“Al di là del rinnegamento totale e radicale di tutto ciò che ha detto per oltre 10 anni, è indubbio
che la recente scelta politica di Di Maio e la crisi irreversibile del populismo anti politico e
demagogico dei 5 stelle, rafforza ulteriormente il progetto e l’iniziativa politica di un Centro
politico, riformista, plurale e di governo. Un luogo politico necessario ed indispensabile non solo
per recuperare la qualità della nostra democrazia ma, soprattutto, per l’efficacia dell’azione di
governo. E lo stesso progetto di Di Maio, almeno così pare, va in questa direzione e non può che
essere condiviso.
Ma, per raggiungere questo obiettivo e rafforzare questa scommessa politica, è indispensabile e
prioritario costruire una forte unità di tutti i leader e i soggetti politici che non si riconoscono più
nel ‘bipolarismo selvaggio’ che ha caratterizzato la geografia politica italiana in questi ultimi anni.
E quindi, basta con i pregiudizi personali, con ridicole e grottesche pregiudiziali. E, inoltre, basta
distribuire patenti di moralità, di competenza e di finto nuovismo a destra e a manca. E, di
conseguenza, anche al Centro. Chi persegue questa linea, come ad esempio Calenda, lavora più
per indebolire e poi distruggere il progetto che non per costruirlo e consolidarlo.
Ecco perchè, adesso, è necessario mettere in campo umiltà e generosità da parte di tutti gli
esponenti di quest’area politica e culturale. Esiste, al Centro, un grande spazio politico ed
elettorale. Va coltivato e rafforzato senza puerili pregiudiziali e singolari blocchi ai nastri di
partenza”.
Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro-Mastella’
“L’occupazione dell’ex Astanteria Martini di Via Cigna è un’atto inaccettabile che va fermato immediatamente e senza attendere un minuto di più. Le forze dell’ordine intervengano” a chiederlo sono la Capogruppo di Fdi in circoscrizione 7 Patrizia Alessi e l’assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, che proseguono: “Quella struttura è stata individuata dalla Regione Piemonte per diventare uno dei futuri Ospedali di Comunità, un luogo, quindi, che apparterrà a tutti i torinesi e si occuperà dei loro bisogni di assistenza socio sanitaria. I soliti noti dei centri sociali invece hanno pensato bene di forzare le porte ed occuparlo come sfregio. Ci auguriamo che anche la Città di Torino possa prendere posizione immediata e chiedere insieme a noi un intervento che impedisca agli occupanti di danneggiare l’interno della struttura. Guarda caso gli stessi antagonisti che hanno protestato per mesi al fianco della sinistra istituzionale per individuare l’ex Maria Adelaide come ospedale di comunità ora occupano illegalmente e vandalizzano la struttura scelta dalla Regione. Il Pd torinese ha niente da dire in proposito?”
Draghi e il nuovo Giggino
Nuovo Comitato per la Buona Destra a Chieri
In un momento di notevole incertezza politica e di grande fermento nel campo liberale, prosegue la crescita della Buona Destra Piemontese che tra nuove adesioni di amministratori locali ed un crescente interesse da parte dei cittadini, continua il proprio percorso di radicamento territoriale attraverso l’apertura di nuovi comitati locali.
“Annunciamo oggi l’apertura del nuovo Comitato per la Buona Destra di Chieri, affidando ad Alexandro Berra il ruolo di Referente Locale”, così Claudio Desirò, Segretario Regionale della Buona Destra del Piemonte.
“Conosco Alex da tempo e sono sicuro che, insieme al Delegato di zona, Avv. Alberto Del Noce, farà un grande lavoro, sviluppando il nostro progetto in funzione delle Elezioni Amministrative del 2024”, continua Desirò.
“Il nostro obiettivo è quello di proseguire nella creazione di un’alternativa concreta al bipopulismo attuale, ridando fiato e rappresentanza ai valori liberali, moderati, europeisti ed a tutti coloro che in questi si riconoscono”, conclude Desirò, “in queste settimane stiamo registrando l’adesione di amministratori locali, membri di progetti civici, politici in cerca di una casa liberale in grado di poter gettare le basi di un percorso credibile e concreto. Questi sono i risultati che ci confortano e chi confermano di essere sulla strada giusta”.
Secondo Berra, “l’obbiettivo della Buona Destra di Chieri, sarà quello principalmente di riportare la Città al centro delle proposte, lasciando da parte gli individualismi che hanno portato in questi anni ad avere una destra ormai frazionata e inesistente.
Si cercherà anche di dare finalmente una casa a quelle persone che ormai non si riconoscono più negli slogan che puntano alla pancia delle persone: il motto principale non devi essere w il partito ma w Chieri e i Chieresi.”
“Ringrazio Claudio e l’Avvocato Del Noce per la fiducia che mi hanno dimostrato”, conclude Berra, “e sono pronto a far crescere la squadra della Buona Destra piemontese lavorando per il rilancio del nostro territorio”.
