



IL GHINOTTO DELLA DOMENICA
Quello che impressiona è che i torinesi abbiano perso più tempo a valutare l’altezza dell’edificio (167,25 metri, uno in meno della Mole, altrimenti lo sfregio sarebbe stato insopportabile) che non la funzionalità del medesimo. Vinta la battaglia sull’altezza, che nella tomba avrà fatto scompisciare dalle risate l’ingegner Antonelli (un ardito sperimentatore che, se avesse potuto, la Mole l’avrebbe fatta arrivare a mille metri), non ci si è preoccupati del fatto che il grattacielo ha rischiato di restare un guscio vuoto, dopo che il San Paolo è stato acquisito e “milanesizzato” da Intesa
Chi disprezza compra: mai la saggezza popolare ha saputo fotografare meglio l’atteggiamento dei cittadini torinesi verso il grattacielo Intesa San Paolo. Coperto di contumelie, di sondaggi negativi, di pareri allarmanti circa il pregiudizio che avrebbe arrecato allo sky-line del capoluogo piemontese, al primo week-end di apertura è stato letteralmente assalito da migliaia di persone che, dopo una coda che ha persino superato le tre ore, volevano visitarlo, salire in cima, godersi il bel panorama che si apre su tutta la città e l’arco alpino. Come sia possibile che tanto odio verso il disprezzato manufatto si sia trasformato in questo afflato di simpatia, resta davvero un mistero. Probabilmente ha funzionato la sapiente comunicazione della prima banca italiana che, con la potenza di fuoco dei forti budget pubblicitari, ha mosso i giornaloni cittadini a presentare positivamente e in pompa magna l’inaugurazione, con tanto di presenza del progettista Renzo Piano, osannato archi-star di livello internazionale e particolarmente gradito alla sinistra radical-chic. O era una minoranza di criticoni per principio che attaccava l’opera, a fronte di una maggioranza silenziosa di favorevoli che ha approfittato di una bella giornata di primavera…Resta il fatto che il disgusto verso il grattacielo è ora confinato a qualche irriducibile “giapponese” che si esprime sui social, ma ormai l’edificio sembra assimilato nell’immaginario collettivo.
Quello che impressiona, oltre a questo revirment improvviso, è che i torinesi abbiano perso più tempo a valutare l’altezza dell’edificio (167,25 metri, uno in meno della Mole, altrimenti lo sfregio sarebbe stato insopportabile) che non la funzionalità del medesimo. Vinta la battaglia sull’altezza, che nella tomba avrà fatto scompisciare dalle risate l’ingegner Antonelli (un ardito sperimentatore che, se avesse potuto, la Mole l’avrebbe fatta arrivare a mille metri), non ci si è preoccupati più di tanto del fatto che il grattacielo ha rischiato seriamente di restare un guscio vuoto, dopo che il San Paolo è stato acquisito e “milanesizzato” da Intesa. E si sa che i cugini d’oltre Ticino non scherzano quanto a voracità. Alla fine è prevalso, per una volta, il buon senso e la nuova sede è stata finalmente riempita di duemila dipendenti, anche se le funzioni di governance – cioè chi comanda davvero in Intesa San Paolo – hanno sede nel capoluogo meneghino. In piazza San Carlo, nella blasonata sede storico-legale, ci si viene raramente, per qualche riunione dove si prendono poche decisioni e si fa molta parata.
L’artefice del grattacielo, gliene se ne deve dare atto, è Enrico Salza, sanguigno manager ben noto nei salotti torinesi e non solo, già deus ex-machina del San Paolo e ora avviato verso un dignitoso tramonto. Ha fatto in tempo a veder vivere la sua creatura, e ne siamo lieti. Anzi proprio il giorno dell’inaugurazione ha piazzato la zampata del vecchio leone dichiarando che, se fosse per lui, ne vorrebbe costruito un altro di fronte al primo. Difficile che sia accontentato, ma in compenso fra un anno inaugurerà al Lingotto il grattacielo della Regione (205 metri, uno dei più alti d’Italia). Sempre che dopo le polemiche sugli appalti, sulla bonifica dell’amianto, sulla paternità prima rinnegata e poi confermata da parte del progettista Fuksas lo sfortunato edificio non trovi altri intralci in grado di bloccare il cantiere.
(Foto: il Torinese)
Ghinotto


