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Carmelo Cossa: “Non mi dimentico mai di chiamarti AMORE”

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Noi non viviamo di parole propinate a caso negli intrecci della vita, noi viviamo di fatti, di versi e di parole non dette, ma dettate dal cuore e percepite con l’anima nuda. Le parole e le sensazioni che leggo dopo averti scritto, sono per te, poesia. Sono per noi e per la vita di chi leggendo si emoziona…

 

Carmelo Cossa: il rapporto profondo con la poesia nella silloge “Non mi dimentico mai di chiamarti AMORE”

 

DEDICA AL LETTORE

Questa silloge è dedicata a te che stai leggendo,

a te che ci credi più di me che scrivo,

più di me che sogno, più di me che amo

e più di me che volo.

Ma l’ho fatto sempre in sogno.

A te che leggi, invece, auguro di sognare,

di amare e di volare tutta la vita.

Io scrivo, sogno, amo e volo. E poi? Sogno ancora,

perché sognare si può e non è peccato!

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CARMELO COSSA

Ciao poesia, sei andata via lasciandomi solo il gusto dei tuoi versi.

Ma la lontananza non è niente, siamo soltanto da un’altra parte: tu in vacanza con un altro poeta ed io da solo con la speranza che una notte riuscirò a dormire e un giorno a guarire. Ti penso, e per me è come fossi nella stanza accanto. Abbiamo solo un giorno in più, ma siamo gli stessi che eravamo ieri, ci amiamo e ci scriviamo anche da lontano. Ma non chiamarmi amore. Chiamami con il mio nome; io ti chiamerò: Poesia. Ti si addice, è il tuo. Mi hai stregato, poesia. Mi hai forse fatto un sortilegio? So che saresti capace di tutto per realizzare il sogno di viverci e te ne sono grato, ma temo di sbagliare. Io ti amo e lo farò ogni giorno e in ogni verso. Come hai potuto appurare nel tempo che passiamo insieme ti ho sempre scritto con amore perché lo sei. Non ho potuto e non posso ancora prometterti che ti porterò all’eccelso, ma ti amerò scrivendo come non avrei mai pensato si potesse fare. Non preoccuparti se ti fai scrivere da altri, sei amata da chi ti legge e scritta da chi ti ama.

Io ti amerò come ho sempre fatto, e ti lascio libera nello stesso modo che ti scrivo. Vivo già il supplizio della paura di sbagliare e lo strazio di saperti in altre menti, in altri scritti e in altre mani.

Ma non importa perché tu sei nella mia anima e ti abbraccio per scaldarti e farti vivere come fa un cuore innamorato. Io t’amo come sei. Ma una domanda voglio fartela: Perché quando ti scrivono lo fanno in rima, e in mille altri modi che non voglio nominare?

Io, a volte, nei tuoi confronti mi sento colpevole. Colpevole di scriverti come non dovrei. Ma non è colpa mia se ti porto nel cuore e mi piace scriverti per farti sentire libera. Spesso scrivo ciò che sento per non dimenticarti e poi rileggo ciò che ho scritto per riuscire a ricordare. Ma quando non ricordo, scrivo ancora, poi rileggo e scopro che tu, in un verso o in un altro, sei e sarai sempre poesia.

Allora ti suggerisco un accordo: Io ti scrivo con emozione e come mi dice il cuore, ma ti prego di non sgridarmi. Non è colpa mia se sei nata bella, se mi emozioni e se la mia mente detta i versi senza avvisarmi e io li scrivo così, come li ricordo.

Tu poesia, non dovrai mai sentirti colpevole e io non ti chiederò mai niente. Lo so già! Me l’hanno insegnato le mie notti insonni e i miei giorni tristi. Ma tu, poesia, continua a vivere e a gioire di ciò che ci ha fatto riflettere da sempre e continua a godere del piacere e del tempo che riusciremo a stare insieme per capirci meglio. A volte sono le piccole cose a rendere grande un amore che nessuno potrà mai fermare. Ci piace stare insieme e lo faremo spesso. Voglio pregare, voglio sorridere, voglio pensarti scriverti e amarti come solo amando si riesce a fare.

Il mio nome è il tuo, i tuoi versi sono i miei, l’amore e le emozioni che ci legano sono farina dello stesso sacco. Ci siamo incontrati tardi, ma che importa! L’importante è averlo fatto. Il resto è solo fantasia inutile. Sappi che da adolescente ti studiavo a memoria e provavo a scriverti perché fu amore a prima vista. L’amore che proviamo e che viviamo dobbiamo viverlo a piene mani.

L’amore di questa storia conserverà il significato che ha sempre avuto: Vita! E lo sarà per sempre. Gli accadimenti grandi restano nel tempo e ad essi, specialmente quando si parla d’amore, c’è una continuità che non si spezza. Io sarò sempre nei tuoi versi e tu sarai nei miei pensieri. E chissà che un giorno io e te insieme, non saremo nel cuore di chi ci legge o nei cuori di chi volesse provare a scriverti. Ma io, poesia, continuerò ad amarti davanti al mondo che, anche se non ci appartiene, è nostro. È fatto di semplici cose e di profumi di stagione che nel loro insieme ci rendono liberi di volare nel nostro esistere. Ho sempre gioito quando il sole mi ha regalato luce, ma con la stessa enfasi, quando il fato si è accanito, ho pianto e forse lo farò ancora, ma ti amo e vorrei posare una lacrima nei tuoi versi per far capire a tutti quanto è dolce piangere. Mi auguro che tu sorrida in ogni istante, ma la dolcezza di una lacrima in un verso, è immensa. Noi non viviamo di parole propinate a caso negli intrecci della vita, noi viviamo di fatti, di versi e di parole non dette, ma dettate dal cuore e percepite con l’anima nuda. Le parole e le sensazioni che leggo dopo averti scritto, sono per te, poesia. Sono per noi e per la vita di chi leggendo si emoziona. Quella vita mai vissuta prima che c’incontrassimo e che ci mescolassimo nei versi. Ma quella stessa vita, oggi ci osserva e ci sprona a viverla così, come possiamo e come sogniamo, perché sognare si può e non è peccato.

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LA PRIMA POESIA

“Quella che segue è la mia prima poesia che scrissi quando arrivai a Torino a soli  quindici anni. Oggi, forse,  – commenta Cossa – la scriverei in modo diverso, ma non sarebbe vera allo stesso modo”.

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Il treno

Il treno correndo mi portava via

dalla terra amata e dalla mamma mia.

Poco più di un bimbo son partito,

promettendo a tutti che sarei tornato.

