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“Fabbriche aperte” per non perdere la fiducia nella manifattura in tempo di crisi

Sembra quasi voler dire “non perdiamoci d’animo”, l’iniziativa della Regione che , in tempo di crisi, decide di “affermare l’immagine del Piemonte come luogo della manifattura intelligente, dell’innovazione industriale e del saper fare” attraverso “Fabbriche Aperte”, l’iniziativa che permetterà , il 27 e 28 ottobre prossimi, di visitare le realtà industriali del territorio e cogliere un’opportunità per guardare dal vivo i processi di produzione e le catene di montaggio, le varie fasi della lavorazioni. Al momento le adesioni sono 79, ma altre iscrizioni sono ancora possibili.“Nel Piemonte che si prepara ad ospitare il G7 – ha commentato il presidente Sergio Chiamparino presentando la due giorni – bisogna accrescere il senso di consapevolezza dei cittadini sulle capacità manifatturiere di cui disponiamo. Le nostre ‘mani intelligenti’ sono già pronte alle sfide del futuro, e non a caso il Piemonte ha il ruolo di referente e coordinatore sui temi della fabbrica 4.0 a livello di Conferenza delle Regioni. E proprio in Piemonte è stata avviata la prima piattaforma tecnologica sul tema, che attuava in notevole anticipo i temi di specializzazione della strategia nazionale”.La Regione ha avviato una sinergia con le associazioni di categoria e le singole industrie, che  ha permesso in poche settimane di raccogliere un discreto numero di adesioni, pur con le difficoltà relative all’organizzazione su ampia scala di un evento di questo genere: è stato infatti chiesto alle aziende di aprire le loro fabbriche pur avendo ben chiari gli eventuali problemi che possono presentarsi in questi casi in termini di tutela della riservatezza, organizzazione di percorsi adeguati, sicurezza delle persone.Spiega la Regione in una nota che in Piemonte esistono già progetti che promuovono visite di impresa, ma è la prima volta che queste vengono concentrate in un unico evento e su scala regionale. Le aziende che al momento hanno dato adesione a “Fabbriche Aperte” rappresentano, sia a livello dimensionale e sia dal punto di vista dei settori rappresentati, una fedele istantanea del Piemonte industriale: dall’automotive all’agroalimentare, dall’aerospazio al tessile, dalla chimica all’Ict. Ma si tratta di un elenco ancora provvisorio, considerato che le imprese eventualmente ancora interessate potranno manifestare la propria disponibilità attraverso i contatti presenti sul sito www.piemontefabbricheaperte.it, dove è possibile iniziare a registrarsi per le visite inserendo i propri dati e scegliendo la fabbrica di interesse. Ai cittadini si chiede di provvedere con un po’ di anticipo rispetto alle date dell’evento, considerato che in alcuni siti, per ragioni anche di natura tecnica, gli accessi avranno un numero limitato di partecipanti e in certi casi solamente per uno dei due giorni programmati. E’ inoltre previsto il  collegamento di “Fabbriche Aperte” con l’evento annuale del programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020, finalizzato a dare evidenza delle buone pratiche sull’utilizzo di queste risorse. Diverse aziende visitabili  hanno usufruito di un finanziamento dall’Europa, e l’occasione potrà servire anche ad acquisire conoscenza diretta di come i fondi comunitari costituiscono una leva decisiva per l’innovazione e la competitività. 

www.regione.piemonte.it

(foto: il Torinese)

Il questore: “Diritti garantiti con il codice, non col manganello. Arrestato chi ha commesso reati”

