CULTURA- Pagina 60

Chieri ricorda San Giovanni Bosco con una “visita teatrale”

“Discovery Don Bosco” nei luoghi della presenza salesiana in Città

Domenica 29 gennaio

Chieri (Torino)

1831 -1841: dieci anni trascorsi a Chieri che ebbero un ruolo fondamentale nella vita del più celebre fra i “Santi Sociali” torinesi. Dieci anni, come si è scritto, “che gli valsero una vita”. Giovanni Melchiorre Bosco, San Giovanni Bosco (fondatore delle “Congregazioni dei Salesiani” e delle “Figlie di Maria Ausiliatrice”, canonizzato da Papa Pio IX nel 1934), trascorse proprio a Chieri l’adolescenza e gli anni della formazione, vivendo a pensione presso la casa di Lucia Matta, districandosi nei più svariati mestieri (da garzone al “Caffè Pianta” fino al lavoro di stalliere) e studiando contemporaneamente al “Seminario di San Filippo Neri”, che ancora custodisce la “Stanza del Sogno”, fra i tanti “profetici” a lui attribuiti in vita. Il giovane Don Bosco arrivava a Chieri (dove fondò anche, con altri ragazzi “di buona fede”, la “Società dell’Allegria”)  dai Becchi di Castelnuovo d’Asti, dov’era nato il 16 agostodel 1815. Morirà a Torino il 31 gennaio del 1888. Ma Chieri resterà sempre il luogo del cuore. E della più profonda spiritualità. Dove il giovane chierico decise fermamente (forte delle parole dell’amico seminarista scomparso giovanissimo, Luigi Comollo, e apparsogli nottetempo come intensa luce recitante “Bosco! Bosco! Bosco! Io sono salvo!”) di “mettere la salvezza eterna al di sopra di tutto, a considerarla come l’unica cosa veramente importante”. Un intenso legame, ripagato negli anni da Chieri che tradizionalmente celebra il Santo, organizzando eventi connessi ai luoghi più significativi della sua vita, diventati parte importante del patrimonio storico-culturale della Città. Su questa linea si inserisce la “visita teatrale” guidata e organizzata (da Comune, “Istituto Salesiano San Luigi” ed “Istituto Santa Teresa”) per tutto il pomeriggio di domenica 29 gennaio, grazie ai “volontari salesiani”. Gli attori de “I Fabbricanti di Giocherie” proporranno un’esperienza “innovativa e immersiva” tra le strade e le piazze del centro storico, narrando aneddoti e rievocando persone e personaggi importanti per la storia di Chieri. “Siamo lieti, nel giorno della Festa del fondatore dei Salesiani e in collaborazione con la rete delle istituzioni salesiane – sottolinea l’assessore alla Cultura, Antonella Giordano – di proporre anche quest’anno ‘Discovery Don Bosco’, un itinerario in alcuni dei luoghi più importanti della presenza salesiana a Chieria cominciare dal ‘Centro Visite Don Bosco’, museo e luogo di documentazione gestito dal Comune, ubicato all’interno dell’edificio che nell’Ottocento ospitava il ‘Seminario di San Filippo Neri’. Come amministrazione crediamo nella promozione della città e del suo territorio anche attraverso la valorizzazione dei suoi personaggi illustri, a cominciare dai Santi Giovanni Bosco e Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Questo nel dettaglio il programma. Si inizia alle ore 11, con la Santa Messa solenne all’“Istituto Salesiano San Luigi” (via Vittorio Emanuele II, 80) presieduta dal Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime.

Nel pomeriggio dalle ore 15,30 “visita teatrale” guidata. In agenda: l’“Istituto San Luigi”, la “Chiesa di San Domenico”, il “Ghetto Ebraico”, la “Chiesa di San Filippo”, il “Centro visite Don Bosco – Seminario”, il “Duomo – Collegiata di Santa Maria della Scala” (al cui interno si trova una statua lignea della “Madonna delle Grazie” di fronte alla quale ogni giorno il giovane Giovanni si fermava a pregare), il “Caffè Pianta” (dove Giovanni ed i suoi amici fondarono la “Società dell’Allegria”) e l’“Istituto Santa Teresa” dove sarà offerto un rinfresco in “stile salesiano”.

L’iniziativa è gratuita. È consigliata la prenotazione: 011/79347503406983636 oIfabbricantidigiocherie@gmail.com

g.m.

Nelle foto:

–       San Giovanni Bosco

–       Il Duomo – Collegiata di Santa Maria della Scala

Nasce a Torino la prima rassegna di “OFF TOPIC” dedicata a libri e “podcast”

“Senti chi parla”

Da giovedì 26 gennaio

“Ideare, valorizzare, educare, diffondere e connettere”: questi i principi, non pochi, su cui si fonda “OFF TOPIC”, l’“hub culturale”(progetto del “Torino Youth Centre”), riconosciuto dal Comune di Torino come “Centro di Protagonismo Giovanile” e sede di attività formative (corsi, workshop, conferenze) e co-working, nonché di residenze artistiche, musica live, teatro, proiezioni, attività sociali e di promozione del territorio e quant’altro. Tanta progettazione e intenso impegno. Su questa linea nasce e si muove, da giovedì 26 gennaio (ore 19,30), anche “Senti chi parla”, la prima rassegna dedicata interamente alle presentazioni di libri e podcast, nata con il patrocinio del “Salone OFF” del “Salone del Libro”, che ogni giovedì porterà un nuovo ospite sul palco del “Bistrò” di via Giorgio Pallavicino 35, a Torino.

