ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 682

Di nuovo in aula per le morti da amianto

eternit bandiereSi ritorna in un’aula di giustizia per l’ennesima tappa del processo contro Stephan Schmidheiny per le morti da mal d’amianto, Eternit bis. Martedì 31 maggio la Corte Costituzionale dovrà decidere la questione di legittimità sollevata a suo tempo dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torino un anno fa, Federica Bompieri. In sostanza, i difensori del multimilionario svizzero, gli avvocati Astolfo Di Amato e Giulio Alleva, avevano sollevato la questione del “ne bis in idem”, ovvero del fatto che un imputato non può essere processato due volte per la stessa fattispecie di reato. Di avviso contrario, naturalmente, i pubblici ministeri e gli avvocati delle parti civili costituite. Così, con una decisione che ha colto tutti di sorpresa, il gup, nel luglio scorso aveva disposto la sospensione del processo e la trasmissione delle carte alla Corte Costituzionale. L’udienza di oggi non avrà un’immediata decisione, in quanto occorreranno alcune settimane, forse un mese per arrivare ad una conclusione. In aula ci saranno i difensori di Schmidheiny, la procura torinese, gli avvocati delle parti civili costituite e tra questi quelli di Afeva, del Comune di Casale e l’avvocatura di Stato che nel processo di era costituita per la prima volta. Da Casale è giunta, già da ieri sera una delegazione di Afeva, guidata da Beppe Manfredi, il presidente che ha raccolto il testimone da Romana Blasotti Pavesi. Ci sono anche il Beppe Pondrano, presidente del Fondo Inail per le vittime dell’amanto, l’assessore all’ambiente del Comune di Casale, Cristina Fava e Bruno Pesce, da anni in prima linea nella lotta all’amianto, prima come sindacalista, poi come coordinatore di Afeva..

Massimo Iaretti

 

Valcerrina chiama Torino, Torino risponde

Caro Direttore,  la Valcerrina, con i Comuni che le appartengono geograficamente, rappresenta una particolarità. Posta per la maggior parte in Provincia di Alessandria, si incunea tra la Provincia di Asti e i primi centri della Città Metropolitana di Torino, da un lato, confinando, dall’altra parte del Po per un ampio tratto con la Provincia di Vercelli. E, in ogni caso, una parte dei suoi centri appartiene – a partire da Brozolo e Verrua Savoia – alla Città Metropolitana, pur avendo alcuni centri un legame con Casale Monferrato perché appartengono da secoli alla Diocesi di Sant’Evasio.

VALCERRINA1

Questa particolare posizione geografica costituisce da sempre un elemento di potenzialità e di debolezza, come in tutte le terre di confine data la lontananza dal capoluogo Alessandria, ma anche le non brevi distanze da tutti gli altri centri – Casale, come centro zona, Asti, Vercelli, Chivasso e di conseguenza Torino. Fatta questa indispensabile premessa, va ricordato che – sotto l’aspetto dello ambientale, culturale, paesaggistico, turistico, il suo territorio si trova “stretto” tra due aree inserite nella Lista dei beni Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, la Collina Torinese e il Monferrato (insieme a Langhe-Roero), anzi nel suo ambito vi è un terzo bene Unesco, il Sacro Monte di Crea, che fa parte dei Sacri Monti e percorsi devozionali piemontesi e lombardi.

In questo contesto, dunque, la Valcerrina costituisce uno dei più interessanti circuiti di turismo minore all’interno del Piemonte, con notevoli potenzialità, soprattutto se si avrà la capacità di guardare al di fuori della propria corte (caratteristica comune a moltissime aree della regione subalpina) ed a ragionare in una prospettiva di area (relativamente) vasta.perna foto mole mongolfiera

Oltre alla peculiare caratteristica dell’offerta enogastronomica e delle sue bellezze ambientali, in larga parte non ancora completamente conosciute, la Valcerrina ha una serie di risorse da valorizzare pienamente che possono essere degli ulteriori vettori dell’incremento della domanda turistica.

