L’inaugurazione in Via Sant’Ottavio
Vincenzo Ferrieri, Ceo: “7 nuove assunzioni per l’apertura, ma a regime nei nostri store ne lavorano 20”“Il genio italiano delle fontane di cioccolato che ora sono in tutto il mondo, l’abbiamo trovato proprio qui in Piemonte”
Cioccolatitaliani ha aperto a Torino, una delle città chiave per la catena di store, sede di importanti fornitori e che ha dato origine all’idea delle famose fontane di cioccolato.
Nata nel 2009 dall’intuizione della famiglia Ferrieri, in meno di 8 anni, Cioccolatitaliani diventa uno dei maggiori retailer di cioccolato in Italia e all’estero operando in 8 differenti mercati per un totale di 49 punti vendita. Oggi il gruppo, con l’apertura di via Sant’Ottavio, vuole celebrare la città dalla quale ha avuto tanta innovazione e dare un segno di positività e di crescita con l’assunzione di personale, nonostante il Covid. Tra i fornitori Gobino, Silvio Bessone (il primo grossista di cioccolato della catena), e la Selmi Group di Pollenzo come azienda produttrice delle fontane di cioccolato.
“Torino rappresenta l’eccellenza del cioccolato in Italia – racconta Vincenzo Ferrieri CEO di Cioccolatitaliani – e per noi aprire qui è un traguardo ambizioso e allo stesso tempo un ringraziamento alla città che ci ha ispirato e che speriamo di soddisfare con la nostra proposta. Al Piemonte dobbiamo parte della nostra storia, è qui che abbiamo sviluppato le nostre iconiche fontane di cioccolato, con Selmi Group. Per questa apertura abbiamo al momento assunto 7 collaboratori, ma nei nostri store a pieno regime ne lavorano 20: non appena la situazione si normalizzerà, contiamo di procedere come abbiamo fatto negli altri locali”.
Il concept dello store è stato ideato e realizzato dal Designer Fabio Mennella, in collaborazione con la direzione creativa dell’agenzia Antitetico Lab di Milano che ha saputo creare spazi ad hoc in pieno stile “Chocology: la filosofia di Cioccolatitaliani (che si traduce nell’arte di rendere protagonista il cioccolato mixandolo con il gelato, il caffè, la pasticceria e la cucina). Le pareti sono inoltre decorate con una suggestiva carta da parati azzurra con fave di cacao realizzata e progettata dalla Designer Serena Viganotti per suscitare le tipiche sensazioni di felicità e serenità che lo store emana.
“In Cioccolatitaliani abbiamo coniato l’espressione Chocology, cioè la filosofia di mixare il cioccolato con la gelateria, la caffetteria, la pasticceria e anche con la cucina” – continua Ferrieri -. “I nostri chocolate bar sono amati da una clientela molto ampia, dall’intenditore al bambino che vuole un gelato al cioccolato, anche se offriamo molto di più. I clienti apprezzano sia i nostri prodotti sia la nostra capacità, tramite il cioccolato, da sempre comfort food per eccellenza, di regalare un momento di gioia ad ognuno di loro”.
Vincenzo Ferrieri, CEO del Gruppo, 11 anni fa ha deciso con il padre di scommettere su un’idea innovativa, e dall’apertura del primo store a Milano, Cioccolatitaliani è diventato il primo format italiano completamente dedicato al mondo del cioccolato, dalla colazione al dopocena.
Ad oggi, il gruppo è presente in Italia, in tutto il Medio Oriente con store in Qatar, Kuwait, Arabia Saudita, Marocco e Bahrein, Albania e Kosovo con 12 punti vendita diretti e 32 in franchising.
Cioccolatitaliani fa parte del gruppo Gesa Srl, ed espande il suo concetto di food retail con il brand PIE (Pizzeria Italiana Espressa), un format dedicato alla personalizzazione della pizza.