Attraverso in politica “altra ed alta”, fatta di proposte concrete ed in linea con i reali bisogni del Paese, distanti dagli slogan “mordi e fuggi” lanciati in cerca di facile consenso, la Buona Destra diventa sempre più realtà affermandosi come punto di riferimento del campo liberale.
Il Direttivo della Buona Destra del Piemonte ricorda di essere a disposizione per tutti coloro che, incuriositi dalla nuova realtà politica, volessero approfondire la proposta, sia attraverso i canali social sia attraverso i Comitati Locali ed i propri organi dirigenziali.
Buona Destra Piemonte
Di Maio, la conversione e la scelta politica
Vabbè, si potrebbe dire senza farla lunga, che la festa è finita, è stato bello, cala il sipario. Ciao 5 stelle.
Però, c’è un però. Certo, ascoltare uno che ha fatto la fortuna personale con un partito
ripetendo all’infinito slogan, accuse infamanti contro gli avversari politici, criminalizzare tutti quelli
che c’erano prima, sostenere teorie sulla superiorità morale nei confronti di tutti gli altri
interlocutori politici, esaltare l’incompetenza e l’improvvisazione al potere, ridicolizzare altri partiti
e le rispettive culture politiche e poi, una bella sera, rinnegare tutto ciò e liquidare la precedente
esperienza come se fosse tutte merce avariata… beh, fa ancora un certo effetto. Anche nella
società contemporanea, dove la politica, di fatto, è scomparsa.
Ora, tutti sappiamo che siamo in un contesto dominato dal trasformismo politico più spietato e
dall’opportunismo personale e parlamentare – e dove il capitolo del “terzo mandato”, come tutti
sanno, è centrale e determinante da quelle parti… – ma anche quando si rinnega radicalmente
tutto ciò che si è predicato per circa 15 anni anche i palati politici più addestrati e collaudati
provano tuttavia un certo brivido.
Detto questo, che effettivamente non si può negare come se nulla fosse, non possiamo non
cogliere anche un dato politico inequivocabile. E cioè, Di Maio dopo aver rinnegato e sconfessato
radicalmente tutto quello che ha teorizzato, detto e praticato per 5 lustri e sino a qualche
settimana fa, adesso ha scoperto che è arrivato il momento della “scelta”. Politica e forse anche
culturale, nonchè comportamentale, archiviando – almeno speriamo definitivamente – la sequela
di insulti, attacchi personali, contumelie e semi diffamazioni rivolte agli avversari/nemici politici in
tutti questi anni. E la “scelta” politica è quella, che personalmente condivido, di contribuire a
rafforzare e a consolidare un progetto politico di Centro nel nostro paese attraverso la
declinazione concreta di una “politica di centro”. Certo, non può essere Di Maio – per ragioni
persin troppo evidenti da spiegare – il perno attorno al quale si costruisce un simile progetto. Ma,
comunque sia, la presa di distanza di Di Maio e della sua corrente, seppur estemporanee e
dettata da evidenti ragioni legate alla tagliola del “secondo mandato”, aiuta ad isolare sempre di
più il populismo giustizialista, manettaro e demagogico di ciò che resta del partito dei 5 stelle. Un
segnale che non può non essere colto da tutti coloro che lavorano per dar vita a questo progetto
distinto e distante dal “bipolarismo selvaggio”che ha caratterizzato la politica italiana in questi
ultimi lustri e che si è ulteriormente rafforzato in questi ultimi tempi con l’assenza della politica e il
trionfo del trasformismo e della spregiudicatezza.
Ecco perchè il nostro compito politico e il nostro ruolo in questo progetto specifico, anche e
soprattutto dopo le scelte dell’ex pentastellato Di Maio, si rafforza sempre di più. Adesso si tratta
di consolidare questo soggetto plurale e di affinare, al contempo, un “pensiero” politico che sia in
grado di dare robustezza ideale e programmatica a questa sfida che sarà decisiva anche per
garantire la qualità e l’efficacia nell’azione di governo dopo le prossime elezioni politiche. Ognuno
con la propria storia, la propria cultura e la propria sensibilità politica.
Giorgio Merlo
“Non e’ possibile dare ogni giorno spazio ai litigi dei 5 Stelle e tralasciare le priorita’ degli italiani in questo periodo di crisi. Se Di Maio ha deciso di divorziare dai suoi compagni di partito lo faccia senza bloccare la maggioranza. I danni provocati al Paese dal M5S hanno davvero superato il livello di guardia e di decenza. Ora dobbiamo risolvere i problemi dell’Italia, tagliare le accise sui carburanti, il cuneo fiscale, aiutare le aziende e le famiglie a superare un periodo duro e non continuare a perdere tempo dietro i litigi dei grillini capricciosi”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino.
Venerdì 24 giugno l’ordinanza n. 39 del Sindaco obbliga i gestori e gli esercenti dei locali del centro di Torino a rimuovere dehors, piante, panchine, causa sospensione della concessione del suolo pubblico.
