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Crocetta, Scanderebech (Fi): “Sicurezza a rischio”

“SCUOLE FALLETTI E FOSCOLO, ISOLA PEDONALE DI CORSO DE NICOLA E PARCO CLESSIDRA…”
 

Nel quartiere Crocetta, una crescente emergenza legata allo spaccio di sostanze stupefacenti, sta contaminando aree sensibili come scuole e parchi. Federica SCANDEREBECH, Capogruppo di Forza Italia, ha ascoltato le preoccupazioni dei cittadini e ha deciso di portare la questione in prima linea con un’interpellanza, chiedendo alle Istituzioni di agire con sollecitudine.

Dichiara SCANDEREBECH (FI): “È inaccettabile che un fenomeno così grave come lo spaccio di droga possa radicarsi e proliferare in un quartiere residenziale come la Crocetta, senza che le Istituzioni intervengano. Spacciatori che agiscono di giorno, nei giardini, nei parchi pubblici e accanto alle scuole, avvicinando addirittura i bambini all’uscita delle scuole Falletti e Foscolo, rappresentano una minaccia per tutta la comunità e che questo succeda, addirittura in Crocetta, è un segnale d’allarme non trascurabile per l’intera città.»
“Infatti, il ritrovamento di droga nel Parco della Clessidra, da parte di alcuni bambini, dovrebbe essere un campanello d’allarme da non sottovalutare. Se non interveniamo ora, rischiamo di perdere il controllo di interi quartieri. Zone un tempo considerate sicure sono diventate il cuore pulsante del traffico di sostanze stupefacenti e protagoniste di azioni di microcriminalità. La scarsa illuminazione e l’assenza di controlli regolari, oltre a strumenti deterrenti, creano un terreno fertile per le attività illecite che possono prosperare indisturbate.”
“I residenti e i genitori dei bimbi che frequentano la scuola elementare Falletti e la scuola media Foscolo sono esasperati e preoccupati per il futuro del loro quartiere e la loro crescente mobilitazione, insieme a quella dei residenti, è un chiaro segnale del malcontento diffuso. Sempre più zone della città stanno lanciando allarmi che suonano come un SOS: dove manca la sicurezza, cresce lo spaccio e la microcriminalità e il senso di abbandono è sempre più evidente. Un’azione politica di sicurezza urbana incapace di rispondere a queste emergenze è chiaramente inadeguata e mette a rischio l’incolumità dei cittadini, ma ancora più inaccettabile è un’Amministrazione che nega l’esistenza del problema nella zona oggetto dell’interpellanza.”

Conclude SCANDEREBECH (FI):
 “Il Comune ha le competenze per poter intervenire, ad esempio, disponendo pattuglie di Polizia Municipale negli orari di ingresso e uscita dalle scuole, quale efficace deterrente. In aggiunta, potrebbe esercitare la propria competenza qualora colga situazioni di illecito in flagrante. Inoltre, di fronte a un problema grave, un’azione politica mirata potrebbe accelerare il potenziamento dell’illuminazione, che, pur rispettando la normativa, non corrisponde alla percezione dei cittadini. Ho chiesto all’Assessore e al Sindaco di portare con urgenza questa situazione al Tavolo tecnico sulla sicurezza, per farsi portavoce della richiesta di attuare al più presto un piano di intervento che coinvolga tutti i livelli di competenza e che sia  rapido ed efficace. L’Amministrazione deve fare la sua parte, concentrando forze ed energie, agendo al fianco dei cittadini invece di demandare sempre la responsabilità alla competenza di altri.»

Cresce il numero di condanne per crimini ambientali

Cresce il numero di condanne legate ai crimini ambientali, come dicono i numeri che sono stati presentati dalla presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Alice De Marco, in Consiglio regionale – Commissione Legalità. Il rapporto Ecomafia 2024 parla di 1359 reati, 1262 persone denunciate, 20 arresti e 236 sequestri, con alcune province più colpite: Torino con 289 reati accertati, 203 persone denunciate, 10 arresti e 88 sequestri. Cuneo con 221 reati, 190 denunce e 16 sequestri. Alessandria con 114 reati, 104 denunce e 15 sequestri.
Il Piemonte è all’8° posto a livello nazionale per reati nel ciclo dei rifiuti. Solo nella provincia di Torino si contano 127 reati e 62 illeciti amministrativi. Due le grandi inchieste del 2023 che hanno approfondito il fenomeno, Dark Metal e Oro Nero, condotte dalla Dda di Torino.
Per quanto riguarda gli incendi negli impianti di trattamento rifiuti, la regione è al 5° posto con 123 incendi dal 2013 al 2024, pari all’8,4% dei casi nazionali.
Anche la l’illegalità nel ciclo del cemento ha numeri significativi: 533 reati nel 2023 (10° posto nazionale), in aumento del 13,7% rispetto al 2022.
Crescono, inoltre, nel 2023 i fenomeni illegali accertati in tutti i settori dell’agroalimentare italiano, l’attività ispettiva svolta dai Carabinieri nell’ambito del contrasto al caporalato e lavoro irregolare in agricoltura, avviata nel mese di aprile 2023, ha permesso di individuare un quadro diffuso di sfruttamento lavorativo nel territorio delle Langhe.

