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Dibba pronto per un suo nuovo partito?

COMMENTARII di Augusto Grandi / Dibba fascista sei il primo della lista”. “Dibba e cinesi finirete appesi”. No, non è ancora arrivato il momento di esplicitare con questi slogan l’avversione per il ritorno sulla scena di Alessandro Di Battista.

Ma è solo questione di tempo. La lettera inviata da Dibba al Fatto Quotidiano (un po’ scontato il destinatario) ha suscitato polemiche a 360 gradi. Anche se Giggino direbbe a 365.

Si indignano alcuni pentastellati, non pochi. Ed hanno perfettamente ragione perché Di Battista predica la coerenza e loro, che hanno cambiato opinione più rapidamente di quanto cambino le mutande, si sono sentiti offesi, umiliati. Ma come si permette, Dibba, a pretendere di rispettare le promesse elettorali? Gli impegni?…

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Di Battista pronto per un suo nuovo partito?

Bufera sulla sanità piemontese, l’opposizione chiede il commissariamento. Il Cdx: “Sciacallaggio”

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La polemica politica infuria sulla sanità piemontese, rinfocolata dalla puntata di ieri della trasmissione televisiva Report

“Da settimane continuiamo a denunciare la “discutibile” gestione dell’emergenza COVID-19 in Piemonte: mancanza di diagnosi tempestive e di tamponi, e-mail smarrite, insufficienza di dispositivi di protezione per gli operatori sociosanitari, – affermano i consiglieri e la segreteria regionale del Pd – situazioni insostenibili all’interno delle RSA. Il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi hanno la piena responsabilità politica di tutto quello che accade in Piemonte e, quindi, di questa situazione gravissima. Sono entrambi a capo della catena di comando che dovrebbe gestire l’emergenza, sono loro ad avere il compito di scegliere i collaboratori e le linee e le misure da seguire, non altri. Decisamente sono risibili i tentativi di addossare a terzi le colpe.

Le scelte di Cirio e Icardi, nell’affrontare il Covid-19, sono state confuse e su questo ci siamo espressi già in passato. La puntata di Report di ieri ha, semplicemente, raccontato a un pubblico più vasto gli errori che hanno pagato e pagano i cittadini piemontesi. Adesso è quanto mai urgente comprendere quale sarà il ruolo dell’unità di crisi, del comitato scientifico in seno all’unità e della nuova task force, coordinata dall’ex Ministro Fazio, perché il Piemonte non può più permettersi errori. Tuttavia, prendiamo atto che con la definizione dell’ultima task force l’Assessore alla Sanità sia già, nella sostanza, commissariato.

Cirio, a questo punto dovrebbe, responsabilmente, azzerare i vertici politici del sistema socio-sanitario piemontese, a partire proprio dall’assessore alla Sanità. Questa, prima che una richiesta dell’opposizione, dovrebbe essere la logica conseguenza della drammatica situazione che si è venuta a creare in Piemonte”.

 

“Da settimane diciamo che in Piemonte le cose non vanno. I numeri dell’epidemia non ci tornavano. Ieri sera Report lo ha mostrato ad un pubblico ancora più grande, ma non ha svelato nulla di diverso da ciò che famiglie e operatori sanitari testimoniano, e i giornalisti e i reporter di tante testate denunciano dall’inizio della crisi” – dichiara Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

“Mancavano mascherine e tamponi, è vero, ma è l’intera gestione dell’emergenza che ha fatto acqua da tutte le parti” – prosegue Grimaldi. – “Nessuno prendeva in carico le segnalazioni dei pazienti infetti fatte dai medici di famiglia; il caso della Provincia di Alessandria non è stato una sfortuna – come ha dichiarato Icardi – ma si è determinato dopo una precisa catena di errori. Il dramma delle Rsa, che Report ha tralasciato, è la punta dell’iceberg di una gestione caratterizzata da incapacità di ascolto e sottovalutazione delle osservazioni critiche e delle tante proposte arrivate tanto dal territorio, dal mondo del lavoro e della sanità”.

“Credo” – conclude Grimaldi – “che la difficoltà di operare in uno scenario inedito non possa giustificare tutto ciò. Per questo chiediamo da giorni un azzeramento tanto dell’unità di crisi, quanto dei vertici socio- sanitari della politica regionale”.

