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Bandi Pnrr, Ruffino (Azione): sì a fonti rinnovabili come il legno

“I prossimi bandi per il Pnrr promuoveranno finanziamenti per nuove centrali, per l’ammodernamento di impianti esistenti, per la costruzione di nuove reti efficienti a biomasse. Si tratta di un’ importante azione per provare a ridurre emissioni di gas serra e per rispondere alla crisi energetica in corso. Occorre dunque puntare su reti di teleriscaldamento alimentate da impianti che usino ad esempio il cippato di legno, biomasse forestali da filiera corta e cortissima.” Lo ha dichiarato in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino.
“Sì dunque a fonti rinnovabili, come il legno. l’Italia conta ben 11 milioni di ettari di boschi, pensiamo a quanti posti di lavoro potenziali potrebbero essere creati nel caso delle filiere bosco legno o filiere corte di valle. Dobbiamo puntare a ridurre o eliminare completamente nel nostro Paese, la dipendenza di forniture del dall’estero. I nostri boschi vanno gestiti, e non abbandonati. Ecco perché occorre urgentemente ripensare i piani forestali. Serve un cambio di passo veloce, servono risorse e progettazioni. Serve soprattutto assumere personale qualificato nei nostri comuni e territori, per accompagnare al meglio questa transizione.” Ha concluso così la deputata di Azione.

Magliano: “Paritarie invisibili”

Facciamo convintamente nostre le perplessità espresse dalle Associazioni di gestori e genitori: le Scuole Paritarie sembrano non esistere e anche l’Addendum al Decreto PNRR 2, relativo alla Riforma dell’Abilitazione all’Insegnamento e licenziato dal Governo, non le tiene in considerazione.

Eppure sono circa 200mila gli studenti che frequentano le Scuole Paritarie Secondarie di Primo e Secondo Grado e 15mila sono i docenti che attendono, da troppi anni, un percorso abilitante. Le Associazioni aderenti all’Agorà della Parità hanno recentemente commentato, con una nota, l’impianto complessivo della Riforma dell’abilitazione che introduce una netta separazione tra abilitazione e reclutamento nella scuola statale.

Fino al 31 dicembre 2024 i soli docenti che partecipano al concorso per il ruolo nello Stato possono ottenere l’abilitazione tramite l’acquisizione di crediti formativi: ci uniamo alla richiesta dell’Agorà della Parità di prevedere un’ipotesi analoga anche per quanti lavorano da anni nella Scuola Paritaria. Chiederemo alla Giunta Cirio di farsi portavoce di questa esigenza in sede di Conferenza Stato Regioni. Anche i docenti delle Paritarie possono ambire alla stabilizzazione soltanto con il possesso di un titolo abilitante, ma l’ultima occasione in ordine cronologico è stata, per loro, la partecipazione ai concorsi per il reclutamento nella scuola statale.

È infatti rimasta incompiuta la procedura straordinaria per esami finalizzata all’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento bandita con Decreto Dipartimentale n. 497 /2020. Durante la fase di conversione del Decreto Sostegni bis era emersa la data del 15 dicembre 2021 come termine ultimo per avviare la prova selettiva, ma tale data non è confluita nella stesura finale del DL 73/2021.

Chi domandiamo perché e chiediamo anche noi che le esigenze della Scuola Paritaria siano tenute in considerazione almeno in fase di conversione del Decreto. Il Ministero dell’Istruzione dia seguito anche al concorso straordinario abilitante di cui al Decreto Dipartimentale 497/2020. A quel punto potremo esprimere apprezzamento per l’impianto complessivo della Riforma.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Fondi alle associazioni Antiabortiste. Grimaldi (LUV): “è una misura illecita”

 

«Da oggi in Piemonte una donna indigente che deciderà di andare al consultorio e avere un bambino non avrà niente, mentre le prime 100 che si presenteranno ai centri pro vita riceveranno 4.000 euro. Credo che siamo davanti ad un abominio prima ancora che a una misura illecita. L’emendamento Marrone è stato  approvato da una larga maggioranza di centro destra, da quello stesso fronte che, dopo aver spalancato le porte delle ASL e dei consultori alle associazioni anti-abortiste, ora li finanzia con 400mila euro di fondi pubblici» – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione a margine della votazione dei suoi oltre 1200 emendamenti al bilancio.

