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Verdi: “iniziato percorso di crescita in Piemonte”

Amministrative in Piemonte

Europa Verde – Verdi (Mariella Grisà e Mauro Trombin)

Si è conclusa questa tornata elettorale per il Piemonte i risultati per noi Verdi sono incoraggianti e ci danno la motivazione per continuare a crescere e costruire progetti sul nostro territorio.

A Grugliasco il sindaco eletto è Emanuele Gaito sostenuto dalla nostra coalizione con forza e convinzione, una vittoria netta che gli consentirà di governare sapendo di avere ottenuto più del 70% dei consensi.

I Verdi ad Asti avranno una rappresentanza in Consiglio Comunale, la città non cambierà volto sarà governata dall’amministrazione precedente, il risultato ottenuto dai Verdi, grazie all’impegno dei Co-portavoce astigiani e dell’On. Romano, impegnato in prima persona nella campagna elettorale, segna un importante traguardo.

Il lavoro più difficile è stato portato avanti ad Alessandria roccaforte di centrodestra.

L’impresa di Giorgio Abonante sostenuto dalla nostra coalizione ha vinto portando a casa il più largo consenso. Qui si andrà al ballottaggio quindi il lavoro non è finito dovremo mettere in campo ancora più passione per portare a casa il risultato sperato.

L’esito di questa tornata elettorale, per noi di Europa Verde Piemonte, è molto buono. Siamo un partito che celebra la vita in tutte le sue forme e come un progetto che nasce e che cresce ha bisogno di due elementi fondamentali che sono la cura e il tempo.

Si torna al voto ad Alessandria, Acqui Terme, Cuneo, Savigliano, Omegna e Chivasso

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Sono 86 i nuovi sindaci del Piemonte. Oltre  agli 82 dei Comuni più piccoli al voto domenica scorsa, se ne aggiungono 4 nelle città con oltre 15 mila abitanti: Asti, Borgomanero, Grugliasco e Mondovì dove al primo turno è  stato eletto il sindaco.

Di nuovo al voto, il 26 giugno, per il ballottaggio ad Alessandria, Acqui Terme, Cuneo, Savigliano, Omegna e Chivasso.

 Ad Asti ha vinto il sindaco uscente Maurizio Rasero (centrodestra) contro Paolo Crivelli (centrosinistra), a Grugliasco Emanuele Gaito (centrosinistra) battuto imDaniele Berardi (centrodestra) e Mariano Turigliatto (Grugliasco Democratica e Gru ecologista). Invece a Mondovì Luca Robaldo, col supporto di 8 liste civiche, ha prevalso sul candidato di centrodestra Enrico Rosso. A Borgomanero, Sergio Bossi (FdI, FI, Lega e tre liste civiche) ha vinto su Nicoletta Bellone (centrosinistra).  Ad Alessandria, ballottaggio tra il candidato del centrosinistra Giorgio Abonante e il sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco, a Cuneo tra Patrizia Manassero (centrosinistra) e Franco Civallero (centrodestra), ad Acqui tra Danilo Rapetti, già sindaco in passato, e il sindaco uscente Lorenzo Lucchini.

Ballottaggio anche a Savigliano tra Antonello Portera e Gianfranco Saglione, a Chivasso tra Clara Marta (centrodestra) e Claudio Castello (centrosinistra). Infine a Omegna, tra l’uscente Paolo Marchioni (centrodestra) e Alberto Soressi (centrosinistra).

Magliano: «Disagio psichico tra i giovanissimi, ora è vera epidemia»

L’Ospedale Regina Margherita di Torino lancia l’allarme: liste d’attesa infinite, posti letto gravemente insufficienti per numero. Ma la Giunta Regionale ignora il tema: la mia interpellanza che chiede soluzioni attende da 177 giorni di essere portata in Aula e discussa.