La deputata piemontese del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo commenta: “Con solo 287 posti in terapia intensiva nella regione, il Sisp ha mostrato una totale inefficienza. I medici di famiglia hanno mandato molte segnalazioni su sospetti casi Covid senza ricevere risposte. Oltre a loro, anche la sottoscritta, colleghi,  consiglieri regionali, sindaci e associazioni con cui mi sono confrontata in questo periodo hanno inviato diverse richieste e segnalazioni alla regione senza ottenere ascolto”. 

“Il tutto con conseguenze gravissime – continua Costanzo – come pazienti rimasti senza tamponi, scarsa assistenza territoriale tramite le Usca, mancanza di dispositivi di protezione individuale idonei per gli operatori sanitari, un piano contro le pandemie completamente disatteso e solo due laboratori per processare tamponi. Gravi gli episodi anche nelle Rsa dove sono morte 172 persone e non abbiamo ancora dati completi”.

La richiesta di Jessica Costanzo: “Esigiamo risposte dal presidente della Regione Alberto Cirio. La sanità piemontese deve essere commissariata. A nulla serve chiamare l’ex ministro di Forza Italia Fazio. Occorre commissariare l’Unità di Crisi di concerto con il Governo e con il Ministro della Sanità”.

 

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, in un comunicato congiunto parlano di “sciacallaggio politico”:

“Non esiste un caso Piemonte, con buona pace della trasmissione Report che ha scelto di trasmettere solo alcuni dati e non altri: ad esempio, secondo la Protezione Civile il Piemonte raggiungerà il traguardo dei contagi-zero il 21 di maggio alla pari del Veneto, oltre un mese prima di altre regioni italiane” ricordano i capigruppo delle forze di maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte Alberto Preioni (Lega), Paolo Ruzzola (Forza Italia) e Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), che lanciano un appello “Auspichiamo che anche le minoranze dimostrino l’onestà intellettuale di non sminuire i risultati raggiunti con fatica dalla Giunta nel contrasto all’epidemia perché si troverebbero ad infangare tutta la Regione Piemonte e non solo i loro avversari politici, proprio nella fase delicata in cui il Governo nazionale sta decidendo regole e tempi sulla revoca del blocco. Sarebbe davvero irresponsabile rischiare di vederci classificati zona rossa solo per una rappresentazione denigratoria del Piemonte, svincolata dai dati oggettivi: poi dovrebbero risponderne di fronte alle imprese impantanate e ai lavoratori lasciati a casa”.

Porta Palazzo, (Fdi): “Aprire il mercato secondo il piano sicurezza”

“Ora basta: il Tavolo provinciale per la sicurezza deve disporre la riapertura del mercato di piazza della Repubblica a Porta Palazzo, perché i cittadini onesti che vedono immigrati e squatter violare impunemente le disposizioni anti covid nelle vicinanze fini in Borgo Aurora si sentono presi in giro”

“I commercianti ambulanti hanno presentato a inizio mese un piano di svolgimento del mercato in sicurezza con soli 60 banchi a rotazione (due terzi rispetto al solito), spalmati anche nell’area non alimentare oggi vuota, accettando volontariamente la chiusura del sabato, oltre a tutte le altre misure di recinzione, distanziamento e protezioni. Perché non sono stati presi in considerazione?” Si domanda Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, che annuncia “Ho scritto al Prefetto chiedendo di ricevere gli ambulanti responsabili di Piazza della Repubblica, ma se il Tavolo per la sicurezza persevera a negare la riapertura in sicurezza chiederò al nostro vice presidente della commissione commercio in Consiglio Regionale Bongioanni di convocare in settimana una seduta dove audirli in collegamento con tutte le autorità coinvolte. Le istituzioni devono capire di comprendere la realtà fuori dai palazzi, senza inciampare in divieti irresponsabili, che regalano spazio alle realtà antagoniste che già cominciano a soffiare sul fuoco della crisi sociale”.

Il Consiglio comunale propone alla Giunta di ridurre le tariffe locali

Da Palazzo Civico / Il Consiglio comunale ha approvato una mozione in tema di riduzione delle tariffe locali per sostenere imprese e lavoratori colpiti dall’emergenza sanitaria. L’atto (primo firmatario Aldo Curatella) è stato approvato con quindici voti favorevoli, undici contrari e quattro astenuti.

