CRONACA- Pagina 529

Incontro sulle problematiche del carcere minorile

“Per ragionare di carcere minorile con coscienza di causa è necessario conoscerne a fondo i meccanismi e le dinamiche che lo governano. Sono convinto sia quanto mai necessario che le istituzioni e i soggetti interessati si impegnino per approfondirne la realtà e trovare le soluzioni più adatte per far sì che l’esperienza della detenzione rappresenti sempre più, per i giovani, un’opportunità di recupero e di reinserimento nel tessuto sociale”. Lo ha dichiarato il componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale Gianluca Gavazza in apertura dell’incontro Il carcere minorile contemporaneo. Parliamone! che si è svolto al Circolo dei lettori di Torino.

Organizzato dall’Assemblea legislativa piemontese attraverso gli uffici dei Garanti regionali dei detenuti e per l’infanzia e l’adolescenza, è il primo di una serie di incontri per riflettere sul passato e sul presente del carcere minorile e immaginarne il futuro.

“Avere a disposizione 25,3 milioni di euro del Pnrr per l’ambito penitenziario piemontese – ha sottolineato il Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano – è un’occasione per ripensarne e umanizzarne gli spazi affinché da luoghi di detenzione possano davvero diventare luoghi di riabilitazione e rieducazione per dare finalmente attuazione al decreto 121 del 2018 che ha introdotto un ordinamento specifico per i minori e ha previsto attività e attenzioni concrete all’affettività e alle relazioni familiari nell’esecuzione penale minorile”.

Il sociologo Franco Prina ha sottolineato come la riforma del processo penale minorile, avvenuta trentacinque anni fa, abbia rappresentato una sorta di grande esperimento sociale per trattare i reati e gli autori di reato. “Oggi – ha aggiunto – i minori in carcere in Italia sono non più di 400, di cui solo la metà è davvero minorenne, mentre circa 21.000 sono quelli che vivono in comunità o sono presi in carico dai servizi sociali e 6.700 quelli messi alla prova. Siamo però chiamati a nuove sfide, poiché i giovani detenuti di oggi non sono più tanto i figli dell’immigrazione dal sud al nord quanto i minori stranieri, spesso non accompagnati, con forti problemi legati alla lingua, alla cultura, allo sfruttamento e alla mancanza di reali opportunità di studio, di integrazione e di lavoro”.

Sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati si è soffermata la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra, ricordando che “vengono spesso catapultati da situazioni drammatiche in un mondo che non conoscono e che si illudono possa realizzare tutti i loro sogni, cadendo vittime della frustrazione quando si rendono conto che quanto immaginato non corrisponde alla realtà”.

La garante comunale dei detenuti Monica Cristina Gallo ha identificato tra i problemi aperti al Ferrante Aporti “la carenza di direttori stabili, la progressiva diminuzione dei servizi di neuropsichiatria infantile e il fatto che non si facciano più i test tossicologici a chi entra perché ritenuti troppo costosi”.

“A fronte della recente tendenza secondo cui dei quaranta ospiti dell’Istituto minorile Ferrante Aporti solo i due terzi sono minorenni – ha aggiunto – si registra una presenza di circa centotrenta detenuti tra i 18 e i 24 anni nel carcere per adulti”.

Don Ettore Cannavera, infine, ha raccontato la propria esperienza all’interno del carcere minorile di Quartucciu (Ca) e quella di coordinatore della “Comunità La Collina”, una sorta di carcere alternativo in cui i minori autori di reato vengono “educati al rispetto di sé e delle regole in un clima di relazione che mira a svilupparne le potenzialità umane e spirituali”.

Al termine dell’incontro – cui sono intervenuti il neodirettore del Ferrante Aporti Giuseppe Carro, l’assessore alle Politiche per la sicurezza del Comune di Torino Gianna Pentenero e l’architetto penitenziario Cesare Burdese – Mellano ha annunciato che il secondo incontro sul tema si svolgerà, sempre al Circolo dei lettori, mercoledì 13 dicembre.

