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Il bollettino Covid di lunedì 22 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.521 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 145 dopo test antigenico), pari al 10,0% dei 15.285 tamponi eseguiti, di cui 7.223 antigenici. Dei 1.521 nuovi casi, gli asintomatici sono 591(38,8%).

I casi sono così ripartiti: 275 screening, 857 contatti di caso, 389 con indagine in corso; per ambito: 16 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 124 scolastico, 1.381 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 294.464 così suddivisi su base provinciale: 24.254 Alessandria, 14.258 Asti, 9.370 Biella, 40.806 Cuneo, 22.785 Novara, 157.375 Torino, 11.098 Vercelli, 10.942 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.323 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.253 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 349 (+3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.536 (+81 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.998

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.514.812 (+15.285 rispetto a ieri), di cui 1.299.636 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.948

Sono 40 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatisi  oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.948 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.454 Alessandria, 620 Asti, 392 Biella, 1.188 Cuneo, 820 Novara, 4.608 Torino, 446 Vercelli, 333 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 87 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

249.633 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 249.633 (+ 1.129 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.256 Alessandria, 12.555 Asti, 8.296 Biella, 33.907 Cuneo, 19.430 Novara, 132.284 Torino, 9.208 Vercelli, 9.630 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.182 extraregione e 1.885 in fase di definizione.

Covid, il bollettino di domenica 21 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.751 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 143 dopo test antigenico), pari al 11,3% dei 15.553 tamponi eseguiti, di cui 7.154 antigenici. Dei 1.751 nuovi casi, gli asintomatici sono 605 (34,6%).

I casi sono così ripartiti: 221 screening, 1.005 contatti di caso, 525 con indagine in corso; per ambito: 33 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 124 scolastico, 1.594 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 292.493 così suddivisi su base provinciale: 24.185 Alessandria, 14.227 Asti, 9.354 Biella, 40.600 Cuneo, 22.707 Novara, 156.376 Torino, 11.017 Vercelli, 10.888 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.320 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.269 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 346 (+14 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.455 (+94 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.730.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.499.527(+15.553 rispetto a ieri), di cui 1.296.358 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.908

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.908 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.452 Alessandria, 620 Asti, 392 Biella, 1.185 Cuneo, 815 Novara, 4.582 Torino, 443 Vercelli, 332 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 87 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

248.504 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 248.504 (+1.205 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.202 Alessandria, 12.512 Asti,8.262Biella, 33.779 Cuneo, 19.324 Novara, 131.645 Torino, 9.169 Vercelli, 9.548 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.179 extraregione e 1.884 in fase di definizione.

Alluvioni Piemonte, la Regione: “Appello a Roma per i fondi della ricostruzione. Servono 400 milioni”

La Protezione civile ha svolto un lavoro meritorio, ma ora lo sforzo si sposta su un piano economico. Fabbisogni immediati per 400 milioni. La Regione chiede aiuto ai parlamentari piemontesi a Roma.

«Non dimentichiamo i territori che oltre all’emergenza sanitaria stanno affrontando un’altra battaglia legata alle conseguenze delle devastazioni alluvionali del 2019 e 2020». Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alle Opere Pubbliche e Difesa del Suolo Regione Piemonte Marco Gabusi nella richiesta di aiuto ai parlamentari piemontesi per sensibilizzare il Governo nella copertura finanziaria degli interventi legati alle alluvioni.

 

«In fase di emergenza la Protezione civile ha certamente svolto un lavoro meritorio– sottolineano il presidente Cirio e l’assessore Gabusi -, ma ora lo sforzo si sposta su un piano economico. Infatti, ad oggi la Regione Piemonte ha rappresentato un quadro dei fabbisogni immediati di circa 400 milioni di euro».

 

A fronte di un fabbisogno totale di oltre 1.353 milioni di euro per i danni del 2019 e del 2020 ad oggi sono stati stanziati appena 15 milioni su oltre 70 richiesti per le sole somme urgenze dell’alluvione 2020, mentre nulla è stato stanziato per il 2019. La Regione Piemonte, da parte sua, ha destinato, con bilancio 2020, 7,5 milioni di euro per i danni ai privati«certamente un grosso sforzo per noi, ma che in realtà può aiutare economicamente solo in minima parte. Ora tocca allo Stato intervenire», sottolineano il Governatore del Piemonte e il suo Assessore.

