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Assicurazione per Artigiani: Guida alle Caratteristiche

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 Scopri tutto ciò che c’è da sapere sull’assicurazione per artigiani. Leggi la nostra guida dettagliata sulle caratteristiche e i vantaggi.

Cos’è e come si caratterizza l’assicurazione per artigiani

Siamo tutti consapevoli che le coperture assicurative sono indispensabili sia nella quotidianità sia nelle attività professionali. Infatti, i diversi prodotti assicurativi offrono molteplici opzioni per proteggersi dagli imprevisti più vari.

Alcune assicurazioni possono essere obbligatorie, come la RC auto o le assicurazioni dei liberi professionisti iscritti a un ordine, altre volontarie, come ad esempio l’assicurazione per gli artigiani.

Polizze per artigiani, meglio prevenire che pagare

Anche gli artigiani, infatti, possono proteggersi da una serie di rischi che potrebbero compromettere o nuocere alla loro attività. L’utilità di una polizza professionale per falegnami, sarti, meccanici, fabbri e altre attività artigianali è evidente: proteggere non solo l’azienda e il titolare, ma anche i collaboratori e i clienti che potrebbero subire danni.

Tutte le attività artigianali nascondono possibili pericoli e rischi e questo spesso si traduce in perdite economiche importanti. Una polizza ad hoc evita che a rispondere personalmente per il danno sia proprio l’artigiano.

Frammenti in divenire, Raffaella Bellani e Antonio Salinari alla galleria Malinpensa by Telaccia

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Due gli artisti cui è dedicata la mostra d’apertura della stagione autunnale della galleria d’arte Malinpensa by Telaccia, Raffaella Bellani e Antonio Salinari, dal titolo “Frammenti in divenire”

Raffaella Bellani, nata a San Secondo Parmense nel 1973, vive e lavora a Fidenza in provincia di Parma. La passione per il disegno l’ha da sempre accompagnata e portata a frequentare l’Istituto d’arte Toschi di Parma dove si è diplomata sotto la guida dell’artista Elsa Coli e dello scenografo e scultore Brunivo Buttarelli. Lo studio e l’approfondimento stilistico e tecnico sono proseguiti oltre la scuola affinando la tecnica dei colori acrilici, della pittura ad olio perfezionando l’abilità con i carboncini in una continua sperimentazione. Dapprima concentrata sul paesaggio, negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata sulla figura, evolvendo dal punto di vista stilistico in un’integrazione di tecniche diverse.

La mostra presentata alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia si intitola “Frammenti in divenire”. L’artista Raffaella Bellani con le sue immagini pittoriche rivela un talento e una ricerca in continua evoluzione, evidenzia i valori puri dell’esistenza umana, esaltando la bellezza della natura sempre in uno stato emozionale intriso di sensazioni irripetibili.

L’evolversi cromatico, l’estro creativo e la libertà di interpretazione si fondono in un simbolismo ricco di potenza espressiva e di forte scansione evocativa ed esecutiva, capace di trasmettere emozioni intense e immediate. Le sue composizioni presentano un’assoluta autonomia di linguaggio e di consapevolezza operativa, tale da arricchirsi di valori tecnici e figurali di spiccata maestria all’insegna di un percorso dalla precisa valenza formale e dalla analisi costante.

Le sculture di Antonio Salinari, laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, sono il risultato di un progetto artistico in continua evoluzione, che passa attraverso varie fasi, dalla sperimentazione alla testimonianza, dalle verità precarie alle piccole utopie, fino ad approdare al Pixelwood nel corso del 2019.

Le sue opere, a partire da piccole utopie, riutilizzano frammenti di legno nostrani ed esotici provenienti dal restauro di importanti palazzi storici di Torino. Per questo le sculture simboleggiano sia la salvaguardia dell’ambiente sia l’incontro tra il saper fare della tradizione e della tecnologia digitale.

Dal 2015 inizia ad esporre in mostre collettive, fiere biennali in Austria, Francia, Germania, Inghilterra e a Torino presso la galleria d’arte la Telaccia nel 2016 e nel 2018. Vincitore del premio della Biennale di Montecarlo del 2018 e del 2023, è impegnato su progetti legati alla fruibilità dell’arte, come la realizzazione di percorsi di arte contemporanea nella natura, in Francia e in Italia e allo sviluppo del territorio attraverso il turismo creativo, la riscoperta del valore degli Escarton e il rilancio della scuola di scultura in Alta Valle Susa.

L’artista Antonio Salinari riconduce nell’opera la memoria e la fantasia con un progetto di studio e una tecnica sempre attuale e mutabile nel tempo. Le sue opere scultoree vengono rappresentate con la necessità di tenere viva la sperimentazione e la capacità del saper fare, che si lega con la funzionalità della tecnologia digitale.

Dialogo, analisi, valore estetico sociale e contenutistico si fondono con una manualità che denota una notevole personalità artistica dove i frammenti in divenire simboleggiano un’opera in continua evoluzione.