Donna uccisa a coltellate, assassino ai domiciliari perché obeso e fumatore di 100 sigarette al giorno

È stato condannato a 30 anni per aver ucciso la fidanzata, durante una vacanza in Sardegna, ma dal carcere passerà ai domiciliari perché “obeso e iperfumatore”: persa 200 chili e fuma 100 sigarette al giorno . La decisione è del tribunale di sorveglianza di Torino  per il quale le condizioni di salute dell’omicida, 35enne di Biella, sono incompatibili con il carcere. È a rischio cardiovascolare.  L’uomo, nel giugno del 2017, sferro’ 57 coltellate a Erika Preti, 28 anni, perché la donna l’aveva rimproverato:  stava facendo troppe briciole. Una banale lite finita poi in tragedia. Disperati per la decisone i genitori della vittima.

In Piazzetta Reale il Blue Carpet con la presentazione dei magnifici 8 delle Nitto ATP FInals

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Con la presentazione degli otto singolaristi e quella di oggi dei doppisti la terza edizione torinese delle Nitto ATP Finals può definitivamente partire. Ad aprire la sfilata di ieri, in piazzetta Reale, è stato il serbo e numero uno mondiale Novak Djokovic che non si è sottratto all’entusiasmo della folla. Poi mano a mano sono passati tutti, anche chi quella passerella l’ha fatta per la prima volta come lo spagnolo Carlos Alcaraz, il danese Holger Rune e ovviamente l’azzurro Jannik Sinner. Proprio quest’ultimo in conferenza stampa ha sottolineato la sua soddisfazione per essersi qualificato per le Finals e la voglia di sfruttare al meglio l’energia che gli darà il pubblico italiano.

Domani il programma dei match al Pala Alpitour si apre alle ore 12 con in campo la coppia croata e americana formata da Ivan Dodig e Austin Krajicek opposti agli argentini Maximo Gonzalez e Andrés Molteni. A seguire Sinner affronterà il greco Stefanos Tsitsipas. In serata Djokovic affronterà il debuttante Rune, ma prima sarà la volta di Santiago González ed Edouard Roger-Vasselin contro Horacio Zeballos e Marcel Granollers.

 “Un irriducibile contro il declino di Torino” il nuovo libro di Mino Giachino

             Patrizia CORGNATI intervista gli on. Giorgio MERLO  e Mino GIACHINO  Domenica 12 Novembre ore 10.30 agli Artigianelli di c. Palestro 14

“Un irriducibile contro il declino di Torino”: è il titolo del libro  che verrà presentato Domenica 12 Novembre ore 10.30 agli Artigianelli di Torino in c. Palestro 14. L'”irriducibile” del titolo è Mino Giachino, l’ex sottosegretario di Stato ai Trasporti che da anni denuncia con numeri e azioni il declino vissuto da Torino, sempre più indietro nella graduatoria delle città italiane ed europee.

«Lo ha ribadito di recente anche la Banca d’Italia – afferma Giachino – : Torino negli ultimi vent’anni ha perso 18 punti rispetto alle città italiane più competitive. Il PIL procapite è diminuito e oggi nella metà della città che non sta bene si vive peggio di vent’anni fa. Una città bellissima che attrae turismo da weekend come ha scritto “The Times” ma che ha perso Salone dell’automobile e Salone dell’auto storica. Una città che non attrae più investimenti e non trova il modo di invertire questa tendenza e ieri ci han detto che ormai a Torino il numero delle colf ha superato il numero degli operai.

Pur distante dal Palazzo, negli ultimi anni Giachino è riuscito a realizzare la più grande e significativa manifestazione di piazza della storia recente di Torino (10 novembre 2018 con oltre 40mila persone a sostenere la TAV), è stato capace di “dirottare” a Torino l’Autorità dei Trasporti che il Governo Monti aveva inizialmente previsto a Roma (2013) e, storia più recente, ha avuto un ruolo decisivo nel veicolare al settore auto oltre 8 miliardi di euro destinati a finanziare gli incentivi per chi decide di cambiare la propria vettura.