Amavo la campagna e quei luoghi

ma dovevo emigrare per sognare

e vivere una vita nuova, come i giorni

che sognavo.

Quel giorno il treno correva veloce

avrei voluto urlare, ma ero senza voce.

La paura mi attanagliava il cuore

mentre il treno correva da ore.

Qualcuno mi chiedeva dove vai,

ma io pensavo solo ai miei guai.

Un nodo mi serrava la gola

e non riuscivo a dire una parola.

Tentavo di dormire e non pensare

a cosa mi aspettasse al mio arrivare.

Che cosa farò in città io mi chiedevo,

mentre il treno ancora correva

troverò un lavoro dignitoso,

e vivrò una vita decorosa.

Il sonno infine venne e sognai cose belle

e quando dal treno scesi titubante

l’emozione mi soprese e piansi.

Oggi voglio aggiungere che quel viaggio cambiò la mia vita, ma le cose belle che sognai, nonostante tutto, le sogno ancora e lo farò fino alla fine dei miei giorni perché ogni giorno vivo, non ho più paura e sogno ancora.

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L’ULTIMA LIRICA DELLA SILLOGE

La raccolta si conclude con questa lirica che ha dato il titolo alla silloge.

Non mi dimentico mai di chiamarti amore

Non so più se sei donna, se sei amore,

se sei sogno, o se sei solo poesia,

ma ti amo come fossi amore,

ti sogno come fossi vita,

ti scrivo ogni notte una poesia

e mi manchi perché sei il mio respiro.

Ma ora dimmelo tu, donna mia,

che cosa sono i tuoi occhi, il tuo volto,

e il tuo sorriso se non poesia?

Sai donna, sei tu la poesia da scrivere,

da amare, da sognare e da vivere

volando e cantando il titolo e i versi

dell’unico motivo che un cuore folle

e innamorato può intonare:

Non mi dimentico mai di chiamarti amore…

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LINK UTILI

Il link che porta direttamente alla pagina di Amazon: https://amzn.eu/d/ani0F2s

Profilo personale di Facbook: https://www.facebook.com/cossa.carmelo/

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100040197038297

Canale Youtube dove ci sono alcuni video e tante video poesie: https://www.youtube.com/user/carmelocossa

Paola Totis: scrivo per condividere esperienze e stimolare riflessioni

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Fin da bambina il mezzo espressivo che preferisco è la scrittura, ma il primo romanzo l’ho scritto come terapia: avevo bisogno di rielaborare un trauma infantile che avevo rimosso, cercando di trovare un senso a quanto mi era accaduto e alle conseguenze che ha portato nella mia vita.

 

L’autrice

Paola Totis è nata a Udine nel 1976, dove ha conseguito il Diploma all’Istituto Magistrale “C. Percoto” e il Diploma presso la Scuola di Teologia. Ha insegnato alcuni anni in varie Scuole dell’Infanzia e Primarie del Friuli. Nel 2000 ha abbandonato l’insegnamento e si è trasferita a Noventa Vicentina, dove vive attualmente. Ha esordito nel 2016 con il romanzo “Chi è senza peccato?”, pubblicato da Edizioni Giorgione. Nel 2020 ha pubblicato il secondo romanzo, “La Compagnia del Silenzio”, con LogiKal Edizioni. È dell’agosto 2023 la pubblicazione dell’ultimo romanzo “Novanta” in self-publishing. L’autrice lavora come collaboratrice nella redazione di articoli per il mensile “AREA 3 news”.

 

L’intervista

Innanzitutto cosa ti ha spinto a scrivere il primo romanzo “Chi è senza peccato?” e quale tematica affronta?
«Fin da bambina il mezzo espressivo che preferisco è la scrittura, ma il primo romanzo l’ho scritto come terapia: avevo bisogno di rielaborare un trauma infantile che avevo rimosso, cercando di trovare un senso a quanto mi era accaduto e alle conseguenze che ha portato nella mia vita. Nasce così “Chi è senza peccato?”, che parla di tre donne che sono state molestate da un prete durante l’infanzia e insieme, grazie alla ritrovata amicizia che le legava, cercano di affrontare e superare le conseguenze che la traumatica esperienza ha lasciato nelle loro esistenze. Quando ho capito quante persone sono state toccate da questo vissuto durante l’infanzia, ho deciso di pubblicare il libro per condividere con esse timori e speranze, ma anche per denunciare questa realtà spesso sottaciuta».

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Nel 2020 pubblichi “La Compagnia del Silenzio”. Questo secondo romanzo di cosa parla?
«Anche questo romanzo nasce dalla riflessione riguardo un’esperienza personale, che è un vissuto di molte persone: la malattia e la perdita di un famigliare. Il romanzo scorre su due binari paralleli, che si alternano nei vari capitoli: la vicenda di Frans Van Raey, nella città di Amsterdam del Seicento e quella di Rosalba Trevisan, nella Vicenza contemporanea. Entrambi, pur in epoche e circostanze diverse, indagano sulla morte di un genitore, che appare loro prematura e inaccettabile, giungendo a una verità inaspettata che li aiuterà ad affrontare la dolorosa perdita. Il lettore scoprirà solo alla fine il filo invisibile che unisce i due protagonisti. Questo romanzo parla dell’accettazione del limite umano e della sofferenza. Ancora oggi sono tante le malattie di cui la scienza medica non conosce le cause e le cure, molte delle quali degenerative, pur essendosi notevolmente allungata l’aspettativa di vita, che però non va di pari passo con la qualità della vita. Pertanto il romanzo affronta anche un argomento molto dibattuto: l’eutanasia».

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Di recente hai pubblicato l’ultimo romanzo “Novanta”. Titolo piuttosto curioso: a cosa allude?
«Novanta non è altro che il nuovo nome che Noventa Vicentina, cittadina in cui vivo, prende nel momento in cui nasce la Seconda Repubblica di Venezia, nel giugno 2035, dal momento che si trova a novanta chilometri dalla capitale Venezia. È un romanzo distopico, in cui immagino uno scenario politico nazionale ed europeo diverso da quello attuale, causato dai tanti moti indipendentisti e dalla volontà di uscire da una situazione economica e sociale disastrosa. A narrare la storia in prima persona si alternano i due protagonisti Carlo Zafon e Giulia Petris. Il primo è un esponente idealista e ambizioso del Partito Indipendentista, divenuto Podestà di Novanta, che desidera candidarsi al Maggior Consiglio, il Parlamento veneto, per meglio conseguire i propri obiettivi politici. Giulia Petris è una vecchia fiamma del Podestà Zafon che fa parte del gruppo di opposizione di Novanta, nato in clandestinità per contrastare le riforme attuate dalla Seconda Repubblica di Venezia. Giulia si fa assumere come segretaria del Podestà Zafon per spiarne le mosse politiche, al fine di sabotarle. La vicenda condurrà il lettore fino ai risultati delle elezioni parlamentari, attraverso due anni in cui alleanze, mosse avversarie, compromessi e tradimenti coinvolgeranno i protagonisti in una girandola di emozioni e avvenimenti che porterà a un finale inaspettato. Il romanzo vuol essere una riflessione sul potere, non solo quello politico, ma anche quello dell’uomo sulla natura e dell’uomo sulla donna».

