ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 573

Se ci si ferma per governare lo status quo

LA NOTA DI COTA

Torino è una città in declino. Non lo dice solo chi è politicamente schierato contro lattuale Giunta Appendino, ma è un tam tam che si avverte anche in quel milieu salottiero che aveva appoggiato lascesa dellattuale sindaco. Si tratta di uno dei primi segnali di crisi del sistema di governo dei 5 Stelle e della loro politica fatta di molti slogan, di molta ideologia e di poca prospettiva? Certamente si. Ma lanalisi rischia di essere molto incompleta. Se Torino, oggi, è una città che si trova un po’ isolata e lontana dalle grandi partite ,la colpa  non è solo dellAppendino, ma di una tendenza isolazionista che si è sviluppata soprattutto negli anni in cui ad un certo sistema piaceva molto crogiolarsi nella costruzione dei falsi miti. Sono arrivate le olimpiadi, è arrivata lalta velocitàè stata ristrutturata la Reggia di Venaria. Finite le novità, che cosa rimane? Perché Torino non si è veramente integrata nella grande area urbana ed industriale del nord? Ricordo lo slancio con il quale da Presidente della Regione avevo inaugurato la stazione di Porta Susa e varato i piani a sostegno delle nostre imprese e della loro innovazione. Era stata approvata anche la riforma sanitaria per modernizzare un sistema ospedaliero decisamente obsoleto. Dopo pochissimo tempo, sono cominciati gli attacchi ed è stata perpetrata una delle operazioni politicamente più vergognose che si possano immaginare. La verità è che molte cose si sono fermate, perché è più importante governare lo status quo. Cioè controllare il declino.

Roberto Cota

Tutti contagiati di salute e benessere

Un impegno pubblico per promuovere corretti stili di vita. Oltre duecento sindaci, autorità,  rappresentanti delle categorie, dell’associazionismo e delle organizzazioni sindacali, mondo della scuola e dell’informazione della provincia di Torino sono pronti ad  assumere un ruolo da protagonisti nel comunicare e realizzare progetti di salute e benessere. Dopo l’appuntamento di Asti dello scorso 21 aprile, il “Cammino degli Stati Generali dello Sport e del Benessere” arriva nel capoluogo piemontese. L’incontro, che si tiene mercoledì 11 ottobre alle ore 11 nell’Auditorium del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino (via Mazzini 11), è organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte, attraverso gli Stati generali e la Consulta regionale dei Giovani, in collaborazione con la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro onlus, l’Università degli studi di Torino e il Centro ricerche performance e benessere. Media partner la Testata giornalistica regionale Rai.

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Portano il saluto istituzionale Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale; Giorgio Bertola e Gabriele Molinari, membri dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea regionale in rappresentanza della Consulta Giovani; Allegra Agnelli, presidente della Fondazione per la ricerca sul cancro, e Gianmaria Ajani, rettore dell’Università degli studi di Torino. Molti i testimonial dell’evento, condotto dal regista e presentatore Rai Paolo Severini, dal presidente del Centro ricerche performance e benessere Luciano Gemello e dalla presentatrice Cristina Chiabotto (Miss Italia 2004).Salgono sul palco l’attore e regista Arturo Brachetti, l’illusionista e conduttore tv Marco Berry, il direttore generale ed ex calciatore del Torino Fc, Antonio Comi, la dirigente dell’ospedale Molinette di Torino, specialista in dietologia e scienza dell’alimentazione, Etta Finocchiaro, il ricercatore del dipartimento di Scienze cliniche e biologiche della Suism dell’Università degli studi di Torino, Massimiliano Gollin, i cabarettisti Marco (Amerio) e Mauro (Mangone). L’attore Luca Argentero, testimonial dell’evento, anche in rappresentanza della onlus 1Caffé, di cui è vicepresidente e socio fondatore, partecipa attraverso un video. Presente invece sul palco del Conservatorio il presidente della onlus, Beniamino Savio. Chiudono la mattinata con un’esibizione dal vivo gli “Eugenio in via di gioia”, vincitori della precedente edizione di “_reset festival”, accompagnati dal direttore artistico del festival che si è appena concluso, Alberto Citriniti, che illustra il progetto Wellness 4 music e music 4 wellness – organizzato in collaborazione con gli Stati generali dello Sport e del Benessere. Durante la manifestazione vengono proiettate le immagini della campagna sociale sui corretti stili di vita, condotta prevalentemente sul canale Instagram dell’Assemblea e caratterizzata dall’hashtag #contagiatidibenessere.

