CRONACA- Pagina 1503

In due violentano e derubano prostituta

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Uno degli aggressori, al termine del rapporto l’aveva pagata ma poi aveva fatto entrare in casa l’amico

 

vilenza dddonne

Era stata violentata il 4 maggio scorso e la Squadra Mobile di Torino ha scovato gli autori delle violenze: sono due marocchini di 25 e 40 anni. Sono stati  arrestati per violenza sessuale e rapina.

 

La donna, una prostituta,  aveva raccontato dell’aggressione avvenuta nel suo appartamento. Aveva detto alla polizia di essere stata minacciata con un coltello, picchiata e violentata. Le avevano anche rubato cellulari, un televisore e denaro contante. 

 

Uno dei due, al termine del rapporto l’aveva pagata ma poi aveva fatto entrare in casa l’amico. In base alla versione della ragazza, i due  l’hanno stuprata e  poi ferita con una forchetta al volto prima di scappare con la refurtiva. Una perquisizione successiva nelle loro abitazioni ha portato alla scoperta di attrezzature elettroniche e cellulari probabile frutto di altre rapine.

 

Dramma della depressione: coppia di anziani si dà fuoco in auto

AUTO BRUCIATALa coppia soffriva di depressione. Poco prima del gesto avevano comprato una tanica di benzina

 

Una crisi depressiva, chissà se dovuta a problemi personali economici o di salute. Si porteranno con sè le motivazioni che li hanno spinti a compiere, insieme, un gesto tanto drammatico.

 

Erano due anziani, un uomo e una donna. Si sono dati fuoco a bordo di un’auto sulla quale i loro corpi sono stati rinvenuti carbonizzati dai vigili del fuoco.

 

Il doppio suicidio è avvenuto  nel centro di Volvera. I carabinieri hanno verificato che la coppia era proprietaria della vettura data alle fiamme, una Skoda Fiaba. Anche per questo motivo gli inquirenti ritengono si sia trattato di un suicidio.

 

La coppia soffriva di depressione. Poco prima del gesto avevano comprato una tanica di benzina.

Uomo di 78 anni muore d’infarto durante rapporto sessuale

prostituzioneIl 78enne, di Chivasso, è morto per un malore nelle campagne di Volpiano

 

 

Si era appartato con una donna romena di 35 anni, con la quale aveva preso accordi per consumare un rapporto sessuale.

 

Il 78enne, residente a Chivasso, è morto per un infarto nelle campagne di Volpiano dove si era appartato con la donna.

 

E’ stata proprio lei  a chiamare il 118. Sono intervenuti per le indagini i carabinieri della Compagnia di Chivasso.

 

Aggredito a calci controllore del Metrò

Questa volta l’episodio si è verificato nella stazione della metropolitana XVIII Dicembre

 

METRO TORNELLINuova aggressione ai danni di un controllore Gtt, dopo quella avvenuta nei mesi scorsi, quando a un dipendente dell’azienda dei trasporti pubblici venne addirittura staccato un orecchio a morsi. La causa è sempre la stessa: l’aggressore non aveva pagato il biglietto e voleva sfuggire alla verifica.

 

Questa volta l’episodio si è verificato nella stazione della metropolitana XVIII Dicembre, intorno alle 18 di ieri.

 

Un ragazzo ventenne, di origini marocchine, per sfuggire al controllo ha assalito con pugni, calci e manate al volto il dipendente che se l’è cavata con qualche graffio.

 

Il giovane sperava di fuggire sul treno che stava per ripartire. Ma i colleghi del dipendente Gtt sono riusciti a bloccarlo e a chiamare la polizia.

 

(Foto: il Torinese)

Commesso ruba 100 telefonini dal suo supermercato

L’uomo, di Caselette torinese,  lavorava da Auchan  ed è agli arresti domiciliari per ricettazione

 

TELEFONINIVoleva fare la bella vita con la fidanzata e per questo ha pensato di trovare una soluzione immediata rubando, nell’arco di qualche mese, 100 smartphone dal supermercato in cui lavorava.  

 

L’uomo, un trentunenne di Caselette torinese,  lavorava da Auchan  ed è agli arresti domiciliari per ricettazione. La  merce rubata al supermercato di Rivoli, dove era assunto come addetto alle vendite, ha un valore di 30mila euro.

 

Sono state identificati 5 acquirenti dei telefonini rubati, tutti denunciati.

Quando a proteggere i negozi sono le “ronde pusher”

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salvarioEvidentemente lo spacciatore, con il suo “servizio d’ordine”, spaventa più delle forze di polizia i delinquentelli di quartiere

 

Il caso del farmacista di via Berthollet, Mauro Guzzinati, è paradossale. essere costretti a difendersi da scippi e furti chiedendo la protezione di chi fa parte di quel mondo criminale. La vicenda della farmacia di San Salvario (nella foto la chiesa di largo Saluzzo, simbolo del quartiere) , sollevata dalla redazione torinese di Repubblica e salita all’onore delle cronache nazionali è ormai nota. Il farmacista, stufo di furti ai danni del suo negozio da parte di giovani furfanti che, anche se cattuarti dalla polizia tornavano in libertà e diventavano recidivi dopo pochi giorni, ha ottenuto la protezione di un pusher.

 

Evidentemente lo spacciatore, con il suo “servizio d’ordine”, spaventa più delle forze di polizia i delinquentelli di quartiere. Il patto tra spacciatore e farmacista è che quest’ultimo, in cambio di protezione, non chiami la polizia a disturbare il pusher. E quando la misura è colma, anche le persone più oneste perdono la fiducia e si arrendono all’evidenza. Ovvio che l’etica e la moralità sono subito state tirate in ballo e il dibattito impazza in città.

 

Il presidente della circoscrizione 8, di cui fa parte San Salvario, Mario Levi, è sconsolato. Si chiede che fine farà il quartiere che, nonostante l’impegno di polizia e carabinieri, vede crescere di giorno in giorno la piccola criminalità. E se un giorno alla vigilanza dei pusher dovesse sostituirsi quella di delinquenti che chiedono il pizzo in cambio di protezione?

 

 Il  quotidiano il Giornale di oggi fa un parallelo con lo scandalo suscitato a suo tempo dalle ronde leghiste nella sinistra benpensante. Si chiede il quotidiano milanese: “meglio le ronde di spacciatori?”. Insomma, la situazione è controversa. Ciò che emerge chiaramente è che la movida di San Salvario, pur avendo in parte riqualificato la zona, non è servita ad allonatanare la criminalità.

 

(Foto: il Torinese)

Estate di lotta al campeggio No Tav

grillo5notav ovunquenotav chiara claudioLe iniziative sono state annunciate attraverso il web, sono previsti anche dieci giorni di presidi itineranti attraverso i paesi della Bassa Valle

 

Mentre le diplomazie italiana e francese dialogano riservatamente per far sì che il tunnel della Torino-Lione sia scavato in Francia, per evitare i problemi di ordine pubblico in Valle di Susa, nel  campeggio autogestito di Venaus parte la “tre giorni nazionale di confronto e discussione”.

 

Sono previsti anche dieci giorni di presidi itineranti attraverso i paesi della Bassa Valle, nel calendario estivo del movimento No Tav nel mese di luglio.

 

Le iniziative sono state annunciate attraverso il web, all’insegna dello slogan: “per un’estate di lotta No Tav”:

 

“Da questa settimana si apre l’accoglienza presso il campeggio di Venaus che fino all’11 luglio sarà autogestito. Pertanto tutti sono invitati a portare il necessario per prepararsi da mangiare ed attenersi scrupolosamente alle indicazioni che il movimento darà. L’11, il 12 e il 13 luglio,sempre a Venaus, ci sarà una tre giorni nazionale di discussione, confronto e iniziative in cui temi principali saranno l’estate in corso e le lotte che vedranno protagoniste le varie realtà italiane nella stagione autunnale. Dal 17 al 27 luglio, mentre continuerà ad essere garantita l’accoglienza al presidio di Venaus, il movimento No Tav organizza la marcia/campeggio itinerante contro il Tav. Tappe della marcia saranno Avigliana, Vaie, San DIdero, Bussoleno, San Giuliano di Susa , Venaus e Chiomonte. Per poi concludersi con la consueta marcia Giaglione / Chiomonte”.

 

UN ESTRATTO DAL SITO NOTAV.INFO

 

(…) Esercito, militarizzazione e controllo del territorio sono realtà con cui noi Valsusini abbiamo imparato a fare i conti quotidianamente, ma non ci abituiamo a questa situazione, anzi è pratica collettiva lavorare per inceppare questo meccanismo, a partire dalle più piccole iniziative fino ad arrivare alle manifestazioni di massa che continuano a dimostrarci quanto sia solida la nostra forza nonostante il passare del tempo.

 

La Procura Torinese ha continuato durante quest’anno ad indossare l’elmetto, consapevole ormai che un movimento come quello No Tav non può essere scalfito da qualche denuncia e da titoli roboanti sui giornali. Ed ecco il tentativo, che addiritura la Cassazione valuta spropositato, di incarcerare quattro di noi con l’accusa di terrorismo. La risposta, non scontata al giorno d’oggi ma spontanea per il movimento, è stata quella di stringersi ancora di più attorno agli arrestati, alle loro famiglie e mettere in piedi una campagna per la loro liberazione che sappiamo ben presto avverrà.

 

In questo paese sempre più devastato dalla crisi, solo più in pochi riescono a credere che si troveranno i soldi per portare avanti un’opera così costosa e i lavori, con le promesse dei vari politicanti, una dopo l’altra si infrangono contro una realtà fatta di povertà sempre più diffusa tra la popolazione. Se da un lato la Francia e diversi altri paesi europei fanno molti passi indietro, ogni nuovo governo italiano fa automaticamente sua la battaglia per la costruzione della Torino-Lione, da destra a sinistra, senza se e senza ma. Troppi sono gli interessi in gioco, troppo comodo ed assodato il sistema per ingrassare le tasche dei soliti noti. Per loro sfortuna però, prima o poi, sono tutti costretti a fare i conti con i fatti e, soprattutto, con il movimento che compatto continua il suo percorso di opposizione.

 

I grandi appalti, da sempre portatori di notevoli interessi, anche in Valle sono sempre più in odor di mafia nonostante in molti si affannino ad elevare il cantiere di Chiomonte come esempio di una trasparente gestione. Purtroppo per loro oggi ci sono anche le carte che parlano chiaro. Abbiamo imparato in questi anni che i nostri luoghi di battaglia sono molti. Sul territorio, nelle piazze, in tribunale, nell’informazione e su ognuno di questi ambiti quotidianamente ci attrezziamo e giochiamo le carte a nostra disposizione (…)

 

(Foto: il Torinese)

Interrogati gli arrestati per ‘Ndrangheta

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I carabinieri stanno esaminando la documentazione relativa ai conti sequestrati in Italia e all’estero. Pare che l’organizzazione sia più ramificata e strutturata di quanto apparisse in un primo momento

 

carabinieri xxSono incominciati gli interrogatori delle 20 persone arrestate nell’operazione contro la ‘Ndrangheta, che tentava di infiltrarsi nei lavori della Tav. Tra queste anche Gabriella Toroldo, che avrebbe avuto il ruolo di “cassiera” dell’organizzazione. Pare che la donna, che si fingeva avvocato, fungesse da finanziatrice degli affiliati.

 

In passato era stata condannata per una truffa milionaria, si era resa protagonista della vendita di porzioni dell’isola della Gallinara, che appartiene allo Stato.  Uno dei pochi accusati che ha deciso di rispondere ai giudici è l’imprenditore Domenico Greco, ritenuto uno dei capi dell’organizzazione, il quale ha professato la propria innocenza. Nell’operazione è stato anche coinvolto un iscritto al Pd, Vincenzo Donato, anche lui sospetto affiliato.

 

Il partito ha deciso di sospendere tutte le persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta. Mentre proseguiranno nei prossimi giorni gli interrogatori di garanzia, i carabinieri stanno esaminando la documentazione relativa ai conti sequestrati in Italia e all’estero. Pare che l’organizzazione legata alla ‘Ndrangheta sia più ramificata e strutturata di quanto apparisse in un primo momento.

Tenta di darsi fuoco davanti al municipio di Pinerolo

L’uomo, con diversi precedenti penali, è stato bloccato in tempo dai carabinieri

 

carabinieri autoVoleva che il Comune gli desse un lavoro e  ha minacciato di darsi fuoco davanti al municipio di Pinerolo.

 

L’uomo, con diversi precedenti penali, è stato bloccato in tempo dai carabinieri, che  hanno usato  un estintore sulla benzina cosparsa sul selciato dall’aspirante suicida

 

Per evitare il peggio è  intervenuto anche il servizio 118. La posizione dell’uomo è al vaglio delle autorità.

Prostituzione, blitz notturno della polizia

polizia volanteSei ragazze denunciate per atti contrari alla pubblica decenza, poichè indossavano abiti succinti

 

Numerose volanti della polizia la scorsa notte hanno effettuato un blitz contro la prostituzione nelle strade di Torino. 

 

Presa di mira in particolare la zona di piazza Massaua, via Pietro Cossa, corso Appio Claudio e via Sansovino.

 

Le  prostitute sono quasi tutte giovani straniere. Sei  le ragazze denunciate per atti contrari alla pubblica decenza, poichè indossavano abiti succinti.

 

Alcuni uomini sono stati fermati e accompagnati in Questura per accertamenti.