LIFESTYLE- Pagina 47

Frittelle golose con salsa allo yogurt

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Sempre appaganti e golose le frittelle, a chi non piacciono ?

Sono perfette per ogni occasione, saporite e croccanti stuzzicano l’appetito di tutti. Provatele con la salsina allo yogurt per rinfrescare la vostra cena.

Ingredienti

4 zucchine chiare medie
1 cipolla bianca piccola
3 uova
50gr. Parmigiano grattugiato
poca farina, sale,pepe, prezzemolo
1 vasetto di yogurt naturale
erba cipollina
Olio per friggere

Grattugiare le zucchine e lasciarle scolare per una mezz’ora. Affettare sottilmente le cipolle.
In una terrina sbattere le uova intere con il parmigiano, il sale, il pepe, il prezzemolo tritato, qualche cucchiaio di farina, poco latte. Mescolare bene e aggiungere le zucchine e le cipolle. In una larga padella scaldare l’olio e versare a cucchiaiate l’impasto. Lasciar cuocere e rosolare bene da ambo le parti. Preparare la salsina mescolando lo yogurt con erba cipollina, sale, pepe e poco olio
Servire caldo o tiepido.

Paperita Patty

Cotswolds. Un viaggio tra i villaggi più belli della campagna inglese

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PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani

Cotswolds significa “recinti di pecore sulle colline”, si tratta di un’area molto vasta che si estende per circa 800 miglia attraverso cinque contee: Gloucestershire, Oxfordshire, Warwikshire, Wiltshire and Worcestershire.
Un viaggio organizzato dall’agenzia Viaggi Chiara in corso Vittorio Emanuele nota ai torinesi per la scelta di luoghi di nicchia e per i viaggi molto particolari ed interessanti che da sempre offre ai suoi clienti.
Pochi giorni indimenticabili lontano dal frastuono delle nostre città , un panorama fiabesco con piccoli villaggi incantati , giardini e fiori meravigliosi, ruscelli e vecchi manieri.
Questa parte d’Inghilterra non è molto conosciuta all’estero e si trova a 130 chilometri ad ovest di Londra; famosa per i suoi paesini con i prati verdissimi e i cottages costruiti con la tipica pietra del posto color miele, la Golden Cotswolds Stone, le chiese medievali con annesso cimitero e le antiche locande che ricordano miti e leggende.
Famosissimi i cottages con il tetto di paglia, simbolo oggi di un mondo idealizzato, le cosiddette “tatched house”,  una volta umili dimore, umide, abitate dalla servitù fino agli anni ‘50-‘60, quando iniziarono a diventare sempre più ricercate da chi voleva fuggire dal trambusto delle città per arrivare ad essere considerate attualmente una sorta di status symbol, ambite ed esclusive abitazioni per attori, politici e nobiltà inglese.
Per tre giorni di affitto si possono pagare anche 850 sterline (circa 1000,00 euro) e la lista di attesa è lunghissima!
Il nostro viaggio inizia a Moreton-in-Marsh, sede del famoso pub The Bell Inn che fu d’ispirazione a Tolkien quando scrisse Il Signore degli Anelli; si tratta di un villaggio che si snoda lungo la via principale da cui partono numerose stradine che conducono alle casette con i portoncini colorati e a giardini fatati, fino ad arrivare alla chiesa di St. David, immersa in uno scenario romantico, con il suo piccolo cimitero di campagna.
Da qui il paesaggio si snoda attraverso alcuni villaggi che incarnano lo spirito del Romanticismo inglese: Chipping Campden, un tempo conosciuta per il commercio della lana, esploso nel 1066 dopo la conquista normanna, le pecore del luogo sono chiamate “Cotswolds Lions “ , i leoni dei Cotswolds, proprio per il loro vello particolarmente consistente e per il famoso mercato coperto del 1627.
Snowhill, piccolissimo villaggio dalla tipica atmosfera british, immortalato in  alcune scene del film “Il diario di Bridget Jones”, circondato da splendidi ed inaspettati campi di lavanda.
Stow-on-the-Wold può essere considerata quasi una cittadina, ha diverse sale da the’, negozi di antiquariato e gallerie d’arte, ancora oggi si tiene un mercato con i prodotti tipici della zona come miele e formaggi.
La Venezia d’Inghilterra è il soprannome attribuito a Bourton on the Water per i canali e i piccoli ponti che collegano i due lati della cittadina.
Poco distante si trova Bibury, una fiaba nella fiaba, con la sua stradina Arlington Row disseminata di cottages risalenti al XIV secolo e il fiumiciattolo che scorre lento.
Il viaggio prosegue verso Winchcombe, vicoli e vicoletti con storici edifici in pietra per arrivare al Sudeley Castle, castello dove abitò l’ultima moglie di Enrico VIII, circondato da meravigliosi giardini, uno di questi con 69 tipi di rose.
Dopo qualche chilometro troviamo Hailes Abbey, un’abbazia del 1246, luogo di grande fascino storico.
Infine arriviamo a Bath, famosa per le sue terme romane, Patrimonio dell’Umanita’ dell’UNESCO, con la sua architettura georgiana appare spesso nella nota serie televisiva “Bridgerton”.
Lacock, minuscolo villaggio fuori dal tempo dove un tempo si lavorava la lana, sede di una bella abbazia e Castle Combe, uno dei borghi più belli della zona, sono le ultime due mete di questo viaggio nella meravigliosa ed incantata campagna inglese.