 

In dettaglio, al Governo è stato chiesto uno stanziamento per gli interventi individuati come ‘prioritari’ pari a 249 milioni per le opere pubbliche e a 149 milioni per i danni ai privati e alle attività produttive. Per il 2019 la copertura delle spese di intervento è particolarmente urgente a causa del peggioramento in atto per alcuni danni sul territorio. «Non possiamo attendere oltre – spiegano il presidente Cirio e l’assessore Gabusi -, Enti locali e privati sono in grave difficoltà. L’intervento di Roma è fondamentale sia per evitare il dissesto di molti Enti locali, ora in sofferenza per aver anticipato le spese per gli interventi di somma urgenza, sia per aiutare i privati, anch’essi piegati dagli anticipi o, peggio ancora, bloccati da danni che non riescono ad assestare e che si aggravano di giorno in giorno».

Reddito di maternità, il Popolo della Famiglia scrive a Cirio

Caro direttore, in qualità di coordinatore regionale del Popolo della Famiglia-Piemonte chiedo cortesemente che sia resa pubblica una lettera aperta inviata al Presidente Cirio.

Il Popolo della Famiglia chiede alla Giunta regionale che sia preso in seria considerazione il Reddito di Maternità, una misura che potrebbe rilanciare la natalità nel nostro territorio. 

Lucianella Presta

***
All’On. Alberto CIRIO
Presidente della Giunta Regionale
Il Popolo della Famiglia, che ho l’onore di rappresentare in Piemonte, prende atto con vivo apprezzamento della Vostra proposta di aprire, presso i consultori e gli ospedali, sportelli gestiti dalle associazioni tra le cui finalità siano previste la tutela della vita, fin dal concepimento, e attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato. In tal modo sarà consentita la piena ed effettiva applicazione della legge 194, garantendo alle mamme anche il diritto di salvare la vita del proprio bambino.
In questa direzione va dato atto all’attuale Amministrazione di avere anche emanato, nel settembre u.s., una circolare che vietava la distribuzione della pillola RU 486 nei consultori e in day hospital, invitando anche all’attivazione di sportelli con associazioni come il Movimento per la Vita, Federvita Piemonte, i Centri aiuto alla Vita  operanti nel settore della tutela materna ed infantile. Di diverso avviso siamo invece rispetto all’approvazione all’unanimità del NIPT, che si intende rendere totalmente accessibile e a costo zero perché a carico della comunità, come del resto ogni aborto.
 
Cogliamo questa occasione per un appello urgente e convinto affinché codesta Giunta prenda in seria considerazione una proposta di legge di iniziativa popolare di cui il Popolo della Famiglia si è fatto promotore fin dal 2018, raccogliendo in tutta Italia ben oltre le 50.000 firme richieste. Purtroppo, pur essendo depositato da quasi due anni,  nessun partito, presente in parlamento e che pure si professi favorevole alla famiglia, se ne è fatto carico.
 
Si tratta del Reddito di Maternità: 1000 € al mese, per 8 anni, alle donne italiane che si dedichino in via esclusiva alla vita familiare e alla crescita dei figli.
 
Chiediamo alla Giunta di prendere in seria considerazione la necessità urgente di fornire alle donne piemontesi, ed alla loro famiglie, una soluzione economica concreta come il RdM a misura regionale.  Fornirà loro, in tal modo, l’opportunità di avvalersi di un diritto in più, quello di divenire mamme, incrementando così il potenziale di risorse umane, sociali, economiche e morali di cui l’Italia insieme al Piemonte si va inesorabilmente privando.
 
Grata per l’attenzione e per un gradito sollecito riscontro, porgo cordiali saluti.
Lucianella Presta
Coordinatore regionale del PdF-Piemonte

Il bollettino Covid di sabato 20 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato2.141 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 398dopo test antigenico), pari al 6,9% dei 31.017 tamponi eseguiti, di cui 20.419 antigenici. Dei 2.141 nuovi casi, gli asintomatici sono 755 (35,3%).

I casi sono così ripartiti: 330 screening, 1.177 contatti di caso, 634 con indagine in corso; per ambito: 26 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 137 scolastico, 1.978 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 291.192 così suddivisi su base provinciale: 24.050 Alessandria, 14.132 Asti, 9.338 Biella, 40.408 Cuneo, 22.551 Novara, 155.337 Torino, 10.965 Vercelli, 10.830 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.318 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.263 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 332 (+6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.361 (+29 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.304.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.483.974 (+31.017 rispetto a ieri), di cui 1.292.055 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.896

Sono 52 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.896 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.453 Alessandria, 619 Asti, 392 Biella, 1.183 Cuneo, 815 Novara, 4.573 Torino, 443 Vercelli, 332 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 87 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

247.299 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 247.299 (+1547 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.127 Alessandria, 12.462 Asti, 8.250 Biella, 33.669 Cuneo, 19.239 Novara, 130.919 Torino, 9.107 Vercelli, 9.470 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.177 extraregione e 1.879 in fase di definizione.

