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Ruffino (Azione): “Premier eletto non parlerebbe come Mattarella”

Se il discorso di fine anno fosse stato tenuto da un premier eletto direttamente è ovvio che non avrebbe potuto parlare con la franchezza con cui si è espresso Mattarella. Si sarebbe limitato ad esaltare i successi del governo, quelli veri e più ancora quelli presunti o immaginari. Non ci sarebbero stati i richiami alle liste d’attesa, al lavoro mal pagato, ai disastri climatici, agli immigrati da accogliere e, una volta accolti, da integrare nella cittadinanza. Ecco, a chi ancora nutrisse dubbi, il bello di avere un presidente della Repubblica che non deve difendere governi o tutelare opposizioni, ma può rivolgersi al Paese con la libertà propria di chi lo rappresenta e ne interpreta ansie e attese al riparo da ogni partigianeria politica.
Così l’on. Daniela Ruffino (Azione)

Letterina di fine d’anno al Sindaco di Torino 

Caro Sindaco,

Ho letto le cronache della Tua Conferenza stampa di fine anno e ho letto che stai pensando a dar vita a una Lista antiMeloni e mi sono francamente stupito che con tutti i problemi della nostra Città che è scesa nella classifica del benessere del Sole 24 ore dal 38 al 58* posto e che nella classifica  dell’Università Sapienza per Italia Oggi risulta oltre il sessantesimo posto tra le cento Città italiane per lavoro, tu pensi prima di tutto a cercare di vincere le prossime elezioni che si terranno tra oltre due anni.
Stamane ero in Barriera di Milano nella zona della Madonna della Pace dove c’è l’Esercito a garantire la sicurezza ma dove mancano occasioni serie di lavoro da offrire come alternativa vera alla manovalanza dello spaccio.
Pensare che per un politico non c’è cosa più bella di pensare a governare la Città e promuovere lo sviluppo economico e sociale chiamando le Banche e i gestori dei patrimoni finanziari a investire di più nella Città che da anni cresce meno della media nazionale e vede la metà della Città più impoverita come disse più volte l’Arcivescovo Nosiglia.  I cantieri in corso abbelliscono la Città, la rendono più funzionale ma non rappresentano un motore di sviluppo per rilanciare la economia che pareggi quanto abbiamo perso , senza difenderlo, nel settore auto.
In tre anni e mezzo e’ stato fatto poco, di più chiedendo a gran voce la scelta sull’auto elettrica e appoggiando il voto del PD in Europa alla decisione  sull’auto la Amministrazione ha una parte di colpa nella crisi dell’auto europea che è ricaduta pesantemente sugli stabilimenti italiani e sul l’indotto. Insieme  a Damilano te lo avevamo detto a maggio 2022 di scegliere anche la strada dei bio combustibili e di puntare sugli euro 6 di ultima generazione.
Stefano Lo Russo, sindaco di Torino
Forse non hai il polso della situazione delle aziende dell’indotto auto  altrimenti avresti  dovuto chiedere alle Banche torinesi un atteggiamento più comprensivo verso le aziende del settore.
Occorre chiedere tutti insieme al Governo che sulla falsariga dei provvedimenti adottati durante il Covid e che prevedevano moratorie e rateazioni o dilazioni intervenga urgentemente con il sistema bancario perché il nostro sistema produttivo è il patrimonio più importante per questo Paese sia perché vende molto all’estero e sia perché offre posti di lavoro a tempo indeterminato e con quattordici mensilità oltre a offrire opportunità di lavoro per i neolaureati e i neodiplomati ben più interessanti di quelle che offrono i grandi eventi.
Come Città dell’auto dovremmo proporre  al Governo di chiedere all’Europa un Piano di rottamazione europea che incentivi la sostituzione del vecchio parco circolante (euro 0-euro6). Si otterrebbero così tre risultati più importanti , da un lato si rilancerebbe la produzione di auto Euro 6 ultima generazione , dando lavoro alle aziende automobilistiche europee, dall’altro si ridurrebbe l’inquinamento e inoltre sulle strade circolerebbero auto più moderne e sicure e si darebbe una bella spinta alle tremila aziende che in Italia operano nel settore oltre a rilanciare Mirafiori . Questo sì che sarebbe un bel modo per favorire un Buon anno al nostro Paese e a Torino.
Caro Sindaco Ti ringrazio dell’attenzione e Ti auguro con tutto il cuore un ottimo 2025 ,
Mino Giachino
Associazione SITAV SILAVORO

“Piaggio Aerospace finisce ai turchi”

