Cosa succede in città- Pagina 14

Ritorna a Torino, in Via Carlo Alberto, il mercatino artigianale Una Storia tra le Mani

/

Evento di Artigianato Artístico Manuale

Via Carlo Alberto, 12 – Torino

7/8 DICEMBRE – 14/15 DICEMBRE – 19/24 DICEMBRE

dalle 10 alle 19

 

Ritorna a Torino, in Via Carlo Alberto, Una Storia tra le Mani, il mercatino artigianale promosso dall’omonima associazione che riunisce eccellenze della produzione artigianale del territorio piemontese ospitando spesso anche artigiani provenienti da altre regioni.

Queste le date dell’edizione natalizia, 7/8 dicembre, 14/15 dicembre e continuativo dal 19 al 24 dicembre con orario dalle 10 alle 19.

Durante queste giornate che si avvicinano alle feste, nel bellissimo contesto pedonale del centro storico di Torino,  in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, si potranno ammirare e acquistare i manufatti di oltre 40 artigiani-artisti che, alternandosi, presenteranno al pubblico le loro originali creazioni; colorate sculture in cartapesta, paesaggi, vasi-lampade, sculture, originali oggetti d’uso e monili in ceramica, abiti trasformabili confezionati con ricercati tessuti o con tessuti naturali, originali gioielli in metallo e fili di tessuto colorati, gioielli in cemento, gioielli in legno, gioielli-scultura in fusione a cera persa, preziosi oggetti e monili realizzati con la tecnica della vetrofusione, strumenti musicali fatti con zucche o canne di bambù, coperte e abbigliamento realizzato con tessuti a telaio ottenuti da filati naturali colorati a mano, borse, cappelli e numerosi altri oggetti realizzati da artigiani-artisti con molteplici tipologie di lavorazione e utilizzando svariati materiali quali metalli, vetro, legno, cuoio, carta, filati pregiati

Gli artigiani sono selezionati sulla base di precisi parametri, primo tra tutti la loro manualità, con cui realizzano pezzi unici ovvero una produzione non seriale, la creatività e capacità di valorizzare la materia prima trasformandola in oggetti lasciando una personale impronta artistica e la grande cura per il dettaglio.

Una Storia tra le Mani non è un semplice mercatino dell’artigianato, gli artigiani-artisti che ne fanno parte condividono la mission di far conoscere al pubblico la storia che nasce dalle loro mani, lo studio dei materiali e delle tecniche di lavorazione, il pensiero e l’ispirazione che c’è dietro e dentro ad un oggetto.

 

Ogni manufatto è portatore di una storia, una trasmissione di saperi, che è il risultato di tanti elementi: che cosa ha ispirato l’artigiano, quale materiale ha scelto di utilizzare, le difficoltà incontrate nel crearlo. Tutto contribuisce a dare valore a quell’oggetto e al pensiero che possa durare nel tempo, e che oltre alla sua unicità, permetta al visitatore, di fare acquisti consapevoli” e cioè di conoscere il dove, il come e la mano esperta che lo ha realizzato.

Una storia tra le mani è un’associazione di artigiani/artisti che organizza, senza scopo di lucro, un evento caratterizzato da elementi creativi e culturali in cui gli artigiani sono  parte attiva attraverso l’esposizione delle loro stesse creazioni. Nasce nel 2011  con l’obiettivo di offrire al pubblico torinese e ai turisti, in costante aumento nella città di Torino, un evento ricorrente durante l’anno con cadenza mensile e con un periodo più ampio nel mese di dicembre.
Tutti gli oggetti esposti durante gli appuntamenti sono realizzati completamente a mano, o con l’ausilio di semplice strumentazione meccanica, in un contesto di trasformazione della materia o riciclo creativo che coinvolge un pensiero progettuale, le mani, il cuore e l’anima di chi li crea.

L’associazione è inoltre impegnata in alcune date durante l’anno, attraverso tutti gli artigiani aderenti, a tenere a turno laboratori con il pubblico e ad eseguire una parte della lavorazioni sul posto mostrandole ai visitatori o, se impossibile per motivi pratici, la disponibilità degli stessi di illustrare tutte le fasi di lavorazione con l’ausilio di video e materiale fotografico.  

 

SCHEDA EVENTO

Titolo: Una Storia tra le Mani – Artigianato artistico autoprodotto con lavorazioni sul posto

Date: 7/8 dicembre, 14/15 dicembre e continuativo dal 19 al 24 dicembre

Orari: 10:00 / 19:00

Luogo: via Carlo Alberto, 12 – Torino (TO)

Info: Elena Marsico 3474253094

Info mail: unastoriatralemani@gmail.com

Web: https://www.facebook.com/UnaStoriaTraLeMani

Instagram

https://www.instagram.com/unastoriatralemani?igsh=ejBhaHUydnE2djE3

Video: https://www.youtube.com/watch?v=H596lk_3Cgk

“Amazing: 80 (e più) anni di supereroi Marvel” a Palazzo Barolo

Inaugura il 6 dicembre, a palazzo Barolo, una mostra dedicata al magico mondo dei supereroi creati dalla leggendaria casa editrice Marvel

