Vetrina Live- Pagina 5

“Inaspettatamente Qui”, il romanzo di Luciana Servidio è un magico intreccio di esistenze

Informazione promozionale

Questa storia non ha un personaggio principale: é un intreccio di vite, dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. In questo modo, libera da ogni schema, la Vita può tessere le sue magiche trame in cui coinvolge, per motivi che solo Lei sa, persone che inaspettatamente si ritrovano l’uno nell’esistenza dell’altra, per apportare nuova luce, visione e consapevolezza. La Vita accompagna amorevolmente i personaggi, permeando di sé tutto il Romanzo: basta avere occhi per vederla, orecchie per ascoltarla e un cuore per gioirne, anche quando situazioni e circostanze sembrano remare contro di loro. E’ in quei momenti, infatti, che la Vita amorevolmente li spinge e li ispira a trovare in se stessi le migliori risorse per trasformare tutto. La vicenda non ha bisogno di luogo né di tempo per svolgersi: avviene tutta nell’animo e nel cuore dell’essere umano. Ogni personaggio é potenzialmente ognuno di noi, nella sua più fulgida versione.

La storia di “Inaspettatamente Qui”

Questo romanzo nasce in modo insolito, inaspettato e direi magico.

Mia madre si é spenta il 7 marzo di quest’anno. Il giorno prima di andarsene la sua voce ridotta ad un filo mi ha detto “promettimi che scriverai un libro”. Il suo invito a scrivere mi ha accompagnata per tutta la vita, perché la scrittura é da sempre dentro di me, é il mio strumento di elezione, la mia connessione con il mondo e con la Vita (quella con la V maiuscola). Da sempre, mia madre mi ha stimolata a portare alla luce il mio scrivere, ma nonostante sapessi che aveva ragione, non l’ho mai fatto. Perdere lei mi ha aperto un vuoto immenso sotto i piedi, che non avevano più dove poggiarsi e nessun passo più da fare. Né cuore, né animo, né mente erano pronti e disposti a pensare ad altro che al vuoto in cui sono finita senza mia madre. In quei momenti, pensavo che se avessi scritto qualcosa avrebbe saputo troppo e soltanto di dolore. Non volevo regalare al mondo dolore oltre a quello che a volte sembra predominare. Sentivo di voler riprendere carta e penna in mano, ma non usciva altro che vuoto. Così, ci ha pensato lei!

Una mattina che le mie mani scorrevano sulla tastiera inseguendo parole che non ricordo neanche più, sento fortissima la sua presenza, così forte che alzo lo sguardo di scatto: mia madre é davanti a me, gira intorno al tavolo e viene a sedersi alla mia sinistra. Non dice nulla. Siede e aspetta. Sono sopraffatta dall’emozione e dalla felicità di vederla. Non riesco a parlare. Gli occhi annaspano nelle lacrime e fatico a leggere quello che sto scrivendo. Sento che non devo fare domande, soprattutto non staccare le mani dalla tastiera del computer. Mi sento risucchiata, sospesa e sostenuta da un flusso indescrivibile che porta a me fiumi di parole. Queste si moltiplicano senza freno, senza dubbi né domande. Devo scrivere e basta. Dopo aver riempito sette pagine mi fermo e mi dico: “Ma io sto scrivendo un romanzo”. E’ una domanda e un’affermazione allo stesso tempo. Riprendo. Mi sento come un regista sul palco che vede presentarsi uno alla volta e al momento giusto tutti i personaggi che faranno parte della storia che lui stesso sta scrivendo. I personaggi si manifestano, si presentano dicendo il loro nome, la loro storia, l’intreccio di vite che creeranno, lo sviluppo e anche la loro fisicità, con tanto di dettagli. L’energia che riempie la stanza é al tempo stesso forte, gentile, salda, sinuosa e soprattutto inarrestabile. Non posso fare altro che assecondarla. Mia madre é rimasta seduta accanto a me, per un mese intero, senza dire una parola, solo per assicurarsi che avrei portato a termine il mio romanzo. Quando scrivo l’ultima frase sull’ultima pagina, mi saluta dicendo “ricorda che hai scritto tutto tu, hai fatto tutto tu”. Rileggo il libro tutto d’un fiato: mio é lo stile, mio il linguaggio, mia la creatività, mio il sogno finalmente tirato fuori dal cassetto dove l’ho tenuto chiuso per un’intera vita. Quel libro sono io. E il titolo dice tutto .. “Inaspettatamente Qui”.

Ringrazio in particolare il grafico del mio Editore che ha saputo cogliere perfettamente l’essenza del mio libro. Non é una storia d’amore, non é una storia di difficoltà da superare. E’ un intreccio di vite dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. Sono personaggi straordinari che sanno fare cose straordinarie perché dotati di visione, fede nella Vita, consapevolezza che tutto sia un sacro Allenamento per manifestare la versione più fulgida di se stessi. E’ una storia che ci sussurra all’orecchio per ricordarci che ognuno di noi può essere questa versione perché la Vita non ha prediletti, né prescelti. La Vita ci ama tutti nello stesso modo. Sta solo a noi ridestarci dal sonno in cui siamo caduti venendo al mondo e ritrovare in noi amore, strumenti, doni e talenti per fare della nostra esistenza il nostro Capolavoro.

L’autrice

Traduttrice di romanzi, documentari e saggi, correttrice di bozze e insegnante di lingue, Luciana Servidio nasce a Napoli il 23 novembre 1966. Inizia a viaggiare per il mondo già da piccolissima e all’età di quasi undici anni si trasferisce a Roma con la famiglia, dove prosegue gli studi fino alla Laurea in Lingue e Letterature straniere e al Master in traduzione letteraria. Desiderosa di comprendere il senso della vita in ogni suo aspetto, si é costruita un percorso professionale molto variegato, ricoprendo incarichi con profili molto diversi tra loro. Amante della lettura, della conoscenza e dell’autoguarigione non convenzionale, vive tutt’ora a Roma.

Il Viaggio insolito del mio libro

Sapevo che un giorno avrei trovato il coraggio di scrivere e pubblicare. E sapevo che oltre ad utilizzare i consueti canali di promozione avrei fatto compiere al mio scritto un Viaggio, scegliendo l’Universo come Distributore. E l’ho fatto. Forse é folle che un’autrice esordiente e sconosciuta come me scelga di affidare completamente nelle mani del caso (io lo chiamo Universo) qualche copia del suo libro. Ma l’ho fatto. La prima copia omaggio di “Inaspettatamente Qui” é arrivata insieme a me alla stazione di Napoli Centrale.

Io sono scesa lì, lei é rimasta sul treno al mio posto, in compagnia della dedica al Lettore scritta mentre ero in viaggio. Era il giorno dell’equinozio d’autunno. Secondo alcuni, spiritualmente parlando, l’autunno rappresenta il momento in cui dobbiamo riconoscere l’abbondanza come stato naturale dell’essere. Napoli é la città che mi ha dato le origini. Neanche se avessi voluto programmare tutto sarei riuscita a mettere insieme questi due ingredienti: le origini e l’abbondanza. La seconda copia del mio libro l’ho lasciata sul sedile della Metro B di Roma, il 10 ottobre, sempre con la dedica sul frontespizio, ma con colori e parole diversi rispetto alla precedente. Mi piace saperlo in Viaggio il mio libro.