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Al via “Rights on the movie”

“Il cammino verso la conquista dei diritti umani ha bisogno non solo della volontà di vedere rispettati i principi di uguaglianza e dignità di ogni singola persona, vicina e lontana, ma richiede anche la conoscenza e la condivisione delle storie, delle diverse realtà, delle culture in cui quei diritti devono e possono essere rispettati e affermati”. È con questo spirito, dichiara il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Diritti umani Mauro Laus che il Comitato organizza, anche quest’anno – in collaborazione con Agiscuola – la rassegna cinematografica Rights on the Movie, che si apre lunedì 9 ottobre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65, a Torino, con la pellicola Boyhood di Richard Linklater. Giunta alla terza edizione, l’iniziativa, dedicata agli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e ai cittadini, si focalizza quest’anno sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. “Un’occasione – prosegue il presidente Laus – per capire cosa siano i diritti e quando vengano negati, per conoscere la realtà di oggi in diversi contesti e paesi del mondo. Abbiamo scelto di farlo raccontando le vite di uomini, donne e bambini che sperimentano sulla propria pelle la negazione dei più importanti diritti. Dare visibilità a questi temi, ai diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione e dai Trattati internazionali, significa denunciare le situazioni di crisi, ma anche e soprattutto far conoscere percorsi reali per affermare una nuova e più rispettosa coscienza civile e sociale nella vita di tutti i giorni, nella politica, nell’economia e nella società civile”. Rights on the Movie prevede, a cadenza quindicinale dal 9 ottobre al 20 novembre, la proiezione mattutina di quattro pellicole per gli studenti e, dal 10 ottobre al 5 dicembre cinque proiezioni serali per la cittadinanza.

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Questi i film e gli orari delle proiezioni

– Boyhood di Richard Linklater, che affronta il tema dei genitori separati, lunedì 9 ottobre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65 e martedì 10 alle 20.30 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino;

– Un bacio di Ivan Cotroneo, sul bullismo, lunedì 23 ottobre alle 10.30 al cinema Massaua di piazza Massaua 9 e martedì 24 alle 20.30 al cinema Massimo, a Torino;

 Vai e vivrai di Radu Mihaileanu, sui temi dell’adozione e dell’integrazione, lunedì 6 novembre alle 10.30 ai cinema Monterosa di via Brandizzo 65 a Torino, Cristallo di via Battisti 7 ad Acqui Terme (Al), Lumiere di corso Dante 188 ad Asti, Verdi di via Pozzo 2 a Candelo (Bi), Vittoria di via Cavour 20 a Bra (Cn), Pellico di piazza Cattaneo 24 a Trecate (No), Sociale di via Carducci 2 a Omegna (Vco) e Lux di via Calderini 9 a Borgosesia (Vc) e martedì 7 alle 20.30 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino;

– Vado a scuola di Pascal Plisson, sul diritto allo studio, lunedì 20 novembre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65 e martedì 21 alle 20.30 al cinema Massimo, a Torino.

La rassegna si conclude martedì 5 dicembre alle 20.30 al cinema Massimo di Torino con la proiezione di Mustang di Deniz Gamze Ergüwen sul tema dell’autodeterminazione femminile.

Tutte le proiezioni sono ad ingresso gratuito, fino a esaurimento posti.

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Mobilità condivisa: progetto al Valentino

Prende avvio ufficialmente al Castello del Valentino con l’incontro di kick-off il progetto europeo STARS – Shared mobility opporTunities And challenges foR European citieS. Il progetto, finanziato dal programma Horizon 2020 nel quadro del Pilastro “Societal Challenges – Smart, Green And Integrated Transport”, vede come capofila il Politecnico di Torino, con il coordinamento del professor Marco Diana del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture.

 

STARS nasce dal bisogno di una riflessione approfondita sui servizi di mobilità condivisa in Europa. Il car sharing sta infatti crescendo rapidamente nel nostro continente, con più di 2,2 milioni di utenti stimati nel 2014 (+79% rispetto al 2012). Tuttavia molti aspetti devono ancora essere chiariti per poter orientare lo sviluppo di tali servizi verso la massimizzazione dei potenziali benefici per le collettività. Per questo il progetto mira a individuare scenari futuri di mobilità condivisa, valutarne i relativi benefici potenziali e sviluppare per i policy-maker strumenti decisionali utili a raggiungerli.

