LIFESTYLE- Pagina 47

Delicata frittata con fiori di prato

Inno alla primavera con un piatto classico, semplice ma saporito, che ben si adatta ad ogni occasione. Una frittata con fiori eduli raccolti nei prati, violette e primule. Un piatto a base di uova fresche, equilibrato nel gusto, deliziosamente profumato e delicatamente colorato. Una festa per gli occhi e per il palato.

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Ingredienti

4 uova grandi freschissime

4 cucchiai di parmigiano grattugiato

5 cucchiai di fiori commestibili

2 cucchiai di latte

Sale e pepe q.b.

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Lavare con molta delicatezza le viole e le primule senza il gambo, asciugare con carta assorbente. In una terrina sbattere le uova con il sale ed il pepe, aggiungere il parmigiano, il latte ed i fiori. Foderare una teglia con carta forno bagnata e strizzata, versare le uova e cuocere in forno per circa 30 minuti a 200 gradi. Servire guarnita con fiori freschi.

 

Paperita Patty

Radio RBE, la radio oltre la radio

Radio RBE o Radio Beckwith è  un’emittente radiofonica nata a Torre Pellice nel 1984 da un gruppo di giovani appassionati della val Pellice, desiderosi di affrontare questa sfida radiofonica in una valle valdese.

“L’editore è  l’associazione culturale Francesco Lo Bue – spiega Matteo Scali- e la radio è stata dedicata al personaggio di CharlesJohn Beckwith, generale britannico ferito a Waterloo, che si stabilì nelle valli valdesi e ne divenne benefattore e evangelizzatore. Fece costruire molte scuole che ancora oggi portano il suo nome e la radio ha voluto intitolarsi a lui per ricordarne i grandi meriti in val Pellice. Morì a Torre Pellice il 19 luglio 1862.

Abbiamo deciso anche di intitolare la radio a lui perché non volevamo creare una radio confessionale, ma una radio sul territorio, una radio comunitaria.

In analogico la radio in FM nelle province di Torino, Cuneo e, in Liguria,  nella provincia di Savona, a Cengio e in Val Roia. Abbiamo la possibilità di trasmettere in streaming il segnale  che, online, è fruibile da tutti”.

“Il consolidamento della redazione è  avvenuto – spiega Matteo Scali – nel 2000,quando stava arrivando il digitale che affiancava come mezzo nuovo la radiofonia. Abbiamo introdotto la tecnologia dei podcast per rendere l’informazione più fruibile e adeguata fino poi a giungere all’apertura, nel 2022, della TV.

Il primo momento della giornata si articola in due programmi di informazione con due rassegne stampa della prima pagina e della pagina culturale.

Segue poi una trasmissione intitolata ‘Café blue’, che affronta tematiche legate al territorio e al cibo, musica e curiosità dal mondo dell’arte e della cucina con Claudio Petronella.

Dopo la pausa di metà pomeriggio è presente una trasmissione dedicata all’ecumenismo e al mondo della chiesa evangelica.

Radio RBE propone anche una breve meditazione quotidiana dal lunedì  al sabato alle 7.20 e in replica alle 19.15 con i predicatori e le predicatrici delle chiese valdesi e metodiste.

Le celebrazioni del culto vengono proposte in collaborazione con le chiese valdesi del Pinerolese, sia in versione audio sia video. Il formato radiofonico del culto è  leggermente più breve di quello televisivo.

Vi sono poi ricorrenze che seguiamo con particolare interesse, come il 17 febbraio, quando si ricorda il fatto che, nel 1848, re Carlo Alberto, con le Lettere Patenti, concesse i diritti civili e politici ai sudditi valdesi. Ogni anno, in quella data, le comunità valdesi si ritrovano per momenti di culto e di celebrazione, tra i quali l’accensione dei falò della libertà. In occasione della Pasqua e della festa del 15 agosto trasmettiamo in diretta.

Non mancano programmi che affrontano confronti politici che trattano le tematiche che stanno a cuore al territorio non soltanto circoscritto alle valli valdesi. Per il futuro lo slogan che vogliamo portare avanti è quello di diventare sempre di più  una “radio oltre la radio”, in relazione con il territorio e la sua comunità”.

