Difendendo la TAV abbiamo difeso il futuro di Torino che con la TAV sarà dentro la Rete europea e mondiale dei trasporti su rotaia che ci porteranno turisti e merci da tutto il mondo, migliaia di posti di lavoro, miliardi di PIL ogni anno per sempre con il rammarico di aver perso anni di tempo mentre Torino declinava.
“La partita del Quirinale ha dimostrato che né il centrodestra – così come l’abbiamo conosciuto fino ad ora – né il centrosinistra hanno i numeri per dettare da soli legge.
“Calore, sicurezza e umanità insieme all’eccellenza medica”
È stato il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Ivrea il primo ad aprire la porte alle future mamme per una giornata dedicata alla vaccinazione anti-Covid, iniziativa che sarà replicata in Piemonte domenica 6 febbraio e il 6 marzo con un open day per le donne in dolce attesa.
“Il Dr. Fabrizio Bogliatto, primario del reparto di Ginecologia eporediese con il suo staff – commenta il Vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Piemonte, il leghista Andrea Cane – ha aperto le porte per offrire alle mamme la situazione più sicura e confortevole per vaccinarsi. Mettere a disposizione l’ambiente più rassicurante per una donna in dolce attesa, quello in cui la gravidanza viene seguita e monitorata, è stata l’intuizione che l’Asl To4 ha valorizzato con questa iniziativa. Le mamme sono state vaccinate e hanno potuto verificare nella stessa occasione la salute del nascituro, portando a casa una foto tridimensionale del piccolo. Un gesto pieno di calore e umanità che rende onore a una realtà ospedaliera di eccellenza canavesana come ritengo che sia il reparto di ostetricia e ginecologia di Ivrea. Ringrazio quindi non solo il primario ma anche tutta la Direzione Generale dell’Asl To4 capitanata da Stefano Scarpetta per aver dato ancora una volta prova di efficienza e proattività in un un momento non certamente facile per tutta la Sanità nazionale”.
“Guido Calleri di Sala è stato nominato segretario politico di Torino e provincia di ‘Noi Di Centro’, il partito di centro guidato a livello nazionale da Clemente Mastella e Giorgio Merlo.
stato indicato come garante del partito a livello torinese.
Una nomina, quello di Guido Calleri di Sala, che prosegue l’organizzazione del partito a livello
piemontese con la nomina dei vari segretari provinciali.
Un progetto politico che punta a ricostruire il “centro” nel nostro paese attraverso la costruzione
di un partito e la federazione di tutte le formazioni, i movimenti e i partiti che sono già presenti nel
campo centrista. A livello parlamentare e a livello politico. E l’organizzazione del partito a livello
periferico di ‘Noi Di Centro’ è la miglior risposta per ridare forza e prestigio al “centro” politico e
culturale nel nostro paese. A livello nazionale come a livello locale”.
“Questa mattina abbiamo assistito all’ennesimo atto di assecondamento da parte delle istituzioni ai collettivi antagonisti e ai centri sociali.
Premesso che l’organizzazione del corteo doveva assolutamente essere vietata, in quanto il Piemonte si trova ancora in zona arancione, ma questo tipo di eventi non dovrebbe trovare spazi in una città dove dovrebbero vigere ordine e rispetto delle regole. Per quanto ci addolori la tragica morte dello studente Lorenzo Parelli – che deve sicuramente aprire una riflessione sulla metodologia dell’Alternanza Scuola-Lavoro –, non posso che esprimere preoccupazione per come l’Amministrazione Lo Russo e le istituzioni stiano gestendo i rapporti con le forze antagoniste. Bisogna ammettere che la politica del dialogo – troppo accondiscendente – ha fallito. Non può esserci dialogo con chi ha come unico obiettivo quello di sfidare le Forze dell’Ordine e sequestrare la città per metterla a ferro e fuoco. Ciò a cui abbiamo assistito questa mattina non era una “passeggiata consapevole”, ma l’ennesimo tentativo provocatorio di incitare e creare tafferugli e disordini vari, con tanto di lancio di uova ed oggetti vari alle Forze dell’Ordine. Quanto ancora dovremo attendere perché le istituzioni intervengano una volta per tutte a porre fine a questi movimenti?”.
