ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 715

L'appello dell'arcivescovo Nosiglia: "Torinesi, accogliete un profugo nelle vostre case"

sindone nosiglia

Si attendono le repliche (o le strumentalizzazioni, come qualcuno le definisce) da parte della politica che, come sempre, si dividerà un due correnti di pensiero

 

Mentre l’assessore regionale Monica Cerutti dichiara che in Piemonte non si può (ancora) parlare di emergenza profughi, un appello alle famiglie torinesi perché accolgano un rifugiato nelle loro case arriva niente meno che dall’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia. Il prelato si rivolge anche  alle Unità Pastorali affinché individuino parrocchie, case di riposo, istituti ecclesiali, in grado di accoglierne cinque. In una lettera Nosiglia dice: “Si tratterebbe di un’ospitalità non solo notturna, ma completa per alcuni mesi, in base alle necessità e alle indicazioni che le Istituzioni pubbliche potranno fornirci”. Si attendono le repliche ( o le strumentalizzazioni, come qualcuno le definisce) da parte della politica che, come sempre, si dividerà un due correnti di pensiero.
  

DALLA LETTERA DI NOSIGLIA ALLA DIOCESI

 

” In questo periodo estivo è emersa in tutta la sua gravità la problematica dell’accoglienza dei rifugiati che giungono numerosi nella nostra patria come in altre nazioni europee per fuggire da situazioni tragiche di guerre, violenze e povertà estreme. Ne sono derivate polemiche e contrapposizioni aspre. Tutti ci accorgiamo che un clima di tensione incentivato anche dai media non giova ad affrontare con equilibrio e generosità questa emergenza, che invece esige un supplemento di impegno da parte di ogni componente sociale, rifuggendo da cinici populismi o ingenui buonismi.

            Cavalcare le paure e gli allarmismi ingenera atteggiamenti di rifiuto che chiudono il cuore e addormentano la responsabilità di fronte all’obbligo forte consegnatoci dal Signore e che deve risuonare nelle coscienze e nel cuore di credenti e cittadini: “ero forestiero e mi avete ospitato”. Il buonismo ingenuo, a sua volta, rischia di ostacolare una intelligente gestione dei vari problemi che l’accoglienza pone. Sono questioni che vanno affrontate con la volontà di mettere al centro la persona bisognosa e che interpellano ciascuno di noi, non solo le istituzioni, sul senso vero che diamo alle parole “solidarietà” e “giustizia”

In Piemonte la Giornata della cultura ebraica

L’iniziativa coinvolge 15  centri in tutta la regione

 

sinagoga codaE’ stata presentata la XVI Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si svolgerà il 6 dicembre, in Piemonte. L’iniziativa coinvolge 15  centri in tutta la regione: Acqui Terme, Asti, Biella, Carmagnola, Casale Monferrato, Cherasco, Chieri, Cuneo, Ivrea, Moncalvo, Mondovì, Saluzzo, Torino, Trino Vercellese, Vercelli. A Torino si terrà anche l’inaugurazione della mostra “Ponte e Ponti”, presso il Centro sociale della Comunità Ebraica. Invece, due concerti a Casale del “Coro Ghesher” e di “Divertimento Ensemble”. In tutte le località sono in programma mostre e visite alle sinagoghe.

 

(Foto: il Torinese)

Autunno impressionista con Monet alla Gam

 monet gam

Saranno in mostra 40 capolavori impressionisti  prestati dal Musée d’Orsay di Parigi, di cui alcuni mai esposti prima in Italia

 

Alla Gam di Torino quest’autunno,  dopo i successi delle esposizioni di Renoir e Modigliani,   approderà dal 2 ottobre prossimo l’opera di Claude Monet, uno dei padri indiscussi,  insieme a Manet, Degas,  Pisarro, Sisley e Cezanne,  dell’Impressionismo francese, tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. La rassegna monografica è resa possibile grazie ai prestiti del Musée d’Orsay,  che conserva la più importante collezione dell’opera dell’artista, e dal quale proveranno oltre quaranta capolavori. La curatela della mostra è affidata a Xavier Rey, conservatore presso il Musee d’Orsay e specialista di Monet, e Virginia Bertone, conservatrice alla Gam di Torino.  Sarà allestita al primo piano della Gam, nella sala dell’Exhibition Area, all’interno del percorso delle collezioni permanenti.