Mi limito ad elencarne alcuni del territorio dell’Unione dei Comuni della Valcerrina (che comprende Cerrina, Cereseto, Gabiano, Mombello Monferrato, Moncestino, Odalengo Grande, Ponzano, Serralunga di Crea, Villamiroglio) ricordando che non sono considerate, perché appartenenti ad altre unioni di Comuni, Camino, Villadeati e Murisengo, sede quest’ultia di un evento di portata nazionale, qual è la Fiera del Tartufo;

  • Santuario di Crea e Luoghi Pavesiani a Serralunga di Crea (e non solo) non dimenticando che lo scrittore ebbe ispirazione proprio a “Villa Mario” nello scrivere la Casa in collina
  • Castello Cavallero a Ponzano con tutte le implicazioni che la figura del Maresciallo d’Italia ha nella storia italiana e monferrina
  • Monte Sion a Mombello Monferrato e altri palazzi storici nel suo territorio comunale.
  • Culto di San Gottardo nella frazione Pozzengo di Mombello Monferrato
  • Torre San Quirico a Pozzo di Odalengo Grande
  • Castello di Gabiano ed Archivio Brusasca
  • Castello di Cereseto e legame con l’avvocato Gualino a Cereseto
  • I sentieri della Resistenza a Villamiroglio ed a Moncestino.
  • Le particolarità di Cerrina Monferrato –L’elenco sopracitato, che deve essere arricchito dai luoghi di culto, dalle panoramiche e quant’altro è solo un piccolo esempio di un territorio che, ad oggi, non ha ancora un pieno sviluppo turistico delle sue potenzialità e che, se così fosse, potrebbe essere effettivamente un motore di sviluppo non solo per i singoli comuni ma per un’area decisamente più vasta, quella della Valcerrina in senso più ampio, che va al di là dei confini amministrativi della Provincia di Alessandria e prosegue in direzione della Città Metropolitana. In questo senso la “strada” è già tracciata con l’intuizione del percorso escursionistico Superga – Crea, ma non bisogna perdere l’opportunità di costruirvi attorno altre occasioni di richiamo, a partire dai percorsi laterali e di intreccio con quello principale, sino ad arrivare ad altri denominatori comuni, come la via dei Longobardi, non dimenticando poi che le porte di accesso alla Valle sono diverse, soprattutto da Ovest, e una di queste è Chivasso. Cerrina/Villamirloglio, Queste sono riflessioni sulle quali lavorare e sulle quali l’auspicio è che si possa trovare una condivisione nell’immediato futuro.

    Massimo Iaretti

    Consigliere Delegato

    al Turismo

    Unione dei Comuni della Valcerrina

 

Consegnate 9.685 firme per la difesa dell’Ospedale e dei servizi sanitari del Cusio (Vco)

omegna_MG_8462Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte ha ricevuto lunedì 30 maggio a Palazzo Lascaris una delegazione del Comitato difesa dell’Ospedale e dei servizi sanitari di Omegna (Vco) che gli ha consegnato le prime 9.685 firme, raccolte in poco meno di un mese, per chiedere la stabilizzazione definitiva del Centro ortopedico di quadrante (Coq) – Ospedale Madonna del Popolo, il mantenimento dei servizi attualmente funzionanti, compreso il Centro di primo intervento, la cui chiusura notturna è prevista a partire da lunedì 6 giugno, e il mantenimento della titolarità delle funzioni in capo al Coq senza separare le prestazioni tra Asl e Coq. “Occorre procedere senza indugio alla definitiva stabilizzazione dell’esperienza gestionale del Coq, dopo ben quattordici anni di sperimentazione, riconoscendone il valore in campo sanitario, che ha contribuito a invertire il fenomeno della mobilità passiva verso le strutture ospedaliere del Novarese”, hanno ribadito i delegati, che hanno sottolineato la cancellazione di venticinque posti di continuità assistenziale a valenza sanitaria alla Casa di riposo Lagostina a favore dei territori del Verbano e dell’Ossola. Hanno inoltre ricordato la richiesta, inoltrata al presidente della Giunta regionale, di non modificare l’assetto sanitario territoriale del Vco sino all’entrata in funzione del nuovo Ospedale e annunciato una manifestazione, la sera di mercoledì 1° giugno, davanti al Coq. Il presidente del Consiglio regionale si è impegnato a comunicare oggi stesso al presidente della Giunta regionale di aver ricevuto la delegazione e le firme e di farne partecipe i presidenti dei gruppi consiliari alla prossima riunione dell’Assemblea dei capigruppo.