Il suggestivo palazzo Falletti di Barolo, a Torino, si trasforma dal 6 dicembre 2024 al 9 marzo 2025, in un punto di riferimento per tutti gli appassionati di supereroi, ospitando la mostra “Amazing: 80 (e più) anni di supereroi Marvel”. Questa straordinaria celebrazione segna l’85esimo anniversario della Marvel, fondata nel 1939 da Martin Goodman, e offre un viaggio emozionante nell’universo narrativo che ha ridefinito il mondo del fumetto e oltre.
A cura di Luca Bertuzzi, prodotta da Ares Torino in collaborazione con WOW Spazio Fumetto, la mostra celebra la casa editrice che ha cambiato la storia del fumetto mondiale con oltre ottanta tavole originali di autori come Jack Kirby, John Romita Jr, Steve Ditko, Alex Ross, John Buscema, che racconta la rivoluzione che Marvel ha portato nel mondo dei supereroi. Sono presenti poster, oggettistica e altro materiale da collezione che testimoniano l’impatto globale che i suoi personaggi hanno rappresentato nell’immaginario collettivo. L’esposizione si concentra sul percorso artistico dagli anni Quaranta al 2023 e che ha dato vita a personaggi leggendari quali Spiderman, Hulk, Thor, Capitan America, i Fantastici 4 e tantissimi altri, sotto la guida di sceneggiatori innovativi e la punta di matita di grandi maestri.
Tavole originali, manifesti, poster, memorabilia, giocattoli e ingrandimenti scenografici, dedicati alle vignette più conosciute, compongono il racconto visivo di un’evoluzione ancora in atto che ha portato le creazioni di Marvel a ispirare film e serie televisive di enorme successo, con il supporto di pannelli esplicativi e time line che riassumono, decennio per decennio, le tappe principali della sua storia. A rendere più coinvolgente il primo giorno di apertura della mostra, venerdì 6 dicembre, è il gruppo di cosplayer “The World Avengers”, che animerà il percorso di visita impersonando i supereroi Marvel, a disposizione del pubblico per foto e selfie.
“Abbiamo voluto creare una mostra – affermano Edoardo Accattino e Giovanni Scorpaniti di Ares Torino – che non solo permette di ricostruire la storia di una delle più grandi case editrici dedicate al fumetto, ma che potesse avvicinare il grande pubblico a una forma d’arte spesso considerata minore, ma che è a tutti gli effetti una vera espressione artistica”.
“C’è una grande differenza tra leggere una storia a fumetti e osservare una tavola originale – spiega il curatore Luca Bertuzzi – in qualche modo viene spontaneo cercare di ricostruire mentalmente la storia di quell’opera, immaginare quale ripensamento si nasconda dietro una cancellatura e per quale motivo una vignetta sia stata ridisegnata. Si può scoprire che qualche disegnatore usava le tavole per comunicare con il colorista, che sarebbe venuto dopo nel complesso processo di produzione di una storia a fumetti, o che lasciava appunti utili per la stesura dei dialoghi. Infine ci si può interrogare su quale fortunata congiunzione astrale abbia portato una tavola prodotta 50 o 60 anni fa ad arrivare più o meno intatta fino a noi, tenendo conto del fatto che per decenni sono state considerate nulla più che materiale di lavorazione, senza valore economico o artistico”.
Accanto alle tavole, tra cui spicca un disegno di Spiderman, ripreso anche nel film del 2018 “ Spiderman: intorno the Spider Verse” sono presenti poster e manifesti d’epoca di produzione italiana e statunitense, questi ultimi legati alle pubblicazioni a fumetti della casa editrice Corno, tra cui i primissimi dedicati ai supereroi Marvel, e molta altra oggettistica, partendo dagli esemplari prodotti negli anni Sessanta, fino ad arrivare agli anni Novanta, ma anche he gadget che venivano regali agli iscritti del fan club ufficiale Marvel, degli anni Sessanta, e dei pupazzi Mego, arrivati in Italia tra gli anni Settanta e Ottanta.
Infine è preziosa una serie di albi originali statunitensi, tutti dotati di certificazione CGC, che attesta lo stato di conservazione delle pubblicazioni, tra cui spicca il rarissimo numero 15 della serie “Amazing Fantasy”, prima apparizione di Spiderman, autografato dal suo leggendario creatore Stan Lee.
Palazzo Falletti di Barolo – via delle Orfane 7/a, Torino
“Amazing. 80 (e più anni) di supereroi Marvel” – dal 6 dicembre al 9 marzo 2025

Mara Martellotta

La XXV Edizione del Sottodiciotto Film Festival & Campus fa ritorno al Cinema Massimo