Il primo appuntamento è con Martino Gozzi per la presentazione de Il libro della Pioggia, edito da “Bompiani”. Nato a Ferrara nel 1981, scrittore e traduttore nonché amministratore delegato della “Scuola Holden” di Torino, Gozzi scrive un “memoir” che racconta il congedo lento ed eroico di Simone, “un giovane uomo con il dono di saper e farsi amare”. La carriera di Martino Gozzi inizia nel 2004, con la pubblicazione del suo primo romanzo, “Una volta Mia” edito da “PeQuod”. Con “Feltrinelli” ha in seguito pubblicato “Giovani promesse” (2009) e “Mille volte mi ha portato sulle spalle” (2013).

“Il libro della Pioggia” racconta di Martino e Simone. Un’amicizia epica la loro, tenuta insieme dalla musica e dalla giovinezza. Simone suona il basso mancino come Paul McCartney, ha una band e scrive musica. Se ne va troppo presto. Martino, voce di questo romanzo-mémoir, racconta la loro storia e la traccia che Simone ha lasciato nella vita di chi lo ha amato. “Simone – sottolinea Gozzi – è la pietra di paragone, il punto di riferimento, l’irrinunciabile metro rispetto a cui misurare col passo pacato della maturità le tappe di una vita: Ferrara, Torino, la scrittura, il matrimonio, la paternit- à, la musica, i cambiamenti”.

Quando abbiamo pensato di creare ad ‘OFF TOPIC’ una rassegna di presentazione di libri e podcast – dichiara da parte sua il Direttivo dell’‘Hub culturale’ – non potevamo non includere il ‘Salone del Libro’ con la sua rassegna ‘OFF’. Come sempre il nostro Hub tende reti alla città e alle sue eccellenze nella ferma convinzione che la Cultura debba essere ponte per unire teste e contenuti, per moltiplicare, per creare il senso di ‘civitas’ imprescindibile all’identità di una comunità sempre più multiforme. Non è del resto questo il significato più denso della parola ‘città’ ?”.

Prenotazione per cena consigliata, scrivendo a: #Bistrò di OFF TOPIC, su WhatsApp al 338/4463855

g.m.

 

Nelle foto:

–       Cover “Il libro della pioggia”

–       Martino Gozzi, Photo credits Paolo Properzi

Capodanno cinese, film d’animazione “I am what i am” di Sun Haipeng

Istituto Confucio: proiezione gratuita lunedì 23 al Cinema Nazionale

 

In occasione del tradizionale Capodanno cinese, che quest’anno cade il 22 gennaio e che dà il benvenuto all’Anno della Lepre, l’Istituto Confucio dell’Università di Torino ha organizzato la proiezione gratuita del film d’animazione, non ancora distribuito in Italia, “I am what I am”(“Giovani Leoni” dal titolo originale Xiongshi shaonian, 《雄狮少年》), diretto da Sun Haipeng.

L’appuntamento è lunedì 23 gennaio alle 20.30 al Cinema Nazionale, in via Pomba 7, a Torino(prenotazioni entro giovedì 19 gennaio, via mail a segreteria@istitutoconfucio.torino.it). Il film è in lingua cinese con sottotitoli in italiano e cinese.

«Quest’anno per la Cina, il Capodanno tradizionale coincide con un momento di grave preoccupazione per le condizioni sanitarie determinate dalla recrudescenza della pandemia». commentaStefania Stafutti, direttrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura cinese del Dipartimento di Studi Umanistici. «Sappiamo tutti quanto possano essere profonde le preoccupazioni per parenti e amici in situazioni difficili quando ci si trova in luoghi lontani – aggiunge la direttrice -. Per questa ragione l’Istituto Confucio dell’Università di Torino ha deciso di offrire ai concittadini di origine cinese e a tutti i torinesi interessati la visione di unfilm che parla di speranza, con l’augurio che questi tempi difficili possano presto diventare un ricordo».

La pellicola, realizzata alla fine del 2021 e presentata con successo dalla Tiger Pictures Entertainment al “Far East Film Festival” di Udine la scorsa primavera, «racconta una storia adatta al pubblico più giovane e, nel contempo, per la straordinaria bellezza del lavoro di animazione, cattura anche l’interesse degli adulti– spiega Stafutti -. Il film non è ancora distribuito nel nostro Paese, pertanto abbiamo deciso di presentarlo con la traduzione del titolo originale che ci pare più evocativo: è la storia del riscatto di tre giovani, Ajuan, Agou e, Amao, Gattina o Katthie, la sola ragazza del gruppo»

La straordinaria efficacia del sontuoso lavoro di animazione porta con sé una storia a lieto fine che riecheggia tuttavia un problema sociale di rilievo. La grande migrazione interna che ha caratterizzato la Cina a partire dalla fine degli anni Ottanta, con una impennata al volgere del millennio, ha avuto un ruolo non secondario nel rapidissimo sviluppo del Paese, ma ne ha cambiato il volto, determinando nel 2011 un sorpasso storico: gli abitanti delle città hanno superato quelli delle campagne.

Ciò è avvenuto anche a prezzo di enormi sacrifici da parte della gente comune, soprattutto nelle aree rurali. Nasce in quegli anni il fenomeno noto con l’espressione inglese left behind children: impegnati allo stremo nel cercare di assicurarsi un maggiore benessere economico e di garantire ai figli un futuro migliore, gli adulti lasciavano le campagne, affidando i ragazzini alla cura dei nonni o di altri parenti. Il fenomeno, ora in fase di assorbimento, ha naturalmente causato una serie di conseguenze sul piano sociale e ha dato origine a nuove forme di disagio tra i giovanissimi.

«Sappiamo che l’affido dei figli a parenti più o meno prossimi – sottolinea la direttrice dell’Istituto Confucio – è stata una scelta dolorosa che ha caratterizzato moltissime ondate migratorie, non solo in Cina. Il film che presentiamo però è una favola a lieto fine, in sintonia con l’atmosfera festosa del Capodanno».