 

“Gli impatti reali dei servizi di car sharing – in termini di riduzione della congestione, di impronta ambientale e di inclusione sociale – sono mediati sia dalle preferenze individuali che dai modelli di innovazione sociale”, spiega il professor Diana. Per questo verranno impiegate congiuntamente conoscenze e metodi di ricerca propri dell’ingegneria dei trasporti, della psicologia sociale e dell’economia ambientale al fine di comparare i modelli di business e le innovazioni sociali esistenti e di valutare le implicazioni degli schemi di car sharing per l’industria e per le comunità locali. “Vogliamo da un lato identificare nuovi modelli di business a supporto del settore industriale e dall’altro fornire ai policy-maker degli strumenti utili a individuare la combinazione più appropriata di misure per raggiungere il mix modale ottimale, dato un dichiarato obiettivo di politica dei trasporti”.

 

Le attività saranno svolte nell’arco di 30 mesi da un consorzio composto da 9 partner di 6 diversi Paesi europei, tra cui GM Global Propulsion Systems – Torino come partner industriale.

 

(foto: il Torinese)

34^ Edizione di “Diventiamo cittadini europei”

Ha preso avvio, con la pubblicazione del bando, la 34° Edizione del Concorso “Diventiamo cittadini europei. Per un’Europa più unita, più democratica e più solidale”. L’iniziativa, relativa all’anno scolastico 2017-2018, è riservata agli Istituti d’Istruzione Secondaria di II grado del Piemonte ed è promossa dal Consiglio regionale del Piemonte e dalla Consulta regionale Europea, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale e il Parlamento Europeo.  Il concorso è finalizzato alla formazione delle giovani generazioni in una prospettiva sovranazionale per prepararle ad essere cittadine e cittadini di un’Europa unita in un mondo interdipendente. Il concorso consiste nella svolgimento di uno dei due temi proposti. Nel primo, basandosi sulla recente decisione della Gran Bretagna di uscire, dopo l’esito del referendum, dall’Unione europea e sulle ipotizzabili conseguenze di tale decisione, viene richiesta ai partecipanti la stesura di una lettera aperta ad una coetanea o ad un coetaneo del Regno Unito esponendo loro le proprie opinioni sull’argomento. Nel secondo, riflettendo sull’ art. 3 del Trattato di Lisbona  che impegna l’Unione europea a perseguire la piena occupazione e il progresso sociale, rilevando come in Italia il tasso di disoccupazione, specie giovanile, sia preoccupante, pone ai partecipanti tre domande: se sono a conoscenza che l’Unione Europea offre loro molte opportunità per studiare e cercare lavoro in altri paesi europei; se conoscono le politiche intraprese dall’Unione Europea per combattere la disoccupazione; quali nuove iniziative dovrebbe intraprendere l’Unione per affrontare più adeguatamente il problema.

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Al fine di illustrare i temi proposti è stata organizzata una giornata formativa che si terrà a Torino presso la sede del Consiglio regionale del Piemonte mercoledì 25 ottobre 2017 e un fitto ciclo di 19 conferenze – dal 24 ottobre al 7 dicembre-  nelle scuole per  preparare le studentesse e gli studenti al concorso.

 

 