Il Sottodiciotto Film Festival & Campus fa ritorno al Cinema Massimo con un’anteprima mercoledì 11 dicembre, alle ore 20, con una serata speciale di sfida tra Università di Torino e Politecnico, con quattro cortometraggi in parte realizzati dagli studenti che verranno valutati dalla giuria. Il Festival rappresenta un luogo di dialogo e di crescita intergenerazionale che vuole dare visibilità ai prodotti audiovisivi realizzati dagli under 18, e al Cinema, legato ai temi dell’adolescenza e della gioventù. Tema dell’edizione 2024 è “Shaping Tomorrow”, che ribadisce la specificità del festival come mezzo per influenzare il cambiamento, definire il nostro futuro e plasmare il mondo in cui viviamo. Sono presenti tre sezioni: concorso nazionale scuole – al 9 al 13 dicembre 2024 – si terrà il concorso nazionale dei prodotti audiovisivi di scuole di ogni ordine e grado; concorso nazionale Sotto18 Off – 14 e 15 dicembre – si terrà il concorso nazionale dei prodotti audiovisivi Sotto18 Off per film realizzati autonomamente da giovani under 18; That’s Animato! Concorso di cortometraggi d’animazione realizzati da scuole di animazione di tutto il mondo.

È possibile contattare l’attività attraverso l’Ufficio Scuole del Festival ai seguenti recapiti:

sottodiciotto@gmail.com

Telefono: 3517003486

Mara Martellotta

Terminato con  successo il 42mo TFF. I dati premiano il primo festival di Giulio Base

Quel segno più deve aver disturbato i sonni del direttore Giulio Base non poco, nella preparazione del suo TFF e durante, la prima volta non è una scommessa da poco. Le vene e i polsi, ne risentono parecchio (confessava di essersi sentito, tanto per cominciare, perso sin dalla prima serata, quando s’è visto mancare accanto a lui la madrina Capotondi tenuta a casa da un’influenza che non perdonava). Discorsi che qua e là abbiamo già seminato la settimana scorsa, uscendo ed entrando nelle sale per la visione dei tanti film che hanno convinto come di quelli che hanno lasciato poco o tanto amaro in bocca (vedi questi ultimi alla voce Italia). Sappiamo che Base non è che sia sbarcato in città con l’approvazione e con il sorriso sostenitore di tutti, addetti ai lavori come lo stuolo non indifferente di appassionati duri e puri della vecchia guardia non vedevano certo di buon occhio le innovazioni e il nuovo corso che il regista aveva in mille dichiarazioni detto di voler intraprendere.

In una Torino in cui – altre certezze per altri tempi? vetero DNA sabaudo? l’esageruma nèn che incontri a ogni angolo di strada? malcostume addirittura verso le proprie risorse? – si è sempre andati alla ricerca, sotto i tanti direttori che si sono avvicendati (le origini di Rondolino, Alberto Barbera, Turigliatto e D’Agnolo Vallan, Moretti, Amelio e la comparsa veloce veloce di Paolo Virzì, Emanuela Martini e Steve della Casa), dell’hic manebimus optime, della cittadella rassicurante e appartata costruita anno dopo anno, della nicchia che poneva in una certa luce più che signorile e saggiamente chiusa nell’unicità, un arrivo che intendesse sconvolgere del tutto quello che già aveva basi solide lo si vedeva con uno storcere di labbra, con qualche mugugno, con non pochi pollici versi. Se Base ti capitava di incontrarlo ancora nell’ultimissimo giorno di festival, quello che racchiudeva tutti i film vincitori nella sala del Massimo, lui, ostentando fraternamente la felpa dei volontari del festival, giusto omaggio alle ragazze e ai ragazzi che con molta gentilezza quanto grande disponibilità avevano informato, spiegato, accompagnato, sorriso per la settimana intera, ti guardava quasi stupito – ineccepibile commediante! – con poche parole che spremevano tutto il suo politicamente corretto: “Dubbi tutti nei miei confronti? Ma direi meglio, più che accettati, guai se avessimo tutti la volontà di seguire le stesse strade, pareri diversi certo altrimenti sai che noia!”.

Quel che più aveva disturbato i benpensanti era quell’aria di glamour promessa o minacciata che stava per soffiare sulla città, quei nomi che sui marciapiedi (anche sconnessi) di Torino non ci avevano mai messo piede, quel Ron Howard che accompagnava il suo inaugurale “Eden” e che forse prima non sapeva neppur bene dove noi fossimo posizionati nella cartina del mondo, quella Sharon Stone che ha fatto accendere milioni di flash e ha spadroneggiato con il suo lungo abito rosso e il giorno dopo se ne girava per gallerie d’arte promettendo una sua personale qui la primavera prossima, Angiolina Jolie, giunta quasi all’improvviso, sempre inattesa, con il capo affettuosamente poggiato sulla spalla di Alessandro Baricco, grazie al quale ha dato alla luce il suo ultimo “Without blood”, Jessica Parker che con il marito rifiutava una visita al Cambio per godersi una più intima cenetta nella trattoria sotto casa. Ogni tassello, occorre dirlo, sotto l’occhio vigile, e prima ancora gran preparatore, di Tiziana Rocca, alias signore Base, impercettibile magari al pubblico ma sempre presente, osservatrice, fil rouge tra l’operato del consorte e i più che validi risultati. Dio non voglia, ma potremmo anche pensare che quelle Stelle della Mole che i suddetti, con qualche altro ospite, si sono portati a casa finiscano – come ci insegna il Brando di Billy Zane – a svolgere il compito di ferma porta nelle ville hollywoodiane: ma loro qui ci sono stati, con gli abiti e i sorrisi e le dichiarazioni e i milioni di flash, hanno riempito serate, hanno smessi di far sembrare quei red carpet con cui i torinesi hanno poca o nessuna dimestichezza una cosa lontana anni luce e non proprio irraggiungibili. Anche grazie a loro, ma soprattutto grazie alla macchina organizzativa messa in piedi, slancio, con quel buon tasso d’euforia forse fin qui defilato, la presenza del festival s’è vista nelle strade, nei ristoranti, nel largo passaparola, nel turismo che si toccava con mano e che riempiva e rallegrava, nella gente che ritrovava una città vivace, accattivante e smagliante come non mai.