Pochi, maledetti e subito

Nel film “Pochi, maledetti e subito” per la regia di Roberto Schoepflin, in una Firenze notturna, sotterranea assistiamo a storie di giovani marchettari, violenti, senza una forma mentale definita, senza punteggiatura.

Elemento comune a tutti loro è il non progettare, non programmare, non saper costruire un domani.

Incontro molto spesso giovani, nell’età che va dall’adolescenza alla maturità, e scopro sempre più la loro non propensione alla progettualità, a calcolare il rischio, a prevedere il prevedibile e non solo.

Cito spesso il discorso di De Andrè nel suo ultimo concerto, quando disse che non è vero che i giovani non abbiano valori:siamo noi, troppo attaccati ai nostri, a non riconoscere i loro; personalmente, specie a 25 anni dalla sua morte, mi permetto di dissentire almeno in parte dalle sue tesi.

I giovani sono scontenti del mondo del lavoro e, quindi, si rifiutano a priori di aderire alle richieste degli imprenditori; non sarebbe più costruttivo, almeno inizialmente, aderire alle regole e, ove possibile, cambiarle dopo averle conosciute e provate?

Si rifiutano di lavorare al sabato sera ma pretendono di trovare aperti tutti i locali nei quali scassarsi di alcool fino all’alba, sette giorni su sette.

Non voglio sembrare blasfemo, ma se i nostri ragazzi entrati in clandestinità dopo l’8 settembre, si fossero limitati a non accettare quel regime anziché combatterlo fino al 25 aprile, dove saremmo ora?  Lamentarsi che gli imprenditori sfruttano i dipendenti, restando a casa con i genitori anziché lottare perché le cose cambino, non porta ad alcun cambiamento, positivo almeno.

Con alcuni collaboratori ho pubblicato alcune offerte di collaborazione dove, in poche parole, le ragazze dovevano registrare alcuni video su temi di utilità sociale, che sarebbero stati pubblicati su siti per abbonati ed il ricavato sarebbe stato diviso a metà con le attrici: nessuna ha accettato, sostenendo che volesseroun anticipo pari, indicativamente, ai primi 2-3 mesi di guadagno: stiamo parlando di possibili ricavi di 1500-2000 euro al mese. Da notare che l’impegno richiesto era di circa 10 ore al mese, che avrebbe consentito loro di proseguire un’altra eventuale attività o lo studio. Cosa si evince? Che non hanno propensione al rischio, né al risparmio e che preferiscono (è una metafora) andare tutti i giorni a mangiare in una trattoria dozzinale anziché risparmiare ed andare una volta alla settimana in un ristorante di ottimo livello.

Palese, poi, come la prima cosa che chiedano sia quanto si guadagni, anziché ascoltare prima in cosa consista il lavoro, che permetterebbe loro di comprendere se la ricompensa sia adeguata oppure no.

Quando ero solo consigliere comunale non chiesi mai a quanto ammontasse l’emolumento per tale carica fin quando, in una seduta del consiglio, venne proposto un aumento; alla fine percepimmo 18 euro lorde per ogni seduta del consiglio comunale alla quale fossimo presenti (tutte le altre attività che non fossero la seduta non sono retribuite) e tale importo ci venne erogato solitamente in unica soluzione, per tutto un anno solare, circa due anni dopo: è evidente che la passione, il senso civico, il senso del dovere abbiano avuto, e tutt’ora hanno, la prevalenza sul mero guadagno.