Accanto a tutto questo, Mino Giachino ha sempre tenuto uno stretto rapporto con Torino e l’intero territorio cittadino, con un’attenzione particolare per il Sermig e per la Chiesa che guarda agli ultimi e agli esclusi. GIACHINO al termine della sua analisi presenta 10 Proposte per il rilancio della economia e del lavoro e tra queste il forte sostegno al Piano Auto del Ministro URSO che potrà contare su oltre 6 miliardi di euro non ancora spesi del fondo Giorgetti.

Prevenzione serena, al via in Piemonte la campagna di screening oncologici

L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «LA PREVENZIONE INVESTE SULLA QUALITÀ»

 

Al via la nuova campagna di comunicazione del programma piemontese di screening dei tumori Prevenzione Serena, promossa dalla Regione Piemonte in collaborazione con la Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e con il Centro di riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte.

«Prevenzione Serena ha recuperato pienamente gli obiettivi pre-pandemia – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, annullando le liste di attesa grazie agli sforzi messi in campo dalle professioniste e dai professionisti dello screening. Ora l’obiettivo è promuovere il nuovo programma organizzato di screening, che non solo è gratuito in tutte le sue tappe (dai test ai richiami per gli accertamenti, dall’eventuale diagnosi ai percorsi di cura e follow-up), ma vanta anche un alto livello di assicurazione della qualità e di appropriatezza dei percorsi».

Quanto alle novità, l’assessore Icardi dichiara: «Sono stati aggiornati  i protocolli di ‘screening organizzati’ per i tumori di mammella, collo dell’utero e colon retto. Le novità più rilevanti riguardano gli esami di primo livello, con l’introduzione dei test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (in sostituzione della  rettosigmoidoscopia) e del test per l’HPV (papilloma virus test) per le donne dai 30 ai 64 anni, mentre per il protocollo di screening del cancro del colonretto viene anticipata la fascia di età bersaglio che passa da 58 anni a 50 anni».

Lo slogan della campagna “Scegli anche tu la qualità. Prevenzione Serena, il mio screening di fiducia” è stato concepito per enfatizzare un valore che è al centro del programma di screening.

«Prevenzione Serena – sottolinea l’autorità centrale per il coordinamento della rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, nella persona del suo coordinatore, Massimo Aglietta – è all’avanguardia nell’offrire soluzioni sempre più mirate ed efficaci per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto. Il lancio di questa campagna è finalizzato a incrementare l’adesione della popolazione per intercettare la malattia nelle fasi precoci e ridurre la mortalità».

Prevenzione Serena da sempre dedica alla comunicazione una particolare attenzione, per promuovere una scelta consapevole nelle persone invitate allo screening. La qualità del percorso è garantita da un sistema informativo di monitoraggio, la verifica sistematica del raggiungimento degli standard e il miglioramento continuo, l’alta specializzazione, la multi-professionalità e la formazione continua.

In dettaglio, qui di seguito i punti essenziali dei tre screening.

PROTOCOLLO DI SCREENING DEL CARCINOMA MAMMARIO

Esame di primo livello: mammografia

Esame di secondo livello: ecografia mammaria (ed eventuale prelievo per biopsia)

La popolazione bersaglio è costituita da tutte le donne residenti o domiciliate di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Sono, inoltre, inseribili nel programma di screening, a richiesta, le donne di età compresa tra i 45 ed i 49 anni, a norma di quanto disposto all’articolo 85 della Legge Finanziaria del 2001.

A partire dai 50 anni l’intervallo tra due inviti successivi è di due anni.