“Era mio dovere  garantire i diritti di tutti: sia lo svolgimento regolare dell’evento, sia le manifestazioni di protesta. E il bilancio è positivo. Gli eventi di contestazione non sono stati vietati e neppure cambiati. I dimostranti ci avevano chiesto di arrivare in piazza, a Venaria, e così è stato. I dimostranti hanno cercato lo scontro fisico ma noi non abbiamo mai risposto alle loro ripetute provocazioni”. Volevano che reagissimo con violenza, cosa che non è stata fatta. L’illegalità si persegue applicando il codice, non con i manganelli. E chi ha commesso reati è stato arrestato.” Così l’agenzia Ansa riporta le parole del questore di Torino, Angelo Sanna, al termine del G7. “La nostra – ha aggiunto il questore – è stata una politica di contenimento. Non abbiamo mai risposto alle provocazioni e non siamo arrivati al contatto fisico, neanche quando hanno tentato di sfondare i dispositivi di sicurezza o quando hanno bombardato i poliziotti con petardi e fuochi d’artificio”. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali della polizia hanno diramato ai giornali il comunicato che pubblichiamo qui di seguito.

(Foto: il Torinese)

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IL COMUNICATO DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DI POLIZIA

“Competenza, spirito di sacrificio e presenza discreta, queste le caratteristiche delle Forze dell’Ordine impiegate nei servizi per il G7 di Torino”

Il turbinio del G7 è appena terminato, gli eventi nefasti e catastrofici profetizzati dai soliti noti istigatori del caos e della violenza sono stati sistematicamente annullati. Ancora una volta la competenza delle Forze dell’Ordine di Torino ha avuto il sopravvento. Un meticoloso e formidabile servizio d’ordine, il cui merito va sicuramente riconosciuto alle Autorità di P.S., ha dispiegato una capillare attività di coordinamento e prevenzione che, dalla compagine della Centrale Operativa della Questura ai tanti contingenti e pattuglie sul territorio, attraverso un oculato e preciso meccanismo interforze, non hanno lasciato spazio alle improvvisate minacce disfattiste, respinte con misura, efficacia e risoluzione dai tutori dell’ordine.

Certo non sono mancati i consueti momenti di tensione creati ad arte dai soliti scellerati antagonisti subito ridimensionati. Sarebbe tempo di porsi seriamente l’interrogativo di quanto siano utili e giusti allo sviluppo delle libertà sociali questi famigerati Centri Sociali se poi, l’unico momento della loro concreta esistenza è basata sulla metodica aggressione alle forze dell’ordine e alle istituzioni democratiche ed è significativo l’arresto di uno dei capi di Askatasuna.

Lascia invece interdetti il vergognoso appello della Consigliera regionale del Movimento 5Stelle la cui unica preoccupazione è giustificare il pestaggio subito da un poliziotto e, come sembra, perpetrato da un suo amico dei centri sociali, per il quale le parole di stima si sono sprecate. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il Signor Grillo di questa grande vicinanza di esponenti del suo Movimento ad appartenenti violenti dei centri sociali. Anche perché sarebbe utile capire una volta per tutte il senso di giustizia e dello Stato del Movimento 5Stelle.

Tuttavia, un risultato eccellente conseguito anche grazie al grande spirito di sacrificio degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine impegnati senza sosta e per molte ore in attività di coordinamento, controllo e contenimento, impedendo ai soliti contestatori di compromettere in qualche modo il G7 e perpetrare qualunque sorta di nefandezza urbana.

Poliziotti e sindacati di polizia che, come sempre, nel momento del bisogno, con senso di lealtà e responsabilità hanno ragionevolmente sorvolato sul rigido rispetto di turni e orari di lavoro mettendo al primo posto la sicurezza pubblica. Una responsabile comprensione che siamo certi l’Amministrazione riconosce e riconoscerà.

Importante è stata la notevole presenza di forze di polizia in Torino e aree limitrofe che, tuttavia, attraverso la giusta avvedutezza degli “addetti ai lavori”, non ha minimamente turbato i cittadini che hanno continuato le loro attività quotidiane in assoluta serenità all’interno di un impercettibile contesto controllato e finanche rassicurante.

Per il SIULP, il SAP e il SIAP la competenza, lo spirito di sacrificio, la presenza discreta e oculata delle forze dell’ordine, testimoniano una sola cosa che si può esprimere in due parole: Grande Professionalità.