Parlando di salute mentale, la parola “epidemia” non è più un’iperbole: è ormai a tutti gli effetti il termine più corretto per indicare la realtà dei fatti. I dati parlano da sé: i casi di disagio psichico risultano raddoppiati tra i giovanissimi rispetto all’era pre-Covid. È l’Ospedale Regina Margherita di Torino a lanciare l’allarme. Questa Giunta, ora ascolti: non sono soltanto i Consiglieri di Minoranza e i giornali a denunciare il problema, ma le stesse strutture della Sanità regionale. Di fronte all’emergenza – aumentano in maniera drammatica i casi di disturbi alimentari (i ricoveri crescono del 30%, del 67% i nuovi casi), ansia, panico, depressione e atti anche gravi di autolesionismo – chiediamo più posti letto e adeguate risorse economiche. Prima di tutto, pretendiamo l’attenzione della Giunta: la nostra interpellanza sul tema del Reparto di Neuropsichiatria Infantile (presso il quale i ricoveri sono aumentati del 200% dal 2019) dell’Ospedale Regina Margherita di Torino attende di essere discussa dal 15 dicembre scorso: 177 giorni d’attesa per un tema così urgente ci paiono francamente troppi. Attualmente al Reparto NPI del Regina Margherita sono occupati 38 posti letto, tanto che sono stati “presi in prestito” diversi posti letto della Pediatria. Gravissima anche la situazione delle liste d’attesa: due mesi per una visita in teoria urgente, dodici per l’inizio di un percorso di psicoterapia. Questo è un campo nel quale la tempestività degli interventi è fondamentale: sono tempistiche inaccettabili.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Torino, i dati finali dei referendum

Questi i dati finali di Torino dello scrutinio per i 5 referendum:

1° Referendum.    Sì 48,06  %, No 51,94   %   – Affluenza 15,89%  Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi (Scheda di votazione di colore rosso)

2° Referendum.      Sì 50,59 %, No 49,41 %  Affluenza 15,88% Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale (Scheda di votazione di colore arancione)

3° Referendum.    Sì 70,54  %, No 29,46 %  Affluenza 15,88% 

Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati (Scheda di votazione di colore giallo)

4° Referendum.   Sì 68,89 %, No 31,12 % – Affluenza 15,87%  

Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte (Scheda di votazione di colore grigio)

     

5° Referendum.     Sì 69,69 %, No 30,31 % – Affluenza 15,87% Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura (Scheda di votazione di colore verde)

Ruffino: “Anche in Piemonte con Azione risultati positivi. Centro alternativa a bipopulismo”

“Il risultato ottenuto da Azione in questa tornata elettorale per le comunali e’ piu’ che soddisfacente. Anche in Piemonte abbiamo avuto riscontri positivi, molti elettori si sono avvicinati scegliendo i nostri candidati”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “E’ il segnale che la politica concreta paga, la gente ci chiede di fare e di non limitarci alle chiacchiere, questo ci fara’ conquistare un’area politica dalle grandi potenzialita’ in termini di consensi. Ora piu’ che mai e’ il momento di scommettere sulla creazione del centro come vera alternativa al bipopulismo Pd-5 Stelle e Lega-Fdi. L’astensionismo e’ stato alto ma la voglia di politica tra la gente c’e’, non sara’ facile conquistare sempre piu’ spazio ma con il pragmatismo che ci contraddistingue ci riusciremo”, conclude.

Europa Verde: la sconsiderata decisione di Lagarde

Dopo 11 anni, la BCE annuncia quello che potrebbe essere il primo di una serie di rialzi dei tassi di interesse.

