“La lingua batte dove il dente duole. Questo vecchio proverbio non passa di moda. Basti pensare,
per fare un solo esempio, al ritorno in grande stile della ‘via giudiziaria al potere’ nel campo della
sinistra. Un vecchio tic che evidenzia una deriva autenticamente e schiettamente antidemocratica.
Purtroppo la sinistra populista, giustizialista ed ideologica, non riesce a disfarsi di questa vecchia
prassi che rischia di inquinare profondamente la fisiologica dialettica democratica da un lato e
che, al contempo, crea le condizioni per una radicalizzazione permanente del conflitto politico.
Con il solito seguito della delegittimazione morale e dell’annientamento politico dell’avversario/
nemico. Ma dire no alla ‘via giudiziaria al potere’ significa anche, e soprattutto, ridare qualità alla
democrazia e credibilità alle nostre istituzioni democratiche. Nonchè rispettare sino in fondo i
principi e i valori della Costituzione”.
On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’
La netta e coraggiosa presa di posizione di Ugo Finetti a favore della causa di Israele, ripercorrendo l’intera storia della sinistra italiana ,assume una particolare importanza soprattutto oggi quando ritorna e rivive il demone comunista in tante teste esaltate e confuse prive della benché minima cultura storica. Trasferire l’avversione, legittima e anche condividile, per Nietanyahu sugli ebrei in generale e sugli Israeliani in particolare significa rimettere in discussione l’esistenza stessa di Israele come vorrebbero Hamas ed Iran. L’antisemitismo storico, figlio del razzismo, è un qualcosa di strisciante che covava soprattutto a destra anche oltre Hitler e Mussolini ed era praticato nell‘URSS in modo sistematico ,riprendendo l’antisemitismo russo al tempo degli Zar. La parola Pogrom è di origine russa anche se poi gli ammazzamenti sono dilagati. Nella sinistra italiana i socialisti ebbero ottimi rapporti con Israele, pur considerando l’amicizia di Craxi per Arafat. Tra i comunisti, se escludiamo Terracini e pochi altri, un atteggiamento prevenuto verso Israele era abbastanza frequente. Non va certo ignorata e sottovalutata la situazione incandescente della striscia di Gaza sicuramente tragica ma non va mai dimenticato che tutto è nato dalle stragi del 7 ottobre, una raccapricciante pagina inumana di violenza che oggi si tenta di dimenticare. Pretendere che Israele offra cristianamente l’altra guancia è ridicolo, non fosse altro perché la guerra da sempre finisce di travolgere ogni regola e l’odio genera odio: Machiavelli docet.
Una delle forme peggiori di arroganza di buona parte degli intellettuali italiani è stato il ricorso ai manifesti con decine se non centinaia di firme a sostegno delle più disparate cause. Già tanti anni fa Mario Pannunzio ironizzava su queste firme raccattate spesso attraverso una telefonata o catene di Sant’Antonio letterarie. Già cent’anni fa nel 1925 iniziò Giovanni Gentile con il manifesto degli intellettuali fascisti a cui doverosamente rispose Benedetto Croce con il manifesto dei non fascisti. Anzi aveva iniziato Marinetti con il Futurismo ,ma si trattava in tutti e tre i casi di cose serie, non confrontabili con le mode successive dell’impegno firmaiolo. Con la formazione del fronte popolare in Italia, in vista delle elezioni del 1948 ,gli intellettuali vennero reclutati a frotte per sostenere l’alleanza socialcomunista. I vari Natalino Sapegno, Luigi Russo, Carlo Salinari insieme ai resti filocomunisti e gobettiani del partito d’azione reclutarono plotoni di professori che firmarono il proprio sostegno di fatto allo Stalinismo. Solo pochi intellettuali come Silone e Pannunzio come Flaiano e Brancati steccarono nel coro nel solco tracciato da Benedetto Croce e crearono l’associazione per la libertà della cultura che ebbe un ruolo importante nel chiarire quale fosse la scelta giusta. Poi nel corso dei decenni ci furono tanti manifesti, naturalmente sempre schierati a senso unico, con le solite firme da Moravia a Bocca , da Brass a Fellini , sulle più disparate questioni, in primis la guerra in Viet Nam, ignorando cosa accadeva in URSS e nei paesi satelliti, in Cina o a Cuba. Furono intellettuali strabici che finirono di squalificare la parola stessa intellettuali che Giordano Bruno Guerri rifiuta. Clamoroso fu il manifesto contro il commissario Calabresi che armò la mano ai suoi assassini di “Lotta Continua”. Furono 757 i firmatari tra cui anche uomini come Bobbio e Amendola. Bobbio anni dopo chiese scusa di quella firma. Poi la moda passò ed era in netto declino da un po’ di anni. E‘ ripresa nella confusione più totale dell’agosto 2025 dominato da Gaza e Putin, in cui prevalgono le teste calde e le teste vuote, con un “manifestino” di intellettuali ebrei italiani contro Israele accusata ovviamente di Genocidio. Saviano e Ginzburg, la solita Anna Foa e il solito Gad Lerner esibiscono le solite tiritere che trasudano di antisemitismo, con la richiesta del riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese che oggi non esiste, a meno di volerlo identificare con Hamas. Ho ammirato la senatrice a vita Segre che per fortuna non è un intellettuale e che non ha firmato ,dimostrando coraggio e subendo insulti vergognosi. Ambienti della comunità ebraica definiscono questi intellettuali “ ingenui pacifisti “. Persino la piccola scrittrice Carmen Moravia non ha firmato il manifestino dicendo che “per creare lo stato di Palestina deve sparire Hamas“. Chissà cosa direbbe oggi il firmaiolo per antonomasia Alberto Moravia? Magari starebbe con la sua terza moglie o magari starebbe con Saviano? Ma soprattutto mi piacerebbe sapere cosa direbbe Marco Pannella che ebbe sempre per Israele un’attenzione speciale, seguendo in questo Pannunzio che fece saltare per aria il primo partito radicale per un episodio di antisemitismo. Oggi manca una grande coscienza laica e liberale come la sua, capace di andare controcorrente con onestà e coerenza. Sui firmatari grava l’ombra severa e irridente di Marco che certo non sarebbe dalla parte dei firmatari del manifestino anti -israeliano.