L’atto di indirizzo del Consiglio comunale, invita la Giunta ad attivarsi in questi quattro punti:

1) prevedere la sospensione per il periodo dell’emergenza degli adempimenti tributari, compresi quelli derivanti da cartelle di pagamento emesse dalla Soris, sia per le imprese sia per i lavoratori;

2) studiare la variazione di bilancio affinché sia previsto esonero per l’addizionale comunale IRPEF relativamente all’intero periodo di emergenza;

3) valutare la variazione di bilancio affinché sia prevista una riduzione dei tributi locali (COSAP , IMU, CIMP , Imposta di Soggiorno, TASI, TARI) per ogni giorno di applicazione delle misure di emergenza e fino alla normale ripresa delle attività.

4) effettuare entro trenta giorni una ricognizione delle spese previste dal Bilancio Preventivo approvato per il 2020 per:

– fronteggiare le difficoltà del mondo cooperativo e associativo e dei fornitori di servizi che a causa del blocco prolungato avranno serissime difficoltà finanziarie;

– assicurare un rimborso agli utenti del sistema comunale nei periodi di mancata fruizione dei servizi educativi;

– attuare una moratoria dell’entrata in vigore di Torino Centro Aperto e delle nuove regole previste sui dehors.

“Tolleranza zero per salvare Aurora e Barriera”

Riceviamo e pubblichiamo / I gravi fatti accaduti ieri pomeriggio in Corso Giulio Cesare (Polizia sotto “scacco” da decine e decine di persone), hanno mostrato all’Italia, attraverso i media, il solito copione: parole di solidarietà a partire dalla Sindaca e da tutte le Forze  politiche alle forze dell’ordine, con gli  spettatori che si attendevano invece parole dure e promesse di interventi futuri con il pugno di ferro.

 Raffaele Petrarulo, consigliere comunale della Lista  civica Sicurezza e Legalità, è impegnato da anni in prima persona con comitati e cittadini a chiedere presidi interforze e dell’esercito in Barriera ( tra le tante battaglie, la petizione del 2014 al Sindaco Fassino con oltre 1000 firme di cittadini che erano stufi della microcriminalità dilagante e che ricevette come risposta  “ma siete visionari?”… con la prosecuzione del solito ping pong e rinvio di azioni risolutive).
      Questo singolo atto, è l’avvertimento che non si può più porgere l’altra guancia e Petrarulo chiede alla Sindaca ed al Prefetto, di attuare immediatamente il modello #TOLLERANZAZERO adottato dal Sindaco di New York Rudolph Giuliani, che riuscì in poco tempo a fare di New York e del Bronx in particolare, una città con una vivibilità accettabile, iniziando ad inculcare alle persone che dal biglietto della metro/tram non pagato agli scippi, questi non sarebbero più stati tollerati, e così avvenne.
     Da noi sono passati circa 6 anni, due Sindaci… ma siamo rimasti alle solite frasi di solidarietà: ci dispiace, ecc… ORA BASTA: “  la Sindaca e il Prefetto debbono intervenire con forze commisurate alla gravità della situazione creatasi o la zona da degradata passerà a polveriera con la miccia già innescata che o la si spegne ora o porterà ad una violenta esplosione che nessuno desidera, ma che inevitabilmente è il finale scritto da questi eventi che si stanno ripetendo sempre più con frequenza e intensità”.
Lista  civica Sicurezza e Legalità

Napoli (Fi): “Carceri, situazione preoccupante”

Il deputato di Forza Italia, Osvaldo Napoli, scrive in una nota:

“Il grido di allarme dell’OSAPP per La situazione delle carceri di Torino, con ben  60 detenuti positivi al coronavirus, è da prendere urgentemente in considerazione.

La polizia penitenziaria, che già svolge il proprio mandato con abnegazione, non può ulteriormente correre dei rischi per la propria salute. Le autorità competenti e  l’unità di crisi regionale devono, il prima possibile, effettuare i tamponi o quanto ritenessero utile al fine di preservare le vite delle persone”.