Salvaguardato, protetto, assicurato, vivificato il nucleo primo del festival, i film in concorso, i temi trattati rispecchianti da vicino paesi e mentalità e problematiche, l’apprezzamento dei contenuti. E di conseguenza, le code agli ingressi dei cinema che si portano dietro la scomodità ma anche la felicità per le sale piene, forse il rammarico di dover rinunciare a certe proiezioni, già oggi con l’idea fissa che per il 2025 – già segnatevi le date: dal 21 al 29 novembre – la “voce sale” debba essere rivista o il maggior numero di proiezioni per alcune pellicole. I dati ci dicono che, rispetto al 2023, il numero totale delle presenze è passato da 35.000 a 36.700 con un programma che prevedeva 202 titoli l’anno scorso e 121 in questo, evitando masterclass o eventi fuori biglietteria. Non è di poco conto che il riempimento medio delle sale cresca dal 53% al 70%, che in campo social si siano avuti 2,3 milioni di visualizzazioni, che i tanti canali pubblici e privati abbiano raccolto segnali e numeri impensabili, che la stampa abbia prodotto un “entusiasmante” +66% di articoli rispetto alla passata edizione, TV, carta stampata, radio e web in un unico lavoro (svolto “con rispetto, curiosità e interesse”, definiva Base, mentre Cristiana Capotondi aggiungeva il “respiro internazionale” che attraverso quel lavoro il TFF aveva raggiunto, dando alla stampa il privilegio di aver “messo a soqquadro una città” per l’intera durata del festival).

Base tocchi ferro. Si usa dire nel mondo del cinema, e s’è a volte toccato con mano, che le opere seconde non vengano fuori con quello sfavillio e quel successo che hanno accompagnato i debutti. Che il dolce non venga fuori dal forno come dovrebbe. Base è già tornato a Roma, per rimettersi da buon soldatino al montaggio del suo prossimo film: ma il cordone ombelicale con Torino continua, fin da adesso, “sto già pensando alla prossima edizione, anzi per far spazio a una retrospettiva che si porti dietro il successo che ha visto quella di Brando, due o tre idee ce le ho già in mente.” A fargliele scucire, manco se ne parla. Quindi, per ora, soltanto auguri.

Elio Rabbione

Nelle immagini, al centro il direttore del Torino Film Festival Giulio Base con ai lati Carlo Chatrian e Enzo Ghigo, direttore e presidente del Museo del Cinema; Sharon Stone che ha illuminato le giornate del suo soggiorno torinese (foto di Alessandra Tartarini); ancora Giulio Base durante la serata d’inaugurazione.

Solidarietà, arte, musica, artigianato e creatività alle OGR

 Le OGR Torino si preparano a illuminare il weekend del 7 e 8 dicembre con un programma ricco di eventi per dare il via al periodo natalizio. Due giornate dedicate ad arte, musica, artigianato e creatività.

L’inaugurazione di Surface Tension, il nuovo format di installazioni luminose d’artista per le facciate della Corte Est delle OGR, insieme al ritorno della storica maratona musicale OGR Charity Night Amici di Piero, giunta alla sua venticinquesima edizione, sono solo alcuni degli imperdibili appuntamenti. Un’occasione per ritrovarsi alle OGR, vivere l’offerta culturale in un’atmosfera unica e celebrare la creatività in tutte le sue forme, all’insegna di condivisione e solidarietà.

Sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00 le OGR Torino presentano il primo OGR Pop-up Market, un evento in collaborazione con Associazione Emporium. Il Binario 3 accoglierà maker, designer e artigiani e le loro creazioni: oggetti handmade, pezzi unici o realizzati in piccole serie o edizione limitata, nati dall’incontro tra materiali innovativi, tecniche artigianali e cura, che possono essere originali doni natalizi. Durante il market, vera e propria immersione nell’arts & crafts, saranno organizzati alcuni workshop per avvicinarsi alle tecniche di produzione e scoprire il valore del fatto mano in prima persona. Non solo artigianato, ma anche musica: accompagneranno il market le selezioni di VIXI, Fren, Breed, Sunny Levi, Disco Denuncia.

