Cosa succede in città- Pagina 14

Rock Jazz e dintorni: Dream Theater e Fabri Fibra

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Chiusura del Flowers Festival a Collegno con l’esibizione di Fabri Fibra. Al Set Scalo Eventi Torino Sonic Park concerto di Nino D’Angelo. Per AstiMusica in piazza Alfieri è di scena Tony Hadley (cantante dei Spandau Ballet).

Martedì. Per Sonic Park al Set Scalo Torino arriva Gianna Nannini. Al Blah Blah suonano i The Wind. Per Astimusica arriva Roberto Vecchioni

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena Leonardo Gallato. Per Sonic Park al Set Scalo Torino, si esibisce Jacob Collier. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Vera Gheno. Al Blah Blah suonano i Private Function. Per Astimusica si esibiscono i Coma Cose.

Giovedì. Inaugurazione del “Due Laghi Jazz Festival” con il concerto del quintetto della vocalist Rossana Casale. Doppio appuntamento e chiusura per Sonic Park. Al Set Scalo Eventi Torino suonano i Dream Theater mentre al Parco della Certosa di Collegno si esibisce Paul Kalkbrenner. Vi sarà in realtà ancora un concerto il 19 novembre alle OGR con l’esibizione di Asco. A Cervere inizia l’Anima Festival con la cantante Noemi. Al Blah Blah suona la Momo Rock Band.

Venerdì.A Cervere per l’Anima Festival si esibisce Nek. Al Circolino suona l’Art Explorers Jazz 4Tet. Per Astimusica è di scena Alessandra Amoroso.

Sabato. Allo Ziggy sono di scena gli Zolle e a seguire Bezoar. Al Blah Blah suonano gli Hateworld+ Rawfoil. Per Cervere Festival si esibisce Marco Masini.

Domenica. Per Evergreenfest al parco della Tesoriera, suonano gli Smoking Monkey. A Cervere per “Anima Festival” è di scena Simone Cristicchi.

Pier Luigi Fuggetta

Torino, presentato ALBATROSS. Un film che ricorda un reporter, un’epoca e un sogno

di Massimo Iaretti

“Ci sono già state delle proiezioni ma questa la sento come la vera anteprima. Perché ogni volta che torno a Torino trovo le mie radici. Da qui riparto sempre. Quando mi è stato chiesto di occuparmi di questo film mi sono domandato come potevo raccontare la vicenda di un uomo senza giudicarlo…

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Torino, presentato Albatross un film che ricorda un reporter, un’epoca e un sogno

 

Fondazione Torino Musei protagonista dell’International Training Program in Museums con l’Arabia Saudita

Sessanta giovani professionisti sauditi hanno completato un percorso formativo di quattro settimane nei musei torinesi, culminato con la realizzazione di proposte progettuali per GAM, MAO e Palazzo Madama. Tra i progetti realizzati, venerdì 11 luglio apre al pubblico “The Journey of essence. From Matter to Meaning”, la mostra curata dai partecipanti a Palazzo Madama

La Fondazione Torino Musei consolida la propria vocazione internazionale realizzando  l’International Training Program in Museums promosso e sostenuto dalla Museum Commission dell’Arabia Saudita, che vede coinvolti anche il Victoria and Albert Museum di Londra e il Grand Egyptian Museum del Cairo. L’iniziativa, che si inserisce nel quadro del Piano Strategico dell’istituzione, ha visto Fondazione Torino Musei con l’Ufficio Relazioni Esterne e Attività Internazionali coordinare il programma italiano, un’esperienza formativa d’eccellenza che ha coinvolto sessanta giovani sauditi.

Dal 16 giugno al 12 luglio 2025, studenti universitari, professionisti e operatori museali dell’Arabia Saudita hanno vissuto un’esperienza immersiva nell’ecosistema museale torinese, acquisendo competenze avanzate in educazione museale, conservazione delle collezioni ed exhibition design. Il programma, sotto la direzione scientifica di Mariachiara Guerra, ha rappresentato un modello internazionale innovativo di capacity building.