Mi piace saperlo in compagnia della Vita. Quando l’ho lasciato sul tavolino del mio posto sul treno, l’ho visto trasformarsi in un sassolino gettato nell’acqua e creare infiniti cerchi concentrici che si espandevano nel mare e poi nell’oceano. A volte, mi sembra di vedere i volti di chi sceglierà di prenderlo e leggerlo per poi lasciarlo di nuovo a chi vorrà fare lo stesso. A volte mi chiedo dove sarà, a casa, nello zaino, nella borsa, tra le mani o sul comodino di chi. A volte mi sembra di scorgere i loro volti .. ma poi lo lascio andare, lì dove la vita lo vorrà condurre. Però, caro Lettore, cara Lettrice, anche se l’Universo ha scelto te a cui farlo arrivare come un dono, sappi che leggerlo una sola volta non ti basterà; sappi che ti verrà voglia di leggerlo e rileggerlo ancora, a volte dall’inizio alla fine, altre volte aprendo una pagina a caso; altre volte ancora ti basterà soltanto guardare la sua copertina vibrante di vita e di Magia, prima di iniziare la tua giornata o quando torni a casa.

Perché “Inaspettatamente Qui” é nato dalla Magia e ne crea nella vita di chi lo sceglie. La sua Magia si manifesterà in piccoli dettagli o con un’improvvisa intuizione o con qualcosa che fino a ieri non avevi notato o con un ricordo che riaffiora alla mente o semplicemente vivendo un attimo di gioia che non provavi da tempo. Questo libro é figlio dell’Universo, io ne sono stata solo l’esecutrice, mia madre l’ispiratrice, l’Unicorno lo Spirito che lo anima. Quando abbiamo smesso di credere nella Magia? E’ tempo di riportarla in vita.

.

Questo il link per acquistare il mio libro:
Questo il link dell’intervista:

Nel libro di Sorrentino i misteri del Maresciallo Cavallero in quel fatale settembre 1943

Informazione promozionale

“La Benda al Cuore” / Il nuovo romanzo di Gerlando Fabio Sorrentino  ripercorre le pagine di  storia italiana che ruotano attorno alla data del’8 settembre 1943 e alla misteriosa scomparsa del Maresciallo d’Italia, piemontese di Casale Monferrato

 

E’ da poco trascorso l’ottantesimo anniversario dell’8 settembre 1943, una delle date più controverse della storia italiana del ‘900. Di quel periodo è stato scritto e detto tanto. Ma mancava un’opera che, con rigore storico e passione dell’autore, andasse a scavare in una delle pagine ancora oscure che riguardano quel periodo: la morte del Maresciallo d’Italia Ugo Cavallero, figura di spicco della storia militare italiana, originario di Casale Monferrato (il caso volle che l’altro militare protagonista delle vicende che segnarono la caduta del Fascismo fosse Pietro Badoglio, anch’egli monferrino di Grazzano, a pochi chilometri da Casale). Questo “soldato piemontese” è al centro di un’opera che illumina una delle pagine più oscure e cruciali della storia italiana.

L’autore Gerlando Fabio Sorrentino ci presenta il suo ultimo lavoro, il suo terzo romanzo, “La Benda al Cuore”, imperniato sul mistero della morte di Cavallero nel contesto della tumultuosa transizione dell’Italia, dalla caduta del regime fascista al lento e sanguinoso cammino verso la democrazia, a partire proprio dalla data storica in cui l’Italia annunciò l’armistizio con gli Alleati, spianando la strada a una serie di eventi tragici e rivoluzionari che avrebbero segnato per sempre la nazione. Nel libro vengono affrontate e svelate alcune pagine della storia vera dell’enigmatico capo di stato maggiore generale delle Forze Armate Italiane durante la Seconda Guerra Mondiale, trovato morto nel settembre 1943 in circostanze misteriose.

Con precisione giornalistica e profondità di analisi, Sorrentino disegna un panorama del settembre 1943: dallo sbandamento dell’esercito italiano, alla reazione violenta dei tedeschi, dai bombardamenti alleati alle atrocità naziste, dalla confusione politica al dramma di un popolo preso tra due fuochi. Una nazione letteralmente spezzata in due, con al centro la figura emblematica di Cavallero, simbolo dei tormenti, delle divisioni e delle complessità di un’epoca. In “La Benda al Cuore”, l’autore non si limita a ricostruire la cronaca degli eventi, ma penetra l’animo dei protagonisti e il clima di incertezza, paura e tradimento che permeava quei giorni.

Il romanzo si configura non solo come un viaggio storico, ma come una lente di ingrandimento sulle dinamiche umane, politiche e militari che hanno determinato le sorti dell’Italia. Alla luce dei recenti sussulti politici e sociali che attraversano il continente europeo, l’opera di Sorrentino acquisisce un valore ancora più profondo, fungendo da monito sulla fragilità delle democrazie e sulle cicatrici indelebili lasciate dalla guerra, invitando a riflettere sulle lezioni non apprese e sulle tragiche ripercussioni delle guerre passate e presenti. “La Benda al Cuore” si propone come un testo indispensabile per tutti coloro che vogliono approfondire o riscoprire un periodo cruciale della storia italiana, sottolineando l’importanza della memoria collettiva e dell’analisi critica degli eventi passati, soprattutto in occasione dell’ottantesimo anniversario del fatidico settembre ’43.

Cavallero, oltre al suo ruolo militare, ha incarnato una figura chiave nell’industria italiana, guidando colossi come Pirelli e Ansaldo. Laureato, poliglotta e dotato di un’intelligenza brillante, la sua morte rimane uno dei grandi misteri della storia italiana del ventesimo secolo. Il romanzo getta luce su un uomo complesso, alle prese con le tensioni dell’epoca e con un profondo senso di appartenenza ai valori tradizionali italiani, capace di ispirare l’ammirazione e l’avversione dei suoi contemporanei. Una figura dalla personalità enigmatica, che continua ad affascinare e a suscitare interrogativi a distanza di ottanta anni esatti dalla sua morte. L’autore ci conduce attraverso gli ultimi tre giorni di vita del maresciallo, raccontando gli eventi che portarono alla sua tragica scomparsa, avvenuta nel settembre del 1943: si trattò di un suicidio oppure di un omicidio ordito dai tedeschi o dai fascisti?

La morte di Cavallero è solo uno dei tanti elementi che compongono questo romanzo. Vi è presente anche una drammatica e dettagliata ricostruzione delle convulse giornate che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943. Una pagina della storia italiana caratterizzata da una grande confusione, dalle atrocità e deportazioni perpetrate dai tedeschi e dalle devastazioni causate dalle Forze Alleate.

 

L’autore

Originario di Agrigento ma abruzzese d’adozione, Gerlando Fabio Sorrentino ha consolidato la sua presenza nel panorama letterario italiano con una carriera variegata che spazia dal romanzo alla poesia, ricevendo significativi riconoscimenti, tra cui una segnalazione sul Venerdì di Repubblica da parte del giornalista Corrado Augias, distinguendosi per la sua capacità di unire la meticolosità della ricerca storica alla profondità dell’analisi psicologica. Sorrentino continua il suo percorso di esplorazione dei meandri più oscuri della storia italiana, offrendo un’opera matura e articolata e trovando in “La Benda al Cuore” uno dei suoi apici espressivi.