Nei prossimi anni avverrà in modo graduale l’estensione dell’invito attivo per le donne di 45-49 anni e di 70-74 anni. Le donne 45-49enni saranno invitate ad effettuare la mammografia di screening ad intervallo annuale fino al compimento del 50° anno di età. Le donne di età superiore a 69 anni e fino al compimento dei 75 anni continueranno ad essere invitate a sottoporsi alla mammografia di screening con cadenza biennale. L’invito in tali fasce di età potrà essere modulato in base alle necessità organizzative dei vari programmi in modo tale da mantenere la priorità di invito e copertura per le donne di età compresa tra 50 e 69 anni.

PROTOCOLLO DI SCREENING DEL CANCRO DELLA CERVICE UTERINA

Esame di primo livello: ricerca del Papilloma virus (HPV) e paptest (a seconda della fascia di età bersaglio)

Esame di secondo livello: colposcopia (ed eventuale prelievo per biopsia)

La popolazione bersaglio è costituita da tutte le donne residenti o domiciliate di età compresa tra i 25 ed i 64 anni. Non sono previsti particolari criteri di selezione.

Lo screening basato sulla citologia cervicovaginale (Pap-test) come test primario è offerto alle donne di età dai 25 ai 29 anni, con intervallo triennale tra i round di screening.

Lo screening basato sul test per l’HPV come test primario si applica alle donne di età dai 30 ai 64 anni, con intervalli quinquennali tra round di screening.

In ottemperanza alle indicazioni del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 del Ministero della Salute, per le donne di età 25-29 anni vaccinate contro HPV (secondo la definizione ONS – data della seconda dose entro il compimento del 15° anno di età) è previsto il posticipo del primo invito al programma di screening all’età di 30 anni, con test HPV. Per le donne non vaccinate (secondo la definizione ONS) viene utilizzata la citologia come test primario ad intervalli triennali.

Per la gestione delle donne giovani non vaccinate c’è un’indicazione da parte dell’ONS di mettere in atto una revisione del protocollo di screening attraverso la valutazione dell’utilizzo del test HPV anche in questo gruppo di donne. Progetti con protocolli ad hoc, in cui il Piemonte è coinvolto, sono attualmente in corso.

L’intervallo tra un test negativo ed il successivo è di tre anni per il Pap-test e 5 anni per il test HPV.

I test di primo livello sono la ricerca del papilloma virus come test primario e la citologia cervicovaginale indicata anche come Pap-test in base all’età e allo stato vaccinale (secondo definizione ONS).

In caso di impossibilità tecnica ad eseguire il test di screening di I livello, o di grave sospetto di lesione invasiva, la donna può essere inviata direttamente dall’unità di prelievo all’esecuzione di una colposcopia.

Per le donne tra i 30 ed i 64 anni, il test HPV è l’unico test primario. La citologia verrà utilizzata come sistema di triage delle donne HPV positive, ma è escluso il suo utilizzo sistematico come test primario assieme al test HPV.

IL PROTOCOLLO DI SCREENING DEL CARCINOMA DEL COLON-RETTO

Esame di primo livello: ricerca del sangue occulto nelle feci

Esame di secondo livello: colonscopia (ed eventuale prelievo per biopsia)

La popolazione bersaglio è costituita dalle persone di età compresa tra 50 e 74 anni.

Costituisce motivo di esclusione una storia personale di cancro colorettale (CCR), o adenomi (se il paziente è ancora inserito in protocollo di sorveglianza), o malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD).

Non si ritiene di indicare protocolli di screening diversi da quelli previsti per la popolazione generale per quei soggetti con un solo parente di primo grado con CCR, o con parenti di grado superiore al I con CCR.

Una familiarità positiva (definita come presenza di due parenti consanguinei di I grado con neoplasia intestinale, o un parente consanguineo con diagnosi di CCR prima dei 55 anni di età) non costituisce un motivo di esclusione. Questi soggetti verranno successivamente indirizzati presso un ambulatorio per lo studio della familiarità dei tumori colorettali per la verifica dell’anamnesi familiare e per la valutazione del rischio di CCR.

