DALLA CALABRIA Il ragazzino di 13 anni, di origini cinesi, stava facendo il bagno nella piscina di un agriturismo a Corigliano Calabro. Aveva mangiato e si è tuffato subito dopo in acqua ed è morto, colto da malore. E’ stato portato fuori dalla piscina ma quando il personale del 118 è arrivato, era già deceduto. Con ogni probabilità la morte è stata provocata da una congestione.
Rosso Istanbul
Ferzan Ozpetek, grande regista, nato ad Istanbul e naturalizzato italiano, nel giro di pochi anni è diventato una delle punte di diamante del nostro cinema. Dai suoi esordi fino alle opere della maturità si è sempre avvertita la sua urgenza nel proporre un preciso ventaglio di temi: la famiglia ( allargata e “tradizionale”), la ricerca del sé e dell’altro da sé, il potere della memoria, la separazione, l’esotismo e l’erotismo. Chi non si è perso tar le immagini, i dialoghi, le storie de “Le fate ignoranti”, “La finestra di fronte”, “Mine vaganti” o “Magnifica presenza”? Ma, oltre alla delicatezza e all’originalità che esprime dietro alla macchina da presa, è stata una piacevole sorpresa scoprirne il talento come scrittore. Il suo primo romanzo , “Rosso Istanbul” ( al quale ha fatto seguito “Sei la mia vita”) è una straordinaria dichiarazione d’amore alla città dov’è nato. Affacciata sullo stretto del Bosforo, Istanbul è il “portale che schiude mondi nuovi”, la città dai tanti nomi e dai tanti volti (Costantinopoli, Bisanzio, seconda capitale dell’Impero Romano). Ozpetek racconta un ritorno a casa che accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata “principessa ottomana”; delle “zie”, amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Narra del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo intenso dei tigli e delle languide estati sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma è Istanbul ad afferrarlo, trattenerlo, incrociando il suo destino con quello di una donna. Partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini, senza conoscersi , si incontreranno nella città della Moschea Blu e della cristiana Aya Sofya, del Topkapi , del mercato delle spezie e del Gran Bazar. Una città oggi più triste per le imposizioni di Recep Tayyip Erdoğan, che ha stretto i cordoni delle libertà democratiche, ma al tempo stesso una città orgogliosa e tremendamente bella. Così come “Rosso Istanbul” è, senza dubbio, tra i libri più belli che abbia mai letto.
Marco Travaglini
Le prenotazioni aumentano del +13% rispetto al 2017
eDreams rende noti i risultati della ricerca Summer Trends 2018: ai primi posti della classifica delle mete nazionali più scelte dagli italiani Sicilia, Sardegna e Calabria
Palermo, Catania, Olbia, Cagliari e Lamezia Terme sono, nell’ordine, le cinque mete nazionali più scelte dai viaggiatori della Penisola. eDreams, l’agenzia di viaggi online leader in Europa, grazie a un’analisi dei dati delle prenotazioni effettuate nei primi mesi dell’anno, per le vacanze da giugno a settembre, sul sito web e sull’app, rende note le mete preferite dagli italiani per l’estate 2018 e registra un +13% delle partenze estive rispetto allo scorso anno.
La ricerca Summer Trends 2018 di eDreams conferma ai primi posti della classifica delle destinazioni più scelte dagli italiani la Sicilia: Palermo e Catania si aggiudicano ancora le prime posizioni. In particolare, il capoluogo registra un + 46% delle prenotazioni rispetto allo scorso anno.
A seguire, nella Top 5 delle mete italiane più scelte dagli italiani, si posizionano Olbia e Cagliari. Il mare cristallino, la natura incontaminata e la vivace vita notturna della Sardegna richiamano buona parte dei turisti e permettono alle due città di aggiudicarsi il terzo e il quarto posto nella classifica italiana, con un sorpasso di Olbia sul capoluogo sardo.
Rispetto ai trend del 2017, rimane, stabile al quinto posto del ranking nazionale, anche Lamezia Terme, che registra un incremento del +29% delle prenotazioni, segnando in modo concreto la rinascita turistica della Calabria.