La preoccupazione sul fenomeno è stata confermata dal comandante dei Carabinieri forestali del Piemonte, Valerio Cappello, spiegando che i rifiuti sono un settore economico a basso rischio dove la pena prevista è da uno a sei anni, mentre per altre attività criminali, come il traffico di stupefacenti, le pene sono molto più alte. In questo quadro, anche il sequestro dei beni viene considerato un “rischio professionale” compensato dalla massimizzazione del profitto che deriva dai tagli – fino al 50% – sulla sicurezza nei luoghi su lavoro e su sicurezza ambientale nelle aziende infiltrate dalla criminalità. L’effetto più deleterio che si sta producendo da queste attività è l’abbassamento dei prezzi, che permette a chi opera nell’illegalità di produrre concorrenza sleale nel sistema. Pertanto l’imprenditore, anche onesto, che si rivolge al mondo del subappalto non si pone il problema del prezzo più basso e di quali tagli sulla sicurezza siano stati fatti.
Durante la seduta sono intervenuti per chiarimenti diversi consiglieri Pd, Lega M5s e Avs.

Durante la seduta congiunta con la Commissione Bilancio, l’assessore a Usura e beni confiscati ha illustrato la proposta di delibera che modifica le modalità di assegnazione dei contributi per il recupero dei beni confiscati. Verranno ammesse ai bandi anche le unioni dei comuni e non solo le realtà singole. Aumenta fino al 70% il contributo della Regione per la spesa per gli interventi strutturali, fino a un massimo di 100 mila euro, soglia che sale fino al 90% per i comuni sotto i 5000 abitanti. Rimane invece fissa la soglia del 50% per le attività di recupero sociale, ma aumenta il contributo fino a 100 mila euro.
Dopo le consultazioni delle realtà interessate, la proposta tornerà in Commissione per il via libera definitivo e il passaggio in Aula.

Durante la discussione sono intervenuti alcuni consiglieri di Fdi, Pd, Avs.

Festa di primavera ai Musei Reali

Un appuntamento per celebrare la riapertura del Giardino di Levante e offrire un’esperienza unica tra bellezza e cultura

 

 È un’esperienza unica tra bellezza e cultura quella che i Musei Reali di Torino offrono al pubblico venerdì 11 aprile 2025.

 

Dalle 17.30 alle 21.00 si celebra la Festa di Primavera, un evento ricco di appuntamenti per festeggiare la riapertura del Giardino di Levante dopo i lavori di restauro finanziati con fondi PNRR.

 

Si inizia alle ore 17.30 con la presentazione istituzionale della statua in marmo che raffigura l’allegoria della Primavera, copia fedele della scultura di Simone Martinez realizzata tra il 1740 e il 1753, una delle Quattro Stagioni destinate al Rondò alfieriano della Reggia di Venaria e trasferite nei Giardini Reali in epoca napoleonica.

 

Dalle ore 18.15, si prosegue con il Gran Ballo Ottocentesco, organizzato dai Musei Reali in collaborazione con la Società di Danza Torinese per rievocare il clima di slancio e coesione sociale che ha dato impulso all’Unità d’Italia. I ballerini, indossando splendide riproduzioni di abiti da ballo risorgimentali, eseguiranno quadriglie, valzer, mazurke e danze figurate sulle più belle composizioni di Giuseppe Verdi e degli Strauss, trasportando il pubblico nell’atmosfera delle grandi feste di Corte ottocentesche.

Nell’esibizione si materializza il gioco delle relazioni sociali e delle regole di etichetta su cui si fondava la vita pubblica della società ottocentesca. Al contempo, prende vita una forma artistica in cui grazia e precisione si fondono con il gusto dell’incontro e del corteggiamento cavalleresco.

 

Completa l’iniziativa un brindisi al tramonto e la visita libera in esclusiva all’Appartamento della Regina Elena, situato al piano terreno di Palazzo Reale, straordinariamente aperto per l’occasione.

 

Il biglietto ha un costo di 10 euro per tutte e tutti, anche per chi possiede l’Abbonamento Musei e le card turistiche, e include l’accesso ai Giardini Reali, la visita libera all’Appartamento della Regina Elena e il brindisi. L’ingresso è gratuito fino agli 11 anni e per le persone con disabilità.