Gli assistiti che in passato hanno eseguito la sigmoidoscopia, aderendo all’invito secondo il precedente protocollo regionale, saranno in questa prima fase esclusi da successivi inviti ad eseguire il FIT, poiché sulla base delle conoscenze attuali, l’effetto protettivo della sigmoidoscopia si mantiene per oltre 18 anni, con una riduzione del 35% dell’incidenza e del 40% della mortalità per CCR dopo un singolo esame.

 

San Secondo, tre esercizi commerciali sanzionati per 10 mila euro

Ieri ha avuto luogo un controllo straordinario del territorio ad alto impatto coordinato dal Commissariato di P.S. San Secondo, con l’ausilio degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte” e di personale della Polfer, e svolto in collaborazione con personale della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale.

L’attività si è concentrata nell’area circostante la zona della stazione Porta Nuova e nelle vie limitrofe ed ha consentito, complessivamente:

ü l’identificazione di 148 persone;

ü la denuncia in stato di liberà di 2 persone;

ü il sequestro amministrativo di 17498 accessori/articoli;

ü  il controllo di 3 esercizi pubblici.

Nel corso dell’attività, i titolari di tre minimarket sono stati sanzionati complessivamente per 10000 euro, in quanto personale della GdF riscontrava la detenzione per la vendita di articoli/accessori per il consumo di tabacco, senza il previsto patentino e al di fuori dai canali ufficialmente autorizzati, sequestrando oltre 17000 articoli.

Un dipendente di uno dei minimarket, di nazionalità bengalese, è stato denunciato per violazione della Legge sull’immigrazione, essendo risultato inottemperante a un decreto di espulsione dal territorio nazionale; all’interno di un altro dei minimarket, invece, un altro cittadino bengalese è stato denunciato poiché il locale era totalmente sprovvisto di dispositivi antincendio e poiché l’uscita di sicurezza del locale risultava ostruita e pertanto inaccessibile in caso di necessità.

Più verde e funzionale, inaugurato il nuovo corso Marconi

Taglio del nastro ufficiale ieri pomeriggio per il rinnovato corso Marconi. Con la conclusione dei lavori nel tratto tra corso Massimo d’Azeglio e via Madama Cristina torna così nelle piena disponibilità dei cittadini l’intero asse viario.

 

Ad inaugurarlo ufficialmente sono stati il Sindaco Stefano Lo Russo, l’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta e il presidente della Circoscrizione Otto Massimiliano Miano.

“Restituiamo ai cittadini – ha detto il Sindaco – un luogo più verde, accogliente e vivibile, che favorirà la socialità e l’incontro grazie alla nuova grande area pedonale con alberi e panchine. Sono numerose le progettualità come questa che come amministrazione metteremo in campo in tutti i quartieri cittadini nei prossimi mesi, anche grazie alle risorse europee”.

L’intervento ha visto la sostituzione della pavimentazione della carreggiata centrale, pedonalizzata, dove il manto in calcestruzzo ha preso il posto dell’asfalto, rimosso, con l’obiettivo di ridurre l’effetto isola di calore e migliorarne il confort ambientale. Contestualmente, al centro del viale, è stato realizzato un percorso in pietra per consentire alle persone con disabilità visiva di muoversi con maggiore sicurezza. Il viale è stato arredato con panchine per piccoli gruppi, mentre il sistema di illuminazione è stato implementato con apparecchi su palo ad hoc, posti in prossimità delle sedute, per creare un ambiente raccolto e confortevole, più adatto ai salotti urbani. I lavori hanno riguardato anche le banchine alberate e la sosta, rimodellata, con le auto parcheggiate in linea e più distanti dai delicati apparati radicali delle piante. Si è inoltre trovata una nuova collocazione per il ‘turet’ di fronte alla Scuola ed è stato risistemato il bagno pubblico presente all’interno dell’area pedonale. Riorganizzati anche i controviali.