Dettagli dell’opera

La benda al cuore

Autore: Gerlando Fabio Sorrentino

Editore: PAV Edizioni

Formato: 15×21

Pagine: 496

Prezzo di copertina: € 22,00

Collana: Romanzo Storico

Pagina Facebook:

https://www.facebook.com/labendalcuore

 

Link per acquisto su Amazon:

https://www.amazon.it/benda-cuore-edit-edizioni-edito/dp/B0CHLH8RBJ

“Altre forme di vita” di Simone Gaballo: un insolito thriller con colonna sonora

Informazione promozionale

“Qui a Roma c’è da sempre una specie di anestesia collettiva: le cose si dimenticano dopo poco. Ci siamo addormentati dopo l’avviso del comandante in aereo. L’equipaggio fornisce le istruzioni in caso di emergenza e nessuno le ascolta. Ci siamo assuefatti, siamo Gotham City col Colosseo e senza Batman”

Berlino, 10 gennaio 2017, anniversario della morte di David Bowie. Un morto impiccato, un’indagine per omicidio chiusa in fretta con l’arresto dell’amante del defunto. Lui la picchiava, lei si è vendicata. Il social media manager Andrea Straniero e il suo amico avvocato Sandro conoscono la ragazza e sanno che è innocente. Per scagionarla, arrivano fino a Kyoto sulle tracce della ex moglie di Karl fuggita da Berlino. Dice di sapere chi è il colpevole: è attendibile una donna che lascia indizi su Instagram postando biglietti dei biscotti della fortuna cinesi? Intanto, alla periferia est di Berlino, si afferma il misterioso Nazikommunist Partei guidato da Olaf, sanguinario postino della ex DDR, e dal prof. Kravets, filonazista ed esperto in DNA delle piante. A Roma invece, scoppia una strana epidemia: le persone, colte da scatti d’ira, uccidono senza pietà. È tutto collegato?

Suspence, humor nero, birra e musica: sono questi gli elementi portanti di “Altre forme di vita”, il nuovo romanzo di Simone Gaballo, edito da Bookabook, disponibile in libreria e in tutti gli store digitali.

Se già nella sua prima fatica letteraria “A Berlino va bene” (2018, Ultra Novel), Gaballo aveva messo alla prova i lettori con una trama intricata e sorprendente che si dipanava nella capitale tedesca, qui i colpi di scena si moltiplicano per tre città: da Berlino a Roma, passando per Kyoto.

Dichiara l’autore: “Volevo realizzare un thriller che avesse dentro elementi di giallo classico, fantascienza, citazionismo pop e una consistente spruzzata di ironia, con un occhio molto attento anche ai nuovi estremismi politici europei e ai fenomeni di complottismo in Rete. Si parte da un uomo impiccato in un residence berlinese e si arriva a parlare di tradizioni e cibi giapponesi, birra, guerra fredda, sostanze aliene, neonazismo, hacker, botanica e social media. Non preoccupatevi: alla fine i conti torneranno!”

Scrittura “fotografica” e “sensoriale”, dialoghi fulminanti e una super playlist come colonna sonora

Un’avventura raccontata in prima persona dai vari protagonisti della storia: le diverse voci narranti con i loro punti di vista contribuiscono a dare vivacità a capitoli molto brevi che invogliano il lettore a passare subito al successivo. Ed è proprio questo forse, oltre a una scrittura “fotografica” che fa pensare a molte serie tv di tendenza, uno dei punti di forza di “Altre forme di vita”: uno stile vivace che accompagna anche i dialoghi fulminanti tra i protagonisti Andrea e Sandro e che ad alcuni ha ricordato quelli dei film di Quentin Tarantino o di una certa letteratura americana di genere “hard boiled” di cui Joe. R. Lansdale è uno dei capostipiti.
Nelle recensioni del libro si ritrova spesso anche l’aggettivo “sensoriale”, per la capacità dell’autore di catapultare letteralmente il suo pubblico all’interno della storia, anche soltanto con brevi pennellate su luoghi e personaggi.

L’altro elemento che fa la differenza nel romanzo è la musica: un QR code in seconda pagina rivela subito al lettore dove trovare le “suggestioni sonore”.
Lo scrittore è un grande appassionato di musica: “Poco tempo fa, Paolo Sorrentino ha dichiarato che, prima ancora di scrivere una scena, ha in mente la musica che la accompagnerà. A me succede lo stesso, da sempre. Prima ascolto una canzone, poi ci costruisco sopra un capitolo. Così è nata la playlist di ben 61 brani disponibile su Spotify che fa da colonna sonora al libro”.
Spesso, la musica si rivela fondamentale per il metodo di deduzione del protagonista. Che, non essendo un investigatore professionista, si affida molto alle intuizioni estemporanee. Si spazia tra alcune hit new wave, post punk e rock degli anni ’70-‘80-’90 (David Bowie, Joy Division, Blur, The Cure, Tears for Fears, Talking Heads, Radiohead, Oasis) e pezzi contemporanei anche italiani (Subsonica, Calcutta, I Cani, CCCP, Cosmo), tanta elettronica e canzoni di artisti della scena giapponese e tedesca. Il titolo del romanzo, peraltro, cita un successo dei Bluvertigo del 1997.
Le citazioni ci portano anche a Torino. E in particolare al film di Marco Ponti “Santa Maradona”, interamente ambientato in città. All’occhio più attento, non sfuggiranno la dedica iniziale a Libero De Rienzo con tanto di virgolettato preso dal film, e il nome del protagonista del romanzo, Andrea Straniero, mutuato dal personaggio interpretato da Stefano Accorsi.

Non mancano gli endorsement di personaggi noti: nel 2018, il cantante Garbo ha letto, apprezzato e promosso il primo romanzo dell’autore, “A Berlino va bene”, che citava apertamente il titolo di un suo celebre brano del 1981. Alberto Madrigal, autore di numerose graphic novel di successo in tutto il mondo e colorista di Zerocalcare, ha espresso apprezzamento nei confronti dello scrittore.