“La decisione della Bce a guida Lagarde di alzare i tassi di interesse e di limitare gli interventi sul quantitative easing è sconsiderata. In un momento in cui rischiamo di entrare in stagflazione a causa dell’aumento dei prezzi energetici e l’aumento dell’inflazione questa decisione darà un colpo drammatico a famiglie e imprese che di fatto non potranno più accedere al credito. In questo modo si fermeranno investimenti in settori strategici come quello della transizione ecologica ed energetica” – commentano Eleonora Evi ed Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde, che aggiungono:

 

“Un aumento dei tassi in combinazione con la fine dell’acquisto di obbligazioni segna la vittoria dei falchi dell’austerity ed è una potenziale bomba socioeconomica. Rallentare la crescita economica dopo 2 anni di pandemia e nel bel mezzo di una guerra è una mossa del tutto imprudente. L’indebitamento di paesi e imprese diventerà più costoso in un momento in cui avremo bisogno di molte risorse per garantire la sovranità energetica dell’Europa. Oggi c’è un urgentissimo bisogno di investimenti nella transizione energetica, anche per garantire la nostra indipendenza dai combustibili fossili dalla Russia. Un aumento dei tassi rende i prestiti più costosi, il che fa sì che le aziende riducano i loro investimenti. Nel lungo periodo, la crescita economica e l’occupazione rallenteranno, riducendo così la crescita dei salari. E alla fine saranno i lavoratori a pagare il prezzo dell’inflazione guidata dal profitto, che sta già erodendo il loro potere d’acquisto. Dobbiamo porre fine al più presto alla dipendenza e alle importazioni di combustibili fossili, i principali responsabili dell’aumento dei prezzi dell’energia” – concludono Evi e Bonelli.

 

Eleonora Evi

Eurodeputata Greens/EFA

Co-portavoce nazionale Europa Verde

Non solo referendum: oltre 500 mila piemontesi al voto per le Comunali

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Oltre ai Referendum, sono 500 mila gli elettori in Piemonte per le elezioni comunali di oggi. Ad Alessandria e provincia si vota in 13 Comuni, nell’Astigiano in 11, nel Biellese in 2; nella provincia di Cuneo Amministrative in 18 Comuni oltre al capoluogo, nel Novarese in 5, nel Verbano-Cusio-Ossola in 7, altrettanti nel Vercellese, 28 nella Città Metropolitana di Torino.
Si vota anche ad  Angrogna, nel Pinerolese, dove il consiglio è stato sciolto dopo la morte del sindaco, e altri 8 Comuni per motivi diversi dalla scadenza naturale: San Benigno Canavese, dove il sindaco si è dimesso per motivi di salute, Vigone, per la morte del primo cittadino, Torrazzo (Biella), (Vercelli) Demonte, Sommariva Bosco e Cravanzana, nel Cuneese, e Campertogno , per dimissioni legate a motivi politici, Mombello, in provincia di Torino, centro con meno di 400 abitanti, dove nel 2021 non si era presentata alcuna lista. Oggi i candidati sindaci sono cinque, per il consiglio comunale sono 41 i candidati.

Automotive: Ruffino “difesa clima importante ma tutelare industria auto”

“Per il Piemonte il settore dell’automotive è una delle filiere industriali più importanti ma e’ impossibile pensare, da un giorno all’altro, di annunciare la sostituzione delle auto a benzina con le auto elettriche senza avere ben chiara una strategia per tutelare l’economia”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 e’ stata una scelta azzardata che mette con e spalle al muro una industria importante. A questo punto pero’ il governo deve intervenire immediatamente, ascoltando gli imprenditori e le categorie sociali, e sostenendo questo cambio radicale di una intera filiera produttiva. La difesa del clima e’ un tema importante per tutti i governi, dobbiamo cogliere le opportunita’ della transizione ecologica ma senza penalizzare i lavoratori e il territorio”, conclude.

