CULTURA- Pagina 59

Le nuove frontiere Costruire il patrimonio culturale del futuro

STATI GENERALI DELLA CULTURA

Torino, Museo del Risorgimento e in diretta streaming

5 Luglio 2022 dalle ore 9.30

 

9.30 Apertura dei lavori

Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino                                                                                                        

Fabio Tamburini, Direttore Il Sole 24 Ore

 

9.40 Industry privata e istituzioni pubbliche: come riparte l’Italia della cultura?
Dario Franceschini
, Ministro della Cultura
in conversazione con Fabio Tamburini, Direttore Il Sole 24 Ore

 

L’INDUSTRIA CULTURALE: STRATEGIE PER IL SISTEMA-PAESE

 

10.00 Il ruolo dei privati nell’economia della cultura

Matteo Bagnasco, Responsabile Obiettivo Cultura Fondazione Compagnia di San Paolo

Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa, Vice Presidente Unione Industriali di Torino

Innocenzo Cipolletta, Presidente Confindustria Cultura Italia

Alvise di Canossa, Presidente Art Defender

Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo

Francesco Micheli, Imprenditore

moderano Marilena Pirrelli, Giornalista Il Sole 24 Ore, Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it

11.00 Il nuovo mondo dell’editoria, le trasformazioni del mercato audiovisivo: leggere i mestieri del futuro

Luca Barbareschi, Produttore indipendente

Sergio Cerruti, Presidente AFI – Associazione Fonografici Italiani

Giulia Cogoli, Ideatrice di eventi culturali, direttrice dei Dialoghi di Pistoia

Ricardo Franco Levi, Presidente AIE – Associazione Italiana Editori

Federica Manzon, Direttrice didattica Scuola Holden

Franco Siddi, Presidente Confindustria RadioTv

moderano Stefano Salis, Giornalista Il Sole 24 Ore, Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it

12.00 Le Capitali della Cultura: le legacy del domani

Emilio Del Bono, Sindaco di Brescia

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo

Paolo Verri, Urban Practitioner

modera Marta Cagnola, Giornalista Radio 24

12.30 Tra pubblico e privato: lo stato dell’industria culturale italiana

Luigi Abete, Presidente Associazione Imprese Culturali e Creative

Massimo Osanna, Direttore Generale Musei

moderano Marco Carminati, Giornalista Il Sole 24 Ore, Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it

12.50 Arte e media: le voci della cultura

Stefano Aversa, Presidente Fondazione Bocelli

Piero Maranghi, Editore Classica TV

Federico Silvestri, Direttore Generale Radio 24

Massimiliano Tonelli, Direttore Artribune

moderano Marta Cagnola, Giornalista Radio 24, Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it

13.20 – 14.25 Break pranzo

COSTRUIRE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL DOMANI

14.30 I musei italiani tra conservazione e innovatività: le radici del futuro

Evelina Christillin, Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie

Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Museo del Castello di Rivoli

Enzo Ghigo, Presidente del Museo del Cinema di Torino

Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI

Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale e dei musei scientifici milanesi

moderano Lello Naso, Giornalista Il Sole 24 Ore, Marta Cagnola, giornalista Radio 24

15.20 Cultura urbana: le Città come centri di innovazione

Miguel Gotor, Assessore alla Cultura Comune di Roma

Rosanna Purchia, Assessore alla Cultura Comune di Torino

Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura Comune di Milano

moderano Marco Carminati, Giornalista Il Sole 24 Ore, Marta Cagnola, giornalista Radio 24

15.50 Laboratorio-Italia: promuovere e diffondere cultura

Cristina Ambrosini, Dirigente Responsabile Settore Patrimonio Culturale Regione Emilia-Romagna

Andrea Ceffa, Sindaco del Comune di Vigevano

Carla Morogallo, Direttrice Generale Triennale di Milano

modera Marta Cagnola, Giornalista Radio 24

16.30 Il patrimonio del Mezzogiorno e la costruzione del “brand” Italia nel mondo

Anthony Muroni, Presidente Fondazione Mont’e Prama

Filippo La Rosa, Capo Ufficio Promozione Culturale e Istituti Italiani di Cultura, Ministero degli Affari Esteri

Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale Parco Archeologico di Pompei

moderano Stefano Salis, Giornalista Il Sole 24 Ore, Marta Cagnola, giornalista Radio 24

17.00 Le nuove frontiere della cultura: tra arte e nuove tecnologie

Massimo Lapucci, Segretario Generale Fondazione CRT, CEO OGR Torino

Flavio Trione, Co-founder 3×1010 e Revibe

modera Marta Cagnola, Giornalista Radio 24

 

RITORNO IN SCENA

17.20 Live events: riaccendere la cultura

Francesco Astore, Responsabile Artistico Eurovillage

Cristian Della Chiara, Direttore Generale Rossini Opera Festival

moderano Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it, Marta Cagnola, Giornalista Radio 24

 

17.40 Luci sul palco: la voce degli artisti

Andrea Bocelli, Artista

modera Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it

 

18.00 Conclusioni e chiusura dei lavori a cura di

Alessandro Isaia, Segretario Generale Fondazione Cultura Torino

Ferruccio Martinotti, Direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino

Rosanna Purchia, Assessore alla Cultura Comune di Torino

Federico Silvestri, Amministratore Delegato 24 Ore Cultura e 24 Ore Eventi

moderano Nicoletta Polla Mattiot, Direttore How to Spend it, Marta Cagnola, Giornalista Radio 24

 

 

Bolgheri, che delusione. Suvereto, che gioia

Certamente è uno spettacolo emozionante. 

