



Quasi un miracolo, nessun ferito dopo il crollo di una rampa di scale in un condominio di cinque piani in via Ormea 156, in zona San Salvario. Il crollo è avvenuto nel primo pomeriggio. Prontamente intervenuti i vigili del fuoco che stanno mettendo in sicurezza l’edificio con l’evacuazione di circa 50 persone, non senza difficoltà visto che l’ascensore non può essere utilizzato.
(foto archivio il Torinese)
Alla presentazione del Rapporto Rota emerge che Torino fatica a percepirsi come città terziaria, anche se il settore incide sull’economia per i tre quarti del totale. Però la città arriva ultima, 14a su 14, nella classifica del terziario sull’occupazione nelle Città Metropolitane. La sindaca Chiara Appendino, intervenuta alla presentazione dello studio ha sottolineato la necessità di una collaborazione a pari dignità con Milano: “basta scippi a Torino da parte dei milanesi”, ha detto. Comunque il capoluogo piemontese è ancora al primo posto in Italia per la ricerca e si piazza seconda dopo Milano nell’editoria libraria, mentre è prima in quella scolastica.
(Foto RP/ il Torinese)
Secondo la Francia il video postato da Matteo Salvini che mostra i migranti lasciati alla frontiera italo-francese di Claviere “mostra una procedura di non ammissione alla frontiera conforme alla prassi concordata tra la polizia francese e la polizia italiana, oltre al diritto europeo”. E’ quanto scritto nel comunicato della prefettura della regione francese delle Hautes-Alpes, in cui si legge anche che i tre migranti lasciati sulla linea di demarcazione della frontiera franco-italiana sulla Rn 94 (strada nazionale9 come si vede nel video, erano stati controllati al punto di attraversamento autorizzato di Monginevro. Erano provenienti dall’Italia e sprovvisti di documenti di viaggio e sono stati loro notificati i dinieghi di ingresso sul territorio francese. Secondo la procedura, sostengono i francesi, il commissariato di Bardonecchia sarebbe stato “immediatamente informato”.
Se le luci d’artista non si accenderanno in via Roma è solo per motivi tecnici e temporaneamente. Lo assicura l’assessora alla Cultura, Francesca Leon, che comunica inoltre che nel tratto da piazza Carlo Felice a piazza San Carlo saranno installate stelle luminose blu a 10 e 12 punte, mentre tra piazza San Carlo e piazza Castello saranno allestiti fili luminosi bianchi. Spiega l’assessora che in via Roma il Planetario di Carmelo Giammello non era collocabile perché mancano i ganci sulle facciate dai palazzi e l’opera è troppo pesante, ma verrà alleggerita in futuro. Il Comune sta comunque lavorando per il 2019 con i proprietari di immobili e i commercianti per studiare nuovi progetti.
A Palazzo Civico, in occasione del Diritto di Tribuna, si è svolta una iniziativa di protesta per il prolungamento della Ztl a Torino e per l’ipotesi di pedaggio. I promotori sono pronti anche al referendum. In Comune è stata presentata la petizione promossa dai commercianti e residenti che ha raccolto 6.409 firme certificate su più di 8.200. La prima firmataria è Monica Martinelli, presidente della Associazione Commercianti di via San Francesco d’Assisi. I contrari alla chiusura prolungata temono il rischio di desertificazione del centro e conseguenze preoccupanti per i negozianti, che chiedono attenzione alla Giunta municipale.