In caso di maltempo, il Gran Ballo di Primavera si terrà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale e il brindisi nella Corte d’Onore. 

 

 

Il restauro del Giardino di Levante

I Giardini Reali costituiscono un’area unica per valore monumentale e ambientale e si estendono su una superficie di circa 8,5 ettari. Il Giardino di Levante è stato oggetto di un accurato restauro durato oltre un anno (ottobre 2023-dicembre 2024), finanziato con fondi PNRR, che ha previsto un lotto di lavori e uno di valorizzazione.

La prima parte d’interventi ha interessato diverse componenti, da quella vegetale a quella architettonico-scultorea, dall’impiantistica alla sicurezza e accessibilità.

Per la valorizzazione, l’azione più incisiva ha riguardato il reintegro delle statue delle Quattro Stagioni sui basamenti posti nell’esedra, a corredo della fontana delle Nereidi e dei Tritoni.

Queste sculture, realizzate in marmo di Frabosa, furono scolpite tra il 1740 e il 1753 da Simone Martinez, nipote di Filippo Juvarra, giunto da Roma a Torino nel 1736. Nominato il 22 marzo “Scultore in marmi”, dal 1738 avvia presso la Corte sabauda il Regio Studio di scultura dove, dal 1752, risultano presenti le quattro allegorie. Le statue di Martinez, probabilmente concepite per la Galleria della Regina (detta anche del Beaumont) a Palazzo Reale, furono poi allestite alla Reggia di Venaria nel Rondò progettato dall’architetto Benedetto Alfieri. Nel 1798, quando l’occupazione francese sancì la dismissione di Venaria Reale quale residenza di Corte, si iniziò a lavorare al riarredo delle residenze alla luce del nuovo potere. In particolare, nei Giardini del Palazzo Reale di Torino si operò l’inserimento delle statue delle Quattro Stagioni, che risultano presenti già dal 1811, collocate sui basamenti dove in precedenza forse erano stati posti i Quattro Elementi di Francesco Ladatte e dove rimasero per i due secoli successivi.                                               

Con l’intento di restituire la presenza, storicizzata, delle sculture di Simone Martinez nel contesto del Giardino di Levante, all’interno del progetto PNRR è stata realizzata la copia dell’allegoria della Primavera, una giovane donna dall’aspetto aggraziato, con lineamenti morbidi e una postura elegante, attraverso la digitalizzazione del processo artistico, l’acquisizione di modelli tridimensionali mediante scansioni ad alta risoluzione, la programmazione di robot antropomorfi per lavorazioni complesse e la finitura manuale, elemento imprescindibile per garantire il risultato fedele all’originale.

 

L’appartamento della regina Elena

Situato al piano terreno di Palazzo Reale verso il Giardino, l’appartamento ha sempre mantenuto la funzione di abitazione privata e fu quasi sempre occupato da componenti della Famiglia Reale: nel XVIII secolo, prima dal principe ereditario Vittorio Amedeo Filippo, poi dalle principesse Maria Adelaide e Maria Luisa Gabriella e, intorno al 1789, da Maria Felicita, sorella di Vittorio Amedeo III, principessa che non aveva contratto matrimonio e che rimase a vivere alla Corte paterna. Durante gli anni della dominazione napoleonica fu utilizzato dal Governatore francese di Torino, Camillo Borghese. Al ritorno dei Savoia, nel 1815, dapprima venne lungamente impiegato come foresteria e, nel 1857, ospitò la zarina di Russia Alessandra Fedorovna, vedova di Nicola I, e i Granduchi Costantino e Michele. Tornò poi a essere utilizzato dai Savoia, prima da Umberto e Margherita giovani sposi e poi dal duca d’Aosta Amedeo e dalla seconda moglie Maria Letizia. Infine, nei primi decenni del Novecento, l’Appartamento fu abitato per i soggiorni torinesi dalla regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, che occupava invece l’attiguo Appartamento del Re, con affaccio sulla Piazzetta Reale. L’Appartamento conserva dunque importanti e stratificati apparati decorativi, risultato degli ammodernamenti e dell’aggiornamento del gusto nei secoli.

 

 

 

 

 

 

 

FESTA DI PRIMAVERA

Musei Reali di Torino (Piazzetta Reale, 1)

Venerdì 11 aprile 2025, dalle 17.30 alle 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

 

Programma:

17.30: Apertura al pubblico
17.45-18.15: Saluti istituzionali e presentazione della statua della Primavera

Dalle 18.15: Gran Ballo Ottocentesco e animazione storica

Biglietti

Costo: 10 euro, anche per chi possiede l’Abbonamento Musei e le card turistiche. Gratuito fino agli 11 anni e per persone con disabilità.