Un viale alberato lungo cinque chilometri, reso splendente e poetico da oltre 2000 cipressi secolari, accompagna il turista verso il borgo di Bolgheri nella Maremma livornese e si arresta ai piedi del paese. È considerato il viale più famoso d’Italia per le poesie del Carducci che qui trascorse gli anni della sua infanzia e scrisse i celebri versi che tutti abbiamo imparato a scuola. Bolgheri è un paesino piccolissimo con un centinaio di abitanti residenti in un spazio assai ridotto. Lo scenario è suggestivo, romantico, ma, appena varcata la soglia del borgo, è facile accorgersi che qualcosa non va, qualcosa stona profondamente con l’ambiente, anzi lo sfregia, lo rovina, lasciando perplessi gli stessi visitatori a spasso tra le incantevoli stradine, il castello medievale, anche se molto ristrutturato, le chiesette e le case dei pochissimi abitanti. Ecco d’improvviso spalancarsi un grande ristorante all’aperto, un’assurda concentrazione di locali, ristoranti, bar, bistrot, negozi di souvenir che mettono in bella mostra addirittura il sapone e l’acqua miracolosa del luogo, oscurando le bellezze del posto. Per fortuna ci si può rifugiare nel curioso cimitero ottocentesco in cui è sepolta Lucia, la nonna di Carducci, un’oasi di pace nella parte più alta del paese. Vero è che d’estate centinaia di turisti si recano a Bolgheri, dove tra l’altro si bevono ottimi vini, e quindi bisogna accontentarli ma ci sembra che tutto sia davvero esagerato, dalla ristorazione eccessiva, senza limiti, ammucchiata nei vicoli, a un modo di fare turismo che forse non piace neanche agli stessi visitatori. Circondato da ulivi, vigneti blasonati e cantine vitivinicole d’autore, Bolgheri, frazione del comune di Castagneto Carducci, si allunga sulle colline a sud di Livorno, a poca distanza, non più di 15 minuti d’auto, dalle spiagge della Costa degli Etruschi. Le vicende di Bolgheri sono legate al casato dei conti della Gherardesca, antica famiglia toscana, e naturalmente a Giosuè Carducci che nell’ode “Davanti San Guido” celebra il viale dei cipressi. Il panorama cambia del tutto a Suvereto, a una trentina di chilometri da Bolgheri, forse perché qui non c’è nessun personaggio famoso da rievocare ma la bellezza del paese è unica.
Quasi 3000 abitanti in provincia di Livorno, Suvereto è un gioiello dell’Alta Maremma, un borgo di origine medioevale ricco di storia e cultura, ancora cinto di mura. È ritenuto uno dei borghi più belli della penisola, è proprio così, e affascina subito salendo per le sue stradine collinari. A Suvereto c’è un turismo discreto e rispettoso del luogo, non c’è la folla di Bolgheri, ristoranti e locali fanno parte del paesaggio, senza eccessi. Tutto attorno boschi di querce da sughero, ulivi vecchi di secoli e vigneti. E infatti il nome del luogo deriva proprio dalle piante di sughero, quercus suber, di cui sono ricchi i boschi circostanti. Dalla Suberetum romana si è passati a Sughereto e all’attuale Suvereto. Da vedere in particolare l’antichissima Pieve di San Giusto del 1189, il Palazzo comunale che risale all’inizio del Duecento e la Rocca Aldobrandesca fatta erigere nel XII secolo dai signori del castello, i conti Aldobrandeschi, nel punto più in alto del paese, di cui oggi si possono vedere i ruderi dell’antica torre e i resti della cinta muraria.       Filippo Re 

Una domenica di cultura (gratis) nelle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo

  • Il 3 luglio, prima domenica del mese, torna l’ingresso gratuito in tutte le sedi museali di Intesa Sanpaolo a Torino, Milano, Napoli e Vicenza

  • Aperte ad ingresso libero anche le Gallerie di Palazzo degli Alberti a Prato e Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo
  • Molte le esposizioni temporanee: dalla fotografia di Pellegrin e dell’Archivio Publifoto a Torino, alla grande mostra che conclude la XIX edizione di Restituzioni a Napoli, agli stupefacenti marmi di Torlonia, alle sculture della Collezione Henraux e alla nuova esposizione dell’artista e fotografo tedesco Matthias Schaller a Milano, alla creatività del genio internazionale dell’illustrazione Christoph Niemann a Vicenza

 

Domenica 3 luglio, torna l’appuntamento con l’entrata gratuita nelle sedi museali di Intesa Sanpaolo, in linea con l’iniziativa del Ministero della Cultura che prevede l’accesso libero ai musei statali le prime domeniche del mese.

Un ventaglio di occasioni per scoprire le nuove sedi delle Gallerie d’Italia a Napoli e Torino rivisitate dall’architetto Michele De Lucchi, addentrarsi nelle novità delle Gallerie d’Italia di Milano e Vicenza, negli spazi museali di Galleria degli Alberti a Prato, aperti recentemente al pubblico, e della Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo.

