POLITICA- Pagina 482

Centrodestra in piazza con la bandiera dell’ambiguità

Tutti in piazza il 2 giugno. Contro il governo degli incapaci. Beh, non proprio tutti. Anzi, solo i parlamentari del centrodestra. Non proprio una manifestazione oceanica, in grado di scuotere il Palazzo.

Andremo in piazza per ascoltare gli italiani”, assicurano i vertici dei partiti di opposizione. Bello, ma da chi vorrebbe governare ci si aspetta una proposta, non solo un ascolto di categorie che chiedono tutto e di più.

Non ci sarebbe bisogno di una manifestazione per scoprire che le richieste sommano la cancellazione delle tasse con denaro pubblico a fondo perduto…

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Centrodestra in piazza con la bandiera dell’ambiguità

Teatro Regio, Valle (pd): “Non siano i lavoratori a pagare i ritardi”

Nel corso della seduta di oggi il Consigliere Valle ha presentato un’interrogazione relativa agli stanziamenti regionali alla fondazione Teatro Regio.

“L’interrogazione – ha sottolineato Valle – nasce dalla considerazione che il settore culturale è certamente tra i più colpiti dalle misure rese necessarie dall’emergenza Covid-19 e che, a causa del blocco totale delle attività e dei ritardi degli stanziamenti regionali, pare che la Fondazione debba ricorrere, come anticipato alle rappresentanze sindacali, al Fondo d’integrazione salariale per parte delle sue maestranze”.

L’Assessore alla Cultura Vittoria Poggio, nella sua risposta, ha spiegato che “del contributo straordinario di un milione di euro per spese d’investimento a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino, approvato dalla Giunta regionale a fine 2018, il 20 maggio scorso è pervenuta agli uffici la documentazione definitiva a rendiconto. Ora è possibile procedere al controllo e poi provvedere all’atto di liquidazione”.

“E’ fondamentale che non siano i lavoratori a pagare le conseguenze delle lungaggini burocratiche tra Enti” commenta il Vicepresidente della Commissione Cultura Valle.

“Allo stesso modo vigileremo che le paventate riduzioni delle convenzioni culturali, necessarie a finanziarie la misura bonus cultura prevista dal “Riparti Piemonte” lasciando a saldi invariati il bilancio culturale, non siano pagate dai lavoratori in una nuova versione di guerra tra poveri” conclude Valle.

Case agli stranieri, Grimaldi (LUV): “Regione ora ascolti Consulta”

“Dopo il pronunciamento del Tribunale di Milano, ora anche la Corte Costituzionale ha dato ragione a chi, come noi, riteneva gravemente discriminatori i provvedimenti con cui la Giunta ha di fatto reso l’edilizia pubblica inaccessibile agli stranieri” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando la nota con cui il Difensore Civico della Regione ha recentemente suggerito al Consiglio regionale di emendare la Legge regionale in materia di edilizia sociale e all’Assessora agli Affari sociali di rivedere il testo della Circolare del 14 novembre 2019, in base alle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale n. 44 del 2020.

La sentenza della Corte fa riferimento a una legge della Regione Lombardia (8 luglio 2016 numero 16: requisiti per l’accesso ai servizi abitativi pubblici), in base alla quale l’accesso è consentito a chi è residente “per almeno cinque anni nel periodo immediatamente precedente la data di presentazione della domanda”. Questa formulazione, dichiarata illegittima dal Giudice delle Leggi perché in contrasto con il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione, è presente – rileva il Difensore Civico – “in termini quasi integralmente sovrapponibili, anche nel nuovo testo dell’articolo 3 comma 1, lettera c), della Legge sull’edilizia sociale in Piemonte”.

Non solo: il 14 novembre scorso, l’Assessora Caucino ha inviato una nota ai Sindaci dei Comuni piemontesi, ai Presidenti delle ATC del Piemonte, ai Presidenti delle Commissioni Assegnazione Alloggi presso le ATC del Piemonte e al Presidente del Consorzio Intercomunale Torinese, puntualizzando che “in sede di presentazione della domanda finalizzata all’accesso all’edilizia sociale, i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea devono produrre apposita certificazione o attestazione di non possesso di immobili di proprietà nel Paese d’origine, rilasciata dalla competente autorità dello Stato di nazionalità”.

“La sostanza” – spiega Grimaldi – “è che ai cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno regolare, in astratto ammessi ai servizi abitativi pubblici, viene in concreto negato quel diritto se nel loro Paese di origine manca un sistema di registrazione degli immobili paragonabile al nostro”.

“Negli scorsi mesi” – prosegue Grimaldi – “la Regione Piemonte, per voce dell’Assessora Caucino, ha bloccato tutte le pratiche di accesso alle graduatorie per le case popolari e di assegnazione degli appartamenti ai cittadini nati all’estero, sulla base di questo cavillo gravemente discriminatorio. Più volte l’Assessora si è schernita, di fronte alle nostre critiche, dicendo di essere stata addirittura ‘buona’ per non avere chiesto agli stranieri i documenti di tutti i Paesi del mondo, non solo quelli relativi al Paese d’origine. Bene, si è riso e si è scherzato, ma ora ci aspettiamo che la Giunta tenga conto del parare del Difensore Civico e della Corte Costituzionale, e pensi alle responsabilità – anche in sede giudiziaria – cui la Regione andrà certamente incontro, nel caso in cui non cambi idea e la smetta con i provvedimenti discriminatori”.

La sinistra culturale ha trovato il bersaglio facile: Azzolina

Da quando Massimo Giannini è diventato direttore de La Stampa, dal suo giornale è partita una massiccia campagna di discredito contro il ministro Azzolina. Nei giorni scorsi abbiamo ripreso l’attacco del quotidiano torinese da parte di Chiara Saraceno.

Ma lunedì 18, in concomitanza con l’avvio della Fase2, sono scesi in campo il fior fiore degli intellettuali di sinistra che hanno sottoscritto un appello redatto da Massimo Cacciari contro le ipotesi di riapertura delle scuole a settembre annunciate da parte dello stesso ministro.

Stiamo parlando di intellettuali di primissimo piano quali, tra gli altri, Alberto Asor Rosa, Luciano Canfora, Sergio Givone, Nadia Fusini o Giacomo Marramao, vale a dire esponenti da sempre schierati a sinistra e molti dei quali contigui al Partito Democratico fin dai tempi in cui si chiamava ancora PCI…

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La sinistra culturale ha trovato il bersaglio facile: Azzolina

“Movida in Santa Giulia, senza il Pattuglione è il disastro”

“Primo weekend di Fase 2 a locali aperti, situazione sotto controllo finché le Forze dell’Ordine hanno presidiato la zona: poi il disastro, assembramenti e frastuono. Lo diciamo da tempo: il Presidio Interforze è necessario, la sua presenza fa la differenza tra il divertimento sostenibile e il caos”

Tutto bene finché le Forze dell’Ordine sono rimaste sul territorio, poi il disastro: un disastro fatto di frastuono, urla e assembramenti, alla faccia del principio del distanziamento fisico. Questo il bilancio del primo sabato notte di movida a locali aperti in Fase 2 in Vanchiglia.

Un grazie sincero agli Agenti per il loro perfetto lavoro. La bomba a orologeria è esplosa non appena il Presidio Interforze ha lasciato il campo, in concomitanza con la chiusura dei locali. Centinaia di persone in piazza, urla, assembramenti incompatibili con quanto decreti e buonsenso impongono in questa fase ancora delicatissima dopo due mesi abbondanti di lockdown.
In altre zone di Torino la situazione è stata simile: per esempio in certi tratti di corso Regio Parco e in piazza Vittorio. Condivido la preoccupazione dei residenti. Chiediamo con forza che la presenza del Pattuglione – la cui efficacia è stata definitivamente provata nelle scorse ore – sia garantita non per due sole settimane, ma finché non saremo in grado di garantire una movida compatibile con il rispetto del diritto al riposo dei residenti e della sicurezza di tutti.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Costanzo (M5S): “Click day, Mise prenda le distanze da Invitalia”

“Il bando di mercoledì avrebbe dovuto aiutare le imprese ad ottenere il rimborso per l’acquisto di dispositivi di protezione per i dipendenti della propria azienda – afferma la deputata Jessica Costanzo (M5s) – Tuttavia il meccanismo di ammissione al rimborso scelto da Invitalia è stato il cosiddetto ‘clickday’, modalità per cui chi prima riesce a prenotare ottiene il rimborso, fino all’esaurimento del budget.

Così migliaia aziende si sono preparate, nonostante il difficile periodo, arruolando il proprio personale per l’invio della richiesta, che assomigliava più a una prova di velocità. Un criterio – afferma Costanzo – a mio parere non meritocratico e che non mi ha mai trovato d’accordo.

I risultati quali sono stati? Centinaia di aziende hanno ricevuto la conferma dell’invio della richiesta alle h. 9.00 e un secondo, ma misteriosamente non compaiono né tra i beneficiari né tra gli esclusi. Questi metodi fanno male all’imprenditoria italiana.

Aggiungiamoci poi che Invitalia è, secondo quanto riportato dal suo stesso sito, un’agenzia nazionale del Ministero dello Sviluppo economico con il compito di intervenire nelle zone di maggior difficoltà occupazionale del nostro territorio. Che tra le varie funzioni svolte c’è quella della riconversione produttiva per il mantenimento dei livelli occupazionali, nonché dell’attrazione di nuovi investimenti e  del sostegno a programmi di sviluppo. Invitalia insomma segue diverse crisi aziendali. Eppure – continua Costanzo – non ci sono stati passi avanti neanche su questo fronte, basti pensare che le crisi sospese da inizio anno sono rimaste tali, quando al di là dell’emergenza Covid-19 un sollecito alle parti interessate e nuovi tentativi di contatto sarebbero stati non solo possibili, ma degli atti dovuti  Mi auguro – conclude Costanzo – che il Ministero dello Sviluppo prenda le distanze da questi atteggiamenti: non è il modo di lavorare che ho in mente”. 

I medici scrivono al Governatore

Riceviamo e pubblichiamo la lettera degli Ordini dei Medici piemontesi riuniti inviata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio

Nella giornata di giovedì 14 Maggio 2020 gli Ordini Dei Medici della Regione Piemonte riuniti hanno sottoscritto un documento presentato al Presidente Cirio e all’Assessore alla Sanità Icardi in merito alle gravissime carenze di personale medico attuali e future della Regione Piemonte.

Da più di un anno gli Ordini dei Medici Piemontesi hanno sottolineato la necessità di colmare le gravi carenze di organico del settore medico specialistico e territoriale piemontese, attraverso un ampio finanziamento della formazione medica che permetta un aumento dei contratti di formazione specialistica e territoriale. Tali carenze sono state messe drammaticamente in luce dall’emergenza sanitaria in cui la regione ancora si trova, che ha visto i medici costantemente in prima linea in questa battaglia. In mancanza di una risposta ufficiale al documento presentato dagli Ordini da parte dell’Assessorato alla Sanità e della Presidenza della Regione Piemonte tale lettera è stata resa pubblica sui siti online dei rispettivi Ordini.

Gli Ordini Dei Medici Piemontesi riuniti constatano con amarezza che nelle manovre economiche presentate in Regione non si sia trovato spazio per un finanziamento, anche minimo, per nessuna delle istanze presentate negli ultimi mesi. A fronte di una manovra da 8oo milioni di euro elaborata attraverso il “Riparti Piemonte” la richiesta economica avanzata era di 5 milioni da destinare alla formazione medica, lo 0,6% del totale, al fine di scongiurare il collasso del Sistema Sanitario pubblico Piemontese nei prossimi anni. Nonostante siano stati fatti molti annunci in merito alla volontà di finanziare 50 borse di specializzazione per il concorso SSM 2020, attraverso un investimento di 5 milioni di euro, ad oggi il finanziamento è bloccato ai 15 contratti dello scorso anno, senza nessuno stanziamento ulteriore di risorse, nonostante le dichiarazioni dell’assessore Icardi circa la certezza riguardo un aumento dei fondi. Dai nuovi documenti relativi ai fabbisogni redatti dagli uffici della stessa della Regione Piemonte, emerge la necessità di formare 851 specialisti all’anno per i prossimi tre anni. Oggi nella regione vengono formati 526 specialisti ogni anno (511 con risorse statali e 15 con risorse regionali) e al momento risultiamo essere tra le regioni con il più basso numero di contratti regionali finanziati in Italia.

Vi sarà una carenza di 325 specialisti all’anno solo nei prossimi tre anni, ciò significa quasi 1000 medici specialisti che mancheranno in regione Piemonte già nel 2023. Anche prevedendo un aiuto straordinario statale “una tantum” previsto dal “DL rilancio” in tal senso, ciò non coprirà interamente tali carenze. Motivo per cui si ribadisce l’importanza di un aiuto da parte della Regione in tal senso, permettendo ai Giovani Medici Piemontesi di poter terminare il proprio percorso formativo e potersi mettere al servizio della collettività. Ad oggi vi sono 1200 camici grigi laureati e piemontesi che non possono finire il loro percorso di formazione a causa della mancanza di risorse, in particolare regionali. Misure analoghe si attendono alla luce della futura carenza dei medici di medicina del territorio quantificata in 706 medici di medicina generale da qui al 2031. L’auspicio è che prevalga il buon senso e che l’attuale giunta della Regione Piemonte riveda gli investimenti da destinarsi alla formazione medica e che agisca prontamente per l’attivazione e l’ampliamento della rete formativa ospedaliera regionale al fine di superare l’insufficiente capacità formativa degli atenei piemontesi che condiziona il MIUR nell’attribuire alla Regione Piemonte meno contratti e capacità formativa rispetto alle reali esigenze. Tutto ciò al fine di scongiurare un futuro del Piemonte senza Medici piemontesi, che fino a qualche settimana fa erano “Eroi” e che oggi sono già stati dimenticati.

Ordine Provinciale dei Medici di Torino, Biella, Vercelli, Novara, VCO, Alessandria, Asti, Cuneo

Ruffino (FI): “Decreto rilancio? In Piemonte è ammazza-imprese”

Il presidente Conte deve sbrigarsi a cambiare narrazione, e soprattutto strategia economica. Quella attuale fa a pugni con la realtà quotidiana.

In Piemonte il 77% delle piccole imprese non ha visto il becco di un euro di quella montagna di soldi annunciata da Conte. Un annuncio, un semplice “flatus vocis” seguito dal nulla. Il Pil della mia regione è crollato del 4,7% nel primo trimestre e tutti gli operatori economici si aspettano il peggio per il prossimo trimestre. Insomma il dl rilancio si sta rivelando un dl “ammazza-imprese.
I soldi dati a pioggia si sono risolti nella nebulizzazione delle poche risorse con il risultato di dare poco a tutti, cioè niente a nessuno e le imprese, quelle che creano lavoro vero e non assistenza, rischiano di pagare il conto della demagogia del governo. Conte è il responsabile, ben oltre l’emergenza pandemica, della distruzione di migliaia di posti di lavoro a causa di scelte profondamente sbagliate: si è scelta la via grillina dell’assistenzialismo di Stato a danno di una politica vera di rilancio economico e ripresa industriale. Se solo si pensa ai sovracosti sanitari delle imprese vengono i brividi: il governo ha stanziato 50 milioni, finiti in un batter di ciglio, lasciando a bocca asciutta il 90% delle imprese, pur di non accedere ai 37 miliardi del Mes che avrebbero consentito di dare un sostegno economico vero. Tanta miopia verrà pagata dagli italiani di oggi e soprattutto da quelli di domani.
on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Il virus della politica che non decide e non risolve i problemi

Figuraccia del Ministro Bonafede. Tanto una in più o una in meno poco cambia. A ruota la Ministra all’istruzione Azzolina che straparla di imbuto e cose strane, di come far “apprendere ” ai nostri amati studenti. Entrambi ci destano domande sul come e soprattutto chi li ha laureati, in quale università. Meglio non indagare, ci faremmo solo del male. Matteo Renzi fa il pazziariello, ed il PD fa una difesa d’ufficio, tanto tutti sanno che non si andrà a votare. Meglio il niente di questo presente che un salto nel buio. Berlusca: se avessi solo 50 anni …

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Giorgia Meloni, finalmente una donna leader della destra. Precisa a Matteo Salvini: di tutta la destra. E il Capitano rischia di diventare un sergente di complemento. Giorgetti e Zaia avanzano indisturbati nell’Olimpo leghista. Indubbiamente indebolito Molinari.

Il ragazzo è un cavallo di razza e darlo per fuori gioco sarebbe sbagliatissimo.  Cirio sta a guardare. Grandi alternative non ne ha. Con la fase due ha già le sue gatte da pelare. Tra tamponi e ripresa economica. Qui la nota dolente. Sono tutti arrabbiati. Gli infermieri che si sentono presi in giro. Medici di nuovo sul piede di guerra con la Regione Piemonte. Gli imprenditori arrabbiati come non mai. I sindacati preoccupatissimi. Riprendono tutti i banchi nei mercati, ristoranti e bar. Vedremo chi riaprirà. La politica torinese che fa? Vedo gente faccio cose, e polemizza con altri sempre responsabili dei guai passati, presenti e futuri. Capacità d’incidere e risolvere? Zero. Tanto sui giornali o alla TV ci finiscono comunque. Ed eccola, la nostra Sindachessa Chiara Appendino: quasi quasi mi ricandidato insieme al Pd. Alla faccia della corenza… Acquattati i dem. Divisi in due tronconi. I nettamente contrari che non vogliono disturbare il manovratore romano. E quelli d’accordo con l’accordo ad una sola condizione. Loro devono essere i candidati a Sindaco. Praticamente l’Appendino ha zero possibilità. Poi vorrei vedere questo film con la riconferma di Sacco o Lapietra all’ assessorato. Ma diciamocelo fino in fondo, la coerenza non è più di questi tempi. Siamo o non siamo al post ideologico? No qui siamo al Francia o Spagna pur che se se magna, nel senso di campare, perchè il fare è un’altra cosa. Conclusione? Almeno per ora il coronavirus non ha cambiato nulla, se non altro nelle stesse classi dirigenti della politica. Più precisamente le cose nei nostri quartieri periferici. Sarò diventato qualunquista, ma continuano nella parte della vecchia commedia da 40 anni in replica. Compresi appunto i grillini, leggermente più irritanti perché avevano detto mai e poi mai uguali agli altri. Credibilità! La stiamo cercando inutilmente. Tutti vogliono normalità. Bisognerebbe metterci un po’ del proprio. Nota dolente. Provate a recarvi in banca per piccole operazioni. Prima opzione prenotare. Non rispondono telefonicamente. Seconda opzione, via mail. Anche qui nessuna risposta. Terza opzione recarsi direttamente. Code inevitabili con il problema del metro di distanza. Ovviamente nessun numero che consenta di prenotare e e gimcana per chiedere informazioni ad una gentilissima funzionaria armata di termometro e mascherina. Risposte non ne dà, e dopo un ora e mezza  d’attesa senza che nessuno entri, l’amara confessione: il sistema informatico si è impallato. E da quello che si capisce c’è pure  poca voglia di erogare i fondi decisi da Conte. Il 90% di garanzia statale è giudicata insufficiente. Purtroppo chi doveva trainare la fase due, politica e banche, latitano. Moria di piccoli imprenditori commercianti e professionisti. E visto che nella vita il vuoto non esiste, gli spazi lasciati vuoti dai piccoli saranno occupati dai grandi che non sempre sono i più puliti. E come si diceva una volta chi ha l’articolo 5 dalla sua parte ha vinto. Articolo 5 e danaro. Liquidità per potere comprare o investire. Viceversa chi non ha liquidità ha già perso.

Patrizio Tosetto

Gallo (PD): “Un nuovo strumento per la ripartenza delle PMI”

 Da Palazzo Lascaris / “Grazie all’intervento del Pd”

“E’ stato approvato, oggi, in Commissione, l’emendamento PD, a mia prima firma, che inserisce nel disegno di legge “Riparti Piemonte” un nuovo strumento a sostegno delle imprese per il loro rafforzamento patrimoniale. Gli imprenditori che investiranno fondi nel capitale della società otterranno dalla Regione un contributo a fondo perduto pari al 30% dell’investimento” dichiara il Vicepresidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Grazie all’intervento del Partito Democratico – prosegue Gallo – con grande fatica, siamo riusciti ottenere la creazione di uno strumento di politica industriale che sarà importante anche per le numerose start up del nostro territorio. Peccato che questa misura verrà finanziata soltanto con 1 milione di euro”.

“Fin dall’inizio della crisi il Partito Democratico, con proposte concrete e chiare – conclude il Vicepresidente Gallo – ha cercato di fornire un aiuto al mondo delle imprese. Ho sempre creduto molto in questo strumento e ritengo che, nei prossimi mesi, potrà essere decisivo per sostenere concretamente la nostra economia e metterla nelle condizioni di risollevarsi e ripartire”.