ilTorinese

La cacciata di Laura Pompeo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La più votata a Moncalieri che ha appena raccolto più di 6000 voti alle ultime regionali, l’archeologa Laura Pompeo, è  stata cacciata dal “podestà” di Moncalieri dall’assessorato alla cultura in cui ha lavorato per 6 anni impegno e dignità, disinteresse e passione. C’è da domandarsi se possa essere compatibile con la democrazia e ad una istituzione gestita in modo trasparente un atto autoritario e immotivato come la defenestrazione di un assessore a cui non si può contestare nulla. Si tratta di un assessore che ha trasformato poco più che un paesone della cintura torinese in una città culturalmente attrattiva che ha saputo valorizzare i suoi gioielli, partendo da Castello, per non citare il teatro e tante altre iniziative che portavano i torinesi ad andare a Moncalieri e non viceversa. Parliamo di un’archeologa allieva del grande Giorgio Gullini che ha messo a disposizione della città la sua intelligenza e la sua cultura. La stessa famiglia Pompeo è famiglia storica di Moncalieri. Forse il “podestà” di Moncalieri non ha cognizione di cosa sia la cultura e forse sente inconsciamente un forte imbarazzo, tale da costringerlo ad allontanare una donna fuori ordinanza che gli crea problemi e, invece di promuovere la parità uomo- donna, suscita una forma di incredibile cannibalismo tra donne davvero perniciosa e retrograda, certo non democratica. Un consiglio al Pd che dovrebbe battere un colpo per dimostrare la sua esistenza: non lasciatevi scappare una donna del livello di Laura Pompeo. Sarebbe un autolesionismo incredibile. La dottoressa Pompeo potrebbe anche decidere di tornare ai suoi studi archeologici e lasciarvi “soli” come disse Togliatti di Vittorini. C’è anche chi non vive di politica e quindi è in grado di tenere la schiena dritta come Laura Pompeo.

Aggressioni con rapine e percosse in corso Massimo e via Sant’Anselmo

Il costante controllo del territorio effettuato dalla Polizia di Stato nel quartiere San Salvario ha consentito al personale del Comm.to di P.S. Barriera Nizza di arrestare due persone gravemente indiziate di rapina.

Il primo episodio, in corso massimo d’Azeglio altezza viale del Valentino, dove un uomo veniva rapinato del cellulare e di 15 euro da un gruppo di 4 maghrebini. La vittima riusciva farsi riconsegnare il telefono, per lui importante strumento di lavoro, ma una donna che faceva parte del gruppo glielo strappava nuovamente dalle mani, aggiungendo che se non le avesse consegnato altro denaro lo avrebbe denunciato alle Forze dell’ordine per una mai avvenuta violenza sessuale. Di lì a breve transitava una Volante del Comm.to Barriera Nizza, a cui l’uomo indicava la via di fuga della rapinatrice; i poliziotti rintracciavano la donna, una quarantenne di nazionalità marocchina, poco distante, riuscendo anche a recuperare il cellulare di cui la stessa si aveva tentato di disfarsi lasciandolo sulle scale dell’ospedale Evangelico. Nei confronti della quarantenne è scattato l’arresto per rapina in concorso e per tentata estorsione.

Qualche ora prima, sempre personale del Comm.to di P.S. Barriera Nizza è intervenuto in via Sant’Anselmo a seguito della segnalazione di un uomo in difficoltà. Sul posto i poliziotti hanno soccorso un cittadino italiano che, pochi istanti prima, era stato percosso e rapinato del telefono da un 65enne italiano. L’intervento di un passante aveva fatto in modo che la vittima rientrasse in possesso del telefonino. I poliziotti, anche grazie alla testimonianza di un residente in zona, hanno rintracciato nell’immediatezza dei fatti il soggetto presunto autore della rapina e lo arrestavano.

Croce Rossa, 160 anni celebrati in piazza Solferino

160 anni di storia, umanità e volontariato.  Ieri la CRIPiemonte ha festeggiato i 160 anni dalla fondazione della CroceRossa Italiana con tanti stand e attività in piazza Solferino a Torino.  Dopo i saluti iniziali del Prefetto Donato Giovanni Cafagna e Vittorio Ferrero, Presidente Regionale CRI, hanno avuto inizio le attività. Dal primo soccorso all’inclusione sociale, dalle attività rivolte ai giovani a quelle in caso di emergenza, fino ai Corpi Ausiliari, tanti cittadini e cittadine hanno scoperto qualcosa in più sull’instancabile lavoro quotidiano dei volontari e degli operatori CRI. (Facebook)

#UnItaliaCheAiuta

“Mainolfi / Sculture. Bestiario”. Alieni, improbabili e misteriosi

Gli animali “fantastici” di Luigi Mainolfi, s’aggirano pacificamente negli spazi della “Reggia di Venaria”

Fino al 10 novembre

Venaria Reale (Torino)

Eccoli. Vagolano. Solitari o in coppia. Sembianze zoomorfe. Alcuni brucano senza ingordigia l’erba dal terreno, altri si guardano attorno a cercare presenze amiche – pur se molto dissimili da loro – senz’alcuna paura (quasi padrone e padroni di casa) gironzolano con teste lunghe e affusolate, con o senza coda, penzolanti orecchie per alcuni e corpi dalle “strane” caratteristiche e proporzioni per quasi tutti. Vagolano lemme lemme dalla “Torre dell’Orologio” al Loggiato della “Sala di Diana”, fino al settecentesco “Gran Parterre del Parco Alto”, alla “Corte d’Onore” e alla juvarriana “Cappella di Sant’Uberto”. Non emettono verso alcuno. Almeno pare. Di loro però si conoscono i nomi. Strani (e come se no?) anche loro. Dai “Silontes” al “Solitan” al “Nominon” allo “Scosso” fino all’“Apessa” sorvegliata con curiosità da un piccione (vero, in carne e ossa, becco e piume) indeciso sul da farsi. Avvicinarsi per fare amicizia o  (meglio) prendere il volo!? Ma dove siamo? Sembra chiedersi anche il povero piccione. Niente paura. Non siamo capitati per caso (coi tempi che corrono!) su strani, lontani e sconosciuti pianeti.

Siamo, semplicemente, alla “Reggia di Venaria”e questi “strani personaggi” sono solo alcuni dei 20 protagonisti in bronzo, realizzati fra il 1978 ed il 2020, appartenenti al fantastico “Bestiario” di Luigi Mainolfi (avellinese di nascita ma torinese di lunga adozione, fin dagli anni Settanta, caratterizzati da ricerche performative basate sul rapporto fra corpo, gesto e scultura) ospite d’onore per tutta l’estate e, fino a domenica 10 novembre, della “Reggia di Venaria”. Selezionate dal direttore generale del “Consorzio delle Residenze Reali Sabaude” Guido Curto e dalla Conservatrice della “Reggia” Clara Goria, le sculture sono tutte “a tema zoomorfo”. Da qui il titolo, “Bestiario”, che rimanda ai “Bestiari” dei codici miniati medievali illustrati con raffigurazioni di animali reali e immaginari, e anche al celebre “Manuale di zoologia fantastica”, saggio del 1957 scritto, con la collaborazione di Margarita Guerrero, dallo scrittore e poeta argentino Jorge Luis Borges, inventore eccezionale e non privo di singolare humor di un numero incredibile di creature partorite girovagando per “universi fantastici”, assolutamente ignoti ai più, dall’“Anfesibema” a “L’elefante che preannunziò la nascita di Buddha”, fino alla “Scimmia dell’Inchiostro” o allo “Zaratan”. Tema che ben presto ammalia anche Mainolfi, già autore del “Bestiario del Sole” (serigrafia su carta, 2008), popolato di colorate creature metamorfiche, sospese tra mito e fiaba, e nel 2018 del “Bestiario del firmamento”, realizzato per la Collezione dei “Sipari d’artista”, progetto della fiorentina “Associazione Amici della Contemporaneità” che, nel tempo, ha visto coinvolti nomi prestigiosi del “contemporaneo”, da Carla Accardi ad Aldo Mondino, fino a Mimmo Paladino a Getulio Alviani a Nicola De Maria e a Pino Pinelli.

Non una “novità” dunque il “Bestiario” mainolfiano che “si insinua – dicono i curatori – nelle architetture barocche, invade le verdi geometrie dei giardini ed entra in contatto con la viva presenza di cerbiatti e altra fauna selvatica del vicino Parco ‘La Mandria’, riserva naturale di biodiversità”. Nessun divieto. Nessun luogo proibito per questi “esseri fantastici” che, per l’artista, sono “immaginario potente” del mondo mediterraneo e del Sud del mondo, dalla natia Valle Caudiana al Venezuela (dove Mainolfi trascorse l’infanzia) fino ai viaggi nel sud-est asiatico e in Oceania. Forme perenni acquisite e rielaborate dalla memoria. Con non rare tentazioni di mutevolezza. Come le “Isole”, approdate da lontani “Arcipelaghi” fino alla “Cappella di Sant’Uberto”, due sculture a forma di grandi conchiglie in bronzo sospese su acuminati “peduncoli”, quasi fossero moderne acquasantiere. “Sculture – sottolinea lo stesso Mainolfi – che tentano di diventare natura nonostante le tentazioni avverse”.

Strane giravolte della fantasia. Esseri alieni, “per me – ancora Mainolfi – un autoritratto … nostalgie del mio corpo, ricordi di ciò che forse ero o vorrei essere, memoria di un’altra precedente vita”. Tutt’è possibile. Mainolfi dixit.

Gianni Milani

“Mainolfi/Sculture. Bestiario”

Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 10 novembre

Orari: mart. – ven. 9,30/17; sab.-dom. e festivi 9,30/18,30

Nelle foto di Micol Sacchi (Fonte: “Consorzio delle Residenze Sabaude”): Luigi Mainolfi: “Silonte”, oro, 2006; “Apesse”, bronzo, 2009; “Nominon”, oro e bronzo, 2016: “Centauro”, bronzo, 2006

Contro il logorio della vita moderna. Carosello e i sogni degli italiani

Era il 3 febbraio del 1957 quando la televisione mandò in onda la prima puntata di Carosello portando nelle case degli italiani che possedevano  quella scatola magica con tubo catodico la “réclame”.

 

Nei pochi esercizi pubblici dotati di televisore le trasmissioni rappresentavano un evento che richiamava l’attenzione di molti avventori. C’era persino chi si portava la sedia da casa per potersi godere in santa pace gli spettacoli come Lascia o raddoppia, condotta da un giovanissimo Mike Buongiorno. Ovviamente anche la prima puntata di Carosello incuriosì tutti. Partito con un ritardo di un mese sulla data annunciata il programma fu frutto un compromesso tra la dirigenza della televisione pubblica e i rappresentanti delle maggiori imprese del paese che avevano intravisto l’incredibile potenzialità comunicativa del mezzo televisivo per le loro attività commerciali. L’idea di produrre filmati con brevi scenette venne suggerita dalla Rai per evitare eventuali critiche da parte di chi, pagando il canone, non avrebbe gradito la pubblicità in tv. La produzione di questi cortometraggi fu demandata all’industria cinematografica nazionale garantendo, nel rispetto di regole precisa, un buon livello d’inventiva e qualità. Per quasi vent’anni, fino al 31 dicembre del 1976 – quando toccò a Raffaella Carrà, con un certo aplomb, fare l’annuncio di commiato – furono davvero in tanti a non perdersi una sola delle puntate che andavano quotidianamente in onda dalle 20,50 alle 21,00. Per i più piccoli era diventato un appuntamento ormai tradizionale, quasi proverbiale: immediatamente dopo Carosello, “tutti a nanna”. Edmondo Berselli, nell’introduzione a “Tutto il meglio di Carosello”, pubblicato da Einaudi nel 2008 con tanto di allegato dvd, raccontò così l’attesa di quell’evento: “Alle nove di sera, dopo il telegiornale, apertosi l’allegro sipario della sigla con maschere, trombe e mandolini, passano nel bianco e nero della Rai i carburanti della Shell e la potente benzina italiana Supercortemaggiore, la famosissima macchina per cucire Singer, ornamento e risorsa di tutte le operosità domestiche, il Cynar a base di carciofo efficace contro il logorio della vita moderna, i favolosi e galeotti cosmetici di l’Oréal di Parigi: così che a rivedere i prodotti presentati nella primissima messa in onda di Carosello si ottengono già diversi segnali sulla veloce modernizzazione a cui l’Italia si preparava”.

Un fenomeno di costume, con le sue furbizie e le ingenuità che nel tempo portarono la pubblicità a perdere la propria innocenza. Solo due volte, venerdì santo a parte, l’appuntamento giornaliero con quelli che nel tempo diventarono i “consigli per gli acquisti”  fu sospeso: quando a Dallas, il 22 novembre del 1963, fu assassinato il presidente Kennedy e il 12 dicembre del 1969 quando una bomba provocò la strage di Piazza Fontana a Milano. La sera dell’annuncio della chiusura di Carosello, lasciò attoniti molti telespettatori. Le parole della Carrà, nonostante fossero state pronunciate con grazia nella sera di San Silvestro del ‘76, fecero l’effetto di una sentenza capitale. Il Carosello non c’era più? E perché mai? Il mercato della pubblicità si stava trasformando in senso più moderno e dinamico? I produttori stavano diventando insofferenti verso i limiti di tempo imposti da questa modalità di reclamizzare i loro prodotti? Era difficile farsi una ragione, immaginare che il “logorio” della modernità travolgeva anche slogan come “Ullallà, è una cuccagna”, “Non è vero che tutto fa brodo”, “Omsa, che gambe”, “Ho un debole per l’uomo in Lebole”, “A scatola chiusa compro solo Arrigoni”. I filmati di Carosello portavano la firma di grandi registi come Sergio Leone, i fratelli Taviani, Ermanno Olmi e molti attori famosi prestavano la loro faccia degli sketch televisivi, da Totò a Gilberto Govi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Tino Scotti, il grande Eduardo De Filippo.

I personaggi erano entrati a far parte dell’immaginario collettivo di una nazione, protagonisti di una indemoniata sarabanda. Calimero, piccolo e nero con l’olandesina della Mira Lanza stava insieme a Cimabue (“fai una cosa né sbagli due”) mentre la linea di Cavandoli senza pronunciare una parola  cercava la titina dentro una pentola a pressione della Lagostina. Unca Dunca, uscito dalla penna di Bruno Bozzetto, sognava la Riello mentre l’Omino coi baffi preparava un caffè con la moka Bialetti a Lancillotto e ai cavalieri della tavola rotonda. Il caffè, ovviamente, era offerto dalla torinese Lavazza e lo portavano Carmencita e il suo “caballero misterioso”. Da un angolo della strada balzava fuori, con i confetti Falqui, Tino Scotti che muovendo i baffi  suggeriva  come bastasse “la parola”. Nel gran bailamme di Carosello restavano impresse frasi celebri: “E che, ci ho scritto Jo Condor?”, “E la pancia non c’è più”. grazie all’Olio Sasso, “Gigante buono, pensaci tu”, “Miguel-son-sempre-mi” e il suo merendero, la famiglia degli Incontentabili alla ricerca di un elettrodomestico che li accontentasse. Ubaldo Lay, fasciato nel suo impermeabile da tenente Sheridan sorseggiava un’aperitivo Biancosarti mentre discuteva con Cesare Polacco nei panni del calvo ispettore Rock della Brillantina Linetti. Il sorriso smagliante di Carlo Dapporto (si lavava i denti con la Pasta del Capitano) era rivolto all’attore Franco Cerri, l’uomo in ammollo che vedeva lo sporco andar via dalla sua camicia a righe mentre la biondissima svedese Solvi Stubing invaghiva tutti sussurrandoci “chiamani Peroni, sarò la tua birra”.  C’era Virna Lisi che “con quella bocca può dire ciò che vuole”, mentre Ernesto Calindri stava perennemente seduto al  suo tavolino in mezzo al traffico caotico a bersi un estratto di carciofo (il Cynar) “contro il logorio della vita moderna”. Come si poteva rinunciare a quel motivetto della sigla (“Tatataratararatarara..”) che accompagnava l’apertura del sipario del teatrino in una festa di trombe e mandolini ?

Il paese per qualche tempo si avvitò in una disputa tra chi denunciava gli effetti dell’educazione di massa al consumo e chi, all’opposto, metteva in risalto l’arte della pubblicità e la “pubblicità come arte”. Nell’estate del 1976, dalle pagine del Corriere della Sera Enzo Biagi anticipò un “coccodrillo” per Carosello. Scrisse : “ Mostrava un mondo che non esiste, un italiano fantastico, straordinario: alcolizzato e sempre alla ricerca di aperitivi o di qualcosa che lo digestimolasse; puzzone, perennemente bisognoso di deodoranti e detersivi, sempre più bianchi; incapace di distinguere fra la lana vergine e quell’altra, carica di esperienze; divoratore di formaggini e scatolette, e chi sa quali dolori se non ci fossero stati certi confetti, che, proprio all’ora di cena, venivano a ricordare come, su questa terra, tutto passa in fretta”. Carosello era nato da un compromesso fra il mercato e le famiglie, fra la narrazione e lo slogan, proponendo un mondo immaginario, irreale ma al tempo stesso ironico, disincantato. E questo giustifica un ragionevole filo di nostalgia.

Marco Travaglini

 

Misure Ismea, nuove opportunità per le imprese agricole

Il prossimo 4 luglio 2024, ad Alessandria, presso il Salone Santa Cristinadalle 9,30, si terrà un evento organizzato da Confagricoltura Alessandria, in collaborazione con Confagricoltura Piemonte, dal titolo “MISURE ISMEA – NUOVE OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE AGRICOLE

 

Interverranno la dott.ssa Maria Beatrice Mencacci, della Direzione servizi per le Imprese di ISMEA e per Confagricoltura, il dott. Nicola Caputo della Direzione politiche fiscali, creditizie con la dott.ssa Maria Cristina D’Arienzo dell’Ufficio Credito e finanza agevolata.

 

Ai fini organizzativi, è gradita conferma della partecipazione indicando nome e cognome, da inviarsi all’indirizzo di posta elettronica info@confagricolturalessandria.it entro il 27 giugno p.v.

 

Il Sentiero delle stelle inaugurato a San Mauro

La pioggia non ha impedito di inaugurare il “Sentiero delle Stelle” anche se con qualche variazione rispetto al programma originale.

Oltre alla sindaca Giulia Guazzora all’assessore Matteo Fogli e rappresentanti dell’Amministrazione comunale erano presenti Simona Romaniello, Coordinatrice didattica e divulgazione planetario Infini.to – Planetario, Museo dell’Astronomia e dello Spazio, don Luca Ramello e i ragazzi dell’oratorio di San Mauro, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e una rappresentanza di cittadini particolarmente sensibili al tema.
Un lavoro di squadra che ha permesso di abbinare importanti tematiche quali la divulgazione scientifica, la natura e l’attività sportiva in un unico percorso. (Facebook San Mauro Torinese)

Conad Nord Ovest: Sostenibilità ed Innovazione al centro della strategia

Si è tenuta ieri l’Assemblea di Bilancio di Conad Nord Ovest che ha presentato ai suoi Soci e agli Stakeholder i risultati positivi dell’ultimo anno, archiviando il 2023 con giro d’affari di 5,07 miliardi di euro, un incremento vendite sul2022 del 7% e una quota di mercato complessiva del 15,8% nei territori  di competenza.  Utile netto di 61 milioni di euro ed un patrimonio netto di 922 milioni di euro.

Nonostante l’anno connotato dalla forte incertezza, Conad Nord Ovest ha continuato a crescere e consolidarsi come punto di riferimento per la comunità in cui opera, grazie a 371 SociImprenditori, 589 punti vendita e oltre 18.000 collaboratori, chehanno operato responsabilmente per generare valore e servizio in tutti i territori di competenza: Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia (province di Modena, Bologna e Ferrara), Toscana, Lazio (provincedi Roma e Viterbo), Lombardia (provincia di Mantova) e Sardegna.

Il dialogo quotidiano dei Soci Imprenditori con il territorio ha permesso a Conad Nord Ovest di rispondere efficacemente alle esigenze emergenti dei clienti e delle comunità locali, raggiungendo traguardi importanti. Una forte strategia aziendale, distintiva ed identitaria incentrata su localismo, qualità e convenienza del prodotto a marchio. Una visione che pone le persone e la sostenibilità economica, sociale e ambientale al centro. Punti cardine per garantire un servizio distintivo e una competitività elevata: innovazione, digitalizzazione, ottimizzazione del network logistico ed efficientamento della rete di vendita. 

“Il 2023, segnato da forti spinte inflattive e tensioni internazionali, ha portato con sé sfide impegnative, che hanno messo a dura prova il potere d’acquisto delle famiglie italiane. In questo contesto, hanno fatto la differenza i nostri Soci e una attenta strategia, generando valore per le persone e le comunità” dichiara Adamo Ascari, Amministratore Delegato di Conad Nord Ovest. Il nostro impegno valorizza l’esperienza di oltre 60 anni di cooperazione, rafforza, innovando, le nostre “Radici nel futuro” e sostiene la crescita e l’intergenerazionalità delle imprese e dei Soci. Abbiamo ottimizzato e migliorato, attraverso innovazione, digitalizzazione e intelligenza artificiale, i nostri processi e servizi e la nostra offerta commerciale, per continuare a dare risposte precise ed efficaci ai clienti. Priorità, proporre prodotti di qualità a prezzi competitivi e nuove esperienze d’acquisto. Abbiamo progettato un network logistico avanzato ed efficiente e una nuova sede con ampi spazi dedicati alla scuola di formazione. Il futuro ci vede pronti all’azione, con una chiara visione: non c’è innovazione senza persone che la governino e la indirizzino, per renderlo un luogo di nuove opportunità. In sintesi, confermiamo le Persone, la Sostenibilità e l’innovazione al centro della nostra strategia “

Durante l’Assemblea, è stato presentato il secondo Rapporto di Sostenibilità, che rafforza ulteriormente l’impegno del Gruppo sui temi ESG (Environment, Social, Governance). Questo Bilancio adotta la matrice di doppia materialità, anticipando le nuove direttive internazionali sulla rendicontazione non finanziaria, essenziale per definire obiettivi chiari e una roadmap per raggiungerli e misurarne l’efficacia.

Questo secondo Bilancio di Sostenibilità è parte integrante della nostra identità distintiva. Un’ulteriore conferma della costante attenzione che riserviamo alla comunità e ai territori in cui operiamo, agendo responsabilmente e con una strategia di lungo periodo che ci consente di presidiare territori e contesti anche differenti tra loro.  dichiara il Presidente di Conad Nord Ovest Roberto Toni Il nostro modello di governance, centrato sui Soci imprenditori, è l’elemento distintivo che ci permette di raggiungere questi traguardi e ci differenzia dai competitor. I nostri Soci sono il motore della cooperativa: operano sul territorio, conoscono le persone e rispondono ai loro bisogni con azioni dirette, vicinanza e ascolto. Grazie alla loro presenza capillare e alla loro partecipazione attiva, possiamo rimanere connessi con le comunità, garantendo risposte rapide e mirate alle necessità emergenti”.

Anche nel 2023 la Cooperativa si è distinta per l’impegno profuso a sostegno del potere d’acquisto dei clienti attraverso una proposta commerciale completa, di qualità e conveniente, promuovendo iniziative di fidelizzazione e campagne di sensibilizzazione che incoraggiano scelte alimentari sostenibili. Nel 2023 a 2,7 milioni di clienti possessori di carta fedeltà è stato erogato un risparmio di178 milioni di euro, di cui oltre 79 milioni investiti in iniziative di fidelizzazione.

I prodotti della Marca del Distributore (MDD) hanno avuto un ruolo fondamentale, garantendo convenienza, alta qualità e sostenibilità ambientale. Nella rete di vendita di Conad Nord Ovest, l’incidenza dell’MDD ha raggiunto il 33%, per un fatturato totale di 1,45 miliardi di euro. Un ulteriore sostegno al potere d’acquisto delle famiglie è stato il potenziamento dell’operazione Bassi e Fissi,che ha offerto un paniere di oltre 600 prodotti garantendo un risparmio medio del 28%.

Nel 2023, Conad Nord Ovest ha rafforzato la leva del localismo, continuando a sostenere le imprese e le economie locali. La cooperativa ha coinvolto 1.376 fornitori locali, generando un volume di affari di oltre 433 milioni di euro, di cui 108 milioni realizzati con i prodotti “I Nostri Ori”, marchio simbolo della valorizzazione e dello sviluppo dei piccoli fornitori, delle filiere di eccellenza e della salvaguardia delle produzioni locali.  Il localismo si conferma leva strategica: il rapporto di stretta collaborazione instaurato con i propri fornitori locali è una delle leve distintive dell’insegna, che sul rapporto con il territorio ed il localismo, ha costruito il proprio successo.

Per il triennio 2024-2026, la Cooperativa ha definito un ambizioso piano di sviluppo con investimenti per oltre 604 milioni di euro: destinati a nuove aperture e ristrutturazioni, al potenziamento delle strategie commerciali e logistiche, alla strategia ESG verso la sostenibilità ambientale e sociale e alla valorizzazione del capitale umano con la Scuola di formazione “Crescere Insieme”. Questi investimenti si sommano ai 165 milioni del 2023, che hanno permesso l’apertura di 20 nuovi punti vendita, 15 nuovi concept store e la ristrutturazione di 28 negozi, dimostrando un impegno costante verso l’innovazione e la crescita.

Conad Nord Ovest punta a consolidarsi come leader della GDO in termini di sostenibilità, generando un impatto positivo sia all’interno dell’azienda sia nell’ecosistema in cui opera. Nel 2023, la cooperativa ha investito per un network logistico all’avanguardia e punti vendita moderni, ridotto le emissioni di CO2, incrementato l’impiego di mezzi a basso impatto e destinato oltre 9 mil di € in progetti a supporto delle comunità per sostenere le scuole, migliorare i servizi sanitari, aiutare le nuove generazioni, combattere la violenza di genere insieme alla promozione dello sport inclusivo, della cultura e della tutela dell’ambiente. Grazie all’ottimizzazione dei processi e ad una migliore efficienza operativa, abbiamo ridotto il valore economico dello spreco alimentare di 1 mil di €.

Turismo e alberghi di Torino chiedono personale qualificato

Per il 95% degli albergatori torinesi il personale qualificato è ‘vitale’ o ‘molto importante’. Dal sistema ITS Academy bienni formativi per le professioni del turismo e degli eventi con stage in Italia e all’estero, totalmente finanziati dalla Regione Piemonte.

 

750 mila unità per coprire il fabbisogno di personale specializzatonel settore turismo e commercio tra il 2023 e il 2027 e, per contro, la forte difficoltà di reperimento da parte delle imprese. È la fotografia di Unioncamere Excelsior, confermata all’Assemblea annuale di Federalberghi Torino, dal sondaggio in diretta, secondo cui il 55% degli albergatori ha risposto che è un elemento vitale per le strutture ricettive e circa il 40% dichiara che è molto importante.

Una risposta arriva da ITS Academy Turismo e Attività Culturali, la scuola di eccellenza sostenuta dalla Regione Piemonte e con borse di studio, che offre una formazione qualificata nei settori dell’hospitality, dell’outgoing, dell’incoming, degli eventi e della promozione dei territori e che, con un tasso di occupazione del 90%, permette di entrare subito nel mondo del lavoro, anche grazie alla stretta collaborazione con imprese, università, centri di ricerca ed enti locali.

«Il nostro modello di formazione è davvero integrato con il mondo del lavoro dall’inizio alla fine – ha dichiarato il segretario generale della Fondazione ITS Academy Turismo e Attività Culturali Giulio Genti all’Assemblea Federalberghi -. Il 75% dei nostri docenti arriva infatti dal mondo delle imprese. È una strada vincente per costruire una generazione di lavoratori e imprenditori che alzano l’asticella della professionalità e rispondono perfettamente alle esigenze del mercato. Accompagniamo gli Academist dalla fase di candidatura, lungo tutto il biennio di formazione fino al momento dell’inserimento nell’impresa, seguendoli anche nei 12 mesi successivi al conseguimento del titolo di studio. Stiamo affrontando un cambiamento culturale, che valorizza l’elemento tecnologico della formazione ITS e che auspichiamo si possa esprimere presto in un titolo di 6 livello, equiparabile alla laurea».

Tra i percorsi ITS spicca quello di Hospitality Manager, che forma la figura del responsabile della gestione e dell’organizzazione di diversi aspetti all’interno delle aziende che operano nel settore dell’ospitalità, tra cui strutture ricettive, resort e spa.

«Per rinforzare ulteriormente questa specializzazione – ha sottolineato Giulio Gentichiediamo 30 posti in Alto Apprendistato da realizzare con Federalberghi e con tutti gli albergatori, in modo da dare ai ragazzi una prospettiva, un reale percorso di crescita e di guadagno e supportare le imprese nel necessario sviluppo e transizione».

Ospitato nella sede di Bra di ITS Turismo e Attività Culturali, il percorso prevede, come tutti i corsi dell’Academy in Piemonte, 1800 ore di formazione di cui 640 di stage presso prestigioserealtà del settore, in Italia e all’estero. L’accesso è riservato ai diplomati, o laureati, che superano la selezione prevista perdiventare Academist a partire dal mese di luglio. Gli Academistpossono contare su classi contenute, in modo da essere seguiti passo passo dai coach, prevalentemente professionisti provenienti dalle oltre 300 aziende partner. ITS Academy conferisce un titolo di studio valido in tutti paesi europei. «Il percorso di HospitalityManager è così apprezzato – ha concluso Giulio Gentiche stiamo verificando la possibilità di duplicarlo e realizzarlo anche nella sede di Torino. Speriamo di avere un riscontro positivo in queste settimane in modo da partire già nel 2024».

Gli altri corsi ITS Academy Turismo e Attività Culturali sono: Travel Experience Manager, Sport Event Manager, Incoming Event Manager, Sport Marketing Manager, e, novità per il prossimo biennio, Esperto in marketing territoriale e promozione enogastronomica.

www.its-turismopiemonte.it