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Report, Fazio e Salizzoni: scontro tra Lega e Pd

Polemica in Consiglio regionale del Piemonte a proposito di un ordine del giorno presentato dal capogruppo di Liberi, Uguali e Verdi, Marco Grimaldi, che chiedeva alla Regione di non querelare la trasmissione “Report” 

Per il  capogruppo della Lega, Alberto Preioni è  “irricevibile” l’ordine del giorno, perché la trasmissione Rai ha anche mostrato delle fake news “nello specifico in merito al bar dell’ospedale di Alessandria”, rivendicando il fatto che l’assessore alla Sanità Icardi “ha fatto miracoli, in una sanità che abbiamo ereditato dal centrosinistra dopo che non ha fatto che tagliare in nome della matrigna Europa. Ci siamo trovati con un numero di terapie intensive trai i più bassi in Italia, lasciato dal centro sinistra, che abbiamo più che raddoppiato. I laboratori analisi che ci avete lasciato erano due e oggi sono più di 20, con cui arriveremo a processare 10mila tamponi al giorno. Quindi il nostro assessore ha fatto miracoli: nessun piemontese non ha avuto le cure necessarie e abbiamo curato anche ammalati da fuori regione. Abbiamo fatto di tutto e di più. Avevamo una sanità in grave difficoltà, grazie ai vostri tagli. Quindi rimandiamo al mittente le speculazioni e lo sciacallaggio”, ha detto il leghista Preioni che ha definito  inoltre quella di Mauro Salizzoni, vicepresidente del Consiglio regionale, come “una scandalosa partecipazione di un consigliere regionale a Che tempo che fa del ‘compagno’ Fabio Fazio, che senza nessun contraddittorio ha fatto una becera propaganda politica contro la Regione Piemonte”.

A stretto giro di posta la replica del capogruppo dem a Palazzo Lascaris: 

“Sono profondamente indignato per le parole che il Presidente del Gruppo della Lega in Consiglio regionale ha utilizzato nei confronti del professor Mauro Salizzoni, definendo la sua partecipazione di natura tecnico-professionale alla trasmissione di Fazio “Che Tempo che fa” una “becera propaganda politica”, espressione lesiva della storia, della professionalità e della grande serietà di uno dei massimi chirurghi della nostra epoca, un uomo, un medico che ha messo se stesso e le proprie capacità al servizio degli altri e che si è sempre distinto per il suo rigore morale e per il grande rispetto nei confronti di tutti” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Preioni chieda scusa – prosegue Ravetti – e si renda conto di quanto la frase da lui pronunciata leda i rapporti istituzionali tra gli esponenti di forze politiche diverse, rapporti che devono essere sempre improntati al rispetto e alla correttezza. Se il Presidente del Gruppo della Lega non ha compreso di aver commesso un grave errore, rivolgendo accuse assurde che denigrano l’intelligenza e la storia di un uomo come Mauro Salizzoni, siano i suoi colleghi della Lega a farglielo capire. Questo è il tempo della ricostruzione. E’ il tempo di ripartire tutti insieme e di farlo responsabilmente, non il tempo di abbandonarsi alle polemiche sterili e offensive che sviliscono chi le fa e che non servono ai piemontesi che aspettano risposte dalla politica”.

Troppa incertezza nella fase 1 e mezzo

Ogni giorno ce n’è una nuova. Ora tocca al fenomeno dell’abbandono delle mascherine usate per strada. Il solito disprezzo per gli altri unito alla totale inciviltà. Vero, c’è sempre stato e sempre ci sarà. Alla memoria un video dove un motociclista raccoglie l’ immondizia buttata da automobilisti. Inseguendoli li ferma rovesciando in auto cosa loro avevano buttato

Le loro facce sono eloquentemente basite. Ed ad ognuno di noi capita quotidianamente di vedere chi sporca, che dà la solita risposta quando viene ripreso : fatevi gli affari vostri (l’espressione è molto, ma molto più colorita) . Un atteggiamento ancor più grave di prima, comunque. Un atteggiamento che contribuisce in negativo all’attuale smarrimento di un intero popolo. Un popolo alla ricerca di certezze più che di rassicurazioni.