L’ostensione incomincia domenica con la messa delle 11 celebrata dal Custode pontificio della Sindone mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, con i tutti vescovi del Piemonte. La Messa sarà trasmessa in diretta su Rai1. Le visite alla Sindone cominceranno nel pomeriggio, a partire dalle 16. Nei giorni di sabato 20 e domenica 21 giugno non è possibile prenotare la visita: il Duomo è infatti chiuso per ospitare il pellegrinaggio dei giovani che si sono iscritti all’«Happening degli oratori» su www.turinforyoung.it e la preghiera di Papa Francesco di fronte alla Sindone. Come da
Il motto, il logo


Torino e la sua area metropolitana vedono crescere i pernottamenti oltre la soglia dei 4 milioni (+3,5%) e gli arrivi oltre 1,6 milioni (+3,3). Il mercato nazionale rappresenta la quota principale, ma si registra una forte crescita degli arrivi internazionali (+7,2%), a cominciare dal boom della Cina (+40%), ma anche di Germania (+63%), Usa (+60%), BeNeLux (+24%) e Svizzera (+19%). Nel 2014 torna a crescere anche l’Aeroporto di Torino, che ha chiuso l’anno con 3.431.986 passeggeri (+8,6 %). A trainare il dato molto positivo, il numero dei passeggeri dei voli di linea internazionali: +18,1%. La montagna conferma ottimi risultati, crescendo sia in inverno (+13% e oltre 1,6 milioni di presenze) che
Analizzando l’andamento delle singole ATL (Agenzie Turistiche Locali), al primo posto per numero totale di turisti si conferma Torino con la sua provincia, in crescita del 6% sia sul fronte degli arrivi (quasi 2,2 milioni) che dei pernottamenti (circa 6,3 milioni). Ottimo l’incremento del Novarese con +22% sui pernottamenti (che salgono a 389mila) e +11% sugli arrivi (a quota 169mila). Buona la percentuale di crescita anche per il territorio di Asti che registra +9,5% sui pernottamenti (293mila) e +8% sugli arrivi (oltre 119mila). Nella provincia Granda l’Atl di Cuneo registra circa +2,4% sugli arrivi (311mila) e +2,2% sui pernottamenti (che superano la soglia del milione), mentre le colline di Langhe e Roero guadagnano +3,7% sugli arrivi (275mila) e +2,1% sui pernottamenti (oltre 640mila). Sostanzialmente stabile il Biellese con +1,4% sugli arrivi (quasi 78mila) e un lieve aumento dei pernottamenti (circa 220mila). Nel Distretto turistico dei Laghi gli arrivi crescono di mezzo punto percentuale (917mila), ma con una permanenza media più breve che si riflette sui pernottamenti in calo del -2,4% (oltre 3,2 milioni). In flessione, invece, l’Alessandrino che registra -2% sugli arrivi (310 mila) e -4% sui pernottamenti (670mila). Un calo che si riscontra anche sul territorio Vercellese con una lieve flessione, -1,2% degli arrivi (84mila) e una contrazione del tempo di permanenza che si riflette sul -5% dei pernottamenti (283mila).


Intanto Exor, holding del gruppo Agnelli, ha chiuso l’esercizio 2014 con un utile di 323,1 milioni

Venti tassisti si sono incatenati davanti al monumento del Conte Verde

Gli eventi internazionali portano migliaia di presenze a Torino
Una valanga di iscritti per Tuttadritta e Vivicittà. Pienone di visitatori al Museo del Risorgimento e alla mostra di Tamara De Lempicka a Palazzo Chiablese. Code per salire sulla Torre SanPaolo e a Pralormo una giornata a contatto con la natura a Messer Tulipano