Eccole, nel dettaglio:data ora città sede indirizzo docente

1 Mart 24/10 10:15 IVREA Istituto Superiore G. Cena Via Dora Baltea 3 MALANDRINO

2 Ven 27/10 10:00 TORINO Aula del Consiglio Regionale del Piemonte Via Alfieri 15 CORALLUZZO

3 Ven 27/10 10:00 CARMAGNOLA IIS Baldessano Roccati Viale Garibaldi 7 VELLANO

4 Mar 7/11 10:30 ACQUI TERME Istituto Rita Levi Montalcini Corso Carlo Marx 2 MALANDRINO

5 Mer 8/11 10:00 TORINO Aula del Consiglio Regionale del Piemonte Via Alfieri 15 GREPPI

6 Merc 8/11 10:15 SAVIGLIANO Istituto Superiore Arimondi Eula Piazzetta Baralis 5 PORRO

7 Mer 15/11 10:00 NOVARA LSS Antonelli Via Toscana 20 LEVI

8 Mer 22/11 10:00 ALESSANDRIA ITIS A. Volta Spalto Marengo 42 BORDINO

9 Mer 22/11 11:00 CASALE M.TO Istituto Superiore Cesare Balbo Via G. del Carretto 1 PORRO

10 Mer 22/11 10:30 BIELLA Liceo A. Avogadro Via Galimberti 5 GREPPI

11 Mer 22/11 10:30 CUNEO Liceo Peano Pellico Corso Giolitti 11 VELLANO

12 Ven 24/11 11:00 OMEGNA Istituto Superiore Dalla Chiesa Spinelli Via Colombera 8 CORALLUZZO

13 Mar 28/11 10:30 VALENZA Istituto Benvenuto Cellini Via Pontecurone 17 MORELLI

14 Mer 29/11 10:30 ALBA I.I.S. Luigi Einaudi Via Pietro Ferrero 20 MORELLI

15 Mer 29/11 10:30 PINEROLO Auditorium Baralis – Istituto Porporato Via Marro 10 LEVI

16 Mer 29/11 10:00 ASTI Liceo Scientifico F. Vercelli Via dell’Arazzeria 6 PORRO

17 Gio 30/11 11:00 VERCELLI Liceo Avogadro Corso Palestro 29 PISTONE

18 Lun 4/12 10:30 TORTONA Fondazione CRT Via Puricelli MORELLI

19 Gio 7/12 10:00 TORINO Aula del Consiglio Regionale del Piemonte Via Alfieri 15 VELLANO

 

Le conferenze saranno tenute da un gruppo di nove  professori: Giampiero Bordino, storico, esperto in problematiche europee; Valter Coralluzzo, docente di Relazioni Internazionali, Università di Torino; Edoardo Greppi, docente di Diritto dell’Unione europea, Università di Torino; Lucio Levi, docente di Politica comparata, Università di Torino; Corrado Malandrino, docente di Storia dell’integrazione europea, Università Piemonte Orientale; Umberto Morelli, docente di Storia delle relazioni internazionali, Università di Torino; Sergio Pistone, docente di Storia dell’integrazione europea, Università di Torino;Giuseppe Porro, docente di Diritto internazionale dell’economia, Università di Torino; Michele Vellano, docente di Diritto internazionale e dell’UE, Università della Valle d’Aosta. Gli elaborati devono essere individuali. La trasmissione degli elaborati (che dovranno essere già selezionati dalle scuole) deve avvenire con lettera entro e non oltre giovedì, 21 dicembre 2017 alla Consulta Europea del Consiglio regionale in  Via Alfieri 15  a Torino.Sul sito della Consulta Europea www.consiglioregionale.piemonte.it/europea è possibile reperire tutta la documentazione necessaria. La valutazione degli elaborati verrà effettuata da un’apposita commissione esaminatrice nominata composta da docenti universitari, esperte ed esperti in problematiche europeistiche e presieduta dal dirigente del Settore Organismi Consultivi, Osservatori e Informazione. Le vincitrici ed i vincitori nel numero massimo di centosessanta, accompagnati e accompagnate da un numero massimo di dieci insegnanti, parteciperanno – nel corso del 2018 –  a viaggi-studio ad istituzioni europee ed internazionali, alla 32^ edizione del Seminario di formazione alla cittadinanza europea di Bardonecchia e alla Festa dell’Europa promossa dal Parlamento Europeo a Milano. I migliori elaborati saranno pubblicati sulla pagina Facebook istituzionale “Consiglio regionale del Piemonte”. La cerimonia di premiazione delle vincitrici e dei vincitori si svolgerà nel mese di maggio 2018. Le studentesse e gli studenti riceveranno l’attestato “Diventiamo cittadini europei”.

 

 

Con Trump l’Iran torna “Stato canaglia”

