
Esposta alla Gam di Torino dal 14 marzo al 19 luglio 2015 la mostra, prodotta da Mondo Mostre Skira, in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne – Centre Pompidou di Parigi, ha raccolto e messo insieme circa 90 opere
Si è conclusa domenica, con l’ultima visita delle 19e30, la mostra “Modigliani e la Bohéme di Parigi” che è stata esposta alla Gam di Torino dal 14 marzo al 19 luglio 2015. La mostra, prodotta da Mondo Mostre Skira, in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne – Centre Pompidou di Parigi, ha raccolto e messo insieme circa 90 opere che hanno raccontato e analizzato la meravigliosa vitalità parigina del dopo guerra. Intorno alla figura centrale di Modigliani la mostra ha presentato la straordinaria atmosfera culturale creata dalla cosiddetta “École de Paris”, la corrente che ebbe come protagonisti alcuni nomi eccezionali quali Picasso, Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcoussis e Survage, artisti uniti dal desiderio di vivere totalmente il clima artistico di Parigi e di creare una completa simbiosi tra vita e arte.
Suddivisa in 5 sezioni, con uno sguardo non solo alla pittura ma anche al disegno e alla scultura, l’esposizione ha voluto raccontare Amedeo Modigliani come il principale testimone della Bohème parigina. Nonostante fosse limitato il numero delle opere presenti dell’artista maledetto del XX secolo, l’esposizione presente alla Gam è riuscita a mostrare la totale indipendenza di “Modì” dai movimenti ufficiali delle avanguardie artistiche, accentuando comunque la giusta attenzione sulla sua esistenzadisordinata che lo portò a morte prematura. Un’ interessantissima mostra che ha attirato e deliziato tantissimi torinesi e molti turisti.
Simona Pili Stella

La comunità musulmana si è’ riunita al Parco Dora per celebrare la fine del Ramadan . La festa di Eid ul-Fitr è’ onorata anche dalla presenza di esponenti di tutte le religioni monoteiste del Comitato Interfedi. Per la Diocesi il delegato è’ Don Aldo Bertinetti e il messaggio di Nosiglia per la comunità islamica è’ ” Tutti uniti per la pace” e invita le famiglie affinché ” educhino i giovani alla pace” a prescindere dalla religione, dall’etnia e dalla cultura. Una giornata dunque che vede l’unione e la fratellanza predominare tra i fedeli delle diverse religioni , come dovrebbe essere sempre e ovunque. Se non fosse che proprio quest’anno , Torino è una città ferita, ferita proprio in nome di una religione che nel suo estremismo genera fenomeni di delirio, inneggia alla guerra e all’odio per il mondo occidentale e per chi islamico non è . La strage del Bardo in cui ha perso la vita una dipendente del Comune di Torino, insieme ad altri sfortunati come lei è’ ancora troppo vicina per raccontare l’episodio come isolato e considerarlo raro. Raro non è’ perché le stragi compiute dall’Isis sono all’ordine del giorno . Il sindaco Piero Fassino con al suo fianco l’assessore alle Pari Opportunità Ilda Curti , per la prima volta in occasione dei festeggiamenti di fine Ramadan ,ha scelto di fare gli onori di casa e accogliere la comunità islamica , sotto le arcate, con il tappeto steso e rivolto verso la Mecca. Gli orizzonti lontani si possono ammirare con serenità solo con uno sguardo colmo di fierezza, dignità e bene comune. E lo sguardo di Torino, quest’anno è’ ferito nel suo orgoglio, mutilato nell’animo e privo di un rappresentante che possa mettere un punto alla prepotenza e arroganza di chi fa finta di niente qualunque cosa accada. Non si può sempre stare a guardare verso la Mecca. Noi torinesi siamo per la pace, la solidarietà tra i popoli e la tolleranza religiosa. Speriamo lo siano anche gli altri nei nostri confronti.