 “Questa collaborazione rappresenta un’importante conferma del ruolo della Fondazione Torino Musei quale punto di riferimento e centro di eccellenza a livello internazionale per la formazione e l’innovazione nel campo museale” – dichiara Massimo Broccio, Presidente della Fondazione Torino Musei. L’iniziativa si inserisce  nel percorso di sviluppo e nel processo di internazionalizzazione dei Musei Civici avviato con il Piano Strategico, che ha visto la creazione, nel modello organizzativo, di una apposita funzione che ha l’obiettivo di creare un network internazionale, definire e attivare una strategia unitaria di branding e comunicazione che supporti l’internazionalizzazione delle Linee Culturali, promuovere il patrimonio storico-artistico attraverso touring exhibitions e  co-progettazione di mostre. In questa occasione e nell’ambito dello sviluppo dell’offerta di servizi culturali e di cooperazione internazionale,  la Fondazione ha assunto un ruolo di regia e coordinamento – attraverso il rafforzamento della  rete di collaborazione con gli altri  musei e istituzioni culturali del territorio – dando l’opportunità ai giovani professionisti sauditi di confrontarsi, approfondire e  acquisire il know-how del sistema museale di Torino e del Piemonte.”

“Per favorire lo sviluppo strategico del settore museale in Arabia Saudita, anche attraverso questo programma stiamo investendo nel capitale umano saudita, supportando le giovani generazioni e potenziando le loro competenze” – commenta Taghreed Alsaraj, General Manager of Education & Talent Development della Museum Commission del Ministero della Cultura saudita. “Crediamo che i musei non siano solo luoghi di conservazione ed esposizione ma piattaforme essenziali per l’educazione e lo sviluppo culturale. Per i nostri trainees, l’esperienza torinese ha rappresentato la possibilità di partecipare a un programma di alta formazione, di sperimentare pratiche e stabilire connessioni internazionali, che li renderanno capaci di apportare un contributo fondamentale alla crescita dell’ecosistema museale del Regno.”

“Questo progetto, che segue pluriennali esperienze in Arabia Saudita,  dimostra quanto i musei siano capaci di costruire ponti e come la cultura e l’educazione siano strumenti strategici per la cooperazione internazionale”, commenta Mariachiara Guerra. “I partecipanti non solo hanno acquisito competenze tecniche, ma hanno anche contribuito con le loro prospettive culturali ad arricchire la nostra visione del patrimonio.”

UN PERCORSO FORMATIVO DI ECCELLENZA

Il programma si è articolato in 115 ore di attività intensive, suddivise tra:

– 60 ore di progettazione dedicate all’elaborazione di proposte innovative per la rilettura delle collezioni di GAM, MAO e Palazzo Madama, creando dialoghi inediti tra patrimonio italiano e cultura saudita

– 55 ore di attività plenarie con seminari, visite di studio e workshop che hanno coinvolto l’intero ecosistema museale cittadino e anche il progetto Luci d’Artista.

Il network di collaborazioni ha incluso istituzioni di primo piano: Archivissima, CCW – Cultural Welfare Center, Museo Egizio, Reggia di Venaria, Centro di Conservazione e Restauro di Venaria Reale, Castello del Valentino e Politecnico di Torino, Musei Reali, Gallerie d’Italia, Castello di Rivoli, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Museo del Risorgimento e PAV – Parco d’Arte Vivente.

Il programma ha inoltre beneficiato dell’intervento di personalità di spicco del settore culturale: il Prof. Alessandro Crociata, economista della Cultura e direttore della candidatura di L’Aquila Capitale della cultura 2026, ha inaugurato il percorso con la lectio magistralis “Beyond the Glass Case: Museums as Catalysts for Social Innovation and Community Wellbeing”, esplorando il ruolo dei musei come catalizzatori di innovazione sociale;  la Prof.ssa Francesca Cominelli, economista della Cultura presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, ha approfondito il tema del patrimonio immateriale con il keynote “Beyond the Object: Museums and the Power of Intangible Cultural Heritage”; Adrien Gardère, importante museografo francese, ha guidato il workshop “Weaving space, Choreographing the gaze”, accompagnando i partecipanti nell’elaborazione dei concept narrativi delle loro proposte progettuali; Fabio Viola, leader mondiale nella gamification museale, ha concluso il percorso con “Challenges and opportunities of the digital transformation”, dedicato all’innovazione digitale e alla valorizzazione delle collezioni.

La chiusura dei lavori e la presentazione dei progetti finali si è svolta alla presenza d Adrien Gardère e Taghreed Alsaraj, General Manager of Education & Talent Development della Museum Commission del Ministero della Cultura saudita, e ha suggellato un’esperienza che rappresenta un modello di diplomazia culturale attraverso i musei, replicabile a livello internazionale.

“Cortile in Festa”: dove l’arte incontra la magia del tempo sospeso

UN CORTILE, UNA COMUNITÀ ARTISTICA, UNA CITTÀ CHE RISCOPRE IL SENSO DELL’INCONTRO.

OGGI, A TORINO, L’ARTE NON SI GUARDA: SI VIVE.

