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La Sardine al Teatro Erba

Riceviamo e pubblichiamo

Le  Sardine Piemontesi e Torinesi si ritroveranno per un incontro il 25 Gennaio dalle ore
14 alle ore 18 al Teatro Erba, in Corso Moncalieri 241


Gli interventi dei relatori verranno svolti nella forma del ted talks, con 15 minuti di dialogo concessi
ad ogni ospite il quale si esprimerà tenendo in considerazione le tematiche centrali del movimento.
L’incontro sarà introdotto da Mattia ANGELERI, rappresentante delle Sardine Torinesi, 24 anni,
laureato in giurisprudenza, il quale riassumerà quanto accaduto dopo la manifestazione del 10
dicembre in piazza Castello, evidenziando come l’evento rappresenti l’inizio di un percorso utile ad
aggregare le iniziative del movimento.

Gustavo ZAGREBRELSKY, Mauro BERRUTO e Federico BOTTINO, relatori già annunciati e noti
per le rispettive competenze in materia di diritto costituzionale, formazione e comunicazione,
verranno quindi affiancati da Karima MOUAL, nota giornalista e collaboratrice del Sole 24 Ore,
impegnata nel sostenere il valore dell’integrazione, da Luca ROLANDI, giornalista professionista
esperto di storia del giornalismo e piattaforme informatiche di comunicazione nonché da Sara
DIENA, membro del movimento Fridays for Future.

La formula dell’incontro consentirà di dare spazio alle domande sul movimento e sui contenuti trattati
che verranno raccolte con le modalità che comunicheremo attraverso i canali ufficiali.
I circa 400 posti disponibili al teatro Erba sono stati prenotati nel giro di un giorno tramite l’apposita
piattaforma eventbrite. Abbiamo avuto una risposta sopra le aspettative e questo non può che essere
di buon auspicio per i futuri eventi che intendono riavvicinare i cittadini ad una politica non
superficiale, che approfondisca gli argomenti trattati così da consentire una corretta formazione delle
opinioni.

Chiunque sia riuscito a prenotarsi dovrà presentarsi dalle ore 14.00 portando con sé il biglietto
stampato in modo da poter accedere all’interno del teatro. Agli ultimi 50 iscritti verrà inviata, entro
Venerdì 24 Gennaio, una mail dall’indirizzo info@6000sardinetorino.it in cui verrà comunicata la
posizione in lista d’attesa: questo significa che nonostante l’accredito ci sarà il rischio per loro di non
entrare dato che potranno accedere, dopo le 14.30, solo ed esclusivamente nel caso in cui i primi
prenotati non siano presenti.

Per chi non potrà partecipare sarà invece garantita una diretta streaming che verrà trasmessa sulla
pagina ufficiale “Sardine Torino”, all’interno del gruppo Facebook “6000 Sardine Torino” e sulla
pagina degli amministratori.

Chiediamo dunque di non venire all’evento nel caso in cui non siate riusciti a prenotarvi, ma di creare
dei gruppi di ascolto a casa e di comunicarci la vostra vicinanza tramite foto e commenti sotto la
diretta streaming, in modo che tutti ci si possa sentire partecipi di questo progetto.

«L’evento non ha un collegamento diretto con le elezioni emiliane ma ha una sua affinità con queste
ultime e vuole sostenere il messaggio proposto dal movimento a prescindere da quello che sarà l’esito
delle votazioni regionali: se a Bologna è stato importante il numero di persone sceso in piazza data
la vicinanza delle elezioni, a Torino abbiamo pensato a un evento più ristretto in cui poterci
confrontare riflettendo sui contenuti, per comprendere le strategie da poter adottare e maturare le
proposte che verranno portate al prossimo incontro nazionale delle Sardine» dichiara Mattia
Angeleri.

Parla Appendino: “C’è prima Torino e poi il Movimento”

“Io sono sindaca, sono stata eletta sindaca e  la mia priorità è la città”

 

Spiega così la sua posizione Chiara Appendino ai giornalisti a proposito di un suo possibile  impegno politico alla guida  del Movimento 5 Stelle dopo che Luigi Di Maio ha lasciato il vertice politico pentastellato.

