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Emergenza abitativa: da Torino un laboratorio di proposte per l’Europa sul diritto alla casa

Raccogliere idee e proposte per contribuire alla costruzione di un quadro normativo e politico più solido in grado di rispondere efficacemente alla crisi abitativa e garantire un futuro migliore per le città italiane ed europee. Questo in sintesi è l’obiettivo finale dei partecipanti al tavolo politico organizzato per questa mattina dalla Città di Torino in collaborazione con Eurocities sul diritto alla casa, che si riunisce nella Sala Congregazioni di Palazzo Civico.

In apertura dei lavori è previsto un intervento del sindaco Stefano Lo Russo. Al tavolo, insieme all’assessore alle Politiche Sociali e per la Casa della Città Jacopo Rosatelli, siedono gli assessori e i rappresentanti istituzionali delle Città di Roma, Bologna, Milano, Firenze, Napoli, Parma, Arezzo, Cesena, Brescia, Bergamo e Padova, il responsabile Fondi Abitare Sociale di Cassa Depositi e Prestiti Real Asset Filippo Catena e, in collegamento, la direttrice per l’Impiego e gli Affari Sociali della Commissione Europea Ruth Paserman mentre le conclusioni sono affidate al segretario generale di Eurocities André Sobczak.

Proprio ieri– sottolinea il sindaco Stefano Lo Russo – la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha nominato il danese Dan Jørgensen commissario con delega all’edilizia abitativa. È la prima volta nella storia che la Commissione Europea dedica un commissario alle politiche abitative e questo testimonia la crescente rilevanza che il tema sta assumendo e le necessarie ed urgenti azioni da mettere in campo per dare risposte concrete alla richiesta di abitazioni a prezzi accessibili per famiglie, anziani e studenti. Come amministrazione stiamo cercando di fare la nostra parte a livello locale, anche grazie agli investimenti del Pnrr, ma servono politiche e risorse mirate sul piano nazionale ed europeo”.

Negli ultimi anni l’emergenza abitativa è apparsa come una delle problematiche più rilevanti per le città europee ed italiane. L’aumento dei costi degli alloggi e l’insufficienza di abitazioni adeguate a prezzi accessibili hanno portato molte amministrazioni locali a definire nuove politiche abitative innovative e sostenibili per arginare un fenomeno che rischia di minacciare la coesione sociale e lo sviluppo economico delle città. La crisi abitativa si manifesta in modo particolarmente acuto nei grandi centri urbani, dove i costi degli affitti e dei mutui hanno raggiunto livelli insostenibili per molte famiglie e su questa crisi grava anche l’esponenziale aumento degli affitti brevi, la cui rapida diffusione richiede interventi mirati a contenere l’impatto sull’offerta di alloggi e sul tessuto socio-urbanistico. La Commissione Europea lavora su un piano europeo di alloggi a prezzi accessibili, che prevede una strategia per la costruzione di nuove unità abitative e assistenza tecnica per città e Stati membri. Il piano include anche una piattaforma di investimento paneuropea per l’edilizia abitativa sostenibile, in collaborazione con la Banca Europea per gli Investimenti, e la revisione delle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’edilizia sociale ed efficiente dal punto di vista energetico.

Il segretario generale di Eurocities André Sobczak aggiunge: “Abbiamo organizzato, in collaborazione con la Città di Torino, questo tavolo di discussione con i rappresentanti delle amministrazioni civiche italiane sulla crisi abitativa per evidenziare un concetto chiaro ovvero che se la crisi abitativa colpisce tutte le città europee, diventa un problema dell’Unione Europea che richiede una risposta a livello istituzionale a livello europeo. Dopo anni di lavoro per portare le aree urbane al centro dell’agenda europea, siamo soddisfatti di vedere l’istituzione di un Commissario europeo per la casa e un impegno politico concreto per affrontare la questione a livello UE e siamo pronti per lavorare con lui su tutte le dimensioni di questa crisi, certo l’energia che figura nel suo titolo, ma anche tutte le altre dimensioni. Questo tavolo di confronto arriva in un momento cruciale, in cui le città possono assumere un ruolo di primo piano nella definizione della nuova agenda europea per la casa, che deve basarsi su un dialogo stabile e strategico tra le città e le istituzioni europee”