Certezze non date da Conte Presidente del Consiglio. Deboluccio nell’ analisi e soprattutto nel modo in cui ha parlato. In alcuni passaggi al limite della balbuzie che, notoriamente non è convincente e rincuorante. Sembrava che neanche lui fosse convinto di quello che diceva. Magari  sarebbe sufficiente per un alto funzionario comunale. Non sicuramente per il Presidente del Consiglio. Si naviga a vista, vero. Ma almeno una vaga idea di dove vogliamo andare ci dovrebbe essere. Sapendo ad esempio che l’ iva non si può abrogare per far – parzialmente – tornare i conti teorici dei traballanti bilanci dello Stato. E’ una fuga in avanti di chi non conosce la realtà . Qui in Piemonte la patata bollente è in mano a Cirio. Suo nuovo nemico la burocrazia , speriamo che vinca questa non nuova battaglia. Sempre Cirio ora volge lo sguardo al Veneto, constatato il fallimento del Modello Lombardia. Persino Molinari proconsole salviniano ammette che qualche errore è stato fatto dall’ amministrazione leghista piemontese. Il principale errore è  che ci sono  troppi leghisti in giunta. Appunto, capibile un anno fa con l’ onda lunga salviniana, ma oggi le cose sono cambiate. Scelta ora alle corde. Ed il consiglio che diamo al nostro Governatore e di imbarcare medici come Salizzoni. Sarebbe fondamentale per superare divisioni politiche nocive. Mi sa, ma sbaglierò, che il salvinismo sta tramontando e ci dovrebbe essere concordia e competenza: il più delle volte, la sola fedeltà politica non basta. Anzi ,come in questo caso è controproducente. Dopo mesi di indugio Cirio sceglie di scegliere Marrone al posto del dimissionario Rosso ancora in carcere. L’ assessorato era di Fratelli d’Italia e rimane di Fratelli d Italia. Altro stop ai leghisti. Tra le altre cose chi conosce Marrone ne tesse le lodi sulla sua competenza amministrativa. Saremmo molto contenti di un passo in avanti di una giunta, almeno ad oggi decisamente zoppicante. Comunque fase 2 aperta o  come già molti la definiscono fase 1, 5.  Fiat Mirafiori riapre con 250 operai. Magari è di buon auspicio. Vorremmo essere ottimisti e speranzosi, ma il virus dello scetticismo si è inoculato. Con una  considerazione finale: c’ è un filo che lega l’ inciviltà di chi butta per strada i rifiuti ed una certa approssimazione di una classe dirigente generale. Sicuramente i problemi sembrano insuperabili, ma pare che i nostri politici facciano di tutto per non risolverli. I nostri fino ad un certo punto . Tutte le nazioni europee sulla riapertura navigano a vista e gli States sono oramai stati travolti. Verrebbe voglia di dire: non ci resta che piangere. Fermarsi non è possibile ed andare avanti è doveroso, sapendo che tutto ciò che possiamo fare lo dobbiamo fare. Questo è il nostro dovere.

Patrizio Tosetto

“Impedire ai fedeli di partecipare alla Santa Messa non è più accettabile”

Il significato della vita vale quanto la vita stessa: questa decisione è incompatibile con la libertà di culto e con l’autonomia della Chiesa.

Cibo da asporto e attività fisica sì; Eucaristia no: riassunto brutale ma realistico di quanto permette e non permette il più recente DPCM. Anche la partecipazione ai funerali sarà, di fatto, negata ai più e consentita soltanto a una ristretta cerchia di parenti stretti e strettissimi.