Summer Trends 2018 registra, inoltre, un aumento della durata della vacanza per italiani, francesi e tedeschi che hanno prenotato viaggi da 8 a 14 giorni in percentuale maggiore rispetto a spagnoli, portoghesi e inglesi che, per gli stessi periodi, hanno scelto invece ferie più brevi. In particolare, il 32% degli italiani ha preferito soggiorni che superano la settimana, a differenza del 2017 quando le vacanze non andavano oltre i 6 giorni.
Infine, in base a quanto emerge dalla ricerca di eDreams, i turisti stranieri in Italia preferiscono le metropoli e le grandi città d’arte alle località del Mezzogiorno: tedeschi, francesi e spagnoli, infatti, fanno rotta soprattutto verso Roma, Milano e Venezia. La Capitale, in particolare, si riconferma protagonista indiscussa dell’estate degli stranieri per il secondo anno consecutivo.
Yemen, il grande dramma
FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re
Nel silenzio della comunità mondiale si è consumato in poche settimane uno dei più grandi massacri del conflitto siriano mentre nello Yemen, stremato da tre anni e mezzo di guerra, la situazione è sempre più drammatica. “Non c’è alternativa alla pace in Medio Oriente”: il monito di Papa Francesco giganteggia al di sopra di una regione martoriata da tante guerre. “Non si può parlare di pace e riarmarsi al tempo stesso. L’auspicio è che il Medio Oriente non sia più un arco di guerra teso tra i continenti ma un’arca di pace accogliente per i popoli e le fedi”. Ma sul terreno si continua a combattere e a morire. Anche l’ultimo tassello strategico del mosaico siriano è tornato nelle mani di Bashar al Assad al termine di una lunga e sanguinosa offensiva militare. A caro prezzo in vite umane si sta concludendo la battaglia per il sud-ovest della Siria. Jet siriani insieme a caccia russi e forze iraniane si sono scagliati per un mese contro i resti dei ribelli attorno alla città di Daraa, nel sud-ovest della Siria, nella città della rivolta dove nella primavera del 2011 iniziarono le proteste pacifiche della popolazione, duramente represse dal regime di Damasco, che portarono in seguito alla guerra civile. L’attacco congiunto siro-russo-iraniano è stato di una violenza eccezionale. Sotto accusa in particolare i raid aerei russi, che avrebbero colpito anche ospedali e cliniche. Oltre alle vittime si contano centinaia di migliaia di sfollati, oltre 320.000, in fuga verso il confine con la vicina Giordania che però ha chiuso la frontiera e verso le alture del Golan nella zona di Quneitra. Con tale operazione Damasco ha ripreso il controllo del valico di Nassib, nei pressi del confine giordano, che da tre anni era presidiato dagli insorti, in cambio di un possibile ritiro dal Golan di forze iraniane e di Hezbollah, come richiesto da israeliani e americani. La preoccupazione maggiore, come ripete il premier Netanyahu, non riguarda Damasco con cui non ci sono seri problemi da 40 anni ma Teheran e i suoi alleati nell’area. Alla presenza di ufficiali russi è stata raggiunta un’intesa in base alla quale, come era già avvenuto nella Ghouta orientale, una parte dei combattenti è stata trasferita a nord, nella provincia di Idlib controllata dai turchi. Sopravvivere e tornare a colpire è invece il motto dell’Isis che, sconfitto in Medio Oriente sul piano militare e sradicato nel teatro siro-iracheno, mantiene in vita il suo progetto politico, la sua ideologia radicale e fondamentalista, portando avanti un sanguinoso cocktail di guerriglia e attacchi terroristici un pò ovunque, come dimostra l’attacco suicida contro truppe governative e russe a