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Quali scelte hai fatto per le ambientazioni dei tuoi romanzi?
«Ho ambientato i tre romanzi tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, territori che conosco bene perché vi ho vissuto e di cui ho voluto descrivere le atmosfere, le bellezze storiche, artistiche e naturalistiche, oltre che gli aspetti culturali. Ho fatto un’eccezione per la città di Amsterdam, conosciuta durante un viaggio, che mi ha affascinato per la sua storia e per l’apertura mentale dei suoi cittadini».

Dove si possono trovare i libri?

Essendo autopubblicazioni o libri ormai fuori catalogo della casa editrice, li distribuisco personalmente. Chi fosse interessato, può richiederli scrivendomi in privato e lasciando il proprio indirizzo per la spedizione a:
https://www.facebook.com/paola.totis.7

https://instagram.com/paolatotis?igshid=NzZlODBkYWE4Ng==

indirizzo mail paolatotis76@gmail.com

 

“Il mondo nella nebbia”: Maiullari narra di eroi quotidiani, creature incantate e magia

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Ravelldhur è un mondo ricco di vita, creature incantate e magia. Ma è anche un mondo avvolto da una Nebbia senziente che punisce chiunque trasgredisca le leggi. E se il rispetto di quelle leggi fosse stato affidato a un essere oscuro, forse nemmeno umano, con la capacità di manipolare i pensieri e i ricordi dei vivi?

 

L’AUTORE

Michelangelo Maiullari nasce a Bari il 18 giugno 1981.

Frequenta il liceo-ginnasio Q. Orazio Flacco e l’Università degli Studi di Bari, conseguendo la laurea in Lettere classiche con una tesi sulle armi greche dell’epoca omerica e dell’epoca classica.

Dal 2012 lavora per l’azienda Space s.p.a. di Prato.

Fin da giovane età sviluppa un interesse per la scrittura e il disegno artistico che hanno come nucleo centrale ambientazioni e tematiche fantasy.

Nel 2012 pubblica il romanzo “Il sentiero di pietra” presso la casa editrice “Mondi velati”, esclusivamente in formato e-book.

Nel 2022 pubblica il romanzo “Il mondo nella nebbia” presso la casa editrice Zerounoundici edizioni in formato cartaceo e e-book.

IL LIBRO

Ravelldhur è un mondo ricco di vita, creature incantate e magia. Ma è anche un mondo avvolto da una Nebbia senziente che punisce chiunque trasgredisca le leggi. E se il rispetto di quelle leggi fosse stato affidato a un essere oscuro, forse nemmeno umano, con la capacità di manipolare i pensieri e i ricordi dei vivi?

Cosa accadrebbe se qualcuno desiderasse la libertà tanto da sfidare questo potere e spingersi a imprese impossibili pur di cambiare lo stato delle cose? È ciò che stanno per scoprire un gruppo di sventurati e improvvisati eroi, quando un misterioso individuo senza memoria piomba dal nulla incrinando l’ormai secolare legge del Mondo nella Nebbia.

Un uomo si risveglia in un prato, senza alcun ricordo di chi sia e si rende conto che l’intero mondo è circondato da una Nebbia senziente.

Aiutato da un folletto e una strega, intraprenderà un pericoloso viaggio verso l’ignoto, mentre la Nebbia miete le proprie vittime e rapisce ogni essere vivente predisposto alla magia. La Nebbia è controllata da un essere malvagio, una sorta di stregone, che può leggere e manipolare la mente e i ricordi delle persone.

Nel corso della storia si intrecceranno vicende e personaggi secondari, formidabili guerrieri e temibili creature, ma anche persone comuni che possono solo contare sulla propria intelligenza e caparbietà per non soccombere alle ingiustizie e iniquità; ognuno avrà il proprio ruolo nell’intricata rete degli eventi.

Il gruppo di sprovveduti e improvvisati eroi presto si renderà conto di essere entrato in un gioco complesso, ordito già da parecchio tempo e che ora sta volgendo al termine.

Il romanzo è disponibile sia in formato cartaceo e e-book che in versione Audiolibro.

Il mondo nella Nebbia in versione cartacea o e-book è ordinabile sui principali store on-line (Feltrinelli, Mondadori, Ibs, ecc.) ed è immediatamente disponibile su Amazon, dove è possibile acquistarlo e leggerne un estratto, al seguente link:

https://www.amazon.it/mondo-nella-nebbia-Michelangelo-Maiullari/dp/8893705885/ref=sr_1_1?crid=3QPSWJIS158U2&keywords=il+mondo+nella+nebbia&qid=1701594088&sprefix=%2Caps%2C279&sr=8-1

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Il mondo nella nebbia in versione Audiolibro, con la voce di Lorenzo Loreti, le musiche originali di Filippo T. Casanova e la nuova copertina disegnata da Dario Senesi, è disponibile mandando una richiesta direttamente all’autore Michelangelo Maiullari, al seguente indirizzo e-mail:

ilmondonellanebbia@gmail.com

dove vi saranno fornite tutte le indicazioni relative all’acquisto e all’invio dei file.