MARA MARTELLOTTA

 

Paolo Squillante, “Dimensione Impero”: un libro adrenalinico tra Storia e Fantascienza

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L’Impero Romano non è mai crollato e anzi ha continuato ad espandere i suoi confini, rubando tecnologie da altri universi…

 

Incontro con l’autore

CI PARLI DI LEI E DELLA SUA PROFESSIONE

Sono il dottor Paolo Squillante, nato a Roma nel 1983 e laureato in Psicologia con la specializzazione in Psicoterapia Gruppoanalitica.

Per quasi dieci anni ho lavorato in cliniche psichiatriche nella capitale e attualmente sono impiegato in alcune Onlus per evitare la dispersione scolastica dei ragazzi nelle periferie più difficili.

Inoltre ho diverse pagine su vari social, dove promuovo benessere psicofisico, con video e stories: Tiktok (paolosquillante14), Istagram e Facebook (Paolo Squillante).

Da sempre sono appassionato di Storia, soprattutto il periodo della Roma Antica e della Seconda Guerra Mondiale.

Oltre a ciò, mi appassiona sia la fantascienza che il fantasy come genere sia letterario che cinematografico.

Infatti Dimensione Impero è un ibrido tra storia e fantascienza e risponde alla mia personale domanda, che mi sono posto fin da bambino: cosa ne sarebbe stato della realtà odierna se l’Impero Romano non fosse mai crollato e scomparso?

Ovviamente in una trama che unisce tradizioni millenarie con la modernità e le relative tecnologie ho provato a rispondere a questa domanda in Dimensione Impero.

 

LA TRAMA

Marco è un noto scienziato e ha inventato uno scudo energetico che protegge qualsiasi cosa da ogni tipo di minaccia, dalle radiazioni a veri e propri attacchi con armi da fuoco.

Ad un certo punto, proprio mentre sta ultimando tale scoperta, si risveglia in un’altra realtà, dove l’Impero Romano non è mai crollato e anzi ha continuato ad espandere i suoi confini, rubando tecnologie da altri universi.

Tale minaccia ha costretto il resto del mondo ad unirsi per contrastarlo.

Marco perciò è stato rapito dai Romani che vogliono la sua arma e si ritroverà a fuggire, coinvolto in una guerra che non gli appartiene, su un mondo non suo e in costante pericolo di vita, poiché il suo scudo è conteso da entrambe le fazioni.

 

COME NASCE DIMENSIONE IMPERO?

Un mese esatto dal primo lockdown che ha costretto tutti noi a vivere momenti drammatici, rinchiusi in casa e distanti dagli affetti, quella notte la mia mente ha prodotto un bellissimo sogno. Tale visione onirica, la quale la si può trovare opportunamente modificata nel primo capitolo di Dimensione Impero, mi ha spinto a scrivere tale opera. Nelle pagine del libro si trova tutta la mia passione per l’Antica Roma e per la fantascienza. Infatti, a volte celati e a volte in maniera esplicita, vi sono riferimenti a tutti i libri, saghe cinematografiche e serie televisive di cui sono un grande estimatore.



COME DEFINIREBBE DIMENSIONE IMPERO?

Lo trovo un libro adrenalinico che  si legge tutto d’un fiato. Il protagonista vivrà in costante tensione aiutato da altri personaggi il cui intento non è sempre chiaro.

Inoltre vi sono alcune figure femminili molto forti, astute, intelligenti e dal carattere deciso. Per me è importante l’emancipazione della donna, che nelle pagine di Dimensione Impero ha un ruolo fondamentale per la salvezza di Marco e dell’intera umanità.

 

COSA L’HA COLPITA DI PIÙ DEL SUO ROMANZO?

Quello che mi ha colpito di più è che non ho trovato nessuna difficoltà nella stesura, come invece spesso accade agli scrittori; vi ho semplicemente messo tutto me stesso, le mie passioni, le mie conoscenze, la mia energia.

 

CHE MESSAGGIO VUOLE DARE CON DIMENSIONE IMPERO?

Tutti abbiamo un sogno nel cassetto. Il mio era di pubblicare un libro. Fin da quando ho memoria ho sempre scritto: romanzi, poesie, racconti. Perciò mi rivolgo a voi, a te lettrice e a te lettore: credi nei tuoi sogni, lotta per loro, non abbandonarli. Il mondo è pieno di difficoltà, molti ti metteranno i bastoni tra le ruote e cercheranno di spegnere la tua luce. Ma tu, invece, coltivala e lotta per te; se ci credi davvero, se non ti arrendi tutto è possibile e il tuo sogno diventerà realtà.

 

HA ALTRI PROGETTI?

Certamente, Dimensione Impero in realtà è il primo volume di una storia ben più lunga. Attualmente sto scrivendo il proseguimento.

RINGRAZIAMENTI?

Il primo va alla mia famiglia, a mia figlia e mia moglie. Quest’ultima è stata la prima lettrice del testo e mi ha consigliato e guidato. Ringrazio i miei genitori che mi hanno cresciuto credendo nei miei sogni e dandomi le energie per lottare per essi. Ringrazio anche i miei suoceri, in particolare il padre di mia moglie che mi ha indicato la casa editrice. I miei amici che mi hanno supportato in questo progetto. E infine, ovviamente, ringrazio la Porto Seguro Editore e il suo staff, che con esperienza, dedizione, pazienza e professionalità, mi hanno permesso di realizzare il mio sogno.



