“Ora servono risposte concrete a imprese e cittadini piemontesi”.
«La legge approvata dal Consiglio regionale è una prima risposta ad un problema che ha dimensioni enormi e che coinvolge tante imprese piemontesi, tanti loro lavoratori e professionisti e tanti cittadini. Imprese e cittadini che per cause diverse si trovano oggi in mezzo al guado, sono “esodati del Superbonus” e attendono da questa Regione, da questa Giunta e da questa maggioranza politica un’assunzione di responsabilità coerente con gli impegni presi pubblicamente in piazza dal Presidente Cirio qualche settimana fa. In questo senso il cuore della legge, ovvero la disposizione finanziaria, non ci tranquillizza: art.4 “Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale”. Per il resto è un elenco di impegni e un profluvio di buoni propositi che vanno arricchiti di contenuto. Ora la responsabilità è in capo alla Giunta Cirio. È urgente che siano adottati in tempi certi i provvedimenti attuativi. Terremo alta l’attenzione affinché la Regione agisca concretamente a tutela delle imprese che sono a rischio fallimento e dei cittadini piemontesi che hanno avuto la sventura di incappare in questa situazione drammatica».
Lo diciamo da sempre, lo ribadiamo ora: un coinvolgimento del Piemonte nelle Olimpiadi Invernali 2026 sarebbe uno scenario vantaggioso per tutti. L’esperienza del passato insegna che la valorizzazione delle strutture esistenti è la strada giusta da percorrere. Le strutture non solo possono essere utilizzate in maniera utile anche dopo l’evento olimpico, ma possono diventare un volano di sviluppo. Austria, Germania e Lettonia lo dimostrano, avendo costruito attorno a una struttura o una pista non soltanto un movimento sportivo, ma un punto di riferimento per la vita turistica di una comunità, tra manifestazioni culturali e appuntamenti. Ci fa piacere che il Presidente Cirio si sia detto possibilista. Ogni decisione dovrà dipendere dalla valutazione della sostenibilità strategica ed economica e dall’interlocuzione con le Amministrazioni locali, ma di certo una soluzione già pronta all’interno dei confini nazionali sarebbe ragionevole e sensata.
