politica- Pagina 211

Ex caserma La Marmora, Ambrogio (Fdi): “si chiama occupazione”

“Bisogna essere chiari: quanto successo nelle giornate del fine settimana presso la ex caserma La
Marmora ha un nome ben preciso e si chiama occupazione. Le affermazioni rese oggi in Consiglio
comunale dall’Assessore Pentenero e da una parte estremista della maggioranza di sinistra gettano
solamente fumo negli occhi ai cittadini e sminuiscono la gravità degli episodi.
Sbaglia l’Assessore Pentenero a chiamare “gruppi sociali” gli occupanti, questi sono militanti del
centro sociale Gabrio – che, tra feste abusive, schiamazzi e fuochi d’artificio in spregio ad ogni
regolamento comunale, sono già causa di grave disturbo al quartiere – e così vanno definiti. È
evidente che queste occupazioni devono essere contrastate e presto saranno disponibili nuovi
strumenti per le Amministrazioni e le Forze dell’Ordine. Da fiera prima cofirmataria del ddl in esame
al Senato della Repubblica che prevede la reclusione da due a cinque anni per l’occupazione abusiva
di privato domicilio o dimora non posso che rimarcare l’impegno di Fratelli d’Italia nel contrasto ai
fenomeni di illegalità e occupazioni abusive. Non sono così sicura, invece, che possano affermare lo
stesso i consiglieri della maggioranza Lo Russo”.
Così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.

Nuovo ospedale ASL To5, Chieri chiede certezze

Il documento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale

 

«Per Chieri, per il chierese e per l’alto astigiano quella dell’Area di Cambiano rappresenta certamente una scelta consona, da accogliersi con estremo favore»: è quanto affermato nell’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Chieri.

Il documento, presentato dalle consigliere comunali Clara BRAMARDI (Sicchiero per Chieri Si), Manuela OLIA (Partito democratico) e Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale) e sottoscritto anche dai consiglieri di minoranza Rachele SACCO (Progetto per Chieri-Salviamo l’ospedale insieme) e Antonio ZULLO e Piercarlo BENEDICENTI (Lista per Chieri Zullo):

  • chiede all’assessore regionale alla Sanità Icardi e alla Giunta regionale di dare certezze sui tempi e sulle risorse necessarie per la realizzazione del nuovo ospedale unico dell’ASLTO5 e di fare chiarezza sul destino dell’ospedale Maggiore;
  • chiede alla Giunta regionale, al Consiglio regionale e all’assessore alla Sanità precise rassicurazioni sul futuro dell’ospedale di Chieri, quale sia il piano di sviluppo che lo coinvolge e quali potenziamenti si intendono sviluppare in questo presidio;
  • dichiara la ferma opposizione da parte del Consiglio comunale della Città di Chieri a qualsiasi ridimensionamento e taglio di personale e servizi che dovesse coinvolgere il Maggiore fino alla realizzazione e alla piena entrata in funzione del nuovo ospedale unico dell’AslTO5.

«È importante che su un tema così strategico come quello del nuovo ospedale ci sia stata convergenza tra maggioranza e minoranze-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-qualora nei prossimi giorni il Consiglio regionale dovesse confermare l’Area di Cambiano, ci auguriamo che si proceda alla realizzazione del nuovo ospedale senza ulteriori perdite di tempo. Voglio ricordare che era il 3 dicembre del 2015 quando veniva siglato il Protocollo d’Intesa e in un Paese normale in sette anni si costruisce un nuovo ospedale! Invece, noi stiamo ricominciando da zero.  Non ci interessa condurre battaglie “campanilistiche”: la priorità è fare presto e bene il nuovo ospedale, perché abbiamo bisogno di un ospedale moderno, efficiente, non energivoro, destinato alle alte complessità, dove i cittadini siano curati meglio e gli operatori possano lavorare in sicurezza Un nuovo ospedale che venga a sostituire presidi ospedalieri oramai obsoleti, sempre meno attrattivi, inadeguati a fronte delle sempre più rapide innovazioni tecnologiche e dove gli interventi edilizi di adeguamento sono costosi e complessi. L’Ires ha calcolato che il Maggiore presenta un fabbisogno di adeguamento stimato in 20 milioni di euro (S. Croce si ferma a 15) e costi annuali di manutenzione pari a 2 milioni e 400 euro (il doppio del Santa Croce). Ma soprattutto, accanto al nuovo ospedale, occorre potenziare una medicina di territorio in grado di dare risposte ai bisogni di salute soprattutto degli anziani, dei non autosufficienti e dei malati cronici».

