DALL'UFFICIO STAMPA DI PALAZZO LASCARIS- Pagina 2

San Valentino… La parola al “primino”!

San Valentino non è solo la ricorrenza dedicata agli innamorati. Per chi frequenta il primo anno delle scuole medie o superiori può talora trasformarsi in un giorno “da incubo” legato alla paura di essere bersaglio degli scherzi dei compagni più grandi, impegnati nella cosiddetta “caccia al primino”. Un’usanza dal sapore goliardico che, seppur “datata”, è ancora in voga in alcuni Istituti scolastici. Per un San Valentino “fuori dagli schemi” l’Assemblea legislativa piemontese e la Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza promuovono l’iniziativa “In(s)contro – San Valentino… La parola al ‘primino’!” che prende il via giovedì 14 febbraio alle 9.30 nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris . L’evento, che si colloca nell’ambito delle iniziative del Consiglio regionale in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo, è realizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, UndeRadio – la web radio under 18 di Save the Children – e le Associazioni Essere umani, Relazioni&Conflitti e Resolutia, impegnate sul fronte della mediazione. Esso si propone come un’occasione, per chi frequenta le scuole secondarie piemontesi di I e di II grado, per vivere da protagonista un incontro a più voci sui temi della mediazione e della risoluzione dei conflitti in ambito scolastico. Dopo il saluto del presidente del Consiglio regionale Nino Boeti e della garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza Rita Turino, il programma prevede una diretta radiofonica sulle frequenze di Radio Flash in cui gli studenti e le studentesse, incalzati da Aline Silva e Federico Fais di UndeRadio, condividono esperienze e punti di vista legati ai temi della mediazione. Al termine della diretta, intorno alle 10.30, sarà proiettato il video del brano rap “Imparando a essere grande”, realizzato da Save the Children con il Comune di Torino e le Cooperative sociali “Esserci” e “Terremondo”, e si potrà assistere a una simulazione di mediazione di conflitti tra pari proposta dagli studenti e dalle studentesse dell’Istituto Avogadro di Torino accompagnati dalla professoressa Donatella Panaro e a una dimostrazione di Aikido degli allievi e delle allieve dell’Associazione sportiva dilettantistica Shisei di Torino accompagnati dal maestro Nino Dellisanti (VI Dan Aikikai). Una tavola rotonda, condotta e moderata da Laura Peinetti, laureanda all’Università di Giurisprudenza di Torino con tesi sui processo di mediazione in Norvegia, permetterà ulteriori riflessioni e approfondimenti. In chiusura, la performance musicale degli allievi del Liceo classico e musicale Cavour di Torino accompagnati dal professor Gianpiero Lobello. Intervengono gli studenti e studentesse degli Istituti Edmondo De Amicis di Cuneo, Felice Casorati di Novara, Giuseppe Curioni di Romagnano Sesia (No), Gobetti Marchesini Casale Arduino, Carlo Levi e Niccolò Tommaseo di Torino, Paola Garelli di Tetti Francesi di Rivalta (To) e Galileo Ferraris di Trino Vercellese (Vc).

Che storia lo sport

Il volto sano e pulito dello sport: un momento di riconoscimento dei meriti sportivi di alcuni atleti piemontesi ma anche un’occasione per parlare delle caratteristiche personali e caratteriali che li hanno contraddistinti nel corso della loro vita agonistica

 Passioni, temperamento, tenacia, riscatto, determinazione. Il  Consiglio regionale e gli Stati generali dello sport e del benessere hanno organizzato “Che storia lo sport”, la cerimonia  che si svolgerà lunedì 11 febbraio, alle ore 11.30,  nell’aula consiliare di Palazzo Lascaris e che vedrà la partecipazione, in qualità di moderatore, di Vittorio Oreggia, direttore dell’agenzia stampa La Presse. Gli sportivi presenti saranno insigniti del titolo di Ambasciatori dello sport e del benessere, un’investitura che l’istituzione piemontese ufficializzerà con la consegna di una pergamena, per aver incarnato spirito di sacrificio, lealtà, correttezza, dedizione, tenacia, coraggio e rispetto dell’avversario: aspetti necessari nella società odierna nella quale gli atleti sono modelli di comportamento per le giovani generazioni. Tanti i nomi dello sport che saranno premiati alla presenza di Tiziana Nasi, presidente della Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici, del presidente del Coni Piemonte, Gianfranco Porqueddu  e della pluricampionessa olimpica, madrina dell’evento, Stefania Belmondo. Quindi Livio Berruti, campione olimpico nei 200 metri a Roma 1960 e testimonial dello sport pulito, Bernard e Martin Dematteis, campioni della corsa in montagna, esempio di coesione e sacrificio, Emiliano Moretti, difensore del Torino Fc, un esempio di rispetto e sobrietà dentro e fuori dal campo, Carlotta Gilli, pluricampionessa paralimpica europea di nuoto, Farhan Hadafo, promessa dell’atletica paralimpica con all’attivo già un bronzo europeo, Massimo Berruti, campione di pallone elastico anni ‘70, Hamid En Naour, ragazzo marocchino, diventato poi un campione di rugby grazie anche al sostegno del papà adottivo, ed infine Gianni Stella, atleta podista torinese over 50 vincitore dell’ultima edizione della Maratona di New York nella sua categoria. Ad Andrea Chiarotti, leader dell’hockey paralimpico nazionale, recentemente scomparso e alle sue imprese sportive saranno inoltre dedicati alcuni minuti attraverso immagini significative del suo trascorso da sportivo e da allenatore. “Attraverso questa iniziativa – specifica la vicepresidente del Consiglio, con delega agli Stati generali dello sport e del benessere, Angela Motta  –  intendiamo premiare quegli atleti che si sono distinti certamente per meriti sportivi indiscussi ma che soprattutto hanno saputo essere interpreti, grazie anche ad un vissuto personale unico e particolare, di uno stile di vita e di valori che meritano di essere valorizzati e condivisi. In un momento in cui le cronache riportano pagine sportive di cui non andare particolarmente fieri, credo sia d’obbligo dedicare spazi e tempo alle storie che raccontano il volto sano  e pulito dello sport”.