I tre ragazzini protagonisti del film vengono da un villaggio sperduto delle campagne meridionali del Guangdong e soffrono del disagio della propria condizione di giovani “lasciati indietro” dai genitori che lavorano in città. Decidono di cimentarsi in un’impresa all’apparenza impossibile: vincere la grande competizione indetta ogni anno a Canton tra squadre di “danzatori” della Danza del Leone – una danza propiziatoria parte delle celebrazioni tradizionali del Capodanno -: le squadre provengono da tutto il Paese e loro non sono certo i favoriti. Ma a volte la sorte riserva delle sorprese.


Proiezione film
“Giovani leoni” (Xiongshi shaonian, 《雄狮少年》), regia di Sun Haipeng, lingua cinese, con sottotitoli in cinese e italiano.

Dove e quando

Cinema Nazionale, via Pomba 7, Torino.
Lunedì 23 gennaio, ore 20:30.

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria solo via mail:
segreteria@istitutoconfucio.torino.it
(la conferma dovrà essere mostrata all’ingresso del cinema)

Informazioni

Istituto Confucio dell’Università di Torino

segreteria@istitutoconfucio.torino.it

011 670 3913

 

Il memorial in ricordo di Sergio Ramella al Conservatorio di Torino

Un concerto con borsa di studio in programma sabato 21 gennaio 

 

Una vita per il jazz, il memorial in ricordo di Sergio Ramella, si terrà sabato 21 gennaio alle 20.30 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, per ricordare il musicista a dieci anni dalla sua scomparsa.

Uomo del jazz, contribuì a portare in Italia, e a Torino in particolare, alcuni dei più grandi nomi del jazz mondiale. Agli anni Sessanta e Settanta risale la fondazione dello Swing Club, il primo jazz club torinese. A lui si devono la promozione delle stagioni dei Punti Verdi alla Pellerina e dei concerti Jazz per il cartellone di jazz di Torino, dell’Eurojazz Festival di Ivrea fino ai grandi festival jazz estivi torinesi, che si tenevano ai Giardini Reali e in Piazzetta Reale, dove aveva luogo l’International Jazz Festival Torino. Fu anche il padre del Torino JVC Newport Jazz Festival, gemellato con il più importante festival jazz americano di Newport, e unico in Europa con la sponsorizzazione JVC.

La musica e l’organizzazione di eventi costituivano una passione che lo portò a incontrare e diventare amico di quasi tutti i musicisti internazionali e nazionali, quali Dizzie Gillespie, Art Blakey, Tito Puente, Manhattan Transfer, Sarah Vaughan, Miles Davis, Pat Metheny, Mc Coy Tyner, Chick Corea, BB King, Enrico Rava, Gianni Basso, Micheal Petrucciani, Toots Thielemans, Philip Catherine, Massimo Urbani, Tullio De Piscopo, fino all’indimenticabile Chet Baker. Ramella è stato un grande organizzatore, un Maestro con cui sono cresciuti e hanno studiato artisti del calibro di Franco Mondini, Furio Di Castri, Massimo Faraò e Fabio Boltro. È stato, inoltre, dirigente nazionale e torinese dell’AICS, contribuendo per oltre trent’anni all’organizzazione di eventi, progetti, manifestazioni e la conseguente promozione di locali, teatri e circoli che hanno reso Torino una città importante e riconosciuta nell’ambito della Cultura. A condurre lo spettacolo saranno Daniele Lucca e il giornalista Marco Basso. Tutti gli intervenuti si esibiranno a titolo gratuito e i biglietti d’ingresso a prezzo calmierato serviranno a coprire parte delle spese organizzative e contribuiranno a istituire una borsa di studio triennale intitolata a Sergio Ramella per uno studente della Scuola di jazz del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, con reddito famigliare basso. Nell’arco dei prossimi mesi verranno avviate le selezioni per individuare il destinatario della borsa di studio, che sarà conferita durante un evento pubblico di prossima programmazione.

MARA MARTELLOTTA

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

AGENDA 

20-26 gennaio 2023

VENERDI 20 GENNAIO

 

Venerdì 20 gennaio ore 18

GIANMARCO PORRU

MAO – inaugurazione della nuova installazione nel t-space X MAO

Il canto del capro è un’opera installativa concepita da GianMarco Porru per gli spazi del MAO di Torino, a seguito dell’invito di t-space per la realizzazione di un’opera inedita in dialogo con la collezione del museo. L’opera prolunga una serie di riflessioni già presenti nel lavoro dell’artista ed espande una mitologia mediterranea attraverso una riflessione sulla presenza di un certo sincretismo religioso tra le diverse aree geografiche presenti – e non – all’interno delle collezioni del museo.

Il canto del capro è la ricostruzione fantastica e una visualizzazione tridimensionale di una narrazione che si innesta nel processo di interpretatio religiosa: la ricezione di influssi e, in alcuni casi, l’assimilazione e reinterpretazione del pantheon di ciascuna componente etnica e culturale presente in una determinata area geografica. In alcuni casi le diverse versioni di “credo” si sono amalgamate, in altri casi è sopravvissuta la versione pagana. Dalla versione pagana risulta in modo non trascurabile quanto fosse radicato il culto delle acque e come gran parte delle ritualità fossero destinate a propiziarsi la divinità responsabile dei temporali.

Come di consueto, nello spazio del t-space i visitatori potranno anche servirsi una tazza di tè giallo, selezionata per l’occasione da Claudia Carità (The Tea Torino).

Ingresso libero.