 

Il biglietto comprende:

Ingresso ai Giardini Reali

Un calice di vino bianco o rosso per il brindisi nel Giardino di Levante

Esibizione di danze ottocentesche

Visita libera all’Appartamento della Regina Elena, al piano terreno di Palazzo Reale

 

Il pubblico potrà scegliere tra un calice di vino bianco o rosso. Dopo il primo calice, incluso nel biglietto di ingresso, sarà possibile acquistare ulteriori consumazioni, esclusivamente tramite pagamenti elettronici e non in contanti.

 

In caso di maltempo, il Gran Ballo di Primavera si terrà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale e il brindisi nella Corte d’Onore

 

Dove acquistare:

Presso la biglietteria dei Musei Reali entro le ore 20.00

Online https://www.ticketone.it/artist/musei-reali-torino/musei-reali-festa-di-primavera-3851565/

 

Informazioni: mr-to.eventi@cultura.gov.it

Incontro con Donald Hatch, attivista per i diritti degli indiani

IL TORINESE WEB TV 📺 

Incontro con Donald Hatch, figlio di Viola Hatch una delle più coraggiose e importanti leader dell’American Indian Movement degli anni 70, amica e compagna di lotte di Leonard Peltier, Russel Means, Dennis Banks, Carter Camp.
Donald Hatch, Arapaho, Healing and Freedom Movement
Sibilla Drisaldi, Healing and Freedom Movement
Naila Clerici, Associazione Soconas Incomindios
Boris Bellone, ANPPIA-Torino
Donald Hatch, un attivista per i diritti degli indiani americani appartenente alle tribù Arapaho e Cheyenne, ha messo in luce un aspetto spesso trascurato della storia americana: il genocidio degli indiani americani, iniziato con l’arrivo di Cristoforo Colombo. Secondo Hatch, circa 100 (cento!) milioni di nativi americani, che vivevano nelle terre che oggi conosciamo come Stati Uniti, furono annientati a partire dal 1492. Questo massacro, che ha portato alla perdita di culture e vite, è descritto da Hatch come un vero e proprio olocausto; egli sottolinea l’importanza di riconoscere e ricordare questa tragica parte della storia. La sua testimonianza ci invita a riflettere su come la storia sia, spesso, raccontata dai vincitori; chi ha perso, ne rimane escluso.
Gli indiani hanno perso e per molto tempo sono stati visti come “i cattivi”. La maggior parte della filmografia occidentale ha sempre descritto i “pellerossa” come un popolo primitivo, feroce e crudele; da allora ad oggi, questo stereotipo continua a dominare, con il risultato che molti aspetti della vita dei nativi americani, come la povertà, la disoccupazione e le ingiustizie storiche, tendono ancora a essere ignorati o sottovalutati, eccezion fatta per poche aree privilegiate. Per tale motivo, la lotta degli attivisti e dei leader comunitari continua, per portare alla luce pregiudizi e ingiustizie.
Negli Stati Uniti, il razzismo ha molte facce, e una delle più trascurate è quella che colpisce gli indiani nativi. Come ha sottolineato Donald Hatch questa forma di discriminazione è meno visibile rispetto a quella storicamente rivolta alla popolazione afroamericana, ma è altrettanto devastante e radicata nella società.
Uno degli aspetti più inquietanti di questa realtà è il fenomeno delle donne nativo-americane che scompaiono senza lasciare traccia. Quando i congiunti segnalano queste scomparse, spesso le forze dell’ordine non avviano neppure le ricerche. In molti casi, i corpi di queste donne vengono rinvenuti in discariche, abbandonati tra i rifiuti, e le istituzioni sembrano non avere alcun interesse nel risalire agli autori di questi omicidi. Il silenzio istituzionale alimenta un senso di impotenza e abbandono nelle comunità nativo-americane. Per fortuna, recentemente, è nato un movimento nazionale che si batte per dare visibilità a questo orrore e ci si augura che contribuisca a ridurlo, se non a sanarlo. Un’altra dimensione del razzismo che colpisce i giovani nativi è la frequente esclusione dalle scuole. Molti ragazzi indiani non vengono iscritti o sono costretti a lasciare gli studi, spesso perché portatori di uno stile di vita culturale che l’establishment non accetta. Il governo e le istituzioni educative sembrano preferire un melting pot che omogeneizza le diverse culture, piuttosto che celebrare e rispettare le identità uniche. Non c’è interesse nel comprendere il significato delle trecce, delle piume o della pelle di daino, simboli di un patrimonio storico ricco e profondo.
Questa forma di razzismo silenzioso non solo nega la dignità e i diritti degli indiani nativi, ma contribuisce anche a perpetuare un ciclo di violenza e invisibilità. Solo attraverso la consapevolezza e l’azione collettiva possiamo sperare di costruire un futuro migliore, in cui ogni vita, indipendentemente dalla sua origine, venga considerata preziosa.
Le politiche economiche e i tagli ai finanziamenti di Donald Trump hanno aggiunto ulteriori preoccupazioni, perché con questa significativa riduzione di supporti finanziari molti programmi vitali per la loro sopravvivenza saranno cancellati.
Già durante il primo mandato Trump, uno dei settori più colpiti è stato quello della salute. Sotto quella amministrazione, ci sono stati tentativi di ridurre i fondi destinati al Servizio Sanitario Indiano (IHS), l’agenzia responsabile della salute pubblica per le tribù. Questi tagli hanno avuto un impatto diretto sulla qualità delle cure disponibili per le comunità, che già lottano con tassi elevati di malattie croniche.
Inoltre, i programmi di assistenza economica e sociale, come quelli per l’istruzione e lo sviluppo economico, hanno subito riduzioni significative, e oggi sembra che, addirittura, verranno cancellati. Le più colpite sono state le scuole nelle riserve, che spesso ricevono finanziamenti federali, ed oggi non sono più in grado di garantire un’istruzione adeguata, con ricadute pesanti su apprendimento, crescita ed opportunità future.
Ma non dimentichiamo le politiche ambientali dell’amministrazione Trump tese a penalizzare le terre tribali. La deregolamentazione e l’apertura di terre per l’estrazione di risorse, sollevano ulteriori preoccupazioni tra le 500 tribù, che vedono queste azioni come una minaccia alla loro cultura e al loro modo di vivere. Le terre sacre e le risorse naturali sono fondamentali per molte comunità, che non riescono più a salvaguardarle e saranno obbligate a venderle a questo governo, per trasferirsi in un mondo che le emarginerà ulteriormente.
In risposta a questi tagli, molte tribù, già in passato, avevano cercato di mobilitarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica e per chiedere un ripristino dei fondi. Purtroppo, il leader di queste contestazioni, Leonardo Peltier, venne subito arrestato ed è stato rilasciato solo recentemente, perché il presidente Joe Biden, in uno dei suoi ultimi atti di governo, gli ha commutato la pena in arresti domiciliari a vita. Peltier, ora ottantenne, ha trascorso in carcere 49 anni! Era stato arrestato il 26 giugno del 1975, con l’accusa di aver ucciso due agenti dell’FBI, dopo uno scontro a fuoco, mentre cercava di difendere la riserva indiana di Pine Ridge. Il processo a suo carico fu costellato di prove false e minacce ai testimoni. In questi anni, attivisti, politici, intellettuali e pensatori di tutto il mondo hanno chiesto, nel corso dei decenni, la grazia, rimanendo però inascoltati.
Al termine dell’intervista Donald Hatch ha ringraziato “Il Torinese” dicendo: “ Abbiamo ancora molte lotte e quando le persone ci ascoltano, ci sentiamo bene; quindi venire qui e parlare mi fa bene al cuore. Tornerò a casa mia e dirò che a Torino ci sono persone che ci ascoltano e vogliono sapere di noi, anche se gli Stati Uniti non vogliono che il mondo sappia cosa è successo e cosa sta succedendo. Però, il mondo sa che non può nascondere il genocidio; noi siamo ancora qui e saremo sempre qui. Loro devono andarsene!”.
FRANCESCO VALENTE

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Infermieri, Nursing Up: “Spalle solide per affrontare la crisi”

Roma, 7 aprile 2025 – In relazione alle recenti posizioni espresse dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), il sindacato Nursing Up, che rappresenta le professioni infermieristiche, ostetriche e sanitarie ex legge 43/2006, desidera esprimere una riflessione sul panorama attuale e sulle necessità urgenti della categoria.

“Come sindacato, siamo perfettamente consapevoli delle sfide che ogni professione sanitaria sta affrontando in questo delicato momento storico e, mentre gli ordini dei tecnici sanitari rivendicano giustamente il riconoscimento delle proprie competenze, e in tal senso non possiamo che elogiare il loro impegno nello spronare e indirizzare la politica, nel contempo ci sentiamo obbligati a porre una domanda: gli infermieri possono oggi affermare di poter davvero contare su ‘spalle’ altrettanto solide e forti, al pari di quelle dei tecnici sanitari?”. 

Esordisce così nella sua disamina il Nursing Up.

Il sindacato rileva, infatti, che gli infermieri si trovano oggi a fronteggiare una situazione in cui non tutte le problematiche legate alla valorizzazione delle loro competenze professionali sono state adeguatamente affrontate, nonostante il ruolo cruciale che ricoprono nel sistema sanitario.

“Nel caso degli infermieri, appare innegabile che ci ritroviamo a delineare i contorni di una discutibile realtà. 

La nostra FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) si prodiga nel celebrare con entusiasmo l’avvio delle nuove lauree magistrali a indirizzo clinico, ignorando tuttavia il fatto che questi professionisti, senza una preliminare e incisiva azione istituzionale di impulso sulla politica, affinché vengano create le premesse normative per modificare gli attuali assetti contrattuali, e per favorire la loro doverosa collocazione lavorativa nelle aree autonome della dirigenza, si troveranno purtroppo contrassegnati da una sorta di stigma.

Come fossero professionisti di serie B, saranno infatti destinati a finire nel “calderone” del contratto di comparto, nell’area elevata qualificazione, invece che tra i dirigenti, dove invece trovano doverosa collocazione le altre professioni sanitarie con una laurea magistrale (medici ma anche farmacisti, psicologi ecc. ecc.)”, continua il Nursing Up.

“Attenzione, qui il problema non è “fare sindacato”, ma piuttosto scegliere se usare o meno il proprio peso istituzionale per orientare la politica. E su questo punto, non servono scuse: o si sceglie di rappresentare davvero la professione, o si sceglie il silenzio. E oggi, il silenzio pesa come non mai…”

“Noi crediamo sia giunto il momento, per chi rappresenta istituzionalmente la nostra professione, di utilizzare pienamente il proprio ruolo al fine di orientare le scelte della politica verso percorsi di valorizzazione coerenti con le reali competenze, responsabilità e aspettative degli infermieri. 

È fondamentale che le politiche sanitarie riconoscano il valore delle nostre competenze e garantiscano il giusto supporto al nostro percorso di carriera, e tutto questo può avvenire solo attraverso l’impegno della FNOPI”, conclude il Nursing Up.

Nursing Up ribadisce quindi la necessità di un impegno concreto per il miglioramento delle condizioni lavorative e professionali degli infermieri, con particolare attenzione alla crescita delle competenze, al riconoscimento delle responsabilità e alla valorizzazione del ruolo degli infermieri all’interno del sistema sanitario.

La Regina delle Lacrime: tra magia, oscurità e desideri proibiti

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TORINO TRA LE RIGHE
 
Cosa fareste se trovaste un genio dei desideri?
Per Torino tra le righe oggi voglio parlarvi di un fantasy che mi ha particolarmente colpito: La Regina delle Lacrime di Maria Carla Mantovani.
L’autrice, nata a Torino e laureata in Economia, vive in Piemonte con il marito, il figlio e il suo Labrador, Claire. Ha all’attivo due dilogie: La Dilogia del Fulcrum, uno sci-fi distopico ricco di colpi di scena ed emozioni, e La Dilogia del Sangue, un noir dalle tinte gialle con un tocco di mafia romance. A queste si aggiungono due trilogie, La Trilogia di Alpha e la sua continuazione, Seconda Trilogia Alpha, entrambe ricche di azione e adrenalina. Inoltre, ha pubblicato due romanzi autoconclusivi: Al Chiar di Terra, un fantasy young adult ambientato in una scuola di magia sulla Luna, e La Regina delle Lacrime, un fantasy romance con un genio dei desideri e una strega malvagia.
La storia si svolge in un regno assediato dal bellicoso popolo dei Danii, dove da cinque anni è scomparsa la temibile sovrana Sophia, conosciuta come La Regina delle Lacrime per la crudeltà inflitta ai suoi sudditi e alle sue ancelle nella disperata ricerca dell’immortalità. Accanto a lei, i due sacerdoti Balthasar e Primus Gaius. La sua caduta è stata accolta con sollievo e celebrata ogni anno con una festività nazionale, Il Giorno delle Lacrime.
Cinque anni dopo, la giovane avventuriera Evie viene incaricata di recuperare un misterioso manufatto in una caverna che si dice abitata da un’entità oscura e demoniaca. Qui, però, scopre qualcosa di molto diverso: un essere incorporeo, che si rivela più umano di quanto sembri. Tra loro nasce un legame profondo, forse destinato a diventare qualcosa di più. Al suo fianco c’è anche l’amico Petyr, pronto a sostenerla nell’impresa.
Ma il manufatto esiste davvero o il compito di Evie è legato alla scomparsa di Sophia? E la terribile regina, che aveva sacrificato la sua gente pur di ottenere l’immortalità, è davvero svanita nel Giorno delle Lacrime o ha trovato un modo per sopravvivere?
La Regina delle Lacrime è un fantasy che si sviluppa su due piani temporali, intrecciando la storia di Evie e quella della regina Sophia, fino a un sorprendente epilogo. Il punto di forza del romanzo è il rapporto tra Evie e l’enigmatica entità della caverna, che diventa una metafora della potenza trasformativa dell’amore. Altro elemento di grande valore è il personaggio di Sophia: crudele ma sfaccettata, ben lontana dallo stereotipo della “cattiva” priva di profondità.
Non è sempre facile, in un fantasy, trascinare il lettore fuori dalla realtà per immergerlo completamente nel mondo del romanzo. Maria Carla Mantovani ci riesce perfettamente, grazie a una scrittura scorrevole, un ritmo incalzante e personaggi di grande spessore, capaci di offrire anche letture simboliche più profonde.
Un libro consigliato non solo agli appassionati del genere, ma a chiunque voglia perdersi in una storia avvincente e ricca di emozioni.
MARZIA ESTINI
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Grounding: radicati e connessi con la terra

Percepire proprio corpo attraverso il radicamento, immersi nella natura e consapevoli nel presente.

Fu Alexander Lowen, psichiatra, psicoterapeuta e padre della terapia bioenergetica ad inserire nelle sue terapie il grounding (dal termine inglese “ground” ovvero “terra”), ad utilizzare la pratica del radicamento intuendo l’esistenza di un legame tra il benessere interiore con ciò che ci sostiene e su cui appoggiamo il nostro corpo.

Lowen, attraverso l’analisi della postura dei suoi pazienti, mise in relazione il senso di insicurezza, di sfiducia e la scarsa capacità di sentire le proprie emozioni con una percezione di mancato o scarso appoggio fisico.

Questa tecnica radicante lega corpo e mente e permette di recuperare energie e risorse sfruttando la relazione tra respirazione e immaginazione, posizionandosi nel “qui e ora”. Dunque ogni volta che si sente la necessità di sicurezza e stabilità si può ricorrere al grounding facendo diversi esercizi che favoriscono l’ aumento della centratura corporea e permettono di canalizzare lo stress  allentando le tensioni.

Come si pratica il grounding?

A contatto diretto con il suolo che ci sostiene, senza scarpe. Una messa a terra” fisica per connettersi con l’ambiente  entrando in contatto con un io più istintivo e primordiale privo di sovrastrutture. I nostri piedi attraverso la loro capacità riflessive permettono di interagire con l’ambiente circostante ed in particolare sottostante, i nervi che li rivestono, infatti, attivano un collegamento con molti organi interni e le strutture più importanti del nostro corpo.

Quali sono gli esercizi base?

Camminare a piedi nudi cercando di sentire la terra con tutte le parti del piede e praticando un vero e proprio sprofondamento in essa. Inoltre è importante che ci sia la massima attenzione su quello che si sta facendo, evitando di distrarsi con altri pensieri.

Unire alla camminata esercizi di pilates e yoga che prevedono il contatto dei piedi con il terreno o altre pratiche di movimento come la danza, considerata una vera forma di meditazione.

E’ fondamentale respirare consapevolmente e percepire il corpo anche attraverso il tatto, per esempio, stringendo o pizzicando le gambe o le caviglie, ma anche toccando oggetti a noi vicini  o abbracciando una persona che ci trasmette vibrazioni positive. Il connettersi con la terra che ci sostiene, il radicamento, il contatto con il nostro corpo, il vivere il  momento presente permette il rilascio delle tensioni e l’allentamento dello stress, dona benefici davvero inaspettati.

Dove può essere praticato il grounding?

L’ideale sarebbe sulla terra o sulla sabbia, ma va bene anche il pavimento di casa.

E’ necessario trovare un posto dove ci sentiamo al sicuro e dove nessuno ci può disturbare, chiudere gli occhi, respirare profondamente e affondare i piedi, amalgamarsi con la superficie come se avessimo delle radici che fuoriuscendo dalle nostre basi inferiori ci ancorano al terreno.

Con il grounding è possibile ritrovare l’energia, la stabilità e il senso di sicurezza, ma anche recuperare il contatto con la terra e rinforzare la postura.

MARIA LA BARBERA

Crollo ponteggio a Rivoli davanti a scuola, udienza a Torino

Nella mattinata del 7 aprile 2025 si è aperta nell’aula 36 del Tribunale di Torino ed è stata subito aggiornata l’udienza preliminare del processo penale per il grave infortunio sul lavoro avvenuto il 5 ottobre 2022 in un cantiere di un condominio in viale Carrù a Rivoli (Torino), dove un ponteggio è crollato davanti agli occhi di bambine e bambini dell’adiacente scuola dell’infanzia Federico Garcia Lorca, causando la morte dell’operaio 27enne tunisino Salim Abderrazak dopo 50 giorni di agonia in ospedale il 24 novembre 2022 e il ferimento grave di altri due lavoratori, tutti e tre caduti da circa 25 metri di altezza.

Il giudice Claudio Ferrero ha fissato la prossima udienza per mercoledì 9 luglio 2025 alle ore 10.30nell’aula 37 del Tribunale di Torino.

In aula erano presenti, tra gli altri, i legali delle vittime, dell’associazione Sicurezza e Lavoro, dei sindacati edili FenealUil e Fillea e dell’Inail.

Al momento sono in corso trattative con istituti assicurativi privati per risarcire le parti coinvolte.

«Ci auguriamo si possa definire rapidamente un ristoro per le vittime e i loro familiari – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, presente in aula – e che possa essere fatta giustizia per un gravissimo infortunio sul lavoro che ha scosso l’intera comunità di Rivoli, a partire da chi frequenta la scuola d’infanzia nei pressi del cantiere dove è avvenuto il terribile crollo del ponteggio, che poteva avere conseguenze ancora più tragiche».

Nuovi spazi immigrazione, ecco cosa succede in corso Bolzano

 

Sopralluogo del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme al questore Paolo Sirna e Virginia Antonini di Reale Mutua, negli spazi di corso Bolzano a Torino che la stessa Regione, insieme a Invimit, ha messo a disposizione della Questura per le attività dell’Ufficio Immigrazione.

“Sono venuto personalmente a visionare l’attività che va a coronamento di un impegno che avevamo assunto – ha dichiarato Cirio – Io sono andato in corso Verona quando mi erano state segnalate le difficoltà esistenti per quanto riguarda l’utilizzo di quei locali. Era necessario trovare una soluzione, e Questura e Prefettura hanno individuata una soluzione di lungo periodo che sarà il Santo Volto, dove ci sono i lavori in corso. Ma era necessario intervenire subito per garantire la dignità delle persone”.

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Gli spazi di corso Bolzano resteranno a disposizione per garantire il regolare svolgimento delle procedure per ottenere i permessi di soggiorno. Gli uffici del Sacro Volto si prevede che apriranno in autunno.

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Piemonte: una “mappa” per favorire nuove opportunità di insediamento per le imprese

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano, ha approvato una delibera strategica per lo sviluppo del sistema produttivo locale. Il provvedimento prevede la realizzazione di una mappatura delle opportunità insediative presenti sul territorio, finalizzata a individuare e promuovere aree e immobili pronti ad accogliere nuove attività economiche.

L’obiettivo principale è rafforzare l’attrattività del Piemonte per gli investitori, sia italiani che esteri, attraverso uno strumento chiaro, aggiornato e trasparente, in grado di agevolare i processi di insediamento delle imprese.

Per dare attuazione alla delibera, sarà avviata una manifestazione d’interesse rivolta a enti locali, proprietari pubblici e privati e intermediari immobiliari, affinché segnalino aree edificabili e immobili esistenti destinabili ad attività produttive, inclusa la logistica. Inoltre, la Regione riconosce un ruolo strategico alle associazioni di categoria, che contribuiranno a raccogliere, aggiornare e trasmettere dati utili per alimentare in modo continuativo il sistema regionale delle opportunità insediative.

Dopo la valutazione e validazione da parte degli uffici regionali, le opportunità ritenute idonee saranno inserite in una piattaforma promozionale e valorizzate su scala nazionale e internazionale. La promozione avverrà anche tramite eventi, fiere e portali istituzionali, tra cui “Invest in Italy” del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L’approvazione della delibera si inserisce in un contesto favorevole: il Piemonte è stato recentemente riconosciuto dal Financial Times come una delle regioni europee più attrattive per gli investimenti industriali esteri. Questo riconoscimento evidenzia la solidità del sistema produttivo locale e la capacità del territorio di accogliere nuove realtà economiche.

“Questa iniziativa – dichiara l’assessore Tronzano – rappresenta un passo concreto per aumentare la competitività del Piemonte. Con la mappatura delle aree disponibili, vogliamo offrire alle imprese un quadro chiaro e accessibile delle opportunità presenti, valorizzando il patrimonio immobiliare esistente e le potenzialità future. Si tratta di uno strumento pensato per semplificare il processo di localizzazione e accelerare i percorsi di investimento, in linea con le migliori pratiche europee”.

A supporto di questa strategia, sarà coinvolto il “Team Attrazione”, un gruppo interdirezionale della Regione Piemonte attivo dal 2021 per assistere gli investitori in ogni fase del processo. Coordinato dalla Direzione regionale Competitività del sistema regionale, il team faciliterà il dialogo con gli enti locali, razionalizzerà le attività amministrative e collaborerà con lo Sportello Unico nazionale per l’Attrazione Investimenti.