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Suicidio assistito: +Europa a Torino davanti a Palazzo Lascaris

“PRESENTI AL PRESIDIO DI MARTEDÌ 7 NOVEMBRE IN DIFESA DELLA PROPOSTA DI LEGGE “LIBERI SUBITO” SOTTOSCRITTA DA 11.000 CITTADINI PIEMONTESI”

Martedì 7 Novembre ore 9.30 saremo presenti davanti Palazzo Lascaris con l’Associazione Luca Coscioni, promotrice della proposta di legge “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito, e con tutti coloro che vorranno manifestare in difesa dell’ammissibilità di un’iniziativa che ha raccolto più di 11.000 firme dei cittadini piemontesi. Proprio a quell’ora il Consiglio Regionale voterà infatti l’ammissibilità della legge che ha già superato il vaglio della Commissione di Garanzia. È una proposta di legge che non aggiunge nessun diritto ma detta tempi certi per un diritto già esistente, come da sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (detta anche sentenza Cappato/Antoninani) e che quindi rientra a pieno titolo nel novero delle competenze sanitarie in capo alle Regioni. Saremo lì per dare forza ai consiglieri regionali che dovranno votare l’ammissibilità della proposta.

Europa Verde, a Collegno presentato un nuovo percorso politico

Sabato 4 novembre 2023, il Co-portavoce  Metropolitano di Torino di Europa Verde Frosina Fabrizio,  ha incontrato il Referente di  Collegno Fabio Finiguerra in compagnia di alcuni storici Verdi Di Collegno, per  afftontare alcune tematiche generali partendo dalla legge per il clima, presentata alcune settimane dal gruppo parlamentare, alle tematiche locali.

La principale analisi e’ stata fatta sul alcuni dei temi che I Verdi di Collegno ritengono che la futura governance della città,debba inseire nel proprio programma, come lo sviluppo delle Comunità energetiche,  lo sviluppo della mobilità, al piano regolatore, a pochi giorni dall approvazione della variante dell area ex Mandelli, alla tutela dei parchi cittadini e parco della Dora,  oltre al sostegno delle famiglie ,  al welfare di comunità  ed allo sviluppo sostenibile delle are industriali ma anche alla tutela del commercio  e al sostegno alle attività locali.

Su questi ed altri temi il Referente di Collegno Finiguerra, ed il Co-portavoce Metropolitano Frosina, hanno definito un ciclo di incontri  sul territorio, per ascoltare i cittadini ed illustrare le proposte, partendo anche dai Quartieri,  come Villaggio Dora  rappresentato  da Fabrizio Fantinel che si occuperà di raccogliere e rappresentare le esigenze di un area  di Collegno  che merita grande considerazione.

Alla riunione erano presenti anche due Verdi Storici come Aldo Molino e  Vito Gala, memorie storiche  della ambientalismo  di Collegno che con la loro esperienza supporteranno il  gruppo di Europa Verde di Collegno  che intende riportare con il Simbolo di Europa Verde -Verdi a un riferimento per tutto gli ambientalisti, animalisti e cittadini sensibili alle tematiche ambientali.

 

Merlo: Cirio e Lo Russo, senza ‘coesione istituzionale’ territori penalizzati

La sinistra si rassegni

“La collaborazione istituzionale tra il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il Sindaco
di Torino Stefano Lorusso è l’unica strada realisticamente percorribile per cercare di ottenere
risultati concreti che possono ricadere sul territorio. Il Pd della Schlein e i populisti dei 5 stelle
devono farsene una ragione. Non si può tradurre tutta la politica in propaganda e nella sistematica
denigrazione dell’avversario/nemico. E questo perchè il territorio piemontese, come quello della
provincia di Torino, non possono sacrificare sull’altare delle convenienze politiche ed elettorali del
Pd e della sinistra gli interessi concreti e reali dei territori circostanti. E questo vale anche, e
soprattutto, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato e Consigliere Nazionale Anci

Maserati di Grugliasco in vendita online: “Indegno epilogo”

