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Il Consiglio Comunale celebra la Festa dell’Europa

 

8 maggio
La Presidenza del Consiglio Comunale, in occasione della Festa dell’Europa, celebra la “Giornata dell’Europa” insieme alle ragazze e ai ragazzi della Scuola Altiero Spinelli. L’appuntamento prevede il ritrovo alle ore 14:30 presso Piazza Palazzo di Città con l’esecuzione di alcuni brani a cura della Banda musicale della Polizia Municipale, alla presenza del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo e del Rappresentante del Parlamento Europeo a Milano Maurizio Molinari. Segue un momento ufficiale in Sala Rossa dove la Presidente del Consiglio Comunale di Torino Maria Grazia Grippo, la Console Generale della Romania Ioana Gheorghias e il Segretario del Movimento Federalista Europeo della Sezione di Torino Claudio Mandrino intervengono alla presenza dei Consoli Generali e Onorari dei Paesi dell’Unione Europea presenti a Torino.

Zambaia, Preioni e Mosca (Lega): “Autoriparazioni, proposta di legge al Parlamento” 

 

“Per modificare il Codice delle assicurazioni private e ripristinare un vero libero mercato per il comparto delle carrozzerie”

Da Torino la battaglia politica per una vera libera concorrenza tra le compagnie assicurative e il settore delle autoriparazioni continua a Roma, dove la leghista Sara Zambaia ha presentato una proposta di legge al Parlamento per modificare il Codice delle assicurazioni private e mettere così fine a limitazioni del mercato sempre più stringenti.

“Di fatto – rimarca Sara Zambaia – parlare oggi di libero mercato nel comparto delle autoriparazioni non ha già più senso. Da parte delle compagnie assicurative, infatti, permangono politiche distorsive che generano una vera e propria canalizzazione forzata delle riparazioni. In particolare, questo si realizza mediante strategie di marketing che condizionano pesantemente la libera scelta della carrozzeria da parte dell’assicurato, come contatti di call center o di agenti di assicurazione, allungamento dei tempi di liquidazione o il riconoscimento del diritto a ottenere una riparazione a regola d’arte, o attraverso l’applicazione, nei confronti dell’assicurato, di maggiori franchigie, clausole vessatorie e altri maggiori costi in caso di libera scelta del riparatore di fiducia”.

“La diretta conseguenza di questi meccanismi – aggiunge Zambiaia – è che le imprese non convenzionate si vedono sottrarre commesse da parte di clienti o potenziali clienti indotti a rivolgersi altrove con conseguente forte riduzione della propria attività e dei margini di guadagno. E questo comporta spesso la loro chiusura per mancanza di lavoro. Un’emorragia occupazionale che ho voluto affrontare con forza insieme con i miei colleghi della Lega Alberto Preioni e Michele Mosca e dopo un lungo e proficuo confronto con le principali sigle del settore, come Confartigianato Piemonte, Cna Piemonte, Casartigiani Piemonte e Federcarrozzieri”.

“Quello delle autoriparazioni e delle imprese di carrozzeria – puntualizzano ancora i leghisti Preioni e Mosca – resta un settore fondamentale per il tessuto artigiano italiano, con 20mila attività in tutto il Paese e 2.600 nel solo Piemonte, che danno lavoro a più di 8mila nostri concittadini. Già la crisi energetica e il rincaro delle materie prime hanno messo a forte rischio la loro sopravvivenza. In più, queste dinamiche di canalizzazione forzata che negano la libera concorrenza hanno prodotto altri due ordini di conseguenze. Il primo è che le imprese convenzionate hanno perso la loro capacità di libera determinazione delle tariffe di mano d’opera secondo le regole di mercato, in quanto indotte dalle compagnie di assicurazione ad accettare tariffe al di sotto di quelle normalmente applicate. Il secondo è che per garantirsi margini utili alla sopravvivenza le stesse aziende sono costrette a lavorare sottocosto, sacrificando molte volte la qualità e aumentando direttamente i rischi per chi guida i veicoli così riparati e, in generale, per la circolazione stradale”.

