POLITICA- Pagina 39

Nasce Studenti Liberali Popolari

Nasce Studenti Liberali Popolari, il gruppo giovanile di Italia Liberale e Popolare che unisce i giovani, studenti e universitari, che si riconoscono nei valori e nelle istanze della nostra area politica, dal Conservatorismo Liberale al Popolarismo, dal Liberalismo all’Europeismo, all’Atlantismo ed al Liberismo Economico.

Un dipartimento interno che, come la nostra Associazione, rimarrà a Statuto apartitico e quindi aperto a tutti i giovani che hanno passione e voglia di portare il proprio contributo per la crescita politica e culturale del nostro Paese, partendo dai luoghi di istruzione e formazione.

Un gruppo di lavoro giovane e dinamico che si prefigge l’obiettivo di riunire tutte le migliori giovani competenze politiche dell’area e che avrà come Coordinatore Nazionale Matteo Marra, attivista della Provincia di Torino, che ha già attivato il gruppo universitario presso l’Ateneo del Capoluogo Piemontese.

Ripartire dai giovani, coinvolgendoli nei processi di politica attiva ed associativa, per non disperderne le fondamentali risorse e capacità a beneficio dell’intero Sistema Paese è sempre stato uno degli obiettivi di Italia Liberale e Popolare fin dalla sua costituzione. Con la nascita del gruppo Giovanile ed Universitario mettiamo un ulteriore importante tassello sulla strada della crescita della nostra Associazione, che in questo anno e mezzo di vita ha già prodotto importanti risultati, riscontrando un grande interesse sul territorio”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare.

Tra gli obiettivi di Giovani Liberali Popolari ci sarà anche la presentazione di liste a simbolo proprio negli appuntamenti elettorali universitari, a partire dalle elezioni dipartimentali del prossimo autunno.

Gli interessati possono contattarci tramite il nostro sito (LibPop.it) o attraverso i canali social dell’Associazione.

Il futuro appartiene ai giovani, permettergli di essere attori protagonisti della costruzione del futuro è un dovere.

Italia Liberale e Popolare

Rischio dittatura o solo propaganda?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Se non vogliamo buttarla in caciara, come si suol dire, adesso forse è arrivato il momento per
chiederci seriamente se siamo in un contesto che prelude ad una “svolta illiberale”, ad un
“cambio di regime”, ad una “torsione autoritaria” o una “semi dittatura” nel nostro paese. Lo
chiedo perchè dopo l’approvazione alla Camera del progetto sull’autonomia differenziata e al
Senato della riforma che introduce il premierato, si sprecano le accuse e le minacce che partono
dal nuovo ed inedito “Fronte Popolare” sul ritorno del fascismo, seppur in una versione aggiornata
e rivista. Accuse e minacce che vengono puntualmente amplificate dai quotidiani di sinistra e
d’opposizione, dai soliti talk televisivi de La 7 e dal tradizionale e ben noto arcipelago editoriale,
artistico, accademico, intellettuale e cinematografico della sinistra italiana nelle sue multiformi
espressioni.


Ora, e al di là del rispetto rigoroso delle singole opinioni, è quantomai importante chiedersi se
tutto ciò risponde al vero o se, al contrario, appartiene solo e soltanto al campo della propaganda
spicciola. Un elemento, questo, decisivo perchè quando la polemica politica – in sè legittima e
scontata – assume questi toni è di tutta evidenza che se il pericolo non è reale e percepito, ci
troviamo di fronte ad una burla che se viene ripetuta ossessivamente rischia anche di trasformarsi
In una farsa. Perchè se si è veramente alla vigilia di una svolta illiberale o ad un cambio di regime
non ci può essere un attimo di tregua. Non può valere, cioè, quella gag del teatro comico
napoletano che “rinvia la rivoluzione all’autunno perchè d’estate fa troppo caldo”…