Homs in Siria in cui è morto Huthaifa al Badri, figlio di Al Baghdadi, leader dell’ex Stato islamico. Si cerca di sopravvivere non solo nel Siraq ma anche nel nord Africa, nel Caucaso, in Afghanistan, Indonesia, Filippine e in Occidente. Per il governo afghano gli attacchi non provengono più solo dai talebani ma dall’Isis scatenato contro le forze di sicurezza afghane e contro le minoranze sikh e indù. L’Isis va alla conquista di Kabul cercando di fondare un nuovo Califfato in Afghanistan, Pakistan e nel Kashmir contando su finanziamenti di Paesi stranieri e sulle cospicue entrate del mercato della droga. Colpisce gli ulema a Kabul, i massimi esponenti religiosi del Paese che condannano con una fatwa (parere giuridico) ogni forma di terrorismo e lavorano per mettere attorno a uno stesso tavolo talebani e governo. Un messaggio ai talebani meno radicali per convincerli a sedersi a un tavolo negoziale. In Pakistan insanguinano la campagna elettorale del 25 luglio facendo una strage a un comizio elettorale nella provincia del Baluchistan (128 morti). I luoghi di culto sono frequentemente nel mirino del terrorismo jihadista anche in Indonesia e nel Caucaso mentre in Cecenia e nella Repubblica russa del Daghestan l’Isis rivendica attacchi a chiese cristiane. Il Daghestan è una delle regioni più povere della Russia e numerosi combattenti andarono in Siria per unirsi al Daesh. Nel 2105 l’Isis annunciò di aver fondato una “provincia caucasica” del suo movimento islamista. Se in Siria e in Iraq restano piccole sacche di resistenza dell’Isis è in Libia la situazione più preoccupante. Il Paese magrebino è un laboratorio di terroristi a pochi chilometri dall’Italia. Grazie a massicci aiuti finanziari del Qatar e di altre organizzazioni terroristiche sia l’Isis che al Qaeda collaborano per fondare un nuovo califfato islamico sulle sponde del Mediterraneo cercando di reclutare profughi africani per trasformarli in kamikaze. Isis e al Qaeda scorrazzano in lungo e in largo sul suolo libico e in particolare nella regione sud-ovest della Libia al confine con Algeria, Niger e Ciad. Nella Libia che brucia il generale Khalifa Haftar annuncia la liberazione della città di Derna dalle milizie jihadiste. Era l’ultimo pezzo della Cirenaica che sfuggiva al controllo dell’Esercito nazionale libico di Haftar, definito dallo stesso generale “l’ultimo bastione dei terroristi nell’est libico”. A Derna, passata più volte in mani diverse negli ultimi anni, c’era un po’ di tutto, dagli oppositori armati di Haftar, ai tagliagole dell’Isis, a milizie ostili al califfo, a gruppi locali vicini ai Fratelli Musulmani e agli stessi qaedisti che continuano ad approfittare del caos libico per radicarsi in qualche zona del territorio. Il gruppo di “al Qaeda nel Maghreb islamico” è stato recentemente colpito dagli americani insieme a forze di Tripoli a sud-est della città di Bani Walid. Non è certo la prima volta che gli americani intervengono in Libia. Negli ultimi due anni il Pentagono ha più volte aiutato l’esecutivo di Tripoli con raid aerei per scacciare l’Isis da Sirte e contrastare le altre formazioni terroristiche. Lo Yemen è l’altra area del Medio Oriente, in cui, nell’indifferenza quasi totale, i morti sono già oltre 13.000 e 22 milioni gli yemeniti bisognosi di aiuti immediati. È la più grave crisi umanitaria nel mondo a causa della guerra, dell’epidemia di colera, malnutrizione, caldo torrido, carenza d’acqua. L’80% della popolazione è al di sotto della soglia di povertà, 9 milioni di bambini sono privi di servizi igienico-sanitari e le scuole sono state distrutte in gran parte dai bombardamenti. Il Paese è devastato da oltre tre anni di guerra divampata nel febbraio 2015 quando i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran e dal Qatar, riuscirono a cacciare il presidente Mansour Hadi dalla capitale Sana’a avviando un conflitto che oppone una coalizione di Stati sunniti guidata dall’Arabia Saudita agli insorti sciiti armati da Teheran che controllano circa il 30% del territorio, soprattutto a nord. Si combatte aspramente nella città portuale di Hodeidah, dove attraccano le navi cariche di armi iraniane per gli Houthi. Con la presa del porto strategico sul Mar Rosso sauditi e alleati sperano ora di costringere alla resa i ribelli. Ma la tregua si allontana per i troppi interessi in gioco.