FOCUS  di Filippo Re

Bush sta preparando un attacco nucleare contro l’Iran? Nell’aprile 2007, un giornalista chiese al presidente Bush durante una conferenza stampa alla Casa Bianca: “quando parla dell’Iran, signor presidente, lei afferma che sono aperte tutte le opzioni. Ciò include anche la possibilità di un attacco nucleare? Bush rispose: “tutte le opzioni sono sul tavolo. La prima cosa che i governanti dovranno capire è che un Iran con un’arma atomica in pugno sarebbe un fattore di incredibile destabilizzazione per il mondo”. Dalla Corea del Nord all’Iran e alla Siria, tornano gli “Stati canaglia” con un linguaggio aspro e rude che non si sentiva dai tempi di George W. Bush. I toni si sono riaccesi all’improvviso e, tra minacce, insulti e lancio di missili, il duello tra Teheran e Washington è ripreso caldissimo, sul modello nordcoreano, preoccupando la comunità internazionale. La mano tesa di Obama all’Iran, che ha portato all’accordo sul nucleare iraniano del 14 luglio 2015, è stata recisa da Trump che non si fida degli ayatollah per tanti motivi e non crede all’impegno dell’Iran a rinunciare all’arma atomica, fino a mettere in discussione l’intesa di due anni fa. La definisce non solo “pessima e imbarazzante” ma “una delle peggiori intese che gli Stati Uniti abbiamo mai sottoscritto” ricevendo l’approvazione entusiastica di Israele e dei falchi di Teheran. Si torna dunque all’antica nei rapporti tra la potenza americana e il Paese degli ayatollah, uno scontro a suon di parole pesanti, accuse e provocazioni che ricorda la stagione di Bush e Ahmadinejad. Trump afferma tra l’altro che “l’Iran deve mettere fine alla sua ricerca di morte e di armi di distruzione di massa”. I leader iraniani, Rouhani e Khamenei, rispondono che le parole di Trump sono “ignoranti, assurde e piene di odio”. Rispuntano anche le famose armi di sterminio di massa che nell’Iraq di Saddam Hussein erano chimiche e non furono mai trovate e che secondo Bush sarebbero servite agli iracheni per dominare il Medio Oriente e terrorizzare il mondo. Ora invece sarebbe l’Iran a produrre segretamente armi nucleari. Nuove nubi si affacciano sul tempestoso rapporto tra due grandi Paesi che non si sopportano dagli anni Cinquanta e che riporta alla luce una delicata questione che sembrava ricomposta dopo anni di lungo e faticoso negoziato. Si torna al muro contro muro, la piccola potenza persiana che si oppone alla forza della più grande potenza del pianeta. Trump e gli ayatollah vestono i panni di Bush e Ahmadinejad. Straccerà Trump l’accordo di Vienna? Il presidente americano detesta il regime iraniano ma all’interno della sua amministrazione le colombe sembrano prevalere sui falchi e pochi sono favorevoli a cancellare la storica intesa sul controverso progamma atomico. Il fronte europeo, guidato da Macron, rischia di dividersi. Uscire dall’intesa, si sostiene a Bruxelles, sarebbe un errore ma si accusa l’Iran di esercitare troppa pressione nella regione e di esagerare con i test missilistici. Trump invece vuole riaprire un vecchio capitolo di politica estera che ha segnato le relazioni internazionali e i rapporti tra le grandi potenze per tanti anni rischiando di portare il mondo vicino a un conflitto dalle conseguenze imprevedibili. Azzerare l’accordo e ricominciare da capo? Rinegoziare una nuova intesa? Trump deve chiarire entro il 15 ottobre al Congresso, che non ha mai ratificato l’accordo, se l’Iran sta rispettando o meno il patto firmato due anni fa. Probabilmente ha già deciso perchè considera l’Iran inadempiente rispetto alle condizioni poste dall’accordo. In questo caso

 (AP Photo/Carlos Osorio)