«Se il Piemonte vuole applicare la legge 194 intervenga in tutte le strutture dove l’interruzione volontaria di gravidanza è negata per la mancanza di personale non-obiettore, attui i percorsi previsti per una genitorialità consapevole, a partire dalla distribuzione gratuita di contraccettivi ai giovani fino a 26 anni come prevede tra l’altro la delibera 211 del 2018 a mia prima firma approvata da questa Aula, e parta dalla somministrazione della pillola Ru486 anche nei consultori e non solo negli ospedali».

«Inoltre – prosegue Grimaldi – se il Piemonte vuole davvero aiutare le donne la smetta di speculare sulla loro libertà di scelta e metta in campo risorse e provvedimenti per combattere le disparità di genere, a partire dai salari, e per una condivisione paritaria del carico familiare tra padre e madre. Se il Piemonte vuole combattere la denatalità allora pensi allo sviluppo del Piemonte: provi a fermare l’unica emigrazione che rende questa Regione più povera, quella dei troppi giovani che, per assenza di salari e lavori a tempo indeterminato, continuano a scappare all’estero. Le nostre regionali devono essere destinate a chi ne ha realmente bisogno, non a un gruppo di associazioni pro-vita, per questo le migliaia di nostri emendamenti presentati, e in queste ore al voto, chiedono proprio di agire per garantire quelle politiche. Per crescere i nostri figli servono nidi, serve dignità, serve reddito, diritto allo studio. Altro che mancette» – conclude Grimaldi.

“Il partito ‘Noi Di Centro-Mastella’ si presenta anche a Torino

Il nuovo partito di centro, dopo aver costruito gli organi del movimento politico in tutta Italia, si presenta in tutte le regioni per illustrare il suo progetto politico. 

Un progetto che punta a ricostruire un’area di “centro” a livello nazionale attraverso la ‘federazione’ di tutte quelle forze che si riconoscono in quest’area politica e culturale del nostro paese.
E il titolo del convegno piemontese che si terrà a Torino venerdì 29 aprile alle ore 17,30 presso l’NH Hotel di piazza Carlo Emanuele II n.15, si intitola appunto ‘Le Ragioni del Centro’.
Il convegno sarà introdotto da Giorgio Merlo, Presidente Nazionale di ‘Noi Di Centro-Mastella’.
Segue un’analisi del sondaggista Lorenzo Pregliasco, Direttore di YouTrend, sul mercato elettorale del Centro nel nostro paese.
Dopodichè ci sarà un confronto tra Valentino Castellani e Michele Vietti sul ruolo politico e culturale del ‘Centro’ nel nostro paese dopo la stagione populista.
Conclude il convegno il segretario nazionale del partito Clemente Mastella.

Modera il dibattito Giuseppe Novero”.

Luca Pedrale Presidente regionale “Noi Di Centro-Mastella”
Renato Zambon Segretario regionale “Noi Di Centro-Mastella”

Biletta (Fi): nel bilancio risorse per le piscine

biletta“Esprimo profonda soddisfazione per la previsione di una misura dedicata al comparto delle piscine che varrà circa 1milione di euro.

Un intervento che Forza Italia ha fortemente richiesto e per il quale ci siamo più volte battuti viste le difficoltà che hanno incontrato a causa del Covid le 33 società sportive che gestiscono 72 impianti natatori pubblici, nei quali trovano occupazione 500 lavoratori subordinati e 1500 collaboratori sportivi. Quindi stiamo dando una risposta strategica non solo dal punto di vista sociale, sportivo e ricreativo ma anche occupazionale”. Ad annunciarlo la vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Alessandra Biletta a margine della discussione del Bilancio previsionale 22/24.