SIULP    SAP       SIAP

Bravo   Perna  Di Lorenzo

Da Renzi alla destra attacco alla sindaca Appendino: “centri sociali padroni di Torino”

Mentre uno dei leader del centro sociale torinese Askatasuna, Andrea Bonadonna,  è stato arrestato dalla polizia per la protesta anti-G7 a Venaria Reale, per aver aggredito un agente durante la guerriglia urbana sotto la Reggia, un coro di critiche si alza dal mondo politico nei confronti dell’amministrazione pentastellata di Chiara Appendino, che non si sarebbe smarcata dai contestatori .

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LA SINDACA

A dire il vero la prima cittadina (e ci mancherebbe altro) aveva espresso ieri la propria solidarietà agli agenti feriti: ” Esprimo sostegno alle forze dell’ordine per gli attacchi subiti e auguro pronta guarigione agli agenti feriti. Ringrazio tutti coloro che hanno coordinato e partecipato alle operazioni, garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico”

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MATTEO RENZI SU FACEBOOK

In un lungo post su Facebook si sfoga il segretario Pd, Matteo Renzi, il cui manichino è stato ghigliottinato dai manifestanti.

“Torno a casa e in tv vedo che i manifestanti contro il G7 di Torino stanno decapitando due manichini, uno col mio volto, uno col volto del ministro del lavoro. Questi signori hanno installato una ghigliottina e pensano di essere simpatici ricordando le macabre esecuzioni del passato. Non mi fanno impressione le pagliacciate.  Però in questa vicenda ci sono agenti di polizia, carabinieri, uomini delle nostre forze dell’ordine che vengono feriti sul serio, non a parole. Le botte le hanno prese davvero, loro: hanno prognosi fino a 40 giorni.  E ci sono squallidi amministratori comunali che non hanno avuto la forza – o la voglia – di spendere una parola per prendere le distanze da certe formazioni anarchiche o presunti tali, da centri sociali, da persone abituate a vivere di violenza quantomeno verbale.  Non mi fa effetto vedere la mia testa rotolare. Mi fa effetto vedere persone che rinunciano a pensare con la loro testa e vivono di slogan legati a un passato ideologico e fumoso. E mi fa effetto vedere amministratori comunali pagati da tutti i cittadini che anziché schierarsi con le forze dell’ordine e con le istituzioni rilanciano le immagini della rivoluzione francese e dei tempi della ghigliottina. Troppo facile prendere le distanze a parole e poi però sfilare con i violenti nei cortei. Ci avevano chiesto di portare il G7 a Torino e poi hanno fatto fare una figuraccia all’anima profonda e solidale di questa città, prima capitale d’Italia. Peccato. Il mio affetto, la mia solidarietà, la mia gratitudine alle forze dell’ordine e agli agenti feriti.

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FRATELLI D’ITALIA

Puntano il dito contro l’Amministrazione comunale Appendino gli esponenti di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli (nella foto) e Maurizio Marrone

“Dalla Cavallerizza all’Università, ormai è chiaro a tutto il mondo che i padroni di Torino sono i centri sociali e che da oggi la città delle Olimpiadi 2006 non è più nelle condizioni di ospitare grandi eventi per il ricatto di una minoranza di estremisti, che, grazie alle coperture politiche a 5 stelle, trasformano a loro piacimento il capoluogo piemontese nel parco giochi di tutti i facinorosi d’Italia.  Alla faccia del fasullo smarcamento dell’ultimo minuto, segnaliamo che il primo tentativo di sfondamento del cordone delle Forze dell’Ordine i centri sociali l’hanno tentato carrelli pieni delle brioches evocate dal Vice Sindaco Montanari, così come non ci dimentichiamo della presenza di esponenti delle occupazioni antagoniste proprio nella maggioranza consiliare grillina in Comune di Torino. Com’era facilmente prevedibile il G7 è diventato la vetrina della Torino peggiore”.