“La risistemazione del corso va a valorizzare un asse storico di pregio e permette agli studenti e alla cittadinanza di fruire di uno spazio più vivibile. Gli interventi sono stati pensati per una permanenza ancora più piacevole e sicura. Un risultato frutto di una condivisione del progetto con la Circoscrizione Otto, con le realtà associative del quartiere, con l’Istituto comprensivo Manzoni, con la Consulta Mobilità Ciclistica e Moderazione del Traffico e con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio”, ha sottolineato l’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta.

“Ciò che solo qualche anno fa non pensavamo si potesse realizzare, oggi è realtà – commenta il presidente della Circoscrizione Otto, Massimiliano Miano -. La progettualità del viale pedonale di corso Marconi ha radici lontane e nasce dalle esigenze di un territorio attento alle tematiche ambientali e di aggregazione sociale collettiva. La restituzione del viale riqualificato è il primo di una lunga serie di interventi che da qui al 2026 cambieranno il volto di San Salvario è della nostra Città.”

La spesa complessiva per l’intervento è stata di 1 milione e 200 mila euro finanziata con fondi Pon Metro.

Focus settimanale Covid Piemonte

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE

In Piemonte l’occupazione dei posti letto ordinari si attesta al 7.3%, quella dei posti letto in terapia intensiva è all‘1.6%, mentre la positività dei tamponi è al 15.5%.

Questa settimana sregistra un andamento in crescita rispetto al periodo precedente ma la situazione rimane sotto controllo.

VACCINAZIONI

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 10.922.533 dosi, di cui 3.346.916 come seconde, 2.965.630 come terze, 820.720 come quarte, 181.905 come quinte, 9.995 come seste.

Tra giovedì novembre e giovedì 9 novembre sono state vaccinate 14.443 persone: 72 hanno ricevuto la prima dose, 12 la seconda, 110 la terza, 1.558 la quarta, 8.310 la quinta, 4.381 la sesta.

FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE

In Piemonte nel periodo da giovedì 2 novembre a mercoledì 8 novembre i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 499.

Suddivisi per province: Alessandria 45, Asti 23, Biella 22, Cuneo 51, Novara 33, Vercelli 15, VCO 23, Torino città 112, Torino area metropolitana 157.

In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 3.493 (+783). Questa la suddivisione per province: Alessandria 318 (+101), Asti 164 (+41), Biella 157 (+56), Cuneo 356 (+61), Novara 233 (+42), Vercelli 107 (+24), VCO 164 (+11), Torino città 783 (+171), Torino area metropolitana 1.099 (+244).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI

Nel periodo 2-8 novembre l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 82.1 in aumento (+28.9%) rispetto a 65.0 del periodo precedente.

Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 28.1 (+42.6%). Nella fascia 25-44 anni è 54.7 (+51.5%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 71.5 (+20.8%). Nella fascia 60-69 anni è 95.1 (+19.0%). Tra i 70-79 anni è 153.5 (+36%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 223.9 (+25.4%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA

Nel periodo 2-novembrel’incidenza nella fascia 0-2 anni è 46.1 (invariata), nella fascia 3-5 anni 6.4 (+483%), nella fascia 6-10 anni 4.0 (11.9%), nella fascia 11-13 anni 7.8 (+50.0%)mentre nella fascia tra i 14 ed i 18 anni è 15 (+61.3%).

Task Force 338, scelti tre progetti di Edisu Piemonte: più di 600 nuovi posti letto

A Torino, Novara e Grugliasco

Per l’assessore regionale al diritto allo studio universitario Elena Chiorino (nella foto) : “Un grande risultato che certifica l’attenzione del Governo Meloni al mondo universitario della nostra Regione”

Sono stati resi noti gli esiti del V bando della legge sugli alloggi universitari, la 338/2000 da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Tra i progetti selezionati anche tre di quelli presentati dalla Task Force 338 che aveva visto la collaborazione di Edisu Piemonte, degli Atenei piemontesi e delle amministrazioni locali nel maggio 2022. Finanziati per importi maggiori rispetto a quelli inizialmente preventivati, dunque con un minor coinvolgimento economico degli enti locali coinvolti.