E’ palese che, con tali presupposti, non ci si deve meravigliare seci sia ad ogni tornata elettorale una corsa alle posizioni privilegiate (Consiglio regionale, Parlamento italiano e dell’Unione europea) nella totale ignoranza di ogni legge, regolamento o disposizione perché ciò che conta è il guadagno ese il lavoro viene svolto male, o non svolto, pazienza.

Come ho avuto modo di scrivere altre volte, si sbandierano sempre i diritti ma, chissà perché, i doveri vengono accuratamentenascosti sotto il tappeto; anni fa avevo alcuni ragazzi che venivano ad effettuare stages presso di me, solitamente inviati dall’istitutodi istruzione o per passa parola. La maggior parte di questi ragazzi, invece di chiedere su cosa vertesse la mia attività, chiedevano subito se si lavorasse il sabato “[..] perché io il venerdì sera vado in discoteca…” e alla mia risposta che si lavorava sia il sabato che la domenica ed i festivi aggiungevano che “[..]la domenica è l’unico giorno in cui posso dormire”. Evidente quale potesse essere la mia risposta.

Quanti ragazzi sanno, e vogliono, sviluppare una manualità che consenta loro non soltanto di occupare il tempo in modo creativo ma anche, e soprattutto, di poter risparmiare e, perché no, guadagnare qualcosa (riparare una bici, tinteggiare un locale, restaurare un mobile, coltivare un orto o scattare foto)?

Ecco perché negli ultimi anni si assiste ad un abbassamento dell’età media della prostituzione, con ragazze appena ventenni autodefinite “[..] esperta” o “[..]nata per soddisfarti” che scelgono una via sicuramente redditizia per guadagnare, convinte di costruire un impero, non consapevoli dei rischi (non solo sanitari) cui si stanno sottoponendo.

Sergio Motta

Con spinaci e ricotta la torta è speciale e stuzzicante

Le torte salate sono apprezzate per la loro versatilità. Molto facili e veloci da preparare sono ottime servite tiepide o fredde, stuzzicanti e fantasiose

Ideali per un aperitivo con amici, una cena veloce, un antipasto o un pic nic,  le torte salate sono molto apprezzate per la loro versatilita’. Molto facili e veloci da preparare sono ottime servite tiepide o fredde, stuzzicanti e fantasiose. Un must per tutte le stagioni.

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Ingredienti:

2 rotoli di pasta sfoglia rotonda

½ kg. di spinacini freschi

1 fetta di prosciutto cotto (100gr.)

250gr. di ricotta piemontese

100gr. di taleggio

1 uovo intero, 4 tuorli

1 spicchio di aglio

50gr.di parmigiano grattugiato

sale, pepe,burro, noce moscata q.b.

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Lavare gli spinacini, saltarli in padella con una noce di burro e l’aglio, lasciar raffreddare. In una ciotola mescolare il prosciutto e il taleggio tagliati a dadini, aggiungere il parmigiano, l’uovo intero, gli spinacini, sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Stendere la pasta sfoglia in una teglia rotonda foderata di carta forno,bucherellare il fondo, disporre il ripieno, coprire con la ricotta, fare 4 fossette in ognuna delle quali sistemare il tuorlo. Coprire con la sfoglia rimanente, saldare bene i bordi, spennellare con poco latte e cuocere in forno per 35-40 minuti a 200 gradi. Servire tiepida.

 

Paperita Patty 

Temporale imprevisto sul lago d’Orta

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Chi se lo aspettava, questo temporale. Quando abbiamo messo in acqua la barca, verso le nove, il cielo era sereno. Qualche nuvola sopra le Quarne e un po’ di vento di tramontana da nord-ovest. Il callo del Giacinto non dava problemi e, a suo dire, quel suo barometro molto personale non l’aveva mai tradito.  Eppure, sentendo la radio, le previsioni non  erano poi così buone. Infatti, alle 7,20 in punto, avevo sentito al “Gazzettino Padano” il mattinale del Centro Geofisico Prealpino di Varese. “ Il vento, dal monte al piano, può portare improvvisi sbalzi di temperatura che, in casi eccezionali, potranno determinare fenomeni temporaleschi nella fascia prealpina di nord-ovest”, aveva detto l’erede del professor Furia, imitando la sua inconfondibile voce un po’ raspa. Non c’era giornata che, almeno per me, non s’aprisse con le loro previsioni atmosferiche.