gli Stati Uniti ripristinerebbero le sanzioni eliminate mentre i Paesi europei, se vogliono, potranno continuare a rispettare le intese raggiunte e fare affari con l’Iran. Sotto accusa per la Casa Bianca ci sono i test missilistici che non solo violerebbero lo spirito dell’intesa ma dimostrerebbero che Teheran non intende affatto rallentare il suo programma nucleare militare che dovrebbe interrompere o almeno frenare per dieci anni. L’Iran naturalmente sostiene il contrario e parla di rinuncia totale alle armi nucleari citando il primo paragrafo del testo. L’intesa del 2015 tra i governanti iraniani e il Gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e l’Ue) costringe l’Iran ad accettare ispezioni internazionali nei siti nucleari e già diverse volte gli ispettori dell’Onu hanno certificato che l’Iran sta rispettando il patto ma Trump parla di violazioni dei termini dell’accordo. La dimostrazione lampante dell’aggressività iraniana si è verificata il 23 settembre con il lancio di un missile con una gittata superiore ai 2000 chilometri, in grado di portare diverse testate nucleari, in disaccordo quindi con la risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu che prevede (il testo tuttavia non è molto chiaro su questo punto) la possibilità di sperimentare missili non in grado di caricare bombe nucleari. Il lancio del vettore Khorramshahr, fabbricato dopo anni di lavoro, dimostra chiaramente che l’Iran non ha mai ritardato il suo programma missilistico, neppure con Obama a Washington. Un campanello d’allarme per tutti dunque ma forse è ancora troppo presto per sostenere che l’atomica iraniana è vicinissima, come si diceva già oltre dieci anni fa. Ma c’è dell’altro: l’Iran viene messo sotto accusa da Trump per le sue attività in Siria, Iraq, Libano, nello Yemen e per la collaborazione con la Corea del Nord in materia nucleare. Non è la prima volta quest’anno che l’Iran mostra i muscoli. Il 29 gennaio le Forze armate di Teheran lanciarono un missile di medio raggio, poi esploso in aria, mentre a giugno i Guardiani della Rivoluzione, corpo militare d’élite del regime, ordinarono il lancio di alcuni missili in Siria contro postazioni dei jihadisti dello “Stato islamico”. Il nucleare iraniano diventa quasi un pretesto per scagliarsi contro un Paese “che continua a esportare terrorismo, violenza e caos”, che combatte in prima linea in Siria per sostenere Assad, a fianco dei russi e che sostiene Hezbollah, il partito di Dio libanese, nella lotta contro i gruppi jihadisti. E mentre aumenta il suo peso politico e militare nell’Iraq sciita, gli iraniani cercano di arrivare al potere anche nello Yemen sul Golfo di Aden dove armano e finanziano i ribelli sciiti in lotta contro un governo, cacciato dagli insorti, ma alleato dell’Arabia Saudita intervenuta militarmente al suo fianco. É l’ombra nera, cupa e minacciosa che gli ayatollah proiettano con successo all’estero a preoccupare la Casa Bianca. É l’Iran il grande nemico da affrontare, oltre alla Siria di Assad e alla Corea del Nord. Non è tanto il nucleare iraniano che torna a far paura uscendo improvvisamente dai bunker delle montagne iraniane in cui è stato confinato due anni fa dalla diplomazia internazionale ma il nuovo ruolo di primo piano che l’Iran ha assunto nella regione e di fronte al consesso mondiale dopo essere riemerso dall’isolamento internazionale e aver riacquistato credibilità e forza dopo anni di sanzioni. Ora che Teheran è rientrata nella comunità internazionale a tutti gli effetti è bene che ci rimanga. Le sue mosse vanno controllate attentamente, l’intesa prevede il ripristino delle sanzioni in qualsiasi momento ma isolarla di nuovo porterebbe su una strada sbagliata.

Filippo Re

(“La Voce e il Tempo”)

 

 

Gli industriali: “Più investimenti, la ripresa è solida”

“Tutti i principali indicatori registrano un andamento positivo, in particolare il trend degli investimenti nell’industria, grazie anche agli incentivi inseriti nell’ultima legge finanziaria. La ripresa a Torino è solida. I dati sono  incoraggianti, soprattutto l’accelerazione degli investimenti in macchinari da parte delle imprese manifatturiere: effetto dell’elevato tasso di utilizzo degli impianti, delle favorevoli condizioni finanziarie ma anche del programma di incentivi di Industria 4.0.”. Ne sono convinti gli industriali torinesi che hanno presentato l’ indagine congiunturale trimestrale. A parlare è il presidente Dario Gallina che aggiunge:  “Il rilancio della spesa può dare basi più solide alla fase espansiva, ma a strada da percorrere resta lunga”. Invariato il ricorso agli ammortizzatori sociali mentre tra i settori le indicazioni più favorevoli provengono dall’industria metalmeccanica. In crescita anche chimica, alimentare, gioielli e giocattoli.

“Spazio Vernea” 40mila metri per l’impresa

Nella zona sud di Torino, la Città di Nichelino, in sinergia con le Associazioni Datoriali (API Torino, Unione Industriale, Confartigianato, CNA) e SIT Sviluppo Investimenti Territorio, la proprietà, ha creato le condizioni favorevoli per un nuovo e concreto sviluppo industriale del territorioSpazio Vernea

 

Spazio Vernea è oggi un’area industriale, ma è anche una visione di crescita, il primo passo di un progetto più ampio di rilancio del sistema industriale di Torino Sud.Spazio Vernea è non solo l’opportunità di condividere la visione sul futuro proposta dalla Città di Nichelino, ma anche la tangibile possibilità di insediamento di una nuova realtà manifatturiera: 40.000 mq, già completamente urbanizzata, offerta a condizioni economiche estremamente vantaggiose (55 euro/mq trattabili),disponibile immediatamente a ospitare nuovi insediamenti industriali rilevanti.orte della condivisione tra pubblico e privato che contraddistingue l’Amministrazione Comunale, Spazio Vernea è un intervento controcorrente in questo periodo di crisi, in cui la Città di Nichelino offre:

– Fiscalità Agevolata con importanti vantaggi fiscali a fronte dell’acquisto dell’intero lotto, prevedendo  l’esenzione dal pagamento della IUC (IMU, TASI, TARI) per i primi tre anni

– Banda Ultra Larga l’Amministrazione Comunale a breve costruirà un progetto per la posa della fibra ottica e agevolare alta connessione per le aziende

– Sportello Unico per le aziende capace di rispondere adeguatamente alle richieste burocratiche

 Manutenzione delle aree industriali con lo stanziamento per il prossimo triennio di 200.000 € /anno

Gli attori del progetto Spazio Vernea a fine 2016 hanno avviato un tavolo di confronto sui temi di sviluppo e visione strategica dell’area. Al tavolo si sono seduti per numerosi incontri l’Amministrazione Comunale, nelle persone di Giampietro Tolardo, Sindaco della Città di Nichelino, e Diego Sarno, Assessore all’Industria e Artigianato della Città di Nichelino, i rappresentanti delle Associazioni Datoriali del territorio, nelle persone di Giuseppe Scalenghe, Vice Presidente API Torino, Antonino Scordo, di Unione Industriale Torino, Claudio Rizzolo di ConfartigianatoTorino, Rosa Maria Polidori di CNA Torino, e Alessandra Configliacco, in rappresentanza di SIT Sviluppo Investimenti Territorio, società partecipata proprietaria dell’area al centro del progetto di sviluppo. Giampietro Tolardo, Sindaco della Città di Nichelino, dichiara: «Ormai è quasi un anno che abbiamo avviato un percorso di condivisione con il territorio per cercare di instradare tutta una serie di progettualità che partono dal basso. Abbiamo intenzione di cercare di incentivare l’arrivo di nuove aziende, che possano produrre nuovi posti di lavoro e soprattutto possano rappresentare uno stimolo all’insediamento di strutture aziendali più piccole. Spazio Vernea vuole essere un affiancamento alle aziende per quelle difficoltà che si hanno oggi nell’insediare ed aprire una nuova azienda sul territorio».

“Nome in codice, Caesar”

FOCUS  di Filippo Re

Meglio Bashar al Assad o un finto califfo sul trono di Damasco? Il presidente siriano è davvero il male minore per il futuro della Siria? Se guardiamo queste fotografie si direbbe proprio di no. È più feroce e brutale il leader dell’Isis o il giovane rais che sta riconquistando il suo Paese, legittimato almeno da una parte della comunità internazionale. Le stragi e le orrende decapitazioni dei tagliagole del Daesh le abbiamo viste spesso in tv o su internet all’ora di cena, quasi in diretta, ma i massacri del leader siriano contro la sua gente non li abbiamo mai visti. Ora queste crude e agghiaccianti fotografie stanno facendo il giro del mondo. Fino al 17 ottobre si possono vedere anche a Torino. Forse sarebbe meglio non vederle, di atrocità ne vediamo abbastanza ogni giorno, ma farle passare in silenzio sarebbe ancora più grave. “Le immagini esposte potrebbero urtare la vostra sensibilità…” c’è scritto sulla locandina della mostra, quindi siamo tutti avvisati, e noi ne presentiamo solo alcune. Migliaia di siriani sono stati impiccati negli ultimi anni nelle prigioni di Damasco, in particolare in quella di Saydnaya. Un recente impressionante rapporto diffuso da Amnesty Internazionale ha rivelato come dal 2011 al 2015 il governo siriano abbia organizzato una sistematica campagna di esecuzioni mediante impiccagioni di massa. Almeno una volta alla settimana gruppi composti da decine di detenuti venivano presi dalle loro celle e impiccati. In cinque anni le vittime di queste impiccagioni sono state circa 13.000, tutti oppositori del regime che dovevano sparire in segreto. Il rapporto, dal titolo “Il mattatoio di esseri umani: impiccagioni di massa e sterminio nella prigione di Saydnaya”, denuncia anche le condizioni inumane di detenzione all’interno del carcere, tra cui torture e mancanza totale di acqua, medicinali e cure mediche. Questa politica di sterminio ha causato la morte di tantissimi detenuti. Non ci sono più dubbi. L’orrore descritto nel rapporto rivela una mostruosa campagna di sterminio, autorizzata dai livelli più alti del governo siriano, destinata a stroncare ogni forma di dissenso. “Il mio compito era documentare la morte” afferma Caesar. Caesar è lo pseudonimo assegnato a un ex ufficiale della polizia militare siriana che disertò nel gennaio 2014, riuscendo a portare all’estero migliaia di fotografie che documentano la morte e le torture subite dai detenuti nelle carceri di Assad. A fotografare era lo stesso Caesar, incaricato dal regime, assillato dall’idea di certificare ogni cosa, anche le persone che faceva impiccare in galera. Caesar scrive: “facevo delle pause per trattenermi dal piangere ma ero terrorizzato. Pensavo che questi corpi potevano essere quelli di mio fratello o delle mie sorelle. Un giorno un collega mi ha detto di aver fotografato, per conto del regime, i corpi di alcuni civili. Li hanno calpestati con i loro stivali urlando insulti indicibili”. Una commissione internazionale di giudici ha attestato l’autenticità delle fotografie dichiarando che potranno essere usate in un eventuale processo per crimini contro l’umanità nei confronti di Assad e del suo regime. Le fotografie sono state già viste al Palazzo di Vetro dell’Onu di New York e in numerose città europee. L’esposizione “Nome in codice, Caesar” è ospitata dalla Fondazione Vera Nocentini al Polo del ‘900, in via del Carmine 14 a Torino, fino al 17 ottobre, da lunedì a domenica ore 10.00-20.00 ed è promossa da Amnesty International e dalla Focsiv-volontari nel mondo.

