ilTorinese

Prezzi al consumo a Torino: ecco tutti gli aumenti

Nel mese di Maggio 2024 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal
Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per
l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 119,3 (Base Anno 2015=100)
segnando una variazione del +0,3% rispetto al mese precedente e del +0,5%
rispetto al mese di Maggio 2023 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano +0,2% sul mese
precedente e +2,2% su maggio 2023. I prezzi dei prodotti a media frequenza
d’acquisto segnalano una variazione del +0,7% rispetto al mese di aprile 2024
e del -1,0% rispetto all’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa
frequenza d’acquisto segnalano -0,4% rispetto al mese precedente e +0,1%
rispetto a maggio 2023.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva -0,1% su base congiunturale e –
1,1% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:
Beni Alimentari +0,4% sul mese precedente e +1,2% sull’anno precedente,
Beni Energetici -0,9% sul mese precedente e -12,2% sull’anno precedente,
Tabacchi +0,2% sul mese precedente e +3,3% sull’anno precedente,
Altri Beni -0,3% sul mese precedente e +0,7% sull’anno precedente.
Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,8% su base congiunturale
e +2,6% su base tendenziale.
Sono state riscontrate le seguenti variazioni:
Servizi relativi all’Abitazione INVARIATO sul mese precedente e +2,1%
sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni +0,1% sul mese precedente e +0,7% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona +2,6% sul mese precedente e +4,8% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti -0,3% sul mese precedente e +1,5% sull’anno precedente,

Servizi vari INVARIATO sul mese precedente e +1,3% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,4% rispetto al mese precedente e +1,8% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

I dati relativi al mese di Maggio si possono consultare sul sito: http:/www.comune.torino.it/statistica/

“Love Difference”. In nome della “Pace”

Dopo i “Grandi” del G7, la Puglia rilancia, con il nostro “grande” Michelangelo Pistoletto

Fino al 20 ottobre

Fasano (Brindisi)

Sempre lì, nella pugliese Fasano. A pochi giorni dalla conclusione del 50° vertice del G7 (tenutosi dal 13 al 15 giugno nel resort di Borgo Egnazia),  la cittadina, che nel XIV secolo fu feudo dei Cavalieri di Malta, al confine fra il Salento e la Terra di Bari, continua ad ospitare, fino a domenica 20 ottobre, la significativa (per il messaggio politico e sociale di cui è portatrice) installazione luminosa “Love Difference” realizzata nel 2005 da Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) ed appositamente esposta, lungo la litoranea fra Torre Canne e Savelletri, in occasione del recente “Forum Intergovernativo” fra i “Grandi” della Terra. Promosso dalla “Fondazione San Domenico Onlus”, con il patrocinio di “Ministero della Cultura”, “Regione Puglia” e “Città di Fasano”, l’evento fa da apripista al progetto di recupero dell’ ex marmeria “IMARFA” (adibita in passato alla lavorazione di marmi e graniti), nell’ottica della sua trasformazione, dopo i lavori di restauro affidati a Mimmo Palladino, in “Centro per la cultura e l’Arte Contemporanea”. “Questo progetto di recupero persegue le intenzioni di Sergio Melpignano – dichiara la presidente della ‘Fondazione’, Marisa Malpignano – che anni fa, con lungimiranza, aveva visto lo straordinario potenziale di quest’area”. Il piano di riutilizzazione urbanistica della struttura, attualmente inaccessibile, prevede la riqualificazione dell’intera area e un importante intervento di risanamento degli edifici esistenti, che verranno riconvertiti in un centro con 1250 mq di spazi espositivi e una vasta area all’aperto, che sarà adibita anche a eventi dal vivo, come concerti e spettacoli teatrali.

 

Ad anticipare le grandi prospettive messe in gioco dalla “Fondazione San Domenico”, di concerto con altri Enti operativi sul territorio, si è ben pensato a “Love Difference”, una monumentale e variopinta installazione luminosa composta da 20 scritte al neon, in cui la frase “amare le differenze” è tradotta nelle lingue più diffuse al mondo. L’opera, concepita per la prima volta dal biellese Maestro dell’“Arte Povera” nel 2005, come parte di “Luci d’Artista” a Torino, nasce nell’ambito del più ampio e articolato progetto, datato 2002, “Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea”, nato per promuovere il rispetto e la comprensione reciproca tra le diverse culture attraverso l’universalità dell’arte. A più di vent’anni dalla sua ideazione, il messaggio di Pistoletto è oggi più attuale che mai. E più che mai attuali le sue parole di allora nel “Journal 7” della sua “Cittadellarte”:“Da una parte la differenza tra etnie, religioni e culture è, oggi, causa di terribili conflitti; dall’altra vi è una drammatica situazione prodotta dalla supremazia dei poteri che producono l’uniformità e il livellamento delle differenze […] Uniformità e differenza sono i due termini antagonisti che rappresentano la massima tensione conflittuale nell’attuale realtà planetaria. Una politica che porti ad ‘amare le differenze’ è vitale per lo sviluppo di nuove prospettive nell’intera compagine sociale”. Parole sacrosante. E quanto attuali in un mondo che rischia oggi la disgregazione!

Installata come una delle grandi insegne luminose che si incontrano di frequente ai margini delle strade, “Love Difference” (altra cosa, altri intenti, altri valori!) si affaccia per la prima volta su quel “Mare Nostrum” che è crocevia di culture ed elemento che congiunge terre e popoli diversi, in un momento storico che, nello stesso luogo, ha appena visto riunirsi i “Grandi” che governano il mondo. “Questa particolare cornice spaziale e temporale – sottolineano i responsabili – amplifica il messaggio di pace e comunione tra i popoli di cui l’opera è portavoce, ricordandoci che il dialogo, la tolleranza e l’accettazione dell’altro sono i principi fondamentali su cui fondare la nostra odierna società”.

Non solo. A rafforzare il senso dei contenuti di “Love Difference”, Michelangelo Pistoletto ha concepito anche una delle sue celebri “opere specchianti”, donata a ciascuno dei membri del G7. Ispirandosi alla celebre “Creazione di Adamo” della “Cappella Sistina”, “conTatto” (questo il titolo) riproduce una mano che riflettendosi ne crea un’altra virtuale, “a ricordarci la necessità di trovare un equilibrio tra il mondo naturale e quello artificiale”, restituendo all’arte, che Pistoletto definisce “demopratica”, anche il suo significato religioso, politico e scientifico. L’arte non come elemento che sovverte “ma che genera, armonizza e interconnette ogni forma di governo esistente”.

Per info“Fondazione San Domenico Onlus”, Contrada Cerasina, Savelletri di Fasano (Brindisi); tel. 080/4827769 o www.fondazionesandomenico.it

Gianni Milani

Nelle foto di Cosimo Rubino: Michelangelo Pistoletto “Love Difference”, neon, Courtesy l’artista e “Galleria Continua”, 2005-2024

Woodstock in Cittadella, tre giorni di grande festa

Woodstock in Cittadella è uno di quegli eventi a cui tutti possono partecipare perché al suo interno racchiude tante attività adatte ad un pubblico di ogni età. Saranno tre giorni di festa, a partire dalle 19 di venerdì 28 giugno, in cui si potrà ascoltare musica dal vivo, gustare dell’ottimo cibo, partecipare a tornei di calcio a 5, padel o tennis, assistere ad uno spettacolo di tango o diventare un giovane pompiere grazie a Grisulandia, progetto ludico organizzato dai volontari dei vigili del fuoco della sezione di Torino.

L’evento patrocinato dalla Città di Torino è nato nel 2019 grazie ad un’idea dei ragazzi della Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus per festeggiare i 50 anni del mitico concerto rock durato tre giorni nell’agosto del 1969.

“La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus – ha sottolineato l’assessore al Tempo Libero Domenico Carretta – ha voluto organizzare un’iniziativa per omaggiare il Festival che è stato il manifesto della cultura hippie degli anni ’70, declinandolo in una forma inclusiva e fortemente radicata sul territorio di Falchera, dove Walter Galliano e tutti i volontari della NIDA lavorano da 12 anni per realizzare dei progetti solidali. Saranno tre giorni in cui saranno coinvolti i torinesi e i turisti. I proventi della manifestazione saranno devoluti per realizzare uno studio di registrazione senza barriere architettoniche per permettere ai ragazzi disabili di poter esprimere la propria creatività e passione per la musica”. Alla presentazione del programma erano presenti anche il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto e il professore Roberto Laudati che ricoprirà il ruolo di consulente sanitario all’interno della Cittadella di via degli Ulivi 11.

La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus riceverà, sempre venerdì 28 giugno, nella Sala Rossa di Palazzo Civico, la benemerenza della Città di Torino per il suo grandissimo impegno sul territorio per far star meglio chi in questo momento sta vivendo in condizioni difficili. Presto la Cittadella sarà dedicata a Beatrice e Stefania Naso rimaste nel cuore e nella memoria di tutti, soprattutto in quelle dei ragazzi della NIDA.

Marco Aceto

TORINO CLICK

Venerdì Santo al Sacro Monte Calvario di Domodossola

 

 

Domenica 30 giugno, dalle 15, al Sacro Monte Calvario di Domodossola si svolgerà la rappresentazione del Venerdì Santo di Romagnano Sesia, inizialmente prevista per domenica 23 giugno e rinviata per il maltempo.

Punto di partenza alle 14.15 presso la prima cappella, via Matterella, all’altezza del numero civico 72. Processione alle 14.30 e avvio della rappresentazione alle 15.

Spiega la presentazione : “Dopo l’edizione speciale al Sacro Monte di Varallo, le scene della passione di Cristo prendono vita nella scenografica cornice del Sacro Monte Calvario di Domodossola.  Gli attori del Venerdì Santo rappresenteranno undici quadri tra i più significativi,  in un percorso itinerante tra le magnifiche cappelle del Sacro Monte. Si concretizza, in questo modo, la collaborazione tra due territori, la val d’Ossola e la Valsesia, anche grazie all’Ente gestore dei Sacri Monti.

“La rinomata Sacra Rappresentazione di Romagnano Sesia- ricorda la presidente dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti Francesca Giordano – si giova quest’anno del sostegno di importanti fondazioni da sempre attente alla promozione e valorizzazione del territorio.  L’evento, realizzato nell’ambito del bando degli Emblematici minori della Fondazione Cariplo, per il tramite della fondazione comunitaria del Verbano Cusio Ossola, è stato reso possibile grazie al sostegno dei fondi del Ministero del Turismo del bando di Valorizzazione dei Comuni a vocazione turistico culturale  nei cui territori sono ubicati siti riconosciuti dall’Unesco”.

Altre realtà di rilievo hanno contributo alla realizzazione della rappresentazione e tra essi il Comitato del Venerdì Santo, i padri Rosminiani, la città di Domodossola, il Consorzio per il restauro delle cappelle del Sacro Monte Calvario di Domodossola, la città di Varallo e la Pro Loco di Domodossola, e l’associazione Europassion per l’Italia.

L’azione sinergica e solidale delle realtà locali, sostenute dal ruolodelle Fondazioni e delle Associazioni, risulta fondamentale per continuare a promuovere e migliorarne la fruizione, mantenendo un forte legame con la comunità che li ha voluti e realizzati.

Mara  Martellotta

Ispirazione e leadership femminile: “L’Impronta delle Donne” protagonista a “La Casa delle Donne”

La prossima puntata di ParlaConMe®️, il celebre talk show online condotto dalla digital strategist e Top Voice di LinkedIn, Simona Riccio, si preannuncia emozionante e ispirativa. In onda giovedì 27 giugno 2024 dalle ore 18:00 alle ore 19:00, questa entusiasmante trasmissione sarà interamente dedicata al mondo delle donne.

All’interno del progetto di ParlaConMe®️, l’attenzione al mondo femminile è sempre stata centrale, tanto che tre anni fa è nato un progetto innovativo ideato da Maurizio Fiengo e Simona Riccio: La Casa delle Donne. Questo progetto si impegna attivamente nell’abbattere le disuguaglianze di genere attraverso la creazione e la pubblicazione di caroselli che generano interazione e dibattito sul tema di genere, sensibilizzando il pubblico sulle disuguaglianze e sugli stereotipi tossici ancora presenti nella società contemporanea.

Durante questa puntata Simona e Maurizio accoglieranno in studio alcune tra le persone che hanno dato vita a due libri impegnati su questi temi: “L’Impronta delle Donne” e “Nel Nome delle Donne”. Questi volumi raccolgono ciascunosette racconti di donne che rappresentano l’Italia da nord a sud, attraverso regioni, contesti e culture diverse. Le storie spaziano tra vari settori: dall’eleganza delle penne alla tecnologia dei materassi e dei robot, dalle conserve alimentari alla pasta fresca, dalla ristorazione a tema fino al caffè espresso all’italiana. Il filo conduttore è l’impronta femminile, quell’operosità discreta e votata al fare per il semplice piacere di contribuire, senza la quale molte aziende oggi non sarebbero come le conosciamo.

Tra gli ospiti della puntata vi saranno Marianna Carlini, ideatrice del progetto e fondatrice di Master Communication, Silvia Lessona, biografa e co-autrice con Adriano Moraglio del libro “Nel Nome delle Donne”, Fausta Colosimo, responsabile dei mercati internazionali di Caffè Trucillo, e Chiara Salvetti, coach e imprenditrice.

Durante la puntata, i protagonisti racconteranno le loro esperienze, le sfide superate e i successi ottenuti nel mondo imprenditoriale italiano, offrendo spunti preziosi e ispirazione a tutte le donne che aspirano a fare la differenza nei rispettivi settori. Non solo testimonianze, ma anche riflessioni profonde: si esplorerà il significato del successo al femminile nel contesto attuale, stimolando una riflessione sul futuro delle donne nei ruoli di leadership e sull’importanza della diversità e inclusione nelle aziende.

Non perdete l’occasione di essere parte di questa conversazione stimolante e di scoprire il potere delle storie di successo femminile nel mondo degli affari. Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che credono nel cambiamento e nell’empowerment delle donne.

La puntata sarà trasmessa in diretta sui seguenti canali:

LinkedIn di Simona Riccio: https://bit.ly/3UZX5Kp
Facebook di ParlaConMe®️: https://bit.ly/44IFzh3
YouTube di ParlaConMe®️: https://bit.ly/3UNIsJ3

Per ulteriori informazioni e per rivedere tutte le puntate precedenti, visitate il sito ufficiale: www.parlaconmeofficial.it.

Fondazione Crt, non solo guai: 6 milioni per 400 progetti sul territorio

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Il caos misto al cambiamento apportato dalla nuova era Poggi non è ancora cessato all’interno della Fondazione Crt. L’ultima puntata della telenovela bancaria riguarda quattro consiglieri di amministrazione che hanno presentato le proprie dimissioni dalle cariche nelle partecipate, che erano state assegnate nel corso della riunione del board che aveva visto dimissionario l’ex presidente Fabrizio Palenzona. Chissà cosa succederà ancora. Ma tant’è.
Intanto il Consiglio di Amministrazione di Fondazione CRT, riunitosi  sotto la presidenza di Anna Maria Poggi, ha deliberato oltre 6 milioni di euro per 430 progetti e interventi in Piemonte e in Valle d’Aosta.

 

Nel dettaglio, nell’ambito delle richieste ordinarie, per le aree Ricerca e Istruzione, Welfare e Territorio e Arte e Cultura sono stati deliberati 3,2 milioni di euro per 250 progetti.

 

In particolare sono stati approvati 77 contributi per 1,12 milioni di euro a sostegno di progetti di educazione, formazione e divulgazione e dell’attività scientifica condotta dagli istituti del territorio. Fondazione ha poi destinato 1,5 milioni di euro a 124 contributi suddivisi tra volontariato, protezione civile, sviluppo locale e salute: dall’acquisto di attrezzature e mezzi della Protezione civile al sostegno delle associazioni che operano a favore delle categorie più fragili della comunità, ma anche eventi di valorizzazione del territorio stesso e dei suoi prodotti di eccellenza. Infine, Fondazione CRT ha assegnato 49 contributi per 581 mila euro destinati a festival culturali, premi e manifestazioni che coinvolgono la cittadinanza attraverso le arti.

 

Sono stati inoltre approvati i contributi dei bandi Not&Sipari, prima scadenza, e Missione Soccorso. Grazie al primo 155 iniziative andranno in scena a fronte di 1,7 milioni di euro deliberati dalla Fondazione. 25 nuove ambulanze entreranno invece in circolazione grazie al contributo di 1,33 milioni di euro erogati nell’ambito del progetto dedicato al ricambio delle autoambulanze per il soccorso sanitario di emergenza.

Rinnovato il protocollo d’intesa tra Città e Case del Quartiere

 

Rinnovato il protocollo d’intesa fra la Città di Torino, la Rete delle Case del Quartiere e gli enti gestori delle singole Case.

A stabilire il rinnovo, a conferma dell’importante ruolo che le otto Case di Quartiere ricoprono per le politiche pubbliche cittadine, è una delibera approvata nel corso dell’ultima seduta della Giunta comunale, su proposta dell’assessore alle Politiche Sociali e ai Diritti Jacopo Rosatelli.

La Città di Torino ha nel suo Statuto la valorizzazione e la tutela delle aggregazioni sociali. Per favorirle l’amministrazione si propone anche di fare da stimolo ad iniziative mirate alla promozione e alla cooperazione sociale. Le Case del Quartiere rappresentano una buona pratica di co-progettazione tra il pubblico e il privato, in cui questa priorità trova piena realizzazione attraverso il volontariato e l’associazionismo. Ubicate su tutto il territorio cittadino, le Case si presentano come luoghi accoglienti e accessibili a tutti i cittadini, che qui trovano spazi ideali per la partecipazione e l’aggregazione sociale insieme ad iniziative, progetti e attività in ambito sociale e culturale.

Il documento approvato, che sarà firmato nelle prossime settimane da tutti gli attori interessati, rinnova, per la durata di quattro anni, l’intesa tra l’amministrazione comunale e le otto associate della Rete: Barrito, Casa nel Parco, Cascina Roccafranca, Cecchi Point, Più Spazio Quattro, Casa del Quartiere Vallette, Bagni pubblici di via Agliè, Casa del Quartiere di San Salvario.

“Il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Città di Torino e la Rete delle Case del Quartiere – afferma l’assessore alle Politiche Sociali e ai Diritti Jacopo Rosatelli – darà prosecuzione ad una storia di successo che continua, facendo scuola in Italia e non solo, all’insegna della partecipazione civica, della cura dei beni comuni con i patti di collaborazione, del welfare di prossimità, dell’innovazione sociale e della libera iniziativa culturale. Ogni Casa è un presidio di socialità, democrazia e solidarietà, grazie alla cura e all’impegno che operatrici e operatori mettono in campo ogni giorno, ma anche grazie alla cittadinanza attiva senza la quale nulla di tutto questo sarebbe possibile”.

TORINO CLICK

Cristina di Francia, i torinesi la chiamavano Madama Reale

Ma chi era costei? Come la piazza con il suo tradizionale mercato, anche la via, in zona San Salvario Valentino, signorile e commerciale al tempo stesso, amata dai torinesi, trae il nome dalla famosa Madama Cristina, la prima “Madama Reale”. Cristina di Francia (Parigi 1606 -Torino 1663), figlia di Enrico IV re di Francia e di Maria de’ Medici sposò nel 1619, appena tredicenne, Vittorio Amedeo I di Savoia. Rimasta vedova nel 1637 le venne affidata la reggenza dello Stato e per mantenere il potere si scontrò prima con il cognato Tommaso I, principe di Carignano, e poi con il cardinale Richelieu che intendeva annettere il Piemonte alla Francia. Dopo undici anni di reggenza Cristina di Francia consegnò i domini sabaudi al figlio Carlo Emanuele II. Fin qui, in sintesi, le tappe principali della sua vita, ma quello che oggi ci interessa è capire perché i torinesi le erano molto affezionati pur non essendo torinese né italiana. Bella, intelligente e colta, un carattere vivace, l’ingresso di Cristina in Piemonte è a dir poco spettacolare. Cala infatti in Piemonte in modo pirotecnico nel 1619 per sposarsi. Sul lago del Moncenisio, a 2000 metri di altezza, viene organizzata in suo onore una “battaglia navale” con zattere trasformate in galee mentre i fuochi di artificio simulano il fragore del combattimento. Un grande spettacolo che la principessa segue da un palazzo di legno eretto sulle montagne innevate, in fretta e furia, dall’architetto Amedeo di Castellamonte.
“La spettacolarità della scenografia e la suggestione del luogo, osserva Gianni Oliva, studioso dei Savoia, rappresenta l’esordio di una presenza esuberante e dispendiosa, che trasforma la corte di Torino in un continuo palcoscenico sul modello del Louvre”. L’ingresso a Torino non è da meno, anzi è trionfale. Archibugieri a cavallo, battaglioni di fanti e squadroni di cavalieri scortano il corteo nuziale tra ali di folla entusiasta verso il Duomo e poi al palazzo ducale in piazza Castello. Sono giorni di grandi festeggiamenti con ricevimenti, banchetti, balletti e spettacoli teatrali, neanche tanto inferiori a quelli parigini. Comincia così la vita torinese di Cristina di Francia, la prima “Madama Reale”. Erano nozze combinate quelle tra Cristina e Vittorio Amedeo, come accadeva a quei tempi tra famiglie nobili, ma nonostante fossero organizzate e malgrado la differenza d’età è stato un matrimonio sereno. Feste e passeggiate nei parchi cittadini, visite a palazzi e castelli e la caccia nei boschi a cui Cristina partecipava insieme al marito. Le giornate trascorrevano tranquillamente e la giovanissima Madama Reale si muoveva a suo agio in un ambiente festaiolo che le ricordava gli anni dell’adolescenza trascorsa a Parigi. Sono sei i figli che Cristina dà al marito ma la loro vita insieme dura poco. Vittorio Amedeo muore nel 1637, forse febbre malarica o avvelenamento, resta il dubbio. Cristina aveva solo 31 anni, tutto il tempo per sposarsi di nuovo e vivere tante altre avventure sentimentali. Che dire allora degli amori veri o presunti della Madama Reale? Anche con il consorte vivo la duchessa ebbe varie relazioni extraconiugali e ciò accadeva soprattutto quando il marito era lontano, impegnato sui campi di battaglia. Ambasciatori, cardinali…alcune relazioni sono vere, tante altre sono inventate. Ma il suo grande amore, l’unico della sua vita, è stato il conte Filippo San Martino di Agliè, appartenente a una delle più importanti famiglie della nobiltà piemontese. Un amore a prima vista, da romanzo.
Tutti sapevano a corte, anche il marito di Cristina, ma si preferì tacere per evitare uno scandalo. Filippo, 24 anni, rinuncerà per lei perfino alla carriera militare e sceglierà di restare vicino alla donna amata nei difficili anni della Reggenza. Filippo viene descritto dalla stessa Cristina come “un gentiluomo bello e spirituale con l’aria di un ragazzo di 18 anni”. Sta di fatto che lui si legò a lei per tutta la vita diventando non solo il suo amante ma anche il suo consigliere politico e consulente artistico. Una vita spesa al servizio di “Madama Reale”, come sempre la chiameranno i torinesi. La duchessa Cristina morirà nel 1663, quattro anni prima del conte Filippo che si spegnerà il 19 luglio 1667 all’età di 63 anni a Palazzo Madama. Filippo visse oltre metà della sua esistenza al fianco della donna più potente di Torino. Prima della chiusura il fratello inserì nella bara alcuni oggetti cari al conte come due piccoli fornelli da pipa regalati da Cristina. Ebbene, durante una serie di restauri al Monte dei Cappuccini nel 1989 la sorpresa e l’emozione furono grandi. D’improvviso venne alla luce uno scheletro con, di fianco, due fornelli da pipa: sono i resti di Filippo d’Agliè le cui spoglie sono state collocate nella chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini. Il conte guarda dall’alto Torino e poco più sotto, nella chiesa di Santa Teresa, nella via omonima, in una piccola nicchia riposa la sua Madama Reale.
Filippo Re
Nelle foto,
Cristina di Francia, la “Madama Reale”
Vittorio Amedeo I
conte Filippo d’Agliè
Torneo in piazza Castello per le nozze tra Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia  (Galleria Sabauda, Torino)

Il Tour de France 2024 parte dall’Italia e torna in Piemonte

In questa 111a edizione della Grande Boucle si parte sabato 29 giugno di nuovo dall’estero e, per la prima volta nella storia, il più importante Giro a tappe del mondo prenderà il via dall’Italia e da Firenze in ricordo di Bartali, Pantani e Coppi. Solo dopo aver attraversato l’Emilia-Romagna e il Piemonte si sposterà Oltralpe per poi concludersi, dopo 21 tappe e 3492 Km., domenica 21 luglio con una cronometro in Costa Azzurra a Nizza (Montecarlo-Nizza, 34 Km.), altra straordinaria novità dal 1904 per via delle prossime Olimpiadi parigine, senza quindi il classico arrivo in volata sugli Champs-Elysées.

Si è appena conclusa la Corsa Rosa, che ci ha regalato le prime 4 tappe in Piemonte e tantissime emozioni, grazie al suo giovane e spettacolare vincitore sloveno Tadej Pogacar; il grande ciclismo internazionale torna a baciare l’Italia con il suggestivo Grand Départ da Firenze (1a tappa Firenze-Rimini di 206 km.) per poi, dopo la tappa Cesenatico-Bologna (200 km.), arrivare il primo luglio a Torino (terza tappa Piacenza-Torino di 230 km., la tappa più lunga di questo Tour con la Cote de Tortone – Fausto Coppi e il transito nel Monferrato e nelle Langhe) e partire il giorno successivo da Pinerolo (tappa Pinerolo-Valloir 166,8 km.) per raggiungere, attraverso Villar Perosa, Fenestrelle, Sestrieres, Cesana e poi Briancon e il mitico Colle del Galibier, Valloire, piccolo comune francese e nota stazione sciistica situata nel dipartimento della Savoia, rimanendo poi in territorio transalpino fino alla conclusione del Tour.

La partenza dall’Italia e il passaggio nella nostra penisola vogliono essere chiaramente un omaggio e un tributo che Christian Prudhomme, giornalista francese e patron della Grande Boucle dal 2007, ha fortemente e convintamente desiderato esprimere verso il ciclismo italiano che ha saputo regalare agli sportivi di tutto il mondo personaggi e fuoriclasse come il piemontese Fausto Coppi, il toscano Gino Bartali e il romagnolo Marco Pantani, i quali hanno segnato la storia del ciclismo su strada e dei grandi giri. Non è infatti un caso che la 111a edizione del Giro a tappe transalpino prenda il via dalla Toscana, luogo di nascita e morte di Gino Bartali, si sposti poi in Emilia-Romagna, dove visse il Pirata, e infine, attraversi il Piemonte e l’alessandrino, territori legati indissolubilmente al mitico Fausto Coppi, detto il Campionissimo e l’Airone.

Tra i 176 corridori partecipanti al Tour e le 22 squadre (18 World Tour, 4 le Professional invitate attraverso altrettante Wild Card e nessuna formazione italiana presente ai nastri di partenza), si preannuncia anche quest’anno l’ennesima grande battaglia tra i Big più accreditati per il successo finale, dall’attuale detentore del titolo e vincitore delle ultime due edizioni, il danese Jonas Vingegaard, agli sloveni Tadej Pogacar, fresco vincitore del Giro d’Italia che prova a conquistare nello stesso anno, sulla scia del fantastico e commemorato Marco Pantani, ultimo ciclista capace di trionfare nei due prestigiosissimi Giri nel lontano 1998, i due trofei Giro/Tour, e Primoz Roglic, Campione olimpico a crono, e infine il belga Remco Evenepoel, Campione del mondo a crono, i quali sapranno certamente con le loro azioni, al limite dell’eroico, esaltare i tanti appassionati e tifosi che si riversano annualmente sulle strade del Tour, nonché celebrare e rendere omaggio ai nostri tre grandissimi moschettieri di un lontano e recente passato (si devono altresì ricordare tra i partecipanti corridori come Van der Poel, Van Aert, Simon e Adam Yates, Carapaz, Mas, Rodriguez, Gaudu, Bardet, Vlasov, Thomas, Barguil, Healy, Almeida e le frecce italiane Ballerini, Ciccone, Moscon, Sobrero, Oldani, Formolo, Rota e Bettiol che indosserà la maglia tricolore).

Il percorso di quest’anno (3492 Km.) prevede 59 Km. totali a cronometro, 32 Km. di sterrato suddivisi in 14 settori (in perfetto stile “classiche del nord” o strade bianche italiane), 67 Gran Premi della Montagna, compreso il Col de la Bonette ( nelle Alpi Marittime), il punto più alto di questo Tour (equivalente alla Cima Coppi del Giro d’Italia) con i suoi 2802 metri di altitudine. Non bisogna poi dimenticare le altre sette impegnative e insidiose salite sopra i 2000 metri (Sestriere, 2035 m.), Galibier (2642 m.), Tourmalet (2115 m.), Col de Vars (2109 m.) e Isola (2024 m.), ma anche, ritornando in Italia, il Colle dell’Agnello (2744 m.), sulle Alpi Cozie e nel cuneese, e il Colle delle Finestre (2178 m.), tra la Bassa Val di Susa e la Val Chisone. Delle 21 tappe in programma (previsti i soliti due giorni di riposo nell’arco delle tre settimane) ci saranno inoltre 8 frazioni per i velocisti puri, gli sprinter, con il britannico Mark Cavendish che proverà a battere il record di vittorie di Eddy Merckx (entrambi hanno al momento un palmares di 34 vittorie di tappa al Tour), 4 tappe per i passisti e per le fughe nella classica pianura ondulata francese, 2 tappe contro il tempo (la cronometro Montecarlo-Nizza di 34 Km. è anche l’ultima tappa che chiude ufficialmente il Tour) e 7 tappe di montagna che probabilmente faranno la differenza, insieme alle cronometro, nella lotta per il vertice della classifica e la conquista definitiva della maglia gialla e per la importantissima maglia a pois (classifica scalatori, molto rinomata in Francia).

Per gli appassionati piemontesi di ciclismo, una ghiotta, irripetibile e imperdibile occasione di avere per due giorni sotto casa il Tour de France e per vedere e sfiorare da vicino i grandi campioni di oggi della Grande Boucle.

PATRIZIO BRUSASCO

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