Ormai più di un anno fa il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi ha depositato la proposta di legge sull’istituzione di un reddito di autonomia in Piemonte, elaborata in forma aperta e partecipata a partire da Human Factor e da Precarissima, col contributo di tanti e tante, in particolare i giovani di ACT e della Rete della Conoscenza, Libera ed esponenti del mondo dell’accademia, della cultura e del sindacato.
Con una seduta della III Commissione per stabilire come procedere con audizioni e consultazioni, inizia finalmente l’iter della legge, che propone un assegno di 7.200 euro annuali per disoccupati, inoccupati e soggetti riconosciuti inabili al lavoro, o di 5.000 euro massimo per i lavoratori sottoccupati e precari. A poterne far richiesta sarebbero i residenti in Piemonte da almeno 36 mesi, iscritti ai Centri per l’impiego, con un imponibile personale non superiore agli 8.000 euro o un reddito famigliare inferiore a 15.000 euro o un Isee di 20.956 massimo.
Prossimamente saranno dunque consultati i rappresentanti sindacali, le associazioni, gli studiosi e in generale i soggetti interessati e competenti. Le consultazioni, che avverranno online e in forma aperta, partiranno fra qualche giorno ed entro l’8 marzo le osservazioni sulla legge potranno essere inviate all’indirizzo: terza.commissione@cr.piemonte.it.
Il disegno di legge è nato dall’esigenza di rispondere ai dati drammatici sulla povertà relativa, la povertà assoluta, le diseguaglianze, ma soprattutto la precarietà, la disoccupazione e la sottoccupazione in Italia e in Piemonte. La situazione stenta a migliorare. Secondo l’ultimo rapporto di Ires Piemonte (2016), rispetto al 2008 mancano all’appello 62.000 posti di lavoro e le persone in cerca di impiego sono più del doppio (205.000) di quante erano all’epoca. I giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non sono in formazione (i cosiddetti NEET) rappresentano circa il 21% della popolazione di coetanei, leggermente al di sopra delle principali regioni del Nord-Italia.
L’ampio utilizzo da parte delle imprese di forme contrattuali precarie, l’aumento del “part time involontario” e il calo significativo della domanda di lavoro nei primi tre mesi del 2016 – le procedure di assunzione sono diminuite del 14% rispetto allo stesso periodo del 2015 – gettano un velo d’ombra anche sugli incrementi occupazionali registrati nel corso dell’ultimo anno.
“Mentre in Italia Renzi ha fatto del Jobs Act il suo cavallo di battaglia e demonizzato il reddito
minimo, per fortuna molto sta cambiando intorno a noi, culturalmente e non solo” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – “Hamon in Francia introduce nel dibattito francese addirittura il tema del reddito universale, la Finlandia istituisce un reddito base per i disoccupati, e in tutto ciò l’Italia rimane fanalino di coda con la Grecia, senza nemmeno una forma di reddito minimo di dignità. Per questo da tempo le Regioni italiane si stanno muovendo in assenza del Governo. Dopo Friuli e Puglia, da ultima l’Emilia ha dato il via libera alla legge che istituisce il reddito di solidarietà. Adesso è il momento del Piemonte, non possiamo più aspettare. E la battaglia a livello nazionale non si ferma”.
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dalla stessa presidente dell’Ente, e quindi insufficienti per una attività di programmazione che deve basarsi sui flussi reali della mobilità regionale. Sarebbe quindi necessario che ci si attivi presso tutti quei soggetti operanti nel settore e che sono detentori di meta data aggiornati di metterli a fattor comune per finanziare un Piano di riorganizzazione totale del sistema del trasporto”.
Appendino. Ci pare infatti che le aree marginali e i servizi alle fasce deboli della nostra comunità debbano rimanere una priorità per un servizio pubblico, anche se costano. Dall’audizione di oggi abbiamo capito che invece si va verso una nuova direzione che sarebbe
L’immagine che sta trasmettendo il Pd all’opinione pubblica italiana e’ sotto gli occhi di tutti. Credo che non meriti molti commenti
addirittura di seppellire la minoranza del partito. Questo il quadro che tutti hanno ben presente, al di la’ delle favole che vengono raccontate dai cantori del nuovo corso o del rinnovamento perpetuo o della bella politica interpretata e raccontata dal Pd. Forse, e spiace dirlo, e’ arrivato il momento di dare un taglio – come si suol dire – definitivo a questa incredibile ed inguardabile situazione politica all’interno del Partito democratico. Certo, la ricerca dell’unita’ politica ed organizzativa e’, almeno per me, sempre la maestra per affrontare e risolvere i problemi di un partito. Soprattutto in un contesto politico dove l’offensiva della destra da un lato e la tenuta politica ed elettorale del movimento 5 stelle dall’altro richiedono la presenza di un partito di centro sinistra unito, forte e competitivo. Ma cosi’ oggi non e’ e forse e’ persin inutile continuare con questo stillicidio quotidiano ed infinito fatto di accuse, insulti, attacchi e delegittimazioni reciproche.