Il tavolo si riunisce dunque con l’obiettivo di dare un contributo concreto a questo contesto dal punto di vista italiano. Cinque le priorità di lavoro individuate: esaminare le principali problematiche legate alla crisi abitativa in Italia e comprenderne meglio le cause strutturali e i fattori che l’amplificano; promuovere lo scambio di esperienze e buone pratiche tra le città italiane, evidenziando le strategie locali che si sono dimostrate efficaci nel migliorare l’accesso per i cittadini ad alloggi dignitosi a prezzi accessibili; elaborare proposte concrete e coordinate a livello nazionale insieme agli stakeholder di riferimento; analizzare la nuova agenda europea per la casa con l’obiettivo di allineare le strategie italiane con quelle europee e massimizzare l’impatto delle iniziative comuni ed esplorare opportunità di finanziamento a livello europeo e nazionale per sostenere la costruzione di nuovi alloggi sociali e l’efficientamento energetico di quelli esistenti; rafforzare il ruolo delle città come attori chiave nella definizione delle politiche abitative nazionali ed europee, sottolineando l’importanza di un approccio urbano integrato per risolvere la crisi abitativa.

Nei giorni scorsi – spiega l’assessore Jacopo Rosatelli – con i colleghi amministratori delle città partecipanti al tavolo ci siamo incontrati a Roma e abbiamo definito una serie di priorità a livello nazionale da chiedere al Governo quali una legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale che garantisca l’uniformità territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica, l’assegnazione gratuita ai Comuni di immobili inutilizzati, il rifinanziamento del Fondo Nazionale Locazione e del Fondo Nazionale Morosi Incolpevoli per sostenere le famiglie in difficoltà, una legge nazionale che regoli gli affitti brevi turistici per mitigare gli impatti negativi sul sistema abitativo, misure nazionali per le persone senza dimora. Da questa piattaforma partiremo per elaborare idee e proposte per l’Europa”.

Il dibattito si inserisce nella più ampia cornice della tre giorni di workshop e approfondimenti del Social Innovation Lab organizzato dall’amministrazione comunale ed Eurocities che proseguirà nel pomeriggio nella sede di Toolbox in via Agostino da Montefeltro. Ad aprire i lavori alle 14.30 sarà l’assessora alla Transizione Ecologica e Digitale Chiara Foglietta insieme al segretario generale di Eurocities André Sobczak e al responsabile degli operatori sui problemi di persone senza dimora e con dipendenze del Comune di Glasgow Allan Casey.

I lavori del Social Innovation Lab proseguiranno poi giovedì 19 con una serie di workshop in programma in mattinata a Cascina Fossata e visite a tre progetti sul territorio (Beeozanam, Luoghi Comuni San Salvario e Torino Solidale che Accoglie nel pomeriggio). Venerdì 20 l’appuntamento è invece alla Nuvola Lavazza dove, ad aprire i lavori, sarà l’assessore Jacopo Rosatelli e sono in programma un dibattito e alcuni workshop tematici.

TORINO CLICK

Artissima, una mostra diffusa: oltre l’Oval al Museo di scienze naturali e al Principi di Piemonte

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Si intitolerà  ‘The era of Daydreaming’ la fiera internazionale di arte contemporanea più importante d’Italia, Artissima, edizione 31, per il terzo anno consecutivo alla guida di Luigi Fassi. Si svolgerà dal primo al 3 novembre, con mostre non solo all’Oval,anche al Museo di Scienze Naturali e al Principi di Piemonte.

Negli oltre 20 mila metri quadrati dell’Oval del Lingotto chiamerà in rassegna ben 189 gallerie provenienti da 34 Paesi di quattro continenti.  Il 54 per cento degli espositori  saranno stranieri.

Molti degli espositori provengono dal Sud America e dall’Est Europa e ben 37 saranno per la prima volta ad Artissima, che conferma il suo ruolo di incubatore e la sua attività  di scouting.

Confermate le quattro sezioni, la Main Section, con 109 partecipanti da tutto il mondo, Monologue/Dialoghi, comprendente 38 gallerie di cui undici italiane, Art Spaces & Editions, che comprendono edizioni e multipli di artisti, e la sezione New Entries, che quest’anno vedrà  15 gallerie alla loro prima partecipazione assoluta in una fiera. Poi saranno presenti tre sezioni che sono un’altra eccezione di Artissima, perché curate da curatori di livello internazionale: “Present Future”, dedicata a talenti emergenti, “Back to the future” per progetti monografici di grandi pionieri dell’arte contemporanea, e “Disegni”, dedicati soltanto a questo mezzo espressivo.

Main partner di Artissima anche questa volta è Intesa Sanpaolo  con le Gallerie d’Italia che realizzeranno il progetto “The underground Cinema”, curato da Irene Calderoli nella sala immersiva del museo di piazza San Carlo, e che proseguiranno il dialogo con Artissima anche all’Oval. Qui verrà presentato un nucleo di opere fotografiche di Olivo Barbieri, che anticiperà la mostra in programma alle Gallerie d’Italia nell’ambito della rassegna ‘La grande fotografia italiana’.