Pd: “Bonus personale sanitario, propaganda del centrodestra”

I Consiglieri del Gruppo Pd in Consiglio regionale: “Ai soldi del governo si aggiungano risorse del bilancio regionale”

Quanto è bello fare i generosi con i soldi degli altri? Bisognerebbe chiederlo ai capigruppo di maggioranza in regione Alberto Preioni, Paolo Ruzzola e Maurizio Marrone, che hanno annunciato un bonus in busta paga per tutto il personale sanitario e socio sanitario per un totale di 18 milioni di euro:

tutti soldi stanziati dal Governo con il DL 18/2020. Prima la Lega ha provato a intestarsi l’acquisto delle mascherine fatte con i soldi dei cittadini, ora tutto il centro-destra ci prova con quelli del Governo! Forse sarebbe il caso di tirare fuori qualche risorsa della Regione Piemonte oltre che qualche buona idea per affrontare la situazione… Riteniamo sia corretto riconoscere lo sforzo straordinario degli operatori sanitari, tant’è che nelle scorse settimane proprio dal gruppo del Partito Democratico è emersa la proposta di un’erogazione di un compenso aggiuntivo reperito utilizzando risorse della Regione e, se necessario, anche parte delle donazioni effettuate per fronteggiare l’emergenza: in tal senso presenteremo anche una proposta di legge a prima firma del capogruppo Domenico Ravetti. Anche in questo caso basta prendere esempio da chi si è già mosso nella giusta direzione: in Toscana ad esempio l’accordo tra Regione e Sindacati prevede un incentivo di 38 milioni, in Emilia Romagna saranno 1.000 euro in più per 60mila tra medici e infermieri, ovvero 60 milioni, nel Lazio il bonus varierà tra 600 e 1000 euro per tutti coloro che sono impegnati contro l’emergenza Covid, per un totale di 36 milioni di euro… Insomma, anche in questo caso sarebbe meglio non giocare con le aspettative di chi è impegnato in prima linea, ma fare proposte serie e con un fondamento finanziario. Noi, anche su questo, siamo disponibili al confronto e a dare una mano, ma basta propaganda!

I Consiglieri del Gruppo Regionale del Partito Democratico

Le unioni civili, dieci anni fa

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento  dell’Associazione Marco Pannella di Torino, con la dichiarazione di Mario Barbaro e Sergio Rovasio, membri del Consiglio Generale del Partito Radicale   

DIECI ANNI FA LA STORICA SENTENZA 138/2010 DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE DIEDE IL VIA ALLA DISCUSSIONE  E APPROVAZIONE IN PARLAMENTO  DELLE  UNIONI CIVILI . LO SI DEVE GRAZIE A UN’IDEA ISPIRATA DALLE LOTTE DEL PARTITO RADICALE E AL SUPPORTO DI AVVOCATI E COPPIE CHE CHIEDEVANO IL MATRIMONIO EGUALITARIO.

Dieci anni fa la Corte Costituzionale, con una sentenza storica , 138/2010, riconobbe fondate le ragioni di alcune coppie omosessuali che chiedevano ai Tribunali il riconoscimento delle loro unioni presso i loro Comuni e sollecitò il Parlamento a legiferare su questo tema. L’idea di promuovere una campagna di ‘disobbedienza civile’,  nacque durante il Congresso di fondazione dell’Associazione Radicale Certi Diritti che  si svolse nel marzo del 2008 presso la sede romana di rappresentanza del Parlamento Europeo.

In quell’occasione venne lanciata la campagna di Affermazione Civile, termine coniato dal radicale Sergio Rovasio, che si era a sua volta ispirato alla campagna di Affermazione di coscienza promossa dal Partito Radicale alla fine degli anni ’80 in alternativa alla sempre più burocratizzata e banalizzata obiezione di coscienza al servizio militare. I sostenitori di quella campagna antimilitarista e antinazionalista per gli Stati Uniti d’Europa si autodenunciarono e furono arrestati in diverse città italiane.

La campagna di Affermazione Civile vide in prima fila i fondatori dell’Associazione Radicale Certi Diritti Clara Comelli, Gianmario Felicetti, Enzo Cucco, Sergio Rovasio , Luca Piva e Giacomo Cellottini  con  gli avvocati Francesco Bilotta, Alexander Schulster e Antonio  Rotelli di Rete Lenford – Avvocatura lgbt, diretti protagonisti di quella iniziativa  nonviolenta  che ebbe il suo epilogo con la storica sentenza 138/2010. L’idea, promossa in tutta Italia, era quella di invitare le coppie gay conviventi a chiedere presso il loro Comune di potersi sposare e,  ricevuto il diniego, fare opposizione legale. L’azione fu decisa dopo che per mesi la classe politica litigava e poneva veti incrociati alla possibilità di approvare in Parlamento una legge simile ai Pacs francesi o l’Equal Marriage britannico.