Decreto Sostegno, Iv: “600 milioni contro fallimento impianti sci”

“I 600 milioni di euro destinati agli impianti sciistici non possono essere ridotti, sono infatti necessari per evitare il fallimento delle aziende del settore dopo una stagione invernale inesistente e le spese comunque sostenute per garantire gli interventi di manutenzione alle infrastrutture”

E’ quanto dichiarano i deputati di Italia Viva Silvia Fregolent e Mauro Del Barba sull’incontro tenuto oggi, giovedì 18 marzo, dai partiti politici con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco sui contenuti del Decreto Sostegno.
“Come ha giustamente ribadito la Presidente Boschi al Ministro Franco è quindi necessario recuperare ulteriori risorse adeguate ed immediate per ristorare gli altri componenti del settore della neve come i maestri di sci, gli alpeggi e l’indotto, oggi in ginocchio dopo mesi di stop alle attività”: concludono i deputati di Italia Viva.

Covid, bollettino del 19 marzo: i nuovi positivi toccano quota tremila

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.997 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 323 dopo test antigenico), pari al 8,8 % dei 34.152  tamponi eseguiti, di cui 20.172 antigenici. Dei 2.997nuovi casi, gli asintomatici sono 1.037 (34,6%).

I casi sono così ripartiti: 449 screening, 1.645 contatti di caso, 903 con indagine in corso; per ambito: 47 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 226 scolastico, 2.724 popolazione generale

Il totale dei casi positivi diventa quindi 289.051 così suddivisi su base provinciale: 23.883 Alessandria, 14.056 Asti, 9.304 Biella, 39.974 Cuneo, 22.387 Novara, 154.222 Torino, 10.892 Vercelli, 10.766 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.317 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.250 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 326 ( + 11 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.332 (+ 53  rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 29.797

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.452.957 (+34.152 rispetto a ieri), di cui 1.284.742 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.844

Sono 33 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatosi oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.844  deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.451 Alessandria, 616 Asti, 392 Biella, 1.179 Cuneo, 814 Novara, 4.535 Torino, 442 Vercelli, 329 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

245.752 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 245.752 (+1669 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.994 Alessandria, 12.423 Asti, 8.232  Biella, 33.413 Cuneo, 19.099 Novara, 130.111 Torino, 9023 Vercelli, 9.410 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.176 extraregione e 1.871 in fase di definizione.

Il settore edile al tempo del Covid

Intervista al Presidente dei Giovani Imprenditori Edili dell’ANCE Piemonte e Valle d’Aosta, Architetto Andrea Cavallari

 

“Quando abbiamo chiuso i cantieri edili nel marzo 2020 – spiega l’architetto Andrea Cavallari, Presidente dei Giovani ImprenditoriEdili dell’ANCE Piemonte e Valle d’Aosta – la nostra Associazione si è sin da subito attivata per tutelare al meglio i dipendenti appartenenti al settore edile e per poter poi riaprire in assoluta sicurezza. Le imprese hanno, così, dovuto adattare e in alcuni casi rifare i loro DVR (Documenti  di Valutazione Rischi), e si sono spesso trovate di fronte a evidenti difficoltà nel reperimento dei dispositivi di sicurezza e di protezione individuali. A questo si è aggiunta la necessità di adeguare gli spazi interni ai cantieri, aumentando il distanziamento tra gli operai al fine di permettere lo svolgimento delle attività lavorative in sicurezza, seppur con non poche difficoltà e con evidenti rallentamenti della produttività.

Garantire il distanziamento tra gli operai ha richiesto una dilatazione dei tempi di esecuzione dei lavori stessi, in quanto in campo edilizio molto spesso più soggetti sono impegnati in uno spazio ristretto, compiendo operazioni a catena, in situazioni di vicinanza, che mal si conciliavano e si conciliano con le norme di distanziamento imposte dalla pandemia”.