Quest’anno Artissima si apre ancora di più alla città, con progetti specifici quali quello del Museo Regionale di Scienze Naturali,che accoglierà nei suoi spazi “Objects in Mirror Might Be CloserThan They Appear”, un’installazione video di Julian Charrière e Julius von Bismark.

Sarà presente la nuova installazione luminosa promossa dalla Consulta di Torino e Unione Industriali nel circuito di Luci d’Artista e un progetto espositivo dal titolo “Afasia 1” allUnionel Principe di Piemonte.

Artissima è  anche sinonimo di premi. Quest’anno saranno undici, compreso un nuovo premio Orlane per l’Arte, oltre al fondo acquisizioni di opere destinate a Gam e Castello di Rivoli, cheproverranno dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, il cui budget aumenterà fino a 280 mila euro.

MARA MARTELLOTTA

La Regione: “Nel piano energetico il nucleare non c’è ancora”. Stati Uniti d’Europa: “perché la Giunta non si è attivata?”

Interrogazione della consigliera Vittoria Nallo

Nella seduta di ieri del Consiglio regionale del Piemonte è tornato in scena il tema del nucleare grazie all’interrogazione presentata dalla consigliera di Stati Uniti d’Europa, Vittoria Nallo.
“Nel Piano energetico ambientale (Pear) non sono ancora stati inseriti gli impianti del ciclo nucleare” è il succo della risposta da parte dell’assessore alle infrastrutture strategiche, Enrico Bussalino, Questo perché, ha spiegato l’assessore “la Regione non ha ricevuto da parte del Ministero alcuna richiesta normativa, riguardante l’energia nucleare, da valutare e, quindi, questa tipologia non è presente nel Pear”. La consigliera di Stati Uniti d’Europa aveva chiesto come la Giunta regionale intendesse muoversi, alla luce delle recenti dichiarazioni dei ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto e delle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, concernenti l’iniziativa governativa in materia di energia nucleare. In particolare – aveva rilevato Nallo – “per valorizzare le competenze tecnologiche, scientifiche e industriali piemontesi”.

“Per quanto concerne gli ‘impianti a ciclo nucleare’ – ha continuato l’assessore -, compete alla Direzione Ambiente una ‘gestione residuale’ degli impianti nucleari piemontesi che sono in corso di messa in sicurezza e disattivazione. Gli impianti presenti in Piemonte sono: la centrale nucleare ‘E. Fermi’ di Trino – Vercelli; i depositi Eurex e Avogadro a Saluggia – Vercelli; l’azienda Fabbricazioni Nucleari a Bosco marengo – Alessandria.

Fermi, Eurex e FN di Bosco Marengo sono affidate alla Sogin per la bonifica ambientale mentre, Avogadro è di proprietà dell’omonima società.

La Regione esprime il parere sulle autorizzazioni ministeriali alla disattivazione e alle modifiche degli impianti del ciclo nucleare”, ha concluso Bussalino.

La consigliera Nallo  ha replicato  che “sull’importanza di far diventare la nostra regione un attore chiave nel programma nazionale per lo sviluppo dell’energia nucleare  abbiamo ricevuto una risposta che desta forti preoccupazioni.
L’Assessore si è limitato a dichiarare che la Regione non ha ricevuto alcuna normativa dal Governo, dimostrando un totale disinteresse verso questo tema. È preoccupante che la Giunta non abbia ritenuto opportuno attivarsi sin da subito per giocare un ruolo proattivo.
Significativo inoltre che il Ministro Pichetto Fratin, piemontese di nascita, non abbia avviato alcuna interlocuzione con l’attuale Giunta.
Ci aspettiamo un’azione concreta, a partire da un confronto con il Governo, per far sì che le competenze scientifiche, tecnologiche e industriali del Piemonte possano contribuire in modo sostanziale alla costruzione del futuro energetico del Paese”.

 

Carlo Chatrian è il nuovo direttore del Museo nazionale del Cinema

Carlo Chatrian ha ricevuto oggi l’incarico di Direttore del Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Maria Adriana Prolo, e resterà in carica per un quinquennio.

 

La scelta di Carlo Chatrian è stata unanime. Il Comitato di Gestione dell’Ente ne ha apprezzato la visione strategica, maturata nel corso della lunga esperienza internazionale, e la notevole chiarezza di vedute in relazione al posizionamento del Museo negli anni a venire, ritenendo il suo profilo il più idoneo a ricoprire il ruolo di Direttore della Fondazione.

