“Vi dico questo: avremmo dovuto ottenere parte della documentazione sulle attività svolte nelle RSA del Piemonte a tutela degli ospiti e dei lavoratori. Abbiamo bisogno di relazioni, elaborazioni di dati, cronoprogramma degli interventi, è una documentazione necessaria per svolgere un’analisi in vista della Commissione Sanità, in un primo momento programmata per oggi, ma che è stata rinviata a venerdì 17.
Per oggi invece, lo scopro ora, è stata convocata una conferenza stampa per presentare quei dati e quelle relazioni.
Qual è la vera ragione che ha convinto la Lega e il Presidente a rinviare la Commissione?
E’ una modalità per evitare il potenziale conflitto tra le nostre analisi e le loro? Mi sbaglio?
Voi sapete che ho fatto il possibile per dare forza all’Istituzione regionale, privilegiando la via del confronto con la Giunta. L’ho fatto perché in gioco non c’era qualche percentuale di voti in più per il mio Partito, ma la vita delle persone. E quando la posta in palio è così alta si deve avere la consapevolezza che lo spazio va occupato per affrontare insieme i problemi.
Prendo atto che sin dal principio, e ancor più ora che viviamo la fase più difficile della crisi, questo confronto è stato evocato più volte da alcuni e in qualche circostanza è stato abbozzato, ma nei fatti in generale non è mai stato attivato.
E’ chiaro che in queste ore non è arrivato un segnale di svolta e nemmeno un convinto cambio di passo da parte della Giunta regionale. Anzi, oggi, mi trovo di fronte a un ulteriore elemento negativo che va ad aggiungersi a tantissimi altri.
Per questo manifesto apertamente il mio dissenso sulla gestione politica della crisi. Una gestione fatta in solitudine e troppo spesso in conflitto con i protagonisti che più di altri hanno combattuto “a mani nude” il covid-19”.
Domenico Ravetti, capogruppo Pd Regione
Inconcepibile che, a fronte di un certo numero di revoche (67 in media ogni anno dal 2017 al 2019), le liste d’attesa (970 cittadini) non “scorrano” in proporzione; inaccettabile richiedere a persone con disabilità permanenti di certificare periodicamente il loro diritto ai buoni: si identifichino procedure per evitarlo. Il 30% di inutilizzo è una percentuale monstre. Negli ultimi dodici mesi di consiliatura, l’Amministrazione provi a razionalizzare: poniamo rimedio a questo scempio.
La tentazione a uniformarsi ai comunisti fu la maledizione del socialismo italiano che dovette attendere l’invasione dell’ Ungheria del 1956 per iniziare timidamente a rompere l’alleanza con il PCI che continuò nelle amministrazioni locali e regionali ,malgrado l’unificazione socialista di dieci anni dopo.
Nessuna impresa vedrà un euro prima di due o tre mesi, cioè quando probabilmente molte di loro avranno chiuso per fallimento e licenziato i dipendenti. Il governo ha messo il muro della burocrazia fra le proprie decisioni e i loro effetti concreti. Ad allungare i tempi c’è poi l’attesa delle autorizzazioni europee, necessarie per un Paese che non ha margini fiscali per agire autonomamente.