Di Maio: “I sindacati devono cambiare, o faremo noi la riforma quando saremo al governo”

“O i sindacati si autoriformano o  quando saremo al governo faremo noi la riforma. Se il Paese vuole essere competitivo le organizzazioni sindacali devono cambiare radicalmente. Dobbiamo dare possibilità alle associazioni giovanili di contare nei tavoli contrattazione, serve più ricambio nelle organizzazioni sindacali. Un sindacalista che prende la pensione d’oro o finanziamenti da tutte le parti ha poca credibilità per rappresentare un giovane di trent’anni”. Parola di  Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, al Festival del Lavoro a Torino. Replica la segretaria Cgil Susanna Camusso: “Dice cose che non sa:  dimostra ignoranza e arroganza. Il suo è un linguaggio autoritario”

Guerriglia urbana sotto la Reggia, fumogeni e fuochi d’artificio contro la polizia

Il corteo era partito dal quartiere Vallette di Torino.  La polizia in tenuta antisommossa ha risposto al lancio di alcuni oggetti con una carica di alleggerimento

Il cordone delle forze dell’ordine  a protezione della Reggia di Venaria ha retto  e sono stati respinti i manifestanti dell’assemblea Reset G7 arrivati in piazza Vittorio Veneto. Il corteo era partito dal quartiere Vallette di Torino.  La polizia in tenuta antisommossa ha risposto al lancio di alcuni oggetti con una carica di alleggerimento per disperdere i contestatori. Dai manifestanti è partita una raffica di petardi, fumogeni e fuochi d’artificio, esplosi ad altezza d’uomo contro le forze dell’ordine che hanno risposto con alcuni lacrimogeni.

Notte di scontri, due agenti feriti. I manifestanti: “Andiamo a protestare alla Reggia”

Notte di tensione nel centro di  Torino tra le forze dell’ordine e i contestatori del G7. Petardi e bombe carta sono stati lanciati contro gli agenti, due di loro sono rimasti feriti. Il gruppo ResetG7 ha occupato Palazzo Nuovo come  base per le prossime iniziative di protesta. Cinque persone fermate, compresi tre giovani donne e un ragazzo giovanissimo.

La Polizia ha evitato il contatto con i manifestanti e l’uso di lacrimogeni. Il ResetG7, composto da precari, disoccupati, anarchici, centri sociali e No Tav, intende  raggiungere oggi la reggia di Venaria, dove è in corso il vertice internazionale  sul lavoro.

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Ph: Antonello Preteroti Photography – Landscapes & Torino Events

 

Cronaca dei cortei anti G7 tra disordini e (innocui) seguaci barbuti di Marx e Bakunin

AGGIORNAMENTO Nella notte tra venerdì e sabato scontri tra polizia e manifestanti in centro. Due poliziotti feriti e tre contestatori fermati. I manifestanti dispersi dalle cariche si sono nascosti tra gli stand della Notte dei Ricercatori.

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Venerdì 29 settembre Il corteo della Fai, la Federazione anarchica torinese, dei militanti dei Cub e di Rifondazione comunista è partito nel tardo pomeriggio da corso Giulio Cesare. Traffico bloccato in piazza Vittorio dai manifestanti del centro sociale Askatasuna verso le 20 quando è stato interrotto l’accesso al ponte della Gran Madre. Cassonetti incendiati in via Montebello per tenere lontani gli agenti di polizia che cercano di impedire l’accesso in via Po. Questo in sintesi il bilancio del pomeriggio nel centro città dove sono in corso più cortei contro il G7. Domani i manifestanti cercheranno di raggiungere la Reggia di Venaria.