“Il mio testo – sottolinea quindi Zambaia – vuole ripristinare le regole di un mercato libero perché la libera scelta dell’autoriparatore da parte dell’assicurato deve essere un diritto che non può avere eccezioni né deve essere messo in discussione. La mia proposta di legge si pone così due obiettivi principali. Innanzitutto il divieto per le imprese di assicurazione, pena la nullità, di inserire nelle polizze pattuizioni contrattuali afferenti la scelta dell’impresa di autoriparazione e che hanno per oggetto l’introduzione di limitazioni e decadenza negli indennizzi e nei risarcimenti, discriminazioni nei massimali e nelle franchigie, penali o rivalse di qualsiasi natura. Quindi, disporre a carico delle imprese di assicurazione che offrono direttamente, indirettamente o tramite convenzioni la riparazione dei veicoli l’onere di comunicare preventivamente al contraente o al danneggiato se viene effettuata la riparazione o la sostituzione della parte danneggiata, se la sostituzione avviene con ricambi prodotti dalla casa madre o con ricambi equivalenti e, infine, la tecnica di esecuzione della riparazione nel caso di danni estetici o provocati da eventi atmosferici e naturali”.

Italia Lib Pop, caso Rear: “garantismo, ma si faccia chiarezza per Torino”

L’inchiesta che sta facendo molto rumore sui media e che coinvolge la Rear, l’OnLaus e che, probabilmente, si allargherà ad altri esponenti pubblici cittadini, apre una questione molto delicata per Torino, la sua Giunta ed il PD Torinese, coinvolgendo notevoli interessi pubblici. 
“Al netto del dovuto garantismo ed in attesa che tutta la vicenda proceda nel suo corso giudiziario, ci sarebbe da fare chiarezza tra le tante commistioni tra la Rear e la Giunta Comunale“, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare.
Numerosi sarebbero i legami tra Palazzo Civico e la Cooperativa, tra cui l’Assessore allo Sport ed ai grandi Eventi, dipendente in aspettativa, e la Presidente del Consiglio Comunale, che si è occupata di Comunicazione per la stessa fino allo scorso anno.
“Nell’interesse pubblico della Città, nonché in quello dei diretti interessati, sarebbe opportuno chiarire al più presto la situazione, ricordando anche i numerosi contratti pubblici gestiti da Rear e che, oltre il circuito museale, coinvolgono proprio gli Eventi Pubblici, di cui un socio e dipendente della stessa è Assessore in carica”, aggiunge Desirò.
Ciò che risulta più evidente, ad un anno e mezzo dall’inizio dell’incarico, è stata la scelta poco opportuna di affidare la delega ai Grandi Eventi a chi aveva ed ha rapporti di lavoro ed interesse privato con una società che fornisce i propri servizi in questo ambito. A questo punto, sarebbe almeno opportuna una sospensione cautelativa della delega, in attesa che le posizioni vengano chiarite.
Si tratta di una questione di trasparenza nei confronti della cittadinanza davanti ad un’inchiesta delicata e che potrebbe svelare scenari delicati riguardanti la gestione della cosa pubblica.
Italia Liberale e Popolare

Fissolo (Moderati): Enti che vogliono la stessa cosa. Ma non si parlano

La prima fermata utile del 74 per raggiungere la Motorizzazione Civile dista 500 metri a piedi dagli uffici, che sono pronti a investire per crearne una più vicina. Il Comune è d’accordo. Si direbbe comunione di intenti, solo che l’uno attende l’altra, e viceversa.
Stallo. Da tre anni la Motorizzazione Civile evidenzia una problematica relativa al carente collegamento del servizio di trasporto pubblico locale ai propri uffici, siti in via Bertani 41, nella Circoscrizione 2. La fermata più vicina richiede 6 minuti di cammino e l’assenza di un collegamento diretto, stante gli elevati flussi di accesso da parte degli utenti agli Uffici della Motorizzazione civile, rappresenta una criticità significativa sia in termini di traffico sia in termini di inquinamento ambientale.
Da tre anni il Comune si dice favorevole alla creazione di una fermata più vicina, avendo anche ricevuto una nota della Dirigente responsabile della Motorizzazione, che ha confermato che gli oneri per la predisposizione della nuova fermata antistante gli uffici della Motorizzazione saranno assunti dalla Motorizzazione stessa.
E allora, dove sta il problema di questo stallo? Uno attende la prima mossa dell’altra, e viceversa. Per questo oggi chiedo al Comune di avanzare in questo percorso, tramite una mozione in cui lo si impegna a realizzare una fermata di linea dedicata.
Simone Fissolo
Capogruppo dei Moderati
Comune di Torino