Tra l’altro il nostro metereologo, classe 1924, seduto alla sua scrivania dalla quale ogni santo giorno alla sette della mattina dettava ai lombardi e ai piemontesi dei laghi le previsioni del tempo, non aveva perso un colpo fino alla fine dei suoi giorni. Preciso come un orologio svizzero anticipava le evoluzioni del meteo, concludeva il suo intervento augurando ai radioascoltatori “pensieri positivi, nonostante il tempo“. La sua scomparsa ci aveva resi più soli e tristi anche se il servizio continuava con chi aveva raccolto la sua eredità. Stando a quanto avevo sentito alla radio, ero perplesso ma mi sono fatto convincere da Giacinto che aveva già ottenuto il consenso di Giuanin. Così, in tre, ci siamo mossi dall’imbarcadero di Oira, remando a turno. La barca era quella di Giacinto: la “Carpa Dorata”. Eravamo davanti alla Qualba, la nostra acqua Alba, famosa per il colore e la limpidezza delle sua acque e qualcosa già non andava. Il cielo si stava rannuvolando sulle nostre teste. “Se vègn nìul vérs Bagnèla tò su l’umbrèla”, si raccomanda sempre il signor Barzaccheri, altro noto metereopatico in grado di avvertire la pioggia che, come tutti sanno, arriva quasi sempre da ovest, dall’alpe Sacchi. Dunque, stiamo in campana: se il cielo si rannuvola dalle parti di Bagnella e Brolo, conviene tenere a portata di mano l’ombrello perché non si sa mai. E’ quello che sta accadendo e noi siamo in barca, non sulla terraferma. Giuanin mostra uno sguardo preoccupato e anche Giacinto non è più così baldanzoso. Sta per scoppiare un temporale di quelli che ti raccomando e, per quanto ci si possa dar da fare coi remi, non saremo mai a riva in tempo per schivarlo. L’aria sta diventando elettrica, carica. S’avverte persino pizzicare sulla pelle. Il cielo ha cambiato ancora umore: la nuvolaglia da bianco sporco è diventata grigio piombo, con alcune striature nere come la pece. L’abbassarsi improvviso della pressione atmosferica sembra volerci comprimere, schiacciandoci sul fondo della barca. L’acqua inizia a muoversi.

Le onde si fanno sempre più veloci e aggressive. Mamma mia, questo che soffia è  il Marescon, la peggior inverna che ci possa essere. Le raffiche violente hanno scacciato la tramontana e percorrono il lago come una scopa, spazzandone la superficie. Il tuono annuncia il lampo e il lampo saetta la sua energia scaricandosi in acqua, a qualche centinaio di metri da noi. Uno, due, dieci lampi secchi come una bastonata. Giacinto mormora le sue preghiere, preoccupato soprattutto per la barca che non ha ancora finito di pagare. Giuanin, passato dalla paura all’eccitazione, s’alza in piedi e canta come un ossesso: “Turbini e tempeste io cavalcherò, volerò tra i fulmini per averti.. Meravigliosa creatura, sei sola al mondo; meravigliosa paura di averti accanto..”. Roba da finire insieme ai matti; ci mancavano solo le canzoni della  Giannini, in mezzo a questo bordello! Uno trema, l’altro canta e io mi metto ai remi prima che venga giù l’ira di Dio. Quello del callo che non sbaglia mai, Giacinto, mormora “Santa Barbara e San Simòn, vardén da la lòsna e dal tròn” ( Santa Barbara e San Simone, guardateci dal fulmine e dal tuono, ndr). L’altro, matto come un cavallo, canta come un juke box e dalla Nannini è passato a Cuori in Tempesta per poi finire con Bréva e Tivàn di Davide Vandesfroos. Gli piace, la trova indicata e non smette di ulularla al vento: “E la barca la dùnda e la paar che la fùnda, che baraùnda vèss che in mèzz al laagh… Ma urmài sun chè… in mèzz al tempuraal, tuìvess föe di bàll che a mi me piaas inscì…”. 