Nel giro di due anni, grazie ai Tribunali di Venezia, di Firenze e alla Corte di Appello di Trento, la Corte Costituzionale si espresse ritenendo fondate le ragioni delle coppie ricorrenti difese dai Costituzionalisti Avvocati professori universitari Enzo Zeno Zencovich, Marilisa D’Amico e Vittorio Angiolini con presenti in aula gli Avvocati Francesco Bilotta e Alexander Schulster, insieme a Sergio Rovasio ed altri esponenti radicali. Fu questo un primo passo concreto che di lì a pochi anni fece poi approvare la legge sulle Unioni civili, ritenuta dai promotori della campagna ancora troppo limitata rispetto al raggiungimento del matrimonio egualitario che supererebbe ogni forma di  discriminazione oggi ancora esistente nei confronti delle coppie gay.

La cosiddetta ‘via legale’ è  stata utilizzata da diverse organizzazioni  anche in Germania, Danimarca  in Sudafrica, Canada e alcuni Stati Usa e spesso viene utilizzata nei paesi democratici per sollecitare leggi di uguaglianza.

Mario Barbaro e Sergio Rovasio, membri del Consiglio Generale del Partito Radicale hanno dichiarato:

“Sono trascorsi 10 anni. Con il Partito Radicale e l’Associazione Marco Pannella di Torino e i metodi della lotta nonviolenta si possono raggiungere risultati concreti così come accaduto con la sentenza 138/2010: continueremo con la nostra Associazione qui in Piemonte a percorrere la “via legale” per la promozione e la difesa dei diritti civili e umani. I veti della partitocrazia troppo spesso ossequiosa dei voleri clericali hanno sempre impedito al nostro Paese di promuovere leggi d’avanguardia.”

Regione, il Cdx: “Al personale sanitario bonus di 18 milioni”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dei capigruppo di maggioranza a Palazzo Lascaris

CORONAVIRUS, LEGA-FI-FDI: RICONOSCENTI A PERSONALE SANITARIO E SOCIO SANITARIO, PER LORO OLTRE 18 MILIONI SU BONUS IN BUSTA PAGA. SANITÀ PIEMONTESE CON RETE OSPEDALIERA ECCELLENTE, MA MEDICINA TERRITORIALE INESISTENTE DA RICOSTRUIRE

“Di fronte all’emergenza coronavirus ci teniamo anzitutto a ribadire come forze politiche di maggioranza il nostro massimo sostegno e vicinanza a tutti i medici ospedalieri e generali, infermieri, oss, volontari 118, farmacisti impegnati nel contrasto dell’epidemia, al servizio della comunità a rischio della propria vita: per questa ragione abbiamo condiviso con la Giunta che i 18,462 milioni di euro stanziati per il Piemonte dal decreto legge 18/2020 siano tutti destinati ad un bonus in busta paga per tutto il personale sanitario e socio sanitario.
Anche per il rispetto che tributiamo alle gravi difficoltà che stanno incontrando nell’espletamento del loro dovere, vogliamo ricordare gli sforzi sovrumani sostenuti dalla Giunta regionale per colmare le gravi carenze e attrezzare una sanità in grado di combattere il coronavirus: dai soli due laboratori idonei a processare appena 400 tamponi al giorno siamo arrivati a 19 laboratori per 5000 tamponi al giorno; dagli appena 3 dipendenti assegnati al SISP con una sola casella mail per nemmeno due indagini epidemiologiche al giorno siamo passati all’attuale piattaforma informatica CSI per gestire le segnalazioni dei medici di famiglia; dai soli 287 posti letto di terapia intensiva ne abbiamo attrezzati quasi 600, senza dover mai applicare protocolli per selezionare chi salvare e chi no. Sempre per fare chiarezza, secondo il rapporto IRES 2019 il Piemonte nel 2017 ha subito un taglio dell’assistenza domiciliare agli over 65 del 17%.
Per colmare la debolezza della medicina di territorio e rafforzare le cure domiciliari impegneremo la Giunta a mantenere operative anche dopo l’emergenza coronavirus le 34 Unità Speciali di Continuità Assistenziale attivate per seguire i malati covid meno gravi a casa.
A chi, invece, invoca il commissariamento statale sulla sanità regionale ricordiamo quanto ritardo dobbiamo sui test sierologici alle indicazioni confuse, contraddittorie e tardive che abbiamo ricevuto dal Governo nazionale in proposito. Il Governo regionale sta facendo tutto quanto in suo potere per aiutare il Piemonte, dedicandosi senza sosta all’emergenza ed evitando per questo di perdere anche un solo minuto per difendersi dallo sciacallaggio politico di alcuni che ne approfittano per attaccarlo.
In sette mesi la sanità né la crei né la distruggi, prendi quella che ti hanno lasciato ed affronti giorno per giorno la più grande crisi che la Regione Piemonte sta vivendo dal dopoguerra ad oggi.

