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Matrimonio in crisi anche a Torino, l'allarme di Nosiglia: "Qui non si sposa più nessuno"

nosiglia e giovani

Le parole delll’arcivescovo pronunciate all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, rappresentano un auspicio ma anche un monito

 

Le nozze tra persone dello stesso sesso sono uno dei temi sociali all’ordine del giorno. Quello che, invece, pare essere passato di moda e’ il matrimonio, proprio quello tradizionale. E’ un istituto in crisi, sia il rito religioso sia la cerimonia in  municipio. L’allarme a Torino e’ stato lanciato dall’arcivescovo. E’ vero che la Chiesa subalpina continua imperterrita con i suoi corsi per futuri sposi e con la sua costante attività a tutelare la tradizione, ma perché – si chiede mons. Cesare Nosiglia  – non lo fa anche lo Stato attraverso “corsi che aiutino i giovani a scoprirne la bellezza e il valore?” Le parole delll’arcivescovo pronunciate all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, rappresentano un auspicio ma anche un monito: “Bisogna contrastare la tendenza a rendere tutto precario: ne va della stabilità della società”. Sarà che i giovani hanno paura a mettere al mondo dei figli, in questo clima di crisi che non garantirebbe loro un futuro? Chissà . Fatto sta che la popolazione piemontese e’ tra le più vecchie d’Italia e tra qualche decennio , senza un incremento demografico, saremo – Dio e governo piacendo – un popolo di pensionati. 

L'ex patron Giuliano canta: scherzo di Carnevale o inizio della Quaresima per Sergio?

chiampa gofalone

soriaLIBEROIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Politici, scrittori, giornalisti, attori … era il circo mediatico che ruotava intorno alle mille iniziative di un premio elefantiaco, che da letterario aveva finito per occuparsi di tutto un po’. “E tutti sapevano che funzionava così”, ha chiosato Soria, il principe decaduto della cultura piemontese. Forse proprio questa è l’amara verità

 

E’ stato lo scherzo dell’ultimo giorno di Carnevale o l’inizio della Quaresima per Chiampa? Dopo aver inanellato una lunga serie di vicende fortunate, ultimamente lo “stellone” del governatore pare un po’ appannato. Infatti, appena uscita per il rotto della cuffia, dall’inchiesta di rimborsopoli – tutti i principali esponenti Pd prosciolti per assenza di dolo – la maggioranza a Palazzo Lascaris si trova a far fronte allo scandalo delle firme false e all’indagine sul nuovo grattacielo Fuksas, una serie di colpi che avrebbe steso anche Carnera. Ma l’uppercut è arrivato inaspettatamente dal processo sul Premio Grinzane, che pareva avviato in sede di appello verso un dolce oblio. E invece, l’ex-patron Giuliano Soria, proprio di Martedì Grasso, con una deposizione spontanea, ha – direbbe il buon Sergio – “desdavanato” la sua verità. E ha detto che, sì lui ha fatto un sacco di errori, ma di questo sistema hanno beneficiato in molti, politici, scrittori, giornalisti, attori … insomma tutto il circo mediatico che ruotava intorno alle mille iniziative di un premio elefantiaco, che da letterario aveva finito per occuparsi di tutto un po’. “E tutti sapevano che funzionava così”, ha chiosato il principe decaduto della cultura piemontese. Forse proprio questa è l’amara verità.