Conclude l’azzurra: ”Gli impianti natatori, a differenza di altre realtà, hanno dovuto far fronte ai costi fissi di gestione delle strutture anche durante il lockdown, in quanto per le caratteristiche tecniche non sarebbe stato possibile ‘spegnere’ gli impianti. Se a ciò si aggiunge l’aumento dei costi dell’energia si comprende come il sistema delle piscine si trovi in una situazione drammatica e non più sostenibile che richiede per forza un intervento dell’amministrazione pubblica. Una preoccupazione che è anche stata condivisa con il sistema dei Comuni che rischiano di dover pagare le ricadute di aggravio delle spese, essendo le strutture di proprietà pubblica”.

Ianno’: “La violenza uccide la coscienza civile”

La solidarietà del Vice Capogruppo Giuseppe di Torino Bellissima

“Le bandiere bruciate durante la fiaccolata del 25 aprile, la sede del Pd imbrattata in via Oropa e quella dei radicali Adelaide Aglietta non possono essere derubricate ad un mero atto vandalico” sottolinea il Vice Capogruppo di Torino Bellissima, Giuseppe Iannò.

“Stigmatizzo l’ignobile gesto ed esprimo la mia piena solidarietà – prosegue Iannò – perchè penso che la violenza non sia un metodo riconducibile a nessuna forza partitica e politica e offende la coscienza civile. Mi auguro che gli organi preposti facciano chiarezza, quanto prima su tutta la vicenda e condanno questo vile atto contro la democrazia e la convivenza civile”

Il Vice Capogruppo

Giuseppe Iannò

Referendum Giustizia: il dibattito de “il Torinese”

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Con l’avvocato Roberto Guarino del direttivo + Europa Torino e della giunta della Associazione Adelaide Aglietta che risponde ad alcune domande sui referendum sulla Giustizia apriamo una serie di interventi relativi al dibattito referendario, che sinora è rimasto sin troppo sotto tono e al quale dedicheremo spazio nelle prossime settimane.

Presto si voterà per i Referendum sulla Giustizia, il prossimo 12 giugno, in concomitanza con le elezioni amministrative, ma se ne parla pochissimo e credo ci sia molta confusione sui quesiti, anche per il loro tecnicismo.

Si tratta, in effetti, di cinque quesiti molto tecnici che riguardano il sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura, lavalutazione delle toghe, l’abrogazione della legge Severino, la modifica delle misure cautelari, separazione delle funzioni in magistratura. Sono temi su cui non sembra l’opinione pubblica si appassioni molto, anche perché il quesito forse più impattante e popolare, quello sulla responsabilità diretta dei magistrati, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.

Come si è arrivati ai Referendum e cosa si propongono i promotori?

I Referendum si inseriscono nel desiderio di parte della politica di recuperare quello squilibrio di forza con la magistratura che ha caratterizzato almeno gli ultimi 30 anni della nostra storia. Loscorso giugno, complice anche il recente caso Palamara e lo scandalo delle nomine al Csm, il Partito Radicale e la Lega di Matteo Salvini hanno depositato in Corte di Cassazione i sei quesiti referendari che riguardano la giustizia e hanno poi raccolto, secondo quanto affermato dalla Lega, oltre 700mila firme a quesito.  Tuttavia, i promotori hanno poi deciso di non utilizzare le firme raccolte, preferendo far approvare i quesiti dalle regioni amministrate da giunte di centro-destra, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto (l’art. 75 della Costituzione stabilisce che 500.000 cittadini o 5 Consigli regionali, possono proporre all’intero corpo elettorale “l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge”).

Lei cosa pensa della situazione della Giustizia in Italia?

Una giustizia giusta ed efficiente rappresenta la conditio sine quanon per una democrazia liberale ed efficiente. Io consiglio la lettura dell’ultimo libro di un giurista come Sabino Cassese Ilgoverno dei giudici che analizza da par suo la situazione della giustizia in Italia, evidenziando la dilatazione del ruolo dei giudicie la crescente inefficacia del sistema giudiziario, fenomeno che riconduce anche a una indebita invasione della magistratura nel campo della politica e dell’economia.