Mi oppongo con forza ai principi che, pur implicitamente, stanno alla base di queste decisioni, che mettono esplicitamente in discussione l’autonomia della Chiesa e la libertà di culto. Il significato della vita non vale meno della vita stessa. È inaccettabile sacrificare il primo pur con l’intento di preservare la seconda. La Chiesa ha il diritto di riprendere la propria azione pastorale, i fedeli hanno il diritto di tornare a partecipare alla Santa Messa e ad accostarsi ai Sacramenti. Tutti noi dovremmo essere grati per quanto fatto dalla Chiesa, a favore dei più poveri e delle persone in difficoltà, in queste settimane di emergenza: Istituzioni per prime. È vero, come è stato detto, che questa decisione nega l’accesso alle sorgenti spirituali di quella Fede dalla quale tale impegno è nato e nasce. Urge un protocollo per garantire ai fedeli di tutte le confessioni la partecipazione alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza. Ipotizzare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie è assolutamente fattibile: dunque si faccia.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati in Sala Rossa e a Palazzo Lascaris.

Pandemia e diseguaglianze secondo “Repubblica”

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni /  Il cambio della guardia a “Repubblica” è avvenuto nel modo più drastico e brutale con la cacciata, dopo un anno di direzione, di Carlo Verdelli proprio nel momento in era minacciato da attacchi di neofascisti. Non si è concesso al vecchio direttore neppure l’articolo di commiato, un licenziamento in tronco come non si dovrebbe fare neppure con una colf, in barba ad ogni regola sindacale,un atto d’imperio padronale che in passato avrebbe creato un pandemonio in campo sindacale e non solo 

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A sostituirlo è stato chiamato un uomo come Maurizio Molinari che ha una grande storia giornalistica alle sue spalle fin dai tempi della “Voce repubblicana“ e del partito repubblicano di Giovanni Spadolini. Molinari non viene dalla sinistra settaria e conformista e in più occasioni ha saputo dimostrarlo. Anche il suo coraggioso impegno contro il terrorismo islamico, senza gli ovattamenti dei soliti commentatori, è un fatto importante.
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Non è mai stato assiduo frequentatore delle serate televisive in cui tutti parlano e molti vogliono imporsi per il tono della voce più che per il valore delle proprie idee. Il suo è stato un giornalismo lontano da “Repubblica“ e dal “Fatto”. Alla “ Stampa“ Molinari – che era ogni sera al giornale per chiudere le pagine personalmente con un zelo molto raro nei direttori -aveva portato dei cambiamenti importanti rispetto alla grigia gestione di Mario Calabresi ,anche lui cacciato di punto in bianco dalla direzione di “Repubblica“. Molinari ricostruì un giornale, malgrado la crisi di vendite sempre più preoccupante. Ebbe anche la capacità di aprirsi alla città in cui è pubblicato il giornale, lui che con Torino non aveva nulla da spartire. Nell’ultimo anno “La Stampa“ prese sempre di più una linea politica molto netta di opposizione al primo governo Conte e di  aperto sostegno al Conte bis  che non era , a mio modo di vedere, nella cultura politica di Molinari,  sempre attenta a distinguere in modo critico le cose. Certi titoli di apertura assomigliavano a quelli di “Repubblica“. Adesso Molinari è arrivato a dirigere il giornale fondato da Eugenio Scalfari.
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C’è chi ha notato che il 25 aprile di quest’anno con Molinari direttore, la festa della Liberazione  abbia avuto molto meno spazio di un anno fa sul giornale , rilevando questa differenza come una discontinuità. Leggendo invece l’editoriale di insediamento dal titolo “La sfida di un giornale per il riscatto di un paese ferito”, si ha chiara l’idea della continuità del nuovo direttore con i precedenti che collocarono a mantennero decisamente a sinistra quel giornale che per tanti anni fu un giornale – partito ,fortunatamente in via di estinzione. L’idea espressa da Molinari è quella di coniugare la lotta alla pandemia con la lotta alle diseguaglianze economiche e sociali. Anzi, di cogliere l’ oppportunità di questa calamità disastrosa per sbaragliare le diseguaglianze. Chi è liberale non vede  le diseguaglianze sempre e solo in termini negativi,ma vede invece  le eguaglianze forzate come una gabbia che impedisce lo sviluppo delle qualità e dei meriti individuali. La lotta alle diseguaglianze è stata un’idea dei comunisti e di certa cultura radical- chic in disarmo che è rimasta ferma al giacobinismo. La delusione storica della Rivoluzione russa ha messo su queste utopie spesso assassine,come una volta le definiva Barbara Spinelli, una pietra tombale . Al di là delle diverse valutazioni, resta però un fatto drammatico: in Italia non ci saranno più diseguaglianze perché la pandemia lascerà in braghe di tela quasi tutti gli imprenditori piccoli e grandi.Ci sarà l’agognata eguaglianza nella povertà. Questa è la prospettiva che abbiamo di fronte, a cui si potrebbe forse porre rimedio liberalizzando totalmente l’economia, cioè percorrendo la strada inversa di quella proposta da “Repubblica“. Ma le  inossidabili, eppur obsolete, certezze ideologiche non si fermano neppure di fronte al virus e alle sue  conseguenze  drammatiche sul piano economiche.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Edicole, Scanderebech: “Reinventare i chioschi”