Caso Laus, Forza Italia chiede chiarimenti in Sala Rossa

Riceviamo e pubblichiamo la nota del senatore Roberto Rosso e di Marco Fontana rispettivamente Coordinatore Provinciale e Comunale di Forza Italia a Torino:

Le notizie che abbiamo appreso dai quotidiani sulla Rear e su alcuni esponenti di rilievo del Partito Democratico e con ruoli Istituzionali di primo piano in Comune a Torino crediamo meritino almeno le comunicazioni in Aula in Sala Rossa ed eventualmente una sospensione cautelativa.
Un pesante e strano silenzio è calato sulla vicenda. Un copione già vissuto per l’indagine che sta coinvolgendo l’assessore all’Urbanistica sempre del Comune di Torino Paolo Mazzoleni. Crediamo che da parte di un partito strenuamente giustizialista come il Pd sia necessario pretendere rigore nell’affrontare vicende giudiziarie del genere.
Vorremmo ricordare al Pd che per molto meno il loro partito mise in croce un nostro esponente di partito, Domenico Garcea, che non era stato indagato per alcunché. Andarono avanti giorni, tranne un’unica eccezione, con una rincorsa di attacchi degni del Tribunale dell’Inquisizione apparecchiando una vera e propria gogna mediatica e chiedendo ripetutamente che il nostro consigliere non potesse partecipare ai lavori in una semplice Commissione. Altroché rivestire ruoli di assessore o nell’Ufficio di presidenza. Ci vuole coerenza. Mazzoleni è ancora assessore senza colpo ferire e non si hanno più notizie dal Sindaco di provvedimenti al riguardo. Annotiamo il solito doppiopesismo di stampo elettorale delle sinistre che sfocia nello sciacallaggio se si tratta della controparte. Questo atteggiamento ci preoccupa e chiediamo solo di evitare l’ipocrisia che la presunzione d’innocenza esista solo per la loro parte politica.

Italia Lib Pop: “Decreto Lavoro e taglio cuneo fiscale, si dimentica il ceto medio”

“Tra le misure varate ieri, tramite il Decreto Lavoro licenziato dal Consiglio dei Ministri, appare un taglio provvisorio del cuneo fiscale più consistente di quanto previsto nel DEF di qualche giorno fa, ma che per l’ennesima volta esclude il Ceto Medio dalle misure di agevolazione fiscale”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta il taglio del Cuneo Fiscale previsto fino a Dicembre 2023 per i redditi fino a 35 mila Euro.
“Dopo la Flat Tax prevista per le partite IVA fino ad 80 mila Euro, questo taglio limitato alle fasce di reddito basso, pone nuovamente la questione dell’esclusione di milioni di cittadini, dipendenti pubblici e privati, nonché pensionati, che percependo un reddito lordo tra i 35 ed i 50 mila Euro, pur non potendo essere considerati “ricchi”, vengono esclusi da misure di alleggerimento del carico fiscale e non hanno diritto ad essere compresi in forme assistenziali”, continua Desirò.
“Per i redditi medi del nostro Paese, si configura nuovamente il ruolo di ‘bancomat’ per le casse dello Stato: a fronte di avere sulle proprie spalle quasi l’intero peso del welfare, ai troppi doveri si contrappongono ben pochi diritti”, aggiunge Desirò.
“Dei 4 miliardi di ‘tesoretto‘ investiti con ampia risonanza dal Presidente del Consiglio in questo taglio, sarebbe stato auspicabile, nonché un segnale incoraggiante, investirne una quota-parte per una categoria di cittadini che si sentono da troppi anni abbandonati dalle politiche economiche e fiscali del nostro Paese e che, perdendo progressivamente capacità di spesa, riducono notevolmente il giro d’affari dell’economia territoriale e nazionale. Anche il Ceto Medio, a causa di costi energetici, inflazione e tassi dei mutui è in estrema difficoltà, ma alla politica nazionale, questo, sembra non interessare”, conclude Desirò.