Rifondazione: No al polo bellico

AGLI IPOCRITI DEL CONSIGLIO COMUNALE DICIAMO:

Non c’è alcun dubbio che viviamo in una società (borghese) basata sull’ipocrisia. Ne è un plastico esempio il Consiglio Comunale di Torino. Da una parte, infatti, il Comune di Torino aderisce alla campagna “Italia Ripensaci!”, che si batte affinché l’Italia aderisca al Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Dall’altra lo stesso Consiglio Comunale ha approvato, a stragrande maggioranza, la mozione  presentata dal capogruppo della “Lista Civica per Torino che impegna la Città (Sindaco e Giunta Comunale) a sostenere la candidatura di Torino per la sede europea del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A.), che, tradotto in italiano, è una rete di sperimentazione e di  innovazione che dovrebbe sostenere la NATO nella sua attività militare e guerrafondaia tramite due Centri “Regionali”, da istituirsi uno in Europa e uno negli USA.

Non vorremmo deludere le aspettative dei “volenterosi pro NATO”, ma risulterebbe che il centro europeo sia già stato assegnato alla Gran Bretagna. L’allontanamento da Torino è  anche il frutto della mobilitazione che si è sviluppata in città nei mesi scorsi, e alla quale rivendichiamo la nostra partecipazione. Cionondimeno la mozione approvata dal Consiglio Comunale resta ugualmente pericolosa, perché non è stato affatto cancellato, invece, il progetto di realizzare a Torino uno dei nove centri per l’innovazione dell’industria aerospaziale previsti in Europa, da costruirsi nell’area di corso Marche, con il nome pomposo di “Città dell’Aerospazio”. Che c’è di male in tutto ciò? “Un fatto molto semplice – afferma Fausto Cristofari, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino – e cioè che dietro a magnifiche immagini futuristiche, si nasconde in realtà l’industria bellica. E proprio nel momento in cui l’alito mortifero della guerra è tornato ad affacciarsi in Europa, il Consiglio Comunale si esprime a favore della costituzione a Torino di una struttura della NATO. Come se già non bastassero, in Italia la base di Aviano (dove si custodiscono armi nucleari), quella di Ghedi o le numerose basi americane in Sardegna, tristemente famose per i danni prodotti dall’uranio impoverito.”

Prima di finire anche noi additati nella lista dei filo putiniani – continua Cristofari –  tengo a ribadire ciò che abbiamo sempre detto e ripetuto: consideriamo come un atto criminale l’invasione russa dell’Ucraina. Per fermare questo atto criminale, però, non si possono ignorare le responsabilità degli USA e della NATO. Non vogliamo basi NATO né a Torino né Italia. Produrre armi vuol dire farsi complici della principale causa delle guerre nel mondo: gli enormi profitti portati dall’industria bellica. La quale, nel caso torinese, si avvarrebbe anche, fatto ancor più aberrante, della collaborazione dell’Università, che pensavamo fino a ieri luogo dedicato alla cultura, non alla guerra. Utilizziamo piuttosto le alte competenze nel campo della ricerca e dell’innovazione già patrimonio di Torino per lo sviluppo di dell’industria civile!

Inutile dire che bisognerà opporsi a tutto questo. Sviluppando al massimo, nelle prossime settimane, la controinformazione e sostenendo le mobilitazioni per un progetto di città basato sulla cura (delle persone e del territorio) e non sulla morte e la distruzione su cui si regge l’industria bellica.

Una prossima iniziativa è già in programma, a Torino, lanciata dal “Comitato contro la guerra e chi la arma”, di cui siamo parte, per il prossimo 2 luglio. Occorrerà renderla ancora più ampia e coinvolgente. Noi ci saremo!

Centro, non è più la Dc ma assomiglia

Il cantiere del Centro è ormai decollato e ognuno piazza la sua tenda.