Sul canale di Lorenzo Loreti è possibile ascoltare un estratto di circa 35 minuti dell’audiolibro, al seguente link:

https://youtu.be/608EHP4xbSk?si=7Nu9MwSaX4-CEbIj

 

INTERVISTA ALL’AUTORE

Allora Michelangelo, parliamo un po’ del tuo libro. Spiegaci com’è nata l’idea per questa storia e svelaci alcune curiosità legate alla trama:

Sono partito da un topos letterario che mi ha sempre affascinato: quello di un ambiente chiuso e limitato, in cui le persone vivono isolate dal resto del mondo, ignare di tutto ciò che esiste o avviene al di là della loro barriera. Così è nata l’idea della nebbia che circonda tutto ciò che rimane di un mondo sgretolato. Una curiosità può essere questa: mi sono reso conto, col passare del tempo, che l’idea iniziale che avevo in mente, era totalmente diversa da ciò che poi ho scritto. Era come se la storia si evolvesse da sola. Nella mia mente avevo varie versioni di una stessa vicenda e mi sono divertito a pensare a tutti i possibili risvolti della trama, come se stessi tornando indietro nel tempo e scegliessi quale strada intraprendere per poi vedere il presente modificarsi di conseguenza. Una piccola traccia di questo gioco mentale la si può vedere in una delle vicende, credo, più catartiche del libro: c’è un momento in cui uno dei protagonisti vive due versioni dello stesso evento; la prima si svolge nella sua immaginazione, la seconda, invece, è ciò che accade realmente. Quelle erano le due versioni che avevo pensato e per quella particolare occasione ho potuto giocare con immaginazione/realtà e lasciarle entrambe.

Hai dovuto lavorare molto per scriverlo?

Ho impiegato circa un anno per completarlo. Non è stato troppo difficile scrivere la storia, poiché a grandi linee l’avevo già in mente, e come detto continuava a svilupparsi in modo autonomo man mano che raggiungevo i vari punti chiave. La parte più complicata è stata poi la revisione e far quadrare tutti i dettagli.

L’idea del titolo com’è nata?

Il nucleo del racconto è la nebbia, quindi è stato quasi automatico scegliere il titolo. All’inizio avevo pensato a qualcosa di più evasivo e accattivante, ma non volevo si perdesse il riferimento all’elemento chiave.

Raccontaci in breve qualcosa di te, chi è Michelangelo nel quotidiano?

Sono una persona molto introversa e chiusa, purtroppo; la socialità mi è sempre risultata difficile e perciò mi sono da sempre rifugiato nei miei mondi fantastici. Per il resto penso che la mia vita sia comune a quella di tante altre: lavoro, amici e hobby che nel mio caso, conformemente al mio carattere, si concretizzano in giochi da tavolo e di ruolo e bricolage.

Bene Michelangelo, vuoi segnalarci dei contatti social in cui i nostri lettori possono seguirti e contattarti?

Potete contattarmi su Facebook alla mia pagina personale oppure alla pagina del romanzo “Il mondo nella nebbia” e su Instagram (michelangelomaiullari).

“Chiamatemi Tonino”, nel libro di Verrigni il vero amore risponde a molte domande

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Si possono affrontare e superare con la sola forza dell’amore gli ostacoli della quotidianità? Si può chiamare vita una vita senza la persona che si ama? Si può essere davvero se stessi rinunciando a essere ciò che si è per la persona amata? Si può portare la propria vita al limite dell’esistenza e continuare a esistere in virtù di una promessa? Quando a rispondere a questi interrogativi è il vero amore, la risposta è sicuramente sì.

L’AUTORE

Domenico Verrigni, per tutti Mimmo, Nasce a Corato nella provincia barese, il 3 aprile 1965. La sua famiglia si trasferisce a Trani nel 1969 e da allora vive in questa meravigliosa cittadina affacciata sul mare nel nord barese con sua moglie Teresa e la sua bassottina Livia. È un artista semplice e visionario, un sognatore con la passione per la scrittura e in particolar modo per la poesia, passione che si concretizza nel gennaio del 2017 con la pubblicazione di 31 componimenti poetici scelti fra i tanti scritti dall’autore, nasce così: “Sinfonie del Profondo” edito da Cervino Edizioni, una raccolta che è viva espressione delle passioni e dei sentimenti del poeta.

L’opera è arricchita dalle illustrazioni di uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea, il pittore e scultore William Tode e dalla prefazione del critico d’arte e letterario il prof Angelo Calabrese che di lui dice: “Mimmo è così: riesce a diluire la marea della complessità nella semplicità dell’amore e dei sentimenti”. Con i suoi versi e i suoi racconti, è presente in molte antologie poetiche e letterarie, ricevendo apprezzamenti e menzioni di merito. Si cimenta nella stesura di un racconto in prosa e, nel dicembre 2021, viene pubblicato dalla Pav Edizioni il suo primo romanzo dal titolo: “Ora mi vivi dentro”. Presenta e promuove questo romanzo in molte città italiane da: “il Salotto di Milano” a Milano, al Festival del libro di Palermo “Una marina di libri”, a “Libri nel Borgo Antico” a Bisceglie, riscuotendo molti consensi.

Nel gennaio del 2023 viene pubblicato sempre dalla Pav Edizioni: “ULIVART”, una selezione di 13 poesie e altrettanti scatti artistici del fotografo francese Fred Di Girolamo, avente come tema e unico protagonista, l’albero d’ulivo. ULIVART diventa anche una mostra itinerante. La sua fucina-pensatoio, nella quale traduce in versi e racconti le sue emozioni e riflessioni, è sempre aperta e pronta a dare libero sfogo a nuove e avvincenti sfide. Infine nel mese di aprile 2023 pubblica, sempre con Pav edizioni, l’ultimo suo lavoro letterario, un nuovo romanzo dal titolo “Chiamatemi Tonino” presentato a maggio al SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO di Torino. Una nuova storia d’amore e non solo che in maniera elegante e discreta, affronta numerosi temi antropologici, tra cui quello drammaticamente attuale della violenza sulle donne. Questo nuovo romanzo ha lo scopo, al di là della pura e semplice storia narrata, di indurre il lettore alla riflessione sul complesso mondo dei sentimenti umani.

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IL LIBRO: “CHIAMATEMI TONINO”

Si possono affrontare e superare con la sola forza dell’amore gli ostacoli della quotidianità? Si può chiamare vita una vita senza la persona che si ama? Si può essere davvero se stessi rinunciando a essere ciò che si è per la persona amata? Si può portare la propria vita al limite dell’esistenza e continuare a esistere in virtù di una promessa? Quando a rispondere a questi interrogativi è il vero amore, la risposta è sicuramente sì. Ada e Cristoforo, o meglio Tonino, uniti dalla passione per l’arte, per la scrittura, per la natura e per la vita si trovano, si perdono e si ritrovano in questa storia avvincente, sentimentale, tragica e a tratti surreale, senza mai arrendersi. In un eterno momento, in bilico tra materia e spirito, non tradiranno le loro promesse. “Sorseggiavo quel caffè i cui aromi si mescolavano con i meravigliosi profumi del mare, un tiepido sole di una primavera appena sbocciata illuminava la mia bella Trani e i nostri volti, mentre i miei occhi, protetti da oscuri occhiali da sole, godevano del panorama infinitamente bello che il mare ci offriva. Guardando quell’orizzonte, mi perdevo in pensieri e viaggi mai fatti e in un senso di assoluta libertà e serenità. Sono Cristoforo Lorusso ma tutti gli amici mi chiamano Tonino, quindi fatelo anche voi: “CHIAMATEMI TONINO”.