“Dopo il primo lockdown – aggiunge l’architetto Andrea Cavallari – attraverso indagini campione interne dell’ANCE  Piemonte abbiamo riscontrato all’interno delle imprese associate le seguenti criticità: il 76,4% ha incontrato una difficoltà nella copertura dei costi aggiuntivi per la sicurezza; il 63,9% ha registrato un calo nella produzione; il 62,3,% l’impossibilità di fornire la formazione di base ai neoassunti; il 45% ha riscontrato la complessità nell’applicazione delle misure per l’accesso ai cantieri; il 41,7%difficoltà nel gestire il rispetto delle distanze interpersonali nelle attività lavorative e il 34,7% per cento problematiche nell’approvvigionamento  delle forniture”.

“Per quasi l’80 per cento delle imprese – precisa l’architetto Andrea Cavallari – il problema principale riguarda i costisostenuti a seguito dell’introduzione delle misure di protezione per ridurre il rischio di contagio da Covid . Abbiamo più volte ribadito la necessità del riconoscimento dei costi Covid a carico delle imprese, vale a dire dei costi delle attrezzature che sono state necessarie all’adeguamento degli spazi del cantieri ( quali l’ingresso contingentato e la rinegoziazione degli spazi) e i costi lievitati dell’affitto dei container per il personale del cantiere. Soprattutto è stata da noi ribadita la necessità di un riconoscimento di quei costi corrispondenti al rallentamento riscontrato nella produttività, dal lockdown in poi”.

“Sicuramente – afferma l’architetto Cavallari – abbiamo potuto riscontrare un dialogo proficuo con la Regione Piemonte che ha adeguato il prezzario regionale, in modo tale da contenere una sezione capace di tener conto delle misure di sicurezza legate ai dispositivi di sicurezza anti Covid, secondi le disposizioni previste dal DPCM del 17 maggio 2020. Certamente questo fatto ha dato un po’ di sollievo alle imprese edili nel campo dei lavori pubblici. Nel contesto privato, invece, si notano ancora delle sofferenze. I problemi maggiori sono stati riscontrati nelle difficoltà di far comprendere alle committenze private l’importanza di riconoscere alle imprese quei costi connessi al protrarsi dei tempi delle attività di lavoro. L’allungamento dei tempi di esecuzione delle opere e il rallentamento della produzione, al fine di garantire lo svolgimento delle attività, comporta certamente un incremento considerevole dei costi fissi che un’impresa è chiamata a sostenere, al fine di poter proseguire lo svolgimento delle attività di cantiere, secondo le nuove modalità  imposte dalla normativa in questo periodo di pandemia, aspetto questo certamente rilevante e non di poco conto, molte volte sottovalutato dai Privati”.

“Il problema del rallentamento della produzione – spiega l’architetto Andrea Cavallari – ha giocato certamente un ruolo cruciale e ha inflitto un duro colpo alle imprese del settore, già fortemente in crisi nei tempi antecedenti al Covid; tuttavia le ultime misure messe in campo dallo Stato riguardo al Superbonuse alla Politica Europea sul tema dei Fondi e FinanziamentiEuropei, connessi al documento della Next Generation UE,sembrano oggi aprire uno spiraglio ottimistico su questa situazione e paiono far intravedere una ripresa nel settore edile rispetto ai periodi bui precedenti. I finanziamenti sono, infatti, un tassello fondante nel rilancio del nostro settore e del nostro Paese; per troppo tempo questo aspetto ci è stato calato dall’alto e lo abbiamo subito con ricadute devastanti sui nostri territori e con l’immobilismo. Siamo consapevoli, oggi più che mai, che la complessità risiede nel vero e proprio atto di “cantierizzazione” della risorsa a disposizione che è esistente ed è concreta. Serve passare dalla programmazione di bandi standard a programmazioni calzate sui nostri territori, che ci permettano concretamente di utilizzare i finanziamenti  a disposizione e, per fare ciò, occorre una burocrazia sicuramente più snella. Siamo consapevoli inoltre del grande sforzo che si deve compiere, ma è un passo assolutamente necessario, perché un Paese con i cantieri bloccati, le aree urbane in degrado e i territori in dissesto, è un Paese malato, un Paese che cancella a noi giovani la prospettiva di un futuro”.

“Auspichiamo – aggiunge l’architetto Andrea Cavallari – una programmazione delle risorse stanziate dall’Unione Europea e che avverrà tanto a livello regionale, quanto su scala maggiore, anche a livello nazionale. Si tratterà di una grande sfida che le nostre imprese edili dovranno essere capaci di raccogliere per il futuro, per poter attivare investimenti, sicuramente attratti anche da nuove opere infrastrutturali a livello territoriale. Siamo consapevoli inoltre che interventi infrastrutturali complessi e reticolari avranno la forza di generare interventi puntuali, secondo la logica dell'”investimento chiama investimento “. Ben esplicativo a tal proposito risulta il caso della TAV, che sebbene osteggiata per anni, e seppur ancora in fase di ultimazione, ha già attratto importanti investimenti in Piemonte, non ultimo la Italvolt, la più grande fabbrica di batterie del mondo”.