 

Ora, le dichiarazioni che riguardano il “supporto” che Soria avrebbe dato negli anni a tutta una serie di rispettabili personaggi,  da Bresso a Chiamparino,  da Alfieri a Oliva a Leo, da Corrado Augias ad Alain Elkann, da Michele Placido a Giancarlo Giannini, provengono da un soggetto la cui credibilità “sta a zero”, già condannato pesantemente  in primo grado e in procinto di esserlo in appello. Ma, comunque, il reo è stato prodigo di particolari, di dettagli, ricordando cifre e circostanze, luoghi e persone, e affermando spavaldamente che di molte “dazioni” aveva persino testimoni a conferma. Per esempio, per i contributi alle campagne elettorali comunali di Chiampa, come ha parzialmente ammesso lo stesso ex-assessore Alfieri, pur ribadendo che i contributi non erano in nero, ma regolarmente registrati. Il problema, però, è di capire se provenivano dal portafoglio personale di Soria o dalle casse del Grinzane: interrogativo retorico, dal momento che il processo ha appunto dimostrato come il Giuliano non facesse molta distinzione tra le sue tasche e i fondi del premio.

 

Comunque la pietra nello stagno lanciata da Soria non ha mancato il bersaglio. Già il giorno dopo, in mezze procure d’Italia, magistrati attenti hanno letto i giornali e si sono ricordati dell’obbligatorietà dell’azione penale, che impone loro di intervenire. Di qui, aperture di fascicoli, convocazioni di “persone informate sui fatti”, perquisizioni della Finanza in Comune, in Regione, nelle abitazioni e sui conti in banca dei supposti beneficiari (che peraltro annunziano querele e richieste di risarcimento danni).Come mai i giornali – che spesso pubblicano gli avvisi di garanzia prima della loro emissione – non hanno riportato nulla di tutto ciò? Semplicemente perchè quel sognatore di Ghinotto si è lasciato prendere la mano e, nelle ultime righe precedenti, ha raccontato non la realtà di un “paese normale” – diciamo – ma il sogno di chi ha una inguaribile, non sempre ben riposta, fiducia nei superiori, competenti uffici.

 

Perché questa vicenda avrà certamente il suo risvolto mediatico, le sue polemiche politiche (già i grillini chiedono di discuterne in aula), i suoi strascichi sulla credibilità già sottoterra di una casta che comprende, oltre ai politici, giornalisti e vip, ma senza la discesa in campo dei “panzer” giudiziari si chiuderà in una bolla di sapone. Anche perché, come s’incaricano subito di spiegare i gazzettieri di regime, che bisogno ci sarebbe di intervenire, se per molti reati parrebbe già scattata la prescrizione? Peccato che non sempre si sia ragionato così e che “certi” procedimenti siano stati portati avanti fin quando è stata la suprema Cassazione a dichiararla, la prescrizione, dopo che il “fango nel ventilatore”, per dirla ancora alla Chiampa, aveva già raggiunto il soffitto.

 

Ghinotto

Corteo No Tav mentre il ministero annuncia l'ok definitivo al progetto della Torino-Lione

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tav manifestotav 333La tratta italiana è lunga 17 km, inizia  da Bussoleno e giunge fino al confine di stato, sotto la futura maxi-galleria di 57 chilometri

 

Il corteo (circa mille persone secondo la Questura) ha preso il via da piazza Statuto. la manifestazione era aperta dai sindaci della Valle di Susa in fascia tricolore. Molti i partecipanti da Milano e Bologna. Tanti i rappresentanti dell’Alessandrino, area interessata alla realizzazione di un’altra grande opera contestata, il Terzo valico.

 

Mentre i no tav di tutta Italia si sono dati appuntamento al corteo di Torino, è’ stato approvato dal Cipe il progetto definitivo della tratta italiana della Sezione Transfrontaliera della linea ad alta velocità Torino-Lione. Lo comunica il Ministero delle infrastrutture e trasporti, il quale annuncia che nel Summit intergovernativo di martedì prossimo  24 febbraio a Parigi sarà siglato il protocollo addizionale all’Accordo Italia-Francia del 2012. La tratta italiana è lunga 17 km, inizia  da Bussoleno e giunge fino al confine di stato, sotto la futura maxi-galleria di 57 chilometri.