I Referendum possono aiutare a migliorare la situazione?

Intanto, la mera approvazione dei Referendum avrebbe un effetto deflagrante, perché renderebbe plateale la perdita di consenso e di autorevolezza della Magistratura, già testimoniata da anni dai sondaggi. Quando io mi sono iscritto all’Università, alla fine degli anni Ottanta, la credibilità ed il prestigio dei magistrati erano assoluti, mentre oggi la sfiducia è abbastanza generalizzata. Un successo dei Referendum renderebbe più agevole l’approvazione di riforme sulla giustizia oggi ostacolate anche da un efficace lavoro di lobbying di esponenti della Magistratura con entrature ad alti livelli nella politica, nell’informazione, nella cultura.

Questo in linea di principio, ma entrando nel merito delle questioni poste …..

Anche nel merito, l’approvazione dei tre Referendum sui magistrati sarebbe importante. Il primo quesito prevede di separare nettamente le funzioni di magistrato requirente (pubblico ministero) e giudicante (giudice): imponendo a inizio carriera al magistrato di scegliere la funzione giudicante o quella requirente, senza più la possibilità di passare dall’una all’altra per un massimo di quattro volte come avviene attualmente. In pratica, separando più nettamente le funzioni si andrebbe verso un superamento del corporativismo che lede il principio della terzietà del giudice e la parità tra accusa e difesa. Il secondo quesito prevede l’abrogazione del numero minimo di firme che deve raccogliere un magistrato per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura (dalle 25 alle 50 firme). La raccolta di firme implica correnti, cordate, accordi tra magistrati, senza firme ogni magistrato potrà candidarsi senza necessità di accordi econdizionamenti. Il terzo quesito introduce nella valutazione della professionalità dei magistrati nel consiglio giudiziario il diritto di voto non soltanto ad altri magistrati (come avviene oggi), ma anche agli avvocati.

Gli altri due quesiti non riguardano direttamente i magistrati.

C’è il quesito sulla custodia cautelare a cui un imputato può essere sottoposto prima della sentenza. In base all’articolo 274 del codice di procedura penale, la custodia cautelare è prevista soltanto nei casi in cui c’è un concreto pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di compimento di nuovi e gravi reati. In realtà, in Italia c’è storicamente un abuso di questo istituto e la custodia viene applicata ben al di fuori dei presupposti di legge, con la conseguenza di soggetti poi assolti che hanno scontato in carcere lunghi periodi di custodia. Con la vittoria del referendum la custodia verrebbe limitata soltanto al pericolo di nuovi reati gravi.

L’ultimo quesito dà più potere ai magistrati.

La legge Severino prevede che in caso di condanna in primo grado per alcune ipotesi di reato (in particolare quelle contro la pubblica amministrazione) ci sia anche la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale (o la decadenza in caso di soggetto in carica). Con il referendum sarebbe il giudice a decidere se comminare, oltre alla sanzione penale, la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, senza quindi l’automatismo attuale.

Che possibilità ci sono secondo lei di vittoria del voto referendario?

Intanto, perché il voto sia valido deve partecipare almeno la metà degli aventi diritto. Il fatto che il voto referendario coincida con le elezioni amministrative favorisce certo il raggiungimento del quorum, anche se si tratta di elezioni parziali che coinvolgono soltanto mille Comuni (di cui ventisei i capoluoghi) e che hanno tradizionalmente una bassa affluenza. Fra l’altro almeno due dei quesiti (la raccolta delle firme e il voto degli avvocati nei consigli giudiziari) fanno parte della riforma dell’ordinamento giudiziario che nelle intenzioni del ministro Cartabia, dovrebbe essere approvata entro fine maggio. In tal caso, ovviamente, quei Referendum non si terrebbero più.

Massimo Iaretti

Leone (Lega Salvini): “A Rivarolo richiedente asilo aggredisce titolare hotel”

“basta violenza tra case e scuole, intervenire subito”

Riceviamo e pubblichiamo

“Mentre la città di Rivarolo si tira a lucido per accogliere il Giro d’Italia, in mezzo alle abitazioni, a pochi passi dai plessi scolastici, in una struttura privata da mesi si consumano scene di ordinaria violenza.