A Milano, grande successo della mostra I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori. The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces che propone 96 marmi della Collezione Torlonia, la più importante raccolta privata di statuaria classica a livello mondiale. Il percorso analizza la storia del collezionismo di antichità a Roma dal XV al XIX secolo, aspetto che evidenzia l’eccezionale rilevanza, insieme alla stupefacente bellezza, delle sculture del Museo Torlonia. L’appuntamento milanese, fino al 18 settembre 2022, inaugura – dopo Roma -, il programma espositivo della Collezione presso importanti musei internazionali.

La scultura è protagonista anche nel Giardino di Alessandro, luogo prediletto dal Manzoni, dove fino al 17 luglio è ospitata la mostra Collezione Henraux 1960-1970, a cura di Edoardo Bonaspetti, direttore Artistico della Fondazione Henraux. La rassegna è dedicata alla significativa raccolta di opere scultoree in marmo realizzate dall’azienda marmifera toscana. Allestita anche nel Cortile Ottagono, la mostra espone sette delle venticinque sculture Henraux in collezione Intesa Sanpaolo, con opere di Joan Miró, Jean Arp, Giò Pomodoro. In occasione della rassegna, l’intero nucleo di sculture è stato sottoposto a un importante intervento conservativo.

In scena alle Gallerie di Milano anche la fotografia, con diciannove tavolozze appartenute a grandi pittori dell’Ottocento e del Novecento – ritratti indiretti degli artisti e della loro produzione – immortalate dal fotografo e artista tedesco Matthias Schaller. La mostra Matthias Schaller. Das Meisterstuck, allestita nella Sala delle Colonne e visitabile fino al 28 agosto, intende le tavolozze come finestre affacciate sul genio creativo dell’artista, come un paesaggio astratto della produzione pittorica, o, in altre parole, la pittura prima della pittura.

Sempre di grande fascino per il pubblico anche i percorsi dedicati alle collezioni permanenti, Da Canova a Boccioni e Cantiere del Novecento, che si snodano lungo i tre palazzi storici che danno vita alla sede museale di Intesa Sanpaolo con affaccio su piazza Scala,

A Torino, a Palazzo Turinetti, le nuove Gallerie d’Italia in Piazza San Carlo, oltre 10.000 metri quadri che si snodano su cinque piani, propongono fino al 4 settembre due importanti mostre fotografiche allestite nei piani ipogei del museo; al piano nobile, un prezioso nucleo di opere di arte barocca piemontese – tra cui le nove tele dell’Oratorio della Compagnia di San Paolo – costituisce la collezione permanente del museo.

L’esposizione La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia, racconta il lavoro di Paolo Pellegrin nel rapporto tra l’uomo e il suo ambiente naturale, con la curatela di Walter Guadagnini e il contributo di Mario Calabresi. Un progetto che ha impegnato il fotografo per oltre un anno, e che lo ha visto muoversi in diverse zone del mondo alla ricerca delle tracce e della presenza dei quattro elementi – terra, acqua, aria e fuoco.

La mostra Dalla guerra alla luna 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, con la curatela di Aldo Grasso e Giovanna Calvenzi, attraverso una selezione di circa 80 scatti, racconta l’Italia che rinasce dalle macerie del secondo conflitto mondiale, il piano Marshall con cui l’America l’aiuta a ripartire, il boom degli anni ’60 e l’avvento della televisione, la motorizzazione di massa e i sogni legati alla conquista della luna.

A Vicenza, grande successo della mostra Illustrissimo. Christoph Niemann, dedicata alla star internazionale ospite di Illustri Festival, iniziativa biennale con esposizioni temporanee e un folto programma dedicato al mondo dell’illustrazione in diversi luoghi della città. L’esposizione, alle Gallerie d’Italia a Vicenza fino al 28 agosto, presenta oltre 200 opere dell’illustratore e artista tedesco che ripercorrono gran parte della sua produzione. Il suo lavoro appare regolarmente sulle copertine di The New Yorker – per cui ha creato anche la prima copertina in realtà aumentata – National Geographic e The New York Times Magazine. Prima personale in Italia dell’artista, considerato ai massimi livelli nel panorama mondiale, la mostra è arricchita da un apparato multimediale comprensivo di un’esperienza di realtà virtuale che immerge i visitatori in alcuni ambienti rivisitati dallo straordinario illustratore.

Visitabile anche la collezione permanente del museo dedicata al Settecento Veneto, con dipinti di Canaletto, Guardi, Carlevarijs, e la straordinaria Caduta degli Angeli Ribelli – gruppo scultoreo di oltre sessanta figure scolpite in un unico blocco di marmo di Carrara – e la straordinaria collezione di icone russe, una delle più cospicue e importanti raccolte di arte sacra russa esistenti al di fuori dei confini della Russia.

 

A Napoli, la nuova sede delle Gallerie d’Italia di via Toledo propone fino al 26 settembre uno straordinario “viaggio in Italia” con oltre 200 opere nella mostra Restituzioni. La Fragilità e la Forza che conclude la XIX edizione del programma di restauri che, in oltre 30 anni di storia, ha restituito alla collettività oltre 2000 opere appartenenti al patrimonio del Paese. In mostra in questa edizione 87 nuclei di opere appartenenti a 81 enti proprietari, tra siti archeologici, musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto, in un percorso che spazia dall’archeologia a capolavori di Bellini, Cima Da Conegliano, Bronzino, fino a dipinti di Manet, Boccioni e Pellizza da Volpedo.