(dal settimanale “La Voce e il Tempo”)
Sport, avventura e solidarietà… a bordo di una carrozzina!
In contemporanea, dal 30 luglio al 5 agosto, campagna di raccolta fondi su 1Caffe.org, la onlus torinese diLuca Argentero, per contribuire alla scolarizzazione locale.
Viaggio Italia, che da oggi si presenta con una nuova veste grafica attraverso il nuovo logo “Viaggio Italia around the world”, arriva in Ladakh, India. Territorio desertico di alta montagna, altitudine media 4000 metri, clima che per tutto l’anno oscilla tra il gelido e il fresco, il Ladakh è una terra difficile, remota, di confine, non adatta a tutti… ma ancora una voltaDanilo Ragona e Luca Paiardi sono pronti a raccogliere la sfida! Continua, sempre più ambiziosa, l’avventura in carrozzina dei due amici, conosciutisi 20 anni fa nei corridoi dell’Unità Spinale di Torino, dopo un incidente, un evento drammatico che entrambi hanno scelto di vivere come “un inizio”. L’inizio di una nuova vita, di un nuovo modo di vedere le cose, di una nuova avventura… l’inizio di Viaggio Italia, un viaggio speciale fatto di sport (anche estremi), incontri, prove e sfide perdimostrare che vivere (e non sopravvivere) con una disabilità è possibile.
Dopo la prima tappa extra continentale a Rio De Janeiro, adesso è la volta dell’Asia! Dal 23 luglio al 5 agosto Viaggio Italia fa tappa in India, in Ladakh, regione a confine tra la Cina e il Pakistan, incastonata tra le incredibili catene montuose del Karakorum e Himalaya. Partendo dalla città di Leh, la capitale, Danilo e Luca visiteranno Delhi, i monasteri di Thiksey, Chimere, Hemis, Alchi e Lamayru, la Nubra Valley e il lago Pangong. La prima sfida sarà quella di imparare a vivere ad altitudini mai sperimentate prima, dai 3500 ai 5600 metri, e lì affrontare le tantissime le attività in programma: river rafting, camel safari, trekking, quad escursioni, solo per citarne alcune.
Un’esperienza unica di spiritualità e bellezza, a contatto con la popolazione locale, resa possibile grazie aLufthansa, partner ufficiale per i voli a lungo raggio, al Main Sponsor Fiat Autonomy, il programma di assistenza completo di FCA per le persone disabili pensato per rendere la guida e il trasporto più comodi e sicuri e agli Sponsor Able to Enjoy, SKF, OFF CARR, Meliá Hotels International, Vans, Blu Rent, Fedon, Tre Emme Manufatti. Per approfondimenti www.viaggioitalia.org/partner
Viaggio Italia è un viaggio intenso, emozionante, faticoso, fatto di avventura, sport ma anche tantasolidarietà. In collaborazione con 1 Caffè, la “onlus delle onlus” che vede l’attore Luca Argentero tra i suoi fondatori, dal 30 luglio al 5 agosto sarà attiva una raccolta fondi il cui ricavato sarà interamente devoluto all’associazione Orient@menti di Mario Stefani, impegnata in un bellissimo progetto di sostegno ad una scuola del posto. Chiunque potrà contribuire donando l’equivalente di 1 caffè (1 euro) o una colazione (5 euro) su www.1caffe.org e aiutare così a migliorare e rendere più inclusiva la scolarizzazione in Ladakh.