 

Mara Martellotta

Uragano Sissiotto

PENSIERI SPARSI

Arriva accompagnata dal suo Teo, investendomi di energia positiva, allegria ma soprattutto di un’empatia contagiosa: è Simona Bertolotto, digital content creator, alias @sissiottostyle ( quasi un milione di follower su Instagram), ma anche @sissiotto_wellness, @sissiotto_art e @dimmidove_official; dopo dieci minuti di chiacchiere ti sembra di conoscerla da sempre e invece d’intervistarla vorresti essere tu a raccontarle la tua vita e ridere e piangere insieme a lei.
Una donna senza dubbio poliedrica che ha fatto delle sue passioni, fotografia e moda, la sua professione, la sua vita, anzi la sua seconda vita come tiene a precisare.
Sposata giovanissima, due figli, una vita in provincia con la famiglia, fotografa autodidatta che ad un certo punto si sente intrappolata in un’esistenza non sua, cambia tutto, si trasferisce a Torino e nel 2017 apre il suo profilo su Instagram, dove nel giro di poco tempo diventa l’influencer torinese più conosciuta e più amata da una serie di donne di ogni età che la seguono quotidianamente sui suoi profili, in particolare su @sissiotto_wellness dove, oltre a praticare con lei una lezione di pilates o di ginnastica facciale, è possibile chiacchierare, confidarsi, commuoversi e sorridere.
“Ultimamente sento la necessità di unire il mio amore per la fotografia e la moda in un progetto artistico, sfruttando tutte le più moderne tecnologie, in particolare l’Intelligenza Artificiale che mi consente di creare immagini davvero particolari e di grande effetto “.
Per quanto riguarda la fotografia, 150 delle sue immagini sono state pubblicate su Photo Vogue, Sissi non ama i filtri, è affascinata dalle imperfezioni ed è contraria ai ritocchi “siamo belle come siamo, ogni donna ha un valore intrinseco che va al di là dell’anno di nascita, il mio motto è ‘ Never too late, never too old’: tutto può accadere in qualsiasi momento della vita”.
Le collaborazioni nel mondo della moda sono ormai tantissime, Sissi è molto richiesta soprattutto da brand di ricerca che lei ama mischiare con elementi vintage e di fast fashion; la sua visione della moda rimane comunque strettamente personale e non deve seguire per forza le tendenze del momento.
Simona ha deciso qualche anno fa di produrre una sua capsule di abbigliamento, i comodissimi “davantini” sorta di maglioncini senza maniche in vari colori, da infilare sotto giacche e cappotti, una specie di “coperta di Linus” e di occhiali, quelli abitualmente indossati da lei che ormai caratterizzano la sua immagine.
Non mancano progetti di Co-branding ( strategia di marketing che consiste nell’associare a un prodotto due o più brand), nello specifico bracciali, che indossa durante l’intervista, anelli, borse, collane, scarpe e molto altro, tutto acquistabile sul suo sito Sissiottostyle.com
Progetti futuri? “ Vorrei ridurre le collaborazioni, avere più libertà, non amo i limiti contrattuali, mi piacerebbe avere più tempo per me stessa e per la condivisione, ho bisogno di uno spazio tutto mio, di emozioni, di ridimensionare la mia vita, renderla sempre più di qualità “.  Difficile crederci vedendo come si svolge la giornata tipo di Simona, sempre connessa sui social, dalla ginnastica mattutina agli appuntamenti nei vari atelier in giro per l’Italia per indossare le nuove collezioni, alla fotografia e ai viaggi ma se questo è quello che desidera nessuno la fermerà.
Didia Bargnani

ATT e GustoSuite, “Welcome Coffee” presso Reale Foundation

Il servizio Coffee Break, nato dalla collaborazione tra ATT e GustoSuite, offre un servizio catering innovativo e inclusivo, che avrà la possibilità di misurarsi, la mattina del 16 aprile, con un pubblico particolarmente prestigioso, presso Reale Foundation, in occasione di un’iniziativa del Museo Reale Mutua. Sarà presente il Presidente della Reale Mutua Luigi Lana e giornalisti da tutta Italia. Sarà un’occasione per dimostrare l’eccellenza nella cura dei dettagli e l’attenzione all’ambiente di un servizio effettuato da persone con un sorriso speciale.

Il caffè che verrà offerto, così come tutta la proposta gastronomica del catering, è di prima qualità, con prodotti di provenienza biologica e realizzati in modo sostenibile, e sarà accompagnato da una golosa pasticceria casalinga.

ATT, impresa sociale fondata nel 2021, è nata per offrire prospettive di lavoro e occupazionali a giovani con disabilità cognitive o sindromi di tipo autistico. La sua attività si è ben presto espansa. Accanto al progetto dei panini ecosolidali in alcuni licei e istituti tecnici torinesi, da consegnare durante la ricreazione, che fossero alimenti sani, plastic free e sostenibili, ATT ha stretto un accordo con GustoSuite, per dare la possibilità di essere competitivi anche nell’ambito dell’offerta di un catering innovativo, sostenibile e inclusivo, caratteri che emergeranno dal servizio offerto la mattina del 16 aprile prossimo.