 

«Accolgo questa nuova avventura con entusiasmo», dichiara Carlo Chatrian. «Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con il personale del Museo e di affiancare la loro competenza e professionalità mettendo al servizio di quest’istituzione, che sento vicina, le conoscenze maturate in anni di lavoro all’estero e la passione che da sempre mi anima».

 

Il Comitato ringrazia Domenico De Gaetano per aver guidato il Museo in questi anni complessi, riuscendo nell’impresa di far crescere i visitatori e renderlo un polo culturale attrattivo e di caratura internazionale, aprendolo ai nuovi linguaggi del cinema.

 

Carlo Chatrian (Torino, 1971), scrittore e giornalista, ha iniziato la sua carriera collaborando con riviste di cinema. È stato programmatore e consulente di diversi e istituzioni: Museo Nazionale del Cinema di Torino, Filmmaker Doc di Milano, Alba International Film Festival (di cui è stato anche vicedirettore), Courmayeur Noir in Festival, Festival dei popoli di Firenze, Cinéma du Réel di Parigi, Cinémathèque suisse di Losanna, Visions du Réel di Nyon e direttore della Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste.

Dal 2012 al 2018 è stato direttore artistico del Festival di Locarno, e dal 2020 al 2024 direttore artistico del Festival di Berlino.

Next Generation Mobility, a Torino si presenta la nuova mobilità

Due giornate torinesi dedicate alla nuova mobilità 

Tutto è pronto per la 4^ edizione di Next Generation Mobility (NGM24), la manifestazione nazionale sulla nuova mobilità, in programma a Torino il 18 e 19 settembre. Come nel 2023, anche quest’anno l’evento si terrà presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali di Torino per due giornate di conferenze e incontri in cui aziende, start up, università e istituzioni avranno l’occasione di confrontarsi su innovazione, compliance e riforme nel settore della mobilità.

Con il titolo Cities Belong To The New Generation, quest’anno NGM vuole porre l’accento sul futuro della mobilità e delle città, in cui fondamentale sarà il raggiungimento degli obiettivi dettati dalle organizzazioni intergovernative, come ad esempio l’Unione Europea con la European Climate Law dell’Unione Europea che prevede la neutralità carbonica per il 2050 a fronte dei cambiamenti e macrotrend sempre più repentini: la popolazione mondiale arriverà a toccare quasi quota 10miliardi; oltre 2/3 della popolazione mondiale vivrà in città; 1,6 miliardi di abitanti saranno over 65.

Sulla base di queste previsioni, in che modo la mobilità dovrà evolversi? A quali nuove esigenze dovrà rispondere? Si tratta di macro cambiamenti che impongono un’attenta analisi e un piano di azioni. In quest’ottica, NGM24 vuole essere un momento di riflessione e confronto per porre le basi sui prossimi scenari, in cui mobilità sostenibileinclusione e apertura verso tutti i cittadini saranno al centro del dibattito. La sfida è immaginare le città dei prossimi 50 e 100 anni e progettare già ora spazi urbani che possano essere al servizio dei cittadini di domani. Non solo per le nuove generazioni ma per tutti, compresi anziani e soggetti deboli.

La quarta edizione di Next Generation Mobility cade all’interno della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, in programma sempre a Torino dal 16 al 22 settembre. Anche quest’anno l’evento ospiterà due importanti appuntamenti periodici: la V Conferenza Nazionale sull’Urban Air Mobility e Advanced Air Mobility e la II Conferenza Nazionale sull’idrogeno e gli e-fuels.

L’evento si svolgerà in forma ibrida con la possibilità di partecipare in presenza o via streaming dal sito www.ngmobility.it.

Grave conducente di monopattino dopo lo scontro con un veicolo

Il conducente di un monopattino, 35 anni, è stato trasportato all’ospedale San Giovanni Bosco in codice rosso dopo lo scontro con un furgone, questa mattina in corso Vigevano a Torino. La polizia locale sta vagliando la dinamica dell’incidente. Il ferito è stato soccorso dalla Croce Verde di Villastellone. Si tratta dell’ennesimo incidente avvenuto in città con il coinvolgimento di monopattini.

In Piemonte passaggio generazionale per un’impresa su dieci

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L’ANALISI DI CONFARTIGIANATO IMPRESE

Largo ai giovani? A volte, anche se i figli ci sono non vogliono continuare l’attività di famiglia

L’8% delle imprese pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’80,8% non lo prevede nemmeno, perché mancano le giovani generazioni (oltre il 60% dei casi) Troppi ancora gli ostacoli: dalla burocrazia ai costi.