Sabato 7 dicembre alle 20.30, torna uno degli eventi più attesi dell’anno: OGR Charity Night Amici di Piero. Un’edizione speciale, la venticinquesima, per la maratona musicale che unisce musica e beneficenza. Nella Sala Fucine delle OGR, suoni ed emozioni per ricordare il cantante e fonico Piero Maccarino e la fotografa Caterina Farassino, due figure indimenticabili della scena musicale e artistica torinese. Tanti gli Amici che saliranno sul palco e come da tradizione si esibiranno gratuitamente e alla pari, senza gerarchie. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà infatti devoluto alla Fondazione Caterina Farassino, per contribuire alla realizzazione di progetti a sostegno dei bambini più fragili. Come ogni anno, in line up novità e Amici di sempre: Africa Unite, Black Mungo, Casino Royale, Fratelli di Soledad, Krakatoa (Dj Set), Luca Morino, Mahout, Mazarate, Medusa, Omini, Persiana Jones, Run + Bianco, Statuto, The Bluebeaters, The Cotton Dukes, Willie Peyote, e ancora altri artisti, che saranno presto annunciati.

Proprio in occasione di questo magico fine settimana debutta il nuovo progetto delle OGR Torino: Surface Tension, una serie di commissioni d’Artista per le facciate della Corte Est delle OGR Torino, che con installazioni luminose trasformerà il perimetro esterno delle OGR Torino in una grande tela di proiezione per opere site-specific.

L’8 dicembre alle 18.30, nella Corte Est delle OGR Torino, sarà presentato il primo progetto della serie: una nuova opera dell’artista Rebecca Moccia, commissionata dalle OGR e prodotta in occasione della 27^ edizione di Luci d’Artista, come new entry della sezione Costellazioni del progetto con cui dal 1998 la Città di Torino illumina l’inverno torinese con installazioni d’arte contemporanea. L’intervento site-specific, realizzato con il supporto tecnico di Epson, si configura come una nuova declinazione in forma di video installazione del progetto Cold As You Are (2021, in corso) dove scene intime e pubbliche di nuova realizzazione o provenienti dall’archivio dell’artista, riprese attraverso una termocamera, vengono combinate in una sequenza di diversi elementi e narrazioni.

L’accensione della nuova opera avverrà alla presenza del Presidente delle OGR Torino Davide Canavesio, dell’artista Rebecca Moccia e del curatore di Luci d’Artista Antonio Grulli, e sarà seguito da un momento conviviale in un’atmosfera natalizia riscaldata da vin brulé e cioccolata calda a cura di Snodo. Nell’area food & drink delle OGR Torino, in entrambi i giorni, sarà possibile gustare un brunch ricco di sapori, tra dolce e salato.

A completare il ricco programma del fine settimana, in Binario 1 Retinal Rivalry di Cyprien Gaillard. La mostra presenta l’omonima opera video dell’artista francese, un viaggio attraverso paesaggi urbani e naturali della Germania, che utilizza le potenzialità della cinematografia 3D grazie alla tecnologia più avanzata, con riprese all’avanguardia girate a 120 fps e una proiezione in 4k. Retinal Rivalry è aperta con ingresso gratuito sabato dalle ore 10.00 alle 19.00 e domenica dalle 10.00 alle 20.00; inoltre, domenica 8 alle ore 18.00 una visita guidata gratuita, a cura di Arteco, offrirà l’opportunità di approfondire il lavoro dell’artista.

Una vigna sul Politecnico di Torino

“Sono molto orgoglioso di partecipare – spiega Franco Rabezzana, patron dell’Enoteca Rabezzana e del Pastificio Giustetto – come Ingegnere laureato al Poli e come vignaiolo a questo bellissimo e nuovo progetto. A Torino nasce ‘Campus Grapes’, la vigna urbana all’interno di un polo universitario targata Politecnico di Torino. Una superficie di quasi 1000 mq che ospiterà più di 750 piante di vite. L’inizio dei lavori di realizzazione della vigna sarà verso la fine dell’aprile 2025, mentre l’inaugurazione ufficiale è prevista per il mese di giugno 2025. La vigna è caratterizzata da un imprinting fortemente sociale, poiché il progetto è aperto a tutti e finanziato interamente da un crowdfunding”.

L’Osteria Rabezzana ha organizzato, per venerdì 6 dicembre, alle 17.30, un aperitivo per presentare il progetto insieme a una delle più promettenti startup del momento, Citiculture. Sarà l’occasione per scoprire come la viticoltura urbana Hi – Tech possa impattare positivamente sulle città, non solo dal punto di vista ambientale. Le vigne Citiculture sono infatti luoghi di riconnessione con la natura che producono impatti localizzati, monitorabili e rendicontabili. Le partnership di Citiculture, con il Politecnico di Torino e il DISAFA, daranno vita a un progetto unico nel suo genere, “Campus Grapes”. Franco Rabezzana, esperto sia di vini che di foundracing, è partner di Citiculture all’interno di questa bellissima avventura.