Qui è dove si può comperare il libro online, oltre che in tutte le librerie italiane.

 

https://amzn.eu/d/ibMZQM0

(Amazon)

 

https://www.portoseguroeditore.com/?s=Dimensione+Impero+

(Sito della casa editrice)

“Le donne nell’arte” in mostra alla galleria Malinpensa by La Telaccia

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Dal 18 al 31 ottobre 2023 uno sguardo tutto al femminile 

 

Un’attenzione particolare all’universo femminile è il fil rouge che Monia Malinpensa, art director della galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, ha ricercato nella mostra che si è appena aperta, intitolata “Le donne nell’arte”, visitabile fino al 31 ottobre prossimo.

Quattro le protagoniste di questa esposizione: la scultrice Barbara Lodola e le pittrici Rita Lombardi, Annalisa Macchione e Alessandra Trischitta.

La scultura dell’artista Barbara Lodola è il risultato di un’espressione originale e di un dinamismo altamente intimistico in cui i visi femminili e i samurai pulsano di vita, di annotazioni simboliche e di estro creativo. La materia su cui l’artista lavora è l’argilla semirefrattaria bianca, cotta in un forno a mille gradi. Ella fa uso della tecnica di cottura Raku, di origine giapponese, nata in sintonia con lo spirito zen, in grado di risaltare l’armonia delle piccole cose e la bellezza della semplicità nella naturalezza delle forme.

Durante il processo Raku il pezzo subisce un forte shock termico, ed è quindi necessario utilizzare un’argilla robusta e refrattaria, che possiede al suo interno granelli di sabbia, in grado di diminuire le contrazioni e evitare le fratture. Il pezzo in argilla refrattaria bianca, una volta modellato, viene cotto per la prima volta a 950/1000 gradi centigradi, successivamente avviene la decorazione per la quale si utilizzano ossidi o smalti. L’esempio di decorazione tramite riduzione si ottiene togliendo l’oggetto incandescente dal forno in base al tipo di prodotto che si utilizza, se segatura, carta o foglie sul prodotto biscottato cotto due volte, e si potranno ottenere diversi effetti di riduzione: dal nero al grigio.

 

La cottura Raku, o seconda cottura, viene effettuata sempre in un apposito forno a pozzetto o a campana. La scelta della tecnica Raku scandisce un percorso assolutamente personale, dove la continua ricerca crea un accrescimento ideativo e manuale di estrema maestria. I volti variegati da ritmi segnici e dai contrasti cromatici si muovono in una precisa linea interpretativa, conferendo all’opera un risultato finale estetico e contenutistico ricco di significato. Modellate con armonia, ricche di luci e di ombre, le sue sculture spaziano dalle modulazioni calde alla purezza del bianco assoluto, in tutta la loro carica interiore e minuziosa analisi espressiva.

Le opere dell’artista Rita Lombardi sono contraddistinte da una prospettiva geometrica, dalla padronanza della tecnica e dalla validità strutturale, che ne costruiscono in piena autonomia un modulo di base ben preciso. L’effetto visivo e le promesse concettuali definiscono un’espressione pittorica di chiara astrazione, dove a giocare sono le forme, i segni e i simboli, in una dimensione altamente suggestiva e originale. Il gioco dei pieni e dei vuoti, la geometria delle linee strutturali e il descrittivismo cromatico creano una realizzazione in cui è evidente un risultato di interessante discorso pittorico, che le consente di dare un segno pregnante al suo percorso. Attraverso il segno, la luce e lo spazio ogni singola immagine, che vive in un labirinto geometrico in costante movimento, produce effetti tra la cromia e il segno, determinandone un’espressione artistica indipendente. Le opere sono realizzate in piena libertà compositiva e testimoniano una capacità descrittiva non comune, in cui la sostanza materica, la vivacità cromatica e la resa formale rivelano una preparazione artistica ricca di temperamento. Vincente l’accostamento dei colori e l’equilibrio delle linee che dialogano con una forza comunicativa che si traduce in emozione.

Di animo sensibile l’artista Annalisa Macchione, che dipinge la visione della realtà con un’intensità contenutistica così viva da far emergere nel soggetto la forza espressiva e la resa simbolica in una linea figurativa densa di significati. La natura, da lei vissuta con forti sensazioni e la scoperta di emozioni continue, si libera nella padronanza della tecnica a olio e mista su tela, realizzata con impegno e grande ricchezza poetica. È una pittura armoniosa, ricca di una dimensione dal notevole senso interpretativo, che rivisita l’esecuzione figurativa del soggetto con la fantasia entro limiti ben definiti. L’immagine naturalistica manifesta una sensibilità che si traduce in un iter pittorico di inequivocabile partecipazione emotiva capace di riflettere una personalità che risalta in ogni dipinto. Pur restando fedele ai canoni realistici, l’artista mostra opere di particolare modernità e saliente ricerca espressiva. Vedute paesaggistiche, alberi imponenti e boschi incantati sono animati da un forte impegno tecnico e da un senso dell’operazione estetica all’insegna di una comunicabilità di chiara impostazione pittorica. Le opere dell’artista Annalisa Macchione appaiono in continua evoluzione e si valorizzano di sentimenti e contenuti universali, in cui la modulazione figurativa riesce a regalarci un messaggio di serenità. La densità cromatica, imagistrali riflessi, e la sintesi del contenuto danno completezza all’opera, costruendo una visione pittorica suggestiva.