Si è svolta  una commissione consiliare sul tema delle edicole. La  consigliera comunale Federica Scanderebech commenta:

“Il tema delle edicole e dei chioschi dismessi è molto sentito da diverse categorie anche di costruttori e architetti, infatti, se il Comune riuscisse a prevedere in deroga attività diverse, ogni volta che un’edicola/chiosco viene abbandonata potrebbe ampiamente rivivere reinventata e dando vivacità alla zona. E non dobbiamo pensare che le edicole attive possano essere aiutate solo col progetto di stampa dei certificati anagrafici, bisognerebbe avere vedute ben più ampie”.

Aggiunge Scanderebech: “Nell’anno 2016 la consistenza delle edicole attive ammontava a 430. A novembre risultavano attive 343 edicole di cui 100 sono collocate su suolo pubblico (chioschi). Risulterebbe pertanto che negli ultimi tre anni abbiano cessato l’attività 87 edicole. In particolare nel corso del 2019, risulterebbe la chiusura di 52 edicole (considerando le richieste di cessazione dell’attività ed i provvedimenti di decadenza); di queste 13 sono chioschi.”

Conclude la consigliera: “Mai come in questi giorni di emergenza e lockdown abbiamo capito l’importanza di presidi attivi sul territorio che le medesime possono apportare, un ragionamento serio con gli uffici dei Tributi, Commercio e Arredo Urbano andrebbe davvero finalmente svolto”.

E’ Maurizio Marrone il nuovo assessore di Cirio

Il  governatore  Alberto Cirio ha nominato  Maurizio Marrone,  capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, assessore alla semplificazione e agli affari legali

Le deleghe appartenevano a Roberto Rosso, da prima dello scorso Natale in carcere accusato per voto di scambio politico mafioso.

Strategica la delega alla semplificazione, in particolare in questa fase di emergenza nella quale diventa determinante ridurre gli impedimenti burocratici.

Nel dettaglio le deleghe conferite sono: Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Cooperazione internazionale e Post olimpico.

“L’ingresso di Maurizio Marrone in Giunta è un tassello importante per supportare l’operato della nostra squadra di governo – spiega il presidente Cirio – E lo è più che mai in questo momento, perché la lotta alla burocrazia rappresenta uno degli strumenti strategici per affrontare la grave crisi che stiamo vivendo. La sua competenza e la lunga esperienza di amministratore, nonostante la giovane età, saranno preziose per il difficile lavoro che stiamo portando avanti”.

Nato a Milano il 12 maggio 1982, Maurizio Marrone è laureato in Giurisprudenza e dottore di ricerca in Diritto pubblico. Ha svolto l’attività professionale presso studi legali, aziende e organismi di vigilanza. Dal 2010 al 2013 è stato consigliere d’amministrazione di Ires Piemonte. Dal 2006 al 2011 è stato consigliere presso la IV Circoscrizione di Torino e dal 2011 al 2016 consigliere comunale di Torino. Dal 2014 al 2017 è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale, dove è stato confermato per la seconda volta nelle elezioni del 2019.