La crociata di Erdogan contro il fumo
di Filippo Re
Erdogan come Murad IV, il sultano ottomano che nel Seicento vietò tabacco, alcolici e caffè in quanto gravi segnali di depravazione e immoralità? Sembrerebbe di sì dopo la nuova stretta al fumo e alla circolazione di sigarette decisa dal super presidente della Turchia che già da anni combatte una dura battaglia contro il vizio del fumo. La legge che proibisce di fumare nei locali pubblici, nei caffè e nei ristoranti, è già in vigore dal 2009 ma ora, nelle mire del ciclone Erdogan, ci sono anche i tradizionali caffè turchi dove si fuma il narghilè, le lunghe pipe ad acqua fumate da giovani e adulti che affollano vecchi locali stravaccati su divani in uno stato di totale godimento. Questi locali dovranno essere distanti almeno 500 metri da scuole e asili, altrimenti saranno chiusi. Il piano del governo prevede inoltre che le sigarette non saranno vendute ai minori di 21 anni e sarà attuata una massiccia propaganda anti-fumo che ha già portato simbolicamente alla distruzione in queste settimane di almeno 6 milioni di sigarette di contrabbando. All’interno delle rivendite apposite telecamere controlleranno clienti e tabaccai. Che davvero Erdogan voglia imitare il suo antenato Murad IV che fece chiudere le botteghe dove si consumava tabacco e si beveva caffè, imponendo il coprifuoco nella capitale sul Bosforo, pattugliando strade e controllando le taverne? A quel tempo chi violava queste leggi rischiava perfino la condanna a morte. Con Erdogan non si scherza ma certamente non si arriverà a tanto. Comunque sia, i nuovi divieti anti fumo, che in questi anni hanno già colpito numerosi lavoratori, rischiano ora di far sparire anche i caratteristici locali con i narghilè. E soprattutto non si potrà più dire…fumi come un turco..
Anche in Iran le donne potranno da oggi andare allo stadio a vedere le partite maschili. Il vicepresidente iraniano, Masumeh Ebtekar, che ha le deleghe per le donne e la famiglia, ha annunciato la svolta. Il presidente Hassan Rohani aveva già chiesto di recente la revoca del divieto discriminatorio di genere. In passato diverse donne sono entrate negli stadi di calcio, indossando finte barbe, pubblicando immagini sui social media. Per due volte durante i Mondiali di Russia le donne sono state autorizzate a guardare le partite dell’Iran contro Spagna e Portogallo nello stadio di Teheran, attraverso un maxischermo.
Non solo tantissimi biglietti gratis per i cani di media-grossa taglia, (esauriti in pochissimo tempo tutti i posti dedicati ai nostri amici “XL” a quattro zampe offerti da Italo sui propri treni) ma anche staffette “speciali” per i randagi adottati e i video-consigli della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente su come viaggiare meglio con i propri amici a quattro zampe
Italo e l’Onlus presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla lanciano insieme la campagna contro l’abbandono degli animali con iniziative concrete, a partire dall’offerta di biglietti gratuiti per gli amici “un po’ più grandi” (da sempre quelli più piccoli non pagano, se alloggiati nel trasportino). Inoltre LE.I.D.A.A. fornirà ad Italo quattro video (brevi “pillole” di circa 30 secondi l’una) con consigli pratici per un viaggio confortevole e senza contrattempi in compagnia dell’amico a quattro zampe, che saranno trasmessi attraverso i canali ufficiali di Italo, mentre Italo offrirà passaggi “speciali” alle staffette LE.I.D.A.A. incaricate di accompagnare i randagi adottati lontano dai territori di provenienza.
“Ho già avuto modo – sottolinea l’on. Brambilla – di ringraziare Italo per la sensibilità dimostrata regalando il viaggio per Milano ai cuccioli di “Luce”, la cagnolina seviziata nel Cosentino e salvata dalle nostra associazione, che, prima di morire, è riuscita a partorire i suoi piccoli. E ringraziamo la società per aver accolto il nostro invito ad offrire biglietti gratis a chi non intende separarsi dall’amico a quattro zampe nel periodo delle vacanze. Quella per l’accessibilità è una battaglia nella quale sono impegnata da sempre ed ogni volta che si ottiene un risultato è sempre una grandissima vittoria”.