 

Dopo un esordio ancora nel solco del realismo courbettiano, negli anni Sessanta dell’Ottocento, Monet si avvicinò sempre più all’impressionismo,  dando vita, tramite uno sguardo sempre più acuto e penetrante, a un capitolo innovativo nell’arte dell’epoca.  La mostra è resa eccezionale dalla concessione di prestiti di alcune opere mai presentate prima d’ora in Italia, tra cui il dipinto intitolato “Le dejeuner sur l’herbe”, opera fondamentale nel percorso dell’artista,  perché dimostrazione della precoce affermazione di una nuova e audace concessione della pittura en plein air.  Per contestualizzare in modo adeguato questa presenza,  cui si lega il ritratto a figura intera di Madame Louis Joachim Gaudibert , sono stati selezionati due nuclei di dipinti dell’artista, che documentano le fasi cruciali della ricerca di Monet, da un lato gli studi dei riflessi sull’acqua compiuti a Argenteuil,  dall’altro quelli legati al soggiorno a Vetheuil,  che presentano lo studio della resa luminosa della neve, come nel dipinto intitolato “La pie”, con protagonista una gazza. Tra le opere poste in apertura di percorsoa, figura il trittico appartenuto al mercante d’arte Durand-Ruel,  la cui azione fu fondamentale per lo sviluppo dell’Impressionimo. A

 

l centro il dipinto di Camille Pisarrofigura intitolato “Entree di Village de Voisins” del 1872, affiancato da quello di Alfred Sisley “L’ile Saint Denis” e da quello di Monet dal titolo “Bateaux  de plaisance”, tutti risalenti allo stesso anno. La mostra documenta poi alcuni momenti decisivi nella produzione dell’artista,  con due straordinarie versioni della “Cattedrale di Rouen”, in cui il gioco delle scelte cromatiche quasi antitetiche rimanda alla messa a punto di serie e ripetizioni, che Monet compose tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta dell’Ottocento. L’arco cronologico delle opere esposte si estende fino al 1886, anno in cui l’artista realizzò una emblematica figura intrisa di luce, protagonista del dipinto “Essai de figure en plein air. Femme a l’ombrelle tournée a droite”.

 

 Mara Martellotta

Gam, Galleria d’Arte Moderna, via Magenta 31.

Tel 0114429518

Shopville a palazzo Nervi? Le opinioni dei lettori su Fb

PALAZZO LAVORO PROGETTO

Dibattito vivace sulla pagina Facebook del “Torinese”. Ecco alcuni post dei nostri fan

 

L’articolo pubblicato sabato sul Torinese, a proposito della possibile destinazione a centro commerciale “elegante” di Palazzo del Lavoro, dopo l’incendio che lo ha colpito, ha suscitato un vivece dibattito sulla pagina Fb del nostro giornale. Decine di migliaia le visualizzazioni del post e centinaia i commenti (a dire il vero quasi tutti contrari alla proposta). Ve ne riproponiamo alcuni.

 

Manuela Nicolò Direi che visto lo stato di Palazzo Nuovo, visto che già Economia e Commercio ci teneva le lezioni, perchè non pensare di dare una sede dignitosa all’Università di Torino? Magari con la conclusione dei lavori della metro………avrebbero dato nuovo impulso anche al mercato immobiliare della zona sud di Torino!

 

Giuliano Demarie negozi di livello superiore, shopville dell’eleganza. mi fa sorridere (eufemismo) questa idea. non sono ancora terminati i lavori di rifacimento della stazione di porta nuova, avrebbe dovuto essere un salotto nel salotto di torino, negozi, shopping, aree di incontro, bar e ristoranti . e poi? frequento per lavoro la stazione ogni giorno e ho visto negozi aprire e chiudere nel giro di niente. tuttora sono molti gli spazi di vendita vuoti e sfitti. ora mi viene spontaneo un pensiero; se un progetto analogo non ha funzionato in un contesto come la stazione dove volere o volare il passaggio di gente è intenso e comunque per dimensioni minore al palazzo del lavoro, come farà a funzionare in un posto decisamente fuori mano e con metrature quadruple se non oltre a quelle della stazione? prima di fare opere faraoniche che non so fino a che punto possano essere utili, perchè non ci mettete in condizioni di avere dei soldi da spendere? cercare di far girare le cose affinchè ci torni la voglia di comperare? quando saremo a quel punto penseremo dove andare a comperare non pirma!