«Ciò detto-aggiunge il Sindaco Alessandro SICCHIERO -ora occorre dare certezze sui tempi e sulle risorse necessarie per la realizzazione del nuovo ospedale e fare chiarezza sul destino dell’ospedale Maggiore, che nel frattempo non deve in alcun modo essere depotenziato. Sono chiarimenti dovuti agli amministratori di questi territori e ai cittadini».

Sulla questione dei finanziamenti, il documento ricorda come il nuovo ospedale sia contemplato nel Piano triennale di investimenti dell’Inail, «ma si tratta di un elenco contenuto meramente indicativo, non corrisponde a stanziamenti certi-spiega Alessandro SICCHIERO-Quel Piano prevede 600 milioni di euro per tutta l’Italia, 200 milioni di euro annui. La Regione Piemonte ha comunicato in più circostanze che le nuove strutture sanitarie da realizzarsi tramite investimento da parte dell’Inail sarebbero otto, ovvero, oltre al nuovo ospedale dell’ASLTO5, i nuovi ospedali del VCO, Cuneo, Alessandria, Vercelli, Savigliano-Saluzzo-Fossano, Ivrea e Torino/Maria Vittoria. Dell’ospedale del VCO si sono perse le tracce, quello di Cuneo verrà realizzato tramite partenariato pubblico privato. Ne restano sei. Ma se lo stanziamento Inail è pari a 200 milioni di euro l’anno per tutta Italia, è irrealistico pensare di realizzare con tali risorse sei ospedali nel solo Piemonte».

Per quanto riguarda il futuro del Maggiore, il documento ricorda che l’assessore Icardi il 3 marzo 2023 ha precisato che il nuovo ospedale funzionerà per le “acuzie” mentre quelli dismessi “rimarranno attivi per tutti i servizi sanitari che non necessitano di struttura ospedaliera: la presa in carico di patologie croniche, esami e visite ambulatoriali, ospedali e case di comunità, servizi amministrativi e ogni altra prestazione territoriale”.

«Tuttavia-aggiunge ancora Alessandro SICCHIERO-nel ridisegno della medicina territoriale dell’AslTO5 tramite i fondi del PNRR, che prevede la realizzazione di case di comunità e di ospedali di comunità, non è stato precisato destino dei tre attuali ospedali dell’ASLTO5, quindi non è noto se saranno trasformati in ospedali di comunità/case di comunità e quali servizi accoglieranno, a parte il fatto che il Maggiore sarà sede di una Cot (Centrale operativa territoriale). In altri territori della nostra Regione vediamo che ospedali dismessi vengono riqualificati e riempiti di servizi sanitari. È quello che sta capitando, ad esempio, con gli ex ospedali di Alba e di Bra, dove la Giunta regionale ha investito rispettivamente 25 e 20 milioni di euro. Ci aspettiamo analoghi investimenti anche a Chieri per garantire servizi adeguati ai nostri cittadini».

 

«Per tutelare il diritto alla salute dei cittadini occorre unità d’intenti-commenta la consigliera di minoranza Rachele SACCO-per questo ho sottoscritto l’Ordine del giorno della maggioranza, a cui è stata aggiunta la richiesta di non depotenziare il Maggiore. Fino al taglio del nastro non deve esserci ridimensionamento e tagli di personale o di servizi. La Regione Piemonte deve dare rassicurazioni in merito e chiarire come intende sviluppare il nostro presidio».