“Questo è l’anno in cui chiudiamo tutta una serie di progetti e resta ancora tanto da fare: io sono sindaca prima che esponente del Movimento. Ho un preciso mandato”, aggiunge la prima cittadina.

“Si apre una fase molto delicata per il Movimento, – conclude –  ma  ritengo sia giusto prima sentire che cosa ha da dire Luigi e  perché ha fatto questa scelta”.

Domenico Ravetti (Pd): “Facciamo chiarezza sulle Province”

 “Ho condiviso con il collega Riva Vercellotti la predisposizione di un atto di indirizzo che invita il Governo e il Parlamento a proseguire, senza indugi, nel percorso di revisione della legge che disciplina l’ordinamento delle province e delle città metropolitane, sia riguardo alle funzioni fondamentali, sia rispetto al tema della governance.

Inoltre, chiediamo al Presidente della Giunta regionale di definire, per ciascuna delle funzioni conferite alle Province e alla Città Metropolitana, i livelli essenziali di prestazione e il conseguente fabbisogno e di aprire un confronto con le stesse per rivedere la legge regionale che riordina le funzioni amministrative oggi conferite per valutarne l’ampliamento” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Ritengo, infatti, che occorra fare chiarezza – prosegue Ravetti– e archiviare il dibattito, ormai superato, sulla soppressione delle Province, concentrandoci sui servizi che devono essere garantiti ai cittadini e sulla necessità di assicurare agli Enti Locali la possibilità di svolgere a pieno le funzioni loro assegnate. Il Tavolo delle Province d’Italia ha indicato questioni chiare, chiedendo funzioni di area vasta ben definite, elezione diretta degli organi politici, un’organizzazione dell’ente e del personale tali da permettere il pieno funzionamento della macchina amministrativa, un’autonomia finanziaria che assicuri le risorse necessarie a coprire le spese per le funzioni fondamentali.

I Sindaci italiani, su iniziativa dell’Unione delle Province, hanno sottoscritto un ordine del giorno per avviare una revisione della riforma delle Province e, in pochi mesi, questo atto è stato sottoscritto da 4.313 comuni su 5.585 delle 76 province delle regioni a statuto ordinario e in Piemonte ha aderito l’80% dei Comuni”.

“Le Province – conclude il Presidente Ravetti – sono riconosciute dal Consiglio regionale quali istituzioni costitutive della Repubblica e, alla luce degli esiti non confermativi del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, devono essere superate le leggi attuative della legge Delrio e si deve prevedere, in tempi rapidi, una revisione organica della legge che le disciplina”.

FdI: “La sindaca costruisce le fognature per i nomadi”

 Riceviamo e pubblichiamo / MONTARULI-MARRONE (FDI): “ALTRO CHE SGOMBERO”

“Altro che sgombero, Appendino sta costruendo le fognature nuove ai rom”. Ad andare all’attacco della giunta grillina sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, e il capogruppo di Fdi in Regione Piemonte Maurizio Marrone, dopo che al campo rom in strada dell’Aeroporto è iniziato il cantiere per i nuovi allacci idrici.

“Altro che progetti di sgombero e di “superamento” degli insediamenti – lancia l’allarme Montaruli -, in questi giorni gli operai mandati dal Comune hanno iniziato i lavori per dotare il campo rom di strada dell’Aeroporto di una fognatura nuova di zecca. Un progetto costoso che necessiterà di mesi di lavori e che conferma i nostri sospetti: Appendino non avrebbe intenzione di superare i campi rom. Chi spenderebbe i soldi pubblici per dotare di una maxi fognatura un campo che si ha in progetto di chiudere? Per fare luce sulla vicenda presenterò un’interrogazione alla Camera, ma Appendino deve rispondere ai torinesi di questa presa in giro. Basta spreco soldi pubblici che vengono destinati perennemente a luoghi poi distrutti e trattati incivilmente. Sgombero subito”. E a chiedere chiarezza e anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte Maurizio Marrone: “I lavori iniziati in strada dell’Aeroporto sono un campanello d’allarme. Come Fratelli d’Italia pretendiamo un impegno chiaro di Appendino allo sgombero totale prima di far uscire dalle casse regionali anche un solo euro. I soldi devono servire per rimuovere da Torino i campi dell’indecenza.  Appendino mica vorrà dalla Regione centinaia di migliaia di euro solo per cambiare il cartello sul cancello del campi rom da ‘insediamento autorizzato’ ad ‘area sosta’”.