Piaggio Aerospace, una tra le più importanti aziende di produzione aeronautiche italiane
è stata acquistata dal gruppo turco
Baykar, attivo nella tecnologia dei droni, nella sistemistica e nell’intelligenza artificiale, ritenuto un’eccellenza di rango globale nei velivoli senza
pilota.
Il gruppo in amministrazione straordinaria
dal 2018 aveva mal vissuto il periodo
sotto il controllo del fondo degli Emirati Arabi
Mubadala, a cui era stato ceduto nel 2014
su grande pressione dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, e aveva negli ultimi
anni concentrato la sua produzione su dispositivi come il P.180 Avanti, aereo da trasporto
luxury con portata da 6 a 9 passeggeri, nello stabilimento ligure di Villanova d’Albenga.
Semplicemente vergognoso, sostiene Andrea Donniaquio del Sindacato del Nord, che
l’Italia non riesca a fare nulla per trattenere le sue eccellenze produttive e sia costretta a
vendere a gruppi extra-nazionali come in questo ultimo caso con il bene placido del
Ministero del Made in Italy.
Meravigliato, spiega Andrea Donniaquio, anche dalle tempistiche con cui si è proceduti alla
vendita senza tra l’altro aver coinvolto il territorio e le istituzioni savonesi, voglio auspicare
che siano state valutate accuratamente le strategie per lo sviluppo dell’azienda ed un
eventuale piano industriale.
Come segretario del Sindacato del Nord, auspico che il nostro Paese cominci seriamente a
difendere le nostre aziende e aiutarle a rilanciare la competitività, sia chiaro che il modello
italiano va difeso, tutelato e non svenduto a gruppi stranieri, che molto spesso, si rivelano
esser scelte poco efficienti in cui sono sempre i lavoratore a pagarne le spese.
IL SINDACATO SI NORD

Carenza autisti, Canalis (PD): “La Giunta consideri il prestito d’onore”

Alle aziende pubbliche e private del Piemonte mancano centinaia di autisti, ma la Giunta Cirio respinge la proposta di avviare un prestito d’onore per finanziare le patenti.

30.12.2024 – Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è il grande problema del mercato del lavoro piemontese. Un mercato che ad oggi esclude quasi 120.000 NEET (giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano) e che necessiterebbe di 180.000 donne occupate in più per pareggiare il tasso di occupazione maschile.

Le opportunità di lavoro ci sono, ma spesso le persone inoccupate o disoccupate non sono in condizione di coglierle.

Un esempio lampante è quello degli autisti.

Infatti, è ormai endemica la carenza di queste figure professionali, con ricadute negative su tutta la filiera della logistica e dei trasporti, nonché sul consumatore finale. C’è un’evidente difficoltà a garantire il ricambio generazionale, se il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti stima che negli ultimi 10 anni l’offerta di autisti in Italia è diminuita di 180.000 unità e solo 25.000 delle 775.000 patenti CQC sono intestate a giovani. Il 45,8% degli autisti, inoltre, ha più di 50 anni e solo il 18,1% ha meno di 40 anni.

Oltre al disinteresse per la professione di autista, ritenuta troppo faticosa, incide anche la spesa economica per il conseguimento delle qualifiche, che si aggira intorno a 3.000/4.000 euro per le patenti base.

Per questa ragione, ho proposto alla Giunta Cirio, con un emendamento alla variazione del bilancio 2024 della Regione, di istituire in via sperimentale un prestito d’onore regionale per finanziare i corsi per la patente degli aspiranti autisti, specie se di età inferiore ai 29 anni. Un “Progetto Patenti”, come quello già realizzato nel 2021, grazie alla collaborazione tra Agenzia Piemonte Lavoro, Comune di Venaria e Gruppo Vergero, che consentì la selezione, formazione ed assunzione di 1 autista. Veniva finanziata la patente, con successivo ingresso in azienda. In questo caso il progetto era finanziato dal Gruppo Vergero, mentre il mio emendamento proponeva un finanziamento regionale di 500.000 euro, su ciascuna annualità nel 2024, 2025 e 2026.

Il costo della patente non può essere finanziato con il Fondo Sociale Europeo e coi canali classici della formazione professionale, perché si tratta di formazione obbligatoria finalizzata al conseguimento di un titolo abilitante.

Anche il Consiglio Comunale di Torino, qualche giorno fa, ha approvato due proposte volte a facilitare l’acquisizione di autisti da parte di GTT: l’istituzione di una sorta di “prestito d’onore” per la patente professionale e la costituzione di un fondo, anche con il concorso della Regione, per consentire a GTT di coprire l’intero costo del corso di guida, oltre alla promozione di percorsi di accompagnamento al lavoro in collaborazione con la Fondazione Operti, rivolti a donne e migranti disponibili ad acquisire la patente D e la certificazione CQC.