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto

Perbacco, lo striscione è già tutto un programma: Contro i Padroni di tutto il mondo… Accidenti, ma proprio proprio tutto il mondo. Sorrido. Non sono più un esperto di lotta di classe ma se fossero di più i manifestanti non sarebbe male per loro. Ma almeno sono rassicuranti e non truculenti nel loro atteggiamento. Carina la commistione tra bandiere rosse di Rifondazione e le anarchiche bandiere rosse e nere.  Chissà cosa direbbero quei due barbuti di Marx e Bakunin.  Tempi moderni. Dove la polizia e i viigili urbani sono più numerosi dei manifestanti. Uniche ” vittime” sono gli automobilisti. In quelle ore il loro viaggiare con auto o mezzi pubblici è stato sconvolto. Solite lamentele, ma almeno qui, nel pomeriggio nessuna violenza. Questa mattina, invece, altra musica. Anche in questo caso altisonante striscione: “Noi dei giganti e i G7 dei nani”. Altisonanti…ma anche qui un po’ pochini. Fastidioso chi si copre il volto per non essere riconosciuto: sono  40 anni che questi tipi  mi danno fastidio. Poi la violenza, ma fortunatamente  la polizia è in maggioranza. Per ora situazione abbastanza sotto controllo. Anche se un’ altra cosa mi ha dato fastidio. Torino è stata la città vicina a Venaria e non viceversa. E Montanari, il  vice sindaco? Per lui è più importante essere o dire di essere no Tav  più che vicesindaco di Torino.

 

(foto: il Torinese)

 

 

Corteo “No G7”, cariche di polizia. Occupato Palazzo Nuovo, fermati due manifestanti

AGGIORNAMENTO Poco dopo le 13 un gruppo di manifestanti ha occupato Palazzo Nuovo. E’ stata annunciata l’intenzione di bloccare la Notte dei Ricercatori in programma in piazza Castello.

Questa mattina i dimostranti del corteo anti G7 hanno cercato di aggirare i cordoni di polizia per raggiungere piazza Carlina, dove risiedono le delegazioni internazionali del vertice. Sono però stati bloccati in una traversa di piazza Vittorio Veneto sono stati intercettati e bloccati. Un accenno di carica delle forze ordine li ha fatti arretrare. I manifestanti hanno poi tentato di svoltare da corso Vittorio Emanuele verso via Carlo Alberto, ma la polizia in assetto antisommossa ha risposto con alcune manganellate e una carica di alleggerimento. Un manifestante è stato fermato: si tratterebbe di un  giovane torinese ancora minorenne. In seguito anche un altro giovane è stato fermato. L’obiettivo dei contestatori è raggiungere piazza Carlina all’insegna dello slogan  “Noi giganti, voi sette nani”. La manifestazione era  partita intorno alle 10 dalla stazione di Porta Susa. Sugli striscioni le scritte:  “Della vostra zona rossa non me ne frega niente”. “Voi nelle regge, noi nelle piazze”, “Torino è la mia città, voi ministri che ci state a fà?”. Nel frattempo decine di no Tav si sono radunati alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova per un’altra  manifestazione anti G7, con l’intento di  raggiungere il corteo degli studenti .

Rivoluzione tecnologica e occupazione: “vincenti” e “perdenti” sul mercato del lavoro

A confronto le 10 professioni qualificate maggiormente in crisi hanno bruciato 180 mila unità di lavoro. Ma per i profili altamente qualificati si va affermando sempre di più l’attività autonoma con partita Iva, compresi i liberi professionisti iscritti in ordini e collegi

Presentata al Festival del Lavoro l’indagine dell’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro che svela i 10 profili professionali