Merlo: No agli ‘opposti estremismi’

Il Centro sempre più indispensabile per rafforzare la democrazia.
“La logica degli ‘opposti estremismi’ non può diventare la regola normale che disciplina il
confronto politico nel nostro paese. Una deriva che la politica italiana ha già tristemente
conosciuto e sperimentato nel passato e che sicuramente non contribuisce a rilanciare e a
consolidare la qualità della nostra democrazia.
Se da un lato la nuova segreteria del Pd ha radicalizzato il profilo di quel partito con una
impostazione chiaramente massimalista ed estremista, sull’altro versante – al di là del
comportamento politico corretto e trasparente del Premier Meloni – la destra è sempre più
speculare al comportamento della sinistra.
E di fronte ad un quadro del genere diventa sempre urgente, nonchè necessario ed
indispensabile, una forza di Centro che sia in grado di declinare una vera e credibile ‘politica di
Centro’ capace di battere quella radicalizzazione del conflitto politico inutile e dannosa per l’intero
paese.
Una forza di Centro che non si limiti a dirimere le controversie tra gli ‘opposti estremismi’ ma che,
ripercorrendo le migliori stagioni della politica italiana, sia capace di reintrodurre una credibile
cultura di governo da un lato e un corretto e democratico confronto democratico dall’altro. Non è
pensabile, oggi, di fronte ai mille problemi della società contemporanea, riproporre quella triste e
decadente conflittualità tra una sinistra sempre più estremista e una destra fortemente
massimalista. Senza un Centro forte e qualificato va in crisi la stessa democrazia italiana”.
Giorgio Merlo, dirigente nazionale Popolari in rete.

Ospedale di Torino, gli eletti di Fdi chiedono un consiglio regionale aperto

“L’assessore Rosatelli e la giunta comunale hanno palesemente negato un confronto serio con le Circoscrizioni sul nuovo ospedale, cosa che ha scandalizzato sia i presidenti di centrodestra sia di centrosinistra, a riprova di quanto sia stata attaccata la dignità della rappresentanza sui territori” a dichiararlo sono i rappresentanti di Fdi nelle Circoscrizioni cittadine Valerio Lomanto (presidente Circ.6), Verangela Marino, Rocco Zito, Monica Brega, Daniela Braiato, Giulia Zaccaro (Circ. 6), Cinzia Redavid, Carmela Ventra, Bruno Francavilla, Alfredo Ballatore (Circ. 5) Patrizia Alessi, Francesco Caria, Domenico Giovannini (Circ. 7), Enzo Macrì (Circ. 2), Luca Maggia (Circ. 4), Rosario Borello (Circ. 8), insieme al vice capogruppo di Fdi in Comune di Torino Enzo Liardo, lanciando un appello: “Siccome l’istituzione competente a decidere sulla pianificazione della rete ospedaliera è il Consiglio Regionale, chiediamo all’assessore ai Rapporti Giunta-consiglio Maurizio Marrone di proporre la convocazione tempestiva di un Consiglio Regionale a aperto a cui possano partecipare gli eletti nelle circoscrizioni che non hanno avuto voce”.

All’appello è così arrivata la risposta dell’assessore Marrone: “Mi farò volentieri carico di portare la richiesta che arriva da tanti consiglieri dei quartieri alla prossima conferenza di capigruppo del Consiglio regionale”.

Avetta (Pd): “Tutelare i lavori della Torino-Ceres”

Il consigliere regionale Alberto AVETTA chiede un’audizione: “Situazione caotica nel passaggio da GTT a Trenitalia e RFI: bisogna dare certezze occupazionali agli attuali dipendenti”

«Il passaggio gestionale da GTT a Trenitalia della linea ferroviaria Torino-Ceres sta generando una situazione di totale incertezza per molti dipendenti. Mancano indicazioni chiare, condivise e definite soprattutto per gli addetti GTT alla rete infrastrutturale che dovrebbero passare a RFI. I sindacati stanno denunciando una preoccupante disorganizzazione aziendale, l’assenza di confronto e il mancato coordinamento con le istituzioni. La Regione Piemonte non può far finta di nulla abbandonando questi lavoratori al loro destino, tanto più che alla luce del contratto di servizio dovrebbe essere riconosciuta una totale copertura delle garanzie lavorative. È urgente prendere in mano questa situazione caotica e finora mal gestita». Lo afferma Alberto AVETTA, consigliere regionale Pd e vice Presidente della Commissione Trasporti, che ha chiesto una seduta della Commissione Trasporti dedicata all’audizione dell’assessore Marco Gabusi, di GTT ed RFI.