L’autore

Simone Gaballo, nato a Roma alla fine del 1974, è da sempre appassionato di parole. Dopo un esordio come speaker radiofonico, declina la sua passione per la comunicazione in ogni modo possibile: giornalista pubblicista, social media specialist, copywriter, blogger di prima generazione tra i più noti in Italia, docente di social media marketing. Nel 2011 pubblica il racconto breve “Miracolo al supermarket” per il progetto di bookcrossing Passaggi. Nel 2018 esce in libreria il romanzo d’esordio “A Berlino va bene” (Ultra Novel) che narra le vicende di Andrea Straniero, detective per caso che indaga con l’aiuto di tre insoliti “Watson”: social network, musica e birra. Nel 2020 il racconto “Carlo Briaschi” viene selezionato dalla giuria di qualità del Comune di Certaldo e del Touring Club Italiano per far parte dell’antologia “Racconti Isolati – Un Decameron al tempo del Covid” (Federighi) uscita a novembre 2021. A fine 2022 esce il suo secondo romanzo “Altre forme di vita” (Bookabook). Il protagonista è ancora una volta lo stralunato social media manager Andrea Straniero. Curioso per natura, appassionato di thriller, horror e colpi di scena, vorrebbe vivere tra Berlino e la costa atlantica francese ma per ora si accontenta di Roma. Nei suoi romanzi sempre permeati da una sottile ironia, mescola le passioni di una vita: social media, geografia, botanica, musica e citazioni pop. Nel contempo, gli occhi sono sempre bene aperti sulla stretta attualità sociopolitica. I suoi lettori gli riconoscono due principali pregi: la scrittura fotografica, quasi come fosse la scena di un film, e lo stile estremamente rapido, tra dialoghi fulminanti e descrizioni poco convenzionali. I suoi romanzi sono accompagnati da playlist musicali eclettiche e ricercate perché, dichiara: “Senza la musica non riesco a scrivere”. Ama definirsi un lettore pigro che scrive per lettori altrettanto pigri, ma la scelta stilistica di realizzare capitoli brevi che lasciano col fiato sospeso ha conquistato anche i palati letterari più esigenti.

LINK UTILI

Acquista “Altre forme di vita”
https://www.amazon.it/Berlino-va-bene-Simone-Gaballo/dp/8867767313

Official playlist Spotify (disponibile anche su YouTube)
https://open.spotify.com/playlist/3nvUyvKNFm67OI3DntpgYj?si=7d9b7e94d3cd4bf8

Acquista “A Berlino va bene”
https://www.amazon.it/Berlino-va-bene-Simone-Gaballo/dp/8867767313

Guarda il booktrailer di “Altre forme di vita”
https://www.youtube.com/watch?v=iyCq7Zxwidw

Segui Simone Gaballo su Facebook
https://www.facebook.com/simonegaballo.libri.di

Segui Simone Gaballo su Instagram
https://www.instagram.com/vagliume/

Tutte le opere dell’autore
https://taplink.cc/simonegaballo

Un inno all’arte femminile alla galleria Malinpensa by La Telaccia

/
Informazione promozionale

La mostra “Le donne nell’arte”

La mostra intitolata “Le donne nell’arte” è in programma presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia dal 23 novembre al 6 dicembre 2023. Saranno protagoniste Dada C, Federica Caprioglio, Luisa Piccoli e Mimora

È una visione ottica sorprendente quella dell’artista Dada C, che raggiunge, in una sintesi di solida rappresentazione, risultati evidenti di singolare rilievo e di emozioni pure.

La ricerca continua, il gusto compositivo e l’evidente simbologia conducono in direzione di una ricerca assolutamente personale che ne sottolinea una emotività profonda capace di comunicarci sensazioni continue. Il recupero e l’attenzione ai materiali, quali elemento primario della stoffa modellata sempre con sapienza, si identifica nel lavoro di Dada C, accompagnato da uno straordinario equilibrio e da una solida strutturazione di affascinante raffinatezza e armonia. Tra le pieghe della stoffa vive, in piena sintonia con la sapienza dei contenuti, una spazialità di forte valenza formale costantemente ritmata di atmosfere e di una magistrale prospettiva. L’artista esalta la materia, sottolineandone l’importanza del riciclo e apportando all’opera un’essenza spirituale ricca di valori umani. Le opere dell’artista Dada C si muovono tra istinto e profonda analisi e si avvalgono di una personale espressiva animata dalla capacità introspettiva che si concretizza in una concezione dinamica e di un senso volumetrico di evidente indagine denso di maestria e di resa assoluta. Il suo stile, ben definito di una compositiva libera, si riconosce appieno perché la forza vitale tra colore e materia accende il soggetto di notevoli effetti tecnici e di giochi tra pieni e vuoti. Le sue opere sono caratterizzate da una sperimentazione tecnica impegnativa, risultano ricche di vitalità, di magnetismo e di un processo creativo interessante che si distingue e vive attraverso il suo percorso artistico. Osservando le creazioni di Dada C percepiamo una forte vibrazione della materia che si fonde all’elemento cromatico in un rapporto equilibrato tra spazio, forma e luce, dando al soggetto dinamicità e senso di esecuzione.

Il messaggio simbolico, la fantasia vivace e il rilevante effetto scenico vivono nel suo iter con passione e professionalità. È una narrazione, quella dell’artista Dada C, consolidata da studio e originalità, dove lo spirito universale della materia, di forte impatto estetico -emotivo, trasmette un’impronta particolare e unica alla sua arte. Sono opere di puro stato d’animo che rivelano una matura elaborazione e una padronanza dei mezzi che, palpitante di amore e di un delicato intimismo, si liberano in una dimensione capace di conquistarci e di farci sognare.

Dada C è nata a Urbino e cresciuta a Fermignano, patria di Donato Bramante. I suoi quadri vengono realizzati con stucco francese lavorato con apposite spatole su tela e poi colorati con colore acrilico. La caratteristica che li differenzia sta nelle sfumature e nel chiaroscuro che viene personalizzato dalla mano dell’artista. Le opere sono realizzate con tecnica mista su tela, riciclo su stoffa.

Poetessa del colore e del disegno, l’artista Federica Caprioglio si dedica ad un filone fantasioso in cui i soggetti della natura prendono vita e forma in una visione umana ricca di bellezza e di armonia uniche.

Con uno stile rinnovato e una costruttiva di realtà figurativa, l’artista realizza opere dal sapore fiabesco, dove tutto, come per incanto, splende di vibrazioni cromatiche e di stati d’animo. Attraverso un tratto pulito e delicato il linguaggio artistico della Caprioglio esprime sensazioni e riflessioni continue in grado di suscitare all’osservatore un senso di serenità interiore. Le suggestive cadenze luministiche, la chiara stabilità del tratto e la fervida fantasia aprono un discorso pittorico preciso e sincero in piena padronanza dei mezzi. La sua tecnica mista quale acquerello, gessetti, matite e tempera su carta, ottiene un risultato di carica singolare e di riflessione cromatica autonome e espressive molto raffinate e delicate, dove il disegno prende rilievo di un racconto poetico e prezioso. La Caprioglio sa creare un’atmosfera di personalità e sentimento che ci affascina e che rivela pieno temperamento. Il valore universale della natura, degli animali e dell’essere umano è, per l’artista, di alta concezione; ed è in questa profonda sensibilità che lei opera.

Troviamo uno spazio pittorico intenso di pregnanza contenutistica; l’aspetto surreale, che è fortemente sentito dall’artista, le consente di penetrare oltre l’aspetto visivo. La sua pittura è un’emozione continua, intrisa di forza lirica e di uno stile che la caratterizza e le fornisce pienezza dell’atto creativo. Dai tronchi dell’albero e dalle rocce nascono personaggi fantastici dalle sembianze umane perfettamente adattati al paesaggio che li circonda. L’artista dà corpo e anima ai suoi soggetti in un’atmosfera magica dalla notevole espansione interpretativa che la distingue e che rende le sue opere inconfondibili, ricche di autentica passione e di amore per la vita.

