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“No alla fusione Piemonte-Liguria, si’ al federalismo”

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly dal palco dell’Auditorium San Francesco di Chiavari (Genova) ha rilanciato l’idea dell’accorpamento della regione Piemonte e Liguria.  


Secondo Farinetti con quest accorpamento si otterrebbe una macroregione dal grande potenziale turisticoUna macroregione che avrebbe il mare, le colline, le montagne e la maggior parte delle eccellenze enogastronomiche italiane

La proposta ha fatto molto discutere. Secondo taluni sarebbe una riforma che porterebbe benefici amministrativi, burocratici ed un miglioramento qualitativo di efficacia ed efficienza della spesa pubblica in territori con problematiche simili e infrastrutture condivise.

La proposta ha attirato inoltre come mosche pletore di centralisti dalla mentalità arretrata che hanno subito colto la palla al balzo per attaccare il ‘regionalismofallito’.

Noi, come Liberi Elettori Piemonte, riteniamo che questa proposta sia del tutto irragionevole; non crediamo sia affatto proficuo ai fini di un rilancio turistico fondere le due regioni cancellando nomi ancestrali che sigillano proprio la specificità di queste terre. Liguria infatti deriva dal nome delle antiche popolazioni liguri, mentre Piemonte è un toponimo millenario, che compare già nel 1075 come ‘Ad Pedem Montium’ (ai piedi delle montagne). Che nome avrebbe la nuova ‘macroregione’? Magari un anonimo ‘Regione Alpina’ oppure ‘Alpi- Nord Ovest’?Associamo vini conosciuti in tutto il mondo come il barolo e il moscato d’asti a un grigio ente amministrativo dell’italia nord occidentale? E poi come mai unire Piemont e Liguria e non Piemont e Vda che hanno effettivamente un continuum territoriale e problematiche simili?

Forse Sarebbe più opportuno impegnarsi per una maggiore collaborazione fra regioni, sia nella gestione comune di infrastrutture e servizi che in proposte turistiche condivise piuttosto che creare affrettati accorpamenti.

Inoltre non ha senso parlare di macroregioni se prima non si definiscono con chiarezza le competenze degli enti territoriali. Qualche anno orsono il prof. Antonini pubblicò il libro ‘federalismo all’italiana in cui mostrava il grande caos nell’intreccio delle competenze tra stato, regioni, enti locali. Bisognerebbe prima fare chiarezza e suddividere in modo chiaro le competenze tra vari livelli di potere, ripartendo dall’etica dell’autogoverno e della sovranità dei territori, come capita per i cantoni della federazione svizzera, che è uno dei modelli più efficienti ed evoluti al mondo.

Accorpare le regioni all’interno di uno stato centralista come l’italia non ha alcuna logica, nemmeno per risparmiare risorse. Infatti qualche anno fa lo stato centralista francese accorpò le regioni ma in seguito un rapporto de la ‘Cour de comptes’ (24.09.19) certificò che non vi era stata alcuna diminuzione della spesa, ma anzi un aumento.

Insomma la proposta di Farinetti non è una proposta, è una boutade che va liquidata come tale…

La Segreteria di Liberi Elettori Piemonte

“Il 25 aprile con lo striscione Putin all’Aja”

“Noi non ci stiamo. Dobbiamo sottrarre all’Anpi la proprietà morale della manifestazione del 25 aprile, rimandare al mittente i suoi diktat, e riportare il tema della Resistanza ad un piano di realtà” così dichiarano in una nota Andrea TuriPatrizia De GraziaDaniele Degiorgis, coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, e Beatrice Pizzini, coordinatrice di +Europa Torino. Proseguono: “Per questo motivo sfileremo in occasione del 25 aprile con lo striscione “Putin all’Aja” perchè riteniamo che non ci sia pace senza giustizia e che la Corte Penale Internazionale debba giudicare il criminale di Mosca per i crimini che ha commesso e che continua a commettere; con le bandiere ucraine per schierarci dalla parte dell’oppresso e sostenere la Resistenza Ucraina; con le bandiere dell’Unione Europea, per manifestare che solo un Europa Unita può porre fine all’invasione russa ed infine anche con le bandiere della NATO, perché il desiderio di autodeterminazione dei paesi baltici sia drammaticamente preso in considerazione”. Da ultimo aggiungono: “In Piemonte il vero scandalo è chi fino a ieri sosteneva vicinanza all’oppressore aprendo addirittura un consolato della sedicente repubblica di Donetsk”