La prenotazione può avvenire alla mail info@osteriarabezzana.it

Il costo della partecipazione è di 20 euro.

 

Mara Martellotta

Un omaggio del Conservatorio Verdi al Museo Egizio con Sinfonie d’Oriente

/

 

Mercoledì 4 dicembre, al Conservatorio Giuseppe Verdi, alle 20.30, si terrà un omaggio speciale al bicentenario del Museo Egizio con l’appuntamento intitolato “Sinfonie d’Oriente”.

Il fascino dell’Oriente prende vita in un concerto che unisce raffinatezza, energia e un pizzico di mistero. In programma tre autentiche gemme che raccontano l’Egitto attraverso la musica di Camille Saint Saens, Giuseppe Verdi e Gioachino Rossini.

Il concerto si inserisce nel fitto programma di celebrazioni per i duecento anni del Museo Egizio di Torino, che vivrà un anno di trasformazioni e nuovi progetti. Frutto della collaborazione tra il teatro Regio di Torino e il Conservatorio Giuseppe Verdi, questa serata rappresenta un omaggio congiunto al Museo Egizio, uno dei più importanti simboli culturali della città, d’Italia e del mondo.

Ascoltare la versione della Sinfonia per Aida è un’occasione rara e preziosa. Originariamente pensata per sostituire il preludio, tuttora presente, più breve e suggestivo, questa sinfonia, ricca di temi legati ai personaggi e alle vicende dell’opera, rappresenta un esperimento audace di Verdi nel portare la musica italiana verso un sinfonismo più ampio e strutturato.

Il concerto per pianoforte n. 5 di Camille Saint Saens, conosciuto come l’Egyptien, è un viaggio musicale compiuto a Luxor, dove l’autore si lasciò ispirare dai paesaggi e dai suoni d’Africa. Tra melodie nubiane annotate sul Nilo e sonorità evocative, questo brano trasporta il pubblico in un Oriente immaginario, ricco di virtuosismo e colore.

Le danze tratte da Moise et Pharaon di Gioachino Rossini rappresentano un omaggio maestoso alla corte faraonica con quell’inconfondibile tocco rossiniano. Una musica vibrante e d’effetto, capace di incantare con la sua eleganza.

A dirigere l’orchestra del teatro Regio sarà il maestro Christopher Franklin con al pianoforte il giovane talento Pietro Verna, formatosi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.

Il concerto è inserito in Incanto Egizio, scoperte musicali e esplorazioni sonore del passato. Si tratta di tredici appuntamenti per i duecento anni del Museo Egizio, progetto di Sistema Musica in collaborazione con la Città di Torino, Museo Egizio e sostegno di Iren.

Mara Martellotta

James Franco ha presentato a Torino il film “Hey Joe”

Ieri sera è quasi passata inosservata la presenza di James Franco in città, forse per la presenza di un’altra grande stella del cinema giunta sotto la Mole, Zoe Saldana. Eppure l’attore americano, antidivo per eccellenza in tenuta casual, è stato accolto con grande calore dal numeroso pubblico accorso per incontrarlo in ben due sale al Cinema Massaua Cityplex. In compagnia del regista Claudio Giovannesi James Franco ha presentato il film Hey Joe, ambientato a Napoli, un film sulle occasioni perdute, intriso di nostalgia e del neorealismo dei grandi maestri. James Franco interpreta un veterano di guerra del New Jersey, Dean Berry, che sul finire degli anni Sessanta decide di tornare in Italia, a Napoli, dove durante la Seconda Guerra Mondiale, ha avuto una relazione con una donna del posto dalla quale ebbe un figlio mai conosciuto. Barry fa ritorno in Italia nel 1971 per poter incontrare il figlio ormai venticinquenne, cercando di recuperare voragini di assenza. Suo figlio, interpretato da un convincente Francesco Di Napoli, ormai diventato un uomo, è ormai stato completamente assorbito dagli ambienti della malavita e non sembra facile l’impresa di sradicarlo.

Giovannesi ha sottolineato il paradosso di questa storia tra padre e figlio che non parlano la stessa lingua anche se c’è un’estrema vicinanza di sangue, una storia che viene raccontata attraverso la conoscenza di due estranei che devono sforzarsi per incontrarsi, avvicinandosi ognuno alla lingua dell’altro, infatti James recita mezzo film in italiano e Di Napoli prova a parlare un po’ in inglese.