Dubai chiama Italia

L’anno dell’expo di Dubai può rappresentare un’opportunità importante per le aziende italiane, che abbiano interesse a mettersi in gioco negli Emirati Arabi
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*Di Paolo Pietro Biancone

 

Il 2020 è un obiettivo ricco di opportunità. L’anno dell’expo di Dubai può rappresentare un’opportunità importante per le aziende italiane, che abbiano interesse a mettersi in gioco negli Emirati Arabi. Dubai, infatti, si è aggiudicata l’Expo 2020, evento che avrà un enorme impatto sullo sviluppo economico dell’intera area: all’Expo 2020 sono attesi 25 mln di Visitatori, il 71% dei quali – per la prima volta nella storia dell’evento – proverrà da Paesi diversi da quello ospitante. Ciò significa che gli Emirati Arabi Uniti dovranno essere pronti ad accogliere oltre 17 mln di turisti.

Secondo due diversi studi, condotti da Deutsche Bank e Global Investment House, Dubai dovrà destinare circa 43 mld di USD all’implementazione delle sue infrastrutture in vista dell’Expo, di cui circa 10 dovranno essere spesi per migliorare e sviluppare i trasporti. Fra gli interventi più significativi, spiccano i lavori per le infrastrutture aeroportuali, a partire dal nuovo aeroporto di Dubai (Al Marktoum International Airport), vicino al sito dell’Expo, che ha iniziato il trasporto passeggeri lo scorso 27 ottobre 2014 e che, una volta completato, potrà gestire 12 mln di tonnellate di cargo e 160 milioni di passeggeri all’anno. E per di più, i 17 milioni di turisti attesi negli Emirati nei sei mesi di svolgimento dell’Expo stanno spingendo il Paese a puntare sullo sviluppo delle infrastrutture per il settore, con un ampliamento della gamma di prodotti e servizi offerti e soprattutto con nuove, grandi possibilità per le aziende italiane intenzionate ad entrare nel mercato emiratino o a rafforzare la propria posizione in questo ambito.

Non ultimo, la domanda di energia sta aumentando in tutta l’area MENA (Middle East & North Africa) e – secondo un recente rapporto pubblicato dall’Economist Intelligence Unit (EIU) – è destinata a crescere del 7% all’anno da qui al 2020. L’ammontare dei fondi che nei prossimi anni dovranno essere dedicati al settore energetico è impressionante: in base al Rapporto 2013 pubblicato da MEED, in tutta l’area MENA gli investimenti nel comparto supereranno i 200 mld di USD entro il 2020. Di questi, 100 mld saranno necessari per aumentare la capacità produttiva ed altrettanti dovranno essere investiti nei settori della trasmissione e della distribuzione di energia. Inutile sottolineare che ciò offrirà importanti opportunità a tutte le imprese che operano nel campo energetico. In particolare, poi, nell’area si sta puntando con determinazione sull’energia solare, un comparto strategico per le aziende italiane.

Come inserirsi nel mercato degli Emirati Arabi? È attiva la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti (“Italian Industry & Commerce Office in the UAE”), che attualmente sta selezionando un numero limitato di Aziende italiane la penetrazione nel mercato. Si tratta sicuramente di una selezione basata sui prodotti, i quali devono essere di buona e alta qualità. Non solo il profilo aziendale deve dimostrare la propensione all’internazionalizzazione, rafforzata dall’attitudine a confrontarsi con culture diverse dalla propria. Il mercato degli Emirati Arabi Uniti non addotta, infatti, la logica della sola presenza sporadica in occasione di qualche fiera (seppure importante), oppure la visita due volte l’anno da parte dell’Export Manager dell’Azienda italiana: l’azienda deve essere presente fisicamente nel territorio. Si rende, quindi, necessario avere delle figure che rappresentino l’Azienda con una loro presenza continuativa in loco e un ufficio di rappresentanza che offra “garanzia” al potenziale Cliente locale.

