POLITICA- Pagina 53

Tovaglieri (Lega) e Corti (ENS): “750 mila sordi esclusi da dirette Parlamento UE”

“Introdurre lingua segni e sottotitoli per Europa più inclusiva verso disabilità”

 “In Europa ci sono 750 mila persone sorde che non riescono a seguire i lavori del Parlamento europeo trasmessi dal sito web e hanno difficoltà a informarsi autonomamente sulle decisioni che vengono prese dall’unica istituzione dell’UE eletta direttamente dai cittadini. Si tratta di una grave ferita alla partecipazione alla vita democratica delle persone sorde, che deve essere sanata al più presto. Per questo abbiamo consegnato una richiesta scritta alla Presidente Roberta Metsola affinché l’Eurocamera sia dotata degli strumenti necessari per consentire ai cittadini sordi di poter accedere alle informazioni e alle decisioni prese dall’Aula alla stregua dei cittadini udenti, dall’utilizzo della Lingua dei Segni alla sottotitolazione in simultanea nelle lingue dei Paesi europei, opzioni che possono essere attuate ricorrendo alle nuove soluzioni offerte delle più avanzate risorse informatiche. Questa iniziativa, che ho promosso su proposta dell’Ente Nazionale Sordi e che ho condiviso con il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, è un passo concreto per realizzare un’Unione Europea sempre più inclusiva verso le persone con disabilità”. Lo ha dichiarato l’eurodeputata lombarda Isabella Tovaglieri (Lega), consegnando alla presidente del Parlamento UE la lettera sottoscritta insieme al Presidente dell’Ente Nazionale Sordi della Lombardia Renzo Corti, che contiene anche la richiesta di interpreti della Lingua dei Segni per la visita al Parlamento europeo da parte di gruppi di sordi dei vari Paesi.

Quali prospettive per la sinistra in crisi?

Miserabili! Impediscono alla Brigata Ebraica di sfilare scambiandola con lo Stato di  Israele. Si sa  che l’estremismo si nutre di ignoranza che il più delle volte si trasforma in violenza. E statene pure certi che anche il 1 Maggio  ci saranno tafferugli. Ovviamente nulla dicono del fatto  che i primi a opporsi ai cordoni umanitari per i palestinesi di Gaza sono quelli di Hamas. Gli israeliani stanno facendo un genocidio? No è il governo di Netanyahu che vuole questo massacro e purtroppo il suo consenso cresce tra gli israeliani. Del resto non è una novità che gli estremi di destra e sinistra sono speculari e complementari.
Intanto metà popolo non va a votare. Sempre meglio precisare. Ora Salvini candidando Vannacci cerca il voto dell’estrema destra cercando di fare concorrenza a Giorgina Meloni barricadiera in Italia ed incline al compromesso in Europa. Pure Lei si candida e vedremo chi è più forte nella destra – destra centro. Ma tanti dubbi non ce ne sono. Intanto zitto zitto, quatto quatto Tajani sta portando Forza Italia a superare definitivamente la Lega che non si capisce se sia Lega d Italia o Lega Nord. Direi  che almeno per adesso non è più né carne né pesce.
Addirittura si parla già di Calderoli come traghettatore verso il nuovo corso con Salvini dimissionario. Del resto, appunto, sono almeno cinque anni che Giorgetti non sopporta Salvini. Ma anche tra le opposizione regna il caos. Pd e grillini ai ferri corti. Sinistra sbrindellata con almeno tre o quattro  “marchi”.
Per loro, da una ventina d’anni la stessa solfa. Punto in più punto in meno, mi sa  che tutto è già stato scritto. Ma la domanda delle domande è:  dopo il Pd farà un congresso?
Poi, se farà il congresso, sarà rifondativo? Prospettive? Strategia per tornare a vincere? Strategia per mettere in campo i propri valori nella società e nella politica? Insomma cercare di essere, forse per la prima volta, un partito vero? Dunque essere organizzato e strutturato, almeno  un minimo.  Francamente la vedo dura augurandogli che il difficile non diventi l’impossibile.
Prezzo da pagare per tornare ad essere competitivi? La verità, dire la verità su ciò che è stato e quello che vorranno essere. Un esempio il  caso Gallo – Sitaf.
Probabilmente ha ragione il suo avvocato che dice: la magistratura ha confuso la morale con il diritto. Dunque? Tutto il Pd, o almeno buona parte del PD sapeva di certi metodi e tacendo li copriva.
Ora sa un po’ di fariseismo varare un codice etico del comportamento dei candidati. Sa proprio di… “tanto i buoi sono scappati”. Se poi, i sondaggi in Piemonte sono fondati e confermati dal voto per il Pd si apre una  voragine politica. 20 punti tra Pentenero e Cirio. Primo partito Fratelli d’Italia e Pentastellati nettamente sotto al 9 %. Nel Piemonte dove il centro sinistra è comunque è stato competitivo, rimane solo il sindaco Lo Russo a tenere in alto la bandiera del PD sempre più lacero.
Patrizio Tosetto

Il tramonto della sinistra riformista

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

La politica, come ben sappiamo, non è mai astrazione. È pur sempre legata, seppur con modalità
e metodi diversi, alla quotidianità e alla vita concreta delle persone. E anche la celebrazione delle
date storiche per il nostro paese e gli eventi che vengono organizzati di conseguenza offrono
l’occasione per misurare la qualità e la maturità del dibattito politico. È il caso, nello specifico,
delle manifestazioni legate alla Festa del 25 aprile. Il 25 aprile del 2024.
Ora, al di là del giudizio che ognuno di noi può e deve dare sulle mille manifestazioni che sono
state organizzate in tutto il paese, è indubbio che emergono almeno due elementi
sufficientemente oggettivi che difficilmente possono essere messi in discussione. Semprechè,
come ovvio, non prevalgano la tifoseria e il settarismo.
Da un lato la difficile, in alcuni settori della destra – seppur minoritari – a pronunciare parole chiare
e definitive sull’antifascismo, sulle radici culturali e politiche di quella nefasta e drammatica
esperienza e, soprattutto, sulla necessità di recidere definitivamente i legami, anche solo simbolici
ed emotivi, con il ventennio.
Sul versante opposto, però, emerge un dato molto più preoccupante ed inquietante. Perchè è la
sinistra, nelle sue multiformi e diverse espressioni, ad avere subito un processo di radicalizzazione
politica tale da averla portata nella sua interezza a giocare un ruolo sempre più massimalista ed
estremista nel declinare la sua concreta iniziativa politica. E questo al di là e al di fuori della
violenza – verbale e fisica – emersa in molte manifestazioni di piazza contro la destra, il centro
destra e l’attuale Governo Meloni partecipando, ahimè, alla Festa della Liberazione e quindi della
riconciliazione tra le diverse parti politiche. Del resto, è appena sufficiente ascoltare e prendere
atto delle parole d’ordine dei nuovi “guru” e dei simpatici ”martiri” della sinistra creati per
l’occasione – dallo scrittore Scurati alla giornalista Bortone, dal sempreverde Saviano
all’estremista Montanari – per arrivare alla persin troppo facile conclusione che ormai la linea
prevalente è quella di estremizzare sempre di più il messaggio politico frutto di un percorso
culturale fatto di anatemi ideologici, pregiudizi personali e attacchi politici frontali contro chiunque
non sia riconducibile a quel campo politico. Tradotto in termini politici, è una regressione
nostalgica – anche se nel sottosuolo della sinistra ex e post comunista questo tarlo non è mai
scomparso del tutto – ad una stagione dove prevaleva la sub cultura degli “opposti estremismi”. E
la celebrazione di questo 25 aprile – anche se si tratta di una pagina che viene prontamente
archiviata perché puramente propagandistica – ne è stata la prova plateale che conferma, ancora
una volta, quella deriva.
Ed è in un quadro del genere che la spinta a creare una sinistra riformista e di governo priva di
pregiudiziali ideologiche e di criminalizzazione politica nei confronti degli avversari, cede il passo
ad una deriva massimalista e radicale. Perchè se i “vate” del nuovo corso del Pd e dintorni
ritornano ad essere i pifferai dell’attacco ideologico, della criminalizzazione politica degli
avversari/nemici, della esaltazione della “superiorità morale” e della sistematica denigrazione di
tutto ciò che non è riconducibile al campo della sinistra ex e post comunista – seppur benedetti e
supportati da tutti i circoli radical chic milionari televisivi, artistici, cinematografici, accademici e
giornalistici – la cultura e la prassi riformista sono destinati a giocare un ruolo del tutto marginale
nel prosieguo di quella esperienza. Insomma, ci sono tutte le premesse, mutatis mutandis, di un
salto all’indietro di 40 anni e oltre quando le parole d’ordine dei comunisti erano quelle di liquidare
e abbattere definitivamente “il sistema di potere della Democrazia Cristiana”.
Sono passati molti decenni ma il copione resta sempre lo stesso. E il 25 aprile 2024, e tutto quello
che l’ha preceduto, ci consegna una pagina ancora una volta poco incoraggiante e molto
nostalgica. Peccato, abbiamo di nuovo perso una ghiotta occasione per far crescere una vera
democrazia dell’alternanza e, soprattutto, per ricercare e consolidare quella “riconciliazione”
politica che era la vera ‘mission’ della Festa del 25 aprile promossa e ideata da Alcide De Gasperi.

Sarno e Mattiello, sostegno a Masciari

Le ultime vicende accadute al testimone di giustizia Pino Masciari, da lui denunciate, devono avere l’attenzione delle istituzioni e degli organi competenti – annunciano Diego Sarno, Consigliere regionale e Davide Mattiello Presidente piemontese di Articolo21 – perché Masciari resta uno dei più importanti testimoni di giustizia in Italia che tanto ha donato alla nostra Repubblica e alla lotta contro la ‘ndrangheta.

La scoperta della promessa di morte escogitata nel 2004 e le parole drammatiche rivolte in questo giorni a Pino Masciari ed in particolare “per la ‘ndrangheta sei un predestinato perché non dimentica” – continuano gli esponenti Dem – devono far sobbalzare sulla sedia tutti noi.

Per questo condividiamo le parole di preoccupazione dello stesso Masciari e della sua famiglia e chiediamo con forza che le istituzioni coinvolte da lui su questi fatti diano attenzione e risposte – concludono Sarno e Mattiello.

Le istituzioni interpellate da Masciari al momento della ricezione delle minacce e che ancora non hanno risposto sono le seguenti:

– PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
– MINISTRO DELL’INTERNO (pec gabinetto ministro)
– DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA Dott. Sparagna
– DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA di Catanzaro
– QUESTURA DI VIBO VALENTIA
– QUESTURA DI TORINO
– PREFETTURA DI TORINO
– PREFETTURA DI VIBO VALENTIA
– COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI DI TORINO
– COMANDO PROVINCIALE  DEI CARABINIERI DI VIBO VALENTIA
– UFFICIO CENTRALE INTERFORZE PER LA SICUREZZA PERSONALE
– UCIS
– Ministero dell’Interno
– COMMISSIONE CENTRALE ex art. 10 L. 82/1991 c/o Ministero dell’Interno
– SERVIZIO CENTRALE DI PROTEZIONE – ROMA

Merlo. Elezioni Piemonte, dalla sinistra giudizi ridicoli su Cirio

Decisiva la coesione istituzionale

“Un giorno rappresenta la ‘peggiore destra’ e il giorno dopo è indispensabile per dar voce a quella
‘coesione istituzionale’ che resta decisiva per risolvere i maggiori problemi di Torino e del
Piemonte. A cominciare dall’intricatissimo nodo delle fondazioni bancarie dopo le note vicende
della Crt.
Ora, questo giudizio politico sul Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio da parte della
sinistra e dei populisti è francamente ridicolo. E questo per la semplice ragione che
l’amministrazione regionale di questi ultimi 5 anni guidata da Cirio è sempre stata ispirata al
criterio del buon governo e dell’ascolto del territorio da un lato e, dall’altro, dalla condivisione
istituzionale sui grandi problemi che coinvolgono il futuro della città capoluogo e dell’intera
regione. La cosiddetta ‘coesione istituzionale’ con il Sindaco di Torino Stefano Lorusso.
A volte il pregiudizio ideologico e le pregiudiziali personali rischiano di indebolire la stessa
prospettiva politica della sinistra e dei populisti dei 5 stelle perchè caratterizzati solo dalla
propaganda ideologica del tutto disancorata dalla realtà”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi – Popolari uniti.

Forza Italia, il ritorno di Giacometto

PIEMONTE. OCCUPIAMOCENE Con questo claim Carlo Giacometto, Deputato nella XVIII Legislatura, propone la sua visione per il territorio: «Accolgo con piacere l’invito di Antonio Tajani, Alberto Cirio e Paolo Zangrillo, mi candido al Consiglio Regionale nella nuova Forza Italia». Piemonte

Carlo Giacometto annuncia la sua candidatura per le prossime elezioni regionali di sabato 8 e domenica 9 giugno, nella lista di Forza Italia a sostegno del presidente Alberto Cirio. «Ho risposto con piacere – spiega Giacometto – all’invito del Segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, del vicesegretario e candidato Presidente Alberto Cirio e del Segretario regionale, il Ministro Paolo Zangrillo, per concorrere in prima persona al rilancio del partito in cui mi sono riconosciuto fin dalla sua fondazione e per sostenere i valori di libertà e unità del centrodestra portati avanti da Silvio Berlusconi nella sua lunga esperienza politica. Il mio rinnovato impegno in Forza Italia trova le sue basi nel percorso di rilancio e rinnovamento che il Presidente Tajani ha avviato negli ultimi mesi – sottolinea Giacometto – e nell’esperienza di buon governo che ha caratterizzato i cinque anni di Alberto Cirio alla guida della Regione Piemonte. Torno in campo con determinazione nell’ambito della nuova Forza Italia, convinto che possa dare voce alla società civile e produttiva e che rappresenti il centrodestra liberale, popolare ed europeista che rifugge le urla e gli estremismi, nell’alveo della Costituzione repubblicana». «Mi candido quindi alle elezioni regionali – continua Carlo Giacometto – perché la politica è per me una passione, direi anche ereditaria. E perché ho sempre pensato che fosse giusto occuparsi della “cosa pubblica” in prima persona, affrontando nel merito i problemi e proponendo soluzioni adeguate. Le mie priorità saranno la sanità, la formazione, i trasporti, le imprese e le future generazioni: i cardini del Piemonte e dell’Italia in cui mi riconosco con orgoglio. L’unica cosa che mi sento di assicurare fin d’ora è che mi impegnerò al massimo ogni giorno per il mio territorio e per la mia regione. Orgoglioso di poter dire, a tutti coloro che sceglieranno di accordarmi la fiducia, “me ne occupo”, come recita l’hashtag che accompagna la mia campagna elettorale». «Sono felice che una figura autorevole come quella di Carlo Giacometto che ha rappresentato il nostro Piemonte alla Camera, abbia deciso oggi di impegnarsi al nostro fianco nelle prossime regionali e mettere al servizio del Piemonte le sue competenze e la sua esperienza amministrativa» dichiara il presidente del Piemonte e vicesegretario nazionale di Forza Italia, Alberto Cirio. Carlo Giacometto è Consigliere comunale a Brusasco dal 2016, è stato Consigliere provinciale a Torino dal 2004 al 2014, e Deputato nella XVIII Legislatura. È candidato per Forza Italia alle Regionali nel collegio che comprende Torino e l’intera provincia.