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Il buono servizi per il lavoro della Regione

“Sono oltre 18.000 le persone prese in carico, a fine 2018, dai servizi per il lavoro piemontesi nell’ambito del Buono servizi, l’intervento di politica attiva del lavoro finanziato dalla Regione Piemonte, grazie al Fondo sociale europeo, con cui i disoccupati di lungo periodo e le persone in condizione di particolare svantaggio vengono accompagnati nella ricerca di nuova occupazione”. È quanto ha detto in terza Commissione (presidente Raffaele Gallo) l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero, nell’informativa richiesta da Francesca Frediani (M5s). La misura prevede l’erogazione da parte degli operatori accreditati di una serie di servizi gratuiti di orientamento, ad esempio, ricerca attiva e accompagnamento al lavoro, incrocio domanda-offerta volti ad aumentare l’occupabilità delle persone. “Delle oltre 18 mila persone prese in carico, 14.500 sono disoccupati da più di sei mesi, 3561, invece, sono soggetti particolarmente svantaggiati (ad esempio lavoratori a rischio discriminazione, in carico o segnalati dai servizi sociali e sanitari ed ex detenuti. Quanto agli esiti occupazionali, più del 50% dei disoccupati di lungo periodo (8500) e il 46% delle persone svantaggiate (1926) sono state avviate al lavoro a seguito dei servizi ricevuti, con contratti stabili per il 41% dei disoccupati inseriti al lavoro e per il 24% delle persone svantaggiate. La maggior parte delle persone avviate lavorano ancora alla data del monitoraggio” ha aggiunto Pentenero. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, degli oltre 18 mila destinatari del Buono servizi, oltre 9400 hanno usufruito della misura rivolgendosi a operatori dell’area metropolitana torinese, 1900 della Provincia di Cuneo, 1769 di Alessandria, 1742 del Novarese, 952 di Vercelli, 928 di Biella, 808 di Asti e 496 del Verbano-Cusio-Ossola.

Una legge per i diritti delle persone con disabilità

Fornire un quadro di riferimento nel complesso panorama normativo regionale che sancisca i diritti imprescindibili delle persone con disabilità e come debbano essere attuati in tutte le politiche regionali. È quanto si propone la legge per la “Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità”, approvata nella seduta  dall’Assemblea regionale con 28 sì e 12 non votanti. Il provvedimento, presentato dalla prima firmataria Enrica Baricco(Pd), è stato illustrato in Aula nella seduta del 29 gennaio dalla stessa consigliera Baricco quale relatrice di maggioranza e dalla consigliera Francesca Frediani (M5s) quale relatrice di minoranza. Baricco aveva sottolineato come il provvedimento nasca dalla “necessità di promuovere una nuova cultura della disabilità fondata sul riconoscimento dei diritti delle persone, delle pari opportunità e delle pari dignità: un intervento organico per indirizzare e coordinare l’attività della Regione in materia e uno strumento sul quale possano essere innestate, in futuro, ulteriori utili riforme”. La legge, infatti, indica linee d’azione per le politiche del lavoro e dell’occupazione, i modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società, la mobilità, l’inclusione educativa e scolastica. E ancora, la salute e le politiche sociali, la cultura e il turismo, lo sport e il contrasto alla discriminazione. Frediani, aveva invece evidenziato che “l’assenza di una norma finanziaria che preveda lo stanziamento di fondi per l’attuazione della legge fa sì che il provvedimento non tenda tanto a introdurre novità quanto a riordinare e a rendere più accessibile la legislazione esistente per una miglior pianificazione delle misure per le persone con disabilità”. Tra le novità più interessanti spicca l’inserimento del “Disability Manager” quale figura professionale responsabile di tutto il processo d’integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità: dalla pianificazione, ricerca e selezione, all’inserimento e mantenimento in azienda, fino allo sviluppo professionale e organizzativo. Viene istituito, quale sede di confronto permanente sul tema della disabilità, un Tavolo di lavoro con le Autonomie locali a livello regionale e le Associazioni a tutela delle persone con disabilità e le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

È prevista, inoltre, presso la Giunta regionale, l’istituzione di una Cabina di regia con compiti consultivi e propositivi in materia di disabilità. Presieduta dall’assessore alle Politiche sociali o suo delegato, ha il compito di monitorare lo stato di attuazione delle legge e proporre progetti per l’inclusione, l’accessibilità e la partecipazione delle persone con disabilità, fornire consulenza agli operatori pubblici coinvolti nei percorsi dedicati alle persone con disabilità e promuovere iniziative di sensibilizzazione. La Giunta regionale, avvalendosi del supporto della Cabina, presenta ogni anno alla Commissione consiliare competente e al Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, una relazione sull’attuazione della legge e sulle criticità e un quadro descrittivo degli interventi e delle azioni realizzate nei singoli ambiti, che sarà resa pubblica insieme a eventuali documenti del Consiglio regionale che ne concludano l’esame.

IL DIBATTITO

Per il Pd Paolo Allemano e Valentina Caputo hanno definito il provvedimento “una sorta di ‘navigatore’ in grado di fissare e definire un metodo di lavoro che colloca al centro la persona con disabilità” e sottolineato che le persone con handicap non devono mai essere considerate un peso ma un valore.

Per Gian Luca Vignale (Mns) si tratta di una legge ampiamente condivisibile ma che rischia di essere vanificata dal momento che, non prevedendo incrementi di risorse, corre il rischio di enunciare e declinare una serie di principi cui non sarà facile dare seguito.