Questo mix: prodotti richiesti dal mercato, prezzi adeguati, personale dedicato presente in loco e ufficio commerciale dell’Azienda, creano la “situazione perfetta” che permette di entrare dalla porta principale e nella maniera adeguata, in un mercato in continua crescita e ricco di opportunità per il made in Italy.

*Professore ordinario, docente di finanza Islamica

Coordinatore del corso di dottorato in Business & Management

dell’Università di Torino

“Allenarsi per il futuro”: che lavoro farete da grandi?

lavoro goriaChe lavoro farete da grandi? In un mondo che cambia velocissimo è difficile dirlo, ma il libro “Allenarsi per il futuro” (Rubettino editore) può essere un bel punto di partenza per avere idee più chiare. Gli autori, Stefano Cianciotta e Pietro Paganini, mettono a fuoco idee e strumenti per il lavoro che verrà, nel testo tenuto a battesimo dall’Agenzia Piemonte Lavoro e presentato al Salone del libro di Torino.

E lo fanno con cognizione di causa. Stefano Cianciotta è infatti editorialista ed opinionista economico, docente di Comunicazione di crisi all’Università di Teramo; mentre Pietro Paganini è professore aggiunto alla John Cabot University in Business Administration e consulente di imprese ed istituzioni sui temi dell’innovazione e delle politiche per lo sviluppo.

lavoro lauraL’agile volume analizza le trasformazioni subite, e ancora in divenire, del mercato del lavoro e fa alcune ipotesi sulle competenze che saranno sempre più strategiche e richieste nel futuro prossimo. E qui c’è una prima nota dolente: la scuola non le ha ancora colte appieno ed è proprio da lì che bisogna partire. Quindi urge riconsiderare i modelli didattici e pedagogici fin’ora adottati e, nelle scuole italiane, si deve iniziare a parlare maggiormente di business ed imprenditorialità.

L’insegnamento va poi ristrutturato intorno a 3 attitudini da tenere ben presenti: perché in futuro sarà fondamentale essere sempre più curiosi, creativi ed intraprendenti. Tre qualità senza le quali non si andrà da nessuna parte. Allora vai con il restyling della scuola, a partire dai docenti che dovranno avere anche le funzioni di coordinatori, guide e motivatori. Poi aule concepite in modo completamente diverso, con classi non più disposte in modo frontale, ma all’insegna della sperimentazione e della collaborazione.

In estrema sintesi, la scuola deve diventare il luogo per eccellenza in cui scoprire, provare a risolvere problemi, sbagliare ma imparare a rialzarsi. Dovrà essere vissuta maggiormente come palestra in cui giocare, allenarsi e prepararsi, perché è lì che si inventeranno le professioni di un futuro che è già dietro l’angolo.

Laura Goria

 
 

Tassisti contro Dehors, l'errore è del Comune

Stamane in piazza Castello, auto bianche al posto di tavolini e sedie del dehors di un bar

Auto ecologica 3All’alba di questa mattina una singolare protesta ha visto coinvolti alcune tassisti di Torino e la proprietaria di un bar situato all’angolo tra via Po e piazza Castello. Nove tassisti, che rappresentano le sigle sindacali Fast/Confusal Ugl, Fedetaxi, Usb, Cna, Cgil, dopo varie discussioni, hanno deciso di occupare con le loro auto bianche l’area di sosta che per tradizione è sempre appartenuta a loro ma che ultimamente, è stata occupata dal dehors turistico del bar situato sotto i portici. taxi2Nessun abusivismo da parte della proprietaria del bar, nessuna prepotenza da parte dei tassisti: l’aerea in questione, di fatto, “appartiene” a entrambi in quanto il Comune di Torino ha rilasciato un regolare permesso per poter installare i tavolini e le sedie del nuovo dehors ma contemporaneamente, non ha mai revocato con un ordinanza l’autorizzazione dei tassisti a parcheggiare in quell’area di sosta. “ E’ un pasticcio degli uffici comunali ”- come ha spiegato alle cronache torinesi di “Repubblica” Federico Rolando, presidente piemontese di Federtaxi – “ Nessuno ci ha mai informato che quest’area non era più nostra, per spostarci altrove devono ovviamente prima consultarci ” – ed aggiunge – “ l ‘amministrazione ha creato questo pasticcio e ora lo deve risolvere ”.taxi2 Per calmare la situazione, diventata a un certo punto abbastanza critica, è dovuta intervenire una pattuglia della polizia accompagnata dai vigili. Vi sono due titolari di permesso regolare sulla stessa identica zona (la proprietaria del bar per il dehors e i taxi per parcheggiare), pochi metri quadri (spazio troppo piccolo per una convivenza) in una delle piazze centrali di Torino e una comunicazione mancata o mal interpretata tra gli uffici comunali : questi sembrano tutti gli elementi necessari per creare -come si suol dire- un bel pasticcio “all’italiana”. Intanto questa mattina al posto dei tavolini per il caffè e i croissant sono rimaste le auto bianche. E se a Torino si può cenare su un tram in movimento, aspettando l’intervento di chi di dovere, chi lo sa, forse potremmo anche abituarci a fare colazione su un taxi.