“Le imprese edili – conclude l’architetto Andrea Cavallari – stanno facendo attualmente una scommessa sul futuro, proprio sulla base dell’impiego ottimale dei finanziamenti europei e sulla proroga dei meccanismi di Bonus, auspicando nel contempo uno snellimento della burocratizzazione, elemento imprescindibile per rilanciare il settore delle costruzioni e l’economia del Paese, attuando una rigenerazione del tessuto urbano metropolitano che guarda allo sviluppo sostenibile”.

Mara Martellotta 

Gli infermieri: “Ospedali piemontesi al collasso”

La denuncia del sindacato Nursind / “Nelle centrali operative gli interventi hanno superato ormai di gran lunga quelli massimi previsti contemporaneamente, nei pronto soccorso la situazione di sovraffollamento sta diventando ingestibile e la trasformazione dei reparti per recuperare posti letto covid è in costante evoluzione.

Mentre si continua a parlare di vaccini, Infermieri e operatori sanitari nuovamente sotto assedio. Situazione di grande emergenza che sembra ormai diventata ordinaria con conseguenze incalcolabili sui servizi e sugli operatori che ormai sono spremuti da circa un anno”.  Così interviene Francesco Coppolella segretario  regionale Nursind.

“Spostati e rispostati da un reparto o da un servizio all’ altro. Lo stato di diritto è nuovamente saltato in nome dell’emergenza, le ore e i giorni di lavoro consecutivi di lavoro si moltiplicano e le condizioni peggiorano e se non si vedrà la luce a breve potremmo alzare bandiera bianca. E’ questo il messaggio che sembrano lanciare i colleghi. La disponibiltà sembra essersi esaurita nonostante il grande spirito di sacrificio mostrato sino ad ora. Come è successo più volte , nonostante le assunzioni fatte che ancora una volta non sono stati sufficienti, molte aziende corrono quando si supera il limite con un immissione di risorse che si muove lentamente o addirittura è difficile trovare. Stiamo dando il più ampio contributo anche nel tracciamento e nei punti vaccinali oltre che negli ospedali ma occhio perché c è un limite a tutto” dichiara Coppolella.

“Auspichiamo e confidiamo che finisca presto e che non si ripresenti più una simile condizione perché sarebbe impossibile da affrontare un altra volta.

Adesso auspichiamo in una vera e reale accelerazione della campagna vaccinale che nei prossimi mesi, usciti da questa condizione, possa permetterci di non ricadere in questo incubo.

Anche su questo aspetto, noi infermieri daremo il nostro contributo, certo quando la pressione si allenterà. Il Governo pare abbia ascoltato la nostra proposta di allentare il vincolo di esclusività permettendo agli infermieri del servizio sanitario di somministrare i vaccini al di fuori dell’orario di lavoro. Gli infermieri saranno determinanti anche in questo dimostrando di essere la principale risorsa utilizzata nella lotta al covid”.

 

Il bollettino Covid di giovedì 18 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2357nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 387dopo test antigenico), pari al 8,9 % dei 26.369 tamponi eseguiti, di cui 14.783 antigenici. Dei 2357 nuovi casi, gli asintomatici sono 807 (34,2%).

I casi sono così ripartiti: 349 screening, 1.295 contatti di caso, 713 con indagine in corso; per ambito: 33 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 189 scolastico, 2.135 popolazione generale  

Il totale dei casi positivi diventa quindi 286.054 così suddivisi su base provinciale: 23.760 Alessandria, 13.928 Asti, 9.250 Biella, 39.573 Cuneo, 22.166 Novara, 152.446 Torino, 10.712 Vercelli, 10.687 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.314 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.218 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 315 ( uguale a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.279 (-2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 28.566

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.418.805 (+26.369rispetto a ieri), di cui 1.277.138 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.811

Sono 45 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.811 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.451 Alessandria, 615 Asti, 392 Biella, 1.175 Cuneo, 809 Novara, 4.512 Torino, 442 Vercelli, 329 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

244.083 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 244.083 (+1546 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.901 Alessandria, 12.377 Asti, 8.214 Biella, 33.207 Cuneo, 18.988 Novara, 129.070Torino, 8.945 Vercelli, 9.338 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.175extraregione e 1.868 in fase di definizione.