E poi, forse,
per tornare all’oggi, adesso ci prendiamo anche una pausa sul “rischio fascista” perchè ci sono gli
Europei di calcio che sono, come ovvio, ben più importanti e nazional-popolari.
Insomma, per evitare di girarci attorno, anche il neo Fronte Popolare deve chiarirsi le idee.
Scendere in piazza una volta o due al mese per denunciare l’arrivo di un regime dispotico,
illiberale e strutturalmente anti democratico è una operazione del tutto legittima ma che alla fine
rischia di diventare ridicola se poi questo regime non si materializza concretamente. Si corre, cioè,
il rischio di replicare la narrazione dei “martiri dell’informazione”. Cioè di professionisti
dell’informazione che confondono la libertà di pensiero e di espressione con i loro contratti
milionari. E che il circo mediatico cosiddetto progressista eleva a guru intoccabili e dogmatici a
difesa delle libertà democratiche di tutti noi e che per questi motivi ci invita nuovamente alla
mobilitazione permanente in piazza…

Ecco perchè la sinistra – quella radicale e massimalista della Schlein, quella estremista e
fondamentalista del duo Fratoianni/Bonelli e quella populista, demagogica e anti politica dei 5
stelle – adesso deve sciogliere, e definitivamente, questo nodo. E cioè, o la situazione
complessiva richiede una nuova, inedita e permanente Resistenza – allora non c’è pausa
temporale o stagionale che tenga – oppure, e al contrario, si tratta del solito copione a tutti ben
noto da svariati decenni. E cioè, dai Governi di Alcide De Gasperi dal secondo dopoguerra in poi,
ogniqualvolta la sinistra non è al potere c’è un concreto rischio di “deriva fascista” nel nostro
paese. Ma questo, detto fra di noi, appartiene solo al frastuono e allo schiamazzo
propagandistico di un campo politico che ha scarsi argomenti da mettere in campo per essere
una vera e credibile alternativa. Solo il tempo, comunque sia, ci dirà da che parte sta la ragione.

Stati Uniti d’Europa: “Zucchetti rimosso solo da incarichi di nomina. E’ intoccabile?”

“Nonostante ripetuti incitamenti all’odio verso la resistenza ucraina e le calunnie sessiste sbandierati sui propri profili di comunicazione, apprendiamo con sconcerto che il Senato Accademico del Politecnico di Torino si è limitato a rimuovere Massimo Zucchetti solamente dagli incarichi di nomina, senza sospenderlo dal proprio ruolo di professore ordinario né tantomeno dall’erogazione di lezioni agli studenti o dalla percezione del prestigioso salario che ne consegue. Questa misura è insufficiente e costituisce un precedente pericoloso: davvero un professore ordinario è intoccabile fino a questo punto?”.
Vittoria Nallo

Così Vittoria Nallo, neo consigliera regionale del Piemonte per Stati Uniti d’Europa, con Francesco Merlo (+Europa), Davide Neku (Italia Viva), Cristina Peddis (LibDem), Roberto Goghero (PSI) e Lorenzo Cabulliese (Aglietta) che aggiungono: “La rimozione dagli incarichi di nomina non è in alcun modo riparazione sufficiente. La presenza del professor Zucchetti nel Politecnico garantisce presidio di posizioni filo puntiniste, violente e sessiste nel cuore della comunità scientifica torinese e italiana. Si auspica che il Senato Accademico e il Rettore del Politecnico di Torino mostrino il buonsenso necessario per imporre la decadenza o la sospensione dalla carica accademica di Zucchetti, così come previsto dall’articolo 36 dello Statuto del Politecnico per i casi di violazione del Codice Etico.”

Dubbi sull’autonomia differenziata, ma senza agitare il tricolore e cantare l’Inno di Mameli

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Il prof. Quaglieni

Non è questione di agitare il tricolore e di cantare l’Inno di Mameli come fossimo in guerra, perché la discussione tra unità e federalismo è cosa antica e parte da Mazzini e Cattaneo. Che oggi si riproponga non deve scandalizzare, anche  se il livello degli interlocutori oggettivamente è molto  diverso. La  nuovissima legge Calderoli sulla Autonomia differenziata ha suscitato e susciterà aspri dibattiti come accade in democrazia. Il nome di Calderoli non è in effetti una garanzia, visti i precedenti relativi ad una legge elettorale, definita dallo stesso ministro, “una porcata”.