                                                                                                                   

                                                                                                             Simona Pili Stella

Un 2015 assolutamente positivo per Bene Banca

1 milione e 200 mila euro di utile e 13 nuovi inserimenti lavorativi

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Nel corso dell’ Assemblea dei Soci di Bene Banca, in programma domenica 29 maggio a Bene Vagienna, il Presidente di Bene Banca Pier Vittorio Vietti evindenziera’ le peculiarità e positività del Bilancio 2015. Sottoposto all’approvazione dei Soci, presenta un utile di oltre un milione e duecento mila euro. Il bilancio inoltre si pone come obiettivi i giovani, la produttività, l’efficienza, senza però mai dimenticare la tradizione. Bene Banca ha concluso l’esercizio 2015 con un utile di 1225 mila euro e una raccolta complessiva che sfiora il miliardo di lire, caratterizzata da un grande incremento del comparto gestito, con un + 70 milioni di euro. Il trend positivo è stato confermato nache dai dati del primo trimestre del 2016. Gli impieghi di Bene Banca ammontano a circa 450 milioni di euro destinati per oltre il 95% al sostegno delle Provincie di Cuneo e Torino.euro denaro

” Possiamo affermare – ha dichiarato il Presidente di Bene Banca Pier Vittorio Vietti – che Bene Banca ha ripreso la sua corsa verso traguardi importanti, affermandosi come banca locale di riferimento per le famiglie e gli operatori economici del territorio. La produzione di risultati aziendali positivi ha consentito di incrementare la patrimonializzazione e il sostegno alle comunità locali, nell’ottica del mutualismo e della cooperazione. A differenza delle grandi banche, che sono solite tagliare posti di lavoro, noi procediamo in direzione opposta, avendo inserito nel nostro organico 11 nuovi tirocinanti e due neoassunti, un risultato che ritengo assolutamente positivo”.

Mara Martellotta

 

Ecco i vincitori del Progetto Storia Contemporanea

Giovedì la premiazione degli studenti vincitori del Progetto di storia contemporanea promosso dal Consiglio regionale del Piemonte

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Domani, Giovedì 26 maggio,  alle 10.30 nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea legislativa piemontese, si svolge la premiazione dei 130 studenti vincitori del XXXV Progetto di storia contemporanea promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

“La nostra regione – osserva il vicepresidente del Consiglio regionale delegato al Comitato – non solo è stata la prima in Italia a istituire con una legge, nel 1976, un Comitato per la difesa e l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione, ma tra le prime a promuovere progetti di studio sulla storia contemporanea, coinvolgendo, a partire dal 1981, decine di migliaia di studenti medi piemontesi e organizzando centinaia di viaggi nei luoghi della memoria”.

La graduatoria dei 26 gruppi, composti ciascuno da 5 studenti è stata redatta dalla Commissione di valutazione composta da componenti degli Istituti storici della Resistenza piemontesi. Nella scelta dei tre temi proposti gli studenti si sono così suddivisi: il 38,9% ha optato per la prima traccia (strategia della tensione e anni di piombo: la stagione del terrorismo), il 13% per la seconda (repubblica e trasformazione della società italiana) e il 48,1% per la terza (migrazioni: “muri” vs “ponti”).