Pinerolo: Caffaratto (Lega), dimissioni Salvai certificano fallimento M5S

“Le dimissioni di Salvai certificano il fallimento politico di chi evidentemente non era in grado di amministrare Pinerolo. La vicenda dell’impianto sportivo per il volley – struttura evocata da anni e mai realizzata, a riprova di un lassismo imperdonabile – è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Peraltro, poche ore prima di assumere questa decisione, lo stesso sindaco aveva accolto la proposta del consigliere della Lega Fioravanti Mongiello, che sta all’opposizione, di realizzare una struttura smontabile da collegare con l’attuale palazzetto dello sport. Una soluzione concreta ed efficace, che purtroppo non potrà essere messa in pratica per responsabilità esclusiva della Giunta Salvai. È chiaro infatti che, con queste dimissioni, non solo la nostra amata squadra di volley femminile, neo promossa in A1, sarà condannata anche quest’anno a giocare fuori città le partite casalinghe, ma anche che, a pagare le conseguenze di questo fallimento conclamato dei 5 Stelle, sarà tutta la comunità pinerolese e il tessuto produttivo e turistico del nostro territorio. Ora ci aspetta un lungo periodo di commissariamento prefettizio, durante il quale si potrà provvedere solo all’ordinaria amministrazione. Per lo sviluppo della nostra città se ne riparlerà alle prossime elezioni. Nel frattempo, i pinerolesi non dimenticheranno”.
Lo dichiara il deputato e commissario Lega di Pinerolo e Val Pellice, Gualtiero Caffaratto.

Interruzione di gravidanza: “Speranza commissari la Regione”

Lo Stato deve intervenire

“Penso che sia giunto il momento per il Ministro della Salute Speranza di commissariare la Regione Piemonte sull’applicazione della legge 194. D’altra parte l’Assessore Icardi è già stato commissariato dal collega Marrone, o sbaglio? Ed è giunto il momento che gli ispettori facciano visita all’Assessorato per una verifica sulla mancata applicazione della legge e della delibera regionale del 3 luglio 2018” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

“Ricordo che siamo la Regione che ha ricevuto la diffida della Rete Più di 194 voci Torino e di LAIGA per aver ‘dimenticato’ di far applicare la Legge 194/197 e la stessa delibera regionale approvata nella scorsa legislatura per contrastare il fenomeno dell’obiezione di coscienza e garantire l’erogazione gratuita dei contraccettivi nei consultori” – prosegue Grimaldi. – “Con una Giunta che, da quando è in carica, ha fatto di tutto per ostacolare l’autodeterminazione e la libertà delle donne, dall’ingresso delle associazioni pro vita nei consultori ai 400 mila euro per il Fondo ‘Vita nascente’ dati direttamente a quelle stesse associazioni. Siamo al sabotaggio palese della legge 194 e a una lesione profonda di diritti fondamentali. Lo Stato non può più tacere”.

Il Tar sconfessa FDI, Grimaldi (LUV): Ora basta, ricatto ormai pubblico

Si passa dalle minacce, ai rimpasti, alle carte bollate

“Il Tar mette la parola fine all’accusa inaccettabile al nostro sistema di voto e agli uffici portata avanti dal Capogruppo di Fratelli d’Italia in merito all’elezione dell’Ufficio di Presidenza. Unico caso in Italia in cui da un ricatto ormai pubblico si passa dalle minacce, ai rimpasti, alle carte bollate” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla decisione del Tar del Piemonte di respingere la richiesta di sospensiva del capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Bongioanni, sull’elezione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

“Resta incredibile che l’Assessore Marrone – la cui escalation non cessa, dalle minacce all’Istoreto ai fondi alle associazioni pro vita alle amicizie filoputiniane – invece di essere cacciato o ridimensionato sia stato promosso” – prosegue Grimaldi. – “Che un partito come Fratelli d’Italia, che ha iniziato la legislatura con l’arresto del suo recordman di preferenze per voto di scambio, abbia ottenuto ancora più spazio. In quel momento, con un Assessore in manette per i suoi rapporti con la ‘ndragheta, avremmo dovuto porre fine alla legislatura, invece oggi FdI alza il tiro, tanto la memoria è corta. Spero che i piemontesi si accorgano in che mani sono finite le loro speranze”.