Stellantis, (ex Bertone) / Accossato, Bacchin e Grimaldi: “Stabilimento  di una storia importante. Ora Cirio batta un colpo per impedire degrado e abbandono”
“Era noto da tempo che l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, avrebbe messo in vendita la struttura di corso Allamano entro il 2024. Leggere l’annuncio su un portale immobiliare online, tuttavia, aumenta il senso di amarezza e rabbia” – commentano Silvana Accossato (consigliera regionale Luv), Roberto Bacchin (segretario provinciale Sinistra Italiana) e il vice capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera dei Deputati Marco Grimaldi.
“Si tratta di un doppio fallimento: da una parte, le promesse disattese di ‘piani industriali ambiziosi’ e di “eccellenza mondiale” fatte da FIAT dopo aver acquistato le linee di produzione nel 2009. Dall’altro, la certificazione dell’ennesimo schiaffo incassato in silenzio dalla Regione Piemonte: ricordiamo bene l’incontro con Stellantis avvenuto l’anno scorso che il presidente Cirio ha definito ‘prezioso e fecondo, molto di prospettiva’. Trasferire a Mirafiori i duecento lavoratori rimasti a Grugliasco è il grande risultato che Cirio aveva in mente per rilanciare l’occupazione locale?”
“L’auspicio – concludono Accossato, Bacchin e Grimaldi – “è che lo stabilimento costruito nel 1959 dalla Bertone non diventi un ennesimo luogo di abbandono industriale nel torinese. Serve al più presto una fase di progettazione pubblica e partecipata, in grado di immaginare il futuro di questi spazi di oltre 100mila mq, con la partecipazione di enti locali, Città metropolitana e Regione Piemonte. Purtroppo leggere che sono stati messi in vendita su Internet, tra un appartamento appena ristrutturato e una villetta indipendente, non è certo il migliore dei biglietti da visita”.

Olimpiadi “torinesi”, Ruffino: “Il No del Cio è interlocutorio?”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Vorrei dare credito alle rassicurazioni del ministro Zangrillo sul carattere interlocutorio del “no” pronunciato dal Cio sull’utilizzo della pista di bob a Cesana e del trampolino a Pragelato. In tema di sostenibilità il Comitato olimpico è stato netto nella richiesta di smantellamento delle piste nel post-olimpico. Tanto il bob quanto il trampolino sono l’eredità complessa delle Olimpiadi invernali del 2006. Il loro ripristino è sicuramente meno costoso della costruzione di un nuovo impianto. Si tratta allora di fornire al Comitato olimpico le rassicurazioni necessarie: le piste saranno smantellate e le aree di Cesana e Pragelato rinaturalizzate per ottemperare al protocollo di sostenibilità voluto dal Cio.

     Spetta ora alla Città Metropolitana di Torino, competente su quelle aree, agire di conseguenza per sbloccare quel dossier e conservare in Italia la disputa di tutte le gare olimpiche.

Merlo: Montagna, l’industria della neve cambia registro. Il modello Pragelato

“Il nuovo modello di sviluppo della montagna richiede, d’ora in poi, investimenti profondamente
diversi rispetto ad un passato anche solo recente. Parlando dello sci alpino, se gli impianti di
risalita ad alta se non altissima quota resisteranno nel tempo, è indubbio che si tratta di un settore
che richiede una profonda inversione di rotta. A cominciare da un comprensorio di eccellenza, per
ragioni turistiche e sportive, come quello dei territori della Via Lattea. E puntare su discipline come
quello dello skiroll a Pragelato, accanto al rafforzamento e al potenziamento del fondo può
rappresentare, comunque sia, uno snodo decisivo per garantire una offerta turistica e sportiva che
vale per quasi tutto l’anno con gestioni facilmente governabili, costi contenuti e basso impatto
ambientale.
Insomma, la cosiddetta ‘industria della neve’ come è stata definita per molto tempo, non tramonta
ma dovrà tener conto del profondo cambiamento climatico da un lato e dei sostenuti e massicci
investimenti dall’altro per coprire la gestione e il buon funzionamento. Dunque, anche per il
Piemonte cambia inesorabilmente il modello di sviluppo della montagna ad alta quota e delle sue
concrete conseguenze sul turismo in quei territori”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato e Consigliere Nazionale Anci.