Insegnanti sostegno, 300 nel 2018

Nel 2018 saranno abilitati 300 nuovi insegnanti di sostegno, a fronte di un’esigenza stimata di circa 3 mila docenti. Il dato emerge dalla comunicazione in Aula dell’assessora regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero, su alcuni temi della scuola e richiesta dalla vicepresidente Daniela Ruffino (FI). Secondo l’assessora, “l’organico del personale docente su posto di sostegno è pari complessivamente a 11.186 (organico di diritto, posti di potenziamento e posti in deroga), di cui 4.962 posti, più del doppio rispetto allo scorso anno, istituiti in deroga dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, in relazione all’aumento del numero di alunni con certificazione di disabilità (14.457 su 536.616, il 2,6% del totale). Gli insegnanti di sostegno abilitati sono in numero insufficiente non solo in Piemonte, ma in tutta Italia ed è necessario che le università piemontesi organizzino corsi in grado di formare un numero superiore di docenti specializzati in sostegno”. La comunicazione dell’assessora, svolta nella seduta del Consiglio regionale del 3 ottobre, ha anche illustrato la situazione dei mutui Bei, risorse statali per messa in sicurezza, manutenzione, ristrutturazione e nuove costruzioni nell’ambito scolastico. Tra il 2015 e il 2017 ha visto la partecipazione di 512 proposte di intervento di cui 484 risultate ammissibili. Nel 2017, 235 interventi per contributi richiesti pari a oltre 91 milioni di euro. Pentenero ha pure spiegato come si stia procedendo al finanziamento delle scuole paritarie ed i pagamenti per l’anno scolastico 2015/16 siano stati completati per tutte le scuole dell’infanzia paritarie. L’assessora ha anche parlato delle Sezioni primavera che hanno fruito di un sostegno straordinario regionale dall’anno scolastico 2008/2009, che nell’ultimo anno è stato pari ad un milione di euro Un sostegno che è terminato a giugno essendo conclusa la validità del Par Fsc. La Regione sta studiando la possibilità di attivare un nuovo sostegno straordinario attraverso l’utilizzo dei fondi Por Fse 2014/2020. Ruffino pur trovando utile l’informativa dell’assessora ha lamentato che  300 posti su 3mila unità necessarie corrisponde solo il 10% degli insegnanti specializzati con l’abilitazione. Secondo l’esponente del gruppo FI la disabilità meriterebbe maggiore attenzione in una situazione d’interesse anche per l’assessore alle Politiche sociali perché gli anni della scuola sono fondamentali anche e soprattutto per queste persone in difficoltà. Nella relazione la vicepresidente ha anche riscontrato l’insufficienza degli stanziamenti per l’edilizia scolastica alla quale i mutui Bei darebbero una risposta assolutamente parziale, mancano soprattutto i fondi per il superamento delle barriere architettoniche e la messa in sicurezza degli edifici. La nostra scuola, ha concluso Ruffino, risultarebbe sottovalutata pur essendo elemento postante della società.