James Franco ha raccontato al pubblico come ha costruito il suo personaggio, che non è stato molto difficile immedesimarsi in un personaggio che è americano come lui, arriva a Napoli dove non conosce la lingua, il tessuto della città, quindi rimane un po’ stordito allo stesso modo, doveva recitare in una lingua che non era la sua, insomma c’era questa assonanza con il personaggio. In più prima di iniziare la lavorazione del film c’è stato un lavoro di ricerca basandosi sul libro Napoli ‘44 di Norman Lewis e in più hanno guardato tantissimi film di Rossellini per carpire un po’ il senso di quello che era la vita italiana di quel periodo. Il suo modo di recitare in questo film è completamente diverso da quello a cui siamo avvezzi, ha lavorato per sottrazione, seguendo i dettami della sua formazione quando ha iniziato la scuola di recitazione. Gli veniva insegnato che è di fondamentale importanza prima capire la vita del personaggio, sentirla dentro e solo in un secondo tempo usare le parole. Ed è un po’ quello che ha fatto in questo film rispetto agli altri film, è stato un po’ come tornare alle proprie radici, anche perché ha senso che in questo film il personaggio non parli tanto e la maggior parte di ciò che è emerge dal comportamento, dagli atteggiamenti. E il regista è stato abile nel guidarlo perché ha lasciato che fossero più gli stati d’animo ad emergere senza mai cadere nel didascalico o nel sentimentale, con l’asciuttezza che lo contraddistingue. Giovannesi ha sottolineato come “questa è una storia tra padre e figlio che non parlano la stessa lingua e questo è già un paradosso, perché c’è un’estrema vicinanza di sangue che viene raccontata attraverso la conoscenza di due estranei che devono incontrarsi avvicinandosi ognuno alla lingua dell’altro, infatti James recita mezzo film in italiano e Di Napoli prova a parlare un po’ in inglese.”

Testo e foto di Giuliana Prestipino

Il giorno di Zoe Saldaña a Torino

Si è concluso da poco il TFF ma a quanto pare il red carpet non è stato ancora archiviato. Ieri è stato il giorno di Zoe Saldaña ospite speciale del Museo Nazionale del Cinema dal pomeriggio a tarda sera con tre appuntamenti diversi.

L’eclettica attrice di rara bellezza ha prima incontrato alle 17:00 al Cinema Massimo il direttore del Museo Carlo Chatrian, in una conversazione in cui ha passato in rassegna le tappe salienti della sua carriera, mettendo in luce il ruolo della donna nel cinema e la sua attenzione per l’ambiente.

L’incontro è proseguito con la proiezione del cortometraggio Dovecote, girato da Marco Perego, marito di Zoe Saldaña che si è unito alla conversazione. Dovecote, film di grande impatto emotivo girato all’interno di un carcere femminile della Guidecca a Venezia, è candidato alla categoria cortometraggi degli Academy Awards ed è stato presentato alla Biennale di Venezia 2024 nel Padiglione del Vaticano.

Alle ore 19:30 al Museo Nazionale del Cinema nell’Aula del Tempio Zoe Saldaña ha ricevuto il Premio Stella della Mole dalle mani del presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo e dal direttore Carlo Chatrian che ha sottolineato: “Siamo molto felici di poter accogliere una delle attrici che meglio incarna quella varietà di proposte che il Museo Nazionale del Cinema ospita nelle sue sale espositive. Splendido contrappunto alla mostra ‘Movie Icons’, Zoe Saldaña è icona cinematografica cara all’immaginario giovanile ma anche figura a tutto tondo carica di una profonda umanità. Nei panni delle “guerriere” Neytiri e Gamora ma anche in quelli dell’avvocato Rita Mora Castro, Saldaña ha dato corpo ad un’idea di femminilità capace di conciliare fragilità e fermezza”. Saldaña ha ringraziato in un perfetto italiano “per me significa tanto questo riconoscimento del mio lavoro che rappresenta tutto e soprattutto in Paese come l’Italia in cui mi sento a casa. L’intervento a sorpresa del regista James Cameron in video collegamento sui maxi schermo del Museo del Cinema ha entusiasmato il pubblico intervenuto. Il regista di Titanic e Avatar non solo si è congratulato con l’attrice statunitense ma ha promesso di venire a trovarci fra due mesi. L’ondata di star che approdano al Museo del Cinema sembra così non placarsi.

 La giornata torinese di Zoe Saldaña si è conclusa alle ore 21:00 al Cinema Massimo dove ha introdotto il musical EMILIA PÉREZ, diretto da Jacques Audiard e candidato francese per la categoria Lungometraggi Internazionali agli Academy Awards 2025. Il film ha ricevuto il prestigioso Premio della Giuria al Festival di Cannes e 4 candidature agli EFA, tra cui quella per il Miglior Film. EMILIA PÉREZ uscirà in Italia il 9 gennaio 2025, distribuito da Lucky Red.

Testo e foto di Giuliana Prestipino

“Memissima”. Il ritorno! A Torino gli “Oscar” italiani dei “meme”

/

Il “Festival della cultura memetica” 

Dal 5 al 7 dicembre

In un momento storico nel quale la realtà supera quotidianamente anche il ‘meme’ più ardito, l’unico modo che abbiamo per provare ad affrontare la nostra vita senza impazzire è quello di filtrarla e interpretarla attraverso la lente della ‘memetica’. Venire a ‘Memissima’ vi salverà la vita”. Dice bene Max Magaldi, musicista e artista, dal 2021 ideatore e direttore artistico di “Memissima”, il “Festival della cultura memetica” prodotto dalla torinese “The Goodness Factory” che ospita, nella tre giorni dedicata all’evento, le migliori “agenzie di comunicazione” e le migliori “pagine meme” da tutta Italia, in arrivo quest’anno sotto la Mole da giovedì 5 (presso la “Scuola Holden” di piazza Borgo Dora, 49) a venerdì 6 e sabato 7 dicembre (presso “OFF TOPIC”, in via Pallavicino, 35).