L’arte di Alessandra Trischitta è fatta di rappresentazioni che assumono un’intensità espressiva e si avvalorano di uno scenario accurato all’insegna di una concreta comunicazione che sa elevarsi in una dimensione personale e spirituale affascinante. Le sue opere diventano motivo di analisi e di pensiero, tanto da riuscire a valorizzare le immagini di una straordinaria intonazione poetica. L’arte di Alessandra Trischitta sa far meditare e ci regala l’esatta narrazione dei propri stati d’animo, sempre pervasi dal sentimento, da un particolare stato d’animo e da una sensibilità intuitiva. Ogni composizione è concepita con vera interiorità, evoluzione stilistica e aspetto contenutistico in cui la maestria el’esigenza descrittiva vengono armonizzate fra loro, dando pieno risalto al suo operare. Il tempo passato si unisce al presente, creando un legame tra universalità e soggetto, che nasce da un’emozione libera e si esprime in un perfetto equilibrio di sintesi.

Ogni elemento nell’iter di Alessandra Trischitta desta interesse e riflessione, la realtà si fonde con la memoria, così come la parola si armonizza nell’opera esprimendo un messaggio diretto e chiaro nei confronti dello spettatore, come nell’opera “Una partita a scacchi”, realizzata in stampa giclée su tela in edizione limitata e numerata.

 

La tecnica della fotografia/arte digitale, realizzata con profondo studio e con notevole impegno di elaborazione, trova nelle sue opere una precisa compostezza compositiva che esprime un’armonia raffinata e un‘inventiva ben strutturata, in cui dominano la forza espressiva del colore, l’impronta formale di accorta prospettiva e la simbologia, nutrita di una fantasia del tutto personale.

Galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, Corso Inghilterra 51, Torino

Orario: 10:30 – 12:30 / 16:00 – 19:00

Chiusura: lunedì e festivi

 

Mara Martellotta

Graziella Porta: le indagini del vicequestore Rodolfo Guglielmetti

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Il vicequestore Guglielmetti con “Il prezzo dell’abbandono” è alla sua seconda indagine, i lettori apprezzano il suo peculiare cinismo ironico che usa per dipanare misteri venuti dal passato. Nei suoi casi si incontrano famiglie problematiche e donne offese nel corpo e nelle emozioni.”

L’AUTRICE:

Come ti definiresti? Mi piace dire di essere a metà fra una casalinga felice e una divulgatrice scientifica. Sono anche ex docente di matematica, cuoca appassionata e scrittrice amatoriale di teatro, cosa che ho fatto per oltre quindici anni.

Perché scrivere romanzi se tu hai un bagaglio scientifico alle spalle? “Scrivere mi riempie di energia, mi rende euforica. I pensieri inseguono una trama per mesi e poi è come se le parole uscissero da sole dalle dita. A volte mio marito reclama la cena e io sono ancora lì che batto frenetica la tastiera del pc. So che detto così sembra una patologia compulsiva tuttavia, vi assicuro, è una gran bella malattia. Inoltre, chi scrive gialli deve seguire un rigore logico per i tempi, gli eventi e anche per i colpi di scena che devono essere dosati, mai eccessivi. Ho anche dovuto raccogliere un minimo di conoscenza delle scienze forensi perché il lettore merita che i dettagli forniti dal medico legale siano corretti; quindi, la formazione scientifica non contrasta lo scrivere, anzi.

Da dove raccogli l’ispirazione per i temi e i personaggi? “Insegnando ormai da anni, ho incontrato situazioni familiari complesse e variegate. Il tema della famiglia mi è molto caro perché, se ci si pensa non si può negare che la formazione di un individuo inizi dalla culla. La famiglia ci plasma, che la si abbracci a vita o la si rifiuti per sopravvivere. Nei miei romanzi, quelli pubblicati e quelli nel cassetto, tutto inizia sempre da una famiglia. Alcuni dei miei personaggi sono inventati, ma i principali si ispirano a persone reali. Ne creo figure simpatiche, peculiari, strane e misteriose a cui faccio vivere storie assolutamente di fantasia. Per mia fortuna non ho mai incontrato assassini!”

Il prezzo dell’abbandono” è la tua seconda pubblicazione, nel primo romanzo “Il profumo del sapone” Guglielmetti scava nel passato di una famiglia all’apparenza normalissima ma nel profondo estremamente problematica. Hai già pronta una terza indagine e qualche progetto per il futuro? Sì, il vicequestore Guglielmetti è già impegnato nella sua ultima indagine, combattuto fra la moglie che gli chiede di andare in pensione e il suo attaccamento al dovere. All’orizzonte c’è il vicequestore Gallo, un personaggio con un gran cuore e qualche difficoltà a socializzare, ma non voglio anticipare troppo!