 

“La Tav va avanti – ha detto il ministro maurizio Lupi a Sestriere per la winter school di Ncd – e si farà. Martedì abbiamo l’incontro bilaterale Italia-Francia, saranno fatti ulteriori passi avanti. Chi si è opposto a quest’opera può svolgere una utile funzione di controllo, ma la violenza è inaccettabile”.

 

Intanto il comandante dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, ha visitato il cantiere di Chiomonte. Con lui il comandante interregionale Pastrengo, gen. Vincenzo Coppola,  dal comandante della Legione Piemonte e Valle d’Aosta, gen. Gino Micale e dal  comandante provinciale, colonnello Arturo Guarino . Il vertice dell’Arma ha parlato con i militari che sono impegnati in Val Susa. Li ha ringraziati per “l’abnegazione e l’umanità con cui svolgono il loro servizio”.

 

(Foto: il Torinese)

“Eat Art – Arte a Tavola” alla Gam

cibo pesce

Protagonista Enrico Crippa, chef tristellato del ristorante Piazza Duomo di Alba

 

Approfondire il rapporto profondo e sfaccettato tra l’alta cucina e l’arte contemporanea attraverso le voci di alcuni chef d’eccezione: fedele a questo intento, Eat Art – Arte a Tavola giunge al suo terzo appuntamento. Dopo aver ospitato Gualtiero Marchesi e Massimo Bottura, la rassegna organizzata dalla Fondazione De Fornaris, presieduta da Piergiorgio Re, invita il pubblico a un incontro con Enrico Crippa, chef tristellato del ristorante Piazza Duomo di Alba, che parlerà del suo personale coinvolgimento con l’arte contemporanea lunedì 23 febbraio alle ore 18:30, presso la sala conferenze della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAM) di Torino.

 

Di origine brianzola, Crippa si forma con il contributo di un maestro di prim’ordine: Gualtiero Marchesi, al cui celebre ristorante milanese inizia a lavorare all’età di appena 16 anni. Dopo una permanenza di tre anni in Giappone, durante la quale affina la sua tecnica sperimentando la cucina orientale, lo chef torna in Italia e conosce la famiglia Ceretto, produttori di vini pregiati nelle Langhe. In sinergia con questa realtà, Crippa inaugura il ristorante Piazza Duomo di Alba, di cui tutt’oggi è chef patròn, che vanta nel suo allestimento opere di artisti contemporanei tra cui Francesco Clemente, Anselm Kiefer e Kiki Smith. È di suggestioni e ispirazioni simili a questa peculiare scelta nell’arredamento che Crippa dialogherà con Danilo Eccher ed Enrica Melossi durante il terzo incontro previsto dal calendario di Eat Art.

 

“Molto spesso – afferma Crippa – negli ultimi anni la cucina contemporanea viene associata all’arte, molti chef si considerano o vengono definiti “artisti”. Ho qualche perplessità sull’utilizzo del termine, mi piace pensare che chi sta in cucina sia sempre e comunque un cuoco. Capisco e apprezzo, però, l’accostamento tra i due mondi, spesso prendo una matita e abbozzo uno schizzo per rendere concreta la presentazione del piatto che ho in mente. La materia prima, la fantasia e la tecnica devono produrre un risultato che sia anche bello. Come per l’arte, secondo me”.

 

Figura estremamente eclettica nel panorama culinario italiano perché capace di coniugare la tradizione piemontese con sapori contemporanei, Crippa ha un rapporto privilegiato con la terra delle Langhe: dall’apertura del ristorante, avvenuta nel 2005, a oggi, è stato insignito di tre stelle Michelin. Fondamentale è anche il fascino esercitato da alcuni artisti sulle sue creazioni: Panna Cotta Matisse è il nome, certamente non casuale, scelto per uno dei suoi piatti più originali.

 

L’ingresso all’incontro è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Eat Art – Arte a Tavola è un’iniziativa della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris alla quale ha collaborato Enrica Melossi, inserita negli appuntamenti di Expo – Exto 2015. La rassegna si concluderà lunedì 2 marzo con l’intervento di Matteo Baronetto, giovane chef del Ristorante Del Cambio di Torino.