“Il mio primo pensiero nell’accogliere questo incarico di responsabilità va ai tanti, troppi cittadini, che stanno vivendo la profonda difficoltà di questa emergenza e meritano risposte concrete dalle Istituzioni – sottolinea l’assessore Marrone -. Metteremo in campo misure concrete contro ogni forma di inutile burocrazia, per la ripartenza economica del nostro Piemonte, che vogliamo diventi un esempio virtuoso di semplificazione dei procedimenti amministrativi per tutte le aziende intenzionate ad investire sul territorio: lo dobbiamo agli imprenditori che resistono coraggiosamente, ma anche a tutti quei cittadini, a partire dai meno garantiti, che rischiano di essere lasciati indietro in questa crisi sociale. Presterò, infine, tutta l’attenzione necessaria a rinsaldare i rapporti tra Giunta e Consiglio Regionale, comprese le minoranze che dimostrano senso di responsabilità e meritano il giusto coinvolgimento nelle decisioni dell’ente. Darò il massimo per meritare la fiducia che il presidente Cirio ha voluto riporre in me, insieme ai vertici del mio partito”.

Grimaldi (LUV): “Il Piemonte primo per positivi, valutare bene le prossime mosse”

“Riconoscere gli errori fatti negli ultimi due mesi: saremo gli ultimi a uscire dalla fase 1 perché non abbiamo saputo proteggere chi lavorava per noi là fuori”

Il Piemonte è ad oggi la prima regione per positivi al coronavirus in rapporto al numero di abitanti. Si tratta di 355,9 casi ogni 100mila abitanti, più del doppio della media Italiana che di 175,4. Al secondo posto c’è la Lombardia, con 342,7, seguita dall’Emilia Romagna (276,9), dalla Liguria (221,5) e dal Veneto (192,3); secondo il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro “il trend di crescita nell’ultimo mese è assai preoccupante”.

“Lo stiamo dicendo da giorni – commenta Marco Grimaldi, capogruppo Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte – non ci potrà essere la sarà fase 2 senza avere ammesso, compreso e corretto gli errori della fase 1. Abbiamo chiesto ed ottenuto il commissariamento dell’Unità di crisi ma vogliamo che anche la Giunta regionale si prenda le proprie responsabilità. L’analisi dei dati della Protezione Civile fatta da Fornaro è impietosa: dal primo di aprile l’indice di positivi su 100.000 abitanti è cresciuto in Italia del 31,4%, mentre in Piemonte l’incremento è stato dell’83,1%, in Lombardia del 33,8%, in Liguria del 29,8%, in Veneto del 14,7% e in Emilia Romagna del 7,4%”.

Secondo Fornaro i dati sull’aumento dei tamponi spiegano solo in parte aumento contagiati in Piemonte: dal 1/4 al 25/4 in Italia il numero di tamponi x 1.000 abitanti è aumentato del 315% (da 8,97 a 28,29), in Piemonte del 436% (da 6,90 a 30,10), in Liguria del 363%, in Veneto del 272%, in Lombardia del 269% e in Emilia del 268%. I tamponi su 1.000 abitanti al 25 aprile sono stati in Italia 28,29, in Veneto 62,58, in Emilia 35,18, in Lombardia 32,50, in Piemonte 30,10 e in Liguria 26,53. “In Piemonte facciamo lo stesso numero di tamponi che nel resto d’Italia (escluso il Veneto) eppure il numero dei contagiati aumenta in modo massiccio.

“Già negli scorsi giorni abbiamo chiesto” – prosegue Grimaldi – “una presa d’atto, una comprensione piena e un superamento degli errori della fase 1. Abbiamo depositato tre atti diversi che discuteremo tra lunedì e martedì in cui chiediamo alla Giunta di fornirci valide spiegazioni sui trasferimenti dei malati Covid nelle RSA e sulla mancanza delle mascherine e dei DPI nelle strutture sanitarie e per i pazienti positivi e in isolamento domiciliare. Attendiamo le risposte – attacca Grimaldi – e speriamo che siano più esaustive delle poche che gli Assessori e l’Unità di crisi ci ha fornito nelle scorse settimane. La Giunta deve rispondere all’opinione pubblica e alle forze politiche di opposizione: siamo la Regione che, nonostante due mesi di chiusura forzata, ha di gran lunga il numero più alto di nuovi contagi e saremo gli ultimi ad uscire dalla fase 1 perché non siamo abbiamo saputo proteggere chi lavorava per noi là fuori e i più fragili che erano nelle RSA: per questo chiederemo che gli Assessori competenti facciano un passo indietro”.