Marin (Lega ): “il Piemonte vieti nuove specie animali come l’orso o la lince”

Dopo i tragici fatti di Caldes in Trentino

I drammatici fatti della val di Sole a Caldes, in provincia di Trento, dove un’orsa ha ucciso un giovane escursionista ha convinto il leghista Valter Marin a impegnare con un Ordine del giorno il presidente e la giunta regionale perché siano emanate delle linee guida che vietino l’immissione di nuove specie animali nel territorio regionale piemontese, quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, l’orso, la lince, lo sciacallo dorato, le nutrie (ecc.) al fine della tutela della sicurezza pubblica, dell’ecosistema e onde scongiurare gravi danni economico-sociali al settore agro-pastorale e turistico.

Secondo l’ultimo censimento, avvenuto lo scorso anno, sono più di 3mila i lupi presenti sull’intero territorio nazionale, con non meno di 400 esemplari nel nostro Piemonte. Un numero che da solo rappresenta il primo fattore di abbandono degli allevamenti in montagna. Facendo un parallelo con quanto avviene in Slovenia, lì il ministro per le risorse naturali e gli affari territoriali ha deciso di abbattere 230 orsi bruni, una misura ritenuta necessaria per proteggere i cittadini e scongiurare i danni causati dagli orsi. Attualmente la popolazione dei plantigradi nella zona è di 1100 esemplari e l’obiettivo è riportarla sotto quota 800, una cifra ritenuta ancora sostenibile. Nel solo Trentino, invece, sono ormai presenti circa 110 orsi bruni e la Provincia Autonoma di Trento, a seguito della tragedia a Caldes, vorrebbe dimezzarne il numero.

Non va poi dimenticato, sollecita Marin, che l’articolo 12 del DPR 357/1997 prevede che ogni intervento di reintroduzione e ripopolamento delle specie animali e vegetali possa essere realizzato solo se autorizzato dagli organismi competenti (Regioni, Province e Enti di gestione delle aree protette nazionali), mentre il DPR 120/2003 prevede il divieto di introdurre, reintrodurre e ripopolare specie e popolazioni alloctone. Inoltre il parere delle popolazioni interessate deve essere vincolante, prima ancora di qualsiasi parere scientifico.

“Il tragico episodio di Caldes – conclude il leghista Marin – ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la difficoltà di gestione dei grandi carnivori e di difficile se non impossibile convivenza con l’uomo. L’immissione di predatori e l’aumento esponenziale di quelli esistenti hanno provocato danni inimmaginabili e non più sostenibili ai numerosi allevamenti bovini, caprini ed ovini che da sempre hanno caratterizzato la pastorizia piemontese, settore fondamentale ed ottimo esempio di sostenibilità, di valorizzazione di prodotti di alta qualità e fonte di economia e di turismo di eccellenza”.

«Il 100% di chi lavora in Pronto Soccorso ha subito aggressioni»

L’allarme è lanciato da Simeu (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza) e include nella stima sia gli episodi dichiarati che quelli sommersi: domani discuterò in Consiglio Regionale un Question Time per chiedere maggiore sicurezza presso i Pronto Soccorso e i DEA del Piemonte. A  Torino è convocata una manifestazione di sensibilizzazione e protesta contro le violenze che colpiscono personale sanitario, medici e infermieri.