L’impatto della tecnologia digitale sul lavoro non avrà effetti devastanti sull’occupazione. Semmai comporterà la necessità per tutti i lavoratori di adeguare, e anche velocemente, le proprie competenze. Se è vero infatti che molti lavori si avviano a scomparire per effetto dell’automazione dei processi produttivi è altrettanto vero che ne sono nati di nuovi. Al Festival del Lavoro, inaugurato ieri al Lingotto Fiere di Torino, l’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro ha realizzato una indagine comparata dei dati del volume di lavoro attivato negli ultimi cinque anni e dei risultati delle maggiori ricerche su questo tema, che traducono le informazioni sui cambiamenti del lavoro in termini di competenze e di figure professionali in calo ed in aumento. Si scopre così che nel periodo 2012-2016 il saldo delle prime 10 professioni altamente qualificate (c.d. “vincenti”) più richieste dalle imprese è di +141,6 mila dipendenti. A confronto le prime 10 professioni altamente qualificate e che, nello stesso periodo, sono entrate in crisi (c.d. “perdenti”) hanno bruciato 180 mila posti di lavoro. Per completezza di ragionamento, vale la pena ricordare che in questo segmento di specializzazione, nel quinquennio di riferimento, si è affermata una modalità di lavoro autonoma che amplia il numero di figure professionali c.d. “vincenti”. La ricerca dell’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro si basa su un nuovo metodo di indagine – diviso per altamente, mediamente e non qualificate – che analizza le “unità di lavoro attivate” (Ulat) e le confronta con le “unità di lavoro cessate” (Ulac) attraverso un sistema di navigazione telematica (su www.consulentidellavoro.it) in grado di mettere in evidenza quali profili sono più ricercati in una determinata regione e quali quelli più in crisi. Si scopre così, per esempio, che alcune regioni del Sud (Sicilia, Puglia e Sardegna) si caratterizzano per una vocazione nelle professioni sanitarie riabilitative mentre in Toscana crescono i tecnici del marketing (+1,6 mila) e scendono i bancari (-2,7 mila). Restando nel segmento dell’alta qualificazione – che maggiormente interessano il campo di indagine dell’ottava edizione del Festival del Lavoro – la Lombardia si distingue per la crescita degli analisti e progettisti di software (+10,2 mila) e per la crisi dei segretari amministrativi (-8,2 mila).

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A livello nazionale, l’indagine dell’Osservatorio stila la classifica nazionale delle prime 10 professioni “vincenti” e “perdenti”. Andando a vedere quali sono i profili altamente qualificati più richiesti dalle imprese in questi anni troviamo al primo posto gli analisti e progettisti di software (+22,9 mila); a seguire: i disegnatori industriali (+20,4 mila), le professioni sanitarie riabilitative (+18,9 mila), i tecnici programmatori (+14,1 mila), i tecnici esperti in applicazioni (+13,8 mila), i maestri d’asilo (+12,5 mila), i tecnici del reinserimento e dell’integrazione sociale (+11,8 mila), gli specialisti nell’educazione dei soggetti diversamente abili (+9,6 mila), i tecnici del marketing (+9,4 mila) e gli specialisti nei rapporti con il mercato (+8,1 mila). Restando nello stesso segmento delle alte qualifiche, le professioni più in crisi come dipendenti delle imprese private sono i segretari amministrativi, archivisti e tecnici degli affari generali (-42,4 mila). Seguono i contabili (-30,9 mila), i tecnici statistici (-25,4 mila), i tecnici del lavoro bancario (-16 mila), i tecnici gestori di reti e sistemi telematici (-15,2 mila), gli istruttori di tecniche in campo artistico (-13,8 mila), i tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioni (-10,9 mila), i ricercatori e tecnici laureati nelle scienze della vita e della salute (-9,8 mila), gli istruttori in discipline sportive (-8,8 mila) e infine i tecnici del trasferimento e del trattamento delle informazioni (-6,9 mila).

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L’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro ha preso in considerazione la domanda di lavoro in Italia negli ultimi cinque anni, considerando i dati reali delle comunicazioni obbligatorie delle imprese (che specificano la condizione professionale richiesta), e ha pubblicato un rapporto sull’impatto della quarta rivoluzione industriale sulle professioni. La ricerca permette di leggere e capire quale sia il reale impatto del processo di innovazione tecnologica sul mercato del lavoro italiano. Il rapporto mostra come il processo di automazione del lavoro produca effetti anche in Italia e determini la riduzione della domanda di alcune specifiche competenze, ma al tempo stesso generi la crescita della domanda di altre figure professionali, che non sempre sono disponibili sul mercato. Oltre all’impatto in termini quantitativi, la ricerca offre indicazioni concrete rispetto all’evoluzione della domanda di lavoro e di come l’introduzione delle nuove tecnologie digitali contribuisca a cambiare il mercato del lavoro introducendo nuovi “stili di lavoro” e competenze trasversali. Dall’analisi dell’Osservatorio si può capire come il fattore del cambiamento sia influenzato, ma non determinato in via esclusiva, dall’innovazione tecnologica, che costituisce un aspetto importante, ma che va considerato insieme ad altri fenomeni, come il ruolo dei mercati globali, la produttività, il costo del lavoro, l’ambiente ed i processi di riorganizzazione dei sistemi produttivi.