Legambiente: “Bene i servizi, male la manutenzione degli edifici: il 67% delle scuole ha bisogno di interventi urgenti”. Buone pratiche: in cima alla classifica per pasti bio e raccolta differenziata, ancora basso l’utilizzo di fonti rinnovabili
Ecosistema Scuola 2018, l’indagine annuale di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio scolastico e dei servizi educativi, presentata a Napoli nel corso del Forum Scuola, vede in cima alla classifica Bolzano e Trento, “due realtà particolarmente virtuose in tema di sicurezza (tutti gli istituti presentano le certificazioni di agibilità, collaudo statico, prevenzione incendi, agibilità igienico sanitaria e hanno effettuato i monitoraggi per radon e amianto), e di innovazione, con il 6% di edifici costruiti secondo i criteri della bioedilizia a fronte di una media nazionale che non raggiunge l’1%, – spiegano i promotori dello studio – frutto di una chiara scelta di governance confermata anche dalla spesa per la manutenzione straordinaria degli ultimi cinque anni, pari a circa 175 mila euro per edificio, cioè circa dieci volte la media nazionale. Un mix di programmazione, di investimenti costanti e di innovazione che manca in molte altre zone d’Italia”.
Nella top ten di Ecosistema Scuola 2018 tutti Comuni del Nord, con la sola eccezione di Prato (7º): dopo Bolzano (1º) e Trento (2º) abbiamo Bergamo (3º) e ben 4 capoluoghi dell’Emilia Romagna: Reggio Emilia (4º), Piacenza (5º), Parma (6º), Rimini (10º). Gli altri Comuni presenti sono Pordenone (8º) e Verbania (9º). In coda le città del Sud e delle isole: ultima in graduatoria Messina, preceduta da Foggia (82º), Palermo (80º), Reggio Calabria (79º), Siracusa (78º), Potenza (77º), Sassari (75º) e Crotone (74º). Sempre in fondo, una città del centro, Latina (81º) e una del Nord, Trieste (76º). E’ Firenze (18º), tra le grandi città a posizionarsi nella parte più alta della classifica, quindi Torino (20º), Milano (27º) e Napoli (32º), seguono a distanza Venezia (52º), Catania (53º), Bari (62º), Genova (69º), mentre nella parte più bassa troviamo Reggio Calabria, Palermo e Messina. Roma invia dati incompleti e pertanto non entra in graduatoria. Bologna e Cagliari non inviano dati.
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“Abbiamo sempre di fronte un quadro di urgenza ed emergenza -ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente-, crediamo che per dare una scuola sicura a tutti gli studenti occorra accelerare gli interventi di riqualificazione dando priorità alla messa in sicurezza delle scuole nelle aree sismiche più vulnerabili e al miglioramento delle prestazioni energetiche. Gli enti locali vanno aiutati con una semplificazione delle linee di finanziamento e sostenuti in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori. Occorre poi aprire una nuova fase dell’edilizia scolastica ed utilizzarla come leva di rigenerazione di territori e quartieri. Le zone più svantaggiate del nostro paese sono quelle dove dobbiamo andare a investire su scuole più belle e innovative. Ora accade esattamente il contrario. Una sperequazione che vediamo anche nei servizi scolastici, che sono una parte importante del modello di governance che si dà un territorio rispetto agli stili di vita individuali e collettivi. Un piedibus che ben funziona o una mensa sana e accogliente, aiutano a ricostruire quella comunità e quei processi di condivisione di cui ora abbiamo tanto bisogno”.