Per Gianna Gancia della Lega Nord il provvedimento “fornisce strumenti per accendere un faro su situazioni importanti e auspico che quando la Regione godrà di maggior autonomia ci sia la possibilità d’investire più risorse”.

Per il M5s Davide Bono e Frediani hanno definito il provvedimento “condivisibile”, anche se la mancanza di risorse fa sì che la proposta di legge abbia “il gusto di un’occasione sprecata che la rende simile a una mozione puntuale sul tema della disabilità”.

Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte) ha definito l’iter che ha portato all’approvazione della legge “un importante cammino culturale che farà sì che la comunità piemontese sia più attenta al tema della disabilità”.

Per i Moderati Stefania Batzella ha espresso soddisfazione perché il provvedimento “rappresenta un’occasione per dare un segnale forte affinché il Piemonte sia sempre più favorevole all’inclusione delle persone disabili nei vari ambiti” e “può consentire agli Assessorati, agli Enti territoriali e alle associazioni di lavorare sempre più in rete”.

Per FdI Roberto Ravello ha dichiarato il proprio apprezzamento per il lavoro svolto e per l’importanza della legge anche se, ha sottolineato, “l’invarianza delle risorse non può non farci dubitare rispetto alla reale volontà della Giunta di tradurre in pratica alcune proposte fatte dal Consiglio”.

L’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari ha definito “di notevole importanza” l’iniziativa legislativa del Consiglio, perché “consente di superare una visione settoriale delle politiche della disabilità, di favorire l’integrazione tra le diverse politiche e i diversi settori dell’Amministrazione regionale per far crescere il senso di appartenenza e d’inclusione nella comunità delle persone disabili”.

Giornata nazionale contro il Bullismo e Cyberbullismo

Laboratori teatrali, workshop, musica e dibattiti. Sono solo alcune della iniziative che il Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con il Garante regionale dell’Infanzia e il Corecom Piemonte, ha organizzato in occasione della Giornata nazionale contro il Bullismo e Cyberbullismo, in programma il 5 febbraio 2019.

Si tratta di un fitto cartellone di eventi che andrà dal 5 al 15 febbraio per ribadire il No al bullismo fuori e dentro le scuole e sensibilizzare non solo i ragazzi, ma l’intera comunità, sull’uso consapevole delle nuove tecnologie e sulla necessità di contrastare  e denunciare atteggiamenti violenti e discriminatori. A tutti gli studenti e i partecipanti che aderiranno alle diverse iniziative, sarà distribuita la spilletta “Un Nodo blu”, simbolo della campagna nazionale del Miur contro il bullismo.

“Internet è giustamente considerata una delle più importanti rivoluzioni della storia dell’umanità, – sottolinea il presidente del consiglio Nino Boeti – considerata al pari dell’invenzione della ruota o della stampa a caratteri mobili. Esiste però un’altra faccia di internet, che negli anni è emersa in modo altrettanto drammatico e tumultuoso, con rischi legati ad un suo uso improprio. Tra questi il cyberbullismo. Il fenomeno si diffonde in maniera sempre più pervasiva, con risvolti anche tragici sulla vita dei ragazzi, come testimoniato dalle cronache sempre più frequenti. Per questo il Consiglio regionale si è dotato di una legge, che consente di avere tutte le informazioni sul fenomeno, utili a comprendere gli ambiti di prevenzione e di intervento. Dal 5 al 15 febbraio Palazzo Lascaris, che io ritengo essere “la casa dei piemontesi”,  sarà aperto alla cittadinanza e ospiterà momenti di confronto e sensibilizzazione, cui saranno coinvolte molte scuole e autorevoli relatori”.

Di seguito il programma delle iniziative:

Martedì 5 febbraio 

Momento istituzionale. Ore 10.00ad apertura della seduta di Consiglio regionale, l’aula dedicherà alcuni minuti alla Giornata nazionale contro il Bullismo e Cyberbullismo, alla presenza di numerose autorità piemontesi: Rita Turino, Garante regionale dell’Infanzia, il presidente del Corecom Piemonte Alessandro De Cillis; il Questore di Torino Francesco Messina, Anna Maria Baldelli Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori, alcuni rappresentanti del Miur Piemonte, della Polizia postale, dei Carabinieri,  del tribunale dei Minori di Torino, della Guardia di finanza, della Prefettura e alcune classi in visita a Palazzo Lascaris. Tutti i consiglieri e gli ospiti presenti in aula indosseranno la spilletta Nodo Blu ed esporranno un cartello contro il bullismo e cyberbullismo.

Giovedì 7 febbraio: 

Percorso didattico per le scuole, ore 9.30-12.30 Palazzo Lascaris. Oltre 100 studenti e studentesse piemontesi prenderanno parte a 4 diversi workshop:

  1. Il gruppo musicale  Drum Theatre proporrà alcune esibizioni e laboratori esperienziali per facilitare l’aggregazione  e integrazione tra i ragazzi attraverso il ritmo, la cultura e lo spirito dell’arte dei tamburi, integrando i suoni tribali tradizionali all’attuale paesaggio sonoro con il mimo, clowneria e il teatro. Ogni pezzo è proposto con oggetti di tutti i giorni, (pentole, bidoni, tubi), arricchito da vere percussioni, una o più batterie.
  2. Attori professionisti proporranno alcuni estratti dello spettacolo teatrale “Colpevoli – Bullismo in scena: Vittime e Carnefici”, ideato e diretto da Giampiero Ingrassia, scritto da Antonello Coggiatti. Sul palco tanti caratteri controversi: dallo studente all’insegnante, dal non fumatore al suicida fino al provocatorio personaggio della lesbica. Tante tipologie di “bulli” che agiscono intenzionalmente, attraverso comportamenti ripetuti nei confronti di un particolare compagno e provano godimento nell’osservare la sofferenza di chi subisce.  Un messaggio diretto, senza mezzi termini, talvolta scomodo e indigesto che vuole essere il punto di partenza per un serio dibattito oltre la scena.
  3. Bulli e Pupe”. Come riconoscere e contrastare i sintomi del bullismo”. Un progetto interattivo realizzato dalla Consulta Giovani in collaborazione con la Compagnia 3001 e dedicato agli studenti piemontesi delle scuole superiori incentrato su due tematiche più che mai attuali, il bullismo e l’educazione sentimentale. La Compagnia mette in scena uno spettacolo teatrale in cui i giovani interagiscono e si scambiano di ruolo, per poter riflettere sull’importanza delle relazioni sociali e contrastare efficacemente e con consapevolezza il fenomeno del bullismo, che troppo spesso spinge i più fragili al silenzio.
  4. Workshop con Annalisa D’Errico, autrice del libro “Figli virtuali”  – 10 comandamenti social”.  Il libro, con un approccio del tutto innovativo, analizza il mondo del digitale, con l’obiettivo di non lasciare soli ragazzi e famiglie, fornendo alcuni suggerimenti sull’uso corretto e consapevole di web, social network, applicazioni e chat. Completano il vademecum alcuni elementi di contrasto al bullismo in rete, un glossario per conoscere alcuni termini più tecnici e “I dieci social comandamenti” (un decalogo ironico pensato dagli autori per trasmettere con immediatezza alcuni importanti suggerimenti legati alla vita on line)

Convegno “Bullismo e cyberbullismo: non insegnano ma segnano.  Famiglie, associazioni e istituzioni al fianco dei giovani”, ore 17.30 aula consiliare, rivolto ai genitori  e agli insegnanti presso l’aula consiliare di Palazzo Lascaris (via Alfieri 15). Al tavolo dei relatori presieduto da Giorgio Bertola, consigliere segretario componente dell’Udp e presidente della Consula Giovani: l’assessore regionale all’Istruzione Gianna Pentenero; il vicepresidente del Corecom Piemonte, Gianluca Martino Nargiso; Anna Maria Baldelli, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori; la dirigente Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Piemonte Valle d’Aosta dott.ssa Fabiola Silvestri; Matteo Lancini Psicoterapeuta e Presidente Fondazione Minotauro; Paolo Picchio (per la Fondazione Carolina), Fabio Malagnino, giornalista, Maddalena Scagliusi e Chiara Priotti,  studentesse-ricercatrici autrici dello studio “Bullismo e cyberbullismo nella Regione Piemonte”; Nadia Carpi del Miur Piemonte.

Giovedì 14 febbraio:

Per un San Valentino “fuori dagli schemi”, l’Assemblea legislativa del Piemonte e la garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza promuovono, alle 9.30 in aula consiliare,  l’evento “In(s)contro – San Valentino… La parola al ‘primino’!”. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, UndeRadio – la web radio under 18 di Save the Children – e le Associazioni Essere umani, Relazioni&Conflitti e Resolutia, si propone come un’occasione, per chi frequenta le scuole secondarie piemontesi di I e di II grado, per essere protagonista di un incontro a più voci sui temi della mediazione e della risoluzione dei conflitti in ambito scolastico. Un’opportunità per interrogarsi, confrontarsi e condividere esperienze che aiutano a crescere e a relazionarsi con gli altri per diventare adulti consapevoli ed equilibrati. Al dibattito seguirà una diretta radiofonica sulle frequenze di Radio Flash in cui gli studenti e le studentesse, incalzati da Aline Silva e Federico Fais di UndeRadio, raccontano esperienze legate ai temi della mediazione.

Venerdì 15 febbraio:

Sala Viglione ore 10.00 – Versione integrale della rappresentazione teatrale “Bulli e Pupe”, un progetto interattivo realizzato dalla Consulta Giovani in collaborazione con la Compagnia 3001 e dedicato agli studenti piemontesi delle scuole superiori. Come reagire di fronte a un sopruso? Come costruire rapporti sentimentali con i coetanei? Su queste domande si confronteranno i ragazzi interagendo con la compagnia teatrale che attraverso i monologhi e i dialoghi  in scena fonrnirà spiunti per parlare dell’importanza delle relazioni sociali e di come contrastare efficacemente e con consapevolezza il fenomeno del bullismo, che troppo spesso spinge i più fragili al silenzio.

Il futuro del Regina Margherita infuoca la politica

Articolato dibattito durante il Consiglio di martedì 29 gennaio sul nuovo Parco della Salute di Torino e l’ipotesi di chiusura del Regina Margherita e possibile taglio dei posti letto, come denunciato dalle opposizioni

Ipotesi smentita dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta: “Abbiamo assistito in questi giorni a interpretazioni faziose e non vere. Voglio quindi chiarire che non ci saranno assolutamente riduzioni di posti letto o di servizi. Al momento i posti letto realmente utilizzati nella Città della Salute sono 1900. Come dice lo stesso studio di fattibilità, il futuro Parco della Salute avrà 1490 posti letto, 1040 nel nuovo progetto più 450 nel Cto che sarà potenziato. Gli altri posti letto saranno tutti destinati agli altri ospedali dell’area torinese, che saranno così rafforzati: separare l’alta dalla media-bassa complessità significa valorizzarle entrambe e offrire servizi migliori. Per quanto riguarda il Regina Margherita, attualmente ci sono 286 posti, quelli realmente utilizzati sono 190. Nello studio di fattibilità del Parco della Salute i posti letto sono 140. I 50 posti letto in meno verranno recuperati metà al CTO e metà all’ospedale Martini, che entro due anni avrà 50 posti letto in più”.