Modifiche alla legge sul turismo itinerante

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il Ddl 85 che modifica la legge regionale sui complessi ricettivi all’aperto e sul turismo itinerante, approvata nel 2019. Come ha spiegato l’assessore Vittoria Poggio, il provvedimento si è reso necessario dopo le osservazioni, i pareri e le impugnazioni da parte di alcuni Ministeri (Mibact e Interni) e dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato.

Nella relazione di Maggioranza Valter Marin (Lega) ha spiegato che sono stati apportati correttivi sulla compatibilità ambientale per quanto riguarda gli allestimenti ricettivi all’aperto, nonché sul rischio di generare confusione con le norme vigenti nel settore tecnico-edilizio.

Il primo relatore di Opposizione Raffaele Gallo, ha affermato che “alcune modifiche al testo del disegno di legge sul turismo itinerante sono effettivamente quelle richieste dal Governo, altre rispondono alla necessità di chiarimento o coordinamento del testo. Sul tema del garden sharing, invece, vogliamo portare avanti una riflessione ampia e articolata e per questo motivo abbiamo chiesto di stralciare tutte le parti che riguardano questo argomento”.

Temi su cui si è soffermata anche la seconda relatrice dei Gruppi di Minoranza Sarah Disabato (M5s), che ha ricordato come sia stata accolta all’unanimità la proposta di rinviare a un’ulteriore norma gli interventi non oggetto di rilievo governativo.

Il testo approvato contiene l’emendamento a firma dell’assessore Maurizio Marrone, con il quale vengono inasprite le sanzioni con il sequestro amministrativo del mezzo mobile di pernottamento insediato in aree non consentite

Italexit su Embraco: “Inaccettabile stop UE”

Dopo vari tentativi falliti miseramente (tra cui la clamorosa truffa dei manager di Ventures, che hanno usato i soldi del rilancio per comprarsi auto di lusso), adesso anche l’Unione Europea decide di intromettersi nella vicenda Embraco imponendo lo stop alla fusione con la Acc di Belluno.

Embraco e Acc, oltre ad appartenere allo stesso settore (componentistica per frigoriferi), condividono la stessa storia di realtà produttive “sedotte e abbandonate” dai capitali stranieri. La loro chiusura non è stata causata dalla crisi del mercato di riferimento, anzi Whirlpool e Wanbao (gli ex proprietari) registrano profitti e ritmi di crescita record. Il motivo è esclusivamente legato alle recenti delocalizzazioni in paesi dove il costo del lavoro è più basso del 60-70% rispetto all’Italia.
La fusione tra queste due aziende creerebbe un polo internazionale d’avanguardia, garantendo un futuro a più di 700 lavoratori a rischio disoccupazione: tuttavia, essendo coinvolta nell’operazione anche Invitalia (ente pubblico controllato dal Ministero dell’Economia), la Commissione Europea ha bloccato la trattativa perché potrebbe violare le norme comunitarie su concorrenza e aiuti di Stato alle imprese. Tutto questo accade mentre la Acc ha già avviato la produzione per il 2021, ma soprattutto dopo che i governi di Germania e Francia hanno per anni investito decine di miliardi nelle proprie aziende (tramite la KfW tedesca e l’APE francese) senza mai incorrere in sanzioni o richiami dall’Europa.
Italexit con Paragone reputa inaccettabile questa interferenza da parte di Bruxelles, che ancora una volta dimostra di distinguere tra paesi di “serie A” e “serie B” in termini di libertà d’azione. Con queste premesse, inoltre, iniziative come Invitalia sono completamente inutili poiché, operando con una dotazione finanziaria irrisoria e comunque soggetta alla volontà di organismi sovranazionali, si riducono a palcoscenico per i soliti personaggi (tra cui l’immancabile Arcuri) per dire che il governo di turno è vicino alle sofferenze delle imprese. In questo momento storico lo Stato deve tornare ad essere imprenditore e dunque soggetto attivo nell’economia del paese: nei prossimi mesi ci saranno centinaia di vicende simili a quella di Embraco, se l’Italia non si libera immediatamente dal vincolo europeo è destinata a sparire
Italexit con Paragone