Si tratta d’un servizio su misura, dal coffee break al light lunch che può avvenire in un palazzo congressi come in una location aziendale, dove i ragazzi dimostrano le proprie capacità organizzative con uno staff adatto alle diverse esigenze.

Le persone che lavorano con ATT costituiscono la loro forza, giovani selezionati con cura e persone fuori dal comune che uniscono alla professionalità quell’umanità che conferisce un sapore speciale al loro lavoro e ai prodotti che forniscono.

Sarà vero?

Ormai tutti conosciamo il termine fake news ed il suo significato. Lo sviluppo dei social, del web e l’enorme proliferazione di giornali online, spesso editi da perfetti sconosciuti, ha portato allo sviluppo abnorme di notizie, in ogni campo, con tutto ciò che ne consegue.

La legge n° 62/2001, “Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali” e la legge n° 47/1948 “Disposizioni sulla stampa” dettano regole precise per il funzionamento di un giornale, a partire dall’obbligatorietà di avere un direttore responsabile, iscritto all’Ordine dei giornalisti, di indicarne il nome sulla pubblicazione e di registrare la testata presso il Tribunale di una città.

Sono esonerate da tale obbligo le pubblicazioni che non rivestano carattere di periodicità, come un blog.

E’ palese, però, che quando una notizia compare a video o ci giunge via mail difficilmente andiamo a vedere chi siano l’autore dell’articolo ed il direttore del giornale e se si tratti di testataregolarmente registrata.

Considerando che le persone prestano maggior attenzione al gossip, al pettegolezzo puro e semplice piuttosto che a poche notizie verificate, ecco che la diffusione delle fake news sembrerebbe avere un futuro roseo.

E’ di questi giorni la notizia che Stellantis avrebbe deciso di portare via dall’Italia parte degli insediamenti produttivi, riportata da voci non ben controllate, che ha ovviamente scatenato, da un lato, l’ira dei torinesi e degli italiani e, dall’altro, costretto Tavares, AD di Stellantis a smentire sostenendo di non aver mai detto una cosa simile.

Non entro nel merito della notizia, ma solitamente una notizia verificata necessita di una fonte autorevole, un documento dal quale nasca la notizia, una comunicazione ufficiale, un comunicato stampa degli interessati; altrimenti è solo allarmismo.

Il capogruppo di FdI al Senato ha presentato un ddl che prevede il carcere fino a 4 anni e 6 mesi ed una multa di 120mila euro per il giornalista che pubblica notizie anche parzialmente false; è evidente che le fake news siano pericolose e la loro diffusione sia in grado di turbare i mercati, l’onorabilità di una persona, l’equilibrio politico di un Paese e molto altro.

Immaginate se qualcuno diffondesse la notizia che l’azienda XYZ stia per essere sospesa dalle contrattazioni per un problema fiscale o legale: prima che la verità torni a galla il titolo di quell’azienda sarà con ogni probabilità crollato, permettendo a speculatori di rilevarla pagandola molto meno del suo reale valore o riuscendo, addirittura, ad assumerne il controllo.

In campagna elettorale è abbastanza consueto buttare fango sull’avversario, ricordando di quando faceva lo sgambetto all’asilo, segno che era un prepotente già allora, salvo scoprire a elezioni avvenute che il tizio all’asilo non c’era mai andato.

E lo stesso discorso vale per un Governo: immaginate che circoli la notizia che il rating di un Paese sia notevolmente peggiorato rispetto a quello verificato durante il Governo precedente: è possibile che qualche scossone al Governo arrivi, come pure se circolasse la notizia che la magistratura sta indagando sul Ministro X o sul Presidente di questo o quel ramo del Parlamento la tenuta del Governo o del Parlamento sarebbe a rischio.

Ecco perché occorre innanzitutto verificare sempre la fonte della notizia: è un giornale affidabile? Le agenzie di stampa (ANSA, Reuter, Adnkronos, France Press, AGI, ecc) l’hanno riportata? Il diretto interessato ha smentito? Pensate quante volte diffondono la notizia che quel cantante o quell’attrice sono morti, salvo smentita da parte dell’interessato poco dopo.

Un tempo, per fermare il diffondersi di notizie false, era sufficiente allontanare la bottiglia di vino da chi sproloquiava; ora, essendo difficile individuare subito la fonte dello sproloquio, occorre fermare la notizia falsa perché venga contrassegnata come tale.