Sanità, recupero liste d’attesa: arrivano le risorse regionali

Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi  la Giunta regionale ha approvato la ripartizione delle risorse economiche alle Aziende sanitarie regionali per il recupero delle liste d’attesa.

Si tratta complessivamente di oltre 36 milioni e 800 mila euro di risorse aggiuntive alle Aziende sanitarie, più 3 milioni di euro alla sola Asl Città di Torino, in qualità di azienda capofila, per il potenziamento del Cup (Centro unico di prenotazione) regionale.

L’assessore alla Sanità ha osservato che fino al 24 per cento di queste risorse potrà essere utilizzato dalle Aziende sanitarie locali per avvalersi delle prestazioni delle strutture private al fine di  raggiungere gli obiettivi previsti dal piano straordinario di recupero delle liste di attesa.

Parallelamente, entro il 31 maggio 2022 le strutture private accreditate, che erogano prestazioni per conto e a carico del Servizio sanitario regionale, sono tenute a rendere disponibile nel sistema Cup regionale il 100 per cento delle agende destinate alla prenotazione delle prime visite e altre prestazioni di primo accesso, con un periodo transitorio dal 1 giugno al 31 agosto 2022 per l’adeguamento della propria organizzazione e dei sistemi informatici.

Il provvedimento della Giunta prevede anche che la validità delle ricette di primo accesso relative alle prestazioni diagnostico-specialistiche, in assenza di appuntamento programmato, siano rideterminate in 60 giorni – anziché 180 giorni, mentre rimane confermata in 180 giorni la durata della validità delle ricette di accessi successivi al primo e di accesso diretto relative alle prestazioni diagnostico-specialistiche.

L’assessore alla Sanità ha infine rilevato come le Aziende sanitarie regionali abbiano chiari gli obiettivi sul recupero delle prestazioni di ricovero, specialistica ambulatoriale e screening oncologici, ricordando che entro giugno andrà recuperato il 30 per cento delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali di primo accesso, mentre entro settembre il sistema dovrà essere in grado di prendere attivamente in carico tutte le prescrizioni di primo accesso previste dal piano nazionale.

Prima della fine del 2022, il piano prevede il recupero di tutte le visite, le prestazioni e gli interventi rispetto al 2019 e al periodo pre-Covid.

Un cronoprogramma che verrà controllato attraverso un apposito strumento di monitoraggio trimestrale, a cura della Direzione Sanità della Regione Piemonte.

Merlo e Zambon: Pinerolo, i 5 stelle appartengono al passato

“Non vogliamo entrare nel merito della polemica che ha portato il Sindaco di Pinerolo, il grillino
Salvai, a protocollare le sue dimissioni per la vicenda legata al futuro del Volley pinerolese
femminile dopo la sua straordinaria promozione in serie A.

Ora, al di là della disputa tecnica, logistica e regolamentare sul palazzetto che dovrebbe ospitare
le gare sportive ed agonistiche della squadra, quello che emerge da questa singolare e grottesca
vicenda è che il modello politico di governo dei 5 stelle sta franando in tutta Italia. A livello locale
come a livello nazionale. Oltre alla sostanziale scomparsa da quasi tutti i comuni italiani, ad oggi
restano solo 6 i sindaci grillini di comuni oltre i 15 mila abitanti in tutta Italia. E tra questi Pinerolo
che, come l’ultima vicenda del Volley femminile dimostra, conferma platealmente l’incapacità di
governo di questa formazione politica che nell’arco di pochi anni ha sistematicamente rinnegato
tutto ciò che ha predicato per svariati lustri in tutte le piazze italiane.

E la vicenda di Pinerolo non è che l’ultimo esempio di questo decadimento politico, culturale,
programmatico e forse anche etico. Forse è giunto il momento di archiviare definitivamente la
stagione del populismo demagogico, anti politico, qualunquista e legato all’improvvisazione al
potere con l’ormai famoso slogan di “uno vale uno”. Una stagione che ha contribuito ad
impoverire la politica, a fiaccare l’azione di governo e ad incrinare la stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche.