 

Andrea Campo Ma basta centri commerciali ! Basta per l’amor di dio, state ammazzando i piccoli commercianti con la costruzione selvaggia dei centri commerciali ! Fateci un posto dove fare concerti, eventi teatrali o roba simili, cosi oltre a lingotto e pala olimpico abbiamo un’altra struttura per ospitare eventi che possano attirare persone !

 

Elisa Vitale Basta centri commerciali e riqualifichiamo i portici di via Nizza, sono uno scempio per i turisti che arrivano con treno e metropolita .

 

Gaia Pascale Centro commerciale elegante?medio alto?fuori dal centro?in quella zona??mha a me pare na cag….io ci andavo all’università e non mi è sembrata proprio una zona in di Torino…ho lavorato al lingotto esattamente lì dietro e la clientela non era di ceto medio alto!!vedremo che ne verrà fuori….

 

Rita Vergnano Cima Roba marziana! bel progettino per essere stato fatto in pochi giorni a nostra consolazione. una bella shopville per multinazionali…. D’altra parte non essendoci più gran lavoro in Piemonte, grazie all’oculata gestione di Olivetti, Seat eccetera da parte dei manager di partito ( De Benedetti, Colaninno e compagnia che si sono impoveriti con questi ingrati incarichi) a che serve un Palazzo del Lavoro? E poi abbiamo i bellissimi frigoriferi, pardon! Grattacieli, risorsa continua di risparmi per la Regione: si dice che grazie a questi risparmi e alla rinuncia degli assessori a parte dei rimborsi abbasseranno le tasse regionali sui redditi più modesti!

 

Sonia Calabró Io sinceramente apprezzo sempre sia vero questo progetto….e’ pochi mesi che abbiamo preso casa in zona e devo dire che e’ abbastanza deserta di negozi comodi senza l’ uso dell’ auto e poi lo trovo un punto strategico per la fine ancora un po’ lontana della metro a piazza Bengasi…ci sara’ più movimento e più gente…
Bertolo Irene quanti anni ci mettono per avere un’idea??? che cervelloni paghiamo!!! se chiedevano a qualunque persona che passava per la strada l’avrebbero trovata molto prima l’idea, prma che tutto andasse a ramengo!!!
Silvia Di Ciero Speriamo che sia la volta buona….

Entro fine anno saranno 7000 i migranti accolti e distribuiti nelle province piemontesi

Il sindacato di polizia Sap, aveva espresso la propria preoccupazione qualche giorno fa: “Con i continui arrivi l’apparato della sicurezza rischia di andare al collasso. Già oggi la nostra regione accoglie oltre 6.200 profughi, un numero doppio rispetto ad appena 6 mesi fa. I nuovi arrivi rischiano di rendere la situazione ingestibile

 

MIGRANTI MAREEntro la fine del 2015 si prevede che in Piemonte saranno circa  7mila i migranti distribuiti in tutte le province e i problemi organizzativi non sono pochi. Walter Gorrieri, segretario regionale piemontese del sindacato di polizia Sap, aveva espresso la propria preoccupazione qualche giorno fa:“Con i continui arrivi l’apparato della sicurezza rischia di andare al collasso. Già oggi la nostra regione accoglie oltre 6.200 profughi, un numero doppio rispetto ad appena 6 mesi fa. I nuovi arrivi rischiano di rendere la situazione ingestibile e addirittura pericolosa per l’ordine e la sicurezza pubblica, nonostante lo straordinario lavoro delle forze di polizia, delle istituzioni locali e del volontariato”. “Abbiamo una carenza di organico di almeno 500 operativi in tutto il Piemonte – dice Gorrieri – e non riusciremo a controllare tutte queste persone che devono essere sottoposte prima ad una visita medica e poi a fotosegnalamenti, per altro non obbligatori. Dopodiché, sbrigate queste incombenze, i profughi sono liberi di girare e di muoversi mentre noi siamo nell’impossibilità di garantire un adeguato numero di volanti e gazzelle per controllarli. Faremo ovviamente il possibile, ma la situazione rischia di sfuggire di mano”.