Dura presa di posizione da parte del M5S con i consiglieri Giorgio BertolaGianpaolo Andrissi e Davide Bono: “Sabato 2 febbraio alle 15 saremo in piazza Castello davanti alla Regione Piemonte per difendere il polo ospedaliero materno infantile di Torino. Noi non siamo contro la scienza, ma forse qualcuno di voi è contro la matematica. Oggi la Città della Salute ha 2.200 posti letto e il progetto di Parco della Salute ne prevede invece solo 1.490. I posti letto del pediatrico certificati dal ministero sono 280. Come mai in un mese siamo passati da 280 a 190? Su questa vicenda abbiamo ricevuto centinaia di messaggi allarmati di cittadini e dei sindacati dei medici e degli infermieri, che non sono esattamente vicini ai Cinquestelle. Chiediamo che i posti letto vengano rivisti arrivando almeno a 1821, cioè quanto sancito dalla programmazione regionale nel 2014, spendendo 80 milioni di euro in più da reperire attraverso il Fondo Nazionale per l’edilizia sanitaria incrementato da questo Governo”.

Ferma anche la reazione di Gianluca Vignale (Mns): “Se parliamo di qualità di servizi, vi invito ad andare un giorno a caso in un pronto soccorso, vi renderete conto di quale grande enfasi ed empatia avete trasmesso. Abbiamo recentemente audito i medici del Regina Margherita e uno di loro ha detto chiaramente che il piano prevede la sparizione di questo ospedale, salvo il trasferimento di qualche modulo, facendoci tornare indietro di parecchi anni. Avete scritto esplicitamente nel piano che ci sarà un padiglione di 90 posti letto, più altri 50 al Sant’Anna e così si arriva a 140. Il nuovo ospedale riduce i posti letto senza modificare la Dgr 1-600 sul dimensionamento sanitario che prevede 1821 posti letto. Avete ragionato sulla scatola e non su quello che sarebbe avvenuto. Per noi gli ospedali monospecialistici devono essere mantenuti, come spiegheremo ai cittadini piemontesi che non possono portare i figli al Regina Margherita se non per gravi patologie?”.

In difesa del progetto si è schierato il capogruppo Pd, Domenico Ravetti, con i colleghi Paolo AllemanoDomenico Rossi e Valentina Caputo: “Ho sentito parlare solo di posti letto. Ci viene detto che questi sono uno dei tantissimi indicatori rispetto al futuro degli ospedali. Il 52% degli italiani preferisce un ospedale in cui trovare tutte le specializzazioni. Il nostro obiettivo è costruire un nuovo ospedale per le alte complessità, cioè gli interventi e le malattie più complicate, con al centro l’innovazione, l’alta tecnologia e la formazione di grande qualità del personale. Si tratta della sfida più grande, che vuole realizzare un Parco della Salute alla pari delle migliori strutture internazionali che si occupano di cura, ricerca e innovazione sulla salute. La politica è bene quando discute e dibatte ma restiamo nel merito, senza utilizzare in modo distorto parti dello studio di fattibilità per resistenze di sapore tutto elettorale”.

A nome del gruppo Forza Italia è intervenuto Andrea Tronzano, che ha recentemente promosso una petizione online: ”Le parole del presidente Chiamparino confermano che il Regina Margherita, così come lo intendiamo oggi, scomparirà ed insieme a esso la specificità pediatrica. Tutto passerà sotto gli adulti e non ci sarà più una struttura interamente e esclusivamente dedicata ai bambini. Atti progettuali e deliberativi e le conseguenti affermazioni parlano chiaro. Per noi invece il polo materno infantile è un’altra cosa, per noi i bambini non sono adulti in miniatura. Vogliamo che il Regina e il Sant’Anna continuino a esistere e le oltre 120mila firme ci danno forza per continuare a sostenerlo

Per Marco Grimaldi (Leu): “L’importanza di mantenere un policlinico multispecialistico dedicato alla pediatria rimane la modalità migliore per gestire patologie complesse in pazienti particolari, che richiedono personale formato e specializzato in tal senso. Mantenere le molteplici eccellenze attualmente presenti richiede un numero adeguato di posti letto, forse al momento sottostimato. Ridurre i posti per acuti senza prima intervenire sulla riorganizzazione della rete della post-acuzie rischia di vanificare un’operazione di per sé meritoria e creare tensioni sociali. Allo stesso modo non è percorribile l’ipotesi, avanzata dalle destre e dai 5 stelle, di mantenere il Materno-Infantile che farebbe saltare l’intero progetto, per l’ennesima volta. È invece il momento di aprire un grande dibattito pubblico. Eccellenza non significa solo alta complessità. Solo aumentando i pediatri di base e i posti letto di pediatria e neonatologia in tutti gli ospedali hub come il Giovanni Bosco, si può sostenere una rivoluzione che dal Parco della Salute coinvolgerà tutto il territorio”.

“Tenere il progetto della Città della Salute fuori dalla campagna elettorale” è l’invito del presidente della Giunta Sergio Chiamparino, intervenuto durante il dibattito. “Sarebbe un segno di rispetto per la nostra comunità medica quello di fare in modo che si sapesse che, chiunque vinca la campagna elettorale, il progetto della Città della Salute viene portato avanti. Temo però che così non sia. È cinico chi usa la fake news che si chiude il Regina Margherita per spaventare le mamme. Se su questo progetto si sono persi quasi vent’anni è perché hanno sempre vinto i particolarismi, che non sono utili per guardare al futuro. Troppo tempo è stato perso per un progetto che è strategico per migliorare le cure e anche per creare un polo importante sotto il profilo economico”.