 

Le imprese artigiane del Piemonte sono troppo vecchie ma il passaggio di testimone tra genitori e figli è ancora troppo difficile e oneroso. Se in Piemonte il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio, il passaggio generazionale tra il titolare dell’impresa e i figli, o i dipendenti, non è sempre facile e indolore: dal punto di vista emotivo, burocratico ed economico.

In Italia sono ben 227mila le microimprese interessate dal fenomeno su un totale di più di 777mila aziende controllate da persone fisiche o a conduzione familiare.

Secondo l’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, su dati ISTAT, tra il 2016 e 2022, le imprese del Piemonte che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state l’11,1% contro una media nazionale del 9,1%.  Nella classifica regionale il Piemonte si posiziona al quinto posto.

Secondo l’analisi l’8% delle imprese del Piemonte pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’80,8% non lo prevede nemmeno, perché mancano le giovani generazioni (oltre il 60% dei casi), oppure i figli ci sono ma non vogliono continuare l’attività di famiglia.

A livello provinciale tra il 2016 e 2022, le imprese di: Torino che hanno effettuato il passaggio generazionale sono state il 10,2%, il 7,5% pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni, mentre l’82,3% non lo prevede nemmeno; Cuneo 13,0% (ha effettuato il passaggio generazionale) 10,1% (possibile nei 5 anni successivi) e 76,9% (non avvenuto né previsto);

Novara 7,8% (ha effettuato il passaggio generazionale), 9,5% (pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni) e l’82,8% (non avvenuto né previsto); Biella il 16,9% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 5,2% (possibile nei 5 anni successivi) e il 78,0% (non avvenuto né previsto); Asti il 9,4% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 9,2% (pensa che tale passaggio possa realizzarsi entro i prossimi 5 anni) e l’81,4% (non avvenuto né previsto); Alessandria il 12,2% (ha effettuato il passaggio generazionale), il 7,3% (possibile nei 5 anni successivi) e l’80,5% (non avvenuto né previsto); Vercelli il 14,7% ha effettuato il passaggio generazionale, l’8,2% (possibile nei 5 anni successivi) e il 77,1% (non avvenuto né previsto); Verbano il 13,1% ha effettuato il passaggio generazionale, il 7,3% (possibile nei 5 anni successivi) e il 79,6% (non avvenuto né previsto).

“La maggioranza degli imprenditori è over 60, manca qui il ricambio generazionale – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – i giovani imprenditori, sempre di più, scelgono vie autonome piuttosto dell’azienda di famiglia, in moltissimi casi perché i giovani vedono i molteplici adempimenti cui è soggetto l’imprenditore come qualcosa che non è ragionevole né serio cercare di superare. Oggi le imprese stanno affrontando un forte rinnovamento in termini di competenze, siano esse manageriali, organizzative o di business ma manca il ricambio anche perché l’artigianato non viene percepito come attività attrattiva per le giovani generazioni”.

“Il passaggio generazionale – conclude Felici – senza dubbio, riveste un ruolo cruciale per la vita dell’azienda. Va visto e concepito mediante una visione esaustiva che tenga in debita considerazione una serie di variabili e fattori. Questo processo di transizione non è solo un passaggio di quote societarie ma c’è molto di più. È una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali. Tutti aspetti che compongono il DNA di un’impresa e tutti elementi che vanno trasmessi e raccontati in modo adeguato a chi sarà il futuro capitano d’impresa. Non è certo, per questo, un semplice percorso. Bensì è un viaggio che va programmato in tempo utile. Forse anche non meno dieci anni prima del suo avvio”.

I fattori di ostacolo al passaggio generazionale. Il passaggio generazionale appare un cambiamento delicato, con il 51,3% delle imprese controllate da persona fisica o famiglia che segnala la presenza di fattori di ostacolo, tra i quali prevalgono le difficoltà burocratiche, legislative e/o fiscali (16,9%), le difficoltà nel trasferire competenze e/o contatti con clienti e fornitori (14,0%) e difficoltà economiche e/o finanziarie (13,5%); più contenuti i conflitti familiari (4,6%) mentre l’assenza di eredi o successori interessati e/o qualificati si rileva nel 16,9% dei casi.

Incidente al Salone dell’auto, il caso finisce in Consiglio comunale

DA PALAZZO CIVICO

Sull’incidente verificatosi intorno alle ore 12.15 di domenica scorsa in piazza San Carlo a Torino, nella giornata conclusiva del Salone Auto, con una Lancia 037 da rally che, sbandando, ha travolto una dozzina di persone, il sindaco Stefano Lo Russo ha fornito comunicazioni in Sala Rossa, così come richiesto dai gruppi consiliari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Torino Bellissima, Movimento 5 Stelle e Torino Libero Pensiero.