Intervista a Sabrina Rocca: l’arte che apre porte, spazi, coscienze

Piazza Fontanesi 8B, Torino – 9 luglio 2025, ore 18.00–21.00

 

Oggi a Torino, un antica corte si trasforma in un arcipelago creativo. È qui che Sabrina Rocca, pittrice e ideatrice di “Cortile in Festa” insieme ad altri artisti, artigiani, architetti e performer, ci invitano a vivereun’esperienza immersiva fuori dal tempo e dentro il cuore dell’arte. Un luogo speciale che, in qualche modo, ha segnato la storia dell’arte, anche dell’”arte povera”.

Sabrina, da cosa nasce “Cortile in Festa”?

Da un’esigenza semplice e potente: far uscire l’arte dai luoghi istituzionali per riportarla alla sua natura più viva e condivisa, far “esplodere” il suo potere generativo. Quando, circa un anno fa, sono entrata per la prima volta in quello che qualcuno ha definito “il cortile delle meraviglie”, è stato amore a prima vista. Un luogo magico, dove si respira il fare di altri tempi: artisti e artigiani che lavorano, creano, si contaminano, si aiutano. Un cortile autentico, senza retorica, ma pieno di sostanza.

È qui che ho desiderato e poi creato il mio atelier, in questo microcosmo di creatività: pittori, scultori, fotografi, artigiani… linguaggi creativi che si intrecciano, che si fondono tra loro. È un luogo sospeso nel tempo, in cui si respira la libertà di creare. Ho pensato: perché non aprirlo alla città, consentire anche agli amici del quartiere e della città tutta di sperimentarne la magia?

Chi varcherà il portone di Piazza Fontanesi cosa troverà?

Un’esperienza immersiva, autentica. Gli studi si aprono, si respira l’odore delle tele, dell’argilla, si ascoltano i racconti degli artisti. Ma c’è anche musica dal vivo, installazioni animate, workshop, teatro. È un’osmosi di linguaggi e sensibilità. Un invito a rallentare, osservare, lasciarsi permeare dalla bellezza. E poi scopri che qui Salvo ha avuto lo studio per quasi tutta la vita, che Penone ha fatto apprendistato con Lorenzoni — scalpellino, scultore e restauratore — , che Mertz faceva realizzare i suoi neon proprio in uno di questi laboratori e che entrare nello studio di Santo è come attraversare un pezzo di storia viva.

E poi c’è la Dora, che scorre lì accanto e amplifica l’energia speciale di questo luogo.

Hai parlato spesso della bellezza come “atto sociale”. Cosa intendi esattamente?

L’arte deve aprirsi al mondo, espandere la sua energia costruttiva, che genera consapevolezza, cura, connessione. E di più: deve custodire saperi, tecniche antiche che rischiano di disperdersi, coltivare attenzione. Questo evento è anche un atto di “resistenza gentile”: creare comunità attorno all’arte, celebrare la bellezza come forma di armonia e impatto culturale.

Un consiglio a chi vorrà esserci?

Venite con occhi curiosi e mente aperta. Camminate piano. Osservate e perdetevi nei dettagli. Fermatevi a parlare con gli artisti, dialogate con loro e le loro opere.

Non solo un evento, ma una porta aperta verso un’altrove.

“Cortile in Festa” è la sospensione dell’ordinario: una soglia tra intimità creativa e spazio urbano.

Qui l’arte non intrattiene, ma rivela.

Non si consuma, ma si condivide.

Una comunità che non si rappresenta ma dischiude un modo diverso di pensare il tempo: lento, relazionale, necessario.

Un’occasione rara da non perdere.

In Sala Rossa: “Valdo Fusi (1911-1975), un torinese fuori ordinanza”

Giovedì 10 luglio 2025 alle ore 11, presso la Sala Rossa di Palazzo Civico, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della sua scomparsa, si terrà il convegno “Valdo Fusi (1911-1975): un torinese fuori ordinanza”.

Organizzato dalla Presidenza del Consiglio comunale in collaborazione con l’Associazione dei Consiglieri emeriti e il Centro Pannunzio, al convegno interverranno: Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale; Michela Favaro, vicesindaca; Elide Tisi, presidente Consiglieri emeriti; Luigi Fusi nipote di Valdo; Pier Franco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio; Marcello Maddalena, già procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Torino.

Maria Grazia Grippo

Valdo Fusi (Pavia 9.5.1911 – Isola d’Asti 2.7.1975). Con la famiglia a Torino dal 1929, laureato in giurisprudenza, con una forte propensione ala scrittura, dopo l’8 settembre 1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza in Piemonte. Rappresentante della Democrazia Cristiana nel CLN regionale, fu catturato il 31 marzo 1944 con altri membri del Comitato di liberazione. Nonostante il processo farsa, si salvò dalla condanna a morte e dalla fucilazione al Martinetto che, invece, costò la vita a Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e Giuseppe Perotti. Di quel processo Fusi lascerà traccia indelebile con il suo romanzo “Fiori rossi al Martinetto”, definito “la storia della generazione che, pur nel crollo apparente dei valori e nella sensazione diffusa di una crisi generale di civiltà, seppe mantenere la fede nell’Italia libera e la speranza per la pace”.

Pier Franco Quaglieni

Dirigente della Democrazia Cristiana, fu consigliere comunale a Torino nel novembre 1946 ed eletto alla Camera nella prima legislatura del 1948. Nel 1951 consigliere provinciale, diventò senatore nel 1958. Non abbandonò mai la carriera forense. Partecipò attivamente alla vita sociale della città: presidente dell’Ente provinciale per il turismo di Torino fra il 1955 e il 1965 e dell’Ordine Mauriziano fra il 1965 e il 1970, nel 1974 ricevette la cittadinanza onoraria.

Ghëddo, il progetto innovativo che promuove l’arte a Torino

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Ghëddo, associazione culturale no profit guidata da Olga Cantini, Barbara Ruperti, Marta Saccani, Rachele Fassari e Davide Nicastro, nata nel 2021 insieme a TO.BE, l’open call arrivata oggi alla sua quarta edizione, è un progetto finalizzato all’organizzazione di progetti culturali che valorizzino e promuovano la giovane arte emergente, creando una rete dinamica tra artistə e spazi artistici del territorio torinese, come gallerie, spazi indipendenti, fondazioni e istituzioni.

“Come gruppo, al biennio di Comunicazione, temevamo di non avere tutti gli strumenti necessari per il nostro futuro lavorativo nel mondo dell’arte, sia noi come curatorə e comunicatorə, sia per lə giovani artistə – racconta il team di Ghëddo – É dalla necessità di colmare il vuoto che percepivamo, quello tra la formazione e l’effettivo lavoro nel mondo dell’arte che nasce Ghëddo, ma soprattutto il suo progetto di lancio TO.BE che permette allə artistə di esporre in gallerie e spazi del territorio di Torino. Concepiamo l’arte come strumento comunicativo, e al contempo come messaggio in grado di mettere in moto azioni e di generare valori nuovi all’interno di una comunità. Il nostro progetto mira a creare una rete dinamica con artistə e spazi indipendenti del territorio, favorendo esperienze di cooperazione e di scambio tra artistə e realtà cittadine al fine di costruire un legame solidale e generare delle dinamiche di scambio umano, etico, artistico coerenti con il tema dell’accessibilità, attraverso eventi gratuiti ed equi (parità di genere)”.

Ghëddo è guidato da cinque persone che operano in maniera orizzontale, condividendo responsabilità e decisioni. Olga Cantini si occupa di una parte della comunicazione, in particolar modo dei social media, dei rapporti con i partner e i media partner e dell’ideazione dei progetti e la loro messa in pratica. Rachele Fassari, tesoriera dell’associazione, si occupa della gestione economica e dei rapporti con lə collaboratorə esternə, si impegna a gestire i fondi. Barbara Ruperti cura la linea artistica e curatoriale, si occupa dell’ideazione dei progetti, della scrittura dei contenuti critici e delle relazioni con i partner culturali. Marta Saccani si occupa dell’ideazione, coordinamento e gestione dei progetti, gestisce i rapporti con lə artistə, collaboratorə e amicə di Ghëddo. Davide Nicastro è una figura jolly e trasversale, dall’ideazione dei progetti al reperimento di materiali utili.

“Oggi in Italia assistiamo a un panorama artistico estremamente frammentato, ma anche fertile, dove convivono pratiche tradizionali e sperimentazioni ibride – spiega il team di Ghëddo – Il panorama degli spazi indipendenti, dei collettivi e artist-run space è vitale e in fermento, ma spesso manca un riconoscimento istituzionale o una vera continuità progettuale. In questo contesto, molte realtà faticano a creare progettualità sostenibili e accessibili, non solo per lə artistə, ma anche per la sperimentazione artistica e curatoriale tout court. Spesso mancano gli spazi, le risorse economiche, ma anche i contesti relazionali in cui pratiche artistiche, riflessioni critiche e coinvolgimento attivo possano coesistere fuori dalle logiche di sistema. Ghëddo e le altre realtà come la nostra nascono in risposta a questo vuoto. La nostra proposta si colloca in una zona di confine tra spazio espositivo, laboratorio di pensiero e piattaforma di cura delle relazioni. Intendiamo l’arte non solo come produzione di oggetti o di mostre, ma come occasione di incontro, di interrogazione, di ricerca aperta e condivisa. Più che mancare in senso assoluto, realtà come la nostra rispondono a un bisogno diffuso ma ancora inascoltato. Quello di spazi che non siano solo contenitori, ma contesti dove attivare e riflettere su diverse qualità del fare. In un ecosistema artistico frequentemente orientato alla produzione, alla competizione e alla visibilità, riteniamo essenziale preservare luoghi di sperimentazione viva, in cui l’arte possa entrare in dialogo con la città, con le istituzioni e con le gallerie, mantenendo intatta la propria radicalità e accogliendo la complessità che caratterizza il panorama”.

“Per quanto riguarda la nostra open call TO.BE – continua il team di Ghëddo – selezioniamo lə artistə sulla base dei criteri del nostro bando: originalità dell’opera, efficacia espressiva, capacità innovativa nel campo delle arti visive. Lavoriamo con qualsiasi disciplina: scultura, installazione, sound art, performance, video, fotografia, pittura, grafica, arte multimediale o testuale. Quando collaboriamo con lə artistə nel progetto TO.BE, il nostro impegno non si esaurisce con la fine del programma: cerchiamo di dare continuità al dialogo e al supporto, creando occasioni future di collaborazione e valorizzazione delle loro ricerche. Per portare qualche esempio: l’artista torinese Silvia Basano, che negli ultimi due anni ha preso parte a due mostre collettive all’interno del progetto TO.BE (nel 2023 con Kissinkemmer e nel 2024 in Questo il mondo non lo saprà), a gennaio è stata coinvolta per partecipare alla prima edizione del nostro programma di residenza. In occasione della restituzione del progetto che Silvia Basano ha realizzato durante la residenza, in collaborazione con l’antropologo Mirko Vercelli, è stata coinvolta anche lə performer e artista Lux Aeterna, con cui avevamo già collaborato in occasione della mostra collettiva Il futuro è una schiuma cosmica. L’artista Rac Montoro, già presente nella mostra collettiva Kissinkemmer nel 2023, è statə nuovamente coinvoltə nel febbraio 2025 con la performance Broken Violet Dream, da noi curata, insieme ad altrə artistə con cui collabora abitualmente: Sirius Alexander Venus Rose, Erauqave e H’im. Nel luglio 2024, abbiamo portato un lavoro dellə artistə Lorenzo Peluffo e Enrico Turletti, che hanno partecipato alla mostra collettiva Il futuro è una schiuma cosmica, nella mostra curata da Osservatorio Futura al Forte di Exilles, intitolata Materie: sulla linea temporale del progresso la vita danza in cerchio. Nella stessa mostra, era presente anche un lavoro di Volga Sisa, artista che aveva esposto alla mostra personale Flor Inmortal da A PICK Gallery nel 2024. Entrambe le ricerche sono state oggetto di una riflessione critica a firma di Ghëddo, pubblicata all’interno del catalogo della mostra a cura di Osservatorio Futura. Al di fuori del bando TO.BE abbiamo avuto la possibilità di conoscere, interessarci e lavorare con altrə artistə torinesə e non solo. Nel novembre 2023, in occasione di Artissima, abbiamo curato la perfomance Sintetico di Plurale, collettivo di Verona insieme al quale abbiamo realizzato la fanzine Body of evidence: power, desire, desolation. Nel 2024 abbiamo esposto due lavori di Emma Scarafiotti e Virginia Argentero, artiste selezionate nella prima edizione del Premio promosso dalla Fondazione Recontemporary, a cui Ghëddo ha partecipato come partner in qualità di partner per una menzione speciale”.

“Nell’ambito del progetto TO.BE – conclude il team – abbiamo una novità per l’edizione 2025: oltre alle gallerie, fondazioni, e spazi indipendenti che collaborano e ospitano le mostre dellə giovani artistə, ci saranno anche alcune istituzioni torinesi. Questo ci rende molto felici perché significa ampliare le possibilità di crescita per lə artistə oltre ad essere una manifestazione di crescita di Ghëddo stesso. Per il nostro futuro ci auguriamo di raggiungere maggiori finanziamenti, in modo da poter dare ulteriori opportunità allə artistə e avere uno spazio in città tutto nostro. Ci piacerebbe sostenere le spese di produzione delle opere, offrire più budget per i trasporti delle opere e per tutte quelle spese di realizzazione di una mostra, ci stiamo lavorando. Se si scava bene e nel modo giusto, la città di Torino offre buone possibilità a realtà come la nostra”.

Gian Giacomo Della Porta