Spesso la libertà di stampa sancita dall’art. 21 della Costituzione viene citata a sproposito; qualcuno sostiene che chiunque abbia diritto alla diffusione del proprio pensiero e che non possa, perciò, essere sanzionato, qualsiasi sia la notizia; in realtà tale articolo sostiene, in pratica, che non può esservi censura nei confronti della stampa; la responsabilità vi è sempre, sia nel caso di fuga di notizie, sia nel caso di notizie la cui diffusione possa turbare un qualsiasi equilibrio.

Ricordate “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio? Già oltre cinquanta anni fa non era insolito turbare, in questo caso le elezioni, grazie alla diffusione di notizie alterate o inventate di sana pianta.

Visto che fate lo sforzo di leggere una notizia e sottraete tempo ad altre cose preziose, assicuratevi almeno che il vostro tempo sia stato impiegato bene; imparate a farvi un’idea con la vostra testa.

Sergio Motta

Cronaca di una cena alla “Casa del Barolo”

Non importa che a Torino sia primavera o autunno e non importa nemmeno sapere di essere a Torino: appena si entra dentro la Casa del Barolo si viene avvolti da un’atmosfera invernale e newyorkese.

Le porte di via Bodoni 7b si aprono appannando immediatamente gli occhiali, freddi nonostante fuori sia aprile. L’atmosfera è un vociare disciplinato, quello delle 19.30, orario di apertura del locale, tra tavoli e muri grigi, ai quali si alternano piatti candidi e fotografie in bianco e nero. È tra questi colori che si intravede New York, quella dei pensieri aggrovigliati del protagonista di Città aperta, Teju Cole (Einaudi, I Coralli, 2013, pp. 288). Lui li dipana con lunghe passeggiate. Noi, accedendo al bistrot che prende il nome della storica enoteca, sappiamo che sarà mestiere del ristorante -di questo ristorante- rimettere insieme i cocci della giornata, aiutato dal rosso al quale costringe la temperatura esterna.

Sentirsi a casa alla Casa del Barolo

La tavola ci accoglie con antipasti d’obbligo, il saluto della Casa: un assaggio di insalata russa, focaccia al pomodoro morbida e perfettamente umida, il pane, tra cui quello alle olive. Ci si accomoda tra i gruppetti di stranieri chini sul menù al cellulare alla ricerca delle pietanze perfette. Il multiculturalismo riporta ancora una volta tra le pagine del romanzo d’esordio di Teju Cole, tra gli incontri di quelle lunghe camminate. Ma basta uno sguardo fuori, alle strade in pietra di Torino, e dentro, alle proposte dei piatti di apertura, per essere certi di essere in Piemonte. L’occhio, stuzzicato dalla sera che inizia a farsi sera, cade subito su due gioiellini: da una parte si va per vitello tonnato alla piemontese Casa del Barolo, dall’altra per cruda di Fassona femmina piemontese, mousse di parmigiano reggiano e tartufo nero. La carne divide lo spazio conviviale, e i libri l’argomento che lo riuniscono.

Tra primi piatti e vino

Tra i commensali non c’è accordo nemmeno sui primi piatti: un lato della tavola sarà immacolato dai raviolini del plin, burro del Monregalese su crema di raschera, l’altro da un tripudio di arancione stile Casa del Barolo, ossia la faccia dello gnocchetto con zucca e ragù di cinghiale. Un giovane cameriere, che si approccia al vino come a un corpo da assaporare con rispetto, ci informa che la bottiglia che abbiamo scelto, un Roero del 2019 (Azienda agricola Matteo Correggia, Canale), è l’ultimo esemplare a disposizione nel bistrot. Un colpo di fortuna perché questo rosso tesse il sapore del cibo restituendo al palato una perfetta armonia. Complici forse i calici dal profumo fruttato e il sapore sostenuto ed elegante, nella Fassona si sente qualcosa di dolce, tanto da sentire pienamente la sua femminilità, sensuale e invitante, e lo stesso accade con un primo piatto in parte selvaggio ma assolutamente delicato.