SINOSSI:

Ne “Il profumo del sapone” la famiglia Degliorti vive una vita anonima in un anonimo palazzo di Corso Concordia a Milano, Zona Risorgimento, non molto lontana dal centro. Gli inquilini del palazzo vi direbbero che non hanno mai sentito un litigio provenire dalla loro porta, si potrebbe dire che i Degliorti vivono nel silenzio, ma un segreto riemerso dal passato squarcerà con un grido di morte tanta pace. Lo zio d’America, presentatosi inatteso alla loro porta in una normale domenica sera, il lunedì mattina viene trovato morto dissanguato nel salotto di casa. Toccherà al vicequestore Guglielmetti e alla sua peculiare squadra, fra cui il commissario capo Crivelli, dipanare sospetti e moventi. Tra battute pungenti e lo sconforto di una indagine ostacolata da molte menzogne emerge un quadro familiare fragile e al contempo spietato. Mentire in questa famiglia è patologico. Chi ha ucciso lo zio d’America dopo vent’ anni di assenza? Un nemico del suo misterioso passato o il fratello pieno di rancore per i torti subiti, la cognata frustrata, la madre affetta da Alzheimer, il giovane nipote deluso o un estraneo che si è introdotto in casa?

Il prezzo dell’abbandono” è un intrigante giallo in cui il male si annida nei legami di sangue e il passato ritorna a tormentare il presente. In un appartamento a Milano, viene ritrovato il corpo di Andrea Scarpa, filantropo e noto imprenditore di tessuti tecnici, ucciso con un colpo di pistola alla nuca. La moglie, Eirene Villanova, è stata ridotta in fin di vita da indicibili torture. Considerato che la donna è una semplice casalinga con una vita apparentemente priva di nemici, si cerca il movente fra gli agguerriti concorrenti in affari del marito oppure da chi lo minaccia da tempo per aver aperto una casa rifugio per donne violate. In questo quadro si inserisce la sorella della vittima, Caterina Scarpa, che avvisata dalle autorità è volata a Milano da New York dove vive oltre le proprie possibilità in compagnia di un certo John Miller, noto truffatore e ladro di identità. Caterina è una donna fredda, patologicamente bugiarda e la morte di Andrea gli frutta una bella quota nell’azienda. Un movente da milioni di euro. Tutto si stravolge quando viene scoperto l’ingombrante passato di Eirene e della sorella minore Annamaria ricoverata da alcuni anni in una clinica psichiatrica vicino a Milano.

Tra depistaggi, minacce e colpi di scena, Guglielmetti e il commissario Crivelli saranno costretti a scavare nei meandri più torbidi dell’animo umano. Riuscirà a far luce sul groviglio di menzogne che avvolge il caso e a ottenere giustizia per le vittime?

DOVE TROVARE I ROMANZI:

Il profumo del sapone” e “Il prezzo dell’abbandono”, sono facilmente reperibili oppure ordinabili, nelle librerie online e in quelle fisiche. Entrambi i romanzi sono pubblicati in formato cartaceo e e-book.

CONTATTI

Pagina FB – I gialli di Graziella

Profilo Instagram dell’autrice.

Pori dilatati sul viso: scopri i migliori trattamenti

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 Vuoi dire addio ai fastidiosi pori dilatati sul viso? Scopri i migliori metodi e suggerimenti per trattare efficacemente i pori dilatati.

Pori dilatati sul viso: come si trattano?

Hai mai desiderato stringere i pori dilatati del viso e ottenere una pelle liscia come seta? Sei stanca di lottare contro i pori evidenti che sembrano non voler scomparire? Bene, preparati a scoprire i segreti per trattare i pori dilatati viso e riacquistare un incarnato levigato e impeccabile.

Cosa sono i pori dilatati?

I pori sono piccole aperture sulla superficie della pelle che permettono all’olio e al sudore di raggiungere la superficie. Ogni poro è collegato a una ghiandola sebacea, che produce sebo per lubrificare la pelle. Normalmente, i pori sono poco visibili e non si notano a meno che non siano ostruiti o dilatati.

I pori dilatati, noti anche come pori allargati, si verificano quando i pori diventano più grandi e quindi diventano più visibili a occhio nudo. Ciò può essere dovuto a diversi fattori:

Eccesso di sebo: Un’eccessiva produzione di sebo può portare a una maggiore dilatazione dei pori. L’eccesso di sebo può essere causato da fattori come l’iperattività delle ghiandole sebacee, squilibri ormonali, stress o predisposizione genetica.

Accumulo di sporcizia e impurità: L’accumulo di sporcizia, cellule morte della pelle e altre impurità può ostruire i pori, causando un allargamento nel tentativo di espellere il materiale accumulato. L’uso di trucco pesante o di prodotti per la cura della pelle non adeguati può contribuire a questo problema.