“Un’ordinanza intempestiva e mai vista nella nostra Città soprattutto relativamente all’estensione del territorio interessato – commenta il Vice Capogruppo di Torino Bellissima, Giuseppe Iannò – che obbligherà i locali del centro di Torino ad un’operazione contro il tempo ed alla riduzione della propria attività lavorativa durante il giorno di festa patronale della città”.
“Un’ordinanza già criticabile per le ripercussioni economiche sulle centinaia di attività interessate, ancor più inconcepibile perché emanata a 72 ore di distanza – prosegue Iannò”.
“In queste ore siamo stati contattati da diversi titolari delle attività di somministrazione del centro di Torino, allarmati per la scarsità di tempo a disposizione per ottemperare all’ordinanza, preoccupati per la necessità di ritrovare spazi in cui depositare i materiali da rimuovere, e legittimamente arrabbiati per la nuova occasione persa per risollevare un settore in forte crisi da tempo”.
Lo spettacolo pirotecnico in occasione della festa patronale è una tradizione consolidata, ma è la prima volta che ai locali ubicati al di fuori di piazza Vittorio Veneto o piazza Gran Madre, venga imposta un’operazione simile. Quasi tutto il centro di Torino viene sottoposto ad un’ordinanza emanata fuori tempo massimo.
Una richiesta assurda e tardiva, che mette in difficoltà le decine di attività della zona, costrette a rimuovere e sistemare velocemente tutto ciò che insiste sul suolo pubblico, con 72 ore di tempo a disposizione e dovendo rinunciare per l’ennesima volta ad un’occasione di rilancio.
L’ennesimo episodio che dimostra la scarsa attenzione, che la Giunta pone su questo settore, sul quale si spendono sempre belle parole in campagna elettorale ma nei fatti concreti, solo tanti bla bla.
Il prof. Angelo D’Orsi a Torino
“CONDIZIONATORI MAL FUNZIONANTI: SUI TRENI REGIONALI NON C’È NULLA DI MAGICO”
Il consigliere regionale Alberto AVETTA ha presentato un’Interrogazione denunciando sulla Torino-Milano e sull’Aosta-Torino sovraffollamento e carrozze allagate causa mal funzionamento dei sistemi di condizionamento: “Rispetto ad ottobre nulla è cambiato.”
«Nelle ultime settimane sulle tratte Torino-Ivrea-Aosta e Torino-Milano si sono verificati diversi disservizi, soprattutto sovraffollamento e intollerabili problemi di natura tecnica con impianti di condizionamento copiosamente “gocciolanti” all’interno delle carrozze. In particolare, un video realizzato recentemente sul treno Torino-Aosta delle 16.25, in un giorno feriale, non lascia spazio a molta fantasia rispetto alla carenza di posti a sedere. Anzi, non si scorge capienza nemmeno per stare in piedi! Analoga situazione, secondo quanto testimoniato dai pendolari, si verifica spesso anche sull’Aosta-Torino che parte da Chivasso alle 7.10. Casi di carrozze allagate dal malfunzionamento dei sistemi di condizionamento si sono verificati pochi giorni fa sul Torino-Milano delle 18.54. In attesa di capire se il nuovo contratto di servizio con Trenitalia porterà con sé un’offerta rinnovata in quantità e qualità, ho presentato un’Interrogazione per sollecitare la Regione Piemonte ad intervenire su Trenitalia. Mentre nei vari spot sull’Alta Velocità, da Frecciarossa a Italo, è tutto “magico”, i pendolari che viaggiano sui treni regionali devono ricorrere agli incantesimi se vogliono arrivare puntuali al lavoro e viaggiare non in carrozze stipate e roventi». Lo afferma il vice Presidente della Commissione Trasporti e consigliere regionale del Pd Alberto AVETTA, che ha depositato un’Interrogazione nella quale si chiede alla Regione di intervenire per porre rimedio all’irrisolto problema della Torino-Ivrea-Aosta.
«Ad ottobre, insieme al Consigliere Mauro Salizzoni, avevamo documentato la stessa situazione. Prendiamo atto che, da allora, nulla è migliorato. Stiamo parlando di due linee molto utilizzate dai pendolari che, per ragioni di lavoro o di studio, non possono scegliere di spostarsi nelle ormai limitate fasce orarie in cui le carrozze non risultano congestionate all’inverosimile. Circa l’Aosta-Ivrea-Torino non basta chiamare in causa la Regione Valle d’Aosta in quanto titolare della linea, perché gran parte degli utenti di questa tratta vivono tra canavese e chivassese e non possono essere trattati alla stregua di “piemontesi di serie C”. Purtroppo, mentre altre Regioni hanno ripristinato il 100% dei servizi ferroviari, in Piemonte ad oggi sono ancora ridotti e l’attesa del nuovo contratto di servizio, che entrerà in vigore il 1 luglio, non lascia spazio all’ottimismo. Speriamo di venire smentiti, ma, nell’attesa, la Regione dovrebbe quanto meno chiedere delucidazioni a Trenitalia e pretendere il rispetto di standard dignitosi in quanto a capienza e corretto funzionamento del condizionamento».