Il termine inglese “meme” (pronuncia “mim”), penso trovi pochi (almeno fra le nuove generazioni) impreparati rispetto alla comprensione del suo significato. Tuttavia, per chi non ne fosse pienamente al corrente (e, forse, a pensarci bene, non sono poi così pochi!), meglio specificare. Neologismo creato dall’etologo, biologo e divulgatore scientifico britannico Richard Dawkins nel suo libro “Il gene egoista” (1976), dicesi “meme”, cito testualmente, “un’idea o un comportamento che si diffonde attraverso l’imitazione … e che con l’avvento di ‘internet’ si è ampiamente diffuso diventando un’immagine o un video di natura umoristica”. Insomma, detto in soldoni, i “meme” sono quelle brevi “sortite” (di solito combinate in fusione fra elemento scritto e visivo) divertenti, ironiche e bizzarre che diventano rapidamente virali nell’infinito groviglio della “rete social”. Orbene, a Torino, i bravi “mattacchioni” della “ Goodness Factory” si sono addirittura inventati (con il sostegno di “Camera di commercio” e “Fondazione CRT” e il contributo di “UNA – Azienda delle Comunicazioni Unite” e di “URMET”) un “Festival” dedicato proprio a questi benedetti “meme”, ai più gettonati, con tanto di “Meme Awards – Gli Oscar dei Meme”, che dopo il successo dell’ultima edizione con la premiazione di Gerry Scotti personaggio “più memato” dell’anno, ci terranno anche quest’anno col fiato sospeso scatenando il “toto-meme” sul web fino all’evento di premiazione finale in programma alle 21 di sabato 7 dicembre.

“Memer” e “Agenzie di Comunicazione” da tutta Italia si troveranno quindi a Torino, da giovedì 5 a sabato 7 dicembre, in occasione di “Memissima” fra “case studies” e “nuovi linguaggi” da indagare.

Il via, giovedì 5 dicembre, al “General Store” della “Scuola Holden”, che anche quest’anno ospiterà tre grandi lezioni di “scrittura memetica”, tenute da Vabe RagaA (ore 10) con “Folk-lore: vecchio e nuovissimo sono la stessa cosa” (pagina da oltre 118mila followers), Cyaomamma (ore 12) con “Textposting: scrivere in regime di infocrazia” e, attesissima, Madonnafreeeda (dalle 14,30) con “A mali estremi estremi meme: come aggirare algoritmi sensibili per raccontare realtà atroci”. A seguire, sempre alla “Scuola Holden”, dopo il talk (ore 18) “Dal cinema a Dogecoin”, si chiude in serata con “Stand Up Memedy”, show inedito rivelatore del “superpotere comico” dei “meme”.

Venerdì 6 e sabato 7 dicembre “Memissima” si sposta a “OFF TOPIC” per dare vita al format che studia il rapporto fra “meme” e comunicazione: Meme per gli acquisti’, l’incubatore sul memevertising” che ospita alcune delle migliori agenzie di comunicazione italiane, pensato per studiare il rapporto tra “meme” e “pubblicità”. Fra gli incontri da non perdere “La Grande Memezza” (sabato 7, ore 12,30), sorprendente esordio su “Tik Tok” del sindaco di Corbetta, Marco Ballarini, il talk (venerdì 6, alle 19) “Mi piace un bot! Come l’‘IA’ sta cambiando la creatività?” e, alle 22, l’incontro con Fabio Celenza, nel suo live show in band “Faffiga Experience”.

Grande chiusura con l’evento più atteso dai “memer” di tutta Italia: i “Meme Awards” “Oscar dei meme” che avverrà nel corso della serata finale sabato 7 dicembre, alle 21. Più di 200 le richieste di partecipazione ai “Meme Awards”, con oltre 400 “meme” candidati.

I “meme” candidati verranno giudicati da una “Giuria” che individuerà i “4 meme finalisti” per le diverse categorie, tra cui “Personaggio più memato dell’anno”, “Politica e Attualità”, Università e Scuola”, “Sport”, “IGP”, “Reel”, “Trash/Dank/NonsenseMusica”, “Arte e Spettacolo”. I vincitori verranno scelti dalla combinazione tra il voto della Giuria e quello dei follower della pagina dell’evento “Memissima/Meme Awards”: per votare basterà seguire la pagina “Instagram” ed esprimere la propria preferenza.

Per info e programma nel dettaglio: “The Goodness Factory”, via Faà di Bruno 2, Torino; tel. 676/630242 o www.thegoodnessfactory.it

G.m.

Nelle foto (emma@thegoodnessfactory.it): Locandina Festival e immagini di repertorio