 

Per maggiori informazioni: www.fondazionedefornaris.org

In calo l'influenza, dopo il picco massimo della settimana scorsa 50 mila piemontesi colpiti

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L’incidenza delle sindromi influenzali, nella settimana dal 9 al 15 febbraio, è di 11,5 casi ogni mille assistiti

 

Il SeReMi, servizio di riferimento regionale per la sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive, ha diramato il bollettino settimanale con i dati dell’epidemia influenzale in Piemonte. L’incidenza delle sindromi influenzali, nella settimana dal 9 al 15 febbraio, è di 11,5 casi ogni mille assistiti: si stima che siano circa 50.000 i piemontesi colpiti dall’influenza. La scorsa settimana, picco massimo raggiunto quest’anno, era di 15 casi per 1000 assistiti. La stima nazionale è di 7,7 casi/1000, più bassa di quella del Piemonte, come negli scorsi anni, e in ulteriore diminuzione. Nell’età pediatrica (0-14 anni), l’incidenza è di 27 casi per mille assistiti, nella fascia 15-64 anni l’incidenza è di 21 casi per mille persone, nella fascia di età dai 65 in avanti è di 6 casi. I passaggi in pronto soccorso sono stabili rispetto alle settimane precedenti: 11 % dei passaggi totali. I casi gravi, dall’inizio della stagione influenzale ad oggi, sono 49, 26 uomini e 23 donne: 4 nella fascia d’età 0-14 anni, 37 nella fascia d’età 15-64 anni, 8 nella fascia dei 65anni ed oltre.

 

(www.regione.piemonte.it)

Tour torinese bipartisan di Renzi a Fca e Gm ma i lavoratori sono preoccupati per la crisi

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Non è la prima volta che il premier visita realtà imprenditoriali piemontesi: lo scorso anno aveva inaugurato lo stabilimento L’Oreàl di Settimo. Altra tappa in questa visita al Politecnico per l’inaugurazione dell’anno accademico

 

Tour tutto piemontese per il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Prima la presenza ad Alba ai funerali di Michele Ferrero: “Sono qui – ha detto il premier – per onorare un grande italiano, una storia incredibile di talento, territorio e valori umani”. Poi, trasferitosi a Torino, il primo ministro ha avuto il privilegio di visionare in anteprima a Mirafiori i nuovi modelli che saranno lanciati sul mercato da Fca. Ed è soprattutto su uno di questi, la Maserati Levante, il primo suv del del Tridente, che si concentrano le speranze dei lavoratori torinesi del gruppo automobilistico, per i quali è appena stato rinnovato un anno di cassa integrazione.

 

Ad accompagnare il capo del Governo  l’ad Sergio Marchionne e il presidente John Elkann, che hanno fatto gli onori di casa al centro stile Fca dello stabilimento.  Renzi si è poi recato al centro ricerche General Motors nella cittadella del Politecnico dove vengono progettati i motori diesel della casa americana. Non è la prima volta che il premier visita realtà imprenditoriali piemontesi: lo scorso anno aveva inaugurato lo stabilimento L’Oreàl di Settimo. Altra tappa in questa visita, al Politecnico per l’inaugurazione dell’anno accademico e, infine a Moncalieri, per un sopralluogo alla Fissore ceramiche.

 

La visita ha coinciso con la giornata di mobilitazione  indetta contro il Governo Renzi. “Renzi a Torino non lo vogliamo – spiega Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea – il Governo e’ parte organica di una politica di austerita’, di smantellamento di fondamentali diritti sociali e del lavoro. Questa politica sta determinando un rapido peggioramento della situazione sociale del Paese. Giusto contestarlo, far crescere una opposizione e una alternativa”.