Libri e cibo alla Casa del Barolo

Il soffitto è un’antica volta di mattoni rossi. Qui sotto nasce il miracolo della buona conversazione. Finendo i primi, le parole dipingono la Torino anni Settanta descritta ne “La donna della domenicadi Fruttero & Lucentini (Mondadori, 1972, pp. 538). È ora di tirar fuori il taccuino e allungare la lista di libri da comprare. Il consiglio che aleggia sulle ultime gocce di Roero è di leggere questo pioniere dei gialli italiani per conoscere vizi e virtù della città, l’eredità che hanno lasciato quei giorni. Nel frattempo arriva il dolce. Solita spartizione della tavola: da un lato, tortino al cioccolato, dall’altro una delizia di nocciole in cui il sapore del frutto secco porta fino alle viscere del Piemonte. Sul primo si posa il velluto di un Barolo chinato (Azienda agricola G.D. Vajra, Barolo), sul secondo la garanzia di dolcezza e corposità di un Arcass Vendemmia Tardiva Vdt (Cascina Chicco, Canale).

La felicità come un sorso di vino

Ritornando verso piazza Bodoni per gli ultimi saluti, si sente il corpo di nuovo intero e vengono in mente ancora una volta le parole di Cole, pagina 149: “Mi resi conto di quanto fosse fugace il senso di felicità, e debole la sua fonte: un ristorante confortevole dopo essere stati sotto la pioggia, il profumo del cibo e del vino, una conversazione interessante, la luce soffusa che si posava sul ciliegio lucido dei tavoli. Ci voleva così poco per spostare l’umore da un livello a un altro, come muovere le pedine su una scacchiera”. E forse ha ragione nel dire che ci si sente un po’ meno felici se si realizza che quell’attimo di pace dura sempre troppo poco. Ma basterà il ricordo di una cena da favola, quel sapore che ogni tanto tornerà a farsi spazio nella mente, a far capire cosa è il senso di un per sempre.

Daniela Melis

“Florì” sabato 13 e domenica 14 aprile a Moncalieri

Sabato 13 e domenica 14 aprile prossimi, dalle 9.30 alle 19.00 entrambi i giorni, le eccellenze vivaistiche e agricole di Moncalieri e dintorni confluiranno nel programma della le prima edizione di “Florì”, una grande festa della Natura finalizzata a esaltare gli oltre 35 espositori e l’articolato programma di incontri, laboratori e degustazioni a tema green per un pubblico di ogni età. L’appuntamento è fissato in piazza Vittorio Emanuele II, nel cuore del centro storico del borgo di Moncalieri. La manifestazione è nata grazie alla collaborazione tra il Comune di Moncalieri e Orticola del Piemonte, già organizzatrice di manifestazioni florovivaistiche di rilevanza nazionale come FLOR, presso i Giardini Reali di Torino, FLOReal, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, e Flor Bardonecchia. “Florì” sarà un’occasione per scoprire o riscoprire le eccellenze locali impegnate sul territorio, un tuffo nella bellezza dedicato a un pubblico di appassionati, famiglie, curiosi e amanti dei fiori e della vita all’aria aperta. Il P4esidio Slow Food del cavolfiore di Moncalieri, l’associazione ColtivABILE, il Birrificio Santatri e i laborator Brigida e il Podere La Cardinala saranno alcune delle importanti realtà che opereranno durante gli incontri e i laboratori, proponendo degustazioni guidate dei loro prodotti di punta. Lo “spazio bimbi” dedicato alle attività ludico-didattiche per l’infanzia, rappresenta un’apertura confortevole per ogni giovane famiglia.

Sono ormai diversi anni che organizzo manifestazione florovivaistiche in Piemonte e a Moncalieri ho scoperto un territorio vocato per tradizione al florovivaismo e all’agricoltura, sede storica di importanti vivaisti e di grandi eccellenze agricole sia tradizionali che biologiche – Spiega Giustino Ballato, Presidente di Orticola del Piemonte – Florì nasce proprio con l’intento di valorizzare questi tesori che forse non tutti conoscono e che meritano di essere apprezzati. Sarà una grande festa aperta a un pubblico di ogni età dove la mostra – mercato composta da vivaisti, artigiani e agricoltori farà da splendida cornice a un programma di incontri, degustazioni approfondimenti e laboratori a tema green.”

La nostra visione di una Moncalieri verde prevede non solo l’aumento delle piantumazioni, come abbiamo fatto a Santa Maria con più di duemila specie, e momenti di sensibilizzazione, ma anche giornate dedicate interamente al verde – aggiunge Alessandra Borello, Assessora all’Ambiente della Città di Moncalieri – Questo funziona soprattutto se guardiamo al territorio, alle eccellenze che vivono Moncalieri da secoli e che rivestono l’identità dei nostri spazi collinari, fluviali, rurali e cittadini, è qui che risiede la vera sostenibilità. Per questo siamo felici di iniziare la storia di “Moncalieri Florì”, che si aggiunge al Festival del Verde che tornerà con la sua seconda edizione a maggio”.

 

Mara Martellotta