Il ritmo del mio vogare è quasi da gara. Noncurante della fatica, con il cuore che mi scoppia nel petto e il fiato corto, approdo a Ronco di Pella, sfinito. Il cielo si è rotto e l’acqua scende a secchiate sul lago che ha preso il colore dell’incudine che il fabbro tiene in bottega. In breve la pioggia si trasforma in grandine e i goccioloni diventano cicchi ghiacciati grandi come noci. Siamo al riparo, sotto al tettoia della signora Erminia. Peccato non sia in casa. La sua ospitalità, in casi come questi, è graditissima. La “Carpa Dorata”, ormeggiata alla belle e meglio, non può ripararsi e subisce l’ingiuria della grandine. Giacinto piange come un bambino e maledice quel callo che lo ha tratto in inganno. “Quando torniamo a Omegna me lo vado a far raschiare via, questo giuda traditore”, mormora tra le lacrime. Io ho i brividi perché, oltre ad essere bagnato fino alle ossa mi sento stanco come un asino. L’unico eccitato è Giuanin che canticchia ancora, ma sottovoce. I nostri sguardi poco amichevoli l’hanno quasi convinto a dare un taglio a tutta quell’allegria senza ragione.
 

Marco Travaglini

Quante proposte per il Ferragosto in montagna!

Le proposte  di Ferragosto in montagna

 

La montagna offre per Ferragosto una giornata di refrigerio e tanti eventi collaterali.

A Cesana Torinese, per esempio, il cuore pulsante della festa sarà piazza Amedeo, dove dalle 17 avrà luogo la terza edizione di “Il turista è protagonista “, un talent show, con giuria e premi, in occasione del quale ogni turista che lo vorrà potrà esprimere il suo lato artistico, ballando,  recitando o cantando. Un’altra novità  è  il Triathlon del Boscaiolo in via Ferragut alle 9.30, una competizione che metterà tra loro alla prova i boscaioli della zona con le loro abilità.

Una grande fiera di Ferragosto animerà  il piccolo borgo di Pragelato, con decine di banchi di abbigliamento, frutta, verdura, prodotti locali e artigianato, sin dal mattino esposti in piazza Piersanti Matterella, in frazione La Ruà.  Dalle 21 riprenderanno gli appuntamenti di musica dal vivo promossi dalla Pro Loco con la serata di ballo liscio e l’orchestra di Silvano e Barbara.

Il concerto di Ferragosto sarà  l’appuntamento obbligato e atteso a 2170 metri a Sportinia di Sauze d’Oulx, presso la terrazza della Capanna Kind, che si trasformerà in un palcoscenico a cielo aperto per celebrare due icone del rock italiano, Luciano Ligabue e  Vasco Rossi, con due band di alto livello, Oronero e Rewind. A Claviere il Ferragosto sarà  a base di sport, con il Bike Festival, che permetterà  a grandi e piccini di provare le e bike nel tracciato disegnato apposta per l’evento, partecipando a tour guidati e tante iniziative.

Il 15 e 16 agosto al Sestrieres, in via Louset, dalle 9 alle 18.30, vi saranno due giorni dedicati agli acquisti con in esposizioneoggettistica,  piante, artigianato popolare, fiori, spezie e benessere naturale. Dalle 16, in piazza Fraiteve, è  previsto il concerto di Loris Gallo, mentre fino al 18 agosto nei locali della Pro Loco si potrà visitare una mostra personale di Mariano Carrara dal titolo “Anthology”. Gli amanti delle quote potranno approfittare della telecabina Sestriere Fraiteve per salire fino a  quota 2700 metri e godere di un paesaggio mozzafiato.

A Prato Nevoso, nel comune di Frabosa Sottana, alle 12.15, si terrà  il 44esimo concerto Sinfonico di Ferragosto con l’Orchestra Barrolomeo Bruni di Cuneo, che proporrà  le più  celebri arie e colonne sonore dai film premio Oscar di John Williams.

La montagna piemontese si conferma palcoscenico privilegiato per la musica e la sua diffusione culturale.