La Dc non torna. Ma i democristiani ci sono. Casini un esempio illustre e autorevole

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Chi continua a pensare che un giorno o l’altro possa tranquillamente ritornare l’esperienza della
Democrazia Cristiana, o pecca di ingenuità o di scarsa, se non nulla, conoscenza della storia
democratica del nostro paese. Una considerazione, questa, che è la diretta conseguenza di quello
che è stata la DC italiana. Perchè la Dc, come ormai noto ed acquisito, è stata un “prodotto
storico”, cioè un partito che va collocato in una precisa fase politica e storica del nostro paese. E,
come ricordava sempre un grande leader della DC, Guido Bodrato, “la Dc è come un vetro
infrangibile. Quando si rompe va in mille pezzi e non è più ricomponibile”. Una metafora, questa
che rende con sufficiente chiarezza che la Dc, il “partito italiano” per eccellenza, non è più
replicabile. Nè politicamente nè, tantomeno, sotto il profilo organizzativo. E lo dico, questo, per
sgombrare definitivamente il campo da comprensibili e del tutto giustificate tentazioni nostalgiche.
Ma se questa riflessione è un fatto sufficientemente oggettivo, almeno per quasi tutti gli
osservatori e i commentatori politici, è altrettanto indubbio che la presenza politica e culturale dei
“democristiani” non è affatto esaurita. Anzi. E quando dico i “democristiani” non penso alle
singole persone e al loro destino politico nei vari partiti presenti nella geografia politica italiana
ma, al contrario, al modo d’essere, alle scelte e alle politiche dei “democristiani”. È appena
sufficiente ricordare alcuni caposaldi costitutivi di questa cultura per rendersi conto che proprio
quella esperienza conserva una straordinaria attualità e modernità anche nella stagione politica
contemporanea. Dalla cultura della mediazione alla cifra politica riformista; dalla valenza del
pluralismo alla importanza della concertazione e dei corpi intermedi; dal rispetto delle istituzioni
democratiche alla qualità ed autorevolezza della classe dirigente; dalla considerazione
dell’avversario politico che non è mai un nemico irriducibile alla negazione alla radice di qualsiasi
forma di radicalizzazione del conflitto politico. E, dulcis in fundo, la presa d’atto che nel nostro
paese, a prescindere dal colore delle coalizioni politiche, si continua a governare sempre “al
centro” e “dal centro”. Una constatazione, questa, che si può tranquillamente evincere anche
dalle scelte concrete del governo Meloni. Al di là delle solenni e roboanti dichiarazioni della
campagna elettorale.
E la controprova di queste riflessioni, che adesso non vengono più smentite o rinnegate neanche
dagli storici detrattori della Democrazia Cristiana e della sua classe dirigente, sono la forte
considerazione e la profonda condivisione politica di chi non ha mai rinnegato quella storia
politica, culturale, istituzionale e di governo. Un nome fra tutti, forse l’esponente più autorevole e
rappresentativo di quel mondo, Pier Ferdinando Casini. E cioè, la considerazione bipartisan che
vengono particolarmente apprezzati lo stile, il metodo, i contenuti e la modalità del far politica di
tutti coloro che ricalcano un modello a cui non si può non fare riferimento se si vuole perseguire
una politica autenticamente democratica, riformista e profondamente rispettosa della stessa
Costituzione.
Per questi motivi, al di là e al di fuori delle legittime scelte politiche del momento, è abbastanza
evidente che dopo la sbornia populista e antipolitica di questi ultimi anni alimentata
principalmente dai 5 stelle, dopo l’altalena dei successi elettorali di singoli capi partito e delle
altrettanto rapide crisi di consenso, forse è arrivato il momento per ricomporre le svariate anime
centriste, popolari, civiche e riformiste del nostro paese. Pur senza alcuna regressione nostalgica.
Una iniziativa politica che si rende anche necessaria per consolidare quel “sentiment” politico,
culturale e di metodo che non si può improvvisare da parte di coloro che sono e restano estranei
se non addirittura alternativi a questa cultura politica e a questa tradizione di pensiero. Una
scommessa e una sfida politica che potranno rappresentare la vera novità del prossimo futuro
dopo il decadimento etico e culturale della politica che ha, purtroppo, caratterizzato la vita
pubblica del nostro paese in questi ultimi tempi.