I tre progetti vincitori permetteranno, attraverso la riqualifica di immobili dismessi,  di realizzare oltre 600 nuovi posti letto per studenti assegnatari di borse di studio entro il 2025.

“Un risultato che ci fa piacere perché premia il lavoro che congiuntamente Edisu Piemonte, gli uffici tecnici degli atenei e le amministrazioni locali hanno portato avanti per consentire interventi che rappresentano un’opportunità di riqualifica di aree altrimenti dismesse.

Per il nostro ente rappresenta un’importante occasione per accrescere ulteriormente l’offerta di posti letto a studenti e studentesse piemontesi rispondendo così a un bisogno sempre crescente di residenzialità. L’obiettivo è ora di mettersi subito all’opera per avviare i lavori di ristrutturazione e dare vita a nuovi spazi rivolti agli studenti ma anche a tutta la cittadinanza” dichiara il presidente di Edisu Piemonte Alessandro Ciro Sciretti.

“Si tratta di un grande risultato che certifica l’attenzione del Governo Meloni al mondo universitario della nostra Regione” ha dichiarato l’assessore regionale al diritto allo studio universitario Elena Chiorino.

“Il finanziamento ministeriale ai nuovi progetti per la residenzialità studentesca consentirà di investire in breve tempo nuove risorse in una delle politiche strategiche del diritto allo studio. La grande capacità attrattività degli Atenei del territorio, infatti, ha richiesto un deciso cambio di passo nella direzione di potenziare la residenzialità, soprattutto a vantaggio delle fasce sociali più in difficoltà. Il successo dei progetti presentati dalla Task Force 338 consentirà ora di aggiungere oltre 600 nuovi posti letto a quanti già realizzati grazie agli sforzi profusi in questi anni. Questo dimostra, ancora una volta, che la convergenza di obiettivi tra Atenei e istituzioni locali rende Torino e il Piemonte competitivi a qualsiasi livello. Vogliamo quindi insistere su questa strada per rispondere sempre meglio alle richieste di residenzialità a costi accessibili, affinché studiare e vivere l’università possa dirsi esperienza di crescita culturale e di vita completa per studentesse e studenti” afferma il Rettore dell’Università degli Studi di Torino Stefano Geuna.

“Siamo molto soddisfatti di questo risultato, che potrà aggiungersi alle tante iniziative già portate avanti dagli atenei con EDISU su questa tematica. Abbiamo puntato a migliorare il diritto allo studio già da tempo, consapevoli che il problema sarebbe diventato sempre più grave per i nostri studenti e studentesse e nella speranza di rendere il nostro territorio ancora più attrattivo anche per gli studenti stranieri” dichiara il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco.

“Tra i 57 progetti che verranno finanziati – ha commentato il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi – tre sono il risultato di una intensa collaborazione tra l’EDISU, l’Assessorato all’Istruzione e Merito, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo Studio universitario diretto dalla dottoressa Elena Chiorino, e il CORECO, il Coordinamento dei Rettori degli Atenei piemontesi che ho l’onore di presiedere dal 2018. Uno studio di IRES del 2021 evidenziava lo stato di grave carenza di posti disponibili per gli studenti universitari in Piemonte. Facendo seguito a questa indagine i Rettori e l’EDISU si sono interrogati sulle soluzioni utili a ridurre questa enorme disparità tra domanda e offerta. Ne è scaturito un grande lavoro di collaborazione che ha portato all’adesione unitaria di tutto il sistema universitario piemontese al bando previsto dalla legge 338/2000. Quello odierno è un risultato davvero lusinghiero per il sistema universitario piemontese che è riuscito a fare squadra e a presentare il Piemonte ai valutatori del Ministero come una regione attrattiva per gli studenti nazionali e internazionaliLa notizia del finanziamento per la nuova residenza novarese – ha aggiunto il Rettore Avanzi – costituisce il primo passo per un ulteriore miglioramento della nostra presenza sul territorio del Piemonte orientale. È una vera e propria boccata di ossigeno che ci renderà più attrattivi verso la comunità accademica nazionale e internazionale e che aiuterà Novara a riqualificare una zona importante della città, poco distante dal centro, che grazie alla presenza studentesca potrà sperimentare una rinascita”.