 

 

SABATO 21 GENNAIO

 

Sabato 21 gennaio ore 11 e ore 15

MARGHERITA IN MUSICA

Palazzo Madama – il concerto del sabato con l’orchestra del Liceo Classico Musicale Cavour

Nell’ambito del progetto Quattro scuole per una Regina, ideato dai Servizi Educativi di Palazzo Madama in occasione della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, le classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino propongono una serie di concerti che immergerà il pubblico nelle musiche più amate dalla Regina Margherita, grande appassionata di musica fin dalla giovinezza: per tutta la sua vita praticò quest’arte e promosse in Italia la conoscenza della musica da camera e sinfonica, e di Beethoven in particolare, come testimonia questa sua frase: “Ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra proprio di stare presso Dante e Shakespeare!”.

Il programma presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.

Ultimo appuntamento

 

28 gennaio 2023 ore 15

Info: tutti i concerti si terranno al primo piano del museo, nella Sala Feste

Ingresso gratuito

Prenotazionemadamadidattica@fondazionetorinomusei.it ; 0114429629

DOMENICA 22 GENNAIO

 

Domenica 22 gennaio ore 15

FILI-FORME

GAM – attività per famiglie (bambini dai 6 anni in su)

La GAM propone alle famiglie un’attività in cui tutti, bambini e genitori, saranno coinvolti in un laboratorio a tema, un’occasione per lavorare con la stessa tecnica, ciascuno secondo le proprie attitudini.

Il percorso di visita porterà i partecipanti alla scoperta di opere in cui la forma si riduce in una semplice linea, curva o spezzata, chiusa o aperta: una sorta di filo che si allunga e si assottiglia creando percorsi ricchi di significato. Presso l’Educational Area genitori e figli lavoreranno in spazi dedicati, per creare originali sculture filiformi, rievocazioni di artisti come Fausto Melotti e Alexander Calder.

Al termine dell’attività le famiglie potranno unire le loro opere nella ricomposizione di un’unica installazione.

Costo: 7€ a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

LUNEDI 23 GENNAIO

Lunedì 23 gennaio ore 17

LE PIANTE NELLA STORIA DEL GIARDINO: AGRUMI

Palazzo Madama – conferenza botanica con Edoardo Santoro, curatore del Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama

Limoni e aranci, pompelmi e mandarini sono solo alcuni dei frutti appartenenti alla famiglia degli agrumi che conta centinaia di specie in tutto il mondo. Sono coltivati da secoli in Italia, pur essendo originari di zone geograficamente molto lontane dalla nostra. Oltre agli impieghi alimentari ed erboristici (ad esempio di bergamotto, chinotto, lime e cedro), ne scopriremo l’uso ornamentale, iniziato in epoca romana e ancora oggi in voga in molti ambienti mediterranei.

L’appuntamento fa parte del ciclo di conferenze Le piante nella storia del giardino, volto ad approfondire aspetti storici e botanici, officinali e alimentari di piante che nei secoli hanno avuto un ruolo fondamentale nel giardino ornamentale e nell’orto, nei parchi e giardini pubblici.

Prossimi appuntamenti

 

Lunedì 20 febbraio 2023 ore 17: Pomacee – Pero e Melo

Lunedì 20 marzo 2023 ore 17: Rose

Costo: €15

Prenotazione obbligatoria: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00)

oppure madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Per motivi organizzativi, il pagamento della quota dovrà essere effettuato tramite bonifico bancario. Non è consentito il pagamento in biglietteria.

 

MARTEDI 24 GENNAIO

 

Martedì 24 gennaio ore 18.30

DIASPORAS NOW: RIEKO WHITFIELD + MICAELA TOBIN (WHITE BOY SCREAM). Conversazioni e narrazioni alternative su identità migranti, background intersezionali, decolonizzazione, self-empowerment, cura e supporto reciproco.

MAO – rituale sonoro + talk nell’ambito della mostra Buddha10

Il termine diaspora è usato in relazione all’arte per parlare di artisti emigrati di prima o successive generazioni, che riprendono e utilizzano le proprie diverse esperienze culturali e identitarie, spesso creando nelle loro opere narrazioni alternative in contrasto a idee e strutture consolidate. Mai prima d’ora è stato così importante per gli artisti raccontare le loro storie alle proprie condizioni, quindi mettiamoci in ascolto!

In questo pomeriggio molto speciale accoglieremo due ospiti: Rieko Whitfield, artista, scrittrice e musicista giapponese-americana di base a Londra, una delle fondatrici di Diasporas Now, piattaforma di solidarietà diasporica che si occupa di discorsi contemporanei sulle identità migranti; e Micaela Tobin, soprano e sound artist, filippina-americana di prima generazione di base a Los Angeles.

Le due artiste presenteranno due dei loro più recenti lavori: due film/opere musicali che partono da mitologie speculative per togliere centralità alle traiettorie storiche del colonialismo eurocentrico.

In parte rituale sonoro, in parte narrazione diasporica, “BAKUNAWA: Opera of the Seven Moons” di Micaela Tobin è un’opera sperimentale e coinvolgente basata sull’omonimo album acclamato dalla critica di Tobin, che rivendica la mitologia pre-coloniale delle Filippine dopo secoli di violenta cancellazione culturale.

Raccontando la storia di Bakunawa, un drago simile a un serpente della mitologia filippina, Tobin porta la sua voce al di fuori delle mura imperialistiche del teatro dell’opera e sulla Costa della California di fronte all’Oceano Pacifico – creando un ponte sonoro verso le isole delle Filippine in un atto di guarigione.