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I libri dell’autore Mimmo Verrigni sono acquistabili su tutti i maggiori store online, prenotandolo in libreria o direttamente sul sito della casa editrice -Pav Edizioni-

https://pavedizioni.it/prodotto/chiamatemi-tonino

“Tempesta solare” di Rosalba Mio: fantascienza, un’avventura straordinaria

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Mi chiamo Rosalba Mio, autrice appassionata di storie che catturano l’immaginazione e toccano il cuore. Vi invito in un viaggio attraverso le pagine della mia dilogia “Tempesta Solare”, un’avventura che fonde il dramma umano con la potenza della fantascienza.

Tempesta Solare – I giorni del sole:
In un futuro prossimo, una tempesta solare ha stravolto il mondo. Segui le vite intrecciate di personaggi coraggiosi mentre lottano per sopravvivere, affrontando una nuova realtà post-apocalittica. Un mix avvincente di avventura e suspense, questo primo capitolo vi porterà in un viaggio emozionante attraverso i giorni del sole.

Tempesta Solare – I giorni della terra:
La saga continua con il secondo capitolo, esplorando le sfide della ricostruzione in un mondo devastato. Nuovi personaggi si uniscono alla lotta, tessendo una trama di resilienza, speranza e solidarietà. In questo capitolo avvincente, la ricerca di una nuova normalità si intreccia con scoperte sorprendenti.

Affronta questo viaggio Straordinario:
Attraverso il mio stile descrittivo, ho cercato di creare una storia che vada oltre i confini del genere, offrendo una prospettiva unica sulla forza dell’umanità di fronte al cambiamento.

 

Per saperne di più e acquistare: https://www.facebook.com/rossana.mio

“La strategia dell’attenzione”: Marco Ponzi svela l’Europa del 2050

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L’Europa del 2050 è lo scenario (stravolto da rivoluzioni culturali e tecnologiche) in cui si sviluppa la vicenda di Liborio Epis ed Elisabetta Covi, entrambi inconsapevolmente sulle tracce dei loro genitori, e non solo. La loro storia è il paziente assemblaggio di un puzzle i cui tasselli sono i personaggi stessi e la cui immagine d’insieme si rivelerà solo alla fine della loro ricerca. La vita e l’amore richiedono attenzione”

 

L’autore

Marco Ponzi è nato a Milano nel 1976.

Ha conseguito un diploma di Perito Turistico e uno di illustratore presso la Scuola Superiore di Arti applicate all’Industria. Ha infatti la passione per l’arte che esplicita anche attraverso la pittura, la fotografia e la scultura partecipando a diverse mostre collettive.

È autore di quattro libri: “Perché diffidare degli assistenti di volo” (Greco & Greco, 2011), “L’accento sulla A” (Edizioni Il Foglio, 2019), vincitore di un premio nell’ambito della Festa del libro in Mediterraneo nel 2021, “Le aspirazioni mortali o dei crimini d’autore” (Edizioni Il Foglio, 2022) e “La strategia dell’attenzione” (Guida editori), vincitore del premio Cimitile 2023.

Numerosi racconti e poesie sono raccolti in diverse antologie.

Il suo ultimo importante riconoscimento artistico è stata la menzione d’onore per l’opera complessiva conferita dal Luxembourg Art Prize nel 2022.

 

L’intervista

Da cosa deriva l’idea di questo romanzo?

I miei romanzi nascono tutti dal titolo: prima creo il titolo e poi vi costruisco attorno un racconto. Nel caso di quest’ultimo libro, il titolo mi è venuto in sogno, come mi capita spesso. Durante la pandemia, riflettevo sul martellamento continuo di informazioni che contraddicevano se stesse e questo portava le persone a distrarsi. Da qui la necessità di creare una strategia per focalizzarsi sulle cose importanti, su quello che tendiamo a trascurare, su ciò che il mainstream ci porta a dimenticare o ignorare.

Sappiamo che “La strategia dell’attenzione” è un seguito…

Sì, è il seguito de “L’accento sulla A” ma si può leggere indipendentemente dal romanzo precedente. È autoconclusivo ma ci sono alcuni personaggi che sono presenti in entrambe le opere e che creano un collegamento. Il titolo si richiama anche al fatto che un lettore attento potrà scovare alcune cose, stupirsi per un certo sviluppo e anche notare delle piccole incoerenze del tutto volontarie, proprio perché il mio scopo, in questa epoca di esasperata tecnologicizzazione che conduce alla costante distrazione, è portare a fare caso a quel che accade, nel mondo e anche nel mio libro, senza la pretesa di voler insegnare nulla. A dire il vero, tutte le mie opere sono disseminate di tranelli, enigmi, misteri, a partire dai titoli.

La tua biografia ora si è arricchita di un importante riconoscimento letterario, il premio Cimitile. Come hai accolto questa notizia?

Io non sono abituato, non troppo, per lo meno, a ricevere premi e nemmeno è lo scopo della mia scrittura o della mia pittura. Lo scopo della mia arte è trasmettere una visione, sollecitare un dibattito, stimolare delle discussioni, anche delle critiche, volendo. Quasi preferisco essere criticato che lodato perché ciò è alla base dello scambio di idee, oltre che essere uno spunto fondamentale per migliorarmi.

Ebbene, quando mi è stato comunicato che avevo vinto il Cimitile 2023 sono rimasto incredulo, soprattutto pensando al contenuto dei miei libri che non assecondano mai il gusto di ciò che va per la maggiore. La mia è una scrittura/pittura di contestazione, sebbene non troppo esplicita, e dunque non è facile incontrare il favore del pubblico o delle giurie. Forse sono troppo modesto ma ogni qualvolta qualcuno mi comunica un apprezzamento io stento a crederci.

Dunque vedere selezionato il mio lavoro inedito da una giuria super competente, abituata da ventotto anni a giudicare opere letterarie di ogni tipo (tra i premiati quest’anno c’erano Ezio Mauro, Mario Tozzi, Simona Sparaco e Sigfrido Ranucci) e sostenere con grande impegno e partecipazione la mia opera mi ha fatto indubbiamente molto piacere e, per una volta, mettendo la modestia da parte, fatto sentire orgoglioso di questo importante risultato.