“Questa mattina – ha dichiarato Roberto Ravello (Fdi) – è emerso in modo inequivocabile che non c’è stata alcuna notizia fasulla, le fake news lamentate dal presidente Chiamparino non esistono. Esiste un taglio di circa 1.000 posti letto a livello regionale, si cui 821 sul solo bacino torinese. All’interno di questi numeri su cui abbiamo già lanciato un grido d’allarme oltre un anno fa, troviamo il taglio dei 2/3 dei posti letto della pediatria del Regina Margherita. Siamo assolutamente a favore del nuovo Parco della Salute, ma riteniamo che un taglio così elevato del numero dei posti letto sia immotivato e vada ben oltre l’ammodernamento e lo sviluppo delle tecniche medico-ospedaliere. La realtà è ben diversa e oggi certifichiamo ufficialmente il fallimento della politica sanitaria di Chiamparino e Saitta: questa Giunta verrà ricordata per aver chiuso l’Oftalmico, aver annunciato un piano da 1,5 miliardi senza che questi vi siano, aver tagliato i posti letto ed aver chiuso il Regina Margherita”.

Per la consigliera Stefania Batzella, da poco approdata al gruppo Moderati, “visto che la struttura del Regina Margherita non sarà demolita, non sarà venduta e non sarà trasformata in appartamenti, ho proposto al presidente della Regione e all’assessore Saitta di lasciare all’interno di questa struttura i posti letto che non saranno inseriti nel Parco della Salute. In questo modo si eviterebbe una loro redistribuzione ‘a pezzi’ per tutta la città. Credo fermamente che sia giusto e doveroso valorizzare le competenze professionali, migliorare la qualità dell’assistenza e salvaguardare le eccellenze, ma non è giusto ridurre i posti letto, che devono essere garantiti”.

“Le polemiche dei giorni scorsi richiedevano una risposta accurata – ha spiegato Alfredo Monaco (Scelta di Rete Civica) – mi piace ricordare le eccellenze dalla nostra regione perché quotidianamente salvano delle vite. Dobbiamo mantenere uno standard qualitativo elevato. Chi conosce la sanità sa che non si può operare se non c’è una condivisione con altri colleghi delle varie specializzazioni. Gli ospedali specialistici sono un’esperienza che non va dimenticata e trascurata, il sistema sanitario pubblico deve essere messo nella condizione di operare bene anche con misure di intensità maggiore. Le nostre liste d’attesa sono lunghe: educhiamo i medici a gestire bene questa situazione. Sull’indirizzo generale, sono incoraggiato dal fatto di avere un traguardo chiaro e mi auguro si abbia la forza di arrivarci”.

Benito Sinatora (Lega), intervenendo per ultimo, ha sostenuto che “ è facile bollare come faziosi coloro che non condividono le scelte effettuate dalla Giunta. I dati provenienti dall’assessorato alla sanità dicono che ci sarà una palese riduzione dei posti letto pediatrici. Non possiamo non sostenere, quindi, la petizione per salvare il Regina Margherita, sottoscritta finora da più di 120 mila persone”

Nella replica finale l’assessore Saitta ha spiegato “che abbiamo l’obiettivo di avere eccellenze diffuse, anche su media e bassa complessità. Con la Dgr 1-600 sul dimensionamento abbiamo applicato una legge dello Stato, non c’era margine di trattativa, ma la Dgr non è il vangelo, la modificheremo sulla base delle decisioni che stiamo prendendo. Spero che la politica abbia la capacità di non lasciarsi condizionare da questioni di tipo realizzative e talvolta legate a interessi particolari. Abbiamo deciso di ricorrere al dialogo competitivo con i privati perchè per una struttura così avanzata è necessario il massimo della capacità di progettazione e realizzazione, sulla base delle indicazioni date dalla stazione appaltante. Nelle prossime settimane si parte con l’avviso di gara, alla fine di marzo inaugureremo l’ospedale di Verduno e riprenderemo i lavori dell’ospedale della valle Belbo. Togliamoci la sudditanza nei confronti di Lombardia ed Emilia, il ministero certifica che siamo eccellenza italiana sui costi standard e sui livelli di assistenza”.

A margine della discussione l’Aula ha bocciato un odg e una mozione presentati da Ravello e Bono.

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(foto: il Torinese)

La musica dell’Olocausto nel tascabile del Consiglio regionale

Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret

E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato. La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber. La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, ‘se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore’”. Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line all’indirizzo www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_79.pdf

La musica dell'Olocausto nel tascabile del Consiglio regionale

Nei campi di prigionia e nei lager non c’era solo il silenzio rotto, di tanto in tanto, dal lamento degli internati o dalle grida delle guardie. C’era tanta musica e di ogni genere: classica, da ballo, jazz, inni, opere liriche, canzonette, cabaret

E anche molta musica sacra appartenente alla tradizione ebraica, cattolica e protestante. A fornirne un’agile panoramica è “La musica dell’Olocausto. Suoni e canzoni dai lager”, il nuovo volumetto della collana “I tascabili di Palazzo Lascaris”, appena pubblicato. La musica dell’Olocausto fu composta nei ghetti, nei campi di concentramento, tra i rifugiati o nella clandestinità, come espressione del dolore e dello sgomento, del senso di rivolta e di speranza di coloro che erano vittime delle persecuzioni politiche e razziali messe in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati tra il 1933 e il 1945. Tra i loro nomi figurano quelli del poeta e musicista Shmaryahu “Shmerke” Kaczerginski, della musicista e cantante Esther Béjarano, del pianista, compositore e direttore d’orchestra Victor Ullmann, del cantante e intrattenitore Willy Rosen, della studiosa di musica ebraica Johanna Spector, del compositore Carlo Taube e delle autrici di poesie Selma Meerbaum Eisinger e Ilse Weber. La pubblicazione – scrive il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Resistenza e Costituzione Nino Boeti nella presentazione – è frutto della consapevolezza che, “come sostiene il pianista e compositore italiano Francesco Lotoro, che da oltre trent’anni cerca, archivia ed esegue la musica composta nei campi di prigionia e di concentramento, ‘se questa musica non viene fatta conoscere al mondo, è come se non fosse mai uscita dal lager. E suonarla anche solo una volta significa riscattarla e ottenere quella giustizia che non è stata concessa al compositore’”. Il tascabile, distribuito gratuitamente attraverso gli Uffici relazioni con il pubblico del Consiglio e della Giunta regionale, è consultabile anche on line all’indirizzo www.cr.piemonte.it/dwd/pubblicazioni/tascabili/tascabile_79.pdf