Il percorso espositivo permanente, accanto all’itinerario Da Caravaggio a Gemito, propone la collezione di Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magno-greche, per la prima volta esposta nella sua interezza, con prestiti importanti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e un nuovo itinerario dedicato all’arte del Novecento.

Ad Arezzo, fino al 23 ottobre la Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi rende omaggio a Antonio Canova, in occasione del secondo centenario della morte, esponendo dipinti e disegni da collezioni pubbliche e private del suo contemporaneo, il pittore Pietro Benvenuti. Aretino di origine, fu protagonista della scena artistica internazionale durante gli anni del trionfo del Neoclassicismo. La mostra “Pietro Benvenuti nell’età di Canova. Dipinti e disegni da collezioni pubbliche e private” è la prima esposizione del programma espositivo Terre degli Uffizi di Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze. All’interno del percorso espositivo anche due opere della collezione di Intesa Sanpaolo, presenti nella Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi: Ritratto di Teresa Mozzi del Garbo con il figlio del 1817 e Ritratto di Antonio Capacci del 1818.

La Casa Museo Ivan Bruschi, un unicum in Italia come museo di Antiquariato, una vera e propria ‘camera delle meraviglie’ entrata a far parte del patrimonio culturale di Intesa Sanpaolo, presenta un percorso espositivo permanente curato dalla Scuola Normale di Pisa che svela la straordinaria varietà di opere collezionate dall’antiquario Ivan Bruschi nel corso di una vita.

A Prato, la Galleria di Palazzo degli Alberti, aperta al pubblico nei fine settimana, sempre ad ingresso gratuito, presenta 142 opere e 90 capolavori esposti di artisti quali Bellini, Caravaggio, Bronzino, Filippo Lippi.

In un racconto ricco di pathos, l’esposizione permanente curata da Lia Brunori – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Firenze, Pistoia e Prato – racconta la collezione oggi proprietà di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A. con un avvio narrativo che, da due tabernacoli affrescati del primo Quattrocento, prosegue con rappresentazioni pittoriche medievali che trovano nella Madonna col Bambino di Filippo Lippi l’espressione più alta. Nella Galleria si possono ammirare anche capolavori di Caravaggio e opere del Cinque-Seicento di area fiorentina e le sculture di Lorenzo Bartolini, artista di Prato attivo nella prima metà dell’Ottocento.

La Galleria degli Alberti di Prato è stata aperta a marzo del 2022 da Intesa Sanpaolo, dopo tre anni di lavori di ristrutturazione del palazzo di proprietà della Banca, per restituire alla fruizione pubblica una importante collezione appartenuta alla Cassa di Risparmio di Prato e quindi fortemente legata al territorio.

Per approfondimenti:

www.gallerieditalia.com

www.fondazioneivanbruschi.it

I vestiti dei Principini Una visita guidata per famiglie alla scoperta della moda di corte

Domenica 3 luglio, ore 15.45

Palazzina di Caccia di Stupinigi

 

“I vestiti dei Principini” è una passeggiata tra le sale della Palazzina di Caccia di Stupinigi per scoprire i particolari della moda di corte tra crinoline, gorgiere, busti e parrucche.

Nei ritratti dei principini, i bambini sono vestiti come dei piccoli adulti: il loro abito, infatti, indica quello che diventeranno da grandi. Fino ai tre o quattro anni non c’è differenza fra gli abiti dei principi e quelli delle principesse: entrambi portano un vestitino lungo, che sembra una vera e propria fasciatura, con in testa una cuffietta. I maschi, poi, vengono ritratti con in mano delle armi (frustino, lancia, spada), mentre le femmine hanno in mano ghirlande o mazzi di fiori. Nella visita guidata per famiglie si impareranno a riconoscere questo e altri particolari degli abiti dei piccoli abitanti della Palazzina.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Prezzo visita guidata: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto

Biglietto: 12 euro intero; 8 euro ridotto

Gratuito minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Durata della visita: 1 ora circa

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011.6200634

 

A Silvia Pozzi, il podio più alto del “Premio Biennale Mario Lattes per la Traduzione”

La seconda edizione dedicata alla Narrativa in Lingua Cinese si è tenuta al medievale Castello di Perno, nel cuore delle Langhe

Monforte d’Alba (Cuneo)