La vitalità pittorico-espressiva è immediata e così anche la riconoscibilità del suo linguaggio comunicativo. Ogni quadro è la scoperta di un racconto unico dove l’osservatore che ammira l’opera ne è testimone. Tra luci e ombre magistrali e la severa preparazione dell’acquerello, scopriamo un’ideazione originale pulsante di un lineare senso della composizione. Si tratta di un mondo irreale, legato, come una fiaba, ai ricordi dell’infanzia, che si carica di uno spazio infinito capace di sorprenderci e che si colora di tensioni emozionali. È una ricerca di serena compositiva, quella dell’artista Caprioglio, fatta di costante presenza emozionale, di esigenza interiore e di rispetto per la natura, dove l’indagine psicologica, che emana un profondo e ricorrente messaggio, è struttura portante dell’opera. Nell’iter della Caprioglio ogni particolare trova risonanze di sogno e di realtà offrendoci una narrativa simbolica e un’immaginazione continuamente stimolante.

Federica Caprioglio, nata a Torino, si laurea in Scienze Naturali all’Università di Torino. Ha fatto diverse mostre, Expo Arte internazionali e segue progetti espositivi anche con il Comune di Torino. Della sua arte afferma: “La composizione degli elementi di un quadro è frutto di una ricerca di soggetti naturali che, trasfigurati, diventano qualcos’altro, come ad esempio tronchi o pietre che acquistano sembianze animate. Cerco in ogni forma naturale ciò che gli occhi della fantasia mi suggeriscono”.

L’artista Luisa Piccoli, con un linguaggio di grande spessore umano, porta alla luce una figurazione di notevole tensione lirica e di poetica creatività che si distingue rilevante e personale.

L’artista realizza opere ispirandosi alla condizione umana e sociale con profonda essenza emotiva. Offre al fruitore vari e importanti spunti di riflessione e di messaggi significativi sempre con rispettabilità e sentimento. I suoi sono racconti di pura contemplazione che svolgono una funzione molto impegnativa e simbolica. Cromatismi singolari, fantasia di composizione e azione formale offrono alle opere una ricchezza di valori pittorici notevoli, dove il gioco delle figure vive in simbiosi con i diversi materiali utilizzati dall’artista. L’intera visione pittorica di Luisa Piccoli si presenta attraverso un’intensa spiritualità, in cui trovano sublimazione pensieri, ricordi e valori di chiaro effetto emozionale e concettuale. I soggetti si avvalgono di uno stile unico, che si riconosce appieno e che si esprime con un linguaggio comprensibile, tanto da comunicare all’osservatore una libertà essenziale e suggestiva, capace di trasmettere all’opera sentimento e purezza d’animo. Quella di Luisa Piccoli è un’arte altamente psicologica che si anima di vita interiore e di una rielaborata scena universale del mondo, ritmata da una dinamica realistica e da uno stile ben definito. La Piccoli è un’artista intensamente emotiva che indaga sia sull’esistenza sia sulle proprie emozioni, trasmettendo messaggi di pace e amore universali. Le sue composizioni sono memorie di simboli che scorrono inarrestabili e sempre più intensi nell’opera, con fascino e poesia. L’artista realizza una strutturazione fortemente originale e dal grande impatto visivo, che si libera in una interpretazione consapevole e una tecnica personale autentica. Le sue opere sono piene di equilibrio, dense di resa formale e di suggestivi accordi tonali, in cui traspare l’interiorità dell’artista e si orientano verso tematiche di grande spessore contenutistico e di analisi introspettiva. Vibranti accostamenti di collage vengono esaltati da un vigoroso aspetto della materia e creano nell’opera effetti dinamici capaci di esprimere una forte energia vitale. Si sviluppano, in uno spazio pittorico ricco di sensibilità e limpidezza d’animo, emozioni uniche e riflessioni immediate capaci di evidenziarne una forte carica emotiva. Luisa Piccoli, sempre attenta ai particolari, indaga sull’identità dell’uomo con verità e con un qualificato contenuto, in una dimensione spirituale profonda che vive all’interno del suo iter.

Luisa Piccoli nasce a Bisceglie (Bari) nel ‘53. Ha conseguito la maturità classica, Accademia delle Belle Arti di Bari. Pittrice, scultrice, scrittrice, poeta e  scenografa. Professoressa di Arte e Immagine. Viaggiatrice e ricercatrice spirituale e sociale. Ha trascorso la sua vita fra Bisceglie, Udine e Vienna. Ha fatto diverse mostre personali, collettive e concorsi ricevendo successo di pubblico e critica. 

Nelle opere dell’artista Mimora, l’elemento predominante dell’aspetto umano, che non è di immediata lettura per il fruitore, vive in totale simbiosi con una funzione narrativa carica di emotività, all’insegna di contenuti profondi e di una ricerca interiore molto sensibile.

La materia dell’acrilico su tela produce nel suo iter un’affascinante resa stilistica e di evidente atmosfera, regalando al soggetto una suggestione singolare. Il colore fluido e caldo viene steso con un reale progetto e una personale struttura, e vive in perfetta armonia con la dimensione segnica e la vibrazione lirica nel tratto. Tra realtà e astrazione, l’artista Mimora dipinge in una totale libertà espressiva. La resa formale, la gestualità del disegno e l’equilibrio cromatico sono dimostrazione di un impianto pittorico originale di notevole estro creativo e di padronanza della tecnica. La pittura dell’artista Mimora è di autentica comunicazione, in continua evoluzione ed evidenzia una ricerca in costante espansione naturale che definisce tutta la sua produzione. Le sue opere hanno bisogno non solo di essere osservate, ma anche di essere ascoltate. Sono immagini che tracciano un racconto intriso di emozioni, sentimenti e stati d’animo. La realtà sconfina nell’astrazione, spaziando nell’opera con una affascinante ideazione accompagnata da un profondo significato, oltre che da una forza interpretativa e una personalità stilistica. Sofferenza, passione, vissuto e fantasia si liberano verso un’ampia elaborazione sempre colma di interiorità e umanità. Mimora realizza opere che si impreziosiscono di simboli, di contenuti e di valori, denotando una grande sensibilità e una profonda capacità artistica.

Mimora nasce a Brescia. Ha conseguito il Diploma di Laurea all’Accademia di Belle Arti ‘’G.B.Cignaroli ‘’ di Verona, con una tesi in Anatomia Artistica sulle malformazioni fisiche. Innamorata dell’arte in ogni sua forma, coltiva varie passioni tra cui la fotografia. Da sempre risulta appassionata al mondo del vecchio circo e alla parte speciale di umanità che lo contraddistingue, verso il quale l’artista nutre un profondo autentico interesse e trasporto. Le opere rappresentano quasi sempre Freaks: è il mondo dei reietti, degli incompresi, inclusi nel nostro mondo normale perché diversi nella loro fisicità. I dipinti si presentano con pennellate fluide, colori strutturati che trasmettono quell’alchimia antica del bene e del male. Le opere hanno un divenire consequenziale tra l’astratto e il concreto e pongono questa ricerca dell’artista in un percorso legato solo alle percezioni, al di là del tempo.

Mara Martellotta

 

 

‘L’autenticità dei ricordi’: Miranda Magistrelli alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia

Informazione promozionale

La nuova mostra postuma dedicata all’artista

Si intitola “L’autenticità dei ricordi “ la mostra postuma che, dal 7 al 18 novembre prossimo, la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia dedica all’artista Miranda Magistrelli ( 1927-2007).