Nonostante l’elevata richiesta di personale da parte delle aziende di autotrasporto, l’ottimo potenziale occupazionale del prestito d’onore per il conseguimento delle patenti e l’impatto minimo sul bilancio regionale, il mio emendamento è stato bocciato.

Presto arriverà in Consiglio regionale il bilancio di previsione 2025 e capiremo se il respingimento della mia proposta è dovuto alle ormai evidenti difficoltà finanziarie della Regione (emerse plasticamente dopo la sentenza della Corte costituzionale del maggio scorso che ha imposto una impegnativa rimodulazione della restituzione dei fondi alla sanità) o alla miopia politica di una Giunta che non interviene correttamente sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

I nuovi autisti troverebbe immediatamente lavoro: si faccia tutto il possibile per formarli!

 Monica CANALIS – consigliera regionale PD

Manovra, Ruffino: “Lascia l’Italia senza benzina”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):
C’è il taglio strutturale del cuneo fiscale, ed è un bene, ma c’è anche l’indirizzo di chi lo finanzia: il ceto medio. La manovra penalizza quella parte del Paese che diceva di voler proteggere. Sarà il ceto medio a trovare sul 730 meno detrazione per il mutuo, le spese per i figli, l’assistenza sanitaria, la pensione integrativa: meno detrazioni equivale a più tasse.
Il sistema sanitario, la scuola, gli insegnanti, tutti loro sono le vittime di una redistribuzione fiscale che penalizza pesantemente il ceto medio senza dare nessun sollievo concreto a chi ne avrebbe davvero bisogno. E, dulcis in fundo, non indica nessun orizzonte futuro al Paese. Il risultato sarà un Paese senza più carburante per affrontare un 2025 che si annuncia complicatissimo.

Giachino: bilancio del 2024 e prospettive per il nuovo anno

Mino GIACHINO e i sostenitori SITAV SILAVORO hanno chiuso l’anno discutendo, nella sede regionale di FDI, sul 2024 trascorso e sul 2025 che arriva.  

Un altro anno difficile per Torino che non ha chiuso nessuno  dei suoi problemi economici e sociali. Le persone e le aziende in difficoltà sono aumentate e meno male che ci sono tante mense dei poveri che ogni giorno grazie alle donazioni di tanti torinesi generosi forniscono pasti gratis nelle tante mense dei poveri. Vedere la gioia con la quale questi volontari accolgono chi porta borse di generi alimentari, apre il cuore. Torino chiude l’anno come Capitale dei cassa integrati e al 58* posto tra le 100 Città capoluogo come benessere(Sole 24 ore). Dati di cui non vantarsene anche se in Comune alzano le spalle. La decisione europea di puntare solo sull’auto elettrica ha bloccato di fatto le vendite di auto con pesanti ricadute sul lavoro delle case produttrici e delle aziende dell’indotto. Tavares ha portato la trattativa col governo per le lunghe e ha dovuto andarsene alla faccia di chi si era fidato di lui. Il Governo italiano che ha tenuto duro nel confronto si aspetta ora di portare a casa qualche risultato importante. Vedremo quanto dirà Elkann in Parlamento nell’anno nuovo. Entro giugno dovrà essere installata la Fresa che scaverà la TAV dal lato Italia. Ci aspettiamo a breve sostegno del Governo per le aziende dell’indotto, Torino non può perdere  un patrimonio industriale così importante.
Chi finisce male come l’aveva iniziato sono le periferie, da Aurora a Barriera di Milano , dove il degrado e lo spaccio la fanno da padrone. Nulla è cambiato dalle denunce fatte dai Parroci della Madonna della Pace, Don Stefano Votta e Don Luca Ramello. La conferma arriva stamane dal Prefetto Donato Cafagna molto più attento del suo predecessore. La criminalità organizzata e la mafia calabrese imperversano. Continua la fuga all’estero di ragazzi neolaureati alla Università o al Politecnico.
I ritardi nella apertura del vecchio traforo ferroviario del Frejus, causa la frana in Francia, oltre a danneggiare le aziende che trasportano verso la Francia hanno bloccato la assunzione di ragazzi valsusini che , senza dirlo ai Notav, dopo aver fatto il corso da macchinisti o aiuto macchinisti hanno visto sospendere l’assunzione da parte delle aziende private di trasporto merci ferroviario.
Ora la Torino responsabile fa il tifo affinché la Meloni riesca a far cambiare la decisione europea sull’auto e Urso riesca a quagliare un piano concreto sugli investimenti di Stellantis.  A Torino  irrisolto rimane il nodo dei grandi patrimoni non investiti sulle aziende torinesi,
Noi di SiTAV SILAVORO proseguiremo la nostra battaglia per la TAV e per il settore auto, che rappresenterà per Torino il vero e forte rilancio del lavoro e del benessere.

MINO GIACHINO