Docente di “Lingua Cinese e Traduzione” presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca (nonché condirettore editoriale di “Caratteri”, prima rivista in italiano di Letteratura Cinese Contemporanea), è Silvia Pozzi, per la traduzione di “Pechino pieghevole” di Hao Jingfang (add editore), la vincitrice della seconda edizione del “Premio Biennale Mario Lattes per la Traduzione” , promosso dalla “Fondazione Bottari Lattes”, in collaborazione con l’“Associazione Culturale Castello di Perno” ed il Comune di Monforte d’Alba. La Pozzi è riuscita ad emergere in una rosa di cinque finaliste e finalisti composta da: Marco Botosso e Maria Teresa Trucillo traduttori di “Colora il mondo” di Mu Ming (Future Fiction), Maria Gottardo e Monica Morzenti traduttrici di “I due Ma, padre e figlio” di Lao She (Mondadori), Patrizia Liberati Maria Rita Masci traduttrici di “Il dizionario di Maqiao” di Han Shaogong (Einaudi) e Nicoletta Pesaro traduttrice di “Grida” di Lu Xun (Sellerio). “Con la traduzione di Pechino pieghevole’ – spiega la Giuria specialistica – Silvia Pozzi porta al lettore italiano una voce originale e convincente della scena letteraria cinese contemporanea. Come non pochi scrittori della sua generazione, Hao Jingfang, l’autrice di questa raccolta di racconti, adotta il genere della narrativa fantascientifica, che declina in varie forme per ottenere diversi effetti e dimensioni. Ma per quanto frutto di una distorsione fantastica della realtà come la conosciamo, i mondi di questi racconti inevitabilmente ci rimandano al nostro e i personaggi che li abitano hanno in fondo le nostre stesse emozioni e ambizioni, ed è certo per questo che le loro vicende risultano avvincenti e sono capaci di parlare al lettore. Ma non solo: quella misteriosa comunicazione avviene anche grazie alla maestria della traduzione, alla duttilità (o alla “pieghevolezza”, verrebbe da dire) del suo stile, a quell’abilità alchemica di ricalcare e adattare il testo dell’originale e restituircelo fresco e inaspettatamente vicino in una nuova lingua: fluida, sfumata, elegante”. La cerimonia di premiazione, condotta da Stefania Soma (in arte, Petunia Ollister), si è svolta nei giorni scorsi al Castello di Perno, nel cuore delle Langhe, “Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco”. Nell’occasione, queste le parole di Caterina Bottari Lattes, presidente della “Fondazione” di Monforte d’Alba: “Con il ‘Premio Mario Lattes per la Traduzione’ la ‘Fondazione Bottari Lattes” pone l’attenzione sul fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e sull’impareggiabile contributo della traduzione nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo. Con questa iniziativa la Fondazione intende promuovere la conoscenza di culture e autori meno noti al pubblico italiano e incoraggiare la traduzione in italiano delle loro opere letterarie più significative per qualità letteraria e profondità di contenuti, riflessioni, testimonianza. Il tutto nella piena consapevolezza che la traduzione non si risolve in una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra e nello spostamento di un segno linguistico da un codice all’altro, ma è una disciplina che sa trasferire pensieri e concezioni tra culture diverse, con le quali il traduttore instaura un profondo legame”.

Per info: “Fondazione Bottari Lattes”, via G. Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo);  tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

 

g.m.

Nella foto:

–       Silvia Pozzi

Trovatore in transito

IL VERONESE MATTEO ZENATTI ‘TROVATORE’ SULLE ORME DI RAMBAULT DE VAQUEIRAS IN VALCERRINA ED IN MONFERRATO

 

Rambault de Vaqueiras o, italianizzato, Rambaldo, fu uno dei trovatori provenzali più apprezzati nel periodo tra il Dodicesimo ed il Tredicesimo secolo. Dalla natia Provenza, dove divenne giovanissimo joglar, giunse nel Nord Italia e, in particolare alla corte di Bonifacio, marchese di Monferrato di cui seguì il destino, cantandone le gesta e l’amore per la di lui sorella, Beatrice, sposa di Enrico del Carretto. Fatto cavaliere, partecipò alla Quarta Crociata della quale Bonifacio era al comando, alla presa di Costantinopoli, alla nascita dell’Impero Latino d’Oriente e trovò la morte con il marchese nei pressi di Tessalonica per mano di ribelli ‘bulgari’.

Matteo Zenatti, veronese di Tregnago (paese vicino a Soave) ha dato vita ad un interessante percorso, tutto rigorosamente a piedi, sulle orme di Rambault, ‘Trovatore in transito’, partendo da Dronero, grazie alla collaborazione dell’associazione Espaci Occitan, e facendo poi tappa a Busca, Saluzzo, Savigliano, Montaldo Roero, Cisterna, Villafranca d’Asti, Capriglio, nella frazione Piancerreto di Cerrina, Mombello Monferrato per terminare a Pontestura che fu proprio una delle capitali itineranti dei marchesi aleramici. Ad ogni tappa ha tenuto, grazie all’ospitalità ed alla collaborazione di enti, istituzioni, associazioni, privati, un incontro nel quale ha eseguito i pezzi dei 7 brani che ci sono rimasti di Rambault nei quali si parla soprattutto di amore, di guerra, il menestrello si descrive o, naturalmente, tesse le lodi di Bonifacio. Ad accompagnarlo c’era un altro veronese, Simone Cunico che ha filmato le varie fasi del viaggio. L’obiettivo è quello di realizzare un docu-film, che si accompagnerà al disco che Zenatti intende incidere. Per tutta la durata del viaggio il ‘Trovatore in transito’ è partito dalle diverse località al  mattino prestissimo, intorno alle 5.30, viaggiando il più possibile su strade bianche, ‘armato’ di zaino ed arpa, strumento con il quale ha poi ravvivato i vari incontri. “Questo progetto è stata un’occasione importante per stabilire, sulla base di un precedente storico che risale al Medioevo, quando il Monferrato era davvero uno stato europeo, un collegamento tra  la nostra zona ed il mondo Occitano e la Provenza. Su questo obiettivo occorrerà lavorare nel prossimo futuro” dichiara Massimo Iaretti, consigliere delegato alla Cultura e Turismo dell’Unione dei Comuni della Valcerrina.

Massimo Iaretti

 

 

 

Bardonecchia. Al Sommeiller, a 3009 metri di altitudine, il Centro della Cultura di Alta Quota

Partiranno nelle prossime settimane i lavori per la realizzazione del Centro della cultura di alta quota. Bivacco colle del Sommeiller a 3009 metri di altitudine.