Lega: “Dal Governo slogan, dalla Regione risorse vere per l’emergenza”

L’on. Riccardo Molinari (Lega) su emergenza Covid in Piemonte: “Dal Governo solo slogan, mentre la Regione stanzia risorse vere e immediate per il personale sanitario. L’assessore Icardi non si tocca”

“Siamo davvero al paradosso: il Governo Conte non ha accolto un emendamento Lega al Decreto Cura Italia che avrebbe consentito alle Regioni e alle province autonome di triplicare le risorse per la valorizzazione del personale sanitario, medico e non solo, da due mesi in prima linea a fronteggiare l’emergenza, anche a costo della vita, soprattutto nelle regioni più colpite dal Covid-19, come Lombardia e Piemonte. Al contempo da fonti governative spesso si avanzano critiche alle amministrazioni regionali, che invece sono le uniche a fare pienamente tutto quanto in loro potere”.

Così Riccardo Molinari, Presidente del Gruppo Lega alla Camera e Segretario della Lega in Piemonte, sottolinea il diverso atteggiamento del Governo Conte e dell’amministrazione piemontese guidata da Alberto Cirio.

“Da Roma solo slogan e polemiche, mentre la Regione Piemonte ha rapidamente messo in campo, con il ddl RipartiPiemonte come esplicitamente chiesto dalla Lega, risorse concrete con cui riorganizzare la ripartenza dei diversi comparti produttivi. 800 milioni di euro per sostenere imprese, lavoratori e famiglie, di cui 55 milioni di euro per il nostro personale sanitario, per integrare stanziamenti governativi assolutamente inadeguati a far fronte alla situazione”.

Netta poi la presa di posizione dell’on. Riccardo Molinari a sostegno del lavoro sin qui svolto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi: “Sappiamo bene in che condizioni il centro sinistra a guida Chiamparino ha lasciato la sanità piemontese, sul fronte ospedaliero come territoriale.
L’Assessore Icardi ha fatto l’impossibile per far fronte all’emergenza: chi ne chiede le dimissioni si faccia prima un esame di coscienza e sappia che Icardi non sarà il capro espiatorio di un sistema sanitario indebolito da anni di tagli imposti da Roma e scelte sbagliate fatte a Torino, con protagonisti che hanno nomi e cognomi noti, e che non sono di certo Luigi Icardi”.

Ruffino (Fi): “La fase 2 si gioca sui trasporti pubblici”

Bene hanno fatto i sindaci delle aree metropolitane a esigere indicazioni chiare, possibilmente prescrittive, per organizzare la ripresa della mobilità urbana, punto cruciale per il successo della fase 2. La questione è complessa ma decisiva:

il numero dei passeggeri su una carrozza della metro o sul bus non è una variabile indipendente ma è strettamente connesso agli orari del lavoro, quindi più flessibile sarà l’orario in ufficio e in fabbrica, meglio si potranno organizzare i trasporti pubblici urbani.

Questione altrettanto rilevante riguarda il trasporto pubblico interurbano. I lavoratori e gli studenti di un Comune, penso al mio Giaveno, che devono raggiungere,la fabbrica o la scuola in un paese vicino, in che numero potranno accedere sugli autobus o sui treni locali? Chi è che certifica la sanificazione del mezzo a fine corsa e, soprattutto, a fine giornata? Sono questioni sulle quali il governo deve dire una parola chiara, come pure la Regione, titolare della concessione del servizio. Per questi motivi è indispensabile che il sindaco dell’area metropolitana convochi il Consiglio non appena il governo avrà messo a punto la disciplina di trasporto.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

FdI: “Rimodulare fondi europei per turismo e commercio”

Paolo Bongioanni chiede la rimodulazione dei  Fondi Europei per reperire risorse a sostegno  dell’economia del turismo e del commercio, in seguito alla crisi epidemiologica Covid-19.