Più controlli sugli incendi dei rifiuti

Più controlli, autorizzazioni semplici e chiare allo smaltimento, regolarità degli stoccaggi: sono questi alcuni degli obiettivi da raggiungere secondo la relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva sul fenomeno legato agli incendi ai magazzini degli impianti rifiuti differenziati, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale

I presidenti delle Commissioni quinta e legalità,  Silvana Accossato e Giorgio Bertola della Commissione speciale – formatasi per regolamento – hanno esposto all’Assemblea i risultati conseguiti attraverso l’approfondimento del fenomeno sia tramite incontri con i soggetti interessati, sia acquisendo documentazione. Si è così evidenziato che molti incendi di rifiuti sono di origine dolosa, mentre altri derivano da incuria o accumulo di materiali. Gli incendi vengono addirittura replicati anche durante il corso dell’indagine, con una distribuzione omogenea sul territorio piemontese, con picchi numerici nella provincia di Alessandria. È quindi necessario rendere adeguati ed omogenei i controlli e raggiungere una maggiore regolarità degli stoccaggi attraverso le autorizzazioni, che devono essere più semplici. In apertura Accossato ha dichiarato che “per consentire al Piemonte di passare davvero all’economia circolare è necessario che le filiere di riciclo dei materiali siano più efficienti. I lavori di indagine di questi mesi ci hanno consentito non solo di fare luce sul fenomeno preoccupante degli incendi, ma anche, grazie alle audizioni degli operatori del settore, di conoscere meglio le attività di selezione e recupero dei materiali di riciclo e le loro problematiche. Al netto di alcuni episodi dolosi, è emersa una situazione di difficoltà per la carenza di impianti per le frazioni non riciclabili, la mancanza di chiarezza normativa sul “fine vita” dei materiali, l’esigenza di maggior coordinamento dei controlli. Come sempre, regole certe e politiche di settore adeguate, sono l’antidoto migliore contro i rischi di iniziative malavitose e deviate”. Bertola ha spiegato che “il fenomeno degli incendi è particolarmente presente nel Nord Italia da 4-5 anni e desta allarme e preoccupazione anche a livello sanitario per le polveri pericolose. Questi incendi sono in parte dolosi, altri frutto di negligenza o colpa grave. È importante che i soggetti interessati si coordino tra di loro e che si facciano promotori di controlli omogenei mentre le risorse economiche impiegate risultano insufficienti. La Regione ha sottoscritto un protocollo di intesa con i Nuclei Operativi Ecologici dei carabinieri. Fondamentale il rilascio delle autorizzazioni, quest’ultime utilizzate in molti casi al limite della legalità e che necessitano di chiarezza, semplicità e precisione. Attenzione anche alle fidejussioni a garanzia degli impianti”.

L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia si è soffermato sull’aggiornamento delle “tariffe collegate ai rifiuti speciali atte a favorire il sistema dell’economia circolare e a ostacolare il ricorso alla discarica da parte delle aziende”. Sono intervenuti anche i consiglieri Gianpaolo Andrissi e Federico Valetti (M5s), Marco Grimaldi (Leu), Angelo Luca Bona e Andrea Fluttero (Fi). Andrissi ha spiegato che la società del consumo non progetta strategicamente i materiali, affinché  abbiano un facile riutilizzo e riciclo. Grimaldi ha auspicato l’applicazione di regolamenti più chiari: in ogni caso l’approfondimento è stato necessario e giusto. Per Fluttero bisogna distinguere gli incendi causati da incuria da quelli dolosi: i primi possono essere prevenuti con i controlli, ma anche evitando gli accumuli, oggi causati da problemi di filiera e smaltimento mentre Bona trova insensata la decisione della Giunta del recente triplo aumento delle tariffe per il conferimento degli inerti. Secondo Valetti il problema degli incendi nei capannoni è la punta di un iceberg: oggi il 50% delle plastiche non è riciclabile e lo smaltimento diventa costoso, incentivando il fenomeno. Si conviene di sollecitare il Governo e l’Anci di rimodulare la convenzione con il Consorzio nazionale imballaggi rivedendo le compensazioni economiche tra Conai e Comuni/Consorzi e ad una migliore integrazione conoscitiva tra produttori e aziende di raccolta e smaltimento rifiuti. Sono stati coinvolti nell’inchiesta soggetti come il Consiglio e la Giunta regionale, ma anche i Noe, l’Arpa, la Città metropolitana di Torino e i Vigili del Fuoco.

Dl sicurezza, Regione avanti con il ricorso

Il dibattito sul ricorso che la Giunta regionale presenterà alla Corte Costituzionale contro il “decreto sicurezza” del Governo ha occupato gran parte della seduta di martedì 15 gennaio, con le comunicazioni in apertura dell’assessora alle Politiche Monica Cerutti, chieste dal gruppo Forza Italia, e le conclusioni del presidente Sergio Chiamparino