 

Gli fa eco il consigliere regionale Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, che polemizza con la Giunta di Sergio Chiamparino: “L’ennesima arrogante assurdità della sinistra che governa la Regione Piemonte sulla fallimentare gestione dell’emergenza profughi: imporre a una piccola comunità montana come Villar Pellice contro il volere del Sindaco un centinaio di profughi, proprio mentre viene annunciato lo stop al finanziamento con conseguente smobilitazione in autunno al campo della Croce Rossa di Settimo Torinese presso il Centro Fenoglio! Una invasione di un piccolo centro montano solo per soddisfare i pruriti ideologici di SEL e di Chiamparino, ma noi Fratelli d’Italia non rimarremo con le mani in mano”. E aggiunge: “Bloccheremo il progetto della Giunta Chiamparino a colpi di esposti in Procura e carte bollate: verificheremo con unProfughi sopralluogo l’idoneità strutturale ed igienico sanitaria della struttura alberghiera del Crumiere e verificheremo se la Regione ha affidato la gestione della struttura alla Diaconia valdese con l’evidenza pubblica necessaria per qualsiasi appalto di tale importanza o se ha ricorso illegittimamente ad affidamenti diretti, come fatto finora dal Comune di Torino censurato per questo dall’Anticorruzione: tanto lavoro per il nostro team legale e magari anche per la magistratura!”

 

Per far fronte alla situazione la Giunta regionale ha predisposto un piano. “La Regione Piemonte – dice Monica Cerutti, assessore all’Immigrazione – in quest’ultimo anno si è impegnata con forza per contribuire a unire e far dialogare i soggetti coinvolti nell’accoglienza dei migranti sul territorio. Per la tenuta del sistema è centrale il costante confronto e la collaborazione tra Prefetture, amministrazioni locali e gestori dei progetti. Il Piano è il primo passo che porterà a trasformare l’accoglienza in Piemonte da fenomeno emergenziale in strutturale e per farlo abbiamo, di concerto con gli altri soggetti chiamati in causa, individuato una serie di azioni che devono diventare la normalità. A fare la differenza deve essere infatti la qualità dell’accoglienza”.

Terre del Chiusella, l'Unione fa la forza

chiusella iarman

L’Unione dei comuni: undici chilometri quadrati circa e oltre 1700 abitanti che hanno deciso di proseguire insieme il loro cammino amministrativo All’incontro pubblico è intervenuto anche il redattore del “Torinese”, Massimo Iaretti

 

Nel 2011, quando l’associazionismo non era ancora obbligatorio, quattro comuni dell’Eporediese – Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello – diedero il via ad un processo che ha portato alla nascita dell’Unione dei comuni delle Terre del Chiusella. In totale sono undici chilometri quadrati circa e oltre 1700 abitanti che hanno deciso di proseguire insieme il loro cammino amministrativo. Dopo quattro anni, cambiati tre dei quattro primi cittadini che hanno dato via al processo, con il supporto delle giunte e dei consigli comunali, minoranze comprese, l’Unione si è trovata in un incontro pubblico che si è svolto venerdì sera a Colleretto Giacosa, nell’ambito della serie di iniziative “Unione dei comuni in festa”. A fare gli onori di casa c’era Paola Gamba, primo cittadino di Colleretto Giacosa, unico sindaco “superstite” che ha sottolineato come “tutti noi dobbiamo provare a ragionare come territorio, l’Unione è un punto di forza della zona Ovest di Ivrea”.

 

Poi il microfono è passato a Massimo Iaretti, giornalista de “Il Torinese.it”, ma anche consigliere a Parella dal 2010 al 2014 e consigliere dell’Unione, come capogruppo delle minoranze, inserite in Pedanea, dal 2012 al 2014. In un costruttivo “botta e risposta”, nella prima parte della serata Alberto Corsini, che è stato il primo segretario dell’Unione e ne ha redatto lo Statuto, dopo 24 riunioni preparatorie con i sindaci, ha spiegato cosa sono e quali caratteristiche hanno le Unioni e quali furono le difficoltà incontrate nel creare le Terre del Chiusella, in un quadro normativo che mutava continuamente (e il cui approdo finale, probabilmente, è ancora lontano) con, in aggiunta, le difficoltà che insorgevano dalla burocrazia. Un esempio in questo campo sono stati i nove mesi per l’istituzione della tesoreria dell’Unione. Roberto Comitini, già sindaco di Parella e primo presidente delle Terre del Chiusella ha sottolineato il lavoro svolto nell’arco degli anni e spiegato i motivi che hanno portato alla nascita delle Terre del Chiusella. Poi c’è stato un contributo degli amministratori vecchi e nuovi, con gli interventi del past sindaco di Quagliuzzo, Domenico Ferraro, dell’attuale vice sindaco di Quagliuzzo e vice presidente dell’Unione, Pierluigi Terzi, del sindaco Strambinello, Marco Corzetto (il suo predecessore Eralda Caserio non ha potuto intervenire perché fuori zona9 che ha evidenziato la necessità di allargare lo spettro delle competenze anche ad altri settori come la sicurezza.