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L’Osservatorio spiega anche cosa renda “vincente” oggi una professione. I maggiori fattori di successo delle professioni sono legati a capacità che non possono essere sostituite dalle macchine e che rispondono alla domanda di personalizzazione dei servizi, come la persistenza in presenza d’ostacoli, la capacità di usare internet e in particolare la posta elettronica oppure la creatività e l’originalità nella progettazione e nell’individuare soluzioni. La capacità del personale di non fermarsi di fronte alla prima difficoltà e di persistere nella ricerca e nell’individuazione di una soluzione sono qualità decisive per un’azienda di successo. È infatti questa una capacità molto importante per ben 28 professioni “vincenti” tra le quali quelle di specialisti nei rapporti con il mercato, tecnici di gestione dei fattori produttivi, professori, fisioterapisti, programmatori, personale addetto a compiti di controllo e verifica, ma anche assistenti sociosanitari che assistono disabili e badanti. Il fattore dell’intelligenza emotiva è una competenza trasversale oggi molto importante e viene valutato come determinante per quasi l’82% di chi svolge le 50 professioni vincenti: la capacità di relazione, il problem solving e l’adattabilità sono fattori decisivi. Un altro aspetto rilevante, che riguarda il 44% di chi svolge le 50 professioni vincenti, è la creatività e l’originalità sia di progettare nuovi servizi e prodotti sia di far fronte ai problemi che emergono dal lavoro, mentre queste qualità non sono richieste al restante 56%, costituito esclusivamente da unità di lavoro che esercitano professioni mediamente non qualificate.

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La competitività nell’ambiente di lavoro è una caratteristica abbastanza marginale per le professioni vincenti: solo il 28,4% delle unità di lavoro la ritiene importante. La competizione spinta è stata considerata per secoli la vera anima del lavoro, oggi invece la partecipazione collaborativa dei lavoratori è la chiave del successo dell’impresa. Il rapporto dell’Osservatorio conferma questo fenomeno: al lavoratore del futuro è richiesta la capacità di lavorare in gruppo e di valorizzare l’apporto dei colleghi, non la competitività con i colleghi. Il rapporto evidenzia quindi come il cambiamento in corso possa determinare nuove opportunità se si mettono in campo politiche in grado di innescare il ciclo virtuoso che dal capitale umano genera innovazione, produttività ed aumento della domanda. Costituiscono un ostacolo all’attivazione di questo ciclo di sviluppo del lavoro gli inadeguati investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo, formazione continua e welfare aziendale.

 

 

 

 

 

 

Tensione a San Salvario, gli anti – G7 bloccano l’ingresso al Carrefour di via Madama Cristina

Il clima fino ad oggi sereno che ha caratterizzato il G7 è stato turbato da alcuni disordini verificatisi in serata. Circa 400 manifestanti contrari al vertice internazionale sono partiti in corteo dopo le 20 da Torino Esposizioni per attraversare San Salvario e giungere in centro. Giunti al supermercato Carrefour di via Madama Cristina, aperto 24 ore, ne hanno bloccato l’ingresso con un nastro e hanno affisso uno striscione contro gli “sfruttatori”. Tensione anche davanti alla sede della Cisl, nella stessa via, e sempre in zona, in via Giacosa, di fronte alla palazzina della Fondazione Agnelli (che ospita Foodora) contro la quale sono state lanciate delle uova. Un cordone di polizia blocca via Accademia Albertina, che conduce in piazza carlina, dove ha sede l’Hotel Nh che ospita le delegazioni governative. Altre manifestazioni di protesta sono previste. Si incomincia venerdì  con il corteo di alcuni sindacati e forze della sinistra con partenza alle 17.30 dalla ex stazione Ceres in Barriera di Milano.