo della Lega in Regione Piemonte, Alberto Preioni, commenta le parole del ceo di Stellantis intervistato dal Sole24Ore in cui dice: “Amiamo l’Italia e sentiamo una responsabilità etica verso i nostri dipendenti”, parla di investimenti a Mirafiori, aggiungendo che “l’Italia è il Paese in cui crediamo di poter produrre un milione di veicoli”.

«Bene, vorremmo vedere queste buone intenzioni tradotte in fatti. Perché al momento qui c’è solo il sistematico ricorso agli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione e i contratti di solidarietà, senza dimenticare la recente lettera inviata ai dipendenti italiani con l’invito alle dimissioni incentivate. Un chiaro messaggio di volere ridimensionare la propria presenza in Italia», sottolinea il capogruppo della Lega.

«Quelle di Tavares sembrano parole maturate dopo l’intenzione espressa da questo Governo di aprire a nuovi produttori di auto, infatti noi siamo l’unico stato europeo in cui produce un solo gruppo automobilistico e Stellantis, anziché proteggere quella che è sempre stata la sua roccaforte, delocalizza sempre di più la sua produzione all’estero. Questo interesse per essere credibile dovrebbe tradursi in azioni concrete sulla produzione e sull’occupazione».

Gianna che sostiene tesi e illusioni per le elezioni regionali

A cura di lineaitaliapiemonte.it

L’assessore Gianna Pentenero è la competitor di Alberto Cirio alle prossime elezioni regionali. Sarà una campagna elettorale soporifera, si dice, senza inquietudini, senza grandi battaglie. Il centrodestra veleggia verso le urne in clima di bonaccia, nessuno si aspetta colpi di scena, che infatti, molto probabilmente, non ci saranno. Ma due considerazioni si possono fare. La prima: Giovanna Pentenero, per tutti Gianna, non è da prendere sottogamba. Di più: inaspettatamente, dal cappello del Pd è uscito il candidato migliore e più credibile. Gianna non si atteggia, non starnazza, non si sente obbligata a tirar fuori un’aggressività maschia per dimostrare parità (cosa che invece è una triste cifra stilistica di molti esponenti politici donne), ha un approccio da vicina di casa affidabile e rassicurante, ha seguito un’infinità di crisi industriali quindi conosce in modo diretto l’evoluzione, o meglio involuzione, del tessuto industriale locale, conosce chi ci lavora e chi ci lavora conosce lei. Non per niente la parola “lavoro” viene immediatamente evocata: “Da questo momento ci attende un lavoro duro e complesso. Vorrei costruissimo questo percorso velocemente e tutti insieme, nella consapevolezza che ce la si può fare: nulla è impossibile” ha affermato dopo l’investitura avvenuta all’assemblea regionale del Pd di sabato scorso. D’altra parte certo non è una novellina della politica. Quasi sessantenne, chivassese di nascita, con una formazione universitaria di educatrice, ha iniziato la carriera politica come sindaco di Casalborgone, paesino con meno di duemila anime e ora ricopre l’incarico di assessore al lavoro e attività produttive del Comune di Torino. Ma tra Casalborgone a Torino c’è la carica di assessore all’istruzione con la giunta Bresso dal 2005 al 2010, anno in cui viene rieletta in Regione e nel 2014 l’assessorato piemontese al lavoro con la presidenza Chiamparino. Insomma non s’è fatta mancare nulla. Quello che manca è, al momento, l’accordo per il campo largo (ancora non l’hanno fatto e di questa espressione già non se ne può più) con il M5S che anzi , un secondo dopo la sua designazione ha rovesciato il tavolo dicendo sostanzialmente: il Pd scegliendo di fare tutto da solo ha mandato in vacca mesi di contatti, ora non se ne parla. Lei, Gianna, sarà per la formazione da educatrice, sarà per un carattere portato a parlamentarizzare le crisi, non demorde e dice il contrario: “Almeno parliamoci”. Vedremo. Intanto eccoci alla seconda considerazione. Ma è così sicuro che al centro sinistra convenga ‘sto benedetto campo largo? Non avrebbe più senso rinunciare a un accordo che non può fare altro che spersonalizzare ulteriormente un partito già in crisi di identità? Non sarebbe meglio avere il coraggio di contarsi, ricompattarsi, fare la traversata nel deserto e poi presentarsi alle elezioni tra cinque anni con una fisionomia chiara e riconoscibile, magari in grado di riconquistare credibilità e consenso presso chi si era perso per strada? Gianna, come la protagonista della canzone di Rino Gaetano, fa bene a sostenere le tesi e, per questo periodo elettorale, anche le illusioni. Ma poi dovrà mettersi a lavorare per il futuro.   Patrizia Corgnati (foto Sicurezza e Lavoro)