Oltre, com’è evidente anche ai sassi, a creare una classe dirigente del
tutto improvvisata e casuale.E anche se la vicenda di Pinerolo finirà, com’è chiaro a tutti, a tarallucci e vino, è del tutto
evidente che il modello politico e di governo dei 5 stelle è franato. E non bastano le continue e
frenetiche giravolte del suo gruppo dirigente nazionale, figlio di una concezione che ha fatto del
trasformismo la sua bussola di riferimento, a salvare la situazione. È giunto veramente il momento
di voltare definitivamente pagina. A livello locale come a livello nazionale”.

Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.
Renato Zambon, Segretario Regionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.

Magliano: più risorse sul fondo “vita nascente”

Giorni di polemiche e di imbarazzi: non sempre capisco le prime e non mi sfuggono, da parte di alcuni colleghi Consiglieri, i secondi.

Continuo a non capire come risorse a favore delle donne che, in difficoltà economiche, desiderano fare una scelta in favore della vita possano essere considerate in contrasto con chi liberamente decide di fare una scelta differente.

Chi chiede a gran voce che il fondo “Vita Nascente” sia una misura universale, proprio come l’Assegno Unico, sta esprimendo esattamente anche il nostro desiderio e, dopo la necessaria sperimentazione, la nostra prospettiva: abbiamo detto fin dal primo momento che gli attuali 400mila euro sono un buon inizio, ma che i fondi dovranno progressivamente aumentare. Ci batteremo perché ciò avvenga. Dal primo momento abbiamo preteso che le risorse vadano nella loro totalità alle donne in condizioni di difficoltà economica, senza che un solo euro resti alle Associazioni.

Si dovrà dunque studiare al più presto una formula che consenta la gestione diretta del Fondo da parte dall’ente pubblico: un’esigenza di prassi che sarà per noi ragione di soddisfazione anche in quanto segno di una cultura della vita finalmente accolta a livello istituzionale e politico.

Ci attendiamo che anche la Curia si esprima su questo tema. Le stesse forti parole del Santo Padre Papa Francesco – che per noi è punto di riferimento non solo quando si esprime sull’attualità, ma anche quando è voce della Dottrina Sociale della Chiesa – ricordano che «abbiamo finora fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, tanto da vedere talvolta nell’aborto una rapida soluzione a profonde angustie».  Da sempre consideriamo e continuiamo a considerare ogni vita che nasce un valore inestimabile.

Resta incontrovertibile, infine, il dato demografico, a livello nazionale e soprattutto regionale: un fenomeno di fronte al quale la politica ha il dovere di fare la propria parte. C’è un “inverno demografico” da affrontare e superare. L’Italia è, dal punto di vista delle politiche per la famiglia, clamorosamente indietro: impietoso, per esempio, il paragone con la “laica” Francia. È tempo di iniziare a lavorare per colmare il divario.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Alexander Langer. L’attualità di un costruttore di ponti

In questo tempo orribile scandito dalla guerra che torna in Europa con l’invasione russa dell’Ucraina, trent’anni dopo l’inizio dell’assedio di Sarajevo che segnò la fine del ‘900 e le sanguinose memorie del “secolo breve”, il ricordo di Alexander Langer (1946-1995) è più attuale che mai. 