+Europa Torino in piazza per la democrazia

Venerdì 3 novembre dalle 14 alle 16 in Piazza Castello fronte Prefettura il gruppo +Europa Torino scenderà in piazza per sollecitare la realizzazione della piattaforma per la raccolta firma digitale. Questa iniziativa si inserisce nella mobilitazione nazionale che +Europa organizza ogni venerdì per chiedere al governo di rendere effettiva l’entrata in vigore della piattaforma, pubblica e gratuita, per la raccolta delle firme necessarie a promuovere Referendum e Proposte di Legge di iniziativa popolare, che Palazzo Chigi è tenuto a realizzare in base alla legge approvata nella scorsa legislatura che introduce la firma digitale.

“Più che una protesta, la nostra è la pretesa che il governo rispetti la legge che prevede la realizzazione della piattaforma per la raccolta delle firme digitali, che sarebbe dovuta avvenire  entro il 31 dicembre 2021. La piattaforma per le firme digitali è uno strumento essenziale per rivitalizzare la nostra democrazia in crisi, proprio adesso che si parla tanto del calo della partecipazione al voto e della lontananza dei cittadini dalla politica. Il governo sta boicottando questo strumento fondamentale. Non se ne può davvero più: non sarà che il Governo ha paura della partecipazione democratica?”, ha dichiarato il segretario di +Europa, Riccardo Magi

Sanità, Valle (Pd): “I piemontesi possono sentirsi dire che non c’è posto?”

Il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle lunedì 2 novembre  si recherà davanti alla sede Asl di via Monginevro con i volontari della petizione PD Stop liste attesa: “Attendere un anno o essere costretti ad attraversare il Piemonte è un fallimento per tutti. Per abbattere le liste di attesa serve più personale e risorse per garantire visite ed esami anche il pomeriggio, la sera e nei weekend e potenziare il Cup regionale. Cirio giochi a carte scoperte: Icardi resterà al suo posto o verrà rimpiazzato, sconfessando l’operato di questi 5 anni drammatici?”.

«Il cittadino che contatta il Cup unico regionale per prenotare una visita o un esame nella metà dei casi si sente rispondere che “non c’è posto”, nell’altra metà deve pazientare anche un anno oppure accettare di attraversare tutto il Piemonte per andare a farsi visitare. Questa è la triste realtà della sanità pubblica piemontese. Nonostante tutta la retorica di Cirio e Icardi sui risultati ‘straordinari’ sul fronte delle liste di attesa, ogni qual volta effettuiamo una rilevazione, ci troviamo di fronte ad una fotografia ben diversa. Non è certo un caso che Cirio si guardi bene dall’esprimersi sul futuro dell’assessore alla Sanità: qualcuno dice che l’avrebbe cacciato già da tempo, ma i fatti dicono che se lo è tenuto stretto e chissà se lo terrà»: lo afferma il vice Presidente Consiglio regionale Daniele VALLE (Pd).

 

PRENOTAZIONE

PIEMONTE

TORINO

PROVINCIA DI  TORINO

Ecografiamuscolotendinea

NESSUN POSTO

NESSUN POSTO

29/10/24 Rivarolo

Colonscopia

20/11/24Verbania

NESSUN POSTO

3/3/26 Chieri

Visita Dermatologica

NESSUN POSTO

NESSUN POSTO

7/11/24 Condove

EGDS (gastroscopia)