 

Il Consigliere Regionale Paolo Bongioanni ha presentato un ordine del giorno di richiesta per la rimodulazione, presso l’Autorità di Gestione, dei fondi europei PITEM e PITER alla luce della crisi economica conseguente quella epidemiologica. L’ordine del giorno, il numero 245, andrà in discussione in aula martedì 28 aprile 2020.  

Il testo verte sulla richiesta di un impegno alla Giunta di intervenire immediatamente al sostegno della impresa turistica e del terziario, con la rimodulazione dei fondi europei, da destinare  sia ad un sostegno economico diretto sia modificando i momenti formativi previsti all’interno degli stessi progetti,  indirizzandoli  alla formazione del personale che dovrà provvedere alle procedure di sanificazione e di rispetto di un non facile protocollo obbligatorio nel momento della riapertura.

“Il sistema del turismo e della sua filiera, partendo dall’albergazione e dalla ricettività nelle sue varie accezioni, per passare alla ristorazione, (che in Regione Piemonte è una delle risorse più importanti in quanto il nostro territorio può a ragione essere considerato la capitale italiana dell’enogastronomia), per arrivare all’ospitalità veloce dei bar e ancora alle professioni turistiche,  è  sicuramente  il settore più penalizzato perché, com’è già stato ribadito più di una volta, è un sistema che vive sul denaro circolante, sul cash flow, e che non è in grado di vivere con un’interruzione brusca della liquidità, non è  strutturato per farlo ed anche se può attraversare momenti di massima e di minima non può reggere una situazione come questa che rischia di portare al totale collasso la nostra piccola e media impresa turistica, componente importantissima dell’ossatura e struttura portante dell’economia dell’intero Piemonte” dichiara il Consigliere Bongioanni.

“In questo momento il Governo, oltre a roboanti proclami di interventi multimiliardari, non ha ancora erogato un solo euro a fondo perduto, ma continua ad aggiungere debito a debito,  e la “strombazzata potenza di fuoco dei 400 miliardi”  alla quale la maggior parte delle PMI non potrà accedere, non è un’iniezione di liquidità, ma vede furbescamente lo Stato non versare un solo euro, ma  mettere in sicurezza proprio il gettito fiscale annuo attraverso un’operazione di factoring con le banche. Le imprese turistiche chiedono risposte certe e hanno bisogno di denaro liquido, hanno bisogno di finanziamenti a fondo perduto, di soldi veri e facili da ottenere a dispetto della imperante burocrazia o, in alternativa chiedono non potendo tenere aperto, a fronte di zero incassi, di avere zero spese e quindi l’abbattimento delle accise, dei contratti assicurativi, degli affitti e di qualunque altra spesa assimilabile. Bisognerà intervenire per rimodulare  i protocolli, per evitare la morte della impresa turistica; è  quindi necessario studiare una riapertura intelligente nonostante gli enormi sforzi fatti dal Presidente Cirio per trovare delle risorse da immettere su questo mercato, e  ne ha trovate tante, queste ultime potrebbero essere ancora non sufficienti, anche alla luce di altre problematiche che vengono sollevate, quali il rischio civile e penale  nel quale portrebbero incorrere i titolari delle aziende, la necessità di formare il personale al nuovo “sistema” di lavoro, la necessità dopo mesi ad incasso zero di dotarsi di mezzi di sanificazione e DPI. Uno spiraglio concreto, per attingere a risorse oggi indispensabili,  sono i fondi europei: progetti PITER e PITEM in primis che bisogna immediatamente rimodulare e declinare alle attuali emergenze, sia in termini di erogazione di liquidià, sia per quanto concerne la formazione, inoltre bisogna esigere dall’Europa il pagamento immediato delle spese già sostenute dai singoli partner per i progetti ALCOTRA.  E’ questa una delle poche strade per recuperare fondi indispensabili per la sopravvivenza del nostro strordinario tessuto imprenditoriale messo in ginocchio dall’epidemia”