Al via il Congresso nazionale Dc

La DC inizia il primo aprile 2023, con Cuneo e Trento, le assemblee provinciali per l’elezione dei delegati al XX^ Congresso Nazionale del partito.

Il tema del Congresso è

LA DC CON I POPOLARI EUROPEI PER UN’EUROPA PROTAGONISTA DI PACE, SOLIDARIETA’ E SVILUPPO.

Un tema attuale ed impegnativo che rappresenta in modo efficace la tradizione del Partito e l’attenzione alle sfide immediate, anche in preparazione delle elezioni europee del prossimo anno.

La chiamata a raccolta, con metodo democratico e partecipativo, di tutti i soci della Dc, chiamati ad eleggere il nuovo gruppo dirigente nazionale, rappresenta in modo evidente la vocazione popolare di Partito che ascolta e fa scegliere i propri iscritti.

Un metodo abbandonato da tanti e da troppo tempo che riparte nella Dc da domani fino alla conclusioni, a Roma, del 7 maggio.

Dl bollette, Grimaldi: in realtà è un omnibus con condono

Roma, 31 mar. -“Pubblicato oggi in GU, il cosiddetto ‘Decreto Bollette’ (Dl 30 marzo 2023, n. 34) in realtà si chiama ‘Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali’.
In sostanza, un omnibus con condono. Meno male che la decretazione non dovrebbe essere usata per interventi disomogenei…
Cosa si intende per ‘adempimenti fiscali’? Il famoso scudo, o tregua, o condono, che si è letteralmente cercato di infilare ovunque: nel nuovo testo, i reati di omesso versamento di ritenute dovute o certificate, omesso versamento di Iva e indebita compensazione ‘non sono punibili quando le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità e nei termini previsti’, lèggiamo dalla GU.
Sperano che nessuno se ne accorga chiamando il decreto con un nome-civetta. Aspettiamo il decreto in Parlamento per dare battaglia”. Così Marco Grimaldi, capogruppo in commissione Bilancio di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.

Moderati: vogliamo far crescere Torino

”Il primo anno di rodaggio della giunta e del sindaco è passato e ora  bisogna iniziare a dare delle risposte. Siamo schierati col sindaco Lo Russo e lui ha stima nei nostri confronti.

Chiaramente non siamo degli schiaccia bottoni in Consiglio e vogliamo dare il nostro contributo. Siamo sicuri che Torino il prossimo anno risalirà nelle classifiche, però dobbiamo darci tutti da fare, senza polemiche”. Il leader dei Moderati, Giacomo Portas, interviene così  all’incontro ‘Torino risale’, un’analisi del rapporto Qualità della vita 2022 del quotidiano Il Sole 24 Ore. ”Torino ha tutte le potenzialità di crescere. Una delle cose principali che può fare il sindaco – osserva Portas – è diminuire la burocrazia, altri obiettivi sono i giovani e una città più accogliente per le persone sole. Oggi diciamo al sindaco, siamo con te, ma cerchiamo di risalire questa classifica, e sono sicuro riusciremo”. I Moderati intendono intervenire con emendamenti al bilancio su specifici temi:  ambiente, demografia, servizi per i giovani e persone anziane e sicurezza”, spiega  il capogruppo in Comune, Simone Fissolo.

”Ci auguriamo che su questo – commenta il capogruppo in Regione, Silvio Magliano – la giunta voglia iniziare una discussione politica. Non si vota un bilancio a scatola chiusa,  i consiglieri comunali non sono fatti per votare e basta, pensano, lavorano, fanno approfondimenti e chiederemo un bilancio che tenga conto delle nostre richieste di risorse su tutti quegli elementi che potrebbero farci salire nella classifica. Fin quando Lo Russo governerà bene saremo contenti e proveremo anche a dargli consigli, perché l’idea di non disturbare il manovratore non ci appartiene”.