Lavorare in un Pronto Soccorso o nel 118 significa aver subito almeno una volta nel corso della propria attività un’aggressione fisica o verbale: Simeu (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza) lancia l’allarme, mentre dai dati Inail emerge che, a livello nazionale, sono oltre 1.600 ogni anno i casi di aggressione a personale sanitario; le donne che lavorano nei Pronto Soccorso sono, statisticamente, le più colpite. Casi di questo tipo ci sono stati riferiti non soltanto da parte di professionisti, ma anche di cittadini che si sono trovati in condizioni di forte pericolo percepito. Anche alla luce della situazione specifica del Piemonte (secondo i dati dell’Asl Città di Torino, tra il personale sanitario il 54,3% ha dichiarato di aver subito aggressioni, mentre ad Alessandria si è registrata un’aggressione ogni tre giorni nel corso del 2022), chiederò alla Giunta Cirio di impegnarsi – in cooperazione con le Forze dell’Ordine e con i servizi di vigilanza – affinché sia garantita maggiore sicurezza presso i Pronto Soccorso e i DEA piemontesi. Sul tema, discuterò a Palazzo Lascaris un Question Time da me  depositato. Nella serata  l’Ordine dei medici di Torino ha convocato una manifestazione di sensibilizzazione e protesta contro le violenze che colpiscono sanitari, medici e infermieri.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

 Dl Cutro, Grimaldi (AVS): Un decreto per produrre irregolarità e marginalità

 Meglio buonisti che cattivisti.

“Il decreto chiamato indecentemente ‘Cutro’ è scritto apposta per rendere irregolare, insicuro e sostanzialmente impossibile ogni tentativo di trovare accoglienza e integrazione in Italia. A partire dalla limitazione estrema delle norme sul permesso di soggiorno per protezione speciale, fino ad arrivare al rafforzamento di quella vergogna che sono i Centri di permanenza per il rimpatrio. Il senso di questa misura è comunicare a ogni persona straniera: ‘sei indesiderata, cercheremo di renderti la vita impossibile’. Un decreto deterrente su cui nessuno, nella maggioranza, ha il coraggio di dire ciò che pensa fino in fondo: ecco perché sono solo dei mezzi fascisti, dei mezzi suprematisti, dei mezzi razzisti. Una metà della loro identità se l’è portata via la vergogna. Meglio buonisti che cattivisti: non serve un armocromista per capire che il nero non sta bene con tutto” – così alla Camera il Vicepresidente di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, rispondendo all’onorevole Bicchielli, durante la discussione sulla conversione in legge del decreto 10 marzo 2023, n. 20, recante “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”.

Italia Liberale e Popolare, Primo Maggio: inaccettabile connivenza con frange anarchiche

Quanto accaduto a Torino, durante il corteo del Primo Maggio, nel quale è stato esposto un pupazzo del Presidente del Consiglio con il braccio teso e sono state date alle fiamme le bandiere di NATO, UE e USA, ripropone il tema della connivenza di ampie parti del centrosinistra con ambienti estremisti ed anarco-insurrezionalista.
“Dopo quanto accaduto durante le celebrazioni del 25 Aprile, con il tentativo di aggressione nei confronti dei manifestanti che esponevano la bandiera della NATO, sfociato poi in scontri con le forze dell’ordine, si ripetono atti di violenza perpetrati da personaggi storicamente fin troppo tollerati dalla sinistra locale e nazionale”, così Claudio Desirò, Segretario Nazionale di Italia Liberale e Popolare 
Mentre il centrosinistra locale e nazionale è costantemente impegnato a fare la morale alla controparte, spesso strumentalizzando pessime uscite dei singoli, al suo interno sono radicate strette relazioni con ambienti tutt’altro che democratici e dediti alla violenza.
Centri Sociali da troppo tempo tollerati, già responsabili di atti di violenza, aggressione, danneggiamenti di proprietà private e pubbliche, nonché delle violenze No-Tav, da sempre vicini alle aree più radicali della sinistra.
“Come sempre si registra il rumoroso silenzio e l’assenza di condanna verso episodi simili: evidentemente la vicinanza di ideologia porta all’indignazione a senso unico”, conclude Desirò.
Italia Liberale e Popolare