“Regenesis: An Opera Tentacular” di Rieko Whitman è una storia sui cicli della vita, sulla morte, sull’importanza della comunità ambientata in un mondo post apocalittico e narrata in modo non lineare tramite l’impersonificazione di avatar soprannaturali. La narrazione in tre atti è ispirata a Izanami, dea shintoista della creazione e della distruzione, che brucia fino a morire per dare vita al mondo. “Regenesis” mette in scena una mitologia speculativa evocando esseri soprannaturali che guariscano il corpo sofferente della terra, attraverso l’utilizzo di metodi di collective care e creando al contempo prototipi alternativi di futuri sostenibili.

Lo screening delle due opere musicali sarà seguito da una talk su temi diasporici in cui interverranno le due artiste, moderato da Ilaria Benini, editor della collana Asia di Add editore, ed esploratrice della scena culturale asiatica contemporanea.

*L’incontro si svolge in inglese

 

MERCOLEDI 25 GENNAIO

 

Mercoledì 25 gennaio ore 18.30

CHINABOT: JPN KASAI & NEO GEODESIA. Una serata con Chinabot, collettivo che vuole cambiare la discussione sulla musica asiatica. Canti Khmer, samples di karaoke, musica popolare giapponese, juke e batteria metal.

MAO – concerto + talk nell’ambito della mostra Buddha10

Sin dal suo lancio l’etichetta-collettivo londinese Chinabot ha ampliato e demistificato la percezione pubblica delle scene musicali sperimentali asiatiche pubblicando opere bizzarre, imprevedibili e innovative di artisti provenienti da varie regioni dell’Asia. Ogni uscita è stilisticamente varia e significativamente concettualizzata attraverso riferimenti culturali locali, esperienze di ascolto immersive che sono più adatte per il teatro d’avanguardia che per i club.

L’etichetta lavora per dare spazio alle varie unicità del continente asiatico a livello di culture, tradizioni e generi (sia musicali che identitari) e per dare spazio agli artisti provenienti dai paesi in via di sviluppo dell’Asia. Ciò include come parte del suo modus operandi uno sforzo per l’ampliamento della conoscenza del continente che vada al di là delle scene giapponesi e cinesi, che ormai da tempo rappresentano la produzione creativa dell’Asia sulla scena mondiale, e la rappresentazione di temi di attualità e politica asiatica. Gran parte della produzione di Chinabot è infatti tematica, incentrata su governi, geopolitica e ambiente nel tentativo di stimolare la discussione e far luce su questioni sottorappresentate con artisti le cui opere abbracciano argomenti come disordini nazionali, decolonizzazione, femminismo, fluidità di genere e futurismo cyborg.

Per questa serata speciale ospiteremo una selezione di videoclip di artisti Chinabot e una talk con Saphy Vong, fondatore dell’etichetta, e Giulia Mengozzi, assistente curatrice presso il PAV Parco Arte Vivente, parte di ALMARE, collettivo dedicato alle pratiche contemporanee che usano il suono come mezzo espressivo, e di AWI – Art Workers Italia.

A seguire il concerto in streaming da Kyoto di JPN Kasai, che abbina musica popolare giapponese Ondo e Minyo a juke e footwork minimali, ed un live dello stesso Vong che mixa samples di canti Khmer, karaoke e batteria metal sotto lo pseudonimo di Neo Geodesia.

*L’incontro si svolge in inglese

Costo per i due eventi del 24 e 25 gennaio: 15 € | ridotto studenti 10 €.

Info e prenotazionieventiMAO@fondazionetorinomusei.it

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

“Fotografando il Tessile”

In mostra alla Sala della “Porta del Tessile” di Chieri, fotografie e film d’autore di Rossano B. Maniscalchi

Fino al 28 gennaio

Chieri (Torino)

La mostra inaugura il 2023 della “Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile” di Chieri (Torino) e rappresenta una ghiotta occasione per ammirare, negli spazi della “Porta del Tessile” (via Santa Chiara 10/A), immagini fotografiche e film d’autore del fiorentino Rossano B. Maniscalchi, pluripremiato fotografo e film maker di fama internazionale, senatore accademico onorario della “Medici International Academy” di Firenze e autore di celeberrimi “ritratti” scattati, fra gli altri, ai più importanti “Premi Nobel” internazionali, da Rita Levi Montalcini a Dario Fo, da Rigoberta Menchù al 14° Dalai Lama. In rassegna, fino a sabato 28 gennaio, ad accogliere i visitatori sono diversi filmati proiettati in loop che fanno da contrappunto a 15 scatti fotografici di Maniscalchi generosamente prestati alla “Fondazione” dalla storica azienda tessile chierese “Angelo Vasino S.p.a.” e  realizzati nella stessa azienda di corso Torino 62, con l’eccezionale bravura dell’artista che sa, attraverso la concreta ricezione delle cose, leggere le infinite possibilità di trasformarle in sogni, in memorie, in mondi “altri” in cui lasciarsi guidare senza richiesta alcuna di suggerimenti e appigli esterni. Liberi nella più totale fascinosa e provocatoria immaginazione. “Attraverso l’obiettivo– si legge in una nota stampa – una ‘allure’ particolare si sprigiona dalle rocche colorate che alimentano un orditoio, fili che avvolgono un subbio o scorrono fra i licci di telai oggidiani, dove mani giovani e meno giovani di operatori esperti infondono nuova linfa vitale a un’arte antica, ma nel presente”. In mostra anche telai, orditoi di ultima generazione, immortalati nello stabilimento chierese, fondato nel 1955 da Angelo Vasino con il cognato (“Vasino & Ciaudano”) e oggi guidato dai figli Giuseppe e Renato Vasino, ormai affiancati dalla terza generazione di famiglia, con Giovanni, Valentina e Stefano. Che continueranno a far loro le parole dello scrittore (e politico) di Prato, Edoardo Nesi, fino al 2004 ai vertici dell’azienda tessile di famiglia: “Il rumore di una tessitura ti fa socchiudere gli occhi e sorridere, come quando si corre mentre nevica. Il rumore di una tessitura è continuo e inumano, fatto di mille suoni metallici sovrapposti, eppure a volte sembra una risata”. Parole in cui c’è tutta la filosofia (azienda non solo business) della “Vasino S.p.a.”. Insieme a quella particolare angolatura poetica, fuori dal tempo e dal mondo, degli scatti grandiosi di Rossano B. Maniscalchi, cui la Città di Chieri, “culla del tessile” dal Medioevo, ha conferito – in occasione della mostra e in memoria proprio di Angelo Vasino – il Premio “Navetta Arcobaleno”, riservato ad artisti distintisi nel coniugare linguaggi multimediali con le arti tessili. “Con questo evento di inizio anno, all’insegna dell’eccellenza – commenta Melanie Zefferino, presidente della ‘Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile’ – la ‘Fondazione’ rinsalda il legame con i propri Soci Fondatori e la comunità del territorio di riferimento facendo luce, attraverso l’arte, sulla produzione tessile contemporanea in una delle sue migliori declinazioni”.