L’intervento è stato presentato, nel corso di un incontro al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, dal sindaco Chiara Rossetti e da Devis Guiguet del pool di progettisti locali, che curerà l’opera. ” Un progetto- ha detto il sindaco Chiara Rossetti- che abbiamo a cuore. Il Sommeiller è all’apice di una Valle a cui teniamo tanto e su cui stiamo investendo molto”. ” Si va nella direzione di vedere compiuto un sogno” ha aggiunto Francesco Avato, sindaco quando l’intervento, finanziato con fondi europei Alcotra, fu avviato. Ed eccolo il progetto,  spiegato da Denis Guiguet, : ” sarà un piccolo edificio prefabbricato di 100 metri quadrati,  realizzato con legno locale da aziende locali. Una struttura non gestita,  con più funzioni tra cui quella di Centro di documentazione della storia e del futuro della montagna”. La struttura,  che dovrebbe essere ultimata prima dell’inizio della stagione autunnale,  reinterpreta quella del precedente rifugio Ambin nella forma e con la stessa tonalità di colore rosso. È progettata per offrire 14 posti per dormire e sarà accessibile a tutti, anche alle persone con difficoltà motorie. ” La montagna è e deve essere di tutti – ha concluso Devis Guiguet- Il 2022 si può certamente definire l’anno della ripartenza del Sommeiller”.

“Tutti i linus. 100 anni con Charles Schulz” alla Reggia di Venaria

Dal 25 Giugno 2022 al 11 Settembre 2022  Reggia di Venaria

La Milanesiana di Elisabetta Sgarbi, ospita  la mostra Tutti i linus. 100 anni con Charles Schulz a Venaria Reale (Torino), in occasione del centenario della nascita di Charles M. Schulz.

Tutti i linus. 100 anni con Charles Schulz” è una  esposizione in anteprima che ripercorre i 57 anni della rivista “linus”, l’autore dei celeberrimi Peanuts. Giovanni Gandini, Umberto Eco e Oreste del Buono, fino all’attuale direzione di Elisabetta Sgarbi e Igort: è un viaggio nel colore, nelle idee, nella storia d’Italia, attraverso la rivoluzione a fumetti di “linus”.

“Bellezza tra le righe” Quando la letteratura incontra la bellezza nelle dimore storiche

Da domenica 26 giugno a domenica 23 ottobre

E’ dedicata alla “libertà” – “Libertà: di luoghi, di azioni e di pensieri”– l’edizione 2022 di “Bellezza tra le righe”, la rassegna organizzata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso” con il contributo della Regione Piemonte. Rassegna che  torna, per il terzo anno, in due luoghi davvero speciali: il giardino di “Casa Lajolo”, a Piossasco (via San Vito, 23), e quello del “Castello di Miradolo”, a San Secondo di Pinerolo (via Cardonata, 2). Un’occasione diversa per vivere due dimore storiche del Piemonte. Tra antichi vialetti e alberi secolari, “la volontà – dicono gli organizzatori – è quella di condurre il pubblico in luoghi di pace e rara bellezza, proponendo delle conversazioni con scrittori, giornalisti, architetti, registi, docenti universitari, filosofi e manager culturali”. Voci del tempo presente, coniugate e intrecciate e confrontate fra loro per dialogare su temi di stringente attualità: gli incontri sono in programma tra domenica 26 giugno e domenica 23 ottobre“La libertà, al centro di quest’edizione – proseguono gli organizzatori – è intesa nel senso più ampio e l’obiettivo è guardarla e indagarla volgendosi verso la concretezza della terra e delle montagne del territorio circostante, ma anche verso il pensiero e le modalità di comunicarlo”. Così, domenica 26 giugno, data di inizio, sono previsti due appuntamenti quasi in contemporanea nelle due dimore storiche: a Piossasco arriva Luca Crippa (ore 18) con il suo ultimissimo romanzo “La bambina di Kiev”, che, scritto a quattro mani con Maurizio Onnis, intreccia sapientemente, alla dimensione narrativa, importanti testimonianze e resoconti d’attualità di profughi e vittime della guerra in Ucraina; a Miradolo (ore 21,15), in un appuntamento in collaborazione con “Piemonte Movie”, inserito all’interno della rassegna “CineVillaggio” del “Cinema delle Valli” di Villar Perosa, è in programma una serata omaggio a Gianni Celati, scrittore, professore, traduttore, critico e documentarista scomparso nel gennaio scorso, che, con grande libertà, ha sempre raccontato il territorio in cui viviamo. Protagonisti il regista Davide Ferrario e Franco Prono, docente di “Storia del Cinema Italiano” presso il DAMS dell’Ateneo torinese..

A luglio poi la libertà diventa quella rigenerante che nasce prendendosi cura del verde: ne parla l’architetta paesaggista Monica Botta nel suo ultimo libro “Caro giardino, prenditi cura di me” (è ospite il 31 luglioore 18 a Piossasco) mentre, ad agosto, sempre a Piossasco (ore 18), tocca allo scrittore torinese Enrico Camanni dipingere quella libertà che diventa presenza vitale per chi ama la montagna e come racconta il suo ultimo libro “La discesa infinita. Un mistero per Nanni Settembrini”, edito da “Mondadori”.