 

Dopo uno spazio storico, con la proiezione di diapositive che riportavano vecchi ambienti e personaggi dei quattro comuni, la seconda parte della serata è stata contraddistinta su quelli che sono gli scenari futuri, con il contributo di Marco Bollettino, da 3 mesi sindaco di Parella e presidente dell’Unione che ha delineato una road map dei prossimi passaggi, secondo un cronoprograma che dovrà fare crescere la razionalizzazione dei servizi e dell’utilizzo del personale per arrivare ad un obiettivo di efficienza nei confronti degli utenti. La serata, come del resto l’organizzazione della Festa dell’Unione ha visto un notevole impegno della commissione Innovazione, e in particolare di alcuni suoi componenti come il presidente Ernesto Barlese, Mauro Demarie, Ezio Amprimo,il primo capogruppo di minoranza a Quagliuzzo, gli altri, rispettivamente ex consigliere unionale e di Strambinello ed ex assessore alla cultura di Parella.

 

Piergiorgio Minazzi

 

 

 

 

"Liberi tutti", dai Subsonica al Museo Ettore Fico

FICO MUSEO

L’arte italiana dalla caduta del muro di Berlino all’attentato delle Torri Gemelle in mostra al Museo

 

L’estate al Museo Ettore Fico riserva una duplice opportunità,  quella di visitare la mostra curata da Andrea Busto dal titolo “Gli anni del Mediterraneo” e quella di addentrarsi nell’esposizione dal titolo emblematico “Liberi tutti” che Luca Beatrice, Andrea Busto e Cristina Perrella hanno dedicato all’analisi, da una prospettiva prettamente storica, della generazione di artisti italiani attivi tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del Duemila. Per quanto riguarda la prima mostra sugli Anni del Mediterraneo,  è appunto il Mare Nostrum a fare da protagonista assoluto,  attraverso i numerosi viaggi compiuti da Ettore Fico nella culla della nostra antica civiltà.  La vocazione mediterranea dell’artista è testimoniataassoluto, infatti, da alcune serie tematiche ricorrenti all’interno della sua variegata produzione artistica. A partire dagli esordi, il pittore cominciò a dipingere con toni terrosi e spenti la natura del Maghreb,  immortalando contemporaneamente i suoi commilitoni. In seguito, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, Fico frequentò assiduamente la costiera amalfitana,  ritraendone rudezza e folcklore. Non mancano i contorni del litorale ligure, della Provenza e della Camargue francesi, colti attraverso una gamma di colori calda e suadente. La seconda esposizione,  dal titolo “Liberi tutti. Arte e società in Italia. 1989-2001”, promossa dal Museo Ettore Fico, rappresenta una recognizione in chiave storica della produzione artistica italiana compresa tra due eventi cruciali,  la caduta del muro di Berlino e l’attentato alle Torri gemelle a New York. In quegli anni la cultura e la società hanno conosciuto cambiamenti molto intensi, in attesa di un altro passaggio cruciale,  l’avvento di un nuovo secolo e millennio.  In mostra sono esposte le opere di una generazione di artisti che ha praticato, rispetto a quella precedente,  una grande libertà stilistica,  formale e di contenuti, passando  dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura e dalla fotografia all’oggetto.

 Mara Martellotta

Le due mostre sono aperte fino al 18 ottobre 20 15 al Museo Ettore Fico, in via Cigna 114.