Massimo Cacciari, tempo fa, invitava i dirigenti del Pd a prendere atto che la legge sul divorzio in Italia c’e’ dal lontano 1974 e che, forse, aggiungeva il filosofo veneziano, occorreva semplicemente prenderne atto alla luce della dialettica che caratterizza quel partito da ormai molto tempo. E, forse, la profezia e l’auspicio dell’ex sindaco di Venezia comincia a farsi largo sempre di piu’ tra le file del Pd. Se l’unita’ resta un semplice auspicio o un vago ed indistinto desiderio, e neanche tanto voluto da entrambe le parti in competizione, tanto vale prenderne atto senza continuare una liturgia che ormai rischia di incrinare, ed indebolire, sempre di piu’ lo stesso appeal politico ed elettorale del centro sinistra e della sinistra italiana.
La sinistra a sinistra del Pd e di Sel cerca di trovarei un dialogo unitario.
“Mancanza di qualsiasi piano di prevenzione”
“Il marketing territoriale e turistico, abbinato a strategie di rilancio anche occupazionale è certamente un elemento importante per evitare la desertificazione delle nostre montagne e delle nostre valli.
E’ il commento della vicepresidente del Consiglio regionale e presidente della Consulta regionale europea, Daniela Ruffino (FI), a margine del convegno dell’Uncem sul marketing territoriale, tenutosi a Susa.
valorizzare l’economia locale. Per competere dobbiamo puntare su ciò di cui disponiamo, ad incominciare dalla qualità dei nostri prodotti alimentari e artigianali, dalla tradizione dell’accoglienza alberghiera, dalla nostra storia enogastronomica”, aggiunge la presidente della Consulta Europea, che sottolinea l’opportunità di “intercettare con campagne di comunicazione i flussi turistici che gravitano su Torino, per portarli a conoscere le nostre montagne, sia d’inverno, sia d’estate”.
“Anche la Consulta regionale si rende disponibile fin da ora al dialogo con gli amministratori del territorio, per creare un’interfaccia con le istituzioni europee, così da individuare possibili progetti transfrontalieri ai quali i nostri territori potrebbero aderire. Non dobbiamo pedere lo smalto olimpico che le nostre montagne hanno conquistato nel 2006, diventando note in tutto il mondo. Per essere competitive – conclude Ruffino – le località turistiche delle montagne torinesi devono puntare sulla professionalità, sull’attenzione nei confronti del turista e su un’accoglienza strutturata e non improvvisata. Solo così il turismo potrà diventare motore per creare nuove attività e nuovi posti di lavoro”.
Uno dei tanti problemi che affliggono il Pd e’ come coltivare e praticare un autentico pluralismo politico e culturale al suo interno.
un quadro del genere, la politica ne esce sconfitta e chi cerca di invertire la rotta viene bollato e visto quasi come un visionario se non come un personaggio che si rifugia nell’astrattismo o, nel migliore dei casi, nella sola testimonianza. Ora, l’iniziativa organizzata sabato scorso a Roma da Gianni Cuperlo che ha dato vita nel Pd ad un’area, la cosiddetta “sociale e culturale”, puo’ rappresentare un punto di svolta per l’intero partito. Un inizio politico che puo’ introdurre, questo si’, una vera discontinuita’. Ma non quelle discontinuita’ che vengono annunciate a giorni alterni e poi sono, di norma, nient’altro che il solito minestrone di potere gia’ visto e sperimentato mille volte. E questo a prescindere dalle singole, e legittime, posizioni politiche all’interno del partito. Perche’ il vero problema, almeno per quanto riguarda il Pd che continua ad essere, piaccia o non piaccia, quasi l’unico partito che crede nel pluralismo politico e culturale al suo interno, e’ che quando decolla un vero confronto politico e’ l’intero partito ad uscirne vittorioso. E questo perche’, quando prevale la politica e la sua progettualita’, il tatticismo e la ricerca del mero potere sono destinati ad uscire di scena o comunque ad essere marginali. Sotto questo profilo il convegno di sabato scorso che si e’ tenuto al Nazareno e’ di buon auspicio. Non solo per la rinata “sinistra sociale e culturale” del Pd ma, si spera, per l’intero partito. E, per quel che conta, forse anche per la politica italiana.
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all’Immigrazione della Regione Piemonte, ha commentato il sit-in permanente del movimento Italiani Senza Cittadinanza.
“Piemonte 2017 – Le risorse per i territori tra Bilancio italiano e Budget Europeo”
Cinquecento iscritti in Piemonte nei primi 10 giorni di vita, oltre 100 delegati all’Assemblea congressuale regionale, una trentina di delegati in partenza per Roma per il congresso Nazionale del 18-19 febbraio