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Alberto Preioni
Capogruppo Lega – Salvini per il Piemonte

Paolo Ruzzola
Capogruppo Forza Italia – Cirio Presidente

Maurizio Marrone
Capogruppo Fratelli d’Italia

Coronavirus, Grimaldi (LUV): “RSA, non c’è un piano per metterle in sicurezza”

“Con questi numeri e questa strage senza fine serve una task force dedicata, servono tamponi a tappeto per il settore socio-sanitario e per tutti i sintomatici: senza tutto questo non potremo ripartire”

“Le Rsa sono strutture accreditate dal Servizio sanitario regionale, la cui titolarità è in capo all’Assessorato alla sanità. Ciò vuol dire che l’Asl non può delegare l’organizzazione e la gestione del servizio ai privati a cui lo affida e che parliamo a tutti gli effetti di luoghi di cura. Cosa voglio dire? Che la Dgr 14-1150 del 20 marzo 2020, in cui si parla chiaramente di trasferimento in Rsa di pazienti dimessi dagli ospedali (l’Assessora Caucino dice che non è di sua competenza, ma ne era a conoscenza? Non ha risposto), va ritirata e bisogna invece cercarle strutture dedicate fuori dalle Rsa; e che vanno fatti i tamponi a tutto il personale delle Rsa, anche per assicurare gli organici e non lasciare i pazienti all’abbandono”.

“La Giunta deve rispondere a domande precise: quanti dei 2874 morti nelle Rsa avevano fatto il tampone? Quante Rsa sono state sanificate? Che ne è del ‘piano hotel’ per collocare i dimessi dagli ospedali e le persone risultate positive nelle Rsa? È previsto l’obbligo del tampone per entrate in Rsa o nelle strutture riabilitative?” – così è intervenuto il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, nel corso della Commissione Sanità odierna.

“I morti nelle Rsa sono oltre 400 in più (dai 2467 morti nei primi 3 mesi del 2019 ai 2874 nei primi tre mesi del 2020) e nel conteggio manca il mese di aprile: il 20 percento di morti in più nelle RSA non è un numero statisticamente non rilevante, come mi è stato detto oggi in commissione. È il segno di una gestione sbagliata dell’emergenza in quelle strutture. Lo dimostra l’incidenza altissima del numero di contagiati nelle RSA rispetto al totale dei malati di Covid-19 in Piemonte”.

“Ma il problema è ben più ampio” – prosegue Grimaldi – “perché oltre alle Rsa il settore socio-assistenziale include le Comunità, i Gruppi appartamento, i Centri Diurni: anche qui si parla di ospiti con patologie e, con loro, operatori socio-sanitari, educatori e altre figure professionali, per non citare tutti coloro che lavorano a domicilio. Asl e cooperative si rimpallano la responsabilità di fornire loro DPI, così questi lavoratori si ammalano e non riescono nemmeno a ottenere un tampone se i casi con cui sono stati a contatto sono solo sospetti e non accertati. Eppure è difficile che siano accertati se i tamponi non si fanno! O sbaglio? Per esempio, è stato mai fatto uno screening nelle comunità psichiatriche? Qual è lo stato dei dormitori pubblici piemontesi?”

“Da tutto ciò emerge un grave problema ben più generale” – conclude Grimaldi: – “gli ostacoli incredibili cui si va incontro per ottenere un tampone, anche quando si è sintomatici, e l’assenza totale di gestione dei pazienti a domicilio. Troppe persone testimoniano di sapere e di avere segnalato da settimane di presentare i classici sintomi del virus, ma essersi sentite dire che non rientrano nelle procedure per un tampone, restando sole a casa, malate, senza terapia, monitoraggio e diagnosi, magari in spazi non adeguati e spesso col problema di non poter ottenere dai medici di base sufficienti giorni di mutua (se vi hanno accesso). Come possiamo pensare di riaprire tutto e allo stesso tempo continuare a negare il test a queste persone, mettendone in pericolo molte altre? Dunque la Giunta risponda anche a questo: si sta svolgendo un’indagine sulle persone che si stanno ammalando, dal momento che il lockdown dura da oltre 2 settimane?”