Hai altri progetti in cantiere?

Purtroppo o per fortuna, continuo a sognare e creo titoli a tambur battente. Ho già pronto un romanzo spiritoso in cerca di editore e sto scrivendo un racconto lungo e un romanzo ambientato nel futuro, un futuro diverso da quello immaginato ne “La strategia dell’attenzione”, il 2050. Un futuro opposto e, come quello descritto nel mio ultimo romanzo, non saprei se definire auspicabile o temibile.

 

Contatti

www.marcoponziartista.com

FB Marco Ponzi Scrittore

IG marco_ponzi_artista

 

Enrico Tommasi: “Un imperfetto sconosciuto”, viaggio alla scoperta del proprio padre

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Chi può davvero sostenere di aver conosciuto i propri genitori? Una storia di riconciliazione e di perdono

L’AUTORE SI PRESENTA

“Sono Enrico Tommasi, nato a Salerno il 24 ottobre 1961, notaio di professione e scrittore per passione, vivo da molti anni tra Milano e il Lago di Como.

Ho iniziato a scrivere nel 2018 e ho pubblicato quattro libri: “I ragazzi della via Boeri” (giugno 2019, Primiceri Editore), romanzo di formazione, finalista nella sezione Opere Prime al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como, selezionato e presentato al Bookcity Milano 2019;  “L’inganno della lentezza” (giugno 2020, Primiceri Editore), diario intimo di un cammino sulla via Francigena italiana; “La nostra estate migliore” (giugno 2022, Morellini Editore) altro romanzo di formazione, ristampato più volte e per molti mesi tra i titoli di narrativa contemporanea più venduti su Kindle Store; il quarto e ultimo (settembre 2023 Morellini Editore) s’ intitola “Un imperfetto sconosciuto” ed è un romanzo che affronta il complicato rapporto padre/figlio”.

 

IL LIBRO

Chi può davvero sostenere di aver conosciuto i propri genitori?  Sovente le complessità della vita non ce lo permettono, ed è questa l’amara riflessione di Enrico, il protagonista, quando apprende che suo padre è morto.

Più del dolore della perdita, lo fa soffrire la consapevolezza di non averlo conosciuto come uomo, un senso di vuoto che trascende l’ineluttabilità della morte.  Ma una lettera inaspettata cambierà tutto: una donna vuole assolutamente vederlo per parlargli di suo padre.

Enrico è titubante, ma la voglia di sapere qualcosa in più di suo padre è così forte che decide di incontrarla.  Inizia così un viaggio, sia reale che metaforico, che lo porterà nelle zone oscure della storia della sua famiglia e dell’esistenza di suo padre.

Prima a ritroso nel tempo, con una ricerca nei ricordi familiari più cupi e dolorosi, che gli permetteranno di mettere a fuoco le cause delle mancanze paterne, poi verso Napoli, dove scoprirà una verità inaspettata. Una storia di riconciliazione e di perdono.

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La mostra di Natale alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia

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Ospita dal 12 al 23 dicembre 2023 quattro artisti: Alvaro Cerri, Cesare Iezzi, Dario Frascone e Andrea Zannella.

 

Alvaro Cerri, nativo in provincia di Brescia, classe 1951, vive a Gavardo, vicino a Salò, sul lago di Garda. Da sempre è stato pittore e i soggetti dei suoi quadri sono le persone, in quanto interessato all’uomo nella sua essenza. I suoi lavori si possono dividere in due categorie: i ritratti e le storie, che sono le sue storie. Racconta della sua vita e di ciò che gli è accaduto lasciandogli un forte segno. Ha dipinto cinque quadri sulle mani di sua madre morente. Ama dipinti anche dalle grandi dimensioni su tela o su tavola. Validi anche i ritratti realistici realizzati a matita.

Ha partecipato a diverse mostre, collettive e premi nazionali e internazionali. I dipinti dell’artista Alvaro Cerri sono sintesi di vissuto di memoria e di realtà, e realizzati con scioltezza della tecnica e con mano sicura, rivelano una sensibilità non comune in cui ogni soggetto, di chiara introspezione psicologica, vive di un’interiorità intensa, rivelando valori spirituali e umani. Si tratta di una figurazione esistenziale, quella dell’artista Alvaro Cerri, densa di riflessioni e sentimenti in cui riesce a raffigurare nell’opera un ritmo di narrazione e un’atmosfera profonda di vita dal grande vigore rappresentativo. Ne derivano pensieri, immagini e scene di situazioni altamente espressive che richiamano l’attenzione del fruitore e rispondono a una profonda esigenza di comunicazione palpitante di emozioni. Alvaro Cerri ci trasmette nella sua creazione la visione naturale dei suoi protagonisti, altamente simbolici e che documentano una visione evocativa di stati d’animo, attraversando un linguaggio personale ricco di spontanea naturalezza.

Cesare Iezzi è il secondo artista presente in mostra. Nato a Chieti nel 1958, autodidatta, inizia a dipingere giovanissimo.

Dopo aver conseguito il diploma di maturità all’istituto tecnico per geometri, nel 1981 si iscrive alla facoltà di architettura e, nel 2015, presenta all’Aurum di Pescara la sua ultima ricerca intitolata “Photopsyche”, una serie di ritratti fotografici in digital art sul tema del visibile e dell’invisibile. Dal 2016 traspone il concetto di “Photopsyche” nella scultura creando “Sculptures”, ovvero la visione trasfigurata dell’essere umano in cui compaiono le forme materializzate della propria psiche. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive ed è stato finalista di diversi premi tra cui la Biennale di Montecarlo 2023. Con l’inizio di quest’anno ha preso avvio un nuovo progetto dal titolo “Dual”, sei installazioni sul tema della dualità, in un confronto tra vecchi e nuovi miti contemporanei. Lavora spesso presso il suo studio a Civitanova Marche. La scultura di Cesare Iezzi segue un percorso di evidente solidità artistica e di valore culturale in cui i volti umani, che vivono in un tempo sospeso, si liberano in un concetto universale di vero significato sempre pregno di risonanza emotiva e di ricchezza interiore. Le sue creature sono ispirate alla mitologia greca e immerse in uno spazio di rinnovata dimensione. Vengono realizzate con un’interpretazione personale e un’essenza esecutiva elegante, sia nella dinamica dei volumi sia nella sintesi formale e essenziale. Quello di Iezzi è un iter intriso di potenzialità evocative che rivela un aspetto altamente simbolico e contenutistico capace di raggiungere il fruitore e di travolgerlo, perché interpreta un percorso di ricerca di nuova dialettica in grado di emozionare. Ogni opera è unica e irripetibile ed è capacedi comunicare la propria identità stabilendo un linguaggio di grande umanità all’insegna di un’esistenza fortemente spirituale.