I tre progetti vincitori:

Ex Ospedale psichiatrico di Grugliasco (Torino)

Gli interventi di rifunzionalizzazione e restauro dell’ex ospedale psichiatrico di Grugliasco, oltre alla sistemazione delle aree esterne con 60 mila metri quadri di aree verdi, prevedono il recupero di 10 mila metri quadri, che vedrà interessati il Palazzo Direzionale, il Palazzo D, Villa Azzurra, la Casa delle Piante e la Casa del custode. 250 i posti letto previsti. Un progetto del valore di 24.134.506 Euro, di cui 2.484.653 a carico dei richiedenti.

Via Vanchiglia 4-6 a Torino

Per quanto riguarda l’immobile, sviluppato su due cortili, di via Vanchiglia 4-6 a Torino, 10 mila metri quadri di superficie coperta, il progetto prevede la realizzazione di una residenza universitaria per 214 posti letto per un valore complessivo dell’intervento di 21.117.295 Euro: di questi 5.480.000 a carico dei richiedenti.

Ex Centro Sociale a Novara

L’ex Centro Sociale di Novara, che è composto da tre corpi di fabbrica collegati e comunicanti al piano terra e primo. La superficie è di circa 1250 metri quadri a piano, oltre ad altri tre piani soprastanti della superficie di circa 450 metri quadri. Il progetto in questo caso prevede la completa ristrutturazione dell’edificio multipiano e dell’area sportiva annessa, con due campi da tennis, tre piscine ed un campo da calcio e i relativi corpi accessori quali locali spogliatoi, servizi igienici. 171 i posti letto. L’intervento è del valore di 10.346.980 Euro, di cui 9.799.00 finanziati da Mur e la quota restante di 547.980 Euro a carico dei richiedenti.

Tentano di rubare auto a noleggio, arrestati tre giovani

Nelle scorse ore, personale della Polizia di Stato appartenente all’UPGSP ha tratto in arresto tre giovani, due ragazzi di 16 e di 20 anni, e una ragazza di 19, gravemente indiziati di furto aggravato in concorso.

La vicenda è avvenuta nella notte fra venerdì e sabato, quando un addetto alla sorveglianza del Lanificio di Torino di via Bologna segnalava dei movimenti sospetti nel piazzale antistante la ditta.

Nell’oscurità gli era infatti possibile notare tre figure, una delle quali si introduceva all’interno dell’abitacolo di un’autovettura adibita al car sharing mente le altre due sostavano nei pressi del veicolo. In particolare, si poteva chiaramente distinguere un ragazzo che faceva luce all’altro con la torcia del cellulare.

Una volante molto vicina al luogo segnalato, giungeva sul posto in meno di un minuto, trovando una coppia che cercava di allontanarsi senza dare nell’occhio, recandosi a una vicina pensilina dell’autobus, e un giovane, all’interno di un’auto del car sharing, che all’arrivo della polizia usciva di soppiatto, richiudendosi alle spalle la portiera.

Dal controllo effettuato, i poliziotti riscontravano che l’autovettura della società a noleggio presentava chiari segni di forzatura ed i cavi al suo interno erano stati scollegati.

 

In considerazione dei gravi indizi di colpevolezza a loro carico, i tre sono stati arrestati per furto aggravato in concorso e posti agli arresti domiciliari.