Gianni Milani

“Fotografando il Tessile”

Sala della “Porta del Tessile”, via Santa Chiara 10/A, Chieri (Torino); tel. 329/4780542 o www.fmtessilchieri.org

Fino al 28 gennaio

Orari: sab. pomeriggio 14/18

Nelle foto: alcuni scatti di Rossano B. Maniscalchi, Copyright “Angelo Vasino S.p.a:”

A Nichelino e a Chieri, sfida a colpi di “Incipit”

“Incipit Offresi”, il “talent letterario” itinerante rivolto ad aspiranti scrittori, giunto alla sua VIII edizione

Giovedì 19 e mercoledì 25 gennaio

Nichelino / Chieri (Torino)

Ideato e promosso dalla “Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese” in sinergia con Regione Piemonte, il Premio “Incipit Offresi”, giunto alla sua ottava edizione, è il primo “talent letterario” itinerante dedicato agli aspiranti scrittori. La formula è quella di un “format a tappe” e “dal vivo”, partito il 27 ottobre 2022 e che si concluderà il 4 maggio dell’anno appena iniziato. Prossime tappe: la “Biblioteca Giovanni Arpino”, in via Filippo Turati 4/8, a Nichelino (giovedì 19 gennaio, ore 18) e la “Biblioteca Nicolò e Paola Francone & Archivio Storico Filippo Ghirardi” al numero 1 di via Vittorio Emanuele II, a Chieri (mercoledì 25 gennaio, ore 18). Di che si tratta? Di una vera e propria sfida giocata a colpi di “incipit letterari” all’interno di Biblioteche e luoghi vari di cultura, ma anche (si pensi!) attraverso gare di scrittura e letture animate nell’ambito dei mercati rionali. Dedicato all’”uomo dei libri”, Eugenio Pintore (Bonorva-SS, 1956 – Gassino, 2019), dal 2009 responsabile del “Settore Biblioteche, Archivi e Istituzioni culturali” per la Regione Piemonte (fra i principali fautori del “Sistema Bibliotecario” dell’area metropolitana di Torino e appassionato promotore, fra i tanti eventi culturali, proprio di “Incipit Offresi”), il Premio e il “campionato” hanno, come principale obiettivo, “non quello di premiare il romanzo inedito migliore, ma quello di scovare nuovi talenti”. L’importanza in cifre: in sette anni ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali. Come di consueto, anche a Nichelino e a Chieri, gli aspiranti scrittori, in una sfida uno contro uno, avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio “incipit” o raccontare il proprio libro. Il/la concorrente che, secondo il giudizio del pubblico in sala, avrà ottenuto più voti, passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi di tempo per la lettura del proprio “incipit”, prima del giudizio della giuria tecnica che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato il/la vincitore/trice di tappa, si aprirà il voto del pubblico per il secondo classificato. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescaggi potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma a giugno 2023.

La partecipazione a “Incipit Offresi” è gratuita e aperta agli scrittori, esordienti e non, maggiorenni, di tutte le nazionalità. I candidati dovranno presentare le prime righe della propria opera: l’“incipit”, appunto, un massimo di mille battute con le quali catturare l’attenzione dei lettori e una descrizione dei contenuti dell’opera. L’“incipit” deve essere inedito e la gara si svolgerà in lingua italiana. La possibilità di partecipare alle tappe è garantita fino ad esaurimento dei posti disponibili.

La gara sarà trasmessa sulla rete 7WEB.TV e disponibile sulle pagine Facebook e Youtube di “Incipit Offresi” e sulle pagine delle Biblioteche partner e di altri canali collegati.

A condurre gli incontri, veri e propri spettacoli di intrattenimento, gli attori di “B-Teatro”, con le incursioni musicali di Enrico Messina e Mao.

Per info ed iscrizioni: www.incipitoffresi.itinfo@incipitoffresi.it; tel. 339/5214819

 

g.m.

Nelle foto:

–       Immagine di una “tappa” del Premio

–       Eugenio Pintore

Arte contemporanea, ciclo di lezioni al Pannunzio

 A CURA DI ETTORE GHINASSI. TERZO INCONTRO : “LA REAZIONE ALLE AVANGUARDIE: IL RITORNO ALL’ORDINE. L’ARTE DEL FASCISMO”.
MERCOLEDÌ 18 GENNAIO alle ore 17.30 presso la sede del Centro Pannunzio (via Maria Vittoria 35h, Torino), il terzo incontro del ciclo sul tema “LA REAZIONE ALLE AVANGUARDIE: IL RITORNO ALL’ORDINE. L’ARTE DEL FASCISMO”.
Ingresso Libero.
ETTORE GHINASSI
Il Prof. Ettore Ghinassi è uno studioso di fama internazionale che è stato in passato autore di cicli di lezioni entusiasmanti e indimenticabili al Centro “Pannunzio”, di cui fu uno degli animatori culturalmente più autorevoli. La collaborazione, interrotta a causa di impegni internazionali, è ripresa da poche settimane con il ciclo di incontri indicato nel comunicato.

Sulla cresta dell’onda con Giorgio Rava

Onde, Ondine, Onde anomale segna il ritorno di Giorgio Rava alle sillogi poetiche.

L’agile libretto edito dalla novarese Segni e Parole propone trentasei composizioni di questo poeta, pittore, scultore, gastronomo e designer nato a Omegna, sulla punta settentrionale del lago d’Orta. Una miscela di sensazioni, ricordi, visioni che si inseguono secondo un ordine alfabetico che non offusca l’anarchica originalità, la fantasiosa irriverenza o la malinconia struggente, spaziando dai luoghi in cui è nato a lidi più lontani  anche se ,come una falena attratta dalla luce, ritorna sempre a specchiarsi nelle acque del lago d’Orta, rese cangianti dai riverberi delle luci delle albe, dei tramonti e delle notti di luna. Ci accompagna sul sentiero delle carline all’alpe Devero per poi scendere verso la sua casa di Crusinallo dove, nella notte di San Lorenzo, scruta il cielo alla ricerca delle stelle cadenti “dove la grande mano dell’universo sparge negli occhi di sognatori bambini illusioni di caramello”. Omaggia la memoria di Alda Merini che aveva un rapporto molto stretto e personale con Omegna (“Quando i poeti se ne vanno è come l’esaurirsi di una sorgente..”) e non manca di elogiare con i suoi versi in rigoroso dialetto la mitica moka, eccellente caffettiera nata nella città dove vide la luce anche Gianni Rodari, fedele compagna che elargisce il primo caffè del mattino (..”gh’è mia un ‘auta machineta…gnanca cula dal George Clooney c’la batt cula dal Bialett”). In Ode del suicidio lacustre riecheggia la stessa intensità dei versi cari del poeta ortese Augusto Mazzetti (“Oh, lago, lago, lago! Sciogliermi infine con te, per essere un giorno pescato come un antico luccio”) e il legame indissolubile con le acque del Cusio quando scrive “ come piatto ciottolo, esaurita l’energia del braccio, scenderò dondolando dolcemente nella profondità”. Cita sovente le onde, il profumo di quella terra tra lago e montagne, il fiato grigio delle brume che se ne stanno sospese a fior d’acqua in certe stagioni. Sotto l’antico tiglio ricorda riti antichi, musiche e baldorie popolari, scampoli d’infanzia mentre le primule, declinate anch’esse in dialetto omegnese, fanno ripensare al giallo del risotto alla milanese rievocandone profumo e sapore. Ogni poesia nasconde frammenti di storie, memorie vicine o lontane, narrate con parole essenziali e asciutte. Una poesia  ci ricorda che ci stiamo affacciando sulla soglia dell’inverno e s’intitola Al buio nell’aria della notte. Eccola: “Ho sentito il profumo della neve. Che non è il profumo del pane appena sfornato, delle rose di maggio, della pelle di una donna, del fieno appena tagliato, dell’uva della toppia, del mio lago, del calicantus d’inverno, dell’olea fragrans d’autunno, dei narcisi di primavera, della sigaretta e del caffè del mattino, del profumo del pelo delle mie cagne bagnato, della stufa che va a legna. E’ il profumo dell’innocenza”. In poche righe svela le sue radici. Ci sono tratti della personalità di questo artista eclettico, figlio di una tradizione popolare e dei  “poeti maledetti” del lago d’Orta, Ernesto Ragazzoni e Augusto Mazzetti. Onde, Ondine, Onde anomale regalano, centellinandolo come il buon vino, l’incanto delle  parole, il gusto dei versi. Privarsene equivarrebbe a commettere un imperdonabile errore.

Marco Travaglini

Gennaio a Torino: le proposte di arte antica, contemporanea, fotografia, design

Accanto alla mostra di Robert Doisneau, che è ospitata negli spazi di Camera fino al 14 febbraio prossimo presso il Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con ben 130 immagini provenienti dalla collezione dell’atelier Robert Doisneau, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi domina il genio, la follia,  la creatività di uno dei più grandi artisti della storia, Salvator Dalí, nella mostra evento “Salvator Dalí-The Exhibition-, una collezione inedita per Torino, in cui sono esposti diversi aspetti della produzione artistica di Dalí.

Sono presenti una scultura monumentale, le sculture museali in bronzo, i libri illustrati e gli oggetti di pasta di vetro. Dalí  non è stato solo un pittore, ma anche un artista poliedrico nel vero senso della parola. Indiscusso maestro del surrealismo, non si è limitato alla produzione di quadri o di opere bidimensionali. La sua produzione artistica, nota per opere famosissime quali “La persistenza della memoria”, “Sogno causato  dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” e “Gli elefanti” non si limita,  appunto, alla creazione di opere pittoriche, ma ha anche spaziato al mondo del cinema con la realizzazione, insieme a Luis Bunuel, di un “ChienAndalou” o nel campo del design con la progettazione  di oggetti famosi come Telefono aragosta o Il Divano-labbra di Mae West. Oltre che per le sue doti artistiche è  conosciuto anche per la sua personalità eccentrica e per il suo modo di vestire e accorciarsi.

All’Archivio di Stato di Torino prosegue fino al 26 febbraio la mostra dedicata a David Bowie e Steve Shapiro. L’esposizione racconta il momento clou della carriera di David Bowie, attraversogli scatti realizzati dal leggendario fotografo americano Steve Shapiro. Sono esposte settanta immagini che, partendo dal lavoro di Shapiro con David Bowie, portano il visitatore alla scoperta del suo lavoro di fotoreporter e fotografo di scena.

Dallo scorso ottobre le Gallerie d’Italia ospitano la mostra dedicata  a Gregory Crewdson, Eveningside, premiere mondiale della nuova serie di fotografie dal titolo omonimo “Eveningside” realizzate tra il 2021 e il 2022 dal grande fotografo di fama internazionale Gregory Crewdson.

Fino al 29 gennaio prossimo a palazzo Barolo viene ospitata la mostra Brick art, una mostra di mattoncini,  che rappresenta un’esposizione di milioni di mattoncini colorati capaci di coinvolgere grandine piccini, grazie ai personaggi e ai mondi più amati, dalle principesse ai supereroi, da Star Wars ai western. Una intera sezione è dedicata a diversi monumenti della città di Torino, tra cui la Mole Antonelliana, il Duomo, la Gran Madre, Palazzo Madama, Superga e Porta Palatina.

Alla GAM è visitabile fino al 12 marzo prossimo l’esposizioneHic sunt dracones, un intreccio di due percorsi, quello di Chiara Camoni e quello del collettivo Atelier dell’Errore, un racconto in cui due storie artistiche, molto diverse tra loro, si fronteggiano e si rispondono l’un l’altra.

I paesaggi dell’anima sono i protagonisti dell’esposizione dedicata a John Constable, ospitata nella Reggia di Venaria. Con questa esposizione la residenza sabauda, alle porte di Torino, continua la sua indagine già  avviata nel 2021 sul tema del paesaggio, con una mostra dedicata al celebre artista inglese, tra i massimi esponenti della scuola romantica.

John Constable, nato a East Bergholt l’11 giugno 1776 da una famiglia di proprietari terrieri, iniziò la sua formazione pittorica presso John Thomas Smith, un artista piuttosto stravagante e, a 23 anni, riusci a entrare alla Royal Academy, esercitandosi sulle opere di grandi artisti quali Thomas Gainsborough, che rappresentò il suo primo punto di riferimento. Studiò  poi le opere di paesaggisti quali Poussin, Lorrain, Rubens, Rembrandt e Jacob van Ruisdael. Con i dipinti realizzati all’aperto Constable si scostò dai modelli appresi durante gli anni accademici.

L’artista iniziò a osservare attentamente i fenomeni naturali e si avvicinò alla composizione dei poeti a lui contemporanei, quali Wordworth, lontano dal sublime e dal pittoresco. Fu dal 1827 che iniziò a dipingere studi di cieli e marine, nel momento in cui si trasferì sulla costa, a Brighton e Hampstead.

John Constable fu uno dei principali esponenti del paesaggio romantico insieme a William Turner. Le sue opere più celebri ritraggono la campagna di Dedahm Vale nei dintorni di East Bergholt nel Suffolk.

Fino al 26 febbraio prossimo è ospitata al Mastio della Cittadella la mostra dedicata a Frida Khalo, un percorso sensoriale con oltre 1800 mq. di allestimenti, unica nel suo genere altamente spettacolare e tecnologico, capace di immergere il visitatore nella vita della grande artista messicana, esplorando la dimensione artistica, spirituale e umana.

La mostra intitolata “Il caos dentro”, dopo essere stata visitabile a Roma e Milano, è approdata a Torino per occupare gli spazi del Mastio della Cittadella, una location di grande fascino e storia  nelcuore della città sabauda. La mostra celebra la figura di donna e di artista attraverso un percorso interattivo di grande impatto sensoriale, capace di coinvolgere il visitatore nel ripercorrere la vita, la storia e la creatività dell’artista, grazie all’uso della multimedialità.

Sono diverse le sezioni tematiche che compongono questo viaggio colorato nella caotica esistenza della pittrice messicana, che da sempre è diventata il simbolo dell’avanguardia artistica e culturale della sua terra, capace di unire una geniale sensibilità a una forza trasgressiva e a pensieri profondi, diventata una delle più amate e celebrate del Novecento.

All’interno della mostra è presente una ricostruzione degli spazi in cui Frida visse, quali la camera da letto e lo studio, accanto a disegni, pagine di diario, oggetti di vita quotidiana, abiti, gioielli e fotografie esclusive, scattate all’epoca dal fotografo colombiano e amico Leo Matiz.

In mostra sono presenti anche alcuni dipinti originali mai esposti prima da collezioni private, quali il Ritratto di Frida che Rivera disegnò nel 1954, o come la Nina de losabanicos, sempre di Diego Rivera del 1913, oltre ad alcuni disegni dello stesso Rivera.

Gli amanti delle stelle e dello scrittore Dino Buzzati potranno visitare la mostra ospitata fino al 12 febbraio prossimo al Mufant, il Museo del Fantastico, che celebra questo autore nel cinquantenario della scomparsa, avvenuta a Milano nel 1972. L’esposizione presenta un Buzzati inedito e originale attraverso i suoi articoli, dipinti e racconti sul tema dell’esplorazione e della corsa allo spazio. Sono esposte opere pittoriche, materiali e Toystratti da collezioni, estratti di videointervista delle Teche RAI.L’esposizione, sostenuta  dalla Fondazione Crt, patrocinata dall’Università  di Warwick, in collaborazione con l’Associazione Internazionale Dino Buzzati e il Centro Italiano Studi Ufologici. Di particolare pregio i due dipinti di Buzzati dal titolo “I Marziani” e “I maghi d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA