di Pier Franco Quaglieni
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“Leader del movimento studentesco , nel 1968, guida una pesante stagione di contestazioni. L’anno successivo è tra i fondatori di Lotta Continua. Accanto a lui, in quegli anni, vi sono personalità come Adriano Sofri, Guido Viale, Marco Boato e Giorgio Pietrostefani.”
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Così si legge nella biografia pubblicata nell’invito della Città di Torino all’inaugurazione di un piazzale torinese a Mauro Rostagno(1942-1988).
Senza voler nulla togliere al Rostagno successivo a “Lotta continua” e alla sua attività socioculturale in Sicilia (sul suo omicidio da parte della mafia c’è chi ha sollevato dei dubbi) ci sembra che evidenziare come un merito la “pesante stagione di contestazioni” sia quanto meno fuori posto perché la parola pesante è un eufemismo ipocrita per non scrivere violenta.
Siamo negli anni che partono dal ’68,passano attraverso l’autunno caldo e gli espropri proletari ,per giungere alla P38 per le strade e al terrorismo armato. Ancora più singolare vantare i rapporti amicali di “personalità” come Adriano Sofri, condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio Calabresi che non ha scontato, se non parzialmente, la pena in carcere. Se poi pensiamo a Giorgio Pietrostefani, dobbiamo ricordare a chi ha steso quel profilo biografico ,che quel signore venne condannato a 22 anni con Sofri. Il Pietrostefani che scontò anche lui una parte minima di pena, si rifugiò in Francia coperto dalla dottrina Mitterrand come Cesare Battisti ed altri terroristi. A Torino si commise l’errore (certamente voluto) di commemorare insieme, nell’estate scorsa, Carlo Casalegno e Mauro Rostagno, adesso il Comune di Torino inaugura la piazza Rostagno il giorno dopo di quello in cui ,40 anni fa, morì Casalegno. Vogliono capirlo, lor signori , che tra Casalegno che denunciò l’estremismo rosso e pagò con la vita il suo coraggio e Rostagno, estremista di” Lotta Continua”, non ci possono essere rapporti di sorta?