ilTorinese

L’isola del libro. Da un romanzo… all’Australia

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

 

 

Alexandra Lapierre “L’indomabile e misteriosissima Miles Franklin” -edizioni e/o- euro 22,00

In queste 460 pagine c’è tutto quello che occorre per un incantevole romanzo (potrebbe essere anche un film epico) dove si amalgamano magistralmente: la bravura dell’autrice, una protagonista che non si scorda più, avventura, spazi infiniti, eventi storici e molto altro ancora.

Innanzitutto è un’assoluta garanzia la firma di Alexandra Lapierre (figlia del famoso Dominique Lapierre, autore di “La città della gioia”); autrice di biografie che restituiscono il giusto rilievo a donne spesso trascurate dalla storiografia, ma che hanno vissuto esistenze eccezionali e raggiunto grandi primati.

Questo libro è il frutto di 4 anni di minuziose ricerche; Alexandra Lapierre ha scandagliato gli archivi sparsi agli angoli del mondo e si è messa sulle tracce della protagonista, visitando di persona i luoghi del suo passaggio.

Franklin Stella, Miles, (nome maschile di un avo che, alla nascita, le diedero per ultimo e poi diventerà il suo marchio) è la prima di 7 tra fratelli e sorelle. Nasce nel Bush interno australiano, in una fattoria in crisi, Stillwater (acqua cheta).

Adora il padre, uomo sensibile e buono, ma pessimo negli affari. Invece, per lo più, è in rotta di collisione con la madre, che discende da una ricca e colta famiglia; donna intelligente ed energica, ma rassegnata al ruolo tradizionale di moglie e madre, che prospetta anche alla figlia.

Stella-Miles ama gli sconfinati spazi del Nuovo Galles del Sud, dove adora cavalcare libera; è rude con i giovanotti affascinati dalla sua audacia; i limiti della società vittoriana le vanno stretti. Ha deciso: non si sposerà, e mai diventerà la serva di marito e figli. Il suo orizzonte è decisamente più ampio…anzi, sconfinato.

Ha talento nella scrittura, la sua maestra ne intuisce il potenziale e la incoraggia. Così inizia a germogliare il seme della futura: scrittrice, femminista, volontaria, attivista e donna straordinaria, protagonista del 900, Stella-Miles Franklin.

Piccola di statura (appena 1metro e 53 cm) -dentro è un gigante- occhi chiari leggermente a mandorla, una cascata di riccioli bruni raccolti nella lunga treccia. Non ha paura di nulla e nessuno.

Ingaggia la prima sfida scrivendo “La mia brillante carriera”, ispirato alla vita in famiglia e agli altri abitanti della zona; senza risparmiare descrizioni acute e spietate degli angusti orizzonti della società dell’epoca.

Il romanzo viene pubblicato a Edimburgo ed è immediato successo in tutto l’Impero. Purtroppo però ha firmato un contratto capestro e non ricava alcun profitto.

All’inizio subisce il disappunto di chi la riconosce e si sente messo sotto accusa nelle sue pagine. Le cose cambiano quando, grazie ai riconoscimenti della critica, diventa famosa ed il libro è considerato il primo capolavoro che, finalmente, mette in risalto la letteratura australiana a livello mondiale.

Decide di andare a Sidney, senza un soldo in tasca, ma sperando di stipulare contratti vantaggiosi con altri editori. Ormai è il personaggio del momento e le dame dell’alta società se la contendono come ospite d’onore nei loro salotti. Purtroppo non conclude nulla di quanto sperava; in compenso, conosce alcune femministe e sono incontri importanti.

Torna a casa per scrivere il libro inchiesta sull’esperienza da infiltrata -come domestica- nelle famiglie benestanti di Sidney: ha documentato i maltrattamenti inflitti metodicamente dai datori di lavoro e scritto “Quand’ero Mary Ann, una schiava”. Peccato venga rifiutato dagli editori.

Ma lei è indomabile e coraggiosa, con l’aiuto della madre -che le offre la chance a lei negata- spicca il volo.

E’ l’avvio di una vita avventurosa in America, dove trova solidarietà nella suffragetta Vida Goldstein e nelle femministe che lottano con lei, delle quali Stella condivide gli ideali.

Sostiene lo sciopero delle operaie a Chicago, lavora come cavallerizza in un circo in Colorado, nel 1907 arriva a San Francisco distrutta dal terremoto.

Scrive tutte le esperienze che vive nei suoi reportage, sotto pseudonimi vari.

Si barcamena sempre in ristrettezze economiche, ma nulla la ferma.

E durante la Prima guerra mondiale si offre volontaria in un ospedale da campo nei Balcani.

Poi decide di approfondire le ricerche sui primi fondatori galeotti dell’Australia, rintanandosi tra i preziosi documenti conservati negli archivi della London Library.

E’ allora che l’assale una struggente nostalgia del Bush, dove decide di tornare.

Ricomincia nella terra delle sue radici, dove conduce un’esistenza semplice e con pochissimi mezzi.

Dal 1929 scrive splendidi romanzi di carattere storico e li firma con lo pseudonimo Brent of Bin Bin. Il successo è travolgente.

E anche se scrivere è la profonda passione che la anima, persiste nel non voler rivelare la sua vera identità; agli occhi del mondo, la scrittrice Miles Franklin continua ad essere scomparsa da 35 anni.

La svolta è nel 1936, quando riceve l’S.H.Prior Memorial Prize che la consacra gloria letteraria nazionale e restituisce finalmente a Miles Franklin il posto che le spetta da sempre di diritto.

Nonostante la fama, lei non cambia stile di vita, tantomeno si monta la testa; molto più semplicemente e con esemplare coerenza, continua a vivere modestamente.

Fino a quando il suo cuore si ferma per le complicanze di una pleurite; il 19 settembre 1954, a poche settimane dal compiere 75 anni.

Ha disposto che la notizia non appaia sui giornali e le sue ceneri siano disperse nelle acque del Jounama Creek, fiume che dalle montagne scorre a sulle terre di Talbingo e che la riporta dritta agli anni dell’infanzia.

La sorpresa piomba mesi dopo, all’apertura del testamento. Quando il più grande dei suoi misteri è svelato: in banca aveva accumulato una fortuna da destinare a un premio letterario annuale, che porti il suo nome e sia degno del continente australiano.

Una giuria di 5 persone deve assegnarlo all’opera che meglio rappresenta la vita in Australia, sotto qualsiasi aspetto e in qualunque epoca.

Convinta della necessità di dare risalto alla letteratura nazionale (e svincolarla dalle influenze inglesi e americane) Stella aveva sempre rinunciato a tutti gli agi e al superfluo, mettendo da parte un tesoro immenso.

Il Miles Franklin Literary Award oggi è uno dei premi più ricchi del pianeta, nonché quello letterario più prestigioso ed ambito del Commonwealth.

Il primo scrittore australiano ad ottenerlo, nel 1957, è stato Patrick White, in seguito vincitore anche del Premio Nobel per la letteratura.

Ed ora c’è anche lo Stella Price, premio da assegnare alla migliore opera dell’anno scritta da una donna

 

Miles Franklin “La mia brillante carriera” -elliot- euro 17,50

Dietro il nome apparentemente maschile si cela proprio lei, la più grande scrittrice australiana, Stella Maria Sarah Miles Franklin; potremmo anche definirla, mecenate delle patrie lettere post mortem.

La prima ad aver posto le basi di una letteratura che scandaglia e fa conoscere al mondo intero il cuore più autentico e profondo del suo sconfinato e spettacolare paese.

Ha iniziato a scrivere questo romanzo a 16 anni, l’ha finito a 20 e pubblicato a 22, nel 1901.

Protagonista è il suo alter ego, Sybilla Melvyn, che le somiglia praticamente in tutto: tipo di famiglia, il Bush nel quale vive, la passione per la scrittura, l’anelito alla libertà, il rifiuto dei rigidi canoni dell’epoca vittoriana, la ricerca di un femminismo molto personale (quando il movimento non era ancora neanche nato).

Sybilla è la figlia dell’affascinante Richard Melvyn, proprietario terriero e allevatore, “uno che conta”, e dell’aristocratica Lucy Bossier di Caddagat.

La piccola è cresciuta nel Bush, ama cavalcare e non sa cosa sia la paura.

Poi il padre ha dovuto fare i conti con l’allevamento poco remunerativo, si è dedicato alle aste del bestiame e le cose sono andate di male in peggio.

Nel romanzo tocchiamo quasi con mano la fatica di vivere cotti dal sole, logorati dalla fatica, la strenua lotta contro la siccità e gli altri ostacoli di una terra bellissima, ma che lancia sfide continue.

E’ questo lo sfondo su cui cresce la protagonista, che si ribella alle due sole opzioni che si profilano all’orizzonte di una ragazza: matrimonio o insegnamento.

Una svolta c’è quando, per alleggerire la famiglia di una bocca in più da sfamare, Sybilla viene ospitata nella tenuta della nonna.

Ed è lì che, grazie all’affetto e alle attenzioni soprattutto della dolcissima zia Helen, la giovane trova poco a poco più sicurezza in se stessa ed impara un nuovo modo di affrontare la vita.

Non è bella secondo i soliti canoni, ma ha il fuoco dentro, e per chi sa vedere più in profondità, traspare; è questo a renderla particolarmente affascinante.

Sicuramente lo pensa l’attraente e ricco proprietario terriero Harry Beecham, che la corteggia.

Sybilla non gli è indifferente; ma quando lui le propone di sposarlo, ecco l’amletica scelta tra un rassicurante futuro convenzionale oppure la brillante carriera che sogna da sempre.

Da questo famoso classico della terra dei kangaroo è stato tratto l’omonimo film diretto da Gillian Armstrong, nel 1979, interpretato da Sam Neil e Judy Davies, sullo sfondo di incantevoli scenari tipici dell’Australia; che incantarono pubblico e critica quando la pellicola concorse al 32 Festival di Cannes.

 

Robert Hughes “La riva fatale” -Adelphi- euro 23,00

A lungo, per i cartografi, l’Australia non è esistita; o meglio, si sapeva di un continente australe, ma è solo con una spedizione nell’Oceano Pacifico che si apre una nuova frontiera.

Il capitano Cook nell’aprile del 1770 sbarca nell’odierna baia di Sidney ed accerta una volta per tutte la reale presenza di quella sconfinata terra.

Però dopo la scoperta dell’Australia da parte dell’Impero Britannico, per quasi 20 anni la Corona sembra dimenticarsene.

Di fatto, la storia dell’Australia inizia il 26 gennaio del 1788, con l’arrivo della flotta di 11 vascelli inglesi, che gettano l’ancora a Botany Bay. A bordo ci sono1030 persone, ma poiché 800 di loro sono galeotti in catene, possiamo considerarle una sorta di tante arche di Noè della criminalità.

Le oltre 700 pagine di questo libro –tra romanzo storico e saggio- raccontano una storia di grande sofferenza e dolore; di fatto, l’espulsione di interi gruppi di persone “indesiderabili”. Non esattamente un bell’inizio, ma da quello è sorta una strabiliante nazione.

L’ultima nave di deportati sbarcherà nel 1868. E nell’arco di tempo tra i due approdi, l’Australia si configura come immenso penitenziario; sede del primo esperimento di deportazione di massa, attuato dal mondo cosiddetto civile.

E’ dalla scoperta dell’America nel 1492 che l’Inghilterra esiliava i suoi delinquenti a scontare le pene nelle colonie oltreoceano.

In Australia, secoli dopo, l’opera sarà più massiccia e cruenta.

Soprattutto, trasformerà un intero continente inesplorato in una prigione dove scaricare 200.000 “pezzi da galera”.

In questo modo i tribunali britannici escogitarono il “sistema” per ripulire la società da chi ritenevano: derelitto, irrecuperabile, rifiuto umano.

Le pene più severe –incluse le condanne a morte tramite impiccagione- vennero convertite nella deportazione dall’altra parte del globo.

Inoltre l’Australia era anche la colonia ricca di nuove materie prime preziose. Le cose poi non furono tanto facili; a partire dalla natura stessa dei luoghi, rivelatisi spesso impenetrabili, difficili ed irti di pericoli.

Nel corso degli anni il paese si configurò come gigantesca prigione a cielo aperto. I condannati sopravvissuti al durissimo viaggio finivano in campi simili a lager; dov’erano sottoposti a duro lavoro, privazioni e torture di ogni genere.

Stessa sorte toccò agli abitanti autoctoni, gli aborigeni australiani che, come i nativi nord americani, furono decimati e spodestati.

Nel testo di Hughes sono documentate le condizioni dei deportati, molti dei quali erano bambini.

Le donne, a loro volta, erano prigioniere dei prigionieri; ma, peggio di tutti furono trattati gli aborigeni, soprattutto i tasmaniani che, da veri padroni del continente precipitarono all’ultimo livello della scala sociale, considerati meno di nulla.

Chi ce la faceva, come gli ex carcerati, dopo aver scontata la pena, si inseriva nella società dei coloni “senza macchia” e in un sistema conservatore, improntato a uno snobismo di stampo provinciale.

Per esempio si scimmiottava la tradizionale caccia alla volpe della madre patria; solo che, in mancanza della fulva preda britannica, si rincorrevano gli australiani dingo.

Dunque, per i primi 80 anni dopo l’arrivo degli inglesi l’Australia fu sostanzialmente un pozzo nero, la cui fine fu decretata dall’approdo dell’ultima nave nel 1868.

Nel frattempo, era cresciuta una florida nazione in cui gli scambi erano stati continui, l’economia in piena crescita e sviluppo.

Tuttavia, l’Australia moderna sembrava voler dimenticare le origini, intrise di sangue e dolore; quasi si vergognasse delle sue radici che ramificavano nelle lontane galere inglesi.

Nel 1987 sarà proprio un australiano a pubblicare “La riva fatale”, mastodontico libro sull’insediamento e la costruzione dell’Australia. Lo scrittore, critico d’arte e storia, documentarista televisivo, Robert Hughes (nato a Sidney nel 1938, morto a New York nel 2012).

Ha fatto ricerche approfondite e vastissime in più campi: dall’economia alla politica, dalla storia militare alla zoologia, passando per le antiche tecniche di costruzione delle navi e il supporto di documenti importantissimi.

Si è avvalso di centinaia di testimonianze, dati e fonti che hanno restituito voce ai tanti disgraziati che furono i primi bianchi a vivere sul suolo Australiano.

Dunque un testo fondamentale –di scorrevole lettura, nonostante la mole- per chi vuole conoscere a fondo questo immenso ed affascinante angolo di mondo.

 

 

Patrick White “L’esploratore Voss” -Mondadori- euro 15,00

Patrick White è ritenuto il fondatore del romanzo australiano moderno, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1973 (uno dei più misconosciuti tra i Nobel, e neanche lo ritirò di persona).

Era nato a Londra il 28 maggio 1912 e dopo solo 6 mesi la famiglia tornò in Australia; la sua infanzia fu segnata da una grave forma di asma che lo costrinse ad una forzata solitudine e contribuì a formare il suo carattere schivo ed introverso.

Sviluppò una notevole immaginazione; l’isolamento fu sopportabile perché leggeva, scriveva, esplorava e scopriva l’amore per il teatro.

Crescendo non si distinse negli studi, avrebbe preferito dedicarsi solo alla scrittura; in seguito per un po’ fece l’allevatore di pecore e bovini.

Alla morte del padre, ebbe la fortuna di ereditare una somma che gli permise di mantenersi e dedicarsi tranquillamente alla sua vera passione.

L’esploratore” del 1957 è considerato il suo capolavoro, ma va ricordato che White è stato un intellettuale controverso. Aveva fama di uomo burbero, scostante, autore difficile che scriveva in modo criptico, per lo più troppo indecifrabile e faticoso da leggere.

L’esploratore” narra proprio la storia di un esploratore tedesco, Johann Ulrich Voss, deciso ad intraprendere la pericolosa scoperta dell’entroterra australiano.

L’opera trae ispirazione dalla seconda perlustrazione realmente effettuata nel 1848 dall’esploratore tedesco Ludwig Leichardt all’interno del continente australiano, e di lui si persero le tracce.

Nel romanzo, il protagonista Voss risulta un personaggio bizzarro, complesso, megalomane, spinto non solo dalla curiosità di scoprire terre e natura nuove, selvagge e inesplorate. La sua spedizione, più che geografica, trascende l’elemento fisico ed insegue piuttosto una connessione spirituale.

Il suo si configura prima di tutto come viaggio interiore, cammino di sofferenza verso la crescita come persona e sconfina in ricerca del senso dell’universo.

Importante sarà l’incontro e la comunicazione spirituale con la sensibile Laura Trevelyan. Ma non è previsto il lieto fine. Piuttosto nel romanzo emerge la spettacolare ambientazione australiana; la natura selvaggia e la storia della sua esplorazione.

Serie A: tra venti giorni si riparte, tra problemi cronici e solito fascino

Manca poco più di venti giorni all’inizio della nuova stagione di Serie A, e come sempre, si riparte tra mille contraddizioni.
I problemi strutturali sono noti e ancora irrisolti: stadi vecchi, spesso semivuoti, e pochi investimenti in infrastrutture moderne. La pirateria continua a erodere i ricavi televisivi, rendendo difficile la competitività a livello internazionale. Intanto, in campo aumentano gli stranieri, mentre i giovani italiani faticano a trovare spazio.
Eppure, nonostante tutto, la Serie A resta affascinante. Il campionato è incerto, aperto, con più squadre pronte a giocarsi lo scudetto e altre capaci di sorprendere.
Forse non è il torneo più ricco o spettacolare d’Europa, ma sa ancora emozionare. Ed è proprio questa imprevedibilità, questo equilibrio sottile tra crisi e passione, a tenere viva l’attesa.

Enzo Grassano

La strafottenza di un ciociaro

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Internet ha ripreso la figura di   A n a c l e t o   V e r r e c c h i a   diventato per l’occasione persino aforista, malgrado l’irruente verbosità ciociara di quello che su Wikipedia è  definito addirittura filosofo. Capisco che, come diceva Tolstoj, tutti i morti sono belli , ma a distanza di 13 anni dalla morte va usato un metro di giudizio almeno veritiero, se non del tutto distaccato. Mi fecero conoscere V e r r e c c h i a  i professori Francesco Prestipino e Paolo Rocc , suoi colleghi in  una scuola media torinese di Borgo Vanchiglia. Quindi il dato biografico che andrebbe ricordato è che fu insegnante di materie letterarie nella scuola media. In tempi successivi ottenne di insegnare nelle scuole italiane all’estero, che erano spesso in sedi disagiate  Insegnò nella scuola italiana di Vienna, ma l’incarico di addetto culturale è cosa totalmente diversa perché riservata al personale diplomatico. Gli unici non diplomatici erano e sono i direttori degli istituti italiani all’estero, ma  V e r r e c c h i a  non è mai stato direttore di istituti italiani all’estero. Non so dove e come si laureò in Germanistica. Credo che si fosse laureato in materie letterarie forse al Magistero o alla Facoltà di lettere. Una volta parlai incautamente  di lui a due germanisti  universitari -tra cui  il grande Cesare Cases  – si dissero  indignati nell’ apprendere che  V e r r e c c h i a  si presentasse come un germanista. Le sue opere, sempre a metà strada tra la storia, la letteratura e qualche reminiscenza filosofica, dimostrano che saltello’ in modo disordinato e dilettantesco da Nietzsche  di cui scrisse dell‘impazzimento torinese, suscitando critiche negativissime da Vattimo e da Navarro) a Giordano Bruno, a Schopenhauer,  per giungere perfino a Wagner. Volendo nobilitarlo,  V e r r e c c h i a  fu un poligrafo, spesso superficiale, quasi  sempre settario perché il suo anticristianesimo  e il suo greve anticlericalismo di stampo primo Novecento erano sufficienti a screditare in termini scientifici  i suoi scritti. Non bastava dirsi anti cristiani per essere seguaci di Nietzsche, mi disse una volta Oscar Navarro  che mi citò ironicamente  la signorina Felicita che Gozzano mise in versi,  facendo rimare insieme le camicie da stirare  con Nietzsche.  V e r r e c c h i a  non  venne mai invitato a convegni scientifici e i suoi lavori sono meramente divulgativi. Non ci sarebbe nulla di male nel divulgare. Anch’io
faccio anche  il divulgatore, ma la sua supponenza che rasenta, a volte persino il comico, rende intollerabile il personaggio.  Cito  tre suoi  aforismi: “Un Dio crocifisso è paradossale, un Dio circonciso è ridicolo“. “Il cervello degli italiani è impastato male“. “Cimiteri: discariche umane“. Tre esempi bastano e avanzano. Per valutare V e  r r e c c h i a  applicherei a lui un suo aforisma che condivido : “Il modo migliore di saggiare la sostanza dei libri sarebbe quello di metterli in infusione ,così come si fa con certe erbe“. Dopo “l’infusione” i suoi libri non si trovano neppure più sulle bancarelle e nessuna enciclopedia seria ha scritto di lui. Il “germanista“ si definiva amico di Prezzolini per averlo intervistato e avrebbe voluto far  credere di esserne addirittura  l’erede. Prezzolini in persona negò questa amicizia, quando io andai a trovarlo a Lugano. Il direttore de “ La Stampa” Gaetano Scardocchia, che gli fece scrivere qualche articolo, si accorse di aver preso una cantonata e il suo successore Paolo Mieli troncò la breve collaborazione. Potrei ancora continuare, ma mi fermo, augurandomi che questo articolo, scritto in un momento di pausa feriale, possa evitare in futuro beatificazioni  immeritate e inadatte ad un “Anticristo”. Nessun editore oggi ripubblicherebbe i suoi libri datati, oltre che superficiali, composti di facili battute più che di ragionamenti pacati e documentati da letture approfondite e  adeguate.

Esodo, 20 milioni di transiti sulle strade italiane. Traffico raddoppiato sul raccordo Torino – Caselle

Si avvia alla conclusione il primo weekend di agosto dell’esodo estivo 2025 sulla rete stradale e autostradale di Anas (Gruppo FS Italiane).
Anas ha potenziato l’impegno del personale su tutto il territorio nazionale e per favorire gli spostamenti ha ridotto i cantieri attivi: fino all’8 settembre sono chiusi o sospesi 1.348 cantieri, circa l’81% di quelli attivi (1.672). La presenza su strada di Anas è di circa 2.500 risorse in turnazione, costituite da personale tecnico e di esercizio, oltre al personale delle Sale Operative Territoriali e della Sala Situazioni Nazionale che assicurano H24 il monitoraggio del traffico in tempo reale.
In questo primo fine settimana di agosto sulla rete stradale e autostradale di Anas si sono registrati volumi di traffico di notevole rilievo ma senza particolari criticità.
Nelle giornate di venerdì 1° e sabato 2 agosto sono stati complessivamente registrati oltre 20,2 milioni di transiti che alle ore 12.00 di domenica 3 agosto erano già circa 6 milioni.
Per il forte incremento dei flussi di traffico verso la Capitale per il Giubileo dei Giovani 2025, Anas ha intensificato i servizi di sorveglianza e pronto intervento sulle arterie di competenza interessate dall’evento con presìdi operativi lungo le autostrade A90 “Grande Raccordo Anulare” e A91 “Roma-Aeroporto di Fiumicino”, in corrispondenza della Fiera di Roma (dove hanno alloggiato circa 25mila giovani) e delle diramazioni verso le aree di sosta degli autobus identificate dal Comune di Roma all’interno dell’area urbana. Domenica, a conclusione della funzione religiosa a Tor Vergata, sulla autostrada A90 “Grande Raccordo Anulare” si sono registrati rallentamenti e code tra gli svincoli Anagnina e Casilina.
Nella notte e nelle prime ore della mattina di oggi (tra le 01 e le 07) domenica 3 agosto è stato rilevato unraddoppio dei transiti lungo la A2 “Autostrada del Mediterraneo” rispetto domenica scorsa (27 luglio), così come sui raccordi autostradali RA10 Torino-Caselle e RA13 Sistiana-Padriciano presso Duino Aurisina.
Rispetto venerdì e sabato scorso, l’incremento medio della mobilità rilevata sulla rete Anas era di circa il 1,5%, con punta di oltre il 5% sulla rete del sud Italia e il 3% sulle reti del centro e della Sicilia, che aumentano al 3% sulle infrastrutture a servizio delle zone marittime, con punta del 7% al Sud e valori del 4,5% in Sicilia e Sardegna.
Nel confronto con l’esodo dello scorso anno, i maggiori incrementi di mobilità rilevata si sono registrati nelle giornate di giovedì e venerdì (rispettivamente +2% e +3%), con sabato sostanzialmente invariato rispetto lo scorso anno.
Andamento simile ma con valori differenti sulle arterie che conducono alle località di mare dove venerdì è stato misurato un aumento medio del 3,7% su tutta la rete e del 5,2% per quelli del centro Italia.
Complessivamente nelle giornate di venerdì 1° agosto e sabato 2 agosto sono stati rilevati i seguenti valori di transiti:
Sulla A2 “Autostrada del Mediterraneo”: 139.922 presso Salerno, 229.492 a Pontecagnano, 103.964 presso Battipaglia, 71.571 a Sicignano degli Alburni, 48.544 presso Casalbuono, 38.318 nel Lagonegrese, 35.544 presso Morano Calabro, 47.878 ad Altomonte, 57.210 a Falerna e 60.555 presso Villa San Giovanni. Sulla A2DIR-RC presso Reggio di Calabria sono stati 92.325.
In Sicilia, sulla A19dir 156.107 presso Palermo e 93.394 sulla A19 “Palermo-Catania” presso Altavilla Milicia.
Nel Lazio, sulla A90 “Grande Raccordo Anulare” sono stati 304.873 presso La Romanina e 273.740 tra Laurentina a Pontina, 252.670 tra la Pisana e l’Aurelia, 236.852 tra via Cassia e l’Ospedale S. Andrea e 228.552 tra via Nomentana e via Tiburtina.
In Calabria, sulla strada statale 106 “Jonica” sono stati 62.103 presso Stalettì a sud di Catanzaro, 61.050 a Castellaneta, 55.218 a Simeri Crichi, 34.990 presso Cutro e 28.627 a Isola di Capo Rizzuto. Sulla SS107 “Silana Crotonese” sono stati 50.212 i transiti rilevati presso Rende, 82.068 sulla RA4 presso Reggio di Calabria.
Sulla strada statale 18 “Tirrena Inferiore” dopo i 70.632 transiti presso Capaccio Paestum e i 51.605 a Eboli in Campania, in Calabria sono stati 42.135 a San Nicola Arcella, 35.093 a Belvedere Marittimo e 48.550 presso Vibo Valentia.
Tra le sezioni con i maggiori transiti registrati tra venerdì 2 e sabato 3 agosto emergono: la SS36 “del lago di Como e dello Spluga” presso Monza con 196.841, Costa Masnaga con 116.277, Abbadia Lariana con 64.153 e la SS336 “dell’Aeroporto della Malpensa” presso Gallarate con 114.281; l’autostrada A91 “Roma-aeroporto di Fiumicino” presso Fiumicino con 165.040; la SS148 “Pontina” con 195.279 presso Roma, 119.733 presso Ardea, 81.378 a Latina; e la SS2bis presso Roma con 110.938; la SS7 “Via Appia” presso Ciampino con 107.634; la SS16 “Adriatica” presso Ravenna con 59.858, presso Rimini con 63.004, presso Alba Adriatica con 53.800, presso Brindisi con 125.440; la RA6 “Perugia-Bettolle” presso Perugia con 143.257; la RA12 “Chieti-Pescara” presso San Giovanni Teatino con 126.659; la SS75 “Centrale Umbra” presso Perugia con 115.850 e presso Corciano con 74.289; la SS162NC“Asse Mediano” presso Giugliano in Campania con 158.684; SS7quater presso Giugliano in Campania con 105.412, presso Castel Volturno con 75.006 e 71.751 a Mondragone; la SS7bis presso Caivano con 114.136; la SS101 “Salentina di Gallipoli” presso Lequile con 113.224; la SS694 “Tangenziale Ovest di Lecce” con 100.779; la SS613 “Brindisi-Lecce” presso Squinzano con 99.851; la RA15 “Tangenziale di Catania” presso Misterbianco con 168.443.

La Sindone? Il calco di un bassorilievo

Una recente simulazione 3D, pubblicata sulla rivista Archaeometry, offre una nuova interpretazione sull’origine della Sindone di Torino. Secondo lo studio, il celebre telo in lino – tradizionalmente ritenuto il sudario che avvolse il corpo di Gesù Cristo dopo la crocifissione – non sarebbe stato modellato su un corpo umano, bensì su una scultura in bassorilievo. Questa ricostruzione digitale rafforza l’ipotesi che si tratti di un manufatto medievale, in linea con i risultati della datazione al radiocarbonio effettuata nel 1989, che colloca la realizzazione della Sindone tra il 1260 e il 1390 d.C.

L’autore dell’analisi è Cicero Moraes, esperto brasiliano noto per le sue ricostruzioni tridimensionali di volti storici, tra cui quelli di Antonio da Padova e Francesco Petrarca. Tra i suoi lavori più recenti figura anche la ricostruzione del volto dell’uomo di Irhoud, il più antico esemplare conosciuto di Homo sapiens, vissuto circa 315.000 anni fa, pubblicata nel giugno 2024.

Lega: “rinvio blocco ai diesel Euro 5 è realtà anche in Piemonte”

Torino, 2 Ago – “Oggi abbiamo concretizzato un grande risultato per i piemontesi. Grazie all’emendamento presentato a Roma dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e al lavoro portato avanti a livello regionale dal gruppo Lega, abbiamo garantito il rinvio dello stop alle auto diesel Euro 5. Una scelta di buon senso che darà più tempo ai cittadini di adeguarsi alla transizione e una soluzione concreta che consentirà ai circa 200mila proprietari di questi veicoli di continuare a utilizzarli per spostarsi. Con questo passo anche il Piemonte entra ufficialmente tra le regioni che hanno deciso di affrontare il cambiamento con pragmatismo e senza ideologia, ponendosi l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria senza per questo penalizzare famiglie e imprese”. Così in una nota i consiglieri regionali del Gruppo Lega del Consiglio regionale del Piemonte.

Trapianto di fegato in super-urgenza salva 14enne trasportato in volo dalla Grecia

/
Trapianto di fegato in super-urgenza salva 14enne trasportato in volo dalla Grecia per insufficienza epatica acuta da colpo di calore, presso la Città della Salute e della Scienza di Torino
Nei giorni scorsi un ragazzo 14enne di nazionalità greca è stato salvato presso la Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS) – presidio Molinette, grazie ad un trapianto di fegato eseguito in super-urgenza nazionale per un’insufficienza epatica acuta da colpo di calore.
Affetto da “anidrosi” (rara malattia congenita che non consente al corpo di produrre sudore), il ragazzo stava facendo un’escursione con alcuni amici vicino alla città di Ioannina, nord della Grecia. Complici l’elevata temperatura ambientale e lo sforzo fisico, la temperatura corporea del ragazzo che non può sudare è aumentata fino a raggiungere i 42 gradi, con perdita dei sensi e coma.
I giovani compagni hanno immediatamente lanciato un SOS. Un’ambulanza giunta sul luogo ha trasportato il ragazzo nel posto sanitario più vicino, dove il paziente è stato raffreddato utilizzando impacchi di acqua e ghiaccio. Nonostante questo, è andato incontro a convulsioni e non ha ripreso conoscenza. È stato quindi portato in emergenza all’ospedale di Ioannina, dove è stato intubato. Stabilizzato, è stato inviato nella più vicina terapia intensiva pediatrica, a Patrasso.
I rianimatori pediatrici hanno registrato nelle 36 ore successive al ricovero una rapida e progressiva compromissione della funzione epatica, a cui è seguito un ittero ed un deterioramento della via della coagulazione regolata dal fegato. A quel punto la diagnosi è stata di insufficienza epatica acuta severa da colpo di calore, con stato di coma persistente. Per questo motivo i medici greci hanno contattato l’Hellenic Transplant Organization di Atene, richiedendo l’attivazione del protocollo di collaborazione con l’Italia per il trapianto di fegato.
Nella tarda mattinata del terzo giorno dopo il colpo di calore, il Centro Nazionale Trapianti (diretto dal dottor Giuseppe Feltrin) diramava la richiesta dalla Grecia di trasferimento urgente del ragazzo ai Coordinamenti Regionali dei Centri di trapianto fegato pediatrico che collaborano con la Grecia.
Il professor Renato Romagnoli (Direttore del Centro Trapianti Fegato e del Dipartimento di Chirurgia e Trapianti della Città della Salute e della Scienza di Torino) ha immediatamente accettato la richiesta trasmessa dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte e Valle d’Aosta (diretto dal dottor Federico Genzano). In tempi rapidissimi si sono attivate a cascata tutte le figure professionali in grado di metterlo in sicurezza. Tramite il Coordinamento del Centro Regionale Trapianti e del Servizio di Emergenza Sanitaria 118 Piemonte, il ragazzo è arrivato all’aeroporto di Torino Caselle con un volo sanitario dedicato (accompagnato da un rianimatore greco e dalla madre) e trasportato alle Molinette in ambulanza assistito da un’équipe medica del Dipartimento di Anestesia (diretto dal dottor Maurizio Berardino).
Appena arrivato e per tutta la notte è stato sottoposto agli accertamenti necessari a valutarne la trapiantabilità, in particolare una risonanza magnetica encefalica indicata dalla neurologa dottoressa Elisa Montalenti. Al mattino, con tutti gli esami pronti, la dottoressa Maria Torrani (gastro-epatologa del gruppo diretto dalla dottoressa Silvia Martini) ha dato indicazione per inserirlo nella lista d’attesa italiana per trapianto di fegato, con il livello massimo di priorità: super-urgenza nazionale.
Trascorse le prime 24 ore senza offerte d’organo compatibili, il professor Romagnoli ha cominciato a valutare anche quelle con gruppo sanguigno non compatibile con quello del ragazzo. Buona sorte ha voluto che nella seconda giornata di attesa sia stata segnalata proprio in Piemonte, grazie al Coordinamento Regionale Prelievi (diretto dalla dottoressa Anna Guermani), la disponibilità di un donatore di gruppo sanguigno compatibile e con caratteristiche dimensionali e di qualità adeguate. Nel frattempo il ragazzo, ricoverato nella Rianimazione Centrale delle Molinette (gestita dal dottor Antonio Toscano), era dializzato dai nefrologi del professor Luigi Biancone.
Dopo meno di 60 ore dall’arrivo in Italia, il ragazzo greco entrava in sala operatoria del Centro Trapianti Fegato di Torino per essere sottoposto ad un intervento più che mai salvavita.
Il trapianto (il numero 4300 del Centro torinese) è durato 10 ore ed è stato condotto dal professor Renato Romagnoli con la sua équipe medico-infermieristica, facendo attenzione ad evitare sanguinamenti e manovre che potessero compromettere la stabilità della pressione e della circolazione sanguigna nel cervello del ragazzo.
L’intervento è riuscito, la ripresa funzionale del fegato trapiantato è stata rapidissima, ed il decesso per insufficienza epatica è stato del tutto scongiurato.
Attualmente il ragazzo è stato estubato ed è sveglio. Ora si trova ricoverato nell’Area Semintensiva del Centro Trapianto Fegato delle Molinette e sta mostrando un valido e progressivo recupero neurologico.
“Una volta di più il Sistema Trapianti della Regione Piemonte si conferma ai vertici italiani ed europei con un trapianto di fegato pediatrico di eccezionale difficoltà tecnico-organizzativa. L’eccellenza dei nostri professionisti sanitari ha reso possibile ciò che non lo sembrava essere più in una situazione disperata. Anche per questo la Giunta Regionale ha deciso di nominare il professor Romagnoli quale Coordinatore Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta” dichiara Federico Riboldi (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte).
“Una storia a lieto fine che ancora una volta diventa esempio delle eccellenze della nostra Città della Salute e della Scienza a livello europeo e del valore dei nostri operatori. Ennesima conferma di quanto CDSS meriti il ruolo di IRCCS Trapianti. Un modello di ospedale di terzo livello, che verrà esportato nel nuovo Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione. Un doveroso ringraziamento al donatore e alla sua famiglia, che hanno reso possibile questo miracoloso trapianto” commenta Thomas Schael (Commissario della CDSS).

Torino non va in vacanza: l’estate 2025 accende la città tra arte, sport, cultura e magia

/

Mentre molte città italiane rallentano, Torino rilancia. Il capoluogo piemontese, da sempre punto di riferimento culturale e turistico, si trasforma durante l’estate in un palcoscenico a cielo aperto: tra mostre, spettacoli, festival, grandi eventi sportivi e itinerari suggestivi, la città accoglie residenti e turisti con un’offerta ricchissima e diffusa.

Le emozioni firmate Somewhere: Torino Magica®, Torino Sotterranea e Ferragosto al Cinema

Tra le esperienze più iconiche dell’estate torinese non possono mancare i tour firmati Somewhere, che anche ad agosto non vanno affatto in vacanza. Al contrario, si vestono di suggestioni speciali per accompagnare cittadini e visitatori in un viaggio unico nel cuore misterioso della città.

La notte di Ferragosto sarà animata da una special edition di Torino Magica®, lo storico tour esoterico della città, che per l’occasione si svolgerà a bordo di un bus cabrio rosso fiammante. Un percorso notturno tra simboli nascosti, enigmi massonici e leggende antiche, immersi nel fascino dei tetti torinesi illuminati dalle stelle.

Per chi cerca frescura e avventura, c’è Torino Sotterranea, il tour che porta il pubblico tra cripte, rifugi antiaerei e cunicoli segreti, offrendo una prospettiva inedita e coinvolgente della città… a basse temperature.

Infine, per gli amanti delle atmosfere cinematografiche e del noir, il 15 agosto torna anche Ferragosto al Cinema: un viaggio tra i luoghi iconici del cinema torinese e storie affascinanti, che si conclude con un brindisi sotto le stelle in una location segreta del centro. Un appuntamento firmato Somewhere che unisce cultura, racconto e magia.

Arte e bellezza: le grandi mostre dell’estate

Torino conferma anche nel 2025 la sua vocazione culturale con un cartellone espositivo di altissimo livello. A Palazzo Madama, fino al 7 settembre, è in corso Haori, una raffinata mostra dedicata al Giappone del primo Novecento, tra kimono, arti decorative e influenze occidentali.

A Palazzo Chiablese, fino al 28 agosto, l’esposizione Da Botticelli a Mucha – Arte, Bellezza e Seduzione accompagna i visitatori in un percorso visivo tra Rinascimento e Art Nouveau, esplorando l’estetica della grazia e del desiderio attraverso secoli e correnti artistiche.

I Musei Reali di Torino ospitano invece Estate Reale 2025, un programma trasversale che fino al 31 ottobre alterna concerti, letture poetiche e spettacoli teatrali nei luoghi simbolo del patrimonio sabaudo.

Festival urbani e cinema sotto le stelle: Mappa Mundi 2025

Fino al 31 agosto, la Caserma La Marmora si trasforma in un’arena culturale grazie a Mappa Mundi 2025: un festival multidisciplinare che propone ogni sera cinema all’aperto, musica, incontri e performance. Un’iniziativa pensata per valorizzare spazi urbani in chiave contemporanea e partecipativa.

Estate ad alta quota: Superga e la tranvia notturna

Per chi desidera una visione panoramica della città, l’estate offre due appuntamenti da non perdere. La Tranvia Sassi-Superga, attiva fino al 23 settembre, propone corse serali straordinarie, permettendo ai passeggeri di raggiungere il colle in un’atmosfera rarefatta e romantica.

Parallelamente, la Cupola della Basilica di Superga apre le sue porte anche di notte: fino al 28 settembre sarà possibile salire e ammirare il profilo di Torino illuminato, in una delle viste più spettacolari del Piemonte.

Sport e spettacolo: il mondo arriva a Torino

Torino accoglie quest’anno due grandi eventi sportivi internazionali. Dal 2 al 10 agosto, la città ospita il Twirling World Championship, con atleti provenienti da ogni parte del globo che daranno vita a una competizione spettacolare tra ritmo, danza e coordinazione.

Dal 23 al 26 agosto, il Piemonte sarà attraversato dalla Vuelta di Spagna, storica corsa ciclistica che per quattro tappe toccherà diverse località della regione:

  • 23 agosto: Venaria Reale – Novara

  • 24 agosto: Alba – Limone Piemonte

  • 25 agosto: San Maurizio Canavese – Ceres

  • 26 agosto: Susa – arrivo in Francia

Un’occasione imperdibile per appassionati e curiosi, che potranno assistere dal vivo al passaggio dei grandi campioni del ciclismo.

I grandi classici della cultura torinese

Oltre agli eventi, la città continua ad affascinare con i suoi luoghi simbolo. La Reggia di Venaria, con i suoi giardini e le mostre temporanee, è uno dei poli culturali più visitati, mentre il Museo Egizio, il più antico al mondo dedicato alla civiltà faraonica, per l’estate propone aperture serali straordinarie, offrendo un’esperienza ancora più immersiva tra i suoi capolavori millenari.

Torino non chiude per ferie, ma si apre al mondo. Con la sua estate fatta di spettacolo, cultura, sport e mistero, la città si conferma una meta viva, accessibile e sorprendente. Un invito a restare – o arrivare – per scoprire un’altra Torino: quella che si racconta meglio quando il sole cala e le piazze si animano.

CRISTINA TAVERNITI

Torino Respira, trasporti per studenti: importante ma nessun impatto su smog

Solo il 5% degli studenti si sposta in auto

Il Comitato Torino Respira interviene sul lancio di “Piemove – Piemonte Viaggia Studia”, il nuovo abbonamento gratuito al trasporto pubblico per studenti universitari under 26 iscritti agli atenei piemontesi, promosso dalla Regione Piemonte con il supporto di Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. La misura, che sarà attiva in sei capoluoghi di provincia, è stata presentata come un passo importante verso una mobilità più sostenibile e accessibile.

L’iniziativa ha un indubbio valore sociale, ma il Comitato Torino Respira mette in evidenza che non si tratta di una politica efficace sul piano ambientale. L’intervento è utile per le famiglie e per il diritto allo studio, ma il suo impatto sulla qualità dell’aria è del tutto marginale.

“La tessera Piemove è positiva sul piano sociale, ma non ridurrà l’inquinamento. Solo il 5% degli studenti si sposta in auto. Serve più rigore nel valutare l’efficacia ambientale delle politiche pubbliche”, dichiara Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

Secondo un’indagine del Politecnico di Torino, solo una minima parte degli studenti utilizza l’auto per recarsi all’università. La maggior parte si sposta già con mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. Il rischio, dunque, è quello di sovrapporre misure sociali con politiche ambientali, attribuendo a iniziative simboliche un valore che non trova riscontro nei dati.

“Ancora una volta si spacciano delle misure sicuramente popolari e utili per ragioni sociali come misure per ridurre l’inquinamento, ma non si spende una sola parola e non si analizzano i dati che già abbiamo per capire quale contributo effettivo diano alla riduzione delle emissioni”, aggiunge Mezzalama.

Il Comitato invita le istituzioni a valutare con maggiore rigore scientifico l’efficacia delle politiche ambientali, evitando slogan e semplificazioni. La lotta all’inquinamento atmosferico – che a Torino resta uno dei problemi sanitari più gravi – richiede misure strutturali, a partire dalla riduzione del traffico motorizzato privato, che continua ad essere la principale fonte di inquinamento in ambito urbano.

Torino Respira ribadisce che Piemove è una buona misura di welfare, ma non va presentata come un provvedimento ambientale, almeno fino a quando non si avranno dati che mostreranno l’impatto positivo dell’iniziativa.

 

Comitato Torino Respira

www.torinorespira.it/

Operaio di 21 anni muore folgorato in cantiere

Una nuova tragedia sul lavoro in Piemonte. Vittima un ragazzo di 21 anni, morto folgorato in un cantiere a Villadossola, nel VCO. Il giovane era su una piattaforma a circa sei metri di altezza. Inutili i tentativi di salvarlo da parte dei soccorsi.