EDITORIALE
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POLITICA
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Decreto Sicurezza, il governo ottiene la fiducia alla Camera
Subito dopo la Liberazione del 1945 Genova ebbe due sindaci comunisti, il primo imposto dal CLN, poi ebbe una lunga serie di sindaci democristiani anche per l’influenza del leader Dc Paolo Emilio Taviani. Nel 1960, quando a Genova ci fu una violenta rivolta di piazza per impedire il congresso del MSI che due anni prima si riunì senza proteste a Milano, ci fu un commissario prefettizio a gestire l’emergenza. Ma 50 anni fa Genova svoltò nuovamente a sinistra con un sindaco socialista sostenuto dal pci.Nel prossimo Consiglio Comunale di Rivoli di giovedì 29 maggio sarà discusso un ordine del giorno
presentato dai gruppi di maggioranza, in risposta al piano di esuberi annunciato da Magna, che
prevede il taglio di circa 50 posti su 90 presso il centro ex-Olsa, specializzato nella progettazione di
sistemi di illuminazione per l’automotive.
Una decisione che colpisce personale altamente qualificato e mette a rischio il futuro industriale
del territorio.
Tra le richieste nell’ordine del giorno: convocare un tavolo urgente con azienda, sindacati, Comune
e Regione; interventi concreti da parte di Regione Piemonte e Ministero dello Sviluppo Economico;
sostenere il sindacato promuovendo incontri pubblici.
“Difendere questi posti significa difendere il futuro della nostra città”, dichiarano i promotori
dell’ordine del giorno.
Pieno il sostegno del Gruppo ai lavoratori coinvolti e massimo l’impegno per la tutela della dignità
e dell’occupazione.
“Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro”. Con questa citazione di Platone si è aperto il convegno tenutosi il 26 maggio scorso al Collegio degli Artigianelli di Torino da parte dei Moderati guidati dall’onorevole Giacomo Portas e da Azione con Calenda, rappresentata dall’onorevole Daniela Ruffino, segretaria regionale Azione. Erano presenti i consiglieri regionali dei Moderati Silvio Magliano e Sergio Bartoli, consigliere regionale di Azione. Sono intervenuti inoltre Carlotta Salerno, assessora comunale all’Istruzione, Edilizia Scolastica, Giovani, Periferie e Rigenerazione Urbana, Simone Fissolo, capogruppo dei Moderati in Consiglio Comunale, Ivana Garione, consigliere comunale a Torino, oltre a Cristina Peddis, Stefano Giuliano e Katia Agate.
Il convegno, incentrato sul tema del primato della politica, ha tracciato un percorso che ha unito il passato, il presente e il futuro di un certo modo di far politica, a livello nazionale e territoriale. Una politica che evidenzia oggi una forte disaffezione dei cittadini nei suoi confronti, e che si scontra con la possibilità di rappresentarsi in quanto buona politica se priva di conoscenza e consapevolezza tra i politici, le istituzioni e i cittadini. Questa è l’importanza della citazione di Platone, che ha accomunato gli interventi dei relatori appartenenti ai Moderati e ad Azione, partiti uniti da molteplici principi etici e politici comuni.
Durante il convegno è stata rimarcata l’importanza fondamentale del fare politica in modo consapevole, rifacendosi ad un pensiero di Benedetto Croce che asseriva “il politico onesto è il politico capace”, una capacità che deve esprimersi attraverso la conoscenza dei problemi del cittadino e del territorio in cui abita, mantenendo un sacrale spirito di servizio che la politica deve incarnare per non scollarsi dalle necessità del popolo. Le persone insieme fanno la politica e il primato di quest’ultima non può che essere rappresentato dal concetto di impegno civile. Il primato coincide con la partecipazione alla cosa pubblica
“Il primato si ottiene nel momento in cui la politica si riappropria di conoscenza e studio- afferma il Consigliere regionale dei Moderati Silvio Magliano – Questo è il motore che muove i Moderati nell’affrontare le problematiche contemporanee, tra cui il tema demografico e della denatalità, conseguente al senso di fragilità politico ed economico che rischia di connotare oggi il nostro Paese. Per far crescere un Paese deve essere presente un’economia solida.
Altri due temi importanti sono quelli de piano sociosanitario, su cui è necessario lavorare in ambito di prevenzione, stile di vita e servizi, rimettendo al centro le esigenze della persona. Un altro tema è quello dell’energia, su cui lavoreremo per aiutare le nostre imprese”
“Tornare a decidere, mettere al centro la capacità decisionale deve essere il modo di interpretare la politica – afferma il consigliere regionale di Azione Sergio Bartoli. Per risolvere problemi serve scegliere vie giuste, anche se difficili”.
“Per la prima volta i Moderati organizzano un convegno con un altro simbolo, in modo da generare collaborazione e contrastare questa politica carnivora- dichiara l’onorevole Giacomo Portas, leader dei Moderati – L’Europa è oggi circondata effettivamente da leader “carnivori”, aggressivi, e noi abbiamo il compito di generare una politica che possa anche commettere errori, ma non orrori.
Per fare politica e pensare al domani è necessario il consenso, quindi una vicinanza totale alle necessità del cittadino e del territorio. Mi immagino Torino fra 10 o 15 anni come una città universitaria, investendo sul costruire ‘bellezza’ nelle aree dismesse e migliorando ciò che già esiste. Questo condurrà a importare studenti e cervelli, influendo sul fattore demografico ed abitativo”.
“Vivere la politica significa avere programmi chiari – ha dichiarato l’On. Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione – Una politica senza idee non può definirsi tale. E’ necessario creare convergenze, parlare, condividere e confrontarsi, come sta accadendo oggi con i miei colleghi Moderati. Azione è un partito molto giovane, non ha la storia dei Moderati, ma ne condivide molte idee da portare avanti congiuntamente. Per quanto riguarda il territorio piemontese, penso siano necessari una totale visione concorde tra Torino e la Regione Piemonte e il lavoro da progettare e attuare nelle periferie, due aspetti che possono cambiare lo stato delle cose positivamente”.
Mara Martellotta
Ho visto in prima televisiva su Sky il film di Andrea Segre su Enrico Berlinguer “La grande illusione” . L’ho seguito con attenzione, anche se non ho mai avuto simpatia per il politico sardo che andai anche ad ascoltare tanti anni fa al Palazzetto dello Sport di Torino. Allora mi parve algido nel suo ideologismo togliattiano, nel film mi è apparso invece un uomo appassionato e un grande trascinatore di masse ,pur travagliato da qualche dubbio. L’idea del compromesso storico mi sembrò fin da subito un progetto ostico e inaccettabile per un liberale. Perfino Valerio Zanone si dovette accorgere che il governo delle grandi intese era invotabile. Come scrisse Mario Soldati che non era un politico, ma un uomo di grandi intuizioni, la democrazia italiana rischiò di venire stritolata dall’abbraccio catto-comunista voluto da Berlinguer e da Moro e realizzato da Andreotti :un pastrocchio che ci avrebbe isolati dall’Europa. Fu il rapimento e l’omicidio di Moro a mandare all’aria il progetto che qualcuno definì cin termine colorito gli “spaghetti in salsa cilena”. Nel 1975 i comunisti conquistarono le grandi città e laddove non riuscirono ad avere la maggioranza sfruttarono il trasformismo di socialdemocratici e liberali che si offrirono di fare da puntello a maggioranze di sinistra in cambio di assessorati e di presidenze.