I vincitori hanno anche preso parte a viaggi studio nei luoghi della memoria in Bosnia Erzegovina (Sarajevo, Mostar, Srebrenica), a Trieste (Risiera di San Sabba, Foiba di Basovizza, al Sacrario di Redipuglia) e in Austria (campi di sterminio di Mauthausen e di Gusen).

 
Nella foto  gli studenti piemontesi a Sarajevo

Terre alte, che fare?

“Psr, le misure per Comuni e Unioni montane. Percorsi per lo sviluppo socio – economico delle Terre Alte”. Questo è il titolo del seminario che verrà ospitato lunedì 23 maggio, a partire dalleMONTAGNE ore 9.30 nella sala Andromeda del Biondustry Park di Colleretto Giacosa, centro dell’eporediese che, se è vero che si trova con una parte in pianura, è proprio alle porte della montagna canavesana. Lo promuove la Compagnia di San Paolo nell’ambito del programma “Torino e le Alpi” d’intesa con Regione Piemonte ed in collaborazione con Uncem. I lavori saranno aperti da Alberto Avetta, vice sindaco della Città Metropolitana di Torino e da Alberta Pasquero, amministratore delegato del Biondustry Park. Paola Sabbione della Compagnia di San Paolo illustrerà il programma Torino e le Alpi, mentre Mario Perosino, funzionario regionale, metterà sotto i riflettori del misure del Piano di sviluppo rurale 2016 – 2020 dedicate a Comuni ed Unioni montane. E’ previsto l’intervento di Marco Bussone vice presidente di Uncem Piemonte e di Fabrizio Gea, presidente di Confindustria Canavese.

Massimo Iaretti

“Do you Bike?". Abbonamenti speciali con BicinCittà

bici 2BicinCittà, il più esteso network Italiano dedicato al servizio di bike sharing, con oltre 100 comuni serviti sul territorio nazionale, è on air con la campagna “DO YOU BIKE?”, volta a incrementare il numero dei propri bikers puntando su formule di abbonamento promozionali. Oltre al classico abbonamento da 25€ e valido per un anno intero – 1YEAR -, BicinCittà promuove le card 2DAYS e 1DAY, proposte rispettivamente a 13€ e 8€. Questo non solo per avvicinare quanti più cittadini possibili, ma anche per favorire gli spostamenti all’interno delle nostre città di tutte le persone che le visitano. Sono sempre di più i turisti che, per brevi spostamenti durante i soggiorni nel nostro paese, richiedono forme di sharing mobility. Le biciclette sono in cima a questa lista. La campagna, la cui creatività è incentrata su un modo di vedere le città dagli occhi di chi pedala, sarà on air dal 16 maggio fino a settembre. Prima tappa della campagna è Torino, dove dal 2010 è attivo [TO]Bike, uno dei servizi di bike sharing più estesi in Italia e anche in Europa, con bike2oltre 25.000 iscritti e più di 1.000 biciclette gialle circolanti. La campagna vivrà all’interno di una pianificazione che prevede manifesti su impianti [MU]Street 120×180, dieci stazioni bike sharing interamente brandizzate, tra cui le suggestive Piazza San Carlo, Piazza Solferino e Via Montebello (a ridosso della Mole Antonelliana) e la personalizzazione di oltre 50 bici circolanti. Dopo Torino, la campagna “DO YOU BIKE?” sarà on air anche a Padova, Treviso e La Spezia, comuni serviti dal network BicinCittà. “Oltre agli aspetti commerciali, è fondamentale emergano da questa campagna i valori in campo – dichiara Gianluca Pin, Direttore Commerciale di BicinCittà – promuovendo il bike sharing, come avviene per altri servizi di mobilità condivisa, promuoviamo un ambiente migliore, non solo per chi pedala, ma anche per le nostre città, per le persone che abitano nei nostri centri urbani e che ogni anno accolgono anche migliaia di turisti. La bicicletta è un mezzo di spostamento che si integra perfettamente con altre forme di sharing, il nostro obiettivo primario è trasmettere questo questo messaggio per una mobilità e un futuro sempre più sostenibile”.