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GLI ALTRI DATI DELL’INDAGINE
Il rapporto Ecosistema Scuola è stato presentato in apertura del Forum, che si è tenuto a Napoli sul mondo della scuola, promosso da Legambiente insieme a Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il contributo di Fassa Bortolo e Iccrea BancaIntesa, in partenariato con Ecomondo e Vastarredo, che ha visto partecipare e confrontarsi Comuni, amministrazioni centrali, dirigenti scolastici, docenti, famiglie, studenti e aziende su sfide e opportunità in campo per un’edilizia scolastica sicura e sostenibile e servizi che abbiano una elevata qualità. Per una scuola che sappia essere luogo di innovazione e benessere. In Piemonte partecipano all’indagine e si posizionano prevalentemente nella prima metà della graduatoria: Verbania (9º), Biella (14º), Torino (20º), Asti (23º), Cuneo (34º), Alessandria (39º) e Vercelli (56º), Novara è l’unica non in graduatoria poiché invia dati incompleti. Un patrimonio quello scolastico piemontese vetusto, risalente a prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche (74,3% degli edifici) e situato nella maggior parte dei casi in strutture nate come scuole (84,1%) ma in parte anche in edifici storici (14,5%). Solo sul 3,3% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica e sul 13,6% sono state effettuate indagini diagnostiche dei solai, con interventi sulla loro messa in sicurezza per il 2017 sul 10,6% degli edifici. Sono ancora molte le strutture scolastiche che hanno necessità di interventi di manutenzione urgente (67,8% rispetto al 46,8% del dato nazionale), sebbene negli ultimi 5 anni l’86% degli edifici abbia goduto della manutenzione straordinaria. La cifra stanziata per questa voce è stata pari a €19.575 (€23.946 il dato nazionale), la spesa ha interessato invece una cifra maggiore rispetto allo stanziato, pari a €23.453 (a livello nazionale ne sono stati spesi mediamente per ciascun edificio €17.780). Torino è la città che investe di più ma che spende anche di più della cifra stanziata, anche Alessandria investe nell’edilizia e stanzia una somma importante corrispondente a quella di spesa. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria sono stati stanziati €7.201 (€7.631 mediamente per edificio a livello nazionale) ma spesi €5.316. Il Piemonte utilizza fondi nazionali mediamente pari a €8.773 per edificio (Alessandria, Asti e Torino) e fondi regionali in minima parte (Torino), €1.097 di media per edificio rispetto ai €4.598 di spesa a livello nazionale.
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Buona è la situazione delle certificazioni cui sono dotate le scuole: collaudo statico (57%), idoneità statica (52,1%), agibilità (72,5%) e certificazione igienico-sanitaria (85,5%), più bassa rimane la percentuale della certificazione di prevenzione incendi, il 30,6% a fronte del 42,2% della media nazionale. Inoltre porte antipanico (98,8%), prove di evacuazione (98,1%), impianti elettrici a norma (98%) e requisiti di accessibilità (93,5%). Dati sopra la media nazionale anche per i servizi e le buone pratiche adottate nelle scuole piemontesi. Il servizio di scuolabus è a disposizione del 49,6% delle scuole, ma sono buoni anche i dati relativi ad altri alla messa in sicurezza della mobilità intorno ai plessi: l’84,5% ha attraversamenti pedonali, il 29,1% usufruisce della presenza dei nonni vigili, il 10,7% ha transenne parapedonali. Si investe anche in progetti educativi, prevalentemente nelle scuole (80% rispetto al 72,9% del dato nazionale), Torino e Verbania anche in progetti extra scolastici. L’84,5% delle mense scolastiche piemontesi servono pasti bio, nel 95,4% prodotti a qualità controllata, l’83,3% privilegia prodotti a km 0. Tutti i Comuni piemontesi garantiscono menu alternativi per motivi culturali e religiosi e per l’83,3% prevedono il recupero di cibo non somministrato da dare a organizzazioni no profit. Il 28,7% delle mense dispone di una cucina interna, l’82,2% utilizza acqua del rubinetto e nel 35,2% viene data la possibilità ai bambini di portare il pranzo da casa. Ben al di sopra dei valori nazionali la raccolta differenziata: in tutte le scuole si differenziano plastica, vetro e carta, mentre il 93,5% di esse differenzia l’alluminio, il 99,5% organico, l’88,5% pile e ben il 91,2% toner e cartucce per stampanti. Le scuole oltre ad utilizzare i neon (42,6%) utilizzano anche altre fonti di illuminazione a basso consumo (83,7%). Rimane ancora basso l’utilizzo di fonti rinnovabili (8,4%) rispetto alla media nazionale (18,2%): impianti solari termici per il 10,8% e solari fotovoltaici per l’83,8%. Va segnalato un 5,4% di scuole con impianti a biomassa (Torino) e quelle servite da teleriscaldamento (41,3% rispetto al dato nazionale che si attesta sull’8,2%). Per quanto riguarda le situazioni di inquinamento sia outdoor che indoor tutti i Comuni presenti all’indagine hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto, con il 18,1% di scuole con casi certificati, lo 0,2% con casi sospetti e il 2% in cui sono stati effettuati interventi di bonifica. Sensibili al tema del radon il 57,1% dei Comuni che hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di questo gas nelle scuole, con 10,2% di edifici con casi certificati. La situazione relativa all’inquinamento elettromagnetico ci mostra un 8,3% di edifici
con wifi, 15,2% in prossimità di antenne cellulari. Solo il 5% presenta invece una rete completamente cablata. Situazione critica in termini di inquinamento outdoor per le scuole dei Comuni piemontesi: il 54% degli edifici si trova tra 1 e 5 km di distanza da industrie, il 32,8% da una discarica e il 41,1% da un aeroporto. Un 3% si trova a meno di 60 m dal distributore di benzina. “Sebbene in Piemonte negli ultimi 5 anni la gran parte degli edifici scolastici abbia goduto di manutenzione straordinaria restano ancora tantissimi, più del 67%, quelli che necessitano di interventi urgenti -sottolinea Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Così come, se da un lato è positiva la performance delle città piemontesi sul fronte dei servizi e delle pratiche ecocompatibili, soprattutto per la raccolta differenziata dei rifiuti, dall’altro è ancora insufficiente l’utilizzo di energie rinnovabili. Torino si piazza prima tra le grandi città del Nord, ma occorre anche qui investire di più e, più in generale, serve uno sforzo maggiore per promuovere un grande cantiere di innovazione”.
Nel tentativo di rivolta di ieri al Cpr di Torino, alcuni ospiti hanno dato fuoco a materassi e masserizie in diverse aree della struttura. Decine di moduli abitativi del centro di corso Brunelleschi sarebbero stati bruciati. I vigili del fuoco hanno spento l’incendio e un agente di polizia, colto da malore e rimasto leggermente intossicato per aver respirato il fumo, è stato portato nell’infermeria interna. la polizia è al lavoro per individuare i responsabili.
(foto archivio)
L’apertura d’anno segna una leggera crescita per i distretti piemontesi, che nel primo semestre 2018 hanno registrato esportazioni in aumento del 3,1%. L’andamento è superiore rispetto sia alla media dei distretti italiani nello stesso periodo (+2,8%), che al manifatturiero piemontese (+0,6%). Il risultato positivo del semestre è dovuto principalmente alle buone performance conseguite nei primi tre mesi dell’anno, mentre, concentrandosi sul solo secondo trimestre 2018, risulta evidente la lieve flessione delle esportazioni dei distretti piemontesi, diminuite dello 0,7% (- 16 milioni di euro), dato su cui ha pesato molto il calo di export dell’Oreficeria di Valenza. La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha diffuso i dati sugli 11 distretti del Piemonte. Le prospettive per la seconda parte dell’anno restano comunque favorevoli per i distretti piemontesi, pur in un quadro di rallentamento del commercio mondiale e di elevata incertezza legata alle tensioni geo-politiche presenti sui mercati internazionali. Cristina Balbo, direttore regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo, commenta: «Il Piemonte conferma la propria vocazione all’esportazione, sostenuta anche grazie alle molte eccellenze distrettuali. Nei primi sei mesi dell’anno, nonostante un contesto complicato e pur in presenza di qualche fisiologico assestamento, l’export dei distretti piemontesi è, complessivamente, in territorio positivo. Sei distretti, sugli undici tradizionali, hanno registrato esportazioni in aumento. Anche per la seconda parte dell’anno, le prospettive sono favorevoli. In questi anni, investimenti, innovazione e proiezione internazionale hanno fatto la differenza nello sviluppo delle nostre imprese. Per questo, Intesa Sanpaolo punta a consolidare il proprio ruolo di partner del mondo produttivo, certamente attraverso il credito, ma anche con iniziative volte a rafforzare la capitalizzazione delle aziende, l’innovazione, l’internazionalizzazione”