Paola Ambrogio
Consigliere comunale di Torino
Dialogo non sono le pacche sulle spalle ma un vero dibattito sullo scempio dell’economia della promessa.
“È morto un coetaneo e la risposta alla loro rabbia è consistita in molti lividi e teste spaccate. Oggi per fortuna le camionette erano distanti, così come i cordoni di polizia. Ci voleva tanto? Il dialogo non passa solo dal garantire a tutte e tutti il diritto a manifestare e non alzare i manganelli su persone pacifiche e disarmate, ma deve significare prendere sul serio l’indignazione e la protesta dei ragazzi e delle ragazze per il destino tragico di un coetaneo, morto di lavoro mentre avrebbe dovuto essere a scuola. Un’indignazione che tuttavia ha saputo restare pacifica e non violenta: nessuno è sceso in piazza con scudi, caschi, armi contundenti, viso coperto, nessuno ha assaltato le sedi degli uffici scolastici o dell’Unione Industriale” – è il commento del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro.
“Dialogo” – prosegue Grimaldi – “non sono le pacche sulle spalle e i tavoli in Prefettura per autorizzare le passeggiate consapevoli, ma significa aprire un vero dibattito sullo scempio della situazione salariale in Italia, dei finti stage e tirocini, del volontariato mascherato, dell’alternanza scuola-lavoro, di tutte quelle forme di lavoro povero o gratuito travestite da formazione, esperienza, investimento sul futuro, strategie per ottenere profitto risparmiando sui costi e facendo leva sull’immaginario dell’economia della promessa. Dialogo significa prendere sul serio il desiderio e il bisogno espresso dai ragazzi e delle ragazze di una scuola migliore di quella che vivono in presenza e a casa, di un’esistenza migliore di quella a cui sono statə costrettə da due anni di pandemia e da una ben più lunga crisi sociale.
Come cantavano oggi, sanno che se le scuole cadono a pezzi, se vengono sfrutttatə e devono crescere nell’economia della promessa, la colpa non è certo degli immigrati. I responsabili sono tutti coloro che continuano a ripetergli che il mondo va così, senza assumersi la responsabilità di cambiarlo”.
“CHIEDO CON URGENZA UN’INFORMATIVA DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’, UN’AUDIZIONE DEI SINDACI DELL’ASL TO4 E DEI VERTICI DI SAAPA. E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI FARE CHIAREZZA SUL FUTURO DEL PRESIDIO”
4 febbraio 2022 – “Ho chiesto oggi un’informativa urgente dell’Assessore regionale Icardi in Commissione sanità per ottenere risposte certe sul futuro dell’Ospedale di Settimo Torinese, dal momento che si è conclusa la raccolta delle manifestazioni di interesse sulla struttura. Ho, inoltre, avanzato altre due richieste: l’audizione dell’Assemblea dei Sindaci del territorio dell’Asl To4 e quella dei vertici di Saapa Spa” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.
“L’Amministrazione regionale – prosegue Gallo – nei mesi scorsi ha più volte ribadito l’intenzione di potenziare questo presidio ospedaliero e di fronte alle richieste di chiarimenti dei Sindaci del territorio e del nostro Gruppo ha spiegato che la procedura finalizzata alla cessione è “una decisione che assolutamente non contraddice la disponibilità della Regione a prendere in carico l’ospedale tramite l’Asl To4, né comporterebbe alcun detrimento in termini di qualità delle cure in caso di eventuale cessione a terzi della gestione della struttura, soggetta ai rigorosi standard di accreditamento regionale, trattandosi di struttura autorizzata, accreditata e contrattualizzata per l’esercizio di attività sanitarie al pari delle altre strutture private accreditate presenti sul territorio regionale”. Tuttavia, queste parole non ci tranquillizzano affatto e vogliamo certezze sul futuro dell’ospedale di Settimo”.
