Domani, mercoledì 26 giugno, alle ore 13 al Grattacielo Piemonte, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio presenterà i componenti della nuova Giunta regionale.
La cacciata di Laura Pompeo
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La più votata a Moncalieri che ha appena raccolto più di 6000 voti alle ultime regionali, l’archeologa Laura Pompeo, è stata cacciata dal “podestà” di Moncalieri dall’assessorato alla cultura in cui ha lavorato per 6 anni impegno e dignità, disinteresse e passione. C’è da domandarsi se possa essere compatibile con la democrazia e ad una istituzione gestita in modo trasparente un atto autoritario e immotivato come la defenestrazione di un assessore a cui non si può contestare nulla. Si tratta di un assessore che ha trasformato poco più che un paesone della cintura torinese in una città culturalmente attrattiva che ha saputo valorizzare i suoi gioielli, partendo da Castello, per non citare il teatro e tante altre iniziative che portavano i torinesi ad andare a Moncalieri e non viceversa. Parliamo di un’archeologa allieva del grande Giorgio Gullini che ha messo a disposizione della città la sua intelligenza e la sua cultura. La stessa famiglia Pompeo è famiglia storica di Moncalieri. Forse il “podestà” di Moncalieri non ha cognizione di cosa sia la cultura e forse sente inconsciamente un forte imbarazzo, tale da costringerlo ad allontanare una donna fuori ordinanza che gli crea problemi e, invece di promuovere la parità uomo- donna, suscita una forma di incredibile cannibalismo tra donne davvero perniciosa e retrograda, certo non democratica. Un consiglio al Pd che dovrebbe battere un colpo per dimostrare la sua esistenza: non lasciatevi scappare una donna del livello di Laura Pompeo. Sarebbe un autolesionismo incredibile. La dottoressa Pompeo potrebbe anche decidere di tornare ai suoi studi archeologici e lasciarvi “soli” come disse Togliatti di Vittorini. C’è anche chi non vive di politica e quindi è in grado di tenere la schiena dritta come Laura Pompeo.
Cappato indagato per istigazione al suicidio
POLITICA
Leggi l’articolo su “L’identità”:
Cappato indagato per istigazione al suicidio, nuovi atti alla Consulta da Milano
Ballottaggi, vincono sinistra e astensionismo
La politica è per la Città non per i politici…
Politica deriva da Polis e vuol dire amministrazione della Citta’ nell’interesse generale.
SITAV SILAVORO
Sono stati chiamati alle urne tra ieri e oggi 132 mila elettori piemontesi per i turni di ballottaggio di due capoluoghi provinciali, Verbania e Vercelli, e tre città del Torinese: Rivoli, Giaveno e Leini. Stefano Olocco è il sindaco di Giaveno. Nel ballottaggio ha vinto su Alberto Biddoccu, 58,84% a 41,16%. Il sindaco a Leini è Luca Torella, portato da Pd e liste civiche con il 52,02% rispetto a Renato Pittalis, civico appoggiato dal centrodestra, fermo al 47,98%. A Verbania vittoria al civico di centrodestra Giandomenico Albertella, che a una sezione dal termine ottiene il 51,83% contro 48,17%, del candidato di centrosinistra Riccardo Brezza. Premia il centrodestra la città si Vercelli: l’avvocato Roberto Scheda è il nuovo primo cittadino candidato da Fdi, Lega e Forza Italia, con il 54,19%. Gabriele Bagnasco, appoggiato da Pd e Avs, si ferma al 45,81. A Rivoli – 44 sezioni su 48 – centrosinistra con Alessandro Errigo è avanti con il 56,7%, il sindaco uscente Andrea Tragaioli è al 43,3%.
Separiamo i media dai pm
Nasce Studenti Liberali Popolari
Nasce Studenti Liberali Popolari, il gruppo giovanile di Italia Liberale e Popolare che unisce i giovani, studenti e universitari, che si riconoscono nei valori e nelle istanze della nostra area politica, dal Conservatorismo Liberale al Popolarismo, dal Liberalismo all’Europeismo, all’Atlantismo ed al Liberismo Economico.
Un dipartimento interno che, come la nostra Associazione, rimarrà a Statuto apartitico e quindi aperto a tutti i giovani che hanno passione e voglia di portare il proprio contributo per la crescita politica e culturale del nostro Paese, partendo dai luoghi di istruzione e formazione.
Un gruppo di lavoro giovane e dinamico che si prefigge l’obiettivo di riunire tutte le migliori giovani competenze politiche dell’area e che avrà come Coordinatore Nazionale Matteo Marra, attivista della Provincia di Torino, che ha già attivato il gruppo universitario presso l’Ateneo del Capoluogo Piemontese.
“Ripartire dai giovani, coinvolgendoli nei processi di politica attiva ed associativa, per non disperderne le fondamentali risorse e capacità a beneficio dell’intero Sistema Paese è sempre stato uno degli obiettivi di Italia Liberale e Popolare fin dalla sua costituzione. Con la nascita del gruppo Giovanile ed Universitario mettiamo un ulteriore importante tassello sulla strada della crescita della nostra Associazione, che in questo anno e mezzo di vita ha già prodotto importanti risultati, riscontrando un grande interesse sul territorio”, così Claudio Desirò, Segretario di Italia Liberale e Popolare.
Tra gli obiettivi di Giovani Liberali Popolari ci sarà anche la presentazione di liste a simbolo proprio negli appuntamenti elettorali universitari, a partire dalle elezioni dipartimentali del prossimo autunno.
Gli interessati possono contattarci tramite il nostro sito (LibPop.it) o attraverso i canali social dell’Associazione.
Il futuro appartiene ai giovani, permettergli di essere attori protagonisti della costruzione del futuro è un dovere.
Italia Liberale e Popolare
Rischio dittatura o solo propaganda?
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Se non vogliamo buttarla in caciara, come si suol dire, adesso forse è arrivato il momento per
chiederci seriamente se siamo in un contesto che prelude ad una “svolta illiberale”, ad un
“cambio di regime”, ad una “torsione autoritaria” o una “semi dittatura” nel nostro paese. Lo
chiedo perchè dopo l’approvazione alla Camera del progetto sull’autonomia differenziata e al
Senato della riforma che introduce il premierato, si sprecano le accuse e le minacce che partono
dal nuovo ed inedito “Fronte Popolare” sul ritorno del fascismo, seppur in una versione aggiornata
e rivista. Accuse e minacce che vengono puntualmente amplificate dai quotidiani di sinistra e
d’opposizione, dai soliti talk televisivi de La 7 e dal tradizionale e ben noto arcipelago editoriale,
artistico, accademico, intellettuale e cinematografico della sinistra italiana nelle sue multiformi
espressioni.
Ora, e al di là del rispetto rigoroso delle singole opinioni, è quantomai importante chiedersi se
tutto ciò risponde al vero o se, al contrario, appartiene solo e soltanto al campo della propaganda
spicciola. Un elemento, questo, decisivo perchè quando la polemica politica – in sè legittima e
scontata – assume questi toni è di tutta evidenza che se il pericolo non è reale e percepito, ci
troviamo di fronte ad una burla che se viene ripetuta ossessivamente rischia anche di trasformarsi
In una farsa. Perchè se si è veramente alla vigilia di una svolta illiberale o ad un cambio di regime
non ci può essere un attimo di tregua. Non può valere, cioè, quella gag del teatro comico
napoletano che “rinvia la rivoluzione all’autunno perchè d’estate fa troppo caldo”…
E poi, forse,
per tornare all’oggi, adesso ci prendiamo anche una pausa sul “rischio fascista” perchè ci sono gli
Europei di calcio che sono, come ovvio, ben più importanti e nazional-popolari.
Insomma, per evitare di girarci attorno, anche il neo Fronte Popolare deve chiarirsi le idee.
Scendere in piazza una volta o due al mese per denunciare l’arrivo di un regime dispotico,
illiberale e strutturalmente anti democratico è una operazione del tutto legittima ma che alla fine
rischia di diventare ridicola se poi questo regime non si materializza concretamente. Si corre, cioè,
il rischio di replicare la narrazione dei “martiri dell’informazione”. Cioè di professionisti
dell’informazione che confondono la libertà di pensiero e di espressione con i loro contratti
milionari. E che il circo mediatico cosiddetto progressista eleva a guru intoccabili e dogmatici a
difesa delle libertà democratiche di tutti noi e che per questi motivi ci invita nuovamente alla
mobilitazione permanente in piazza…
Ecco perchè la sinistra – quella radicale e massimalista della Schlein, quella estremista e
fondamentalista del duo Fratoianni/Bonelli e quella populista, demagogica e anti politica dei 5
stelle – adesso deve sciogliere, e definitivamente, questo nodo. E cioè, o la situazione
complessiva richiede una nuova, inedita e permanente Resistenza – allora non c’è pausa
temporale o stagionale che tenga – oppure, e al contrario, si tratta del solito copione a tutti ben
noto da svariati decenni. E cioè, dai Governi di Alcide De Gasperi dal secondo dopoguerra in poi,
ogniqualvolta la sinistra non è al potere c’è un concreto rischio di “deriva fascista” nel nostro
paese. Ma questo, detto fra di noi, appartiene solo al frastuono e allo schiamazzo
propagandistico di un campo politico che ha scarsi argomenti da mettere in campo per essere
una vera e credibile alternativa. Solo il tempo, comunque sia, ci dirà da che parte sta la ragione.