Si rinnova l’appuntamento veneziano con Padiglione Tibet. La rassegna, con il patrocinio del Comune di Venezia, parallela alla 56. Biennale di Venezia e quest’anno in concomitanza anche con EXPO Milano 2015, è stata inaugurata il 9 maggio 2015 e proseguirà fino al 2 agosto 2015 presso la suggestiva Chiesa di Santa Marta.
Padiglione Tibet vuole evidenziare il connubio tra Arte Sacra Tibetana ed Arte Contemporanea Occidentale e recentemente è stato invitato come progetto speciale alla Biennale del Fin del Mundo, a cura di Massimo Scaringella, in Argentina. Le numerose esperienze degli anni scorsi hanno visto coinvolti importanti artisti contemporanei, che si sono espressi attraverso le Khata, le tipiche sciarpe bianche che i monaci offrono in segno di solidarietà e amicizia o si sono misurati con l’arte della composizione dei Mandala dei monaci tibetani e le Ruote della preghiera che accompagnano nella preghiera i buddisti tibetani. Questa edizione (la terza a Venezia) è all’insegna dell’ombrello, proprio del nostro fedele protettore dalla pioggia che, suo malgrado, è stato protagonista della rivolta degli studenti di Hong Kong verso il governo centrale di Pechino. L’ombrello emblema di protezione e di protesta – due lati della stessa medaglia – è divenuto contenitore e supporto degli interventi artistici e di video arte che hanno reso possibile una grande installazione corale con opere dedicate al Tibet, alla sua spiritualità, ai suoi simboli ed alla sua marcia verso la libertà.
Tzongkhapa il grande riformatore del 14° secolo padre della scuola Gelug, il 10° Panchen Lama e l’attuale XIV Dalai Lama, originario del villaggio di Takster.” e l’esposizione costituita da un approfondimento grafico del grande disegnatore Giuseppe Coco sulla figura di Milarepa (1040 – 1123) il più famoso ed amato degli yogin tibetani ed uno dei più grandi maestri spirituali di tutti i tempi. Scrive Chiara Gatti che presenta la mostra Coco & Milarepa – I colori dello spirito: “In questa occasione […] si propone un ciclo di opere concentrate su un tema più intimo, caro al lato spirituale della sua personalità riservata. Si tratta delle tavole dedicate alla figura di Milarepa, icona della scuola Kagyu del Buddhismo tibetano. Una figura intensa e magica che Coco indagò, fra la fine degli anni Ottanta e il Duemila, sperimentando colori lisergici e forme potenti, specchio di una riflessione esistenziale segnata da grande energia e, insieme, grande sofferenza.[…] Un viaggio catartico ed escatologico che scuote la coscienza.”
Una mostra di arte contemporanea articolata in diverse tappe, che quest’anno, in clima di EXPO, rimanda non solo all’anno della luce ma anche a quello del nutrimento per il pianeta terra
sede dell’appuntamento fisso, per gli amanti di arte contemporanea, con Artmoleto. Due giorni in cui il borgo si trasforma in galleria a cielo aperto e gli artisti espongono le loro opere in cortili, strade e storici giardini privati. Dopo le precedenti edizioni -dedicate a “Colore, forma, natura”, “Tra cielo e terra”, “Il sogno dell’acqua”, “Rosso vivo”, “L’atlante delle nuvole” e “Silenzio”- quest’anno il tema guida è “Nutrirsi di luce”. A lui si ispirano i 14 artisti che partecipano anche all’anteprima del 20 giugno all’Ecomuseo Pietra da Cantoni.




Gli telefono per fissare un appuntamento. Al telefonino mi risponde la moglie, Pina, anche lei amica di lunga data.”Aspetti? E’ nell’orto che raccoglie la verdura”. Scherziamo. Lui è biologico in tutto, gli piace conoscere l’origine del cibo. In momenti di crisi,l’ideale. L’appuntamento è fissato per il giorno dopo al centro commerciale Le Fornaci di Beinasco, pranzo a Bio Bottega. Sempre piacevole chiacchierare a pranzo, tutto strettamente biologico. Ignazio Garau, è sicuramente un pezzo della politica e della promozione del Biologico.