NESSUN POSTO

30/10/24Mauriziano

27/05/24 Rivoli

Visita oculistica

NESSUN POSTO

23/10/24 Molinette

9/4/24 Avigliana

Rm alla colonna

4/12/23 Verbania

NESSUN POSTO

NESSUN POSTO

Eco Transvaginale

NESSUN POSTO

15/2/24 Mauriziano

NESSUN POSTO

Ecocolordoppler TSA

NESSUN POSTO

29/10/24Mauriziano

NESSUN POSTO

 

Ecografia muscolotendinea: c’è un solo posto a Rivarolo il 29 ottobre del 2024 e nessun altro posto prenotabile in tutto il Piemonte;

Colonscopia: a Torino non c’è posto, bisogna andare a Verbania (il 20 novembre del 2024) oppure a Chieri, ma il 3 marzo del 2026!

Visita dermatologica: a Condove il 7 novembre dell’anno prossimo;

Gastroscopia (EGDS): un posto a Rivoli il 27 maggio del 2024, oppure il 30 ottobre del Mauriziano sempre nel nuovo anno;

Eco transvaginale: al Mauriziano il 15 febbraio del 2024, nient’altro;

Visita oculistica: bisogna aspettare il 9 aprile del 2024 ad Avigliana oppure il 23 ottobre alle Molinette;

Rm alla colonna: qui si è più fortunati, c’è posto a Verbania il 4 dicembre di quest’anno, ma nessun altro posto in tutto il Piemonte;

Ecocolordoppler TSA: c’è posto al Mauriziano il 29 ottobre del 2024 e stop.

 

«Non possiamo rassegnarci a questa Caporetto della sanità pubblica e dire addio al nostro servizio sanitario universale ed equo. Assistiamo ad una fuga del personale, ad una sanità privata sempre più forte, ad un’edilizia sanitaria ferma al palo. Bisogna invertire la rotta. Tornando ad assumere, come si è fatto fino al 2019 e ricominciando con tre proposte che ho formulato nel documento “Il Piemonte è la nostra casa”: 1) investire risorse per pagare e potenziare il personale disponibile a fare visite ed esami anche il pomeriggio, la sera e nei weekend; 2) almeno in un periodo transitorio, qualora non si riesca a rispettare la tempistica prevista dai casi di urgenza della prescrizione, garantire l’erogazione delle prestazioni in regime di libera professione ma a carico del SSR; 3) Reinternalizzare il servizio CUP Piemonte, potenziando il servizio settimanale e con un accesso più ampio alle agende delle aziende, con una proiezione temporale sufficiente e omogenea. Mentre aspettiamo altre proposte che vadano oltre l’annuncio da parte di Cirio, un primo passo sarebbe sapere che ruolo avrà Icardi qualora la destra dovrebbe rivincere le elezioni».

Ruffino: “No guerra con Svizzera, ma il Giandujotto è di Torino”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, deputata piemontese di Azione:
     Il riconoscimento del Gianduiotto come prodotto meritevole del marchio Igp, cioè indicazione geografica protetta, è una battaglia che le istituzioni piemontesi devono affrontare con dovuto impegno e convinzione. E soprattutto è una battaglia da vincere in tutte le sedi europee. Mi rifiuto di vedere come nemici i cioccolatieri svizzeri, ma trovo anche inammissibile le resistenze opposte dal grpoo Lindt in sede europea per il riconoscimento del gianduiotto come prodotto Igp, e in questo caso l’indicazione è il Piemonte e non certo la Svizzera.
     Le istituzioni piemontesi possono contare sul sostegno di quattro facoltà universitarie e dei più prestigiosi produttori del celebre cioccolatino per fare rete e premere sull’Europa. Il disciplinare del Gianduiotto e lo stesso da sempre: nocciola, zucchero e massa di cacao. Lindt, blasonato gruppo elvetico del cioccolato, vorrebbe stravolgere il disciplinare introducendo il latte, elemento usato soltanto dall’industria. È una battaglia che le istituzioni piemontesi devono affrontare con fermezza. Si parla di un prodotto che occupa una nicchia di mercato il cui valore si aggira sui 200 milioni di euro all’anno. Non è poca cosa in questo tempo.