 

Intanto le Rsu Fiom e Uilm di General Motors hanno scritto al premier una lettera aperta in cui esprimono ”profondo disaccordo con l’impianto del Jobs Act”. ”Noi siamo l’esempio palese di come l’articolo 18 non sia mai stato un ostacolo nelle assunzioni per una multinazionale che volesse investire in Italia – si legge nella lettera – nell’arco di un quinquennio l’azienda è passata da un centinaio di dipendenti agli attuali 650, grazie a costanti investimenti nella ricerca, nella progettazione e nelle infrastrutture”.

Dal Tar una nuova mazzata per Chiamparino, ammesso il ricorso della Lega sulle firme false

chiamparino camicia

La decisione se torrnare o meno alle urne sarà però subordinata all’esito dell’inchiesta penale in corso sulla vicenda delle firme “tarocche”

 

Corsi e ricorsi, è proprio il caso di dirlo. E’ stato giudicato ammissibile il ricorso principale presentato dalla leghista Patrizia Borgarello al Tar del Piemonte. Nel ricorso si chiedeva di annullare le elezioni regionali del 2014 per le presunte irregolarità nella raccolta delle firme. La decisione se torrnare o meno alle urne sarà però subordinata all’esito dell’inchiesta penale in corso sulla vicenda delle firme “tarocche”. Così hanno deciso i giudici amministrativi della Prima Sezione che hanno dichiarato invece inammissibili gli altri due ricorsi incidentali.

 

Non è certo un buon momento per il Pd e per Sergio Chiamparino: prima rimborsopoli che, per quanto i consiglieri dem siano stati “graziati” all’ultimo ha lasciato segni di stress. Poi le polemiche e l’inchiesta sul grattacielo; e le vicende giudiziarie con i dieci indagati del centrosinistra per i gettoni gonfiati nella Circoscrizione 5. Che dire poi della mazzata di ieri inferta dalle dichiarazioni del patron del Premio Grinzane Cavour, Giuliano Soria, che dichiara di avere dato 25mila euro in nero all’allora sindaco di Torino, Chiamparino?

 

Ma il segretario regionale democratico Davide Gariglio minimizza, almeno sulla vicenda tar: “La sentenza di oggi del TAR contribuisce a fare un po’ di chiarezza: rigetta due dei tre ricorsi presentati e, dell’unico ricorso ammesso, respinge due dei cinque motivi di illegittimità contestati (in merito all’assegnazione dei seggi e al conflitto d’interesse degli autenticatori che risultavano anche candidati). “Sugli altri rilievi – prosegue Gariglio –  i giudici amministrativi attendono di avere  a disposizione i documenti elettorali ora in Procura. Non possiamo – conclude – fare altro che aspettare le valutazioni di merito, convinti della nostra buona fede e dell’infondatezza delle contestazioni”.

 

Non è dello stesso parere il capogruppo di Forza Italia in Regione, Gilberto Pichetto: “La pronuncia del Tar avvenuta oggi, credo renda evidente che il ricorso sulle firme false, raccolte dal centrosinistra, era fondato e non una questione puramente mediatica. È chiaro che la situazione che oggi vive la Giunta Chiamparino sia peggiore di quella che contraddistinse la precedente legislatura”. “Questo primo passaggio – conclude Pichetto – chiarisce definitivamente che la campagna elettorale condotta dal centrosinistra alle ultime regionali all’insegna della trasparenza e legalità in realtà è stata un mero atto di arrogante opportunismo”.