Età: Con l’avanzare dell’età, la pelle può perdere elasticità e la capacità di mantenere i pori in posizione. Di conseguenza, i pori possono sembrare più grandi.

Fotoinvecchiamento: L’esposizione ai raggi UV dannosi del sole può danneggiare il collagene e l’elastina nella pelle, rendendo i pori più dilatati nel tempo.

I pori dilatati sono più comuni nella zona T del viso (fronte, naso e mento), ma possono comparire in altre aree del viso anche. Questo inestetismo può essere molto fastidioso, poiché i pori dilatati possono sembrare punti neri o punti bianchi e rendere la pelle meno uniforme.

Come trattare i pori dilatati

Fortunatamente, ci sono diverse misure che puoi prendere per trattare i pori dilatati e ridurne l’aspetto:

Detersione regolare: Una detersione accurata della pelle aiuta a rimuovere il sebo in eccesso, la sporcizia e le impurità che possono ostruire i pori. Utilizza un detergente delicato due volte al giorno per mantenere la pelle pulita.

Esfoliazione: L’esfoliazione regolare aiuta a rimuovere le cellule morte della pelle e a prevenire l’accumulo di sporcizia nei pori. Scegli un esfoliante chimico o meccanico adatto al tuo tipo di pelle e utilizzalo una o due volte a settimana.

Utilizzo di prodotti specifici: Esistono prodotti specifici, come tonici o sieri, che possono aiutare a ridurre l’aspetto dei pori dilatati. Cerca prodotti contenenti ingredienti come l’acido salicilico o l’acido glicolico, che possono aiutare a pulire i pori e ridurne l’aspetto.

Protezione solare: L’esposizione ai raggi UV può danneggiare la pelle e contribuire all’aggravarsi dei pori dilatati. Applica sempre una crema solare ad ampio spettro con un alto fattore di protezione per proteggere la pelle dai danni del sole.

Ricorda che la riduzione dei pori dilatati richiede tempo e pazienza. Seguire una corretta routine di cura della pelle e adottare uno stile di vita sano può aiutare a migliorare l’aspetto dei pori nel tempo. Sii costante e mantieni una routine di cura della pelle adatta alle tue esigenze specifiche per ottenere i migliori risultati.

Maria Stella: “Non ti ho mai salutato”, la storia di un grande amore

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Non ti ho mai salutato è la storia di Marco, un ragazzo dei giorni nostri che fin da piccolo vive intensamente.

Il tempo gli porta via presto alcuni affetti, lasciando il ragazzo con le prime domande senza risposte, con un’adolescenza di turbamenti e scoperte del proprio io in tutte le sue forme ed esigenze, di incomprensioni e pensieri inespressi.

Non mancano esperienze vissute con l’entusiasmo dei vent’anni, ma frenate da tristi realtà che si presentano inaspettate. È l’altalenare della vita che rende Marco, così bello grande e fisicamente forte, tanto debole interiormente. Prega perché arrivi un raggio di sole anche su di lui un giorno. Il raggio di sole arriva, ma a quel punto è a Marco che manca il coraggio di aprire le porte del proprio cuore.
La vita gli pone delle scelte da compiere e Marco non può esimersi. Si incammina in percorsi tortuosi, sofferenti, densi di vicissitudini, soffocando quel raggio di sole che non smette comunque di brillare e scaldare, tanto intenso da fare male. Non basta però a sciogliere l’inverno interiore del protagonista. Lui non lo permette.
Quando capisce quale scelta avrebbe dovuto fare da subito, è ormai troppo tardi.

In ogni famiglia può esserci un Marco. In ognuno di noi. In ogni storia d’amore non vissuta.
L’amore vero però ha una sua energia, non muore mai, sfida il tempo e gli spazi infiniti, fino ad arrivare alla sua metà, alla sua meta, continuando a illuminare chi lo ha sempre aspettato.
Accade anche tra due anime lontane in terra, ma vicine nell’immenso cielo.
Ho conosciuto Marco e gli ho promesso che avrei mantenuto in vita il suo ricordo, perché il vero Marco era la bellissima persona che tra le sue montagne si fermava ad ascoltare i sussurri dei suoi amici alberi.

Non ti ho mai salutato è la storia di un grande amore, di una vita, è una confessione, un monito e un’immensa speranza: ci sarà sempre un domani.

***

L’AUTRICE

Maria Stella nasce a Prato nel 1957. Diplomata nel settore estetico, diventa titolare di un centro tutto suo quando i suoi due figli, divenuti grandi, le lasciano tempo libero. Da sempre coltiva la passione per la scrittura. Ama lasciare ricordi di avvenimenti significativi della propria vita, ritenendo importante tutto il suo vissuto, dando ascolto sempre al cuore. Affascinata dalla lettura di molti romanzi storici, arricchisce la loro conoscenza con visite nei musei.

Vende la propria attività, diventa nonna e la sua occupazione più importante è il suo nipotino.
In questo periodo la penna diventa ancora più importante per lei :traduce in scrittura i messaggi che particolari amicizie le affidano. Un po’ come ispirata dalle stelle, pubblica il suo primo libro, mantenendo la sua promessa.