La collaborazione tra LE.I.D.A.A. e Italo prosegue con quattro video informativi prodotti dall’associazione, due dedicati al viaggio in treno, uno ai documenti che è bene portare quando si parte con il proprio animale e uno su alcuni accorgimenti per fargli affrontare senza problemi la nuova esperienza.
“Siamo orgogliosi di sostenere l’associazione LE.I.D.A.A., da sempre in prima linea per il riconoscimento dei diritti degli animali e la tutela dell’ambiente e sensibile alla tematica dell’abbandono” dichiara Fabrizio Bona, Chief Commercial Officer di Italo “ma soprattutto siamo soddisfatti di avere agevolato ulteriormente i nostri viaggiatori permettendo loro di partire per le vacanze con il proprio amico a quattro zampe facendolo viaggiare gratuitamente. Per questo motivo ci stiamo impegnando per individuare altri posti in aggiunta a quelli generalmente disponibili a bordo treno dedicati ai cani con peso superiore ai 10 kg, mettendone a disposizione, ove possibile, altri 200 per questa estate”.
Parroco annega in mare
E’ morto annegato Don Luigi Angelini, 60enne, parroco della Madonna della Sanità di Martina Franca (Taranto). Si era tuffato e stava facendo il bagno nella marina di Ostuni, ed era in spiaggia con un altro sacerdote che non è entrato in acqua. Gli addetti al servizio di pulizia della spiaggia hanno visto il corpo galleggiare e hanno dato l’allarme. Inutili i tentativi di rianimazione del personale dell’ambulanza del 118 e della Capitaneria di porto.
Ossessione e inferno migranti
Sulla questione migranti si scriveranno e diranno fiumi di inchiostro e di parole. Per cui lo faremo, per una volta anche noi. Ma senza una strategia e un senso comune di affrontare il problema non ne verremo fuori. Scappano dalla guerra e da situazioni disumane, ma quelli che arrivano, sono quelli che si possono permettere di pagare la tangente ai trafficanti. Un business enorme e senza rispetto di regole, di pietà e carità. Pietà e carità che si voleva solo dall’Italia e, ora, in parte, anche dagli altri Paesi. Così dei nuovi immigrati, sbarcati, a Pozzallo, dalla nave della Guardia di Finanza Monte Sperone e dal pattugliatore Protector di Frontex, l’Italia ne accoglierà 200 e gli altri 250 saranno suddivisi fra Spagna e Portogallo (50 migranti a testa), Francia e Malta 100. Comunque sia, il riparto non equo, ma è meglio di niente! L’altra mezza Europa (che aderisce a Visegread). Sui migranti si intensificano anche le accuse reciproche. Per il premier maltese Jospeh Muscat è scorretto usare Facebook o Twitter per gestire il problema dei migranti. D’accordo con il premier maltese, ma ormai il mondo va da quella parte, anche se non è un bene. Secondo il premier ceco Andrej Babis “un tale approccio per gestire i migranti è la strada per l’inferno”.A parte la carità e pietà, non è che 600 milioni di africani possano venire in Italia e in Europa. Il problema è da risolvere là, con meno guerre e accordo di tutte le nazioni (compresa la Cina) che fa affari d’oro in Africa. Intanto sulla pelle dei migranti si fanno giochi politici e campagna elettorale che in Italia non ha mai fine.Nel frattempo si riapre un altro caso Ong perché due imbarcazioni della spagnola Proactiva Open Arms sono nella zona Sar (Search and rescue) tra il nostro Paese e Libia che, attraverso i portavoce, dichiarano “navighiamo verso quel posto dove non ci sono clandestini o delinquenti, solo vite umane in pericolo”. Netta, da Mosca la risposta di Salvini “risparmino fatica perché in Italia non ci arrivano”. Praticamente una storia infinita.
Tommaso Lo Russo