“Il decreto sicurezza rischia di rappresentare un danno per il nostro territorio – ha spiegato Cerutti – e mette in discussione il sistema finora costruito. Prevediamo un aumento esponenziale degli irregolari, che per potersi mantenere rischiano di essere impiegati nel lavoro nero o di essere assoldati dalla criminalità. Il nostro ricorso alla Consulta è il naturale approdo dopo un lungo lavoro. Il decreto porterà allo smantellamento degli Sprar con la perdita di 350 posti di lavoro, graverà sul sistema sanitario regionale e, secondo l’Anci, le spese sociali aggiuntive saranno di 22 milioni di euro”. Il capogruppo di Forza Italia Andrea Fluttero ha lamentato “la mancanza di un confronto prima della scelta. Nel merito mi pare che l’unico elemento che presenta rilievi significativi sia quello della revoca della cittadinanza. Gli altri sono argomenti politici che non giustificano un ricorso alla Corte su un provvedimento che è stato già controfirmato dal Capo dello Stato. Molti presidenti di Regione non hanno scelto tale via. Abbiamo il 7,6% di Pil da recuperare rispetto alle regioni del nord, siamo al quarto posto. Chiamparino usi gli ultimi mesi della legislatura per risolvere i problemi dei piemontesi e ritiri il ricorso”. Per il Partito Democratico sono intervenuti i consiglieri Domenico RavettiPaolo AllemanoAndrea AppianoVittorio BarazzottoLuca CassianiNadia ConticelliAntonio FerrentinoGabriele Molinari sottolineando che “noi dovremmo comprendere le percezioni di cittadini e allinearle alla realtà, non fomentare la rabbia. Questo ricorso è un’azione per incidere davvero, in Italia molti sarebbero d’accordo e in questi giorni si è già sentita la voce di chi considera  questo governo il peggiore della nostra storia. Ieri l’Anci ha spiegato che ci sarà bisogno di circolari interpretative, che magari saranno diverse a seconda della prefettura. Siamo di fronte a una legge scritta male, che incide sui diritti fondamentali. Il ministro degli Interni dovrebbe fare un giro nei pronto soccorso delle periferie: mettere in discussione il sistema di accoglienza è frutto della volontà ideologica di cavalcare il tema, bisognava invece snellire le pratiche e garantire servizi adeguati”. Per Giorgio BertolaDavide Bono e Federico Valetti (M5S) “la realtà dei fatti è che c’è grande e grave disagio nei nostri territori. Chi abita in piazza vittorio come Chiamparino forse non ha contezza di quello che accade nelle periferie delle città. Non dobbiamo né cavalcare né ignorare il disagio. Questo governo sta cambiando l’immagine e l’autorevolezza dell’Italia in Europa, tutti devono essere parte della soluzione e non scaricare su qualcuno i problemi. a forza di retorica buonista e terzomondista, ci si dimentica delle persone che soffrono. Ci siamo preoccupati delle condizioni dei paesi da cui si parte e non di quelle in cui si arriva e accogliamo queste persone per permetterci di mantenere i nostri stili di vita con manodopera a basso costo”. Secondo Marco Grimaldi (Leu) “il decreto sicurezza minerà gli sforzi regionali per una distribuzione su tutto il territorio dell’accoglienza e smantellerà gli Sprar gestiti dai Comuni, che hanno favorito percorsi di integrazione e relazione, ingolfando i Centri di Permanenza per Rimpatri (ex Cie). Con questa legge odiosa si vuole negare in modo discriminatorio ad alcuni il diritto fondamentale alla salute, la possibilità di cercare o mantenere un contratto di lavoro, l’accesso ai servizi del territorio (i centri per l’impiego, un conto in banca, gli asili nido e le scuole dell’infanzia) e creare un esercito di invisibili Per questo in Piemonte dobbiamo proseguire lungo la strada dell’accoglienza diffusa, continuare a fornire cure e servizi e impugnare il decreto”. “Troviamo stucchevole – ha dichiarato il capogruppo Fdi Roberto Ravello – il solito spettacolo di soggetti che si arrogano senza alcun titolo il diritto di distribuire patenti di legittimità su chi è titolato ad esprimersi su certi temi, a partire dall’immigrazione. Ma soprattutto, registriamo l’ennesimo segnale di distacco della maggioranza di centrosinistra dalla realtà: da un lato abbiamo chi ha ridotto in modo consistente il numero degli sbarchi e dall’altra una Giunta regionale che lamenta la diminuzione dei richiedenti asilo nel circuito degli Sprar, invece che occuparsi dei problemi dei piemontesi”. Sulla stessa linea Gianluca Vignale (Mns): “voglio dire a Cerutti che dal 2014 al 2017 in Italia sono entrate 250 mila persone di cui abbiamo perso le tracce, di questi 40 mila sono minori non accompagnati. Questi sono dei clandestini che girano per l’Europa ospitale per cercare di avere sussidio economico e futuro. Per cui il vostro timore di mancanza di controlli è tardivo. In questa regione solo l’8-9% ha diritto d’asilo e sul fronte dell’emergenza sanitaria si spendono troppe risorse, garantendo un numero elevato di servizi ai clandestini con corsie preferenziali rispetto ai normali cittadini. L’idea universale di accoglienza è portata avanti da chi da troppo tempo non si confronta con la povertà che c’è in Piemonte”. Per Benito Sinatora (Lega Nord) “promuoviamo un ricorso come se il decreto avesse già prodotto effetti. Le leggi buoniste sono fallite, la Giunta vive una realtà diversa da quella dei cittadini comuni che subiscono gli effetti di un’immigrazione selvaggia e incontrollata. Queste politiche sono state bocciate dal popolo italiano che il 4 marzo ha dato un messaggio chiarissimo e oggi sperate che la magistratura si schieri contro il governo democraticamente eletto”. “Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B – è stato l’invito di Stefania Batzella (Mli) – ho apprezzato il ricorso della Regione, dobbiamo difendere e tutelare i diritti umani e i diritti delle persone. Sembra che la storia, con le sue tragedie non ci abbia insegnato nulla. L’immigrazione va controllata e gestita, ma non si possono lasciare morire le persone in mare”. “Nell’avanzare questo ricorso ci siamo avvalsi di una prerogativa della Giunta, senza invadere alcuna competenza del Consiglio regionale”, ha concluso Chiamparino. “Il nostro ricorso non è sui principi costituzionali, anche se mi auguro che questi principi siano oggetto di altri ricorsi, ma è sul conflitto di attribuzione dei poteri perché il decreto ha effetto sulle politiche di cui siamo titolari, come la sanità e i servizi sociali”.