LINK UTILI:

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https://www.facebook.com/profile.php?id=100089252748396

“L’armadio dimenticato”, Venezia protagonista nell’ultimo romanzo di Roberto Carraro

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C’è molto in questo romanzo, molte atmosfere e tre epoche storiche. Una mummia, un Ispettore, un ladro, un navigatore, la Quarta Crociata, l’Arcangelo Michele, Costantinopoli, uno zoppicante legionario romano, un passaggio veloce di Unni, la malavita degli anni ottanta, tutto questo con Venezia come scenario e come protagonista

L’autore: “Parlo di me”

Mi chiamo Roberto Carraro e mi è sempre piaciuto scrivere. Il mio “esordio” risale a quando frequentavo la quinta superiore; il quotidiano locale aveva indetto un concorso per le scuole superiori per un tema su Padova. Ho partecipato e sono stato uno dei vincitori. La premiazione si è poi svolta nell’aula consiliare del Comune. Gli anni sono passati e ho un ricordo vago del momento; non c’era internet, niente smartphone ed erano poche anche le macchine fotografiche con il rullino di pellicola. Quella premiazione però non è stata un trampolino. La vita poi è andata avanti tumultuosa, come per tutti. La scrittura, quella creativa, immaginifica e libera, ha ricominciato a fluire dopo qualche anno e ho quaderni pieni di idee e racconti, completi (pochi), a metà (parecchi), abbozzi (abbastanza) e poi scarabocchi.

Ho terminato il primo romanzo, “Salami”, proprio nei giorni in cui è apparso un concorso letterario legato ad un reality sulla scrittura indetto dalla Rai. Era il 2013 e il reality si chiamava Masterpiece. Non ci ho pensato molto e ho spedito il manoscritto. Non è passato molto tempo che, sul cellulare, mi è arrivata una chiamata dalla Rai. Avevo superato le prime selezioni e mi chiedevano di andare a Roma a fare un casting per il passaggio successivo. Dopo qualche giorno ero in fila a Cinecittà assieme a decine di altri scrittori esordienti. Questa fase non l’ho superata, ma intanto su circa cinquemila manoscritti inviati, eravamo stati scelti circa in cinquecento. Una bella selezione. Il mio libro aveva colpito i lettori che avevano fatto la prima scrematura.

A quel punto avevo un libro, che mi piaceva molto, e anche la certezza che piaceva anche ad altri. Che fare? L’ho mandato a qualche editore e, come tutti gli scrittori che si rispettino, non sono stato minimamente considerato e sono passato all’autopubblicazione. Dopo ho scritto ancora e ho dato un maggior corpo alla scrittura; non ho più smesso di scrivere. Scrittura a parte, ho molti altri interessi, fra cui i più intriganti, e letterari, sono, a mio giudizio, il fatto che ballo il tango argentino e pratico voga alla Veneta. La voga è quella tipica della Laguna di Venezia, quella delle gondole per capirci. Barche pesanti, in legno, con il fondo piatto per i bassi fondali, sudore e fatica, ma anche bellezza impareggiabile dei luoghi. La voga si ritrova anche nel mio ultimo romanzo: “L’armadio dimenticato”.

C’è molto in questo romanzo, molte atmosfere e tre epoche storiche. Una mummia, un Ispettore, un ladro, un navigatore, la Quarta Crociata, l’Arcangelo Michele, Costantinopoli, uno zoppicante legionario romano, un passaggio veloce di Unni, la malavita degli anni ottanta, tutto questo con Venezia come scenario e come protagonista. I suoi canali e le sue barche di legno, la spinta dei remi, per commercio e guerra, nel passato, per tradizione ai tempi nostri. Tante indagini in tanti anni per l’Ispettore Alvise Scarpa, veneziano nel nome, nel cognome e in tutto quello che fa. Stavolta sarà un’indagine davvero inconsueta che lo porterà a spasso nella storia e nei secoli, dopo che un corpo mummificato viene ritrovato in un armadio dimenticato.

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Link al libro:

https://www.youcanprint.it/larmadio-dimenticato/b/c30d84b0-66d7-5126-b7f0-dc85b01a9b3e

Sito:

https://www.robertochescrive.it/

“Hirpu”: nel romanzo di Pierangelo Colombo valori e conflitti dell’animo umano

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“Hirpu, il cacciatore” di Pierangelo Colombo, Porto Seguro editore, un romanzo etnografico a cui si aggiungono le forti emozioni, i conflitti d’animo e i valori spirituali che sono propri degli esseri umani.

 

Hirpu è un giovane cacciatore membro di una tribù celtica, abitante della Val di Susa.