Due gli incontri settembrini.  Domenica 18 settembre a Miradolo (ore 15) arriva un’altra scrittrice torinese, la blogger Enrica Tesio, con il suo ultimo “Tutta la stanchezza del mondo”, un diario privato di fatiche collettive con una domanda di fondo: ma nella vita quotidiana la libertà di essere stanchi esiste ancora? Domenica 25 settembre a “Casa Lajolo” (ore 17Paolo Verri presenta, invece, il suo libro “Il paradosso urbano”, sulle metamorfosi emblematiche di “Nove città in cerca di futuro”.

L’agenda di ottobre, infine prevede un incontro a Miradolo (1 ottobreore 15) con Matteo Saudino, autore di “Ribellarsi con filosofia. Scopri con i grandi filosofi il coraggio di pensare”, e con Daniele Zovi, sempre a Miradolo (23 ottobre, ore 15), e il suo “In bosco. Leggere la natura su un sentiero di montagna”.

Dichiara Alberto De Vecchi Lajolo, presidente della “Fondazione Casa Lajolo”“Abbiamo cercato di guardare con fiducia al futuro con l’edizione del 2020 e rivendicato l’importanza della gentilezza verso le persone e le cose nel 2021. Di fronte a un iniziale allontanamento da un incubo sanitario se ne manifesta subito un altro di carattere umanitario, per questo motivo è venuto naturale scegliere il tema della ‘libertà’ come ‘fil rouge’ dell’edizione 2022 della rassegna per interrogarci sui modi di affrontare le limitazione della libertà stessa, apprezzando le opportunità che la vita ci offre quotidianamente, per continuare a goderne”.

Per ulteriori info su ingressi e programma: “Castello di Miradolo”, San Secondo di Pinerolo (Torino), via Cardonata 2, tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.it – “Casa  Lajolo”, via San Vito 23, Piossasco (Torino); tel. 333/3270586 o www.casalajolo.it

g.m.

“I racconti della Caffettiera”, un’emozione corale

Giovanni Mattia presenta 8 narratori incontrati a Torino e con lui autori dei “I racconti della Caffettiera”

Il giorno 20 Giugno è uscita l’antologia “I racconti della caffettiera” ed è stata per noi un’immensa soddisfazione, una grande emozione. Un’emozione, oserei dire, corale e condivisa. Quello che vogliamo raccontare e trasmettere è l’amore per la scrittura con uno scenario meraviglioso come la città di Torino dove tutto è nato.

Sono arrivato a Torino a fine 2018. Lavoravo a Grugliasco, zona industriale. Le mie giornate piene e stancanti. Ma Torino è magica. Ogni volta che uscivo scoprivo posti. Ma la più scoperta la feci verso ottobre 2019. Ho voluto farmi un regalo. Scelsi un corso di scrittura creativa con l’Operarinata. Fu un successo. Conobbi un gruppo, dove io siciliano, mi amalgamavo alla perfezione. Ci conoscemmo e frequentammo fuori. Poi arrivò l’idea. Ci guardammo e al parco del Valentino, uno dei luoghi per me più magici della città (in realtà tutto il lungo Po’ torinese), nacque l’idea. E poi la caffettiera, il filo conduttore. E iniziammo a scrivere. Si sta bene tra chi parla la stessa lingua. Ed eccoci qua, insieme per una nuova avventura nata a Torino. E ora Torino chi se la scorda? Mi ha fatto scrivere e conoscere. Ho già avuto la fortuna di pubblicare due libri, una raccolta di poesie racconto nel 2012 dal titolo “Il girotondo del millantatore” e un romanzo Western, “Fragile Reverendo nel west”. La mia “caffettiera rubata” presenta nell’antologia è un ritorno da amante del West. Da buon siciliano amo i ritorno. Ritorno a Torino, ritorno in Sicilia, ritorno nel vecchio West. Chapeau!

Luca Navone, autore de “Il malloppo”

Una via secondaria della Crocetta, uno dei famosi palazzi signorili di una Torino che non c’è più, trasformato in un luogo speciale, dove si imparano danza, teatro, yoga e… scrittura. In questo centro culturale, custodito da una burbera, ma gentile, signora, un gruppo variegato di donne e uomini (tra i quali un geologo appassionato di storie) hanno iniziato il loro viaggio tra i segreti della parola scritta. Mostrare e non raccontare, virgole al posto giusto; le regole da imparare sono tante. Dopo tutto questo lavoro, quel gruppo di donne e uomini, ora amici, ha deciso di rilassarsi con un buon caffè.

Il Malloppo ci mostra un piccolo noir, dolce amaro, all’italiana, dove la speranza di cambiare vita si scontra con un destino beffardo, o semplicemente con la iella.

Egle De Mitri, autrice di “Agenzia Reperio”

Durante il corso di scrittura si era creato fra noi un forte affiatamento, non volevamo che quell’esperienza andasse perduta, volevamo darle una continuità, una prospettiva. Così sono nati i racconti della caffetteria. Per Agenzia Reperito è stata fonte di ispirazione una certa atmosfera nebbiosa e un po’ inquietante vissuta al Valentino, ai bordi del Po.

Monica Ferrari, autrice de “La caffettiera”

A volte accadono fatti imprevisti.

E così, andando a un corso di scrittura, si incontrano persone senza alcun denominatore comune eccetto la voglia di raccontare, di lasciare segni indelebili con le parole scritte.

E così, sul prato del Valentino, ci si trova per il saluto di fine anno e si concepisce l’idea di fare qualcosa insieme per inventare una ricetta con ingredienti mai accostati tra loro.