Lo Russo ha espresso vicinanza a contusi e feriti, augurando loro una pronta guarigione. Ha poi spiegato che il Salone prevedeva un’esposizione statica e una dinamica di veicoli e un programma di “sfilate” (non di “gare”, con un limite orario di 30 km/h), scortate da staffette gestite dall’organizzazione, con un percorso transennato per escludere il traffico e contenere il pubblico.

Ha quindi precisato che la manifestazione non eraqualificabile come pubblico spettacolo e che il soggetto organizzatore è l’unico responsabile.

Il primo cittadino ha poi sottolineato che, in occasione della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dello scorso 5 settembre, l’assessore alla Sicurezza e la direttrice generale del Comune di Torino, avevano invitato l’organizzazione dell’evento a sensibilizzare i piloti su rumori eccessivi e manovre azzardate.

L’organizzatore – ha detto Lo Russo – ha dichiarato di avere fatto un briefing operativo, illustrando modalità e norme di comportamento da tenere, che sono state accettate dai conducenti, firmando un atto di manleva.

Il sindaco ha poi il letto verbale di accertamento dei fatti redatto dalla Polizia Municipale di Torino, che ha registrato accelerazioni dell’auto per 12,35 metri e ‘scarrocciamenti’ per 15,30 metri prima di impattare sulle transenne.

Lo Russo ha espresso soddisfazione per aver riportato il Salone dell’Auto in un momento così difficile per l’automotive a Torino, con un gran successo di pubblico e di critica, e ha spiegato che l’incidente “poteva capitare in qualunque punto del tracciato”.

Tutti gli eventi, anche i concerti, i cortei e il Tour de France, possono provocare incidenti. Dobbiamo quindi fermare la Città?” – ha aggiunto, ritenendo “fuori luogo certi riferimenti al passato”.

Il rischio non è mai sopprimibile a zero” – ha affermato, auspicando vengano accertate tutte le responsabilità sul fatto e invitando a discutere su che tipo di città desideriamo e se vogliamo che Torino sia una meta turistica.

La strada più facile è non fare le cose” – ha concluso.

Nel dibattito in Consiglio Comunale, DomenicoGarcea (Forza Italia) ha chiesto una maggiore sicurezza per i partecipanti e gli spettatori, in considerazione di un incidente che – ha detto – poteva avere conseguenze molto più gravi. La sensazione, per il consigliere di Forza Italia, è che le tragedie del passato non abbiano insegnato nulla sull’importanza della sicurezza negli eventi di piazza. Per Garcea resta evidente l’eccesso del pilota, aggravato dal pubblico troppo vicino alle auto e senza adeguate barriere protettive. E le transenne non sono barriere protettive – ha rimarcato, ritenendo comunque una scelta giusta portare eventi importanti nel centro della città, anche nell’ottica di potenziare l’offerta turistica.

Abbiamo avuto una città bellissima per tre giorni con un grande evento legato all’auto – ha sottolineato PaoloDamilano (Torino Bellissima) – grazie agli organizzatori e a coloro che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione del Salone. Torino ha bisogno di questi eventi – ha sostenuto, precisando che un incidente può capitare, ma che occorre fare tesoro di questa esperienza per migliorare le misure di sicurezza. Si è quindi detto dispiaciuto che un incidente, anche banale, abbia rovinato quanto di buono la città ha saputo far vedere con questo riuscito evento.

La Lega non è alla ricerca di colpevoli, ma di soluzioni per evitare il ripetersi di incidenti simili – ha dichiarato Giuseppe Catizone (Lega), precisando che l’Amministrazione comunale non avrebbe colpe, ma che serve studiare. Perché – ha evidenziato – forse si poteva evitare l’esposizione dinamica in piazze auliche, anche se ci si troverebbe di fronte a una responsabilità soggettiva e non ci sarebbero colpe da parte degli organizzatori. Forse sarebbe meglio organizzare questo tipo di eventi in zone dove ci possono essere maggiori misure di sicurezza – ha concluso.

Per Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) gli eventi possono essere pericolosi e le masse di persone che si affollano sono difficili da gestire. Pur condividendo la scelta del “fare”, ha chiesto di prendere spunto da quello che è successo, con un occhio al futuro, per cercare di rendere la manifestazione più sicura per la cittadinanza.

Fabrizio Ricca (Lega) si è detto dispiaciuto che l’incidente sia accaduto in una piazza che evoca brutti ricordi, ma si è schierato a fianco del sindaco per avere riportato in città un evento che altri avevano fatto scappare. Averlo recuperato – ha dichiarato – vuole dire rimettere Torino al centro del panorama internazionale dell’automotive. L’evento va organizzato di nuovo – ha aggiunto – ma serve farlo bene, magari evitando manifestazioni dinamiche. Ricca ha quindi chiesto al sindaco di continuare a organizzare grandi eventi e di mantenere alta l’attenzione su una città che sta dimostrando la sua capacità di accoglienza turistica.