MARA MARTELLOTTA

Ferragosto di una volta e riflessioni sul presente

Non vorrei essere considerato eccessivamente pessimista. Ma non mi sembra che la situazione globale sia sotto controllo. Cerchiamo di rifugiarci nel ricordo che è sempre un ottimo antidoto per le miserie attuali. Ricordo dei mitici anni 70. Vero che la moda non era un gran che. I residenti a Torino superavano  1 milione e 250mila. Tutto era Fiat chiamata ” La Feroce ” epiteto tutt’altro che elusivo. O il giornale La Stampa, proprietà Agnelli,  la Bugiarda, anche qui tutt ‘altro che elusivo. Tutto era cadenzato dall’ alto, soprattutto i tempi di vita di ognuno di noi. Dunque il 1 di Agosto tutti in ferie. 4 settimane secche. Il primo turno era il venerdì, alle 14 uscita ai cancelli Fiat. 850 stracolme di bagagli. Moglie e figli aspettavano i capofamiglia e poi obbiettivo casa e paese da dove si era emigrati. E si aspettava il ferragosto. Dopo il giro di boa verso la fine delle ferie di mio padre che coincidevano con la fine delle vacanze in Val di Lanzo a Viu. Dopo il 15 il tempo si mitigava ed il maglioncino di lana alla sera era d’obbligo. Quanti ferragosto, quanti ricordi. Dalle grigliate con gli amici di papà e mamma alle rarissime volte nell’osteria del paese. Niente di eccezionale. Pane e salame, agnolotti o l’immancabile buseca (il minestrone con trippa). Poi la toma di Lanzo. Mi piaceva finire le croste. La parte del formaggio più saporito. O di quel pane che sapeva di farina. Magari appena sformato. Ma ferragosto non era solo mangiare. Mio padre giocava a Tarocchi e mia madre con le amiche nel ricordare di quando, giovane sartina si sentiva un po’ più libera del presente che la costringeva a casa a fare la pantolonaia,  in nero ovviamente. Ed io via con gli amichetti. Una delle poche volte che i giochi erano insieme maschi e femmine. Libertà e quel tanto di felicità che non guasta mai. E questa libertà mista a felicità che ci faceva già vivere nel futuro. Vietato essere pessimisti. Si intuiva che il boom economico si stava afflievolendo. Poco importava. Quel presente era ampiamente sufficiente per un domani sicuramente migliore del presente. Sto proiettando i miei sentimenti attuali per allora? Forse, capita ma non è peccato ricordare ciò che eravamo e soprattutto quello che avremmo voluto essere e quello che siamo diventati. E nel ricordo trovare la forza per “reggere” questo presente che, appunto, non ci aggrada. Tutto è diventato polemica. Persino queste belle olimpiadi sono diventate motivo di scontro. Strano questo ministro dello Sport che vuole cacciare Malago’ presidente del Coni. Sarebbe stato più elegante aspettare settembre. Ma si sa che l’eleganza non è da tutti. Come i soliti razzisti che hanno nel Vanacci il loro vate. Verissimo, non tutti gli italiani sono razzisti ma i razzisti sono sempre troppi. Ma bando alle tristezze per questo sciagurato presente. Almeno per Ferragosto cerchiamo di buttarci tutto dietro le spalle. Una giornata di tregua e di felice libertà. Al lago,  in montagna, al mare e per chi è rimasto in città. Con il ricordo, con il presente e con un futuro incerto ma pur sempre futuro. Buon Ferragosto a Tutti. Anzi no, non a tutti. Non per Putin, non per i razzisti, non per odiatori seriali di destra o di sinistra. Buonista? Si sono un buonista che non sopporta urla e odio. Buon ferragosto.  Un ferragosto che mi ricorda le speranze di una intera generazione. E soprattutto un buon ferragosto ai nostri figli e nipoti.

PATRIZIO TOSETTO

Ferragosto a Cesana

Terza edizione de “Il turista è protagonista” e novità Triathlon del Boscaiolo.

CESANA TORINESE – Tutto pronto per Ferragosto a Cesana Torinese. Il giorno di Ferragosto, giovedì 15 agosto, torna a cura della Pro Loco “Per Cesana” l’evento “Il turista è protagonista” giunto alla sua terza edizione. L’appuntamento è alle ore 17 in piazza Amedeo. Anche in questa terza edizione i partecipanti si potranno esibire in quello in cui sono più bravi: cantare, ballare, recitare, imitare, ecc. Come negli scorsi anni, sarà poi una selezionata giuria a decretare il vincitore. Per partecipare è sufficiente iscriversi direttamente presso la Pro Loco in modo del tutto gratuito. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Pro Loco PerCesana al numero 3791961133. Nel pomeriggio ci sarà l’estrazione della lotteria di Ferragosto, sempre a cura della Pro Loco, con ritiro premi

solo in presenza.

La novità di quest’anno per Ferragosto è il “Triathlon del Boscaiolo”. L’appuntamento organizzato dall’Associazione Boscaioli Alta Valle Susa e valido come “Memorial Busse” è per le ore 9 con l’apertura delle iscrizioni direttamente in via Ferragut nei prati dietro la Caserma dei Carabinieri di Cesana, per la competizione con protagonisti i boscaioli della zona. La gara avrà inizio alle ore 9,30 con alle 13 il pranzo e le premiazioni nel pomeriggio alle ore 17. Uno spettacolo da vedere ma a cui, chi in possesso di appositi requisiti, può partecipare! Eventi e tradizione continuano!