Orario Merc-ven 14-19, sab-dom 11-19. Pausa estiva dal 3 al 27 agosto

Invasi dalle zanzare ma per ora non ci sono casi (umani) di "febbre del Nilo"

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Il Sistema di Sorveglianza entomologica e veterinaria del Piemonte (Istituto Zooprofilattico Sperimentale sorveglianza veterinaria, Seremi e servizi veterinari regionali) ha rilevato alcune positività in zanzare e uccelli, in alcune aree al momento ristrette alle province di Novara e di Alessandria

 

Le zanzare – anche particoalrmente fastidiose – si sono impadronite di Torino, complice il caldo umido e insopportabile (per noi, ma non per loro) delle scorse settimane. E le notizie relative alla ‘febbre del Nilo’ o ‘West Nile’ (WNV), apparse su alcuni giornali hanno indotto l’Assessorato regionale alla Sanità a diramare un comunicato stampa tranquillizzante: “si precisa che il Sistema di Sorveglianza entomologica e veterinaria del Piemonte (Istituto Zooprofilattico Sperimentale sorveglianza veterinaria, Seremi e servizi veterinari regionali) ha rilevato alcune positività in zanzare e uccelli, in alcune aree al momento ristrette alle province di Novara e di Alessandria (già interessate anche l’anno scorso)”.

 

L’ufficio stampa dell’Assessore Antonio Saitta prosegue: “Il virus di origine africana può essere trasmesso all’uomo da un particolare tipo di zanzara, la pericolosità è bassa, infatti solo in pochi casi (circa 1% della popolazione generale) determina una malattia molto grave che consiste in una meningoencefalite, negli altri casi decorre in forma asintomatica o con una sindrome febbrile. I soggetti più esposti alle complicanze più gravi sono quelli con difese immunitarie deboli (di solito anziani e neonati) .Il virus in questione è presente già da anni in altre Regioni italiane e il suo riscontro nelle zanzare e negli uccelli consente di attivare tempestivamente misure di prevenzione alla diffusione nell’uomo nei territori interessati”.  E’ naturale che particolare attenzione si debba prestare alla trasfusione del sangue (e dei suoi “emocomponenti”). La prevenzione si articola su due livelli:

 

a) nell’area interessata tutte le donazioni sono sottoposte prima del rilascio a un test specifico, pertanto nelle province di Novara ed Alessandria non vi è alcuna sospensione delle donazioni,

 

b) nelle altre province di tutto il territorio italiano i donatori che abbiano soggiornato almeno una notte nelle aree in cui è stata rilevata la circolazione virale sono sospesi per 28 giorni.

 

Tali misure consentono di mantenere sia la sicurezza trasfusionale sia la disponibilità di sangue (e suoi “emocomponenti”) a livello locale, regionale e nazionale. Fino ad ora in Italia e nella nostra regione  per il ‘West Nile’ (WNV) nessuna area è stata “bloccata” per le donazioni di sangue ed emocomponenti e nessuna trasmissione trasfusionale è stata rilevata. In Piemonte l’applicazione delle misure di prevenzione trasfusionale è stata tempestiva all’interno della Rete Trasfusionale ed è attiva da metà agosto. Essa proseguirà fino a quando necessario in relazione alle informazioni del Sistema di Sorveglianza e alla disposizioni ministeriali “In Piemonte – conclude l’Assessorato -non si è finora registrata alcuna positività in essere umani, e le notizie relative a un ricovero riguardano un paziente della Lombardia, lì diagnosticato e successivamente trasferito in Piemonte”.

 

Valdesi: "Accogliere chi soffre e non strumentalizzare dramma"

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Il pastore Eugenio Bernardini è stato riconfermato per il quarto anno consecutivo moderatore della Tavola valdese

 

“Solo accogliendo chi soffre si può accogliere Dio”: così il pastore Eugenio Bernardini, che è stato riconfermato per il quarto anno consecutivo moderatore della Tavola valdese ha chiuso il Sinodo  Torre Pellice. Bernardini ha puntato il dito sull’accoglienza ai profughi e denunciato “l’uso strumentale che alcune forze politiche fanno di questo dramma umanitario planetario”.

 

(Foto: il Torinese)

Boom di visitatori e Tamara viene prorogata al 6 settembre

Negli ultimi due giorni, apertura straordinaria dalle 9.30 alle 24 (ultimo ingresso ore 23)

 

tamara codaIl gran pubblico, (si veda la coda nella foto) di oltre 130.000 visitatori a Palazzo Chiablese, ha fatto sì che la mostra su Tamara de Lempicka sia prorogata fino a domenica 6 settembre. Negli ultimi due giorni, apertura straordinaria dalle 9.30 alle 24 (ultimo ingresso ore 23).  Gioia Mori, ha predisposto un percorso che propone più di 80 opere dell’artista. L’evento esposistivo si svolge sotto l’egida di Comune, Polo Reale di Torino, Ministero dei Beni Culturali.

 

(Foto: il Torinese)