Il consigliere Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha quindi sottolineato come fortunatamente non ci sia stata una tragedia, precisando che non si tratta di difendere il sindaco, ma la città e i suoi eventi, per i quali piazza San Carlo è fondamentale. Per i prossimi anni – ha aggiunto Liardo – sarà opportuno creare una più adeguata “zona cuscinetto” per il pubblico.

Andrea Russi (M5S) ha ricordato la sua contrarietà, già precedentemente espressa, all’uso di piazza San Carlo per eventi di questo tipo. Poteva essere una tragedia – ha sostenuto – nonostante la velocità non elevata. Chi ha tolto le balle di fieno protettive dal transennamento? – si è chiesto il consigliere, sostenendo di avere visto auto di Formula 1 sfrecciare ad alta velocità. Il profilo delle colpe non è chiaro – ha concluso, invitando a evitare scarichi di responsabilità e chiedendosi se il sindaco autorizzerebbe di nuovo una tale iniziativa.

Ivana Garione (Moderati) ha invitato l’Amministrazione a continuare sulla strada intrapresa, sottolineando come il Salone dell’Auto sia importante. Il programma di maggioranza – ha ribadito – sostiene che la vocazione turistica debba procedere insieme a quella industriale e l’automotive è importante per Torino. Non era una corsa del resto, ma una semplice sfilata, ha precisato, ricordando come in ogni manifestazione di massa possano esserci incidenti imponderabili.

Federica Scanderebech (Forza Italia), rivendicando il successo del Salone dell’Auto, ha invitato a riflettere sull’opportunità di continuare a utilizzare piazza San Carlo per manifestazioni con grande affluenza di pubblico, con persone stipate dietro transenne.

Siamo consapevoli che il rischio zero non esiste, ma non dobbiamo mai rinunciare ad avere maggiore sicurezza e a continuare a vigilare – ha affermato Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia), auspicando che l’incidente non getti discredito sull’evento e sull’immagine della città e che l’auto continui a essere un’occasione di sviluppo per Torino.

Per Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) è una vergogna citare la tragedia del 3 giugno 2017. Gli eventi si devono continuare a fare e il sindaco deve decidere quali – ha dichiarato, condividendo quanto detto dal sindaco e dal consigliere Damilano.

Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) si è dichiarata soddisfatta per la discussione equilibrata e costruttiva. Perché è evidente – ha dichiarato – che per Torino riprendere il Salone dell’Auto è un’iniziativa importante, considerando che l’automobile fa parte del patrimonio genetico della città e che è giusto promuovere eventi che valorizzino il territorio, senza farsi scoraggiare da un incidente che nessuno avrebbe voluto e che rischia di offuscare un evento da 500 mila visitatori. Eventi come questo – ha rimarcato – vanno invece potenziati con un ripensamento e maggiore sicurezza. La consigliera ha infine invitato a non dimenticare la gratuità dell’evento, che ha permesso di accedere al ‘salotto buono’ della città a molti che non lo conoscevano.

Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha ribadito che la posizione del suo Gruppo è chiara da sempre, avendo sempre chiesto di escludere le zone pedonali e quelle auliche dalla manifestazione, oltre ad avere insistito per avere misure di sicurezza adeguate che, forse, avrebbero permesso di evitare l’incidente. Per la consigliera, la vocazione turistica della città non deve passare in primo piano rispetto alla sua vivibilità da parte dei torinesi. Anche Sinistra Ecologista è orgogliosa che Torino sia la città dell’auto, ma – ha concluso – Stellantis ha appena annunciato nuovi tagli a Mirafiori.

Per Dorotea Castiglione (M5S) si devono fare i grandi eventi nella nostra città, come Atp ed Eurovision, e devono essere un vanto, non macchiati da episodi come quello di domenica scorso. Benvenuto il Salone dell’auto, quindi, nella città che è capitale dell’auto e che deve continuare a esserlo. La consigliera ha però domandato se sia opportuno farlo in una strada pedonale come via Roma.

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, apprezzando la relazione del sindaco. Ha poi invitato le forze sociali e produttive a discutere su futuro dell’automotive, pedonalizzazioni, mobilità alternativa e proposte turistiche per collocare Torino sempre più in alto nelle classifiche sulla qualità della vita.