Il terzo artista in mostra è Dario Frascone, nato a Torino nel 1992, autodidatta che, sin da subito, trova interesse nella lavorazione del legno.

Successivamente si dedica al disegno iniziando, nel corso del tempo, a esprimere le sue sensazioni con l’arte astratta, realizzando quadri con legno di recupero. Da qualche tempo sta esplorando l’arte digitale ottenendo favorevoli riscontri di critica. È stato selezionato alla X edizione della Biennale di Montecarlo 2023 e ha partecipato a mostre collettive. La ricerca, per l’artista Dario Frascone, è di fondamentale importanza nel suo iter, tanto che egli fa compiere all’osservatore un viaggio fantastico tra realtà e irrealtá, in cui immagini animate da luci, spazi e ritmi formali vivono attraverso una composizione del tutto originale impregnata di meditazione. Le opere dell’artista disegnate a mano e poi sviluppate in digitale con l’ausilio del computer, sono intrise di messaggi ricorrenti e di costanti aspetti fortemente simbolici che rappresentano la società in cui viviamo e lo stato d’animo dei suoi componenti. Ogni soggetto vive di una contemporaneitàsuggestiva realizzata con riflessione e notevole tensione spirituale, che rispecchia il senso e il non senso della vita moderna. Ogni dettaglio è descritto con una valida rispondenza estetica che evidenzia anche una scelta del colore improntata a estrosità e vivacità. L’unione è la sovrapposizione di varie scene di vita e di significati simbolici, che rivelano una compositiva autonoma e personale carica di un’atmosfera incantata, dove tutto nell’opera si veste di un’intensa espressività. Il colore è vivo e dinamico e si accompagna a una capacità tecnica notevole e a una chiara simbologia che esprimono un impeto creativo evidente.

Il quarto artista in mostra è Andrea Zannella, nato a Torino nel 1984, diplomato in grafica pubblicitaria e trasferitosi in Valle d’Aosta nel 2008.

Questo trasferimento gli ha consentito di approfondire il suo interesse per la natura. Da dieci anni ha unito a questa sua grande passione l’amore per la fotografia, la pittura e la scultura. Attraverso queste forme d’arte ha scoperto un nuovo modo di approcciare la natura, ha partecipato a diverse mostre personali e collettive. L’artista Andrea Zannella riesce a conferire a ogni suo soggetto una visione poetica di evidente pulsione interiore, che acquista un personale linguaggio pittorico. Egli ci proietta in una dimensione di bellezza e di sogno in cui lo studio complesso della luce, della cromia e della forma rivela un’energia strutturale ricca di abilità tecnica. Il colore dinamico e vivace, esteso in tutta la superficie del quadro, dialoga con una modulazione ritmica del segno e con una visione simbolica intrisa di originalità , mentre la resa della forma conserva sempre un’espressione figurativa. Quelle di Andrea Zannella sono immagini di chiara creatività e di evidente senso estetico, in cui la sicurezza del tratto e il dinamismo materico descrivono la capacità dei mezzi con un forte impatto visivo e tecnico. Alcuni suoi soggetti sono cavalli in corsa e particolari di animali, fonte di ispirazioni a cui l’artista è strettamente legato e che si liberano in tutta la loro fantasia vivendo di un’elaborazione tecnica assolutamente unica di pura entità cromatica e materica. Le sue opere si distinguono per una gestualità incisiva densa di accenti materici e ci regalano una realtà pittorica suggestiva, ricca di emozioni e di intensi stati d’animo.

 

Dal 12 al 23 dicembre 2023

Galleria Malinpensa by La Telaccia

Corso Inghilterra, 51 – Torino

Orario: 10:30-12:30/16:00-19:00 (chiuso lunedì e festivi)

 

Mara Martellotta

“Inaspettatamente Qui”, il romanzo di Luciana Servidio è un magico intreccio di esistenze

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Questa storia non ha un personaggio principale: é un intreccio di vite, dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. In questo modo, libera da ogni schema, la Vita può tessere le sue magiche trame in cui coinvolge, per motivi che solo Lei sa, persone che inaspettatamente si ritrovano l’uno nell’esistenza dell’altra, per apportare nuova luce, visione e consapevolezza. La Vita accompagna amorevolmente i personaggi, permeando di sé tutto il Romanzo: basta avere occhi per vederla, orecchie per ascoltarla e un cuore per gioirne, anche quando situazioni e circostanze sembrano remare contro di loro. E’ in quei momenti, infatti, che la Vita amorevolmente li spinge e li ispira a trovare in se stessi le migliori risorse per trasformare tutto. La vicenda non ha bisogno di luogo né di tempo per svolgersi: avviene tutta nell’animo e nel cuore dell’essere umano. Ogni personaggio é potenzialmente ognuno di noi, nella sua più fulgida versione.

La storia di “Inaspettatamente Qui”

Questo romanzo nasce in modo insolito, inaspettato e direi magico.

Mia madre si é spenta il 7 marzo di quest’anno. Il giorno prima di andarsene la sua voce ridotta ad un filo mi ha detto “promettimi che scriverai un libro”. Il suo invito a scrivere mi ha accompagnata per tutta la vita, perché la scrittura é da sempre dentro di me, é il mio strumento di elezione, la mia connessione con il mondo e con la Vita (quella con la V maiuscola). Da sempre, mia madre mi ha stimolata a portare alla luce il mio scrivere, ma nonostante sapessi che aveva ragione, non l’ho mai fatto. Perdere lei mi ha aperto un vuoto immenso sotto i piedi, che non avevano più dove poggiarsi e nessun passo più da fare. Né cuore, né animo, né mente erano pronti e disposti a pensare ad altro che al vuoto in cui sono finita senza mia madre. In quei momenti, pensavo che se avessi scritto qualcosa avrebbe saputo troppo e soltanto di dolore. Non volevo regalare al mondo dolore oltre a quello che a volte sembra predominare. Sentivo di voler riprendere carta e penna in mano, ma non usciva altro che vuoto. Così, ci ha pensato lei!