Nel corso di una battuta di caccia, Hirpu, troppo magro per il clima rigido, lotta contro la sua debolezza fisica, l’inesperienza e un destino avverso. Le ambizioni di rivalsa agli occhi del rivale Brennu e dell’intero villaggio, scettici sulle capacità del giovane, e il desiderio di meritare in sposa l’amata Abala, la figlia del re della tribù, però lo spingono e lo incoraggiano. Disobbedendo agli ordini del capo spedizione, comincia una solitaria caccia a un magnifico esemplare di cervo, che lo porterà all’incontro inaspettato dell’esercito di Annibale, in discesa dal valico delle Alpi, e alla visione di strani animali molto grandi, gli elefanti, sconosciuti alle tribù alpine dell’epoca. Seguito e protetto a distanza da un vecchio lupo, in simbiosi con lui per il suo destino, Hirpu dovrà superare esperienze estreme per dimostrare che: “Il valore e la saggezza non sono misurabili dalle dimensioni del corpo, ma dalla grandezza dello spirito”.


Torna in libreria Pierangelo Colombo, che aveva già convinto il pubblico con
Come Un Temporale Estivo, (Porto Seguro editore 2022) vincitore de XXIII Premio Letterario IL LITORALE. Questa volta con una storia ambientata ai tempi delle Guerre Puniche, che vede protagonista un giovane celta, della tribù dei Graioceli, e il suo fatale incontro con Annibale.

Scorrendo le pagine di questo libro si è improvvisamente trasportati nella realtà storica di un antico popolo stanziato sulle Alpi, precisamente nelle valli di Lanzo e nel territorio del Moncenisio, che incuriosisce e affascina sin dalle prime battute. Stiamo parlando dei Graioceli, un piccolo popolo celtico originario dell’attuale Maurienne, che abitarono le valli a ridosso delle alpi Graie presumibilmente tra il III e il I secolo a.C. Considerando le scarne fonti tramandate sul tema, assume ancora più valore il lavoro di ricerca e stesura dell’opera svolto dall’autore, che con dovizia di particolari ci introduce alla scoperta di un idioma, di credenze e riti pressoché sconosciuti, le cui radici affondano nel nostro passato quasi a implorarne il risveglio e la preservazione.

Il suono delle parole celtiche inserite da Colombo nello scritto esercita una magia che si espande sulla linea del tempo. Tornano a vivere parole come pagu (clan), sagus(pesante mantello in spessa lana grezza e infeltrita), bug (lunga lancia), torque (collare mistico ritorto a ferro di cavallo), che permeate dagli odori, dai colori ed i rumori immortali delle Alpi, ricreano sapientemente l’atmosfera di questo popolo istruito a leggere nel volo degli uccelli o fra le viscere degli animali sacrificati i segni degli dèi. Gradatamente si palesa davanti agli occhi del lettore un nuovo capitolo del connubio tra Madre Natura, fonte dei sentimenti e delle passioni più autentiche, ed i suoi figli, in cui l’uomo trova conforto, in cui si specchia e si identifica alla ricerca della pace interiore. I bramiti ed i combattimenti che i cervi ingaggiano durante la stagione degli amori suscitano  perciò una vasta eco nella rivalità amorosa dei contendenti la figlia del re. Mentre il lupo, che improvvisamente appare durante l’esperienza solitaria del giovane cacciatore Hirpu, diviene la guida del suo viaggio iniziatico attraverso le foreste, i dirupi e le scoscese montagne. In perfetta sintonia con le credenze dei Celti, che consideravano il lupo portatore di una conoscenza che viene dal regno delle ombre.

Le vicende narrate registrano una impennata emotiva quando sul palcoscenico delle Alpi fanno la loro comparsa in assetto da guerra le truppe di Annibale, il più grande esercito mai visto dai Graioceli. E qui con bravura l’autore tratteggia e suscita lo stupore dei protagonisti e del lettore con questa efficace descrizione degli elefanti, capaci di rievocare con i loro barriti i racconti terrificanti degli anziani del villaggio, leggende di animali mitologici, spiriti mostruosi mandati dagli dèi degli inferi a dispensare morte e devastazione.

Improvvisamente ad essere minacciata non è solo la vita dei Graioceli, ma la sopravvivenza della loro identità culturale fondata sul culto degli dèi, i quali sembrano giocare con le loro vite: da abili cacciatori ora sono diventati fragili prede. Il giovane cacciatore Hirpu, Brennu suo rivale in amore, Artal e gli altri valorosi compagni di caccia, dopo avere affrontato innumerevoli pericoli, tradimenti e contrarietà di ogni genere, si troveranno costretti a compiere scelte difficili e alla fine dell’avventura si scopriranno intimamente cambiati.

La narrazione non presenta pause né voli pindarici, il lettore si ritrova a camminare con passo costante e armonico lungo sentieri che parlano delle difficoltà della vita, di ritmi antichi, di rapporti e sentimenti eterni. E scopre in queste pagine un immenso rifugio, in cui vorrà tornare più volte: per avere un contatto immediato e spontaneo con Madre Natura, per riflettere alla luce delle stelle e realizzare quella libertà che il mondo reale spesso nega, per avventurarsi in luoghi incontaminati che sollevano il velo su stesso.

LINK UTILI:

https://www.portoseguroeditore.com/prodotto/hirpu-il-cacciatore/

https://www.ibs.it/hirpu-cacciatore-libro-pierangelo-colombo/e/9791254928707

https://www.facebook.com/comeuntemporaleestivo