Anche per Claudio Cerrato (PD) è necessario ragionare sul ruolo di Torino e sulla mobilità in città, ricordando che quella torinese è una delle Amministrazioni più attente in Italia al tema della sicurezza e auspicando un ulteriore sviluppo dell’automotive nel territorio.

Nella replica, il sindaco Stefano Lo Russo ha ringraziato il Consiglio Comunale per il dibattito, sottolineando “l’intrinseco legame tra Torino e l’auto”, confermato dalle centinaia di migliaia di persone che hanno affollato il Salone. La sfida – ha affermato – è quella di coniugare la dimensione delle aree urbane e le pedonalizzazioni con la crescita della produzione di auto in città, evitando la “polemica spicciola”. Continuiamo a credere nei grandi eventi – ha concluso il primo cittadino – per rilanciare Torino.

Commercio, l’appello della Regione: «Acquistate sotto casa, difenderete l’economia  e salverete una comunità»

«Acquistate nei negozi di vicinato. Difenderete l’economia locale, le imprese radicate sul territorio e i loro posti di lavoro, e salverete una comunità». È l’appello che l’assessore al Commercio della Regione Piemonte Paolo Bongianni – che ha anche la delega all’Agricoltura e Cibo – rivolge ai cittadini piemontesi e a tutti quelli che scelgono il Piemonte per le loro vacanze e soggiorni.

«Fate la spesa nei negozi sotto casa», invita Bongioanni. «È un gesto importante per sostenere l’economia e la vita delle micro-comunità, tanto nelle città quanto nei nostri piccoli comuni dove il negozio di paese è sempre stato e deve tornare ad essere un luogo di socialità. Tutto questo diventa ancora più importante nei centri della nostra montagna e delle cosiddette zone interne. Qui, sostenere il commercio di prossimità significa combattere in modo attivo e responsabile la desertificazione e contrastare così il rischio di spopolamento e perdita di attrattività per un intero territorio».

Il commercio di vicinato, nel progetto di Bongioanni, non è solo un baluardo da difendere e sostenere per rilanciare la vitalità dei piccoli centri e delle terre alte, ma è destinato a diventare uno dei protagonisti della rivoluzione della filiera corta dell’agroalimentare che l’assessore presenterà al Salone del Gusto – Terra Madre il prossimo 27 settembre.

«L’esercizio commerciale di prossimità – spiega Bongianni – dovrà diventare sempre più il posto dove potremo trovare la qualità a km 0: gli straordinari prodotti del cibo piemontese che, sempre a fine settembre, il Piemonte andrà a presentare ai Paesi del mondo riuniti al G7 dell’Agricoltura a Ortigia. La filiera agroalimentare corta legherà in modo strutturale produttori, trasformazione, commercio al dettaglio e mercati per garantire ai produttori la giusta remunerazione e contenere tutti quei passaggi intermedi che non creano un reale valore aggiunto per chi sceglie di restare legato a un territorio e alle sue comunità».

Salone dell’Auto occasione di rilancio. Ma più attenzione alla sicurezza

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il Salone dell’auto nelle vie del centro e’ subito sembrato un evento che poteva segnare un rilancio di immagine di una città in crisi, per non dire in decadenza come Torino. Le auto in centro in una città che la Fiat ha privato delle auto, sembravano una bella risposta, un segnale forte per guardare avanti ad un futuro che sarà comunque molto difficile ricostruire dopo che le vicende e le scelte degli Elkann hanno umiliato e retrocesso questa città, con complicità di una classe politica non adeguata. L’incidente accaduto che ha provocato feriti a causa di un’auto finita fuori controllo rischia di macchiare il salone o almeno il modo non sicuro e un po’ inprovvisato di organizzarlo, apparso con evidenza. Noi siamo forse prevenuti perché non possiamo dimenticare il disastro creato in piazza San Carlo dal pressappochismo con cui venne organizzata la proiezione di una partita di calcio nel giugno 2017 con delle vittime. Il vicesindaco grillino di allora, cinque anni fa, si auguro’che la grandine sulle auto in mostra determinasse la fine del Salone al Valentino ed ottenne il suo scopo senza disastri meteo. Ieri ha espresso il suo plauso al nuovo salone in centro. Il suo consenso non ha portato fortuna. Oggi si pone il problema della sicurezza al di là dell’incidente che è accaduto. Torino ancora una volta non si è putroppo rivelata all’altezza. Peccato.  Speriamo che il Salone resista alle inevitabili polemiche già divampate.  Esso si può rifare con maggiore sicurezza il prossimo anno. Le improvvisazioni non pagano e per questi eventi sono assolutamente da evitare. La storia torinese esige impegni concreti che diano certezze ad una città che ha premiato il Salone con una straordinaria partecipazione di pubblico.