Una mattina che le mie mani scorrevano sulla tastiera inseguendo parole che non ricordo neanche più, sento fortissima la sua presenza, così forte che alzo lo sguardo di scatto: mia madre é davanti a me, gira intorno al tavolo e viene a sedersi alla mia sinistra. Non dice nulla. Siede e aspetta. Sono sopraffatta dall’emozione e dalla felicità di vederla. Non riesco a parlare. Gli occhi annaspano nelle lacrime e fatico a leggere quello che sto scrivendo. Sento che non devo fare domande, soprattutto non staccare le mani dalla tastiera del computer. Mi sento risucchiata, sospesa e sostenuta da un flusso indescrivibile che porta a me fiumi di parole. Queste si moltiplicano senza freno, senza dubbi né domande. Devo scrivere e basta. Dopo aver riempito sette pagine mi fermo e mi dico: “Ma io sto scrivendo un romanzo”. E’ una domanda e un’affermazione allo stesso tempo. Riprendo. Mi sento come un regista sul palco che vede presentarsi uno alla volta e al momento giusto tutti i personaggi che faranno parte della storia che lui stesso sta scrivendo. I personaggi si manifestano, si presentano dicendo il loro nome, la loro storia, l’intreccio di vite che creeranno, lo sviluppo e anche la loro fisicità, con tanto di dettagli. L’energia che riempie la stanza é al tempo stesso forte, gentile, salda, sinuosa e soprattutto inarrestabile. Non posso fare altro che assecondarla. Mia madre é rimasta seduta accanto a me, per un mese intero, senza dire una parola, solo per assicurarsi che avrei portato a termine il mio romanzo. Quando scrivo l’ultima frase sull’ultima pagina, mi saluta dicendo “ricorda che hai scritto tutto tu, hai fatto tutto tu”. Rileggo il libro tutto d’un fiato: mio é lo stile, mio il linguaggio, mia la creatività, mio il sogno finalmente tirato fuori dal cassetto dove l’ho tenuto chiuso per un’intera vita. Quel libro sono io. E il titolo dice tutto .. “Inaspettatamente Qui”.

Ringrazio in particolare il grafico del mio Editore che ha saputo cogliere perfettamente l’essenza del mio libro. Non é una storia d’amore, non é una storia di difficoltà da superare. E’ un intreccio di vite dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. Sono personaggi straordinari che sanno fare cose straordinarie perché dotati di visione, fede nella Vita, consapevolezza che tutto sia un sacro Allenamento per manifestare la versione più fulgida di se stessi. E’ una storia che ci sussurra all’orecchio per ricordarci che ognuno di noi può essere questa versione perché la Vita non ha prediletti, né prescelti. La Vita ci ama tutti nello stesso modo. Sta solo a noi ridestarci dal sonno in cui siamo caduti venendo al mondo e ritrovare in noi amore, strumenti, doni e talenti per fare della nostra esistenza il nostro Capolavoro.

L’autrice

Traduttrice di romanzi, documentari e saggi, correttrice di bozze e insegnante di lingue, Luciana Servidio nasce a Napoli il 23 novembre 1966. Inizia a viaggiare per il mondo già da piccolissima e all’età di quasi undici anni si trasferisce a Roma con la famiglia, dove prosegue gli studi fino alla Laurea in Lingue e Letterature straniere e al Master in traduzione letteraria. Desiderosa di comprendere il senso della vita in ogni suo aspetto, si é costruita un percorso professionale molto variegato, ricoprendo incarichi con profili molto diversi tra loro. Amante della lettura, della conoscenza e dell’autoguarigione non convenzionale, vive tutt’ora a Roma.

Il Viaggio insolito del mio libro

Sapevo che un giorno avrei trovato il coraggio di scrivere e pubblicare. E sapevo che oltre ad utilizzare i consueti canali di promozione avrei fatto compiere al mio scritto un Viaggio, scegliendo l’Universo come Distributore. E l’ho fatto. Forse é folle che un’autrice esordiente e sconosciuta come me scelga di affidare completamente nelle mani del caso (io lo chiamo Universo) qualche copia del suo libro. Ma l’ho fatto. La prima copia omaggio di “Inaspettatamente Qui” é arrivata insieme a me alla stazione di Napoli Centrale.

Io sono scesa lì, lei é rimasta sul treno al mio posto, in compagnia della dedica al Lettore scritta mentre ero in viaggio. Era il giorno dell’equinozio d’autunno. Secondo alcuni, spiritualmente parlando, l’autunno rappresenta il momento in cui dobbiamo riconoscere l’abbondanza come stato naturale dell’essere. Napoli é la città che mi ha dato le origini. Neanche se avessi voluto programmare tutto sarei riuscita a mettere insieme questi due ingredienti: le origini e l’abbondanza. La seconda copia del mio libro l’ho lasciata sul sedile della Metro B di Roma, il 10 ottobre, sempre con la dedica sul frontespizio, ma con colori e parole diversi rispetto alla precedente. Mi piace saperlo in Viaggio il mio libro.

Mi piace saperlo in compagnia della Vita. Quando l’ho lasciato sul tavolino del mio posto sul treno, l’ho visto trasformarsi in un sassolino gettato nell’acqua e creare infiniti cerchi concentrici che si espandevano nel mare e poi nell’oceano. A volte, mi sembra di vedere i volti di chi sceglierà di prenderlo e leggerlo per poi lasciarlo di nuovo a chi vorrà fare lo stesso. A volte mi chiedo dove sarà, a casa, nello zaino, nella borsa, tra le mani o sul comodino di chi. A volte mi sembra di scorgere i loro volti .. ma poi lo lascio andare, lì dove la vita lo vorrà condurre. Però, caro Lettore, cara Lettrice, anche se l’Universo ha scelto te a cui farlo arrivare come un dono, sappi che leggerlo una sola volta non ti basterà; sappi che ti verrà voglia di leggerlo e rileggerlo ancora, a volte dall’inizio alla fine, altre volte aprendo una pagina a caso; altre volte ancora ti basterà soltanto guardare la sua copertina vibrante di vita e di Magia, prima di iniziare la tua giornata o quando torni a casa.

Perché “Inaspettatamente Qui” é nato dalla Magia e ne crea nella vita di chi lo sceglie. La sua Magia si manifesterà in piccoli dettagli o con un’improvvisa intuizione o con qualcosa che fino a ieri non avevi notato o con un ricordo che riaffiora alla mente o semplicemente vivendo un attimo di gioia che non provavi da tempo. Questo libro é figlio dell’Universo, io ne sono stata solo l’esecutrice, mia madre l’ispiratrice, l’Unicorno lo Spirito che lo anima. Quando abbiamo smesso di credere nella Magia? E’ tempo di riportarla in vita.

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