L’ultima grande manifestazione a Napoli di ‘Noi Di Centro-Mastella’ ne è la conferma. Il progetto, al riguardo, resta quello più credibile sul tappeto per dar vita ad un’area politica, sociale e culturale che oggi è senza una vera e credibile rappresentanza politica ed organizzativa. Ovvero, dar vita ad una sorta di ‘Margherita 4.0”. Certo, conosciamo perfettamente le obiezioni al riguardo: ci vuole un leader riconosciuto in cui tutti i vari spezzoni si riconoscano; un programma minimo di governo e, soprattutto, dar vita ad una federazione che sappia unire le esperienze, i movimenti e i partiti che non sono più riconducibili al “bipolarismo selvaggio” che caratterizza la nostra cittadella politica da ormai qualche lustro. Nodi che, cammin facendo, saranno comunque sciolti anche perchè non si tratta di mettere insieme decine di sigle ma, al massimo, 4/5 partiti e movimenti che affollano quest’area politica. Un progetto politico, culturale ed organizzativo che, comunque sia, quasi si impone dopo il sostanziale fallimento delle due tradizionali coalizioni denominate centro destra e centro sinistra. Lo ha detto, per l’ennesima volta il sondaggista Noto proprio a Napoli valutando quest’area politica attorno al 18% dell’elettorato italiano. E questo soprattutto dopo l’irruzione del populismo grillino che ha definitivamente fatto saltare un impianto che ormai, lo possiamo dire tranquillamente, era arrivato al capolinea da tempo. Del resto, tutti sanno che i due principali schieramenti sono ormai ridotti a due cartelli elettorali dove al proprio interno si coltivano ricette programmatiche diverse e prospettive politiche addirittura alternative. Tenute insieme esclusivamente dalla volontà di liquidare e di annientare il corrispettivo avversario/nemico.
Ora, di fronte ad un panorama del genere, è addirittura scontato che il quadro politico italiano cambi. Non a caso le prime avvisaglie già si intravedono a proposito della scomposizione e della ricomposizione delle varie forze politiche. Un processo che è sotto gli occhi di tutti e che tarderà a manifestarsi in tutta la sua corposità. Anche all’interno di partiti che, causa la massiccia riduzione dei seggi parlamentari, vedrà una forte mobilità dello stesso personale politico. E una forza di centro che sia in grado di declinare anche e soprattutto una “politica di centro” più che un esercizio di semplice posizionamento tattico è ormai una necessità politica concreta.
Certo, non sarà una Dc bonsai o una banale replica delle esperienze politiche del passato. Ma è indubbio che questo nuovo soggetto politico – che sarà una sorta di federazione e culturalmente plurale – non potrà non assomigliare, nel metodo e nel comportamento concreto, a quello che è stata per decenni la Democrazia Cristiana. Su più versanti: dalla valenza della politica estera al respingimento della radicalizzazione della lotta politica; dal rifiuto pregiudiziale della deriva populista e anti politica all’importanza della cultura della mediazione; dalla centralità del Parlamento alla valorizzazione del pluralismo sociale e culturale; dalla qualità ed autorevolezza della classe dirigente al rispetto delle istituzioni democratiche; dall’efficacia dell’approccio e della cultura riformista alla conservazione e al perseguimento dei valori democratici e costituzionali alla valenza della cultura delle alleanze.
Insomma, un patrimonio culturale, valoriale, politico e programmatico che ci fa oggettivamente ricordare il ruolo, la mission e la funzione che storicamente ha avuto la Dc pur senza replicare quella esperienza politica ed organizzativa. Ma quel che più conta, in questa particolare situazione storica, non è scimmiottare i partiti del passato – che, come ovvio, non torneranno più – ma, al contrario, riuscire a recuperare da quell’immenso patrimonio le ragioni politiche e culturali che siano in grado di ridare serietà, autorevolezza e qualità alla politica contemporanea e, in particolare, alle due dinamiche concrete e alle stesse scelte politiche. E, per centrare questo obiettivo, proprio dal percorso storico della Democrazia Cristiana si possono recuperare idee, metodi, cultura e scelte politiche che conservano una bruciante attualità anche nella stagione contemporanea.
Ecco perchè il nuovo e futuro Centro non è più la Dc ma assomiglierà alla Dc. Contro il “nulla della politica” da un lato e contro la “deriva populista e massimalista” che ha provocato solo danni e cadute verticali della stessa credibilità della politica, della sua classe dirigente e delle istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo