“Si opponga ai ricorsi contro la legge sull’Autonomia Differenziata”
“La legge Calderoli sull’Autonomia deve poter essere applicata dalle Regioni che decidono di avvalersene, ovviamente con le modalità, la gradualità e le garanzie previste dalla normativa stessa. Il Gruppo consiliare della Lega in Regione Piemonte chiederà al Governatore Cirio di intraprendere un percorso simile a quello già annunciato in Veneto dal Governatore Zaia, ossia di opporsi al ricorso annunciato contro l’applicazione della legge dalla Sardegna, dalla Puglia e dalla Toscana, in quanto il Piemonte e i piemontesi sarebbero danneggiati dal blocco della legge. Un conto è scegliere, legittimamente, di non avvalersi delle opportunità offerte dalla legge sull’Autonomia Differenziata, altro è pretendere che la stessa legge sia ‘congelata’ o disapplicata in tutto il Paese”. Così in una nota l’on. Riccardo Molinari, segretario della Lega in Piemonte, e Fabrizio Ricca, Presidente del Gruppo Lega in consiglio regionale”.
“La legge Calderoli – aggiunge l’on. Molinari nella sua veste di capogruppo della Lega alla Camera – è il frutto di un lungo percorso, ed è stata approvata dai due rami del Parlamento, e controfirmata dal Presidente della Repubblica. Immediatamente, e in maniera assolutamente propagandistica, è partita sui contenuti della normativa una campagna di disinformazione da parte della sinistra e dei 5 Stelle, e la raccolta di firme per intraprendere un percorso referendario chiaramente strumentale. Ma sarà la Corte Costituzionale a dirci se l’eventuale referendum sia legittimo, considerato che la legge è collegata alla finanziaria ed è applicativa del dettato costituzionale. Il ricorso sulla costituzionalità della legge peraltro è ancora più assurdo se pensiamo che a farlo è la Sardegna, una regione che gode di ampia autonomia grazie allo statuto speciale. Un modo di dire chiaramente da parte di Pd e 5 stelle che l’autonomia deve restare un privilegio per pochi e non un diritto per tutti”.
Carcere Ivrea, Radicali denunciano Nordio
Il tesoriere Filippo Blengino, insieme ad Alice Depetro della Direzione di Radicali Italiani e Flavio Martino, coordinatore regionale di +Europa, ha visitato questa mattina il carcere di Ivrea.
“Abbiamo trovato un carcere drammaticamente sovraffollato: siamo al 142%, un dato assurdo, ben oltre la media nazionale. Anche qui si riscontra un forte disagio psichico, che porta a tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. La struttura presenta muffa e i detenuti sono costretti a lavarsi in docce comuni. Ad ogni visita, purtroppo, riscontriamo una totale violazione dei diritti umani. Anche in questo caso saremo costretti a denunciare il Ministro Nordio per tortura: sarà la quinta denuncia. Non si può andare avanti così, le carceri stanno esplodendo e il Governo non fa nulla per affrontare questa drammatica emergenza.”
Lo dichiara in una nota Filippo Blengino, Tesoriere Radicali Italiani
I limiti del “Fronte popolare”
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Anche il “Fronte popolare” può essere, anzi lo è, un progetto politico. Certo, si tratta di un
progetto alquanto singolare ed anacronistico perchè non nasce quasi mai attorno ad un progetto
politico di governo ma sempre e solo “contro” qualcuno o qualcosa. Ovvero, si individua un
nemico giurato ed implacabile, lo si carica di ogni nefandezza e ci si scaglia contro con una
violenza inaudita perchè, appunto, rappresenta un pericolo mortale per la democrazia, le
istituzioni e il futuro e la prospettiva di un paese.
Ora, per non scomodare altre esperienze europee – mi riferisco, nello specifico, a ciò che è
capitato di recente nella vicina Francia – fermiamoci alla storia del nostro paese. In sintesi, siamo
alla vigilia del decollo del 3° “Fronte popolare”. Il primo, il più importante e anche il più
significativo, è stato quello gestito e pianificato da Palmiro Togliatti, “il migliore” e dal Pci
dell’epoca. Cioè le elezioni politiche del 18 aprile 1948. Obiettivo unico e dichiarato era la
battaglia dura contro la Dc, contro il principale statista e leader politico del momento, Alcide De
Gasperi, contro l’Occidente e il “potere” delle Chiesa cattolica. Sappiamo tutti com’è andata a
finire e l’instaurazione di un regime comunista nel nostro paese svanì.
Il secondo “Fronte popolare” – anche se il termine usato fu “la gioiosa macchina da guerra – fu
quello allestito dal PDS, cioè gli ex e i post comunisti, per le elezioni del 1994. Cambia fisicamente
il nemico ma non cambia affatto la pericolo mortale del nemico. E nel 1948 come nel 1994 il
rischio mortale è sempre lo stesso: e cioè, battere la potenziale “minaccia fascista” e tutto quello
che ne consegue.
Passano altri 30 anni e siamo di nuovo lì. Altro “Fronte popolare”, altro nemico giurato da
annientare e altra “minaccia fascista” e tutto quello che ne consegue all’orizzonte. Dunque,
cambiano – come ovvio e scontato – i personaggi, i partiti, i contesti, le formule politiche – ma non
muta affatto il nemico. Ieri come oggi è sempre quello. Sempre lo stesso. È appena sufficiente, al
riguardo, ascoltare gli interventi quotidiani dei leader delle tre sinistre contemporanee – quella
radicale e massimalista della Schlein, quella fondamentalista ed estremista del trio Fratoianni/
Bonelli/Salis e quella populista e demagogica dei 5 stelle – per arrivare alla semplice conclusione
che siamo sempre di fronte al solito rischio mortale per la conservazione della nostra democrazia.
E quindi, riprendendo il solito ritornello, parliamo sempre di “torsione autoritaria”, “deriva
illiberale”, “negazione delle libertà democratiche”, “violazione dei valori e dei principi
costituzionali”, “libertà di espressione a rischio” e, dulcis in fundo, “minaccia fascista”. Insomma,
ieri come oggi, sempre lo stesso film, sempre la stessa minaccia e, soprattutto, sempre lo stesso
cupo orizzonte.
Ecco perchè la deriva o il progetto del cosiddetto “Fronte popolare” non sono mai destinati a
declinare una vera e propria cultura di governo. Perchè, di norma, si tratta di un banale
pallottoliere elettorale, o di un cartello elettorale che mette insieme tutto e il contrario di tutto pur
di liquidare un nemico che, puntualmente, è inesistente. Certo, se avesse vinto il “Fronte
popolare” di Togliatti e compagni nel 1948 il destino dell’Italia democratica sarebbe stato diverso.
Profondamente diverso. Ma questa è un’altra storia.
Morale della favola. È di tutta evidenza che chi vuole costruire una cultura di governo, chi vuole
perseguire concretamente una cultura e una politica centrista e riformista e chi, in ultimo, lavora
per un vero cambiamento e rinnovamento della politica non può sposare la logica, o la deriva, del
“Fronte popolare” che era, e resta, un approccio funzionale alla sola radicalizzazione della lotta
politica da un lato e alla sub cultura degli “opposti estremismi” dall’altro. Entrambi incompatibili
con la cultura e la prassi democratica e costituzionale.
Radicali Italiani in visita al carcere di Ivrea
Dopo Roma, Milano, Sollicciano, Poggioreale, Secondigliano, Benevento, Bologna, Torino, Vercelli il tour di agosto dei Radicali Italiani arriva a Ivrea.
Il tesoriere Filippo Blengino, insieme a Alice Depetro della Direzione di Radicali Italiani, Flavio Martino coordinatore regionale di +eu, verificherà le condizioni del carcere il 24 agosto alle ore 10
“Le condizioni dei detenuti sono disumane, nelle nostre visite abbiamo riscontrato delle strutture fatiscenti, un personale che purtroppo non riesce a gestire l’inferno quotidiano dei suicidi, delle rivolte, del diffuso disagio psichico.
Abbiamo più volte denunciato il Ministro Nordio per tortura, domani verificheremo le condizioni del carcere di Ivrea. Non escludiamo nuove denunce.
Lo dichiara in una nota Filippo Blengino-Tesoriere Radicali Italiani
Cittadinanza e identità
EDITORIALE
Leggi l’articolo di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”:
La politica vola basso
“ SITUAZIONE SEMPRE PIU’ INACCETTABILE, NESSUN PROVVEDIMENTO SERIO DA PARTE DELLA CITTA’, SOLO PAROLE”
Ieri mattina i cittadini percorrendo il Giardino Madre Teresa di Calcutta hanno potuto vedere che la distruzione dei nuovi manufatti, realizzati da poco con una spesa di circa 500 mila euro, continua!
Chissà se qualcuno visionerà le diverse telecamere inserite anni orsono nel giardino….telecamere che finora non sono servite a migliorare la vivibilità di questo luogo.
Il 21 giugno scorso ho anche scritto una lunga lettera all’Assessore alla Sicurezza della Città di Torino, insieme ai colleghi di FdI in Circoscrizione 7, e successivamente abbiamo richiesto una Commissione sulle criticità con la presenza dell’assessore Porcedda proprio perché questa situazione (insieme ad altre a pochi metri di distanza) non è più né tollerabile né accettabile. Aspettiamo …..
Non capisco e non lo capiscono tanti cittadini perché non ci sia la volontà politica di intervenire su certe aree.
Non basta signor Sindaco e signor Presidente della Circoscrizione 7 essere presenti con il mondo nelle varie inaugurazioni del Giardino in questione…..la realtà è ben diversa da quella che si vede in quei momenti! Si sono spesi soldi pubblici per fare distruggere tutto come previsto….
Dai balconi i residenti vedono di tutto, compresa la vendita di droghe e a volte il loro consumo, bivacchi, risse quotidiane, persone che si fanno il bidè alla fontanella sotto gli occhi di tutti e tanto altro…..oltre la DISTRUZIONE dei manufatti.
Il tempo delle parole è finito!
Ricordo che Il 7 marzo, dopo l’inaugurazione della riqualificazione su FB si leggevano i seguenti post. Post completamente fuori dalla realtà quotidiana che cercano solo di nascondere le quotidiane situazioni inaccettabili
LO RUSSO: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti. L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri. #stefanolorussosindaco
DERI: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.
PATRIZIA ALESSI
CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7
De Gasperi era anticomunista
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
C’è chi ha fatto notare che la segretaria del Pd avrebbe potuto anche riservare una qualche attenzione ai 70 anni dalla morte di Alcide De Gasperi oltre che dedicare la tessera 2024 ad Enrico Berlinguer a 40 anni dalla morte. Se il Pd venne fondato nel 2007 come sintesi delle due culture politiche cristiano-democratica e post comunista rimeditate attraverso i decenni della storia italiana, non dovrebbe sembrare così assurda un’attenzione anche a De Gasperi che “Avvenire” e “Famiglia Cristiana” hanno liberato in questi giorni dal suo anticomunismo che lo portò già nel 1947 a scaricare dal Governo i comunisti, poi battuti il 18 aprile 1948 , data che i due giornali cattolici ignorano, parlando di De Gasperi, che viene esaltato solo per il suo antifascismo: una operazione storicamente ignobile come fu fatto anche per Giacomo Matteotti, considerato solo come martire antifascista e non anche come fermo oppositore del comunismo italiano e russo.