L’artista, nata a Magenta nel 1927, primogenita di una famiglia benestante, completò gli studi fino all’avviamento alle Suore Canossiane e già dalla tenera età  ha rivelato un profondo amore per la pittura, tanto da preferirla al gioco. Qualunque strumento era adatto per disegnare e esprimere la sua passione, matite,  pennini ad inchiostro, pastelli, colori ad olio e tempere. Dopo il matrimonio con un  vercellese, non avendo figli, esplose tutta la sua passione per l’arte in tutte le sue sfaccettature, non soltanto dipingendo,  ma scrivendo brevi racconti e poesie. Frequentòbrevi corsi all’Accademia di Brera perfezionando i suoi talenti naturali e fu  tra i soci di un Circolo Culturale Vercellese, intorno al quale si riunirono scrittori, pittori, scultori, coordinati dal Maestro Francesco Giuseppe Rinone, che ha influito molto sulla sua formazione artistica. Questo circolo fu molto stimolante per la vita culturale cittadina. Miranda prediligeva dipingere i fiori, ma nella sua vita artistica ha eseguito anche molti ritratti di donne, nature morte, paesaggi vercellesi e soggetti astratti che completano la sua produzione pittorica.

Per lei la pittura rappresentava l’esigenza fisica e psicologica di evasione dal mondo della nebbiosa provincia piemontese che le stava stretta e di sopperire,  con la sua arte, ai momenti di malinconia tipici delle anime molto sensibili. La sua timidezza, legata all’educazione e al periodo storico in cui è  vissuta, non le hanno permesso di trasformare la sua arte in commercio. Spesso, anzi, regalava i suoi dipinti o li vendeva a prezzi non consoni allaloro qualità artistica, per il piacere di donare a  chi apprezzava il suo lavoro. Dopo la sua morte i nipoti hanno voluto renderle omaggio catalogando tutte le sue opere per la realizzazione sucataloghi monografici curati da Volker e Raffaella Silbernagl. Una mostra permanente  delle opere di Miranda è allestita presso la galleria Silbernagl a Daverio.

Miranda Magistrelli ha esposto in numerose mostre personali e collettive nel Nord Italia, vincendo numerosi premi, quali il Vercelliarte a Palazzo Verga, la mostra Nazionale di pittura a Dorno, nel Pavese,  il Premio Nazionale Santhià,  il premio Leopoldo d’argento di Milano, il Premio Demetrio Casola di Chivasso, il premio nazionale L’Orbita di  Novara e numerosi altri.

Nel percorso dell’artista Miranda Magistrelli si sviluppano molteplici temi, quali le vedute paesaggistiche, gli interni, le figure umane, i contesti floreali che vivono di un’analisi profonda, trovando piena accoglienza all’interno di un’impronta pittoricafigurativa di rara tensione poetica. La strategia dei chiaroscuri, l’equilibrio della prospettiva e il rapporto tra disegno e raffinatezza cromatica evidenziano un tratto sicuro  e di sapientemanualità.  L’artista si dimostra capace di entrare nell’animo della persona e di catturare il sentimento con una risonanza umana sorprendente in cui  lo studio del ritratto e della figura nell’interiorità del sentire e del vivere diventa prevalente. Il richiamo antico del passato si ravviva nei luoghi, negli oggetti, nelle persone in cui i ricordi, gli affetti e i valori travolgono appena l’osservatore.

L’artista cattura l’autenticità  dell’immagine creando nel soggetto un’atmosfera di contemplazione della natura e quello che la circonda nel suo quotidiano all’insegna del sentimento e del richiamo alla vita.

L’immediatezza di Miranda Magistrelli è  compositiva e naturale perché riscopre un tempo perduto colmo di riferimenti perduti e di memoria e di una dimensione reale senza fine.

La pittura quale strumento di indagine si veste di una  carica espressiva essenziale pulsante di vita, di amore e di rispetto per la natura e l’umanità.  Dentro tutto il suo iter vi è la necessità di trasformare il soggetto in sentimento e stato d’animo. Si tratta di un’esecuzione attenta che riporta alla luce un tessuto pittorico fedele al reale e capace di trasmettere al fruitore riferimenti evocativi di intensa emozione.

L’efficacia resa tra il disegno e la sostanza cromatica crea un risultato di lavoro impegnato intriso di notevole padronanza tecnica e aspetto visivo. La figurazione dell’artista Miranda Magistrelli contiene una personalità riconoscibile che risponde ad una sensibilità non comune, capace di arricchire ogni sua opera. I dipinti di Amanda Magistrelli sono creazioni realizzate con una tecnica magistrale e con una realtà pittorica affascinante che ci raccontano un vissuto, un’emozione, un ricordo di forte vena intimistica.

Mara Martellotta

 

Galleria Malinpensa by Telaccia

Corso Inghilterra 51

Tel 0115628220

info@latelaccia.it

Simonetta Vacca, “La nebbia nell’anima”. La difficile scelta di Monsieur l’Avocat in piena Révolution

Informazione promozionale

A volte la coscienza ha strani modi di affiorare, a volte vince a volte perde, solo perché viene soffocata e rinchiusa nelle segrete dell’animo umano…

 

L’AUTRICE SI RACCONTA

Sono nata 60 anni fa, in una delle più antiche e affascinanti isole del mondo : “La Sardegna”. Una terra che amo per i suoi silenzi, le sue tradizioni millenarie, la lealtà del suo popolo e l’ospitalità come stile di vita.

Dopo aver frequentato il conservatorio musicale Pierluigi da Palestrina a Cagliari, come molti miei conterranei sono partita per il “continente” in cerca di lavoro e mi sono fermata nella bella città di Brescia, dove vivo tutt’oggi da 25 anni.

Mi sono approcciata alla scrittura perché preferisco scrivere che parlare, è la forma in cui riesco ad esprimere meglio ciò che penso e lo ritengo il gioco più bello, poiché non finisce mai.

 

LA TRAMA DEL LIBRO

Parigi, 1793. La rivoluzione è al suo apice, la città è in fermento per la morte di Luigi XVI e si fa strada una nuova era per la Francia intera sotto il vessillo di: “ Liberté, Egalité, Fraternité”.

Nonostante l’instabilità sociale, Monsieur l’Avocat continua a esercitare la sua professione e accetta di perorare una causa di un misterioso committente che lo metterà di fronte a ciò che ha sempre evitato durante tutta la sua carriera di avvocato: “la sua coscienza”.

Sarà posto di fronte ad una scelta: “divulgare un oscuro segreto di cui il committente non sopporta più il peso, o seppellirlo sotto tre metri di terra e salvare l’onore del proprio cliente e la sua fama di avvocato”. Quale di queste azioni sceglierà di fare?

A volte la coscienza ha strani modi di affiorare, a volte vince a volte perde, solo perché viene soffocata e rinchiusa nelle segrete dell’animo umano.

 

LINK PER ACQUISTO:
Anche in versione ebook.