L’ultima la scorsa notte in viale Losego 22, ciò che resta della accogliente struttura dell’Hotel Europa, un richiedente asilo già denunciato decine di volte ha scavalcato la recinzione e, dopo aver passato la notte clandestinamente nei locali che devono essere ristrutturarti per la gara ciclistica di fine maggio, ha malmenato i proprietari e un artigiano impegnato nei lavori. Non accetto che la situazione resti irrisolta e metta a repentaglio la sicurezza di tutti i rivarolesi”.

Con queste parole il responsabile del Dipartimento antimafia della Lega piemontese Claudio Leone ha raccolto la testimonianza della violenza perpetrata per l’ennesima volta ai danni dell’imprenditore rivarolese Mauro Mattioda, dei suoi familiari e dei collaboratori da parte di un richiedente asilo che sostiene da mesi che l’Hotel Europa sia casa sua.

“Un incubo che dura da troppo tempo – ha denunciato Mattioda -, sono ormai incalcolabili le denunce, le chiamate alle Forze dell’Ordine e al 118. Ho subito danni incalcolabili per gli atti vandalici alla struttura alberghiera ma tutti i giorni ormai mi confronto con violenze perpetrate ai danni del sottoscritto, dei miei familiari e dei miei collaboratori. I Carabinieri che intervengono puntualmente vengono insultati, presi a calci e subiscono sputi e vessazioni, la magistratura non dispone l’arresto e dopo ogni episodio il soggetto torna più violento di prima nella struttura”.

“Pretendo si metta la parola fine a questa situazione – conclude il rivarolese eletto nella Lega Salvini Piemonte – immediatamente, ho raccolto da Mattioda parole che non possono essere ignorate. Il soggetto solo ieri ha riferito di essere pieno di crack e di voler uccidere qualcuno prima che la testa gli scoppi!”.

“Voucher Scuola, oltre 500 famiglie rischiano di essere escluse”

Magliano: attacco alla libertà di educazione

A fronte di un numero di domande che, verosimilmente, aumenterà anche quest’anno in maniera significativa, data la perdurante situazione di crisi, la cifra messa quest’anno a disposizione dalla Giunta Cirio per gli Assegni di Iscrizione e Frequenza alle Scuole Paritarie, è scesa a 4,3 milioni rispetto ai 5,4 milioni dello scorso anno. Nel 2021-22 sono state finanziate 3.847 richieste. Con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio chiediamo un ulteriore milione di euro per ciascuno dei prossimi tre anni per garantire una reale parità scolastica: Maggioranza e Giunta dimostrino di tenere a questo principio non solo a parole e smettano di penalizzare famiglie e studenti.

Oltre 500 studenti (e altrettante famiglie) fuori dal Voucher Scuola: un rischio concreto, che emerge dai numeri. Erano 5,4 i milioni di euro disponibili, lo scorso anno, per gli Assegni di Iscrizione e Frequenza alle Scuole Paritarie, cifra precipitata quest’anno a 4,3 milioni di euro a causa dei tagli di questa Giunta. A questa riduzione delle risorse superiore al 20% corrisponderà verosimilmente, data la perdurante crisi, un’ulteriore crescita delle domande rispetto alle 3.847 domande finanziate per il 2021-22.

Con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio di Previsione chiediamo alla Giunta di ripristinare quantomeno la cifra dello scorso anno, prevedendo almeno 1 milione di euro in più per ciascun anno del triennio 2022-2024 per finanziare il Capitolo sugli “Assegni di Studio per Iscrizione e Frequenza”. Solo così potremo assicurare al maggior numero di famiglie la possibilità di beneficiare del voucher e garantire una vera libertà di educazione.