“Pensavamo – conclude Gallo – che l’annosa vicenda che ha coinvolto un presidio tanto importante per il territorio dell’Asl To4 si concludesse mantenendo l’ospedale pubblico, come avevano sollecitato i Sindaci della zona, ma a quanto pare la Regione potrebbe valutare anche altre ipotesi. Credo sia arrivato il momento di capire quale sia la direzione che l’Assessore alla Sanità vuole seguire, soprattutto in un momento in cui la sanità dovrebbe essere potenziata e funzionare al meglio”.
“È di tutta evidenza che il “centro” sarà presente d’ora in poi nella politica italiana. Non sigle
astratte o virtuali ma una presenza politica centrista attraverso una ‘federazione’. E quindi, com’è
del tutto naturale e scontato, un partito che raggruppa i vari movimenti e le forze che già
attualmente si riconoscono in questo campo politico. E le vicende politiche legate all’elezione del
Presidente della Repubblica di questi ultimi giorni non ha fatto che accelerare la formazione e
l’organizzazione di questo campo politico.
Ma, mentre decolla il progetto politico a livello nazionale, è sempre più necessario mettere in
campo questa intuizione a partire dalla ormai prossima consultazione amministrativa. Partendo
anche e soprattutto dal Piemonte e dalle principali città che andranno al voto. Avviare, cioè, un
progetto centrista che sia capace di aggregare anche parte di quel ‘civismo’ che rappresenta un
significativo valore aggiunto ai fini della vittoria elettorale nei capoluoghi di provincia e nei
principali Comuni che andranno a rinnovare i Sindaci e le amministrazioni locali.
‘Noi Di Centro’, dunque, fa un appello a tutti quei partiti e a quelle forze centriste che intendono
già avviare a livello locale il progetto che sarà destinato a caratterizzare la geografia politica
italiana nei prossimi mesi. E questo anche perchè dobbiamo prendere atto che sono saltate quelle
coalizioni ed alleanze che sino a poco tempo fa dominavano la politica italiana. Ovvero, la sinistra
alleata con i populisti dei 5 stelle e un centro destra che, per bocca dei suoi stessi protagonisti, si
è dissolto a livello parlamentare e politico”.
Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro’
Omegna, la città più importante del lago d’Orta, andrà al voto tra qualche mese.
Nel frattempo la realtà che diede i natali a Gianni Rodari sta vivendo una fase difficile. Ha perso ruolo e funzioni nello scenario provinciale per responsabilità di un’amministrazione povera di idee e di progettualità, dilaniata da divisioni e rotture. Unica nota apprezzabile sono le scelte e le iniziative legate alla cultura, grazie all’impegno personale e alla capacità di chi in giunta ha questa delega. Per queste ragioni si avverte in molti ambienti la necessità di una scossa positiva, di una svolta e di un grande impegno per riconoscere i temi, approfondirli e affrontarli con il massimo di
decisione, competenza, esperienza e dinamismo. Le prossime elezioni saranno decisive. Omegna può e deve ritrovare la sua anima, l’identità della città che ha legato il suo nome all’industria del casalingo,
dalle pentole alle caffettiere, e al più grande scrittore per l’infanzia che l’Italia abbia mai avuto, svolgendo la funzione di capoluogo del Cusio, offrendo nuove occasioni di sviluppo e benessere a coloro che vivono in questa comunità che ha sempre saputo fare la storia. Occorre uno sforzo di immaginazione e di futuro che si spinga ad immaginare la città di domani e lavorare perché questo diventi, nel tempo, una realtà. Conosco bene la realtà omegnese per esservi vissuto per oltre trent’anni, ricoprendo cariche pubbliche e
responsabilità politiche. La larga coalizione di centrosinistra che si presenterà alle amministrative con lo slogan “Omegna riparte. Soressi sindaco” la considero un concreto, tangibile segno di novità e di
speranza. Renderà interessante e stimolante il confronto delle idee. Personalmente conosco Alberto Soressi da una vita. E’ una persona
perbene. Appassionato e competente, attento ai problemi concreti e disponibile all’ascolto. Qualità, quest’ultima, importante perché è dall’ascolto della città e dei suoi problemi che si individuano le priorità, chiedendo anche ai cittadini di offrire il loro punto di vista e fissare gli obiettivi per il futuro. Mi auguro che la generosità del suo impegno venga riconosciuta e apprezzata con il consenso che merita.
Marco Travaglini