Giorgio Colasanti: “La Terra del Paradiso – viaggio lungo i sette mari”, storia d’avventura e d’amicizia

Informazione promozionale

 

INCONTRO CON L’AUTORE  Giorgio Colasanti è un giovane scrittore. 23 anni, ama i generi fantasy, avventura e fantascientifico. “Sono incantato dall’era della pirateria –  ci racconta – e da tutta quell’avventura che la rende così misteriosa. Fin da piccolo mi è sempre piaciuto scrivere storie, immaginare finali alternativi e, soprattutto, immaginare mondi alternativi”.

 

Come nasce l’amore per la scrittura?

La mia passione per la scrittura si sviluppa in modo sempre più crescente agli inizi del 2020 quando, per caso e per gioco, mi candidai a un annuncio per fare il newser per un sito che tratta videogiochi. Da lì in poi ho iniziato a scrivere per svariati siti e, durante il lockdown per la pandemia covid-19, iniziai a scrivere un racconto che, pian piano, prese forma e diventò il mio attuale libro.

Perché la scelta del fantasy?

Penso che scrivere fantasy dia la possibilità, sia agli autori sia ai lettori, di esprimere ciò che non si può fare, cercare di realizzare ciò che è impossibile. Vedo il fantasy come una via di fuga dai canoni perfezionisti che il mondo odierno ci impone.

Fantasy, certo. Ma nel libro non mancano gli aspetti storici…
Il mio libro è sì, un fantasy, ma ha anche caratteri storici (parliamo dell’era della pirateria), di avventura e di azione. Ho pubblicato “La Terra del Paradiso – viaggio lungo i sette mari” con la casa editrice PAV Edizioni nell’agosto del 2022. E’ un libro che tratta dell’era piratesca, con l’aggiunta di veri cenni storici su personaggi e luoghi realmente esistiti. Inoltre, ha il tema incentrato sull’avventura e sull’amicizia.

Siamo curiosi. Qualche accenno alle vicende narrate?

La storia è incentrata sulle vicende e avventure del pirata Jhonny, alla ricerca del famigerato tesoro attraversando i più vasti mari, pieni di pericoli ed insidie nascosti, il tutto accompagnato dal famoso diavolo dei mari Barbanera. Non mancheranno colpi di scena e le fantastiche leggende marinaresche.

***

Sinossi:

XVII secolo. Filibustieri e bucanieri si lanciano frettolosamente a solcare le grandi acque degli oceani. L’obiettivo? Portarne alla luce gli affascinanti tesori. Solo uno, ancora, è avvolto nel mistero. Chi sarà il fortunato a trovarlo? Oltre alle centinaia di carogne, i servitori di re Giorgio I sono pronti a difendere le terre del regno costantemente saccheggiate, punendo qualsiasi forma di ingiustizia. In molti si uniscono alla causa del re per difendere la propria patria e tanti altri osano sfidarlo. Chi sarà il più giusto tra tutti? Avventure e colpi di scena ci accompagnano in questa estenuante ricerca. Peccato che l’isola sia notoriamente impenetrabile. Ma sarà davvero così?

***

Il libro è disponibile sul sito della PAV Edizioni al seguente link:

https://pavedizioni.it/prodotto/la-terra-del-paradiso

Nonché ordinabile presso le varie librerie, o sui loro siti, come per esempio Mondadori, La Feltrinelli, StreetLib, IBS ecc.

Inoltre, è disponibile su Amazon, anche in formato Kindle al seguente link:

https://www.amazon.it/Terra-Paradiso-Viaggio-lungo-sette/dp/B0BB5YL6MV/

Il libro è tra i dieci finalisti del concorso letterario “Ovidio” e tra settembre e ottobre ci sarà la premiazione.

Potete trovarmi su Facebook www.facebook.com/giorgio.i.colasanti/ e su Instagram www.instagram.com/giorgio_colas/, lì pubblicherò tutti i miei aggiornamenti riguardo a eventi o posti dove sarò per presentare i miei libri.”

Maschere in tessuto: trova quella perfetta per te

Informazione promozionale

 

Esplora la gamma di maschere viso in tessuto, progettate per soddisfare ogni esigenza della tua pelle. Dall’idratazione alla purificazione, scopri le soluzioni perfette per la routine di bellezza.

Trova la maschera in tessuto perfetta per la tua pelle

Pensate per soddisfare le singole esigenze della pelle, le maschere viso in tessuto offrono benefici mirati. Grazie all’ampia gamma di trattamenti, le maschere sono in grado di idratare, purificare, svolgere un’azione opacizzante o anti-age, lenire o nutrire la pelle, rivitalizzare un incarnato spento, rimpolpare e rassodare contrastando i segni del tempo. Scopriamo le diverse potenzialità delle maschere viso in tessuto, e come utilizzarle con efficacia scegliendo di farne un uso abituale.

Maschere in tessuto: trova quella perfetta per te

Alleate della bellezza le maschere per il viso in tessuto rappresentano un trattamento di ultima generazione dallo straordinario apporto benefico.

Inserite con regolarità nella beauty routine, agiscono con immediatezza donando alla pelle benefici mirati e un incarnato dall’aspetto più sano e luminoso.

Disponibili in diverse tipologie, le maschere in tessuto vantano texture, ingredienti, modalità ed effetti benefici differenti. Da scegliersi rigorosamente in base alle specifiche necessità della pelle, le maschere in tessuto, già pronte all’uso, si rivelano molto più comode e pratiche rispetto a quelle tradizionali in crema.

Grazie all’elevato contenuto di sostanze attive in concentrazione ottimale, le maschere in tessuto offrono al viso un’autentica bomba d’idratazione.

Fra le tante soluzioni disponibili con cui comporre la beauty routine, troviamo maschere:

  • super idratanti e dall’elevato potere energizzante;

  • idratanti e opacizzanti, perfette per le epidermidi miste e grasse che hanno bisogno di regolarizzare la produzione di sebo;

  • lenitive, ideali per le pelli delicate e sensibili;

  • antiage, per aumentare i livelli di idratazione della pelle e attenuare le linee sottili e le rughe, regalando al viso un aspetto più pieno e sodo;

  • nutrienti, per prendersi cura delle pelli secche;

  • illuminanti per pelli spente;

  • energizzanti per pelli da dissetare;

  • rivitalizzati per gli occhi stanchi, che mostrano i primi segni dell’età;

  • riequilibranti, a base di carbone vegetale, perfette per purificare e dare equilibrio alla pelle;

  • rimpolpanti e rassodanti per contrastare i segni dell’età.

Come utilizzare la maschera in tessuto per il viso

Per un risultato ottimale la maschera in tessuto deve essere utilizzata secondo regole precise, a partire dalla fase di detersione con cui preparare il viso.

Per risultati apprezzabili si consiglia l’applicazione serale del prodotto..

Quando si utilizza la maschera in tessuto si devono rispettare nell’ordine cinque specifici passaggi:

  • la detersione, che anticipa l’applicazione;

  • l’applicazione vera e propria, che prevede di stendere il prodotto con attenzione facendolo aderire perfettamente all’ovale del viso, lasciando liberi solo labbra e occhi. L’operazione è facilitata dalla consistenza sottile del prodotto.