Classificato fra i primi 5 superfood al mondo, il bambù è considerato uno dei cibi del futuro poiché a basso contenuto di grassi, buona fonte di fibre, proteine e di aminoacidi. In primavera prende il via la produzione del germoglio di bambù, ricco di sostanze nutritive, per il trend food & benessere. Dalla terra alla tavola, oltre 60 ettari di bambuseti Alma Italia portano il bambù al centro delle nostre tavole, con le ricette di Imma Ferraro.
Alla base di tutto, prima ancora del progetto, c’è il sogno di una famiglia, quella di Luca Veronelli e di Elsa Panini, che da sempre condividono un desiderio comune: vivere e lavorare a contatto con la natura, in un contesto che abbia quel gusto del vissuto che dona a tutto un sapore diverso. Luca Veronelli, classe 1966, proveniente da una famiglia di imprenditori, consulente aziendale, appassionato di giornalismo e di teatro. “Enogastronomia, antichità e desiderio di benessere, in attesa che un giorno, ad apprezzare questo progetto di vita – e non di puro investimento – ci saranno i nostri eredi”. Elsa Panini, anch’essa proveniente da una famiglia di imprenditori, biologa per formazione e cuoca per passione, con un passato nel controllo qualità, è a capo della Scuola di Cucina, a cui è affidato il compito di portare il concetto della sana alimentazione al di là delle mura, grazie ai corsi aperti a tutti, che animeranno il palinsesto durante l’anno. “Il nostro è un vero e proprio progetto di vita, più che di lavoro, che mi ha permesso di apprezzare ancora di più il valore della bellezza e delle cose fatte bene e con amore. È un sogno che si realizza, fatto di amore e mattoni vecchi di mille anni, benessere e cibo”.
Sei saranno le stanze dove gli ospiti potranno accomodarsi e vivere l’esperienza della Rocca di Arignano. Riposare in questi ambienti, che non hanno avuto abitanti per secoli, guardare da quelle finestre, che per 700 anni sono rimaste serrate, sembra impossibile. In ogni camera l’equilibrio dei materiali è affidato ai mattoni che rivestono le generose altezze, ai materiali di recupero, alle vecchie ceramiche, al legno, ai velluti, ai portoni borchiati che sanno di storia, al ferro grezzo, alla lana cotta e al lino dei tessuti. Il linguaggio è lontano e contemporaneo allo stesso tempo. Fiori all’occhiello della struttura sono la suite della Camera della Guardia con accesso privato, che prende il nome proprio dalla sentinella che qui riposava al termine della ronda, e la Camera della Trinità, la suite a doppia altezza con vasca idromassaggio, che culmina con il terrazzo privato che si trova a 30 metri di altezza. Da qui si può godere di un panorama che lascia senza fiato, fatto di dolci colline, di borghi e di natura. E che presto si potrà ammirare da altre nove stanze.
A firmare la carta del Ristorante La Locanda della Rocca, lo chef 1 Stella Michelin di Guido Ristorante, Ugo Alciati. Chiamato a coordinare il progetto ristorativo, ha scelto come executive chef Fabio Sgrò, dopo aver instaurato con lui un rapporto umano prima ancora che lavorativo. “Pur non avendo mai lavorato fianco a fianco con Fabio, sono certo che si rivelerà la persona giusta per questo progetto, è un condensato di esperienze di spessore in ristoranti di livello, anche a livello internazionale”. La filosofia di cucina è stata costruita a 4 mani, grazie a studi che arrivano fino all’epoca medievale, portati a termine attraverso libri e ricettari. Il risultato è una proposta culinaria singolare: da un lato in grado di richiamare gli usi di un tempo e dall’altro la contemporaneità. Locale, stagionale ed etica sono le tre caratteristiche imprescindibili per la selezione delle materie prime, al fine di creare una linea di continuità con il territorio e in sintonia con il panorama naturale. La presenza dello chef Alciati alla Rocca sarà contingentata a lezioni di cucina, nella Scuola, orchestrata dalla Direttrice Creativa Elsa Panini, a eventi eno-gastronomici e a occasioni speciali.