La tenerezza non è soltanto donna ma deve essere di entrambi i componenti della coppia

Il Valore dei Papà

di Davide Berardi *

 

Viviamo ancora oggi in una società costantemente bombardata da messaggi illusori relativi alla figura dell’uomo che non deve chiedere mai, risolutore di ogni problema tramite l’acquisto di un determinato prodotto. Questa propaganda dell’uomo “giusto” è collegata costantemente all’immaginario collettivo per cui i maschi debbano prendere le distanze da comportamenti dedicanti ed affettivi o avvicinarvisi in minima parte a favore di atteggiamenti basati sulla durezza e indipendenza. Così da rappresentare l’uomo “forte”, colui che non piange mai. Ora, al di là del fatto che le lacrime fanno parte del corpo umano dunque, se esistono, possono essere usate come funzione corporea, in realtà, riuscire a sviluppare atteggiamenti caldi ed accudenti non rappresenta nessuna minaccia alla propria identità maschile anzi, semmai, un valore in più, poiché proprio l’aspetto accudente verso l’altro denota il livello di crescita interiore dell’individuo, segnando una matura capacità di crescita e sviluppo affettivo, demarcata dall’abbandono del semplice egoismo personale verso la considerazione dell’altro. Capacità necessaria per riuscire a volere bene veramente a qualcuno al di fuori di noi. Da ciò troviamo la forza per svincolarci dall’assolutezza della capacità cullante in famiglia affibbiata alle donne, nel corso della storia, per sottolineare la grande possibilità di revisionare la figura dell’uomo come elemento “caldo” del sistema famiglia, dandogli il corretto valore che può e deve avere oggi. La tenerezza non è soltanto donna, ma deve essere di entrambi i componenti della coppia e quale momento più propizio se non la nascita di un figlio per raccontare la capacità affettiva evolutiva che può raggiungere un uomo riempiendo a pieno la figura del Papà.

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La nascita indica un tratto di cambiamento nel corso della storia familiare ed è indispensabile sottolineare l’importanza della figura paterna, emotivamente partecipante allo sviluppo psico-fisico di un figlio. Questo perché il padre concorre ad instituire elementi quali sicurezza, stabilità ed affettività all’interno della sfera emotiva del bambino. In caso contrario, proprio perché la natura non tollera i vuoti ed il paterno è necessario nello sviluppo di crescita di un individuo, la mancanza di tale funzione di “padre” porterà con sé il rischio di un “non determinato” sentimento di appartenenza ed una probabile lacuna nei processi di identificazione. Dunque bisogna affermare che nella crescita è bello sentire l’esistenza del papà, un bello sano e funzionale allo sviluppo dei più piccoli. Papà che abbracciano, papà che baciano, papà che accarezzano e sostengono, mostrano proprio in questi comportamenti la loro forza determinante nella crescita del neonato. Non potendo sapere ne’ scegliere spesso il proprio contributo materiale nel rapporto con i propri figli è proprio nella presenza emotiva ed affettiva che il papà va a fare la differenza, non in concorrenza alle mamme, ma congiuntamente. La forza dell’amore verso i propri figli sta nel raccontarlo insieme. E, dato che la società continua ad invaderci con immagini di un “uomo standard”, l’uomo può mostrare il suo coraggio e la sua forza interiore, affettiva e mentale, proprio acquisendo consapevolezza della sua capacità di autodefinirsi, senza la necessità di seguire uno stereotipo imposto e raccontando culturalmente di quanta energia emotiva dispone, esistendo come punto caldo e forte del proprio sistema famiglia, tracciando una linea di condivisione dei compiti di cura dei figli. Il papà come risorsa di cure e valore di coraggio.

 

 

*Dott. Davide Berardi, Psicologo – Psicoterapeuta

Psicologo, Psicoterapeuta ad Indirizzo Relazionale Sistemico, Docente Corsi di Accompagnamento al parto, Psicologo della riabilitazione e del sostegno nella terapia individuale e familiare, Terapeuta del coraggio emotivo.

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