Inoltre la nuova legge realizza la riforma del titolo quinto della Costituzione voluto dall’Ulivo e da Prodi per tacitare la Lega. La riforma ulivista scritta da Bassanini ha creato confusioni e conflitti tra Stato e Regioni, l’attuale legge Calderoli rischia di mettere in gioco l’Unità Nazionale, tra mille difficoltà e sacrifici anche di sangue raggiunta  nel 1918. Non bisogna mai dimenticare la nefasta legge Bassanini a  cui Calderoli vorrebbe dare continuità e definizione. Ma va subito anche detto che disfare  il Risorgimento è cosa degna di  Bossi, ma non di chi ama l’Italia, la sua storia e il suo futuro europeo. Ci sono materie come salute e istruzione, ad esempio, che debbono  essere di competenza  statale, semmai togliendo potere alle Regioni. La pandemia lo ha dimostrato in modo clamoroso per ciò che riguarda la sanità. Una riforma della scuola deve avere un respiro europeo, andando oltre Gentile, pur mantenendo integro lo spirito italiano. Nulla di provinciale è ammesso nella scuola di oggi. Chi scrive, da liberale, è sempre stato contrario alle Regioni. Le obiezioni di Malagodi e per certi versi anche di Covelli e di Almirante si rivelarono fondate. E i fallimenti delle Regioni, con spaventosi voragini di deficit da ripianare, hanno dimostrato come il sistema delle autonomie in Italia sia spesso incompatibile con l’etica della responsabilità, a partire dalla Sicilia. Riassestare i bilanci sarebbe possibile solo riducendo i rubinetti di spesa ampliati dal regionalismo. Il progetto italiano deve  inoltre fondarsi su un patto solidale tra Nord e Sud  che nasce da lontano. La grettezza del Nord che guarda ai fannulloni del Sud è una semplificazione stupidamente manichea da lasciare al peggiore Feltri imitato da Crozza.

Macron e Scurati

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il presidente della repubblica francese Macron sempre più in affanno ha concesso la commenda di un ordine minore francese a Scurati, non osando pensare alla Legion d’onore, l’unica che riconosce i meriti come il Cavalierato di gran croce in Italia forse per dispetto alla presidente del consiglio italiana accusata di censura da Scurati. Si tratta di un riconoscimento minore che viene dato ai provveditori agli studi che hanno avuto rapporti culturali periferici con gli enti scolastici francesi. Invece lo Scurati si è esibito con le insegne come fosse stato un trionfo. Certo non è un grande scrittore, ma uno scrittore omologato e condabnato a ripetere stancamente la solita vulgata all’infinito. Scurati non rappresenta oggi il meglio della cultura italiana, ma la sua retroguardia. Chissà se il riconoscimento francese servirà a far vendere a Scurati che verrà invitato per il li libro, ma a far parte del fronte popolare, una parola che fa venire i brividi e che ci ricaccia indietro di decenni.

Stellantis, Grimaldi e Ravinale: Lo spot della Grande Panda a Torino è una presa in giro

Stellantis, Grimaldi e Ravinale: Lo spot della Grande Panda a Torino è una presa in giro spudorata alla città. “Continua la spudorata presa in giro di Stellantis alla città e all’Italia. La nuova Fiat Grande Panda elettrica e ibrida, pensata e progettata a Torino, viene in realtà prodotta in Serbia. Eppure l’ex capitale dell’auto fa da fondale per il filmato pubblicitario. La società cerca di convincere gli italiani con il Made in Italy, ma per ora gli investimenti e le produzioni nel nostro Paese sono solo sulla carta, e insufficienti a rilanciare l’occupazione. Intanto, Stellantis ha scelto la Polonia per la produzione delle auto elettriche Leapmotor: un’altra occasione sottratta per lavoratori e lavoratrici in Italia. Siamo stanchi degli annunci e delle ritirate, Mirafiori e Torino meritano ben altro” – lo dichiarano il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, e la neoconsigliera regionale di AVS e Capogruppo di Sinistra Ecologista a Torino, Alice Ravinale.