Alcune cifre: i 5,4 milioni di euro dello scorso corrispondono alla somma di 4.328.720 euro iniziali, dei 350mila euro chiesti e ottenuti dai Moderati, di 300mila euro di economie e di altre e diverse risorse. Quest’anno la cifra resta inchiodata sui 4.314.080 euro, con poche speranze, pare, di poter contare su economie di sorta. Riteniamo assurdo e inaccettabile che la Giunta Cirio tagli, in un contesto di crisi, questi fondi (che riguardano, lo ricordiamo, iscrizione e frequenza presso la Scuola Primaria, la Scuola Secondaria di Primo Grado e la Scuola Secondaria di Secondo Grado).

Il centrodestra in Regione, tra Maggioranza e Giunta, ha l’ennesima occasione di dimostrare di essere favore della libertà di educazione non solo a parole, ma nei fatti e nelle scelte politiche. Se l’occasione sarà persa, le famiglie e le Scuole Paritarie non potranno che prendere atto di un’impostazione ideologica, da parte di questa Giunta, che le penalizza esplicitamente.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

“Il fascismo degli antifascisti”

Radicali: Sede Torinese vandalizzata per ritorsione contro le bandiere portate in corteo.

“Non bastava essere stati accerchiati, spintonati, insultati per l’intera durata della manifestazione e aver dovuto discutere animatamente perché ci fosse consentito di prendere parte al corteo da chi non aveva il diritto di vietarcelo, adesso la nostra sede è anche stata vandalizzata da chi si definisce orgogliosamente antifascista, ma che, i metodi fascisti di ritorsione contro chi la pensa diversamente, non ha alcun problema a utilizzarli”. Lo dichiarano il Consigliere Comunale di +Europa e Radicali Italiani, Silvio Viale, insieme ai coordinatori dell’associazione Radicale Adelaide Aglietta, Andrea Turi, Daniele Degiorgis e Patrizia De Grazia.
“Ieri sera, al corteo del 25 Aprile, abbiamo marciato sventolando le bandiere Ucraine, dell’Unione Europea e della NATO. Nel cuore della nostra Europa, c’è una nuova resistenza, ci sono dei nuovi partigiani che una mattina di due mesi fa, si sono svegliati e hanno trovato l’invasor. Un invasore il cui obiettivo non è il Donbass, o l’Ucraina, ma l’Europa intera, il suo modello democratico, i suoi valori, le regole del suo stato di diritto. In altre parole: tutti noi. Chi in Ucraina combatte contro Putin, anche a costo della propria vita, per liberarsi e liberarci da quell’invasore, è a tutti gli effetti un partigiano. Sventolare la bandiera dell’Ucraina, insieme a quelle dell’Unione Europea e della NATO (due ombrelli che, anche nelle loro imperfezioni, ci rendono più forti di fronte a quell’invasore), significa difendere i valori dell’antifascismo nel presente del mondo in cui viviamo. Porre sullo stesso piano NATO e Putin è folle. Anche grazie all’Alleanza Atlantica è stato possibile un processo di democratizzazione, al riparo dalle mire imperialiste del dittatore russo. La guerra in Ucraina ha un nome e un cognome: Vladimir Putin. La NATO non ha svolto alcun ruolo, se non quello di provare in tutti i modi ad aiutare l’Ucraina a difendersi e a difenderci. Avevamo il diritto di partecipare con quelle bandiere era un corteo pubblico. Il pensiero unico, l’intimidazione, la censura, le ritorsioni, non sono strumenti democratici. Ricordano qualcos’altro. Qualcosa che un 25 Aprile fummo in grado di sconfiggere, ma che durante questo 25 Aprile è tornato a manifestarsi contro di noi in modo agghiacciante. L’antifascismo non è una bandiera, ma un metodo. Un metodo che ieri e questa notte è stato schiacciato dalla violenza degli antifascisti”.
Oggi, a Roma il convegno organizzato da Radicali Italiani, dal titolo “25 aprile anche per l’Ucraina”, visibile al link:
https://www.facebook.com/events/929650184370241

Qui invece, il link per firmare l’appello Putin all’Aja:
https://radicali.it/putin-allaja/