Gallo (Pd): ottima notizia approvazione protocollo nuovo ospedale

 “La notizia dell’approvazione da parte della giunta comunale di Torino del protocollo d’intesa tra Regione, Città e Asl, della durata di 24 mesi dalla sua firma, che avverrà nelle prossime settimane, per la realizzazione del nuovo ospedale nella zona nord di Torino nell’area giostrai del parco della Pellerina, rappresenta un passo importante per la realizzazione di un Ospedale che i torinesi di quell’area attendono da tempo, un nuovo presidio moderno e all’avanguardia” dichiara Raffaele Gallo del Partito Democratico.

Centro, serve un leader cattolico popolare

Dopo il ritorno della destra democratica e di governo, dopo il decollo di una sinistra libertaria,
radicale e massimalista, dopo il consolidamento della prassi e della sub cultura populista e
qualunquista dei 5 stelle, è del tutto naturale che nel nostro paese decolli anche un Centro
politico, riformista, democratico e di governo. Ma questo non per una esigenza geografica o per
una rendita di posizione ma, al contrario, per una ragione di ordine squisitamente politica e
culturale.
Certo, il Centro non può che essere culturalmente plurale anche se politicamente è sempre più
necessario che sia maggiormente caratterizzato. E, al riguardo, una leadership politica cattolico
popolare a livello nazionale diventa un elemento quasi fisiologico. E questo non solo perchè nel
nostro paese il Centro si è storicamente identificato con l’esperienza, la storia e la cultura del
cattolicesimo popolare e sociale. Ma per la semplice ragione che questa cultura e questa
sensibilità politica e sociale devono nuovamente essere presenti nella cittadella politica italiana
perchè servono al paese e sono utili alla qualità della nostra democrazia. E il luogo e lo spazio
politico naturale di questa cultura sono, appunto, il Centro. Un Centro che, com’è altrettanto
ovvio, è plurale ma che sotto il profilo del suo progetto politico non può che risentire anche
dell’apporto della cultura cattolico popolare e sociale.
Però, per poter caratterizzare con maggior forza l’impronta di questa cultura, la futura formazione
politica di Centro deve anche avere una leadership nazionale di matrice cattolico popolare. Che
sia donna o uomo non ha nessuna rilevanza. Perchè l’elemento politicamente determinante è che
questa cultura sia visibile e in grado di contribuire, con altri filoni ideali, a costruire un progetto
politico democratico, riformista e di governo. Non è lontanamente pensabile che nel nostro paese,
e non in un sistema politico astratto o virtuale, ci sia un Centro inteso come un semplice
prolungamento della cultura liberale o repubblicana o tardo azionista. Ovvero, per dirla in altri
termini, pensare al Centro solo come ad una sorta di “partito liberale o repubblicano di massa”. Di
massa si fa per dire, come ovvio.
Per questi semplici motivi anche il cosiddetto “terzo polo” adesso deve porsi questa domanda. E
cioè, non di un leader cattolico popolare alla guida del partito – i leader non si inventano a tavolino
ma sono il frutto concreto della battaglia politica sul campo – ma, al contrario, quello di non
ripetere esperienze e modelli di un recente passato che difficilmente possono incrociare consensi
e adesioni popolari e di massa. È giunto il momento, cioè, di dare una sterzata decisiva al futuro e
alla prospettiva di questa scommessa di Centro. L’unico dato che non si può replicare
passivamente è quello di pensare che la riscoperta del Centro e la declinazione di una vera ed
autentica ‘politica di centro’ possano decollare e consolidarsi proseguendo stancamente quello
che è stato il terzo polo” sino ad oggi. È evidente a tutti, del resto, che anche in questo campo
politico serve una discontinuità rispetto al passato anche solo recente. Quello che, comunemente,
viene definito come un colpo d’ala. Ed è proprio su questo versante che si pone anche il tema di
una leadership politica nazionale di un esponente dell’area cattolico popolare e sociale. Più che di
una scommessa o di una avventura, si tratta di un investimento politico decisivo e qualificante per
riavere un Centro credibile e affidabile nel nostro paese.
Giorgio Merlo