Per certi aspetti, nel dibattito sociale e politico, Langer è oggi più conosciuto, e riconosciuto, di quando lo fosse in vita, nel tempo segnato dalle tante amarezze. Marco Boato – sociologo, giornalista, ricercatore universitario, più volte parlamentare, esponente di spicco di Lotta Continua, del Partito Radicale e dei Verdi –  che condivise tante iniziative di Langer, scrisse un libro molto bello e prezioso che si intitolava Alexander Langer. Costruttore di ponti. In quelle pagine ritraeva il profilo di un autentico e coerente testimone del nostro tempo: le radici sudtirolesi, il rapporto con la Chiesa, la formazione, il Sessantotto, l’impegno politico e la conversione ecologica, la nonviolenza, l’impegno per il dialogo interetnico nella ex Jugoslavia e un po ovunque. Come ricordava il cardinale Loris Capovilla (storico segretario di Giovanni XXIII, papa Roncalli, morto centenario nel 2016) nella sua presentazione, “anche Alex ha perseguito ostinatamente la pace, e, insieme, la custodia del creato. Ha inseguito con tenacia questi ideali. Ne ha fatto la sua passione e la sua vita”. Il tenace costruttore di ponti, intellettuale altoatesino pioniere della conversione ecologica auspicata dalla Laudato si’ di papa Francesco ( essendo Pontefice è anch’esso, nell’etimologia della parola e nella sostanza del fare, un costruttore di ponti)  spese gran parte dei suoi quasi cinquant’anni anni di vita al servizio degli altri nel segno del dialogo, della pace, della tutela dell’ambiente. Giornalista, traduttore, insegnante, Alex Langer nel 1989 fu eletto deputato al Parlamento Europeo e divenne il primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. Uomo politico nel senso più nobile del termine, Langer si impegnò fino allo stremo delle sue forze nella diplomazia della pace, a favore di relazioni più giuste tra i popoli, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita. Occorre avere oggi, in questa primavera del 2022, la consapevolezza che mai come ora il suo pensiero è attuale e può dire molto alle nuove generazioni. Un testimone del nostro tempo, protagonista dell’ecologismo politico in Italia e nella dimensione europea e internazionale. Il suo  dinamismo senza soste, diventato ancor  frenetico dopo la caduta del muro di Berlino quando non risparmiò alcuna forza per contrastare i contrapposti nazionalismi, sostenendo le forze di conciliazione interetnica nei territori dei quella che fu la Jugoslavia, la terra degli slavi del sud, rappresenta l’esempio e l’eredità che ha lasciato. Alexander non tollerava le divisioni etniche. In Alto Adige nel 1981 e poi nel 1991 si era rifiutato di aderire al censimento nominativo per la dichiarazione del gruppo linguistico, perché riteneva che ciò rafforzasse una politica di lacerazione invece che di coesione. Spese tutto se stesso per un’idea e un progetto che si può riassumere nel bellissimo e sintetico concetto di don Primo Mazzolari: “pace, nostra ostinazione”. Fu coerente con questa impostazione fino all’estremo, fino alla fine. Quando ci si rende disponibili all’apertura nei confronti dell’altro senza remore, come Alexander Langer  cercò di fare lungo l’intero arco della sua vita, la vulnerabilità diventa assoluta. Fu così che il pomeriggio del 3 luglio 1995, a 49 anni, si tolse volontariamente la vita impiccandosi a un albicocco al Pian dei Giullari, alle porte di Firenze. I pesi gli erano diventati insostenibili eppure, anche in quel momento  in cui si sentiva “più disperato che mai”, avvertì il bisogno di rassicurare gli amici, scrivendo nell’ultimo dei suoi tanti bigliettini: “Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto”.  L’ultimo sprazzo di luce nel buio, un invito che non si può rifiutare, continuando così “in ciò che è giusto”. Nell’impegno per la pace, con la passione come spirito e il dialogo come missione. 

Marco Travaglini

Ruffino (Azione): Governo punti sul nucleare

“Le nostre famiglie e le nostre imprese debbono fronteggiare le conseguenze di una crisi energetica la cui profondità ed estensione è superiore alle misure fin qui predisposte. Ecco perché auspico che l’Esecutivo metta mano a nuovi e più significativi e coraggiosi interventi per arginarne conseguenze sociali potenzialmente devastanti”. Così Daniela Ruffino, deputata di Azione, nel corso della sua dichiarazione di voto sul dl Energia ieri alla Camera.

“Serve puntare sulla tassazione degli extraprofitti e sul nucleare. Proprio come ha fatto Azione presentando emendamenti al Dl Ucraina bis e a questo provvedimento. Ricordo al Governo che si tassano gli extraprofitti determinati dalla guerra, non i guadagni delle aziende e si punta ad abbassare sensibilmente il costo della benzina e delle bollette”, aggiunge la parlamentare di Azione.

“Con altrettanta chiarezza e coerenza abbiamo ulteriori emendamenti per modificare la strategia italiana, che al momento prevede il raggiungimento degli obiettivi di lungo termine utilizzando esclusivamente fonti rinnovabili. Azione invece propone di introdurre nel mix energetico una quota di nucleare. Lo scenario di oggi impone infatti scelte alte, che aiutino fin da subito famiglie e imprese”, conclude Ruffino.