  • il tempo di posa. Di norma sono sufficienti 15 minuti per ottenere un risultato ottimale;

  • la rimozione da eseguirsi con delicatezza, evitando accuratamente di disperdere le eccedenze del prodotto ancora presenti sul viso;

  • il massaggio finale, che consente al prodotto di essere assorbito completamente dalla pelle del viso e del collo. Un accurato massaggio facilita al contempo la circolazione sanguigna dell’area interessata.

La maschera deve essere utilizzata con regolarità, considerando che è perfettamente inutile farne un uso sporadico, con cadenza del tutto casuale. Gli esperti consigliano, infatti, un trattamento settimanale o bisettimanale, magari alternando le varie tipologie di prodotto, per godere di un maggior numero di benefici.

A conti fatti, solo se inserite stabilmente nella beauty routine, come parte integrante di una skincare routine, le maschere sono in grado di rendere la pelle morbida, idratata e perfettamente luminosa.

 

 

“Granuli poetici” di Salvatore Seguenzia: come superare il mondo attraverso lo spirito

Informazione promozionale

Nuova opera letteraria di Salvatore Seguenzia, novello poeta nonché scrittore siciliano nato nel maggio del 1969 nella città che lui stesso definisce “l’isola nell’Isola” ossia ad Augusta in provincia di Siracusa. È la città voluta dall’Imperatore Federico II di Svevia, dove il centro storico è un’isola, ricavata dal taglio di un istmo nel XVI secolo, collegata alla terraferma attraverso due ponti.

È sposato, padre di due figli, ha conseguito due lauree e da oltre trent’anni è un Ispettore della Guardia di Finanza. Da un paio d’anni ha scoperto che il suo fazzoletto di terra, dal meraviglioso fascino mediterraneo inebriato dal calore dell’Etna, è diventato il suo mentore che gli permette di sprigionare quel sentimento poetico che si materializza con la lirica o la narrativa. Questa qualità, da qualche anno, è apprezzata dalla Casa Editrice Aletti Editore la quale gli ha permesso di pubblicare la sua terza silloge poetica che avrà la sua immagine trasferita in territorio Georgiano. Nella sua opera affronta i problemi delle attuali realtà, delle moderne vedute giovanili e delle problematiche esistenziali tanto da potersi inserire nella corrente letteraria e saggistica della “nuova creazione poetica”. Senza dubbio, l’inizio del XXI secolo è un punto di svolta della poesia creativa del nuovo millennio. Infatti, la poesia, vista come un qualcosa con regole ferree e finalizzata a celebrare il mondo, è diventata gradualmente un luogo per delle nuove esplorazioni.

Attraverso innovazioni formali e tematiche, la poesia, pertanto, si rinnova per servire nuove ambizioni perché la sua funzione è quella di rivelare una nuova forma del sentimento poetico a tutti coloro che desiderano ancora percepire emozioni. Per tale motivo il poeta cerca un nuovo equilibrio tra divulgazione e sublimazione. Nel XXI secolo, molti poeti – anche se gradualmente – si rivolgono a temi finora ignorati nella poesia che prende il suo avvio proprio dal moderno progresso. Salvatore Seguenzia da quasi dieci anni ha sposato la poesia e la scrittura attraverso le quali vuol trasmettere un nuovo sentimento poetico che inevitabilmente cambia, si evolve e – a volte – torna indietro per poi scattare nuovamente avanti. Quando gli chiedono il perché scrive una poesia, la sua risposta è che non ci sono risposte perché il sentimento poetico nasce nell’attimo in cui lo avverte e poi lo descrive con la parola: come quando ammira le onde da una caletta, a volte bagnano la battigia a volte si infrangono negli scogli ma, nello stesso momento, ascolta la melodia dell’anima della caletta.

Cesare Pavese identificava la creazione di un poeta sostenendo che ogni poeta ha una tematica centrale che emerge qualunque sia l’argomento trattato; in Salvatore Seguenzia, la custodia delle radici, il senso di appartenenza a un territorio prima ancora che a un gruppo sociale di riferimento, la memoria come atto civico, rappresentano la cornice entro la quale far emergere il senso profondo del nostro essere qui e ora, la traiettoria che accompagnerà il nostro arco vitale. Questi elementi identitari e costitutivi, prima dell’uomo Seguenzia e poi del poeta Salvatore, sono spesso intrecciati nella certificazione di un nuovo umanesimo, consapevole della posizione privilegiata che l’uomo ricopre nel mondo della natura. Lo stesso autore afferma che ogni mattina prima di recarsi al lavoro, fa un tragitto che lo porta a contatto con il suo amato mare e, come si conviene con un amico, lo accoglie sempre con la frase: “Buongiorno mare”. Questa attenzione per le piccole cose, che custodiscono il vero senso della vita, contraddistingue la poetica di Seguenzia, nel tentativo estremo di mettere al centro del villaggio l’uomo, i suoi diritti universali, uno sguardo misericordioso verso i meno fortunati che spesso chiedono solo di essere considerati per ciò che sono, persone e non numeri da incasellare in fredde statistiche economiche. Il poeta sa che non esistono i confini o le razze, che sono invenzioni dell’uomo, per manipolare e conservare il potere di pochi che sconfina nella libertà di molti.

La silloge Granuli poetici delimita, come in una ipotetica cartina esistenziale, i sentieri da percorrere per la pienezza, ogni poesia una insegna luminosa che ci ricorda chi siamo e cosa rimarrà di noi. Con questa pubblicazione Salvatore Seguenzia si affaccia per la prima volta a portare il suo pensiero in una lingua diversa, uno sconfinamento necessario poiché le sue tematiche sono universali e non mediabili da culture e storie differenti dalla nostra. La dimensione che si addice maggiormente a questa raccolta è quella dell’ascetismo, in un tentativo mistico di superare il mondo e la carne da parte dello spirito. È evidentemente una tensione che si può raggiungere eludendo le nostre piccole faccende quotidiane, solo durante la composizione poetica, in quel distacco in cui ci sentiamo granuli unici ma contemporaneamente parte del tutto. Infatti il poeta siciliano è consapevole che in Georgia la cultura e la vita sociale sono diverse rispetto alla nostra essenza vitale; ragion per cui, attraverso questo nuovo stimolo, vuol incrementare l’onda emotiva per poter acquisire, attraverso il suo pensiero sincero e trasparente, nuove linee guida che gli permetteranno di assimilare – da altre angolature – nuove visuali del sentimento poetico fondamentali per l’accrescimento empatico con chi ama la poesia, affinché possa ancora far risvegliare quell’emozione interiore che talvolta si cela nell’intimo esistenziale.

In conclusione, ad oggi l’autore siciliano ha scritto altri libri di poesia quali “Megar… imando Hyblaea” (2020) e “Stille del mio silere” (2022) nonché di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021) e “Il calendario storico” (2022). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali come “Il Federiciano”, “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”, “Poeti del nuovo Millennio”. Inoltre, molte sue poesie sono state lette dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la Letteratura, nonché dal Prof. Hafez Haidar scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano e due volte candidato al Premio Nobel per la Pace e per la Letteratura e riprodotte sui canali virtuali. Infine, lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane” ed è tra i vincitori in alcuni concorsi letterari nazionali quali “Terre dei Padri” e “Antonio Veneziano”.