Scandalo Grinzane, Soria non ci sta a fare il "genio del male" e tira in ballo politici e giornalisti

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Il patron del premio letterario parla di fondi neri alla politica

 

Al processo per lo scandalo del Premio Grinzane Cavour il principale imputato e patron dell’iniziativa culturale, Giuliano Soria, parla a ruota libera. Non ci sta a fare la parte dell’unico “cattivo” della storia e tira in ballo nomi di politici (Sergio Mercedes Bresso, Gianni Oliva, Giampiero Leo, Fiorenzo Alfieri) e di giornalisti che avrebbero beneficiato delle “regalie” del premio letterario. In alcuni casi – ha detto il prof. – alcuni politici avrebbero usufruito di fondi neri per la loro attività. Replica il presidente Chiamparino, via Ansa:  “Può darsi che Soria abbia partecipato a qualche cena di finanziamento organizzata dall’ assessore Alfieri o da qualcun altro, questo non posso escluderlo, ma io non ho mai avuto rapporti finanziari con lui”. Sergio Chiamparino aggiunge: “E’ una tattica comprensibile che Soria metta fango nel ventilatore per cercare di difendersi disperatamente”.

La rivolta dei tassisti contro Uber, più di mille in piazza sotto la Mole: "Je suis taxi legale"

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Qualche tensione – ma subito sopita – con alcuni tassisti che sostavano in piazza Castello, anzichè aver preso parte al corteo fin dal suo inizio

 

Duemila secondo gli organizzatori, 1400 per la Questura, certamente più di mille nella realtà  i tassisti che hanno dato vita al corteo a Torino.

 

Il serpentone di manifestanti ha preso il via da piazza Arbarello. Tra gli slogan scanditi ad alta voce: “Chi non salta illegale è- è !”. I  partecipanti alla sfilata, scortati da un consistente schieramento di carabinieri, sono arrivati fino alla prefettura. Qualche tensione – ma subito sopita – con alcuni tassisti che sostavano in piazza Castello, anzichè aver preso parte al corteo fin dal suo inizio. Una delegazione numerosa è arrivata da Genova.

 

 In tanti con il naso rosso da pagliaccio. Fumogeni gialli e blu sono stati lanciati dasi tassisti, che hanno manifestato contro Uber. Chiedono al ministro Maurizio  Lupi di intervenire contro quello che definiscono un “servizio illegale” . I manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dal sindaco Piero Fassino e dal prefetto di Torino. “Je suis taxi legale” la scritta più diffusa sui cartelli esposti dai tassisti.

 

(Fotoservizio: il Torinese)

Bollettino di guerra per le imprese italiane: 1 milione di posti di lavoro bruciati dal 2008

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L’area più colpita nel 2014 è il Nord Ovest, con più del 30% di impieghi persi, circa 59 mila

 

Bollettino di guerra per le imprese italiane. Da quando ebbe inizio la crisi, nel 2008,  sono fallite 82.000 imprese sul suolo nazionale, con la perdita di 1 milione di posti di lavoro. L’analisi impietosa arriva dai dati raccolti dal Cerved che calcola nel 2014 un picco di fallimenti, più di 15.000. Se si calcolano le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazione volontarie il dato aumenta a 104.000 nell’anno appena trascorso.

 

Nel 2013 ben176 mila lavoratori hanno perso il posto. Il riscontro del  2014 è migliore, con 175 mila posti. I posti persi sono più che raddoppiati rispetto al 2008, con un incremento del 136%. L’area più colpita nel 2014 è il Nord Ovest, con più del 30% di impieghi persi, circa 59 mila, di cui 40 mila in Lombardia. Malissimo le aziende del terziario, con 29 mila posti persi nei servizi non finanziari e 27 mila nella distribuzione. Nel comparto della moda si sono persi 9 mila posti di lavoro.

 

In Piemonte, l’export dà segnali di ripresa ma i problemi sono molti. Intanto si annunciano ulteriori dodici mesi di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione alle Presse di Mirafiori per più di 700 lavoratori. Lo comunica la Fiom dopo l’incontro in Regione per l’esame congiunto per il rinnovo della cassa. Sono 32 i mesi di cassa integrazione alle Presse. Le organizzazioni sindacali Fim, Uilm, Ugl e Fismic non hanno voluto che la Fiom partecipasse al tavolo delel trattative.

 

(Foto: il Torinese)