Degustate questi caffè, assaggiate questi racconti.

Ne varrà la pena.

Maria Rosa Arena, autrice de “La caffettiera di Mrs Jeanny”

D. È il Primo racconto pubblicato?

R. No, sono uscite 3 antologie con la pubblicazione di miei racconti. E tutti diversi da questo che ha un contesto, diciamo “magico”.

D. Come mai la magia?

R. Perché lavoro nella zona più affascinante e magica di Torino: Porta Palazzo. Non potevo non esserne contagiata…

D. Come ha conosciuto i suoi compagni di avventura?

R. A un corso di scrittura creativa. Poi è nata un’amicizia, e da lì, l’idea di cimentarsi in un progetto dove ciascun racconto avrebbe dovuto avere la presenza d’una caffettiera. Una specie di staffetta, che ci siamo passati l’ una con l’ altro, per arrivare al finale di questo bella sfida.

Patrizia Zaccara, autrice di “Pausa Caffè”

D. Questo è stato il suo primo libro pubblicato? Com’è stato iniziare lavorando con altri?

R. Sì il primo; è stato stimolante, divertente e incoraggiante. E’ stato bello avere dei compagni di viaggio che mi hanno trascinata in questa avventura e mi hanno fatto germogliare delle idee.

 

D. Ha avuto difficoltà a inserire il proprio racconto nel tema della caffettiera?

R. L’idea della caffettiera come filo conduttore è nata davanti a un caffè. Fra uno scherzo e una battuta ci siamo detti: “ma se scrivessimo dei racconti con una caffettiera?” E poi, diversi come siamo, ognuno ha dato libero sfogo alla fantasia e sono saltati fuori racconti molto diversi.

 

D. Nel suo racconto c’è molto del mondo della scuola; è tutta fantasia o ci sono anche vicende personali?

R. Io non so mentire quindi è tutto vero, camuffato e mescolato, ma vero.

 

D. Nel suo racconto a un certo punto, in un sogno, compaiono le valli di Lanzo. Sono un suo luogo del cuore?

R. Si, come tanti torinesi io e mia sorella trascorrevamo il mese d’agosto ad Ala di Stura e si viveva di corse sui prati, lucciole, caccia alle farfalle, lamponi, capanne traballanti e fuochi proibiti, castighi e reclusioni; era una parentesi di natura e di libertà dagli inverni e dalle case cittadine, sempre troppo chiuse, sempre troppo grigie. Sono certa che la mia voglia di natura è nata lì.

Emanuela Di Novo, autrice di “Anna sulla collina”

Agosto 2019: “Non sto andando da nessuna parte, devo cambiare la mia vita, devo afre qualcosa di nuovo”. Dopo un mese passato ad arrovellarmi su cosa fare per riprendere in mano la mia vita, ecco che mi ricordo della mia maestra delle elementari, Marisa Bossa, che mi diceva sempre che, da grande, avrei dovuto scrivere un libro. Fin da bambina, la penna è stata la mia migliore amica e così, armata di mille penne colorate, mi iscrivo a un corso di scrittura creativa. La scrittura mi ha fatto conoscere otto compagni di viaggio che sono rimasti in questo tempo della vita, ci siamo emozionati per i nostri racconti, per le nostre storie e per i nostri personaggi. E poi, per gioco, l’idea di un’antologia: al Parco del Valentino, dopo mesi di lockdown, con due bottiglie di vino per festeggiare, decidiamo di scrivere nove racconti su una caffettiera che viaggia con noi e dentro di noi. Insieme ci sentiamo vivi e la scrittura che ci accomuna cresce e ci fa crescere. Io ho trovato una strada che mi ha anche un po’ salvato: scrivere, leggere, insegnare scrittura, editare sono diventate azioni quotidiane che mi fanno stare bene, mi rendono felice e soddisfatta. E, come concludo sempre le mie lezioni di scrittura, non mi resta che dire: “Scrivete, scrivete sempre e siate folli!”

Francesco Delfino, autore di “Cafè Noir”

Sono Francesco, 44 enne, capello sul grigio e barba ormai bianca. Sono nato a Torino con genetica del Sud. Sono un naturopata con la passione per la medicina complementare, praticante e insegnante di arti marziali e sport di contatto.

Un sogno ricorrente da sempre? Il viaggio a Cuba. E così è stato, in un caldo marzo di qualche anno fa. Il Malecon Habanero, quella musica, i colori di un’isola dove la vita scorre potente. La malinconia del tramonto sul mare, mi fa pensare a Torino, da qualche parte sul Po’. Un noir, il mio, che racconta una storia di passione e mistero, di appartenenza e di nostalgia. Un racconto che parla di uomini e donne, di conflitti e paure. Un altro viaggio di sola nel delicato animo umano cullato dal sole cubano.

Giovanni Fedele, detto “Cortés”, autore di Moka Express

Signor Cortés, esiste qualche analogia tra la borgata alpina dove lei vive, alle pendici del monte Freidour, in provincia di Torino e il villaggio andino, location suggestiva dei protagonisti del suo racconto?

Beh, non direi. Loro del diavolo grattano solo il naso, la parte più carnosa per far transitare la Cafetera; noi invece sfruttiamo anche il rognone, le frattaglie e le interiora, per farne un